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Autore: _Layel_    27/01/2021    2 recensioni
Quando Touya ferma sua madre dall’ustionare Shouto, decide che quando è troppo è troppo. Deve uscire da quella casa e portare il suo fratellino con sé. 
[AU! Canon Divergence, Dabi è Touya Todoroki] [No manga spoiler]
Dabi/Hawks, Bakugou Katsuki/Midoriya Izuku/Todoroki Shouto
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Dabi, Hawks, Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Shouto Todoroki
Note: AU, Traduzione, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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N/A: Questa è la fine della prima parte! Sono molto emozionata… Spero che vi piaccia! Fatemelo sapere nei commenti.

 

N/T: Sono ancora viva! Spero che siate pronti per la fine della prima parte. 

Questo è un periodo abbastanza pieno e ho pensato di aggiornare tre volte a settimana e non più quotidianamente, il prossimo capitolo uscirà venerdì :3 

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Prima Parte: Capitolo Tredici

 

 

Shouto si aggrappò alla maglia di Touya mentre aspettavano fuori dalla porta dei Midoriya, la sua stretta stropicciava il tessuto recentemente stirato. Touya fece una smorfia ma non disse nulla. Shouto era stato silenzioso, troppo silenzioso, nei due giorni prima del suo appuntamento con Hawks. Touya sapeva che era solo il cambio di routine che rendeva suo fratello nervoso ma non sapeva come aiutarlo.

 

“Sho? Sicuro che vada bene?” Chiese Touya, la mano che si appoggiò sulla spalla di Shouto. Lui si accostò al suo fianco e annuì senza incontrare gli occhi di Touya. Touya sospirò e si inginocchiò velocemente. Gli occhi di Shouto scattarono nei suoi sorpresi ma il evitarono subito dopo. “Seriamente, Sho, se non vuoi che vada-“

 

“No!” Disse Shouto rapidamente, praticamente urlando. “No, solo… voglio che tu ci vada!”

 

Touya studiò suo fratello, l’espressione intensa e determinata dei suoi occhi. “D’accordo,” fece un profondo respiro e si costrinse a sorridere. “Beh, ti divertirai con Izuku sta sera.  Come sempre. E ti verrò a prendere domani mattina per l’allenamento.”

 

Shouto annuì. Touya si alzò in piedi e bussò alla porta dei Midoriya. Aveva appena appoggiato le nocche sulla porta quando questa venne spalancata e Izuku gli sorrise raggiante. “Ciao, Shouto! Ciao, Touya-nii!”

 

“Ciao, Izuku,” sorrise Touya. “Sei pronto per l’allenamento di domani?”

 

“Si! Ho un nuovo quaderno! Penso che se Kacchan raccogliesse abbastanza sudore potrebbe-“

 

“Ne parliamo domani, okay?” Touya rise, scompigliando i capelli di Izuku. “Sarò in ritardo se rimango troppo. Shouto, fai il bravo da Inko, okay?”

 

Shouto annuì e si morse il labbro. Touya alzò un sopracciglio all’esitazione di Shouto e aprì la bocca per dirgli, di nuovo, che poteva contattare Hawks e cancellare l’appuntamento se l’idea lo faceva sentire a disagio, ma Shouto si sporse in avanti e abbracciò la vita di Touya. “Sho?”

 

“Divertiti, nii-san,” arrivò la risposta sussurrata di Shouto. Touya sorrise e sentì un po’ di ansia lasciargli il petto.

 

“Ci vediamo domani mattina, Sho,”. Shouto si sciolse dall’abbraccio e seguì Izuku nell’appartamento, sorridendo a suo fratello prima di chiudere la porta.

 

E Touya si avviò verso il ristorante, con solo i suoi pensieri ad accompagnarlo.

Sentiva l’ansia artigliargli il petto più si avvicinava a destinazione. Era da anni che non andava ad un appuntamento e anche allora, era stato uno di quegli appuntamenti da liceo dove uscivi con un gruppo di amici. Non aveva neanche provato a conoscere qualcuno dal giorno in cui avevano lasciato casa quattro anni fa. E adesso… era qui. Andando ad un appuntamento con l’ultima persona con cui sarebbe dovuto andare. Lo sapeva, logicamente sapeva che non lo avrebbe dovuto fare. Avrebbe dovuto rifiutare quando Hawks glielo aveva chiesto. Non avrebbe dovuto scrivergli. Non avrebbe dovuto conoscerlo. Non avrebbe dovuto confessare tutte quelle cose. Ma… ma non aveva mai sentito un legame con un’altra persona come lo sentiva con Keigo da… beh, non l’aveva mai sentito.

 

Sperò solo di non pentirsene.

 

“Touya!”

 

Touya si girò quando sentì il suo nome e non poté evitare di sorridere mentre Keigo gli camminò in contro. Il ragazzo aveva un berretto che gli nascondeva i capelli e un paio di occhiali in bilico sul naso. Indossava un paio di jeans e scarpe da tennis con un largo-estremamente largo- cappotto gettato sopra alla camicia. “Hey!” Disse Hawks allegramente, fermandosi davanti a Touya e adocchiandolo con ammirazione. “Mi ero dimenticato quanto fossi bello. Com’è che faceva quella battuta? Dev’esserci qualcosa di sbagliato nei miei occhi perché non riesco a toglierteli di dosso?”

 

Touya si sentì arrossire e abbassò il capo. “Fottiti. E grazie.”

 

Hawks rise sonoramente e prese Touya sottobraccio. Touya sobbalzò al tocco improvviso ma non provò a scansarsi. Dal modo in cui gli occhi di Hawks si assottigliarono dietro agli occhiali, lo aveva notato. “Spero non sia un problema andare in un posto informale,” disse mentre faceva un gesto verso di sé, ridendo con auto-ironia. “È abbastanza difficile nascondere ste cose e sapevo che non avresti voluto che la gente ci fissasse…”

 

Touya si accigliò. “Non c’è nulla di sbagliato nel tuo aspetto. E dovunque tu voglia andare a me va bene… ma sì, preferirei non essere stalkerato.”

 

Hawks rise di nuovo e il suo braccio si strinse intorno a quello di Touya. “Beh, grazie. Conosco il posto perfetto- ci vado sempre e piaccio ai proprietari. Abbastanza da lasciarmi un po’ di privacy.”

 

Touya non era sicuro di come si sentiva all’andare in un posto dove la gente conosceva chi fosse Hawks, ma se c’era la garanzia che sarebbero riusciti a parlare senza persone che gli stavano in torno cercando di origliare, non avrebbe obbiettato.

 

Hawks lo portò in un piccolo ristorante che Touya non avrebbe notato se ci fosse passato davanti per conto suo. Mentre aprì la porta e accompagnò Touya all’interno, una donna abbastanza vecchia da poter essere sua nonna alzò lo sguardo dal bancone. “Buona sera! Grazie per- oh, ciao!” Touya notò che il viso della donna si addolcì quando vide Hawks, e quando fosse scrupolosa nel non chiamarlo per nome. “Hai portato un amico!”

 

“Io, già,” disse Hawks, arrossendo mentre si strofinava il retro del collo e sorrideva imbarazzato alla donna. “So che avrei dovuto chiamare ma pensa che-“

 

“Certo!” Disse velocemente. Girò intorno al balcone e diede un leggero buffetto sulla guancia di Hawks. “Qualsiasi cosa per te, caro. E per il tuo amico.”

 

Touya giurò che non avrebbe riso a quanto rosso fosse diventato Hawks a quelle parole, ma non poté e vitare di sorridere mentre la donna li accompagnava nella sala privata. “Ecco qui. Prendi il solito?”

 

“Si, per favore!” Cinguettò Hawks. “Doppio.”

 

“Certamente, caro.”

 

 Touya si sedette di fronte a Hawks e lo guardò implorante. Hawks alzò semplicemente le spalle. “Hai detto che mangi qualsiasi cosa tranne il pesce, no? Questo ti piacerà, promesso.”

 

“Come vuoi, bell’uccellino.”

 

Hawks si strozzò a quelle parole e si colorò di un rosso intenso. “Oh, io… uh, grazie? Per il complimento, intendo. Non mi aspettavo…”

 

“Molto eloquente,” disse lentamente, anche se sapeva che anche il suo viso era rosso. Non intendeva far uscire quelle parole dalla sua testa, specialmente non subito. “Comunque, sono sicuro che sarà buono.”

 

Hawks prese un lungo sorso d’acqua ed evitò i suoi occhi, le guance ancora colorate di una tinta accesa. “Allora, parlami di tuo fratello. Ha dieci anni, vero?”

 

Touya si maledisse per aver dato a Hawks una qualsiasi informazione su suo fratello. “Già. Dieci. Vuole fare l’eroe da grande,” Touya alzò gli occhi al cielo e Hawks smorzò una risata. “ah, e vuole anche un autografo.”

 

Hawks rise e Touya riuscì facilmente a vedere il lampo di felicità passargli negli occhi. “Certo! Amerei incontrare il ragazzo a un certo punto…” e arrossì di nuovo. “Non che mi aspetti che tu… stavo solo…” sospirò e si passò una mano sul viso. “Merda, non sta andando bene, eh?”

 

Touya cercò di trattenere la risata che gli si stava formando sulle labbra. “Non lo so, penso stia andando abbastanza bene. Ma per Sho… devo vedere. Questi sono stati… anni duri e preferirei non…” non cosa? Non dargli false speranze? Non portare qualcuno nella sua vita che potrebbe metterlo in pericolo? Non farlo abituare alla presenza di Hawks perché lui scomparirà dalle loro vite appena capirà che Touya non ne vale la pena?

 

“Capisco,” disse Hawks con un sorriso. Scrollò le spalle. “Mi sa che devo impegnarmi di più, huh?”

 

Touya alzò gli occhi al cielo. “Beh, ti conosco solo da due settimane. E questa è la seconda volta che ti vedo veramente.”

 

“Oh, se potrò fare a modo mio, mi vedrai parecchio.”

 

Touya non rispose ma sapeva che stava arrossendo- di nuovo. Maledizione, quando sarà tutto finito, sarà di una permanente sfumatura di rosso. “Potremo iniziare togliendo quelle cose dalla tua faccia,” disse Touya, accennando agli occhiali e al berretto che Hawks stava ancora indossando. “Sala privata.”

 

Hawks esitò per un momento ma sembrò prendere una decisione quando la sua espressione si fece sicura e determinata. Si tolse gli occhiali dal naso e il berretto dal capo. I suoi soffici capelli sembravano più scompigliati del solito dopo essere stati intrappolati e il ragazzo cercò rapidamente di sistemarli. Touya si prese il suo tempo per studiarlo mentre Hawks si sistemava. La prima volta che si incontrarono, la sua attenzione era stata catturata dello sguardo castano-dorato ma non aveva notato le line scure attorno ai suoi occhi e i piccoli triangoli neri vicino ai condotti lacrimali. Fu solo quando Hawks menzionò l’eyeliner bei suoi messaggi che si era arreso ed aveva cercato una foto dell’eroe e visto i segni a cui si riferiva.

 

Di certo non sminuivano il suo bell’aspetto.

 

Diamine, lo miglioravano soltanto.

 

Non fu finché un lampo d’oro gli catturò l’attenzione che Touya tornò a guardare i capelli biondo cenere. Quelle erano… “Hai delle piume nei capelli?”

 

Hawks si bloccò mentre cercava di pettinarsi e lanciò uno sguardo nervoso nella direzione di Touya. “Le… uh… si?”

 

“Non l’hai detto per messaggio,” disse Touya, avvicinandosi per ispezionare le piccole, quasi invisibili, piume che emergevano dalla sua massa di capelli.

 

Hawks fece una smorfia e scrollò le spalle. “Ho pensato che se avessi voluto un’opportunità era meglio… tenere qualche cosa per me. Per il momento.”

 

“Come piume tra i capelli,” disse Touya stupito, scuotendo la testa. “D’accordo, beh, mi sa che neanche io ti ho detto tutti i miei più grandi segreti. E questo spiega il nido di rondini che chiami capelli. Cercavi di nascondere le piume, no?”

 

Hawks evitò il suo sguardo e alzò di nuovo le spalle. “Sei il primo a notarle oltre… beh, il primo a notarle. Mi sa che i capelli stanno funzionando.” Gli fece un sorriso forzato. “E poi, alla maggior parte delle persone piacciono i miei capelli.”

 

Touya ridacchiò. “No, alla maggior parte delle persone piaci tu. I capelli li sopportano.”

 

Hawks fece una risata sorpresa e scosse la testa. “Sai, sei l’unica persona che mi dice robe del genere.”

 

“Gli altri le dicono alle tue spalle,” scherzò Touya e se ne pentì istantaneamente quando vide un momento di tristezza passare sul viso di Hawks.

 

“Già, probabile,” concordò lui. Si schiarì la gola rumorosamente e si sforzò di sorridere di nuovo. “Comunque, parlami di Yamada Touya. So che hai un fratello minore a cui ovviamente vuoi bene. Odi il pesce. Mancino… non ti piace cucinare. Sei un fotografo che ha iniziato a lavorare per un amico prima di metterti in proprio. Che altro c’è?”

 

“Non molto,” Touya cercò di evitare l’argomento. “E lavoro ancora per Mitsuki, faccio solo qualche lavoretto extra. È utile avere qualche soldo in più. Specialmente visto che Shouto sta crescendo come un fungo e devo continuare a rimpiazzare la sua uniforme…”

 

“Aspetta,” disse Hawks, interrompendo Touya. “Shouto vive con te?”

 

Merda.

 

Non aveva avuto intenzione di dirglielo.

 

“Uh, si,” disse Touya, pensando velocemente. Si era detto che non avrebbe mentito direttamente a Hawks. Non voleva basare tutto questo su un falso passato e aveva deciso di tenersi un paio di cose per se. Ma… “I miei genitori morirono poco dopo la fine delle superiori. In un incidente.” Hawks socchiuse gli occhi alle sue parole e Touya iniziò a parlare più velocemente. “Sho si è trasferito con me. Era molto timido all’inizio e gli servì un po’ di tempo per farsi degli amici e abituarsi a… stare con me. Lui è migliorato, ma è stato un grande cambiamento per entrambi. La donna che mi ha trovato lavoro è la mamma di uno degli amici di Sho.”

 

Hawks era silenzioso quando Touya finì di blaterare. Gli occhi dorati osservavano il viso di Touya. “Capisco. Beh, condoglianze per la tua perdita. Dev’essere stato difficile crescere un bambino.”

 

Touya annuì lentamente. “Credo di si. Ma Shouto sta meglio con me, dopotutto.” Sospirò e cambiò rapidamente argomento. “Che mi dici di te? So già che mi hai nascosto qualcosa,” guardò apertamente le piume a mala pena visibili tra capelli spettinati di Hawks. “C’è altro che pensi sia appropriato per un primo appuntamento?”

 

Risate seguirono la sua domanda. “Uh, appropriato? Abbiamo mai parlato di qualcosa di appropriato?”

 

Touya fece un mezzo sorriso. “Mi sa di no.”

 

“Beh,” Hawks disse incerto, ”uh, non c’è molto da dire? Cioè, mi sono appena diplomato dalla Shiketsu, non vedevo l’ora di uscire da lì. Avevo fatto il tirocinio da Edgeshot e dopo il diploma mi ha offerto un posto fisso alla sua agenzia ma… beh, sai com’è andata. Il mio Quirk mi permette di-“

 

“Okay,” disse Touya con una smorfia. “Tutto quello che hai appena detto viene direttamente dalla tua biografia. Non voglio conoscere Hawks. Voglio conoscere Keigo. Quindi, cosa puoi raccontarmi su di lui?”

 

La bocca di Hawks si spalancò e fissò Touya in una sorta di shock affascinato. Touya corrucciò la fronte perché il ragazzo sembrava rimasto senza parole e si ricordò improvvisamente che Hawks ci aveva impiegato un giorno intero solo per dirgli il suo nome. E nessuna delle informazioni che aveva cercato su di lui lo menzionava mai.

 

Era come se Takami Keigo non esistesse.

 

Come se fosse stato rimpiazzato da Hawks.

 

Ma Touya non voleva conoscere Hawks. Non gli interessava un futuro eroe. Voleva Keigo. Il ragazzo che aveva ovviamente passato qualcosa di cui non voleva parlare. La persona che Touya pensava potesse capire se avesse parlato dei suoi traumi infantili.

 

Non voleva un eroe.

 

“Io…” Hawks fece un respiro profondo. “Sono figlio unico. Cresciuto in una famiglia… povera con genitori più interessati a ubriacarsi che a crescere il proprio figlio. Litigavano molto. Mio padre perse finalmente la pazienza e se ne andò di punto in bianco. Dopo le cose con mamma peggiorarono. Lei.. beh, andai a vivere in un altro posto quando avevo undici anni e non la vedo da allora. Non ho idea di dove sia. Potrebbe aver bevuto fino a uccidersi, per quanto ne so.”

 

Non sfuggì a Touya che Hawks non disse con chi era andato a vivere o come fosse successo. “Hai i mezzi per cercarla.”

 

Hawks annuì ma non aggiunse altro e Touya sapeva che il ragazzo non voleva ammettere che non voleva cercare. Che fosse perché era spaventato di cosa avrebbe potuto trovare o perché non gli interessava veramente, Touya non ne aveva idea. Anche Touya non si era scomodato a cercare Endeavor da quando se n’era andato ma sapeva che se qualcosa fosse successo all’eroe numero due, lo avrebbe saputo. Le notizie sarebbero state ovunque. 

 

E Touya avrebbe potuto finalmente rilassarsi e smetterla di guardarsi le spalle costantemente.

 

I due iniziarono a parlare di argomenti più leggeri e Touya si ritrovò completamente ammaliato dal ragazzo che aveva difronte. Chiacchierarono fino a tardi e si separarono solo quando la proprietaria venne a riempirgli i bicchieri con occhi stanchi. Hawks guardò immediatamente l’orario sul cellulare e si scusò abbondantemente. La donna rise con affetto e gli disse che era felice che l’appuntamento stesse andando tanto bene, facendo arrossire sia Hawks che Touya. Hawks insisté di pagare il conto, e lasciare un extra perché avevano occupato la sala privata per tutta la sera e li avevano fatti chiudere tardi. Mentre uscivano dal ristorante, Hawks prese la mano di Touya intrecciando le loro dita. Il cuore di Touya batté più velocemente mentre gli stringeva la mano in risposta. Passeggiarono sul marciapiede dirigendosi verso la stazione in silenzio, godendo della reciproca compagnia. “Quindi,” disse Hawks quando Touya stava per entrare nella stazione e salire sul treno che lo avrebbe portato a casa. “Non è stato così terribile, no? Uscire con me?”

 

Touya sorrise e gli strinse la mano. “Non troppo male. Mi sa che non sarei contrario a… rifarlo. Se vuoi.”

 

“Voglio,” rispose Hawks immediatamente, un ampio sorriso gli comparve sul viso. “Lo voglio molto. Sono a lavoro domani… e domenica. E lunedì, in verità. Sono libero martedì. Se volessi… rifarlo.”

 

Beh, qualcuno sembrava impaziente. Anche se Touya sentiva lo stesso tipo di ansia al pensiero di dover aspettare fino a martedì per vederlo di nuovo. “Io.. si, si, martedì va bene.”

 

“Bene!” Sussurrò Hawks, gli occhi che si posavano sulle labbra di Touya. Touya dovette prendere un profondo respiro alla voglia che vide in quello sguardo. “Touya?”

 

“Si?”

 

Hawks si avvicinò lentamente e Touya si ritrovò ad abbassarsi verso di lui. “È stata una bella serata.”

 

“Si.”

 

Gli occhi di Hawks incontrarono i suoi e sorrise.

 

E poi le loro labbra si incontrarono. Il cuore di Touya gli batteva nel petto e il sangue gli bruciava nelle vene. Si avvicinò a Hawks e rabbrividì quando le braccia del ragazzo gli cinsero la vita,  premendolo completamente contro il suo corpo. Cazzo, che bello. Molto bello. Lui… lui voleva farlo di nuovo. Voleva continuare a baciare Hawks. Per sempre…

 

Ma poi Hawks si separò, il fiato corto. “Già, dovresti andare,” disse infine, deglutendo a fatica mentre forzava fuori le parole. “O potrei non lasciarti.”

 

Touya fece una risata bassa e si sporse per baciarlo di nuovo. “Si, dovrei. Devo andare a prendere Shouto domani mattina e i suoi amici staranno con me tutto il giorno…”

 

Hawks ridacchiò, “Allora dovresti proprio andare.” Baciò Touya per un’ultima volta prima di fare un passo indietro. “Ti chiamerò durante la pausa domani. Torna sano e salvo, d’accordo?”

 

“Okay,” sussurrò Touya, lanciando un’occhiata al treno. Guardò di nuovo Hawks, totalmente sorpreso che potesse essersi tanto… affezionato a qualcuno così velocemente. Voleva chiedere a Hawks di andare con lui. Voleva presentarlo a Shouto. Ma… “Si, ci sentiamo domani.”

 

Si girò velocemente e entrò nella stazione, non guardandosi indietro. Non era come se non si fossero mai più rivisti. Stava solo andando a casa. Ci avrebbe parlato domani e probabilmente anche lunedì. Si sarebbero incontrati di nuovo martedì.

 

Si stava comportando in modo ridicolo.

 

Comunque, la sua mente ripeté quel bacio ancora e ancora durante il viaggio verso casa e desiderò che avessero passato più tempo insieme. Sapeva che Hawks aveva ragione. Avrebbe avuto bisogno di dormire prima dell’allenamento di domani- specialmente se Izuku aveva una nuova idea. Quelli erano sempre i giorni più lunghi e Katsuki si irritava molto se non gli riusciva tutto subito.

 

In più, non vedeva l’ora di vedere la faccia di Izuku e Katsuki quando avrebbe dato a Shouto l’autografo che aveva avuto da Hawks prima che lasciassero il ristorante.

 

Il treno raggiunse la fermata e Touya camminò verso il suo appartamento, continuando a rivivere la serata. Non fu finche girò l’angolo del quartiere che notò le luci lampeggianti. Tutti i pensieri lasciarono la sua testa mentre vide le auto che circondavano l’edificio. C’erano poliziotti ovunque, eroi che parlavano con i residenti… e Touya sentì il cuore fermarsi.

 

Perché in piedi davanti all’edificio con un agitato Shouto stretto tra le mani c’era Endeavor.

 

Shouto fu il primo a vederlo e smise di agitarsi il tempo sufficiente perché suo padre seguisse il suo sguardo. Endeavor ordinò qualcosa e i poliziotti intorno a lui si girarono. “Touya! Scappa!” Gridò Shouto.

 

Ma Touya lo ignorò e gli occhi si concentrarono sul modo in cui Endeavor stava stringendo il braccio di Shouto. Su come suo fratello stesse usando il suo ghiaccio che era però velocemente sciolto dalle fiamme di Endeavor.

 

Iniziò a correre.

 

La rabbia gli scorreva nelle vene e, per la prima volto dopo anni, il suo fuoco divampò liberamente. Poteva sentire la pelle bruciare, sentire le urla dei poliziotti e di Shouto, ma non si fermò. Doveva arrivare a Shouto, strapparlo da Endeavor. Non gli avrebbe permesso di portarlo via. Non avrebbe lasciato che Shouto tornasse in quella casa-

 

E poi dolore esplose nel retro della sua testa e l’ultima cosa che sentì fu Shouto che gridava il suo nome mentre tutto diventava buio.

 

 

   
 
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