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Autore: DarkDarrik    26/01/2021    2 recensioni
Questa storia è un tentativo di romanzare le vicende del famoso videogioco sui Pokèmon.
Ho cercato di renderlo in un contesto abbastanza " realistico" prendendomi piccole libertà creative.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Blue, Prof Oak, Red, Team Rocket
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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Red e Selene erano pronti a entrare nella grotta del Monteluna, però il giovane Allenatore constatò che aveva solamente più una sola pokèball.

«Penso di tornare in città per recuperare sfere e repellenti, se vuoi aspettami al Centro Pokèmon, non ci metterò molto» disse il ragazzo alla sua amica.

«Tranquillo, ti aspetterò! Però prendi la scorciatoia sul percorso 3, così farai prima» rispose Selene e tirò a se Red baciandolo sulle labbra in maniera improvvisa.

Lui restò sbalordito e poco dopo lei scappò nel Centrò Pokèmon.
L’allenatore sorrise a alzò le spalle per poi incamminarsi verso la scorciatoia.

«Hai scavalcato i muretti con quei pantaloni? Saresti stato più agile con un paio di pantaloncini! Sono comodi!» affermò un giovanotto mentre Red stava camminando.

«Non ti seguo… non mi piacciono quei cosi, sto meglio così!» mormorò lui indicando i suoi jeans chiari.

«Un vero allenatore si veste sportivo come me! Ti sfido!» sentenziò il Bullo con aria strafottente.

Il suo berretto girato all’indietro e la T-shirt larga gli davano un’aria abbastanza stupida pensò Red.
Lo avrebbe messo al suo posto.

«Kakuna vai!» disse poco dopo.

Il pokèmon Coleottero fu contrapposto ad uno Spearow che lo colpì ferocemente con un attacco “Furia”.

Poco dopo iniziò a brillare di una strana luce e lentamente mutò diventando un Beedrill.

«Forte! Ora ti faremo vedere noi un vero attacco Furia!» Red indicò il suo Pokèmon che saetto verso l’avversario colpendolo ripetutamente con i suoi aculei senza sosta per cinque volte consecutive, ponendo fine allo scontro.

« Così non vale!» brontolò il Bullo cadendo in ginocchio mentre ritirava il suo Spearow.

Una volta al Pokè-Market, Red comprò alcuni oggetti utili, determinato a catturare i Pokèmon del Monteluna.

«Non mi aspettavo di vederti di nuovo qui così presto!» esordì una voce che il giovane fu fuori al negozio.

Era Brock che lo salutava con una busta di cibo tra le mani.

«Ciao! Avevo dimenticato alcune cose!» gli disse Red.

« Io anche, volevo darti una Macchina Tecnica o meglio dire MT. Fa apprendere ai Pokèmon una mossa se essi sono in grado di farla. Basta che applichi questa disco sulla tua sfera , combaciando il centro con il pallino della pokèball. Se il Pokèmon puoi impararlo diventa verde. Altrimenti è rossa» spiegò il Capopalestra porgendo l’oggetto al suo sfidante.

«Grazie! Mankey può impararla!» notò Red provando subito l’oggetto.

« Sapevo che ne avresti fatto un buon uso! Devo tornare a casa, sono di fretta! Torna a sfidarmi qualche volta, magari per un match amichevole!» concluse infine Brock.

 

Selene non era al Centro Pokèmon ma aveva dato all’infermiera una lettera che Red lesse velocemente.

“Caro Red, ho deciso di essere coraggiosa ed entrare da sola nel Monteluna. Spero di rivederti presto e di lottare nuovamente con te! Grazie per avermi regalato Jigglypuff. Lo allenerò anche per te!”

Un sorriso si incurvò sul viso del giovane allenatore che ripose la lettera e uscì correndo dell’edificio.

 

Il Monteluna era inospitale e il terreno era dissestato e roccioso.
Vi era una scarsa illuminazione, un impianto elettrico molto vecchio che però faceva il suo dovere.
L’odore di umido e un venticello insidioso sferzarono il viso di Red che venne subito infastidito da uno Zubat selvatico.

Zubat era un piccolo Pokémon di colore blu che assomigliava a un pipistrello. Aveva due lunghe e sottili zampe. La faccia era priva di occhi e di naso. La parte interna delle orecchie e delle ali era di colore viola.

«Beedrill! Catturiamolo forza!» gridò Red e lanciò in campo il suo pokèmon appena evoluto.

Il pipistrello usò “Supersuono” ma il coleottero riuscì a schivarlo e inizio a colpire ripetutamente l’avversario coi suoi aculei.
Una volta indebolito la pokèball fece il resto del lavoro catturando Zubat.

«Sonda l’ambiente circostante emettendo ultrasuoni dalla bocca. In questo modo riesce a volteggiare agilmente anche in caverne strette.» gracchiò elettronicamente il Pokèdex  ultimata la cattura.

Red poco lontano notò una ragazza con un Bulbasaur mentre sconfiggeva un Weedle di un Pigliamosca con una strana mossa. Il piccolo pokèmon d’erba sputava dei semi a raffica e colpiva il suo nemico.

La giovane allenatrice poco dopo si rivelò essere una  ragazza che lui conosceva e con cui aveva frequentato la scuola per Allenatori.
Leaf aveva lunghi capelli marroni e occhi color cioccolato, il suo viso era grazioso e delicato e aveva sempre un sorriso sulle labbra sottili.
L’allenatrice indossava un capello bianco una canotta azzurra e un gonna corta rossa.

« Ottima mossa! Il tuo Bulbasaur se la cava bene!» esordì Red incrociando le braccia al petto.

«Anche tu qui? Se vuoi te la insegno, si chiama Semitraglia!» rispose Leaf raggiungendo il suo vecchio amico.

«Non ho pokèmon erba con me, ma grazie dell’offerta!» affermò lui alzando le spalle.

«Blue ci ha superato di un bel po’!» mormorò la giovane.

Red strinse i pugni quando lei parlo del suo rivale.

«Infatti, non c’è tempo da perdere! Meglio se proseguo» tagliò corto Red per poi voltarsi e andare via prima che Leaf potesse fermarlo.

 

 

«Sei tu Joss?» chiese una ragazza dopo che Red stava superando un cartello che avvertiva di stare attenti agli Zubat.

Egli la guardò serio e scosse la testa.

«Sto aspettando i miei amici, stanno andando a cercare ei fossili rari, ma io ho paura di questo postaccio e sto vicino all’uscita»

«…» Red rimase silenzioso e la ragazza si indispettì.

«Sei un maleducato, ti metterò al tuo posto con una lotta Pokèmon! Vai Clefary»

Clefairy sembrava essere una creatura rosa. Aveva gli arti tozzi e un corpo rotondo che gli conferiva un aspetto paffuto, inoltre era in possesso di grandi orecchie sensibili che avevano punte marroni. Aveva piccole ali che sono incapaci di volare, ma di farlo rimbalzare con garbo.

«Nidoran! Facciamoli vedere che chi parla troppo non vale nulla!» urlò Red mentre il suo pokèmon era pronto alla lotta.

«Allora non sei muto! Clefary, usa canto!» sbraitò l’altra allenatrice.

Nidoran chiuse le sue orecchie e le abbassò evitando il suono della voce del piccolo  avversario rosa. L’esperienza con Jigglypuff gli era servita da lezione.

«Bravo, ora Velenospina!» disse il giovane e subito una serie di spilli velenosi colpirono Clefary, che pero non sembrò ferito!

«Ripeti! Non ti ha fatto nulla!» e così il Pokemon rosa battè le mani e Nidoran fu costretto a usare nuovamente Velenospina, l’esito fu uguale, poco danno.
Il pokèmon fatato colpì sul muso Nidoran con “Doppiasberla”, ma poi al terzo uso obbligato di Velenospina venne avvelenato.

Un ruggito di Clefary non intimorì il piccolo roditore Viola che su ordine di Red usò Beccata, usando il muso come arma e colpendo il nemico ormai alle strette.
Nidoran incasso un altro paio di sberle, ma un altro attaccato Beccata e il veleno regalarono la vittoria a Red nonostante il suo pokèmon fosse stremato.

Chiedendo informazione alla ragazza appena battuta, l’allenatore cercò di orientarsi in quel posto ostile, pensando che in parte la sua ultima avversaria aveva ragione su quanto il Monteluna fosse poco rassicurante.

 

   
 
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