Anime & Manga > Haikyu!!
Ricorda la storia  |      
Autore: musa07    31/01/2021    5 recensioni
"Dunque, ricapitolando: non poteva essere tanto difficile, no? Almeno a vedere Akaashi sembrava la cosa più semplice del mondo.
Ah già, quasi dimenticava! A Keiji usciva magicamente – e dannatamente – bene ogni cosa facesse.
Nonostante questa consapevolezza e quella – molto più tragica – di essere un totale, quanto pericoloso, disastro nel cucinare, Koutarou se ne stava seduto appollaiato sullo sgabello, braccia incrociate al petto, espressione di chiara sfida verso la cucina e i suoi misteri misteriosi.
Doveva assolutamente far qualcosa per Keiji. Sapeva che quella giornata lavorativa era stata per lui emotivamente provante e pesante [...]
Quindi, quale miglior premio per il suo adorato amore se non quello di fargli trovare al suo rientro una cenetta con i fiocchi, nella quale la facevano da padrone i suoi adorati onigiri?
Peccato che le parole Koutarou e cucinare non andassero propriamente d’accordo [...]"
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Keiji Akaashi, Koutaro Bokuto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ciaossu’
Sopravvissuta agli scrutini
che letteralmente mi terrorizzano! -
anche per questo quadrimestre,
fissavo la parete bianca di fronte a me
in attesa di un’idea che mi fosse di ispirazione.
Ovviamente la suddetta
è arrivata come sempre nel momento meno opportuno,
aka quando ero in bicicletta.
Contro vento, yes of course.

 

 

Cucinare è come amare

 

Dunque, ricapitolando: non poteva essere tanto difficile, no? Almeno a vedere Akaashi sembrava la cosa più semplice del mondo.
Ah già, quasi dimenticava! A Keiji usciva magicamente – e dannatamente – bene ogni cosa facesse.
Nonostante questa consapevolezza e quella – molto più tragica – di essere un totale, quanto pericoloso, disastro nel cucinare, Koutarou se ne stava seduto appollaiato sullo sgabello, braccia incrociate al petto, espressione di chiara sfida verso la cucina e i suoi misteri misteriosi.

Doveva assolutamente far qualcosa per Keiji. Sapeva che quella giornata lavorativa era stata per lui emotivamente provante e pesante. Anche se Akaashi, nonostante fossero ormai passati 10 anni da quando si conoscevano e quasi altrettanti da quando stavano insieme, non cercasse mai di far trapelare quando qualcosa lo preoccupava e quanto lo preoccupava, lui aveva imparato da subito a scorgere mille e più piccoli segnali. Da come Keiji si accarezzava i polsi o da come si massaggiava le dita affusolate, come cambiava impercettibilmente il modo di respirare, che si faceva più corto e frequente. Sfumature quindi, ma che veniva colte al volo da Koutarou. Per non parlare di quando dormiva; quando qualcosa lo preoccupava, ecco che Akaashi si lasciava andare in mille e più brontolii, assumendo tutta una serie di espressioni comicamente accigliate che facevano andare Bokuto in brodo di giuggiole da quanto le trovava adorabili mentre se lo tirava al petto e solo quando si accoccolava tra le sue braccia, ecco che l’ex alzatore si calmava magicamente e il suo sonno ritornava ad essere tranquillo.

Sapeva benissimo, Kou, che il suo Keiji si infastidiva perché non sopportava che qualcosa di così irrazionale come l’ansia – per qualcosa che non aveva motivo di preoccuparlo – prendesse piede in lui e non fosse in grado di tenerla a bada. Ma, d’altra parte, era pur sempre umano anche lui; ma Bokuto ben si guardava dal dirgliela una cosa del genere, perché quelle volte in cui l’aveva fatto – quando gli aveva detto “’kaashi, non c’è niente di male se a volte la nostra razionalità va a farsi benedire e l’ansia ci coglie” – la temperatura nella stanza aveva improvvisamente rasentato lo zero assoluto e lui aveva seriamente temuto che il modo di dire “fulminato con lo sguardo” non fosse poi così tanto un modo di dire. Sapeva che Keiji odiava che la sua parte irrazionale prendesse il sopravvento. Ben si guardava dal dirglielo, si diceva, ma questo non gli impediva di fare tante, tantissime, cose per lui e alleviargli un qualche modo la sua pena.

Ecco perché in quel tardo pomeriggio guardava con aria di sfida la cucina. Perché era in quel giorno che Keiji aveva affrontato una riunione con i piani alti della casa editrice presso la quale lavorava, per promuovere la serializzazione in anime di un manga del quale era editor e nel quale credeva fermamente. Il problema era che era praticamente l’unico a crederci, ergo l’impresa di convincere il consiglio di amministrazione era un’impresa a dir poco titanica. Non che la cosa lo spaventasse o che temesse di non essere in grado di presentare il progetto e usando le parole giuste, no: nulla di tutto questo. Ciò che temeva era di deludere il suo autore, di non essere in grado – per mancanza o negligenza – di riuscire a trasmettere l’enorme lavoro e passione che stava dietro a quelle tavole.

Quindi, quale miglior premio per il suo adorato amore se non quello di fargli trovare al suo rientro una cenetta con i fiocchi, nella quale la facevano da padrone i suoi adorati onigiri?
Peccato che le parole Koutarou e cucinare non andassero propriamente d’accordo.
- Non mi fai paura! - proferì tutto pomposo nel momento in cui si era alzato con un movimento deciso, tirandosi su le maniche della maglia con fare altrettanto deciso – D’altra parte sono o non sono l’ace della squadra? -
Si piantonò davanti al frigo e buttando rumorosamente fuori l'aria dal naso si preparò ad affrontare l’ardua impresa.

E con uno spirito degno di un grande condottiero, ecco che il pallavolista si era messo a lavorare alacremente, avendo a memoria con quanta facilità e con abili gesti Keiji, dagli ingredienti più semplici, riuscisse a tirare fuori dei manicaretti con sapori unici capaci di arrivarti dritti al cuore.
Riportava alla mente la figura del suo compagno intento a tagliare, sminuzzare le verdure o la carne piuttosto che preparare salsine o affettare il pesce, non c’era cosa in cui non riuscisse con disarmante naturalità.

Nonostante Koutarou fosse uno che anche nel semplice tragitto dal letto alla vasca da bagno era in grado di lasciare tracce tifoniche dietro di sé, osservò con enorme sconcerto la baraonda che era stato in grado di produrre sul tavolo, sulla credenza, sui fornelli, ma soprattutto osservò con orrore la forma e il colore spaventoso che era riuscito a dare agli onigiri, neanche lontanamente paragonabili a quelli di Keiji.
- Ma dove ho sbagliato?- si interrogò dubbioso, grattandosi meditabondo il mento, con il risultato di riempirsi il viso di farina, mentre continuava a controllare perplesso la ricetta che aveva trovato sul libro di cucina. Stava ancora cercando di capire dove fosse avvenuto l’impasse, quando le polpettine di pollo impanate, dimenticate nel forno accesso, diedero dei rumori sinistri.
- Oh no. – mormorò impanicato, venendo sommerso da una fiammata non appena aprì lo sportello del forno, proprio nel preciso istante in cui sentì la porta d’ingresso aprirsi.
- Oh no! – ripeté sempre più in panico, cercando di ridare una parvenza di decenza agli abiti e ai capelli, guardandosi in giro velocemente e continuando a girare in tondo per la stanza, con entrambe le mani sul volto.

- Tadaima. – eccola la meravigliosa voce di Akaashi, il quale, dopo essersi tolto le scarpe in ingresso, stava ora cercando di scrollarsi di dosso il più possibile la neve che, con l’avanzar della sera, si era fatta più insistente.
- Okaeri!- proferì Koutarou con il suo solito tono squillante, trotterellandogli incontro e, leggiadro come un San Bernardo, lanciarglisi addosso, travolgendolo e facendoli finire entrambi a terra.

Keiji semplicemente adorava quelle accoglienze, perché erano proprio in stile Bokuto. Gli sorrise dolcemente mentre si lasciava inondare il volto da tutta una serie di baci a schiocco, almeno fino a quando le sue narici non furono colte da degli odori più o meno conosciuti e allora si fece attento.
- Kou, tutto a posto? – chiese perplesso annusando l’aria e lanciandogli uno sguardo interrogativo, mentre si alzavano.
- Hm, sì! – rispose troppo velocemente l’altro cercando di mascherare il più possibile l’aria colpevole.
- Kou, hai della farina sul viso? – domandò sempre più stupito, perché Bokuto che cucinava di sua spontanea iniziativa era un po' come assistere all’allineamento dei pianeti del sistema solare.
- Hum… sì, beh, sai… ho pensato di farti una sorpresina... –

E, oh mio Dio cosa non erano quelle guanciotte che si coloravano di rosso. E quanto lo doveva aver fatto preoccupare se si era spinto in quella avventura che era il cucinare, che per Bokuto equivaleva ad una operazione a cuore aperto.
- Una sorpresina, eh… - fu la replica divertita di Keiji, con un piccolo sorrisetto malizioso, mentre si dirigeva verso i fornelli con Koutarou che trotterellava dietro di lui, un po' con la coda tra le gambe visto che era consapevole dello scempio nel quale aveva ridotto la cucina. Akaashi finse di non notare tale scempio e non solo per evitarsi un sicuro ictus, dato che lui era un ordinato maniacale, ma perché in quel pandemonio vide tutto l’impegno che Koutarou ci aveva messo. E che aveva fatto per lui. Con infinito amore.
- Hai preparato anche gli onigiri. Bravissimo! – esclamò con una felicità assurda. Davvero si sentì gli angoli degli occhi pizzicare.
- Come… come ti sembrano? – gli chiese Koutarou titubante, abbracciandolo da dietro e posandogli la testa sulla spalla.
- Ecco…. hanno… un aspetto simpatico. – erano oggettivamente incommentabili ed orrendi, ma quanto amore ci vide in quelle… cose dalla grottesca forma. Sì, perché – da quello che poté intuire e usando molto fantasia – Bokuto aveva cercato di darvi la forma di piccoli gufetti. Con il risultato di farli sembrare dei film dell’orrore ma dettagli.
A quella tenera espressione, il pallavolista se ne uscì con un comico sbuffo dal naso.
- Fanno schifo Keiji!- esclamò Koutarou, ridendo – Hanno un aspetto che fa più impressione della bambina di “The Ring”. – proseguì e a quelle parole Akaashi non riuscì più a trattenere la risata che prepotente chiedeva di poter aver voce, ma allo stesso tempo, aver visto con quanto impegno e dedizione il suo adorato si fosse impegnato per fargli trovare la cena pronta al suo rientro, fu una cosa che gli scaldò l’anima in quella fredda serata.
“Quanto posso amare quest’uomo?” si chiese Keiji dentro di sé.
E si stava per voltare per rapirlo in un abbraccio, quando Koutarou sciolse la presa e gli agguantò una mano, cercando di dirigerlo verso la porta di ingresso.
- Dai, facciamo un salto al combini qui sotto a recuperar qualcosa di commestibile per cena. – disse Bokuto ma non gli riuscì di compiere nessun passo perché Akaashi lo bloccò.
- Non ci pensare neanche per sogno! Io voglio mangiare quello che mi hai preparato tu. – proferì solenne Keiji con una fierezza anche nei begli occhi color ottanio. Facendo sgranare quelli di Koutarou.
- Keiji, amore, non serv... - ma ecco che nuovamente fu bloccato dall’altro, che gli posò l’indice sulle labbra facendolo dolcemente zittire.
- Niente "ma"!- con un tono perentorio che mai usava, tirandolo verso di sé per poterlo abbracciare e mormorargli un dolcissimo grazie all’orecchio.
- ‘kaashi? -
- Sì, Kou? - beandosi di quel calore confortante, mentre aveva chiuso gli occhi.
- Visto che è ancora presto, direi che potremmo andare un po' giù a giocare a palle di neve. -
- EH?! - spalancando gli occhi. Lo sapeva, e perfettamente anche, che non stava scherzando.
Non ebbe nemmeno il tempo di obiettare qualcosa di sensato – pur sapendo che sarebbe stato del tutto inutile tentare di farlo ragionare – che si ritrovò rivestito di giacca e sciarpa e quando Koutarou aveva finito di fraccargli il cappello in testa ecco che lo prese nuovamente per mano e gli fece far di volata i cinque piani di scale che li separavano dall’uscita.

 

PIU' TARDI

Keiji fu risvegliato dal ruggire impetuoso del vento, che faceva tremare i vetri alle finestre.

Aprì gli occhi lentamente per poi richiuderli ed infine riaprirli di nuovo. Koutarou giaceva profondamente addormentato di fronte a lui. Avevano preso sonno tenendosi per mano e le loro dita erano ancora saldamente intrecciate tra loro. Akaashi si mise ad osservarlo: l’espressione del volto distesa ma allo stesso tempo incredibilmente seria che gli infondeva un senso di tranquillità incomparabile, il ritmo del respiro cadenzato e morbido, le labbra socchiuse, il lieve russare, la piccola bavetta che si era formata sul cuscino. A quella visione, l’espressione del viso gli si addolcì gentilmente. Sospirando gli scostò delicatamente una ciocca di capelli dalla fronte stando bene attento a non svegliarlo.
Lentamente scivolò ancora di più verso di lui per accoccolarsi sul suo petto e poter godere del calore che il corpo dell’altro, come sempre, gli regalava.
E Koutarou, pur nell’incoscienza del sonno, lo strinse a sé.

La promessa che si erano fatti entrambi di proteggersi, sollevare sempre l’altro, essere al suo fianco in ogni situazione – bella o brutta – trovava in quell’abbraccio il suo rinnovo.

 

FINE

 

Era veramente da tempo immemore che non scrivevo qualche BokuAka *si autocilicia*
E sempre per quanto riguarda le mie considerazioni ad alta voce, mi sto crucciando per il fatto che vorrei tanto che mi venisse qualche idea bellina per una (mini)long. Poi mi ricordo che gli aggiornamenti dei capitoli mi creano superansia e quindi lascio perdere.
Eh? Vedete che i miei ragionamenti sono più sconclusionati ed inutili del solito? Ne sono perfettamente consapevole BUAHUAHUAHAUUUAHUUUU

 

   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Haikyu!! / Vai alla pagina dell'autore: musa07