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Autore: Kris    28/01/2021    3 recensioni
Sasuke è nella sua cella in attesa della sua sentenza: un sigillo gli blocca la vista e il chakra.
Mi muovo incerto nella stanza, cercando di non sbattere contro i muri. Sono muri veri, o sono i confini della mia coscienza? A quanto pare ne avevo una.
In questa oscurità non ricordo nemmeno che sapore abbiano le lacrime.

[Sasuke PoV / Naruto Shippuden / Capitolo 699 ~ Blank Period / Angst & Fluff ]
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kakashi Hatake, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden, Dopo la serie
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Your eyes only
 
Buio.
Buio.
Buio.
 
Sono abituato alle tenebre: ci sono cresciuto dentro, le ho cercate, ne ho tratto forza. Ciò che per una persona normale è sinonimo di gelo e terrore, per me è fonte di conforto.
Forse in questi anni sono davvero impazzito.
Questa camicia di forza mi stringe la ferita non ancora rimarginata al braccio sinistro; pizzica a contatto con la pelle.
Muovo la spalla, inspiro profondamente.
Il sigillo che mi copre gli occhi e rinchiude il mio chakra è quasi una benedizione: non poter usare il potere dello Sharingan per rituffarmi in ricordi più vividi del normale è probabilmente una grazia che mi hanno concesso senza neppure rendersene conto.
 
Obbediente, muto, immobile.
 
I giorni in questa cella procedono lenti. Ho poche visite – medici e interrogatori. Kakashi viene a parlarmi di tanto in tanto, gli rispondo appena. Non lo vedo, ma sento come la sua voce cambia in base al suo accompagnatore. È quella di un Hokage fedele al suo ruolo davanti agli altri, ma quando siamo solo io e lui – e la guardia vicino alla porta, immagino – il tono è basso e triste. La prima volta che ho notato questa differenza mi sono sentito in colpa: è la voce di un padre deluso dal figlio e da se stesso. Non è la voce scherzosa del maestro Kakashi che ricordo.
 
Mi rimetterò alla loro decisione.
 
Dov’è finito quel ragazzino prepotente e ferito che aveva sputato veleno addosso al proprio maestro poco prima di rincorrere la promessa di Orochimaru?
Lo conosco, eppure non sono io.
 
Il silenzio.
 
A Naruto è stato concesso di venire in questa cella solo una volta. Lo sento fermarsi davanti a me e alzo il volto d’istinto, per confermarne la presenza con la pelle del viso. Senza vista e senza chakra non riesco a capire di che umore sia.
Nonostante le condizioni umilianti, non riesco nemmeno a provare vergogna o imbarazzo.
Rimango in silenzio, come sempre. Mi viene facile. Non ho parole da riferirgli.
Il fatto che anche Naruto non proferisca parola mi spinge a pensare che vedermi in queste condizioni lo turbi più del dovuto. Dopo tutta la fatica per riportarmi indietro, mi vede legato come un criminale di classe S.
Cosa che sono, dopotutto. Immagino dovrei esserne in qualche modo orgoglioso.
- Ti tirerò fuori di qui.
Non riesco a dare una risposta a quella dichiarazione d’intenti.
Abbasso di nuovo la testa accolto dal mio familiare buio.
 
Solo con i miei pensieri.
 
Il buio che dona questo sigillo è diverso da quello delle palpebre chiuse prima di addormentarsi la sera. È diverso anche dal buio del coma che ho sperimentato dopo le ore di Tsukuyomi di Itachi.
È totale e assoluto. È vuoto. Non un raggio di luce penetra. Senza il mio chakra, non posso nemmeno capire com’è fatta la cella in cui mi trovo.
È questo che significa essere ciechi?
Ne ho paura?
Non lo so.
Non provo nulla.
 
Quanto tempo è passato?
 
Giorni, forse settimane.
Per qualche motivo le visite mediche non vengono fatte da Sakura. Non so se sia lei a non voler venire quaggiù (è un sotterraneo? Non so nemmeno questo) o se glielo impediscano.
Forse, come Naruto, non mi vuole vedere in questa crudele eppure reale situazione.
Forse si metterebbe a piangere, come fa sempre.
Forse in questo momento avere qualcuno forte a sufficienza da piangere al posto mio mi farebbe stare meglio.
In questa oscurità non ricordo nemmeno che sapore abbiano le lacrime.
 
Dov’è?
 
Da quando ho notato la sua assenza, inizia a tornarmi in mente spesso.
Dov’è Sakura?
Perché non si fa vedere?
 
Perché la cosa mi turba così tanto?
 
Mi muovo incerto nella stanza, cercando di non sbattere contro i muri.
Sono muri veri, o sono i confini della mia coscienza?
A quanto pare ne avevo una.
 
Non vedo nulla.
 
I primi giorni senza vista sono stati angoscianti. Poi mi sono abituato. Nonostante Naruto mi abbia fatto vedere com’è piacevole vivere alla luce del sole circondati da persone, le tenebre solitarie restano un rifugio sicuro per uno come me, che non ha ancora iniziato a fare i conti con i propri peccati.
E poi, ora come ora, intorno a me non c’è nulla che voglia davvero vedere.
 
Il suono di tacchi sulla pietra.
 
La porta della cella si apre e il ticchettio si fa più vicino. Chiunque sia, non è stato annunciato. Seguo il suono, si ferma davanti a me. Come con Naruto, alzo la testa.
 
Una visita?
 
Non capisco chi sia. Un profumo dolce, tacchi, forse una donna. Tsunade? Un medico?
La persona resta in silenzio. Che sia turbata anche lei alla vista? Che sia la prima volta che incontro questa persona? Questo profumo non è nei miei ricordi recenti. La domanda che mi ossessiona da giorni torna a farmi visita.
Che sia lei?
E se invece non lo fosse?
Sento un’aura di chakra sul braccio sinistro, ed è un chakra che conosco bene: è caldo e amabile, e fa a pugni con quello che rimane del mio, freddo e imprevedibile.
- Sakura.
- Ti fa male?
Abbasso la testa.
- No.
La voce mi esce roca e spezzata, inutilizzata da troppo tempo. Mi schiarisco la gola.
- Non il mio chakra, Sasuke-kun. La ferita.
- Prude. A volte.
- Vuol dire sta guarendo. È una cosa positiva.
Il chakra di Sakura si allontana e improvvisamente sento freddo. Vorrei chiederle di continuare, ma la guardia dalla parte opposta della cella potrebbe pensare voglia scappare. Stringendo i denti resto in silenzio, immobile come sempre.
La sento muoversi e sedersi vicino a me. Nessuno si è mai seduto su questa branda scomoda. Stupito, mi giro appena verso sinistra, il lato dove percepisco la sua presenza.
- Scusa se non sono venuta prima.
Scuoto la testa.
Ci sono troppi silenzi nelle frasi di Sakura. Non è da lei. Questo mio pietoso spettacolo deve metterla a disagio.
Finirà mai la lista di cose per cui devo chiederle scusa?
- Questo sigillo è crudele.
- È necessario.
- Hai salvato il mondo.
- L’ha fatto Naruto.
- L’avete fatto in due.
- Dopo che ho provato a distruggerlo.
Sento Sakura sospirare di fianco a me. Continuo a non parlare.
- Per un possessore dello Sharingan, essere privato della vista dev’essere traumatico. Come ti senti?
Volto la testa davanti a me. Come mi sento?
 
Non sento nulla.
 
- Sono abituato al buio.
Sento Sakura appoggiare delicatamente una mano sulla mia gamba e reagisco inavvertitamente. Non avere la vista mi rende indifeso a qualsiasi contatto fisico; è frustrante.
Almeno la frustrazione è un sentimento. Forse riesco ancora a sentire qualcosa.
 
Quel giorno non sono riuscito a dirle nulla.
 
- Sakura. Quel giorno, dopo la battaglia con Naruto…
- Non devi spiegarmi nulla.
- No, invece devo.
- Ti sei già scusato.
Chiudo la bocca. Non è abbastanza.
 
Non sarà mai abbastanza.
 
- Quell’illusione è stata un colpo basso.
- Quando sono rinvenuta, il maestro Kakashi mi ha detto che l’hai fatto per evitare che vi rincorressi. L’hai fatto per proteggermi…?
Continuo a fissare il buio davanti a me. La voce di Sakura è dolce, non è una vera domanda. Per quanto sia vero, mi rendo conto di come i miei metodi siano sempre ridicoli.
- Scusami. Per tutto.
Alla fine riesco solo a ripetermi. Sento la mano di Sakura stringere lievemente la mia gamba in cenno di assenso.
- Ti ho già perdonato.
Mi volto verso di lei e per la prima volta in giorni maledico questo fastidioso sigillo che mi fa vedere solo buio.
 
Con che sguardo mi sta parlando?
 
Rivoglio i miei occhi per vedere i suoi. Con che espressione mi ha rivolto quelle parole? Che sentimento dovrei immaginare nei suoi occhi?
La frustrazione che sento è forse prova del fatto che sono ancora in grado di provare qualche emozione che non sia pura e cieca vendetta?
 
Ridatemi i miei occhi. Voglio imparare nuove emozioni.
 
- So che probabilmente in questa cella da solo avrai pensato che sigillare lo Sharingan e il Rinnegan sia una punizione adatta per quello che hai fatto, ma io non sono d’accordo.
Cos’è questo tono? C’è determinazione e comprensione. La sento muoversi di fianco a me, il ticchettio del tacco sulla pietra indica un cambiamento di posizione. Agitazione?
- Io… voglio rivedere i tuoi occhi.
Apro la bocca, sorpreso da quelle parole che hanno un sapore più intenso del perdono: hanno il dolce retrogusto del suo affetto che io ho sempre rifiutato così ardentemente. Prima di riuscire a formulare una risposta degna la sento alzarsi in piedi.
- Domani tocca a me testimoniare. Ti proteggerò, Sasuke-kun.
Di nuovo, che sentimento sta attraversando gli occhi di Sakura in questo momento?
 
Voglio vedere.
Fatemi vedere.
Voglio vederla.
 
Sento il chakra provare a risvegliarsi e pulsare dietro il sigillo, premere sul nervo ottico per scappare da questa notte infinita che mi circonda. La reazione dolorosa che ne segue dev’essere il mio contrappasso per aver dato sempre per scontato ciò che scontato non è.
Però ora posso rimediare.
- Grazie, Sakura.
 
Riconoscenza?
No, forse è qualcos’altro.
 
Ma è ancora presto per pensarci.
 
Nel buio davanti a me finalmente riesce ad entrare un po’ di luce, compare confusamente un volto che conosco bene. Ora riesco ad immaginare il sorriso che con tutta probabilità sta decorando il viso di Sakura in risposta alla mia frase.
È un sorriso che le ho visto fare molte volte da ragazzina e che ho sempre fatto finta di non notare, ma che ricordo bene.
 
 

Quando riavrò i miei occhi, la prima cosa che voglio vedere è il suo sorriso.
 
 
 
 


 

 
Nota dell’Autrice
[Per la SasuSaku Blank Period Week 2021. Day 4, prompt: “I’ll protect you”]
È da un po’ che non scrivevo in prima persona e il periodo in prigione di Sasuke mi affascina tantissimo; la mancanza della vista mi è sembrata una sfida aggiuntiva. Mi è piaciuto parecchio entrare nella sua testa, penso continuerò ad esplorare il periodo in prigione. 

Ah, il corsivo è il subconscio.
Mi fa sempre piacere leggere i vostri commenti! Alla prossima!
   
 
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