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Autore: Una_Ragazza_Qualunque    03/02/2021    0 recensioni
[Kiribaku; accenni Izuchako, Miritama] [Dinamiche A/B/O; Omega Kirishima; Alpha Bakugou]
"Si passò le dita sopra l'anello d'istinto mentre guardava con la coda dell'occhio l'alpha accanto a lui che fissava dritto di fronte a sé a sua volta.
“È finita.” Sussurò l'omega con un filo di tristezza. “Riesci a crederci?”
Bakugou sbuffò. “Doveva succedere prima o poi.”
Kirishima rise davanti alla finta indifferenza dell'alpha, sapendo che in realtà anche lui ne era toccato tanto quanto lo era l'omega. Riusciva ad intuirlo non solo dal suo odore ma anche dal suo sguardo che ostinava ancora a rivolgere lontano da lui.
“Non farti prendere dalla nostalgia adesso.” Lo schiernì Bakugou, e Kirishima lo vide alzare l'angolo della bocca in un ghigno.
“Questi sono i nostri ultimi momenti qui al dormitorio.” Disse l'omega girandosi adesso verso di lui con ancora il sorriso sulle labbra. “Non ti mancherà?”"
Part 4 of “Feel so good I could die but I don't care” Series [COMPLETA]
Genere: Angst, Omegaverse, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Altri, Katsuki Bakugou, Kirishima Eijirou, Mina Ashido, Ochako Uraraka
Note: Kidfic, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Mpreg, Tematiche delicate
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Part 4 of “Feel so good I could die but I don't care” Series





NdA: Per capire il contesto di questa fic è necessario aver letto la 1 e la 3 parte di questa serie.


Attenzione: Questa fic contiene non solo Mpreg e gravidanza ma anche discorsi sulla fertilità e sulla paura di essere sterili. Per favore, siate cauti.








Sulla soglia di una nuova vita


***





Kirishima guardò fuori dalla finestra non riuscendo a fermare il sorriso nato spontaneo sulle sue labbra mentre osservava il sole tramontare, fissando l'arancione che dipingeva il cielo e le nuvole iniziare a lasciare spazio alle prime stelle visibili appena. Si passò le dita sopra l'anello d'istinto mentre guardava con la coda dell'occhio l'alpha accanto a lui che fissava dritto di fronte a sé a sua volta.

È finita.” Sussurò l'omega con un filo di tristezza. “Riesci a crederci?”

Bakugou sbuffò. “Doveva succedere prima o poi.”

Kirishima rise davanti alla finta indifferenza dell'alpha, sapendo che in realtà anche lui ne era toccato tanto quanto lo era l'omega. Riusciva ad intuirlo non solo dal suo odore ma anche dal suo sguardo che ostinava ancora a rivolgere lontano da lui.

Non farti prendere dalla nostalgia adesso.” Lo schiernì Bakugou, e Kirishima lo vide alzare l'angolo della bocca in un ghigno.

Questi sono i nostri ultimi momenti qui al dormitorio.” Disse l'omega girandosi adesso verso di lui con ancora il sorriso sulle labbra. “Non ti mancherà?” Chiese, certo già della risposta da parte dell'altro.

Non mi mancheranno quelle comparse, questo è certo.”

Kirishima rise ancora una volta per poi allungare una mano verso quella dell'altro sentendo una calda e dolce sensazione all'altezza del petto non appena sentì Bakugou intrecciare le proprie dita con le sue.

Sai una cosa, hai ragione.”

L'alpha inarcò un sopracciglio, sorpreso, girandosi verso di lui a guardarlo.

Sono troppo emozionato, dovrei smetterla di pensare a cosa mi lascerò alle spalle e dovrei iniziare a pensare a ciò che potrò fare d'ora in poi.” Affermò con sicurezza l'omega. “Ricorderemo questo momento, adesso che abbiamo finito di inscatolare tutto.” Aggiunse alzando l'altra mano al petto.

Ehi.” Lo chiamò con tono giocoso Kirishima quando Bakugou tornò a guardare fuori dalla finestra della sala comune, lasciando che il suo sorriso si allungasse spontaneamente non appena un pensiero gli sfiorò la mente.

Mmh.” Mormorò in risposta l'alpha.

C'è il tramonto.” Fece notare.

Bakugou aggrottò la fronte confuso, non riuscendo a capire cosa volesse fargli vedere l'omega.

Kirishima gli diede un leggero colpetto sulla spalla con la propria. “C'era il tramonto la prima volta che mi sono sentito davvero vicino a te, esattamente come ora.”

Così fottutamente sentimentale.” Lo prese in giro l'alpha alzando gli occhi al cielo, nonostante un leggero rossore avesse iniziato a colorargli le guance mentre stringeva la presa sulla mano dell'omega. “Andiamo, la vecchia vuole che passiamo prima da lei e non ho voglia di sentirla lamentarsi per tutto il fottuto tempo se facciamo tardi.” Disse Bakugou iniziando a tirarlo leggermente, con ancora le mani intrecciate, per condurlo all'ingresso ma Kirishima lo fermò dandogli un bacio sulla guancia continuando a ridacchiare quando tornò a guardarlo.

Puoi farcela.” Disse dolcemente. “Pensa che domani ci sveglieremo l'uno accanto all'altro.”

Non è una cosa nuova.”

Vero.” Concordò l'omega. “Ma ci sveglieremo in casa nostra.” Canticchiò allegramente e l'alpha non riuscì a trattenersi dal fare le fusa al solo pensiero.




Kirishima non riusciva a smettere di vagare per l'appartamento, continuando a fare avanti e indietro, non riusciva a smettere di guardarsi intorno nonostante fosse ancora quasi vuoto con l'ingresso pieno di scatole dimenticate lì sul pavimento ad attendere che venissero svuotate.

Si erano trasferiti da poche settimane e nell'appartamento vi erano ancora solo le cose strettamente indispensabili. Vi erano alcuni lavori in casa da dover realizzare ma a Kirishima e Bakugou quella casa piaceva, sentivano che era casa loro. Essa era situata in un quartiere tranquillo, non poco lontano dalle loro agenzie ma facilmente raggiungibile.

A causa dello stress dovuto al trasloco, non avevano ancora parlato né deciso quando si sarebbero reclamati a vicenda ma entrambi sapevano che, ormai, era solo questione di tempo pur sapendo che ciò non avrebbe reso facile la loro carriera da eroi ma in fondo a Bakugou piacevano le sfide e dimostrare agli altri quanto si sbagliassero. Dimostrare che ciò non li avrebbe frenati anzi, li avrebbe resi ancora più forti ed un team migliore di prima. Kirishima era già stato chiaro al riguardo in passato, voleva ancora la sua indipendenza e voleva ancora essere un eroe, felice di vedere che Bakugou aveva condiviso il suo stesso desiderio. Questo era uno dei motivi per la quale avevano deciso di rimanere in agenzie diverse, almeno per il momento, finché non avrebbero imparato a stare lontani l'uno dall'altro, anche dopo essersi reclamati a vicenda, non avrebbero lavorato insieme.

Non erano più al liceo, non vivevano più al dormitorio tutti insieme, e non era facile quando i loro turni non coincidevano tornando in una casa vuota, sopratutto dopo una lunga giornata ma Kirishima non si era mai sentito più felice in tutta la sua vita.

Tornando velocemente nel salone dell'appartamento, l'omega decise di porre fine a quel suo procrastinare e si affrettò ad aprire un barattolo di vernice rimasto fermo lì sul pavimento da ore per poi iniziare ad intingerci un pennello e cominciare dai bordi del muro.

Ancora preso dall'euforia del momento e della novità si ritrovò a canticchiare senza nemmeno rendersene conto. Muovendo il polso della mano con la quale stava tenendo il pennello a ritmo seguito subito dopo dall'intero corpo mentre faceva oscillare la testa a destra e a sinistra, finché il rumore della porta che si apriva e l'ondata dell'odore del suo alpha lo invasero facendolo voltare verso Bakugou che fece il suo ingresso con altre due scatole in mano.

Katsuki!” Lo chiamò, gettandosi tra le sue braccia non appena l'alpha posò le scatole lì accanto, attento a non macchiare i vestiti dell'altro con il pennello sporco di vernice che teneva ancora in mano.

Bakugou ricambiò l'abbraccio cingendogli le proprie braccia sui suoi fianchi per stringerlo più a sé mentre annegava nell'odore di Kirishima con il naso tra i suoi capelli.

L'omega fece le fusa, contento, ma quando cercò di distaccarsi dall'alpha per tornare a verniciare il muro, Bakugou glielo impedì tirandolo di nuovo tra le sue braccia.

Kirishima ridacchiò. “Katsuki, si asciugherà la vernice se non mi lasci andare.”

Mmh, hai un buono odore.” Commentò l'alpha.

Immagino di sì.” Disse l'omega arrossendo. “Sono felice.”

Mi piace quando sei felice.” Confessò Bakugou, chinandosi su di lui per poterglielo sussurrare all'orecchio.

Katsuki.” Lo chiamò ancora una volta, adesso con un leggero affanno. “Anche a me piace quando ad essere felice sei tu.”

L'alpha fece le fusa a sua volta prima di chinarsi ulteriormente ed azzerare le distanze con un bacio. Kirishima ridacchiò su di esso per poi sciogliersi rapidamente tra le braccia di Bakugou lasciando la presa sul pennello che cadde rumorosamente sul pavimento. L'omega alzò un braccio per portare una mano tra i capelli dell'alpha e stringerli non appena sentì la lingua di Bakugou accarezzargli le labbra.

Kirishima gemette e all'alpha quel suono bastò ad incoraggiarlo a distaccarsi per annusare l'odore di eccitazione dell'omega direttamente dalla fonte mentre iniziava ad strofinare con il pollice l'altro lato del collo.

Katsuki.” Cercò di avvisarlo, Kirishima, che sentì le ginocchia tremare quando Bakugou aumentò la velocità delle sue dolci carezze.

L'alpha gli cinse il fianco con un braccio per sorreggerlo, ancora chino su di lui, non appena si lasciò andare per poi aiutarlo ad inginocchiarsi ed adagiarlo delicatamente sul pavimento posizionandosi sopra di lui e tornare a baciarlo, lentamente, mentre iniziava a muovere i fianchi contro quelli dell'omega.

Ah – Alpha.” Ansimò, spostando leggermente il viso di lato per cercare di riprendere fiato.

Eijirou.” Gemette Bakugou aumentando le sue spinte per poi frenarle di colpo e guardare Kirishima dritto negli occhi quando sentirono il campanello suonare.

Ignoralo.” Lo incitò l'alpha chinandosi a baciare la risposta che stava per lasciare le labbra dell'omega.

Lo sentirono di nuovo e ancora e ancora finché colui che era al di là della porta, stanco di essere ignorato, decise di premere il campanello e di lasciarlo suonare senza sosta continuando a tenerlo premuto con il dito su di esso.

Kirishima rise adesso rumorosamente mentre Bakugou si distaccava per ringhiare infastidito, alzandosi di scatto dal pavimento.

Cazzo, va bene.” Urlò, iniziando a dirigersi verso la porta. “Ammazzerò chiunque sia lì fuori.”

L'omega si passò una mano tra i capelli nel tentativo di sistemarli come meglio poté in quel momento, cercando di rendersi presentabile mentre si metteva seduto un po' a disagio ritrovandosi a concordare, questa volta, un po' in imbarazzo con Bakugou.

Quando sentì un urlo familiare, il sorriso tornò a prendere vita sul suo volto ed, alzandosi a sua volta, si diresse verso l'ingresso raggiungendo l'alpha che era a pochi passi da Kaminari intento a tenere le mani alzate in segno di resa mentre cercava di giustificarsi dando la colpa ad Ashido, accanto a lui, che osservava la scena nascondendo una risata dietro una mano.

Ashido si girò verso di lui e, abbassando velocemente la mano dal viso, gli sorrise allegramente mentre superava la soglia a braccia aperte per poi stringere Kirishima con affetto dando la possibilità all'omega di vedere Sero, dietro di lei, che sorrideva a sua volta con una pianta in mano.

Non vedevo l'ora di vedere la casa!” Esclamò lei entusiasta, iniziando a girovagare per l'appartamento non appena sciolse l'abbraccio.

Kirishima le sorrise, guardandola allontanarsi, per poi rivolgere lo sguardo verso Sero e prendere in mano la pianta che educatamente gli porse mentre iniziava a fare qualche passo in avanti ed entrare in casa.

Grazie.” Disse, spostando lo sguardo verso di essa nel tentativo di capire di che pianta si trattasse. Non era mai stato un esperto al riguardo ma fortunatamente adesso viveva con Bakugou. “È stato un pensiero carino.”

Non è nulla.” Ribatté Sero. “È consuetudine portare un piccolo regalo per la casa nuova, giusto?”

Immagino tu abbia ragione.” Disse Kirishima, posandola a terra.

Senti.” Sussurrò Sero attirando nuovamente l'attenzione dell'omega, nel tentativo di non farsi sentire da Bakugou, spostando il peso da un piede all'altro un po' in imbarazzo. “Scusa per prima, sappiamo di essere decisamente in anticipo.”

L'omega arrossì portandosi una mano a coprirsi la ghiandola d'istinto, chiedendosi se l'odore di eccitazione fosse ancora presente in casa e quanto gli altri riuscissero a sentirlo. “Va tutto bene.”

Kirishima.” Lo chiamò Ashido afferrandolo per un braccio. “Mostrami la casa.”

Kirishima rise, grato del suo intervento a toglierlo da quella situazione imbarazzante per entrambi, mentre Sero raggiungeva gli altri due per salvare Kaminari ancora sotto le minacce dell'alpha. “Non c'è ancora molto da mostrare, ma certo.”

Ashido lo seguì, sorridendo per tutto il tempo chiedendo di tanto in tanto come avrebbero sistemato la stanza che Kirishima le stava mostrando in quel momento. L'omega le mostrò la cucina, la lavanderia e la sala da pranzo situati al piano terra per poi ritornare al salone.

... E qui ci sarà una grande libreria.” Spiegò Kirishima allargando le braccia per far intuire ad Ashido quanto essa fosse larga, cercando di creare un'immagine che potesse immaginare anche lei, trovando gli altri tre ancora a chiacchierare tra di loro.

Gli sguardi di Bakugou e Kirishima si incontrarono attraverso la stanza in un'istante ed entrambi si ritrovarono a fare le fusa come se si fossero dimenticati di non essere gli unici presenti in essa in quel momento.

Kaminari si schiarì la gola riportando alla realtà l'omega che, sbattendo le palpebre ripetutamente, arrossì per poi distogliere lo sguardo e rivolgerlo di nuovo verso Ashido. “Vieni, ti mostro il piano di sopra.” Si affrettò a dire, iniziando ad incamminarsi.

Pensa agli affari tuoi.” Kirishima sentì Bakugou borbottare mentre saliva le scale, seguito da un piagnucolio da parte di Kaminari subito dopo.

Sei ancora arrabbiato? Ho detto che non è stata colpa mia.”

L'omega rise nervosamente ad Ashido mentre l'accompagnava lungo il corridoio del piano superiore della casa.

Questa camera da letto è enorme!” Commentò Ashido girando su se stessa con le braccia tese come ad enfatizzare il suo parere per poi uscire da essa, saltando il bagno, e dirigersi in una stanza vuota che avendo la porta socchiusa aveva attirato la sua attenzione.

E questa qui?” Chiese sorpresa.

Oh, questa?” Mormorò l'omega pensieroso. “Non abbiamo ancora deciso.”

Oh.” Canticchiò l'alpha. “Lo so io a cosa serve.” Affermò con un sorrisetto sornione dipinto sulle labbra, avvicinandosi all'altro saltellando.

Kirishima aggrottò la fronte confuso. “A cosa ti riferisci?”

Questa deve essere la camera per il bambino.” Spiegò stringendosi al braccio dell'omega mentre si girava di nuovo a guardarla. “È perfetta.”

Kirishima sentì il proprio cuore perdere un battito e il suo omega piagnucolare mentre scuoteva la testa in negazione cercando di forzare una risata. Il sorriso di Ashido morì sulle sue labbra non appena lo vide ed ammutolendosi cercò lo sguardo di Kirishima con il proprio in un qualsiasi segno che potesse dargli una spiegazione per quella reazione, trattenendosi dal cercarlo nel suo odore.

Andiamo a vedere il bagno, ti va?” Chiese invece l'omega, cercando di distogliere l'attenzione dall'argomento, scostandosi delicatamente da lei per poi iniziare a dirigersi di nuovo verso il corridoio sapendo che l'alpha non ne avrebbe più parlato rispettando la sua volontà.

Il resto del pomeriggio passò tranquillo e ben presto Kirishima tornò di buon umore, scambiandosi ogni tanto qualche occhiata con Ashido cossichè lei si potesse assicurare che stesse bene certo che, con suo grande sollievo, il suo odore fosse più tenue rispetto a prima sapendo che era impossibile nascondere qualcosa al suo partner. Una volta rimasti nuovamente soli, Bakugou tornò velocemente al suo fianco.

L'omega alzò il braccio per accarezzare dolcemente con una mano quello dell'alpha, ancora fermi davanti alla porta. Gli sorrise quando Bakugou si girò a guardarlo e non appena i loro sguardi si incontrarono, lo sentì ancora una volta. Quella calda e piacevole sensazione, non era solo il suo omega a fremere dentro di sé ma Kirishima sentiva la stessa euforia che aveva sentito la prima volta che si erano profumati a vicenda. Ricordando quella sensazione in modo vivido, non poté fare a meno che il suo sorriso si allargasse spontaneamente sulle sue labbra mentre si girava, adesso, completamente verso l'alpha.

Kirishima si chiese, scioccamente, se da quel giorno in poi si sarebbe sentito in quel modo tutte le volte che avesse visto il suo alpha lì accanto a sé, se l'istinto del suo omega lo avrebbe fatto ubriacare di quel sentimento ogni volta spingendolo sempre di più al passo successivo.

L'omega si avvicinò all'altro, senza neanche pensare, ed alzandosi sulle punte lo baciò languidamente.

Ti amo.” Sussurrò a fior di labbra.

Bakugou sospirò rumorosamente, come se avesse trattenuto l'aria per tutto il tempo finché Kirishima la liberò con le sue labbra.

Alpha.” Sussurrò l'omega sulla sua pelle per poi spostare la sua attenzione alla mascella e al collo lasciando dei piccoli baci mentre con una mano accarezzava Bakugou dolcemente, nel tentativo di fargli notare la sua frustrazione rimasta dall'interruzione del loro momento di intimità, quel pomeriggio.

L'alpha grugnì, abbassando le mani fino ad afferrargli le natiche sode per sollevarlo da terra. Kirishima gli cinse la vita con le proprie gambe automaticamente, ridacchiando felice nel vedere la reazione che era riuscito a provocare al suo alpha.

Bakugou iniziò a muoversi verso le scale, salendo mentre faceva attenzione ad ogni gradino con l'omega ad ostacolargli la vista, inclinando leggermente la testa di lato a leccargli la ghiandola sul collo.

Katsuki.” Ansimò Kirishima che sentì la gola seccarsi e le guance scaldarsi con l'adrenalina che cresceva in previsione di quello che stava per accadere da lì a poco, non riuscendo ad evitare che la sua mente iniziasse a vagare, a causa del gesto dell'alpha, chiedendosi se quel giorno sarebbe stato il giorno in cui, finalmente, si sarebbero marchiati a vicenda.

Non appena Bakugou raggiunse il letto, lasciò la presa su Kirishima facendolo cadere malamente sul materasso. Kirishima sussultò per l'improvviso gesto ma Bakugou sapeva che non gli dispiaceva e, senza perdere ulterior tempo, si posizionò sopra l'omega per baciarlo con foga.

Kirishima gemette nel bacio tirandolo per la maglietta per avvicinarlo più a sé. Bakugou gli leccò le labbra prima di distaccarsi e toccare la ghiandola dell'omega con il naso per annusare il suo odore direttamente dalla fonte mentre portava una mano sulla coscia di Kirishima, graffiandola, cercando di fargli capire quanto lo desiderasse.

Alpha, per favore.” Lo supplicò Kirishima con le lacrime agli occhi.

Non ti preoccupare, omega.” Lo rassicurò Bakugou, spostando la mano a sfiorare l'erezione dell'altro. “Ti darò quello che vuoi.” Sussurrò prima di allontanarsi dal letto.

Dove stai andando?” Chiese l'omega aggrottando la fronte, confuso, per poi fare forza sui gomiti ed alzare leggermente la schiena quel tanto che bastava per poter vedere cosa stesse facendo l'altro.

Maschera.” Disse semplicemente l'alpha, dandogli le spalle, e Kirishima riuscì a sentire il proprio cuore precipitare giù per lo stomaco.

L'omega era certo che il suo odore stesse cambiando, contro il suo volere preso dalle emozioni, sovrastando l'odore di eccitazione che era stato presente in quella stanza fino a quel momento avendone conferma una volta che Bakugou si fermò ad un tratto in mezzo alla stanza. Si girò verso il letto per guardarlo negli occhi, avvicinandosi lentamente a Kirishima.

Cosa c'è che non va?”

Perché?” Chiese l'omega con un filo di voce, distogliendo lo sguardo sapendo che non avrebbe retto nel fare quella conversazione mentre lo guardava.

Perché cosa?” Chiese ancora l'alpha una volta raggiunto il letto, sedendosi sul bordo di esso.

Perché vuoi indossare la maschera? Credevo che volessi che ci reclamassimo a vicenda.” Spiegò raddrizzando la schiena completamente per mettersi seduto a sua volta.

Bakugou gli mostrò un ghigno, mettendo in bella vista i canini e Kirishima non poté fare a meno di far posare il suo sguardo su di essi. “Non ho mai detto che l'avrei indossata.”

Kirishima spalancò gli occhi, sentendo il suo omega tornare a dimenarsi dentro di sé eccitato.

Oh.” Esclamò Kirishima abbassando lo sguardo, facendolo vagare per la stanza un po' in imbarazzo ma nonostante ciò non riuscì a fermare che un sorriso nascesse sulle sue labbra spontaneo. “A cosa stavi pensando, allora?”

L'alpha spostò lo sguardo sulla maschera per un'istante per poi farlo tornare all'omega, inarcando un sopracciglio con ancora un sorrisetto sornione dipinto sul viso. “Mi piacerebbe che la indossassi tu mentre ti reclamo.”

Io?” Kirishima sbatté ripetutamente le palpebre sempre più confuso, come se le parole dell'altro ingarbugliassero i suoi pensieri man mano che parlava sentendo il calore sulle proprie guance aumentare non appena scoprì che l'idea non gli dispiaceva affatto. “Sei – perché?”

Bakugou ridacchiò e l'omega sentì il proprio cuore perdere un battito nel sentire la sua risata, con il desiderio di unirsi a lui.

Sei così fottutamente adorabile.” Disse l'alpha, divertito dalla sua innocenza. “È quasi irritante.”

Kirishima rise. “Sta zitto.” Mormorò mettendo un finto broncio. “Tu lo sei più di me.”

Oh cazzo no, non lo hai detto davvero.” Disse Bakugou alzando la voce, chinandosi su di lui finché non fu costretto a sdraiarsi sul letto per poi spostare le mani sui fianchi dell'omega sfiorandogli leggermente la pelle iniziando a fargli il solletico mentre la stanza si riempiva con la sua risata e la maschera ricadeva dimenticata lì sul pavimento.

Quando Kirishima si svegliò sentì il suo corpo un po' indolenzito mentre cercava di stiracchiarsi come meglio gli era possibile in quel momento, ancora sdraiato sul letto. Ancora confuso dal dormiveglia, l'omega cercò di portare le proprie braccia verso l'alto mentre muoveva i piedi su e giù ma qualcosa gli impedì di muoversi ulteriormente, sentendo biascicare dietro di sé.

Kirishima girò la testa verso l'origine di quel suono per trovare Bakugou ancora addormentato accanto a sé. Si morse il labbro inferiore quando il suo sguardo scivolò sopra al marchio che aveva lasciato all'alpha, portandosi d'istinto la mano sul proprio.

L'omega si raddrizzò a fatica, spostando delicatamente le braccia dell'alpha per non svegliarlo e Bakugou grugnì nel sonno infastidito mentre stringeva la presa sui fianchi di Kirishima istintivamente che ora si era messo seduto nel tentativo di spostarsi dal letto. L'omega ruotò il busto verso Bakugou allungando una mano per accarezzargli dolcemente i capelli prima di alzarsi e dirigersi velocemente davanti allo specchio, ancora nudo, eccitato di osservare il suo marchio sul collo nel riflesso di esso.

Non appena i suoi occhi si posarono sullo specchio, Kirishima aprì la bocca ma nessun suono uscì da essa. Lo osservò facendo scivolare lo sguardo sul suo corpo, seguito dalla mano spostandola dal collo verso il basso. L'omega vide che non solo il suo collo aveva un segno di un morso vicino al suo marchio ma che anche il resto del suo corpo era ricoperto da morsi e succhiotti. Kirishima allargò le gambe curioso, notando che anche all'interno delle sue cosce vi erano dei segni ben visibili e non riuscì a fare a meno di sentire l'orgoglio farsi strada nel proprio petto. Vide le proprie guance colorarsi di rosso mentre continuava ad osservare il suo riflesso. Non si era mai sentito più bello di come era in quel momento.

Sussultò quando un paio di braccia gli cinsero i fianchi, distratto non si era reso conto che Bakugou si era alzato a sua volta per raggiungerlo. L'omega fece le fusa guardando, adesso, entrambi i loro riflessi allo specchio incontrando lo sguardo dell'alpha su di esso.

Riusciva già a sentirlo, la differenza nello stare vicino al proprio compagno, il loro odore mescolarsi a crearne uno nuovo, uno che appartenesse solo a loro. Bakugou gli baciò una guancia e il loro odore fece rilassare talmente tanto l'omega da finire per addormentarsi tra le braccia del suo alpha.




Bakugou non era agitato. Non lo era, o almeno questo era quello che continuava a ripetere a se stesso. Non c'era alcun motivo di esserlo, erano già compagni, si erano già reclamati a vicenda e l'alpha sapeva che avrebbe trovato il suo omega ad aspettarlo dietro quella porta eppure continuava a sentire quella fastidiosa sensazione alla bocca dello stomaco tanto da fargli venire la nausea e fargli sudare le mani mentre il suo cuore batteva all'impazzata.

Bakugou sbuffò quando vide sua madre raggiungere il suo fianco con il sorriso sulle labbra.

Ci voleva il tuo matrimonio per farti indossare una cravatta.” Commentò lei e l'alpha alzò gli occhi al cielo.

Sapeva che era un po' colpa sua se lei non riusciva a capire il motivo della sua ostinazione a non indossare le cravatte. In realtà, non lo aveva mai confessato a nessuno ma dopo quel giorno qualsiasi cosa intorno al suo collo gli dava fastidio come una morsa, una presa pronta a stringersi e rubargli l'aria ma per Kirishima l'avrebbe indossata ancora una volta, ogni volta, altre mille volte se fosse stato necessario.

Non capirò mai come lui riesca a farti fare questo tipo di cose.” Disse mentre spostava il suo sguardo tra i capelli di Bakugou. “Deve avere un talento naturale o qualcosa di simile.” Aggiunse per poi allungare una mano nel tentativo di sistemargli una ciocca ma suo figlio lo impedì scostandosi velocemente da lei.

Non cominciare.” L'avertì l'alpha. “Anche Eijirou ha cercato di sistemarli con del gel ma non riuscirete a mettere quella merda tra i miei capelli.”

Oh.” Canticchiò Mitsuki divertita, ritirando la mano per posarla sul suo fianco. “Allora esiste qualcosa che non riesce a farti fare.”

Non faccio mai un cazzo che non voglia fare.” Ribatté Bakugou. “Eijirou non mi obbliga a fare niente.” Continuò, un po' irritato dal dover spiegare una cosa simile a sua madre.

Lo so, non ti preoccupare.” Disse lei, accennando un sorriso. “È solo che è bello vedere come cerchiate di migliore l'uno per l'altro.”

L'alpha spalancò gli occhi sorpreso nel sentirlo per poi tornare a guardare Mitsuki in viso. “Uh?”

Guardati.” Iniziò a spiegare. “Non avrei mai pensato che un giorno ti avessi dovuto accompagnare all'altare.”

Bhé, grazie.” Sbuffò Bakugou sarcasticamente.

Non intendevo in quel senso.” Ribatté lei. “Bhé, forse anche in quel senso ma non avrei mai pensato che tu volessi sposarti. Ti metti in mostra ma a te non piace questo tipo di attenzione.”

A Eijirou piace.”

Esattamente.” Rispose Mitsuki. “Sei cambiato così tanto dal liceo, Katsuki.” Sospirò.

L'alpha inarcò un sopracciglio. “Cazzo, stai diventando sentimentale adesso?”

Chiudi quella bocca, marmocchio.”

Adesso sei di nuovo tu, vecchia.”

Un rumore di passi attirò la loro attenzione, girandosi verso la fonte di esso trovarono Masaru che aveva appena girato l'angolo.

Siamo quasi pronti di là.” Spiegò per poi fermarsi di colpo a guardare Bakugou mentre Mitsuki iniziò a cingergli il braccio con il proprio.

Oh.” Esclamò commosso Masaru ma ancora prima che potesse aggiungere altro, l'alpha lo interruppe.

Non una parola.” Lo avvertì non appena vide le lacrime formarsi negli occhi di suo padre.

Masaru annuì, alzandosi gli occhiali con una mano per asciugare le lacrime con il dorso dell'altra iniziando a tornare indietro e prendere posto in sala.

Bakugou sentì il proprio cuore in gola non appena sentì la porta aprirsi come se fosse un rumore di sottofondo, distante, e per un'istante l'alpha temette che sarebbe svenuto da lì a poco.

Prendi un respiro profondo.” Sentì un sussurrò distrattamente e Bakugou lo fece, ma quando alzò lo sguardo e vide il suo omega lì in piedi ad attenderlo gli mancò il fiato.

Era bellissimo, lo era sempre, anche in quel momento mentre aveva un grande sorriso dipinto sul viso e le guance bagnate dalle lacrime e l'alpha non riuscì ad impedire che delle lacrime iniziassero a rigare anche il suo di volto imitando il sorriso di Kirishima.




Kirishima non riusciva a smettere di sorridere ogni qual volta la sua mente tornava alla loro luna di miele, ricordando ogni singolo particolare di quei giorni. Trascorrere una intera settimana con il suo compagno e, adesso, marito prima di ritornare allo stress del lavoro era sembrato un giusto compromesso passando i giorni non solo a divertirsi ma con la settimana libera da ogni impegno erano riusciti a scoprire, con la compagnia l'uno dell'altro, le differenze adesso reclamati. Anche il sesso era diverso, più intenso e più divertente, ogni sensazione e tocco lo faceva sentire sopraffatto dalle emozioni, dal piacere e dal loro odore.

Aveva senso. Era nel loro istinto, per accentuare il desiderio di riprodursi, e adesso che si erano reclamati a vicenda il loro secondo genere spingeva per il passo successivo dando ad entrambi un senso di assuefazione dopo ogni orgasmo e se prima Kirishima temeva di poter diventare dipendente dal knot di Bakugou adesso ne aveva la certezza.

Quel pensiero cancellò il sorriso dal viso dell'omega. Non aveva ancora detto a Bakugou che desiderava avere dei figli con lui. Non perché avesse paura dell'alpha in sé, loro erano un team come si ripetevano spesso nei momenti difficili e Kirishima lo credeva davvero ma una parte di sé, la parte razionale, sapeva che era ancora presto. Mettere su famiglia all'inizio della loro carriera da eroe non era molto saggio, lo sapeva, e sapeva anche che, probabilmente, anche Bakugou ne era consapevole eppure se erano davvero un team come tanto si vantavano di essere, l'omega avrebbe dovuto dirgli che lo desiderava, e non solo per una questione di istinto ma la paura della risposta che avrebbe potuto dargli l'alpha lo paralizzava ogni qual volta che ci provava a tal punto da non riuscire a respirare.

Se Bakugou gli avesse risposto di aspettare, Kirishima sarebbe stato comunque contento piuttosto che sentire di non volerne affatto ma la verità era che l'omega non aveva idea di cosa l'alpha ne pensasse in generale. Aveva già visto come si era comportato davanti alle sue attenzioni verso Eri ma, Kirishima, non era certo se fosse dovuto solo al puro istinto o meno. In realtà, l'alpha era piuttosto bravo con i bambini. L'omega ricordava ancora quando Bakugou gli aveva raccontato lo strano esame che aveva dovuto affrontare al liceo come ultima prova per la licenza e come, nonostante all'inizio non fosse stato facile, era riuscito a superarlo riuscendo a parlare persino con il più pestifero del gruppo ma, ancora una volta, Kirishima non era certo delle reali motivazioni dell'alpha.

Per questa ragione ogni qual volta che qualcuno parlava di figli, di cucciolata, l'omega non riusciva a fare a meno di sentirsi un po' a disagio specialmente quando Bakugou era accanto a lui lasciando Kirishima incerto su cosa dire.

L'omega chiuse con forza il suo armadietto, lasciando che un tonfo riechieggiasse per lo spogliatoio, perso nei suoi pensieri.

Scusa.” Sussurò in imbarazzo non appena si rese conto di quanta reale forza ci avesse messo, girandosi a guardare Tamaki che lo stava guardando sorpreso a sua volta.

Stai bene?” Chiese con un filo di voce.

Sì, non preoccuparti.” Rispose Kirishima accennando un sorriso. “Ma grazie.”

Tamaki abbassò lo sguardo, incerto ma era chiaro che era desideroso di aggiungere altro, per niente convinto dalla risposta dell'omega. Kirishima si morse il labbro inferiore iniziando a considerare l'idea di parlarne con lui. Non lo aveva detto a nessuno prima, solo Uraraka ne era a conoscenza dalla loro conversazione al liceo, ma il fatto che anche Tamaki fosse un omega e che insieme a Mirio stesse cercando di mettere su famiglia lo confortava, sapendo che lui poteva comprendere perfettamente come si sentiva. Collega e amico, c'era sempre stato quando ne aveva avuto bisogno.

Sperando che l'argomento non lo avrebbe messo troppo a disagio, Kirishima sospirò per poi girarsi nuovamente verso Tamaki che arrossì non appena i loro sguardi si incontrarono ancora una volta unendo le labbra in una linea sottile. L'omega fece segno con la mano a Kirishima di iniziare a parlare per primo e, questa volta, il sorriso che gli mostrò l'altro omega fu più sincero.

Devo parlarti di una cosa.”




Diversi mesi passarono da quando Kirishima aveva parlato con Tamaki riguardo ai suoi desideri e paure e, l'omega, si ritrovò felice di averlo fatto. Non ne aveva ancora parlato con Bakugou ma parlarne con qualcuno era comunque di aiuto. Si sentiva più rilassato, con meno peso sulle spalle, si sentiva capito ascoltando anche, con curiosità ed attenzione, ciò che Tamaki avesse da dire.

La reputazione dei due stava crescendo. Bakugou si dava molto da fare, come sempre e Kirishima era felice di poter aiutare più persone possibile. Ancora in agenzie diverse, il loro nome da eroe stava cominciando a girare da bocca a bocca.

Tutto sommato, tutto stava procedendo bene in quei giorni sia a lavoro che a casa ma tutto cambiò, un pomeriggio, quando Kirishima entrò nello spogliatoio e il suo sorriso venne cancellato da un'ondata di tristezza nell'aria.

L'omega combatté l'istinto di coprirsi il naso con una mano per avvicinarsi velocemente a Tamaki, seduto su una panca di fronte gli armadietti con la testa china verso il basso, fonte di quell'odore.

Che cosa è successo?” Chiese preoccupato Kirishima.

Tamaki alzò la testa di scatto come se non si fosse accorto della presenza dell'altro omega finché non se lo fosse trovato davanti. Balbettò qualcosa di incomprensibile alle orecchie di Kirishima per poi prendere un respiro profondo nel tentativo di calmarsi. Funzionò, attenuando anche l'odore presente nella stanza mentre l'aria tornava respirabile.

N – non è successo niente.” Sussurò con ancora un filo di tristezza. “Forse è questo il problema.”

Kirishima inarcò un sopracciglio, confuso, mordendosi l'interno della guancia per evitare che un sussulto gli sfuggisse dalle labbra non appena intuì a cosa si stesse riferendo.

L'omega si sedette accanto all'altro, lentamente, posando delicatamente una mano sulla sua spalla nella speranza che il contatto potesse donargli qualche tipo di conforto. Non sapeva bene cosa dire, né se effettivamente le parole potessero essere di aiuto in qualche modo in una situazione del genere e così decise di rimanere in silenzio. Entrambi ci rimasero mentre Tamaki continuava a cercare di tenere a bada le proprie emozioni e odori e, Kirishima, non poté fare a meno di notare con la coda dell'occhio come il labbro inferiore dell'altro omega stesse tremando per lo sforzo di trattenere le lacrime.

Sai... ” Kirishima disse accennando un sorriso mentre ritraeva la mano, e Tamaki si girò a guardarlo. “... Ho sempre pensato che piangere fosse molto virile.” Continuò osservando come gli occhi dell'altro omega si spalancarono non appena lo sentì.

Lo vide aprire la bocca e per un'istante, Kirishima, si diede dello stupido pensando che avesse detto qualcosa che non doveva, di inappropriato anche se Tamaki sapeva bene che non sempre usava quella parola con il suo significato letterale e proprio mentre una risata nervosa stava per risuonargli in gola sentì un pianto strozzato. Adesso fu il turno di Kirishima di rimanere sorpreso non appena delle lacrime iniziarono a rigare il viso di Tamaki che scoppiò in un pianto.

Kirishima fece tornare la mano sull'altro omega, iniziando ad accarezzare la sua schiena lasciando che si sfogasse mentre Tamaki si copriva il volto con le mani.

Kirishima non seppe dire con certezza quanto tempo fosse passato prima che Tamaki riuscisse ad asciugare l'ultima lacrima dalla propria guancia ma il debole sorriso sulle sue labbra bastò a fargli tirare un sospiro di sollievo.

Quando la situazione si calmò, entrambi si alzarono per iniziare a vestirsi e Kirishima tornò a guardarlo con la coda dell'occhio.

Kirishima.” Lo chiamò un po' esitante.

Sì?”

Grazie.”

Non ho detto nulla.” Rispose confuso l'omega.

Tamaki gli sorrise. “Non era necessario.”

Quando Kirishima percorse la strada verso casa sentiva ancora lo stomaco in subbuglio per quello che era accaduto. Era dispiaciuto per ciò che stava affrontando il suo collega. Non era giusto, ci stavano provando così tanto eppure avevano accumulato soltanto dei falsi allarmi che avevano incrementato la loro speranza fino a spezzarla, quel pomeriggio.

Tamaki era andato via con un accenno di sorriso ma, Kirishima sapeva bene che era stato un gesto per tranquillizzarlo più che un gesto sentito davvero. Gli aveva detto che sarebbe stato sempre disponibile ogni qual volta sentisse il desiderio di parlare con qualcuno, invitandolo anche a fermarsi a cena di tanto in tanto, se avessero fatto tardi o quando avessero avuto voglia di svagare, elogiando la cucina di Bakugou, felice di vedere il sorriso di Tamaki allungarsi.

Si erano salutati così, con Tamaki che riusciva ad immaginare la cucina di Bakugou e desideroso di tornare a casa dal suo alpha, e Kirishima che riponeva i vestiti nel suo borsone lentamente giusto per dare il tempo all'altro omega di iniziare ad avviarsi da solo. Certo che avesse bisogno di un po' di tranquillità per organizzare i suo pensieri, tirando un sospiro di sollievo quando sentì l'odore di Mirio appena fuori dalla porta.

L'omega stava ancora cercando di combattere la sensazione pesante all'altezza del petto quando sentì una voce femminile chiamarlo da lontano. Kirishima alzò la testa cercando con lo sguardo colei che lo aveva chiamato per trovare, dall'altro lato della strada, Uraraka che lo salutava con la mano sorridendo. L'omega imitò il suo sorriso, attraversando la strada per raggiungerla.

Dove sei stato?” Chiese lei dandogli scherzosamente, senza un reale uso della forza, un pugno sul braccio.

Kirishima rise al gesto. “Mi dispiace, sono stato impegnato con l'agenzia.”

Già, immaginavo.” Disse la beta. “Bakugou ce lo ha detto.”

L'omega ridacchiò. “Sei riuscita a far usare il cellulare a Katsuki?”

Bhé.” Iniziò a spiegare Uraraka, fiera. “Lo ha detto ad Izuku che poi lo ha detto a me, ma è la stessa cosa.”

Come se la sta cavando lui?”

Oh, lo conosci.” Disse dolcemente lei. “Sempre a studiare, sempre a lavorare, sopratutto adesso che io sono obbligata a stare a casa a causa della mia condizione.”

Kirishima aggrottò la fronte, confuso non solo dalla scoperta che Uraraka non stesse lavorando al momento ma anche dal fatto che ciò non la turbasse minimamente raccontandolo persino con il sorriso sulle labbra.

La tua... Condizione?” Chiese l'omega, spostando il peso da un piede all'altro.

Il sorriso le morì sulle labbra non appena sentì quella domanda, abbassando per un'istante lo sguardo prima di tornare a guardare Kirishima negli occhi.

Oh, sì, volevo dirtelo prima ma eri spesso impegnato.” La beta si morse il labbro inferiore come nervosa e Kirishima iniziò a sentirti a disagio. “Sono incinta.”

L'omega spalancò la bocca sorpreso, cominciando a sentire una fastidiosa sensazione all'altezza del petto. Cercando di ingoiare il nodo che si era formato in gola, chiuse la bocca, sbattendo le palpebre ripetutamente perplesso. Non lo aveva notato dal suo odore, ma quello probabilmente era dovuto semplicemente al fatto che lei fosse una beta. Di solito, in gravidanza, il proprio odore cambiava. Non completamente, era più la sensazione che dava a cambiare.

Questo è fantastico!” Esclamò Kirishima una volta tornato alla realtà, allargando le braccia per stringerla a sé delicatamente. “Perché non lo ha detto subito?” Chiese mentre scioglieva l'abbraccio.

Non lo so. Io, io volevo chiamarti.” Balbettò Uraraka, torturandosi le mani ansiosamente.

Kirishima iniziò a sentire la gola seccarsi e il cuore iniziare a battere forte nel suo petto per qualche ragione mentre il suo omega iniziava ad innervosirsi e, Kirishima, dovette mordersi l'interno della guancia per cercare di tenerlo a bada.

Ma?”

Ma non volevo turbarti.”

Kirishima fece un passo indietro, infilandosi le mani nelle tasche. “Cosa?”

Non è che volevo tenertelo nascosto finché non si vedesse.” Spiegò la beta. “Ma so che è difficile per te, non lo hai detto a Bakugou e io credevo che – ”

Che non sarei stato felice per te?” Chiese l'omega distogliendo lo sguardo mentre sentiva una fastidiosa morsa sulla bocca dello stomaco. “Davvero mi consideri un pessimo amico.”

Ovviamente no.” Rispose Uraraka. “Lo sai questo.”

Sai cosa, fa niente.” Disse Kirishima, fingendo un sorriso. “Sono molto felice per te, davvero.”

La beta rimase in silenzio e Kirishima odiò l'atmosfera fredda e pungente che si era creata tra loro. Era felice per lei, lo era davvero, certo forse il suo omega aveva iniziato a fare i capricci non appena era venuto a conoscenza della notizia ma ciò che sentiva il suo omega e Kirishima non coincidevano. Sapere che Uraraka non glielo avesse detto perché temeva che potesse sentirsi invidioso, lo aveva ferito.

Combattere l'istinto del proprio secondo genere non era facile ma Kirishima era pur sempre Kirishima e pensava che Uraraka lo sapesse.

Adesso sarà meglio che io vada.” Sussurrò Kirishima, grattandosi la nuca nervosamente. “Io ho una, uhm, una cosa da fare.”

Kirishima.” Lo chiamò la beta nel tentativo di fargli cambiare idea e trattenerlo lì.

Devo andare.” Borbottò, per poi girarsi e tornare a dirigersi verso casa mentre una lacrima aveva iniziato a rigargli il viso.




L'odore del curry rimasto il giorno prima riempì la cucina mentre Kirishima lo riscaldava nella pentola, mescolandolo lentamente e distrattamente con lo sguardo che seguiva i movimenti del mestolo come ipnotizzato da esso.

Sentì lo scricchiolio delle scale risuonare sotto il peso dell'alpha che lo raggiunse in cucina per poi corrucciare la fronte non appena vide ciò che l'omega stava facendo.

Ieri ti sei lamentato che fosse troppo piccante.” Disse Bakugou, fermandosi accanto a lui mentre iniziava ad aprire un cassetto per prendere degli utenzili da cucina ed aiutarlo.

Già, bhé, oggi ho voglia di qualcosa che mi bruci le pupille gustative.”

L'alpha rise, scuotendo la testa per poi girarsi di nuovo a guardarlo.”Stai bene?”

Kirishima si fermò mostrandogli un ghigno. “Sei preoccupato?”

Tch.” Bakugou schioccò la lingua. “Fa ciò che vuoi, sono solo preoccupato che mi sveglierai nel cuore della notte perché il tuo stomaco farà fottutamente male.”

Lo sai già che lo farò.” Ridacchiò l'omega. “Sono così gentile da lasciarti prendere cura di me perché so che in realtà lo adori.”

L'alpha alzò gli occhi al cielo per poi accennare un sorriso.

Seriamente, stai bene?” Chiese ancora Bakugou tornando serio. “Il tuo odore è... Pesante.”

Scus – ” Cercò di dire Kirishima, fermato dallo sguardo fulmineo dell'alpha. Non gli aveva chiesto delle scuse, non era quello che voleva.

Ho gli ormoni un po' in subbuglio, credo che siano la causa del mio strano odore.” Spiegò l'omega e Bakugou sembrò pensarci su restando in silenzio aspettando che Kirishima aggiungesse una qualsiasi altra spiegazione ma, l'omega, tornò a mescolare il curry non essendo del tutto sicuro della causa a sua volta.

Non potevano essere i primi sintomi del pre-heat, o almeno questo era ciò che pensava Kirishima. Aveva controllato il calendario, il suo heat era ancora ben lontano ed in più l'alpha stava per entrare in rut e, a differenza di ciò che si poteva pensare, raramente heat e rut coincidevano nonostante fosse il modo più efficace per riprodursi. Gravidanza sicura, la natura era strana.

L'omega sbuffò, fermando la mano intenta a mescolare mentre sentiva dei passi accanto a sé. Un forte odore familiare lo invase ed aggrottò la fronte, annusando attentamente cercando di distinguerlo dall'odore del curry. Kirishima sussultò non appena sentì le labbra di Bakugou sul suo collo, al momento libero dai lunghi capelli raccolti in una crocchia disordinata, preso alla sprovvista rischiando di far cadere il mestolo sul pavimento.

Katsuki!” Lo chiamò in un gridolio, spegnendo velocemente il fornello quando sentì Bakugou premere contro di sé da dietro.

L'omega non riuscì a trattenere un gemito, ancora confuso, sentendo il suo corpo iniziare a dolere. Le braccia, il busto e il petto, persino le ginocchia iniziarono a diventare molli mentre il forte e pungente odore del suo alpha lo invase fino a farlo sentire come ubriacato da esso.

Kirishima sbatté le palpebre ripetutamente. Non poteva essere.

L'omega lanciò un'altra occhiata al calendario, giusto per esserne sicuro, prima di girarsi con qualche difficoltà verso Bakugou. I suo occhi erano scuri, pieni di puro istinto e lussuria, che fecero mancare il fiato a Kirishima. Sentì le proprie guancia scaldarsi sotto il suo sguardo e il proprio omega iniziare a scalpitare, eccitato.

Kirishima ingoiò rumorosamente per poi prendergli il viso tra le mani con delicatezza, continuando a guardarlo negli occhi. “Katsuki?”

L'alpha non rispose, chinandosi su di lui e l'omega lo chiamò ancora una volta quando sentì l'erezione di Bakugou sfiorargli una coscia, e non solo quello.

Con il knot dell'alpha già fuori, Kirishima sentì la testa girare chiedendosi come fosse possibile che Katsuki fosse già in rut e perché il suo corpo lo faceva sentire così debole. L'omega gemette ancora iniziando a sentire il suo corpo reagire contro il suo volere quando un pensiero gli sfiorò la mente. Tutto ciò che aveva passato Kirishima in quei giorni, gli alti e bassi, i cambi di umore, e lo stress dovevano aver anticipato il suo heat e l'ondata di ormoni da parte sua aveva mandato in rut l'alpha più velocemente, e questo significava che dovevano fermarsi.

Katsuki, sono in heat.” Lo avvertì l'omega, adesso agitato.

Mmh.” Biascicò Bakugou.

No, non buono.” Ribatté Kirishima, imprecando mentalmente non appena sentì come quelle parole uscirono senza forze dalla sua bocca sentendo che da lì a poco avrebbe perso il controllo e che avrebbe pregato l'alpha di riempirlo.

Omega.”

Ah.” Gemette Kirishima. “Alpha.”

La protesta dell'omega gli morì in gola quando sentì Bakugou iniziare a muovere i fianchi alla ricerca di più attrito, ormai perso nel piacere completamente a sua volta mentre sentiva la cucina riempirsi dell'odore di eccitamento.

Sì, alpha, ti prego.” Iniziò ad ansimare Kirishima, spostando le mani tra i suoi capelli per avvicinarlo più a sé.

Ti prego, ti prego.” Continuò a ripetere come un mantra, senza sosta, cercando di ricordare cosa stesse cercando di dirgli pochi istanti prima. “Ti prego, dammi i tuoi cuccioli!” Quasi urlò e Bakugou si fermò, congelandosi sul posto.

L'omega piagnucolò, sentendo immediatamente la mancanza del calore proveniente dal suo alpha.

Che cos – ” Cercò di chiedere Kirishima, fermandosi non appena si rese conto di ciò che aveva detto pochi secondi prima.

Bakugou cercò di allontanarsi per poter guardare l'altro negli occhi ma l'omega glielo impedì stringendolo più a sé.

No.” Disse mentre cercava di trattenere le lacrime che minacciavano di cadere. “Non mi guardare.”

Eijirou.” Lo chiamò in un sussurro con ancora la voce rauca.

Mi dispiace.” Disse senza fiato Kirishima. “Non intendevo – Non ero io, era solo lo sproloquio del mio omega in heat.” Cercò di giustificarsi.

L'alpha alzò le mani per poter afferrare delicatamente i polsi dell'omega spostandoli da sé, raddrizzandosi per poter guardarlo ma Kirishima glielo impedì distogliendo lo sguardo.

Eijirou, guardarmi.”

No.” Ripeté, cercando di divincolarsi dalla presa. “Ignoralo e basta.”

Bakugou gli alzò il mento con due dita. “Per favore.”

L'omega sussultò nel sentirlo. Non era questa la reazione che aveva immaginato e nonostante riuscisse a sentire ancora l'odore di eccitazione, vi era anche una forte fragranza di preoccupazione nell'odore dell'alpha con un tono di qualcos'altro che Kirishima non seppe riconoscere. Con ancora la paura nel cuore, fece come gli era stato detto e rivolse il suo sguardo verso quello dell'altro mentre sentiva le lacrime scendere a rigargli il volto.

L'omega tirò su con il naso non appena vide l'espressione di Bakugou addolcirsi quando i loro occhi si incontrarono, spostando le dita sulla sua guancia per asciugarli le lacrime.

Riusciva a sentirlo, quanto l'alpha si stesse trattenendo ancora in rut ma determinato a mettere tutto il resto in secondo piano ed a tenere a bada persino la sua stessa natura per Kirishima.

Non puoi solo ignorare ciò che ho detto?” Quasi pregò l'omega, iniziando a mordersi nervosamente il labbro inferiore quando Bakugou scostò la mano dal suo viso.

Perché vuoi così disperatamente che io lo faccia?” Chiese l'alpha tra i denti. Il suo tono era calmo ma lo sforzo nel trattenersi lo aveva reso visibilmente teso e Kirishima cercò di fare lo stesso sentendo, adesso, i propri pantaloni terribilmente scomodi.

Perché non era mia intenzione dirlo.” Confessò l'omega, vedendo come quella frase fece scattare qualcosa nello sguardo di Bakugou.

Perché?” Continuò a chiedere. “Non vuoi avere dei cuccioli?”

Kirishima spalancò gli occhi nel sentire quella domanda, ritrovandosi improvvisamente senza fiato. “Cos – No. Cioè, non puoi chiedermelo.”

Che cazzo significa che non posso chiedertelo.”

Non puoi chiedermelo adesso.” Disse nervosamente l'omega. “Non ne abbiamo mai parlato e adesso tu mi chiedi – Non è giusto.”

L'alpha corrucciò la fronte allontanandosi dall'altro e per Kirishima quel gesto fu più doloroso di un pugno in pieno stomaco.

Bakugou ridacchiò amaramente girandosi di nuovo a guardarlo, continuando a spostarsi nervosamente per la cucina per stare ancora distante da lui.

Non è giusto.” Lo imitò l'alpha.

Aspetta – ” Cercò di spiegarsi, intuendo di non essersi espresso in modo chiaro ma Bakugou glielo impedì.

Chi credi che io sia?”

L'omega si ammutolì a quella domanda sentendo i propri occhi iniziare a pizzicare di nuovo.

Credevi che mi sarei arrabbiato se me ne avessi parlato.”

Sei arrabbiato adesso.” Si lasciò sfuggire in un sussurro.

Sono arrabbiato perché dai per scontato che io non voglia una famiglia con te.” Alzò la voce l'alpha. “Non hai idea di che odore stai rilasciando in questo momento.”

Nel sentire quelle parole, Kirishima fece qualche passo in avanti raggiungendo di nuovo Bakugou. “Non mettermi in bocca parole che io non ho mai detto, Katsuki!” Iniziò ad alzare la voce a sua volta, euguagliando quella dell'alpha. “Pensavo solo – ”

Pensavi cosa?” Lo interruppe Bakugou. “Avanti dillo. Dillo, Eijirou.”

Pensavo solo che volessi diventare il numero uno prima!” Urlò, sentendo il cuore stringersi in una morsa mentre il suo omega era un continuo farfugliare tra gli incitamenti a correre via per scappare e il chiedere il perdono.

Kirishima cercò di riprendere fiato come se quell'urlo gli avesse tolto tutta l'energia che aveva in corpo mentre guardava le labbra dell'alpha unirsi in una linea sottile. L'omega iniziò a sentire il sapore delle proprie lacrime mentre gli bagnavano le labbra.

Pensavo solo che non era una tua priorità in questo momento ed io... ” Kirishima si fermò per riprendere fiato. “... Io non volevo metterti pressione.”

Eijirou.” Lo chiamò Bakugou per poi tirarlo in un abbraccio e quel tono così dolce, rispetto a pochi attimi fa, confuse l'omega. “Se tu mi avessi detto che volevi un figlio, io – ”

Non dirlo.” Lo interruppe Kirishima, negando con il capo mentre appoggiava la fronte nella spalla dell'alpha. “Lo voglio solo se lo vuoi anche tu. Deve essere così, qui non stiamo parlando di me o di te ma di un altro essere vivente.”

Ci ho pensato in passato.” Confessò Bakugou poggiando il mento sulla tempia dell'omega cossichè non potesse vederlo in viso mentre lo diceva.

Davvero?”

Già, quel merdoso di Deku era così eccitato di darmi la notizia quando ha scoperto che sarebbe diventato padre che ho finito per pensarci tutto il giorno.”

Kirishima alzò gli occhi al cielo ma non riuscì a fermare una risata spontanea. “Solo per questo?”

Ovviamente no, ma con il trasloco e il matrimonio per un po' avevo smesso.” Rispose l'alpha.

L'omega si distaccò quel tanto che bastava per guardare Bakugou negli occhi. “Non me ne hai mai parlato.”

Nemmeno tu.”

Kirishima sospirò. “Già, ci eravamo ripromessi di non nascondere più niente l'uno all'altro ed invece eccoci qua.”

Eijirou.” Sussurrò l'alpha, accarezzandogli una guancia con il pollice. “La verità è che io – ” Si fermò, distogliendo per un'istante lo sguardo.

Katsuki?” Lo chiamò, cercando di incoraggiarlo a continuare.

Che succede se non sono un bravo padre?”

L'omega spalancò gli occhi sorpreso per poi posare la propria mano sopra la sua. Sapeva che dire una cosa simile ad alta voce era costato molto all'altro. “Ehi, cosa ti fa pensare una cosa simile?”

Eijirou, andiamo.” Sbuffò Bakugou.

No, sono serio.” Ribatté Kirishima guardandolo negli occhi.

Mi conosci.” Disse l'alpha, scostandosi dall'altro. “E sappiamo entrambi che fine fanno gli eroi primi in classifica e io voglio ancora – ” Sospirò frustrato poggiandosi sull'isola della cucina.

Il solo fatto che tu ne abbia paura vorrà dire qualcosa.” Disse l'omega. “Vuol dire che tu vuoi essere un bravo padre.” Continuò, avvicinandosi lentamente.

Nessuno può insegnare come essere un bravo genitore, possiamo solo provare nel fare del nostro meglio. Sei molto bravo in questo.” Kirishima disse sorridendogli una volta raggiunto, aspettando che si girasse a guardarlo per tornare a parlare. “Ma solo tu puoi sapere quando sarai pronto e adesso che so come ti senti al riguardo, sono felice che ne abbiamo parlato.”

L'omega gli accarezzò dolcemente un braccio con una mano, rilassandosi nel vedere Bakugou meno teso dalla discussione ma ancora in lotta con il suo corpo per trattenersi dal toccare Kirishima. L'omega si morse il labbro inferiore per trattenere un gemito quando un'altra ondata lo prese alla sprovvista, portandosi di riflesso una mano sul naso per evitare che l'odore dell'alpha lo tentasse ulteriormente.

Bakugou si girò completamente verso di lui mostrandogli un sorrisetto sornione e, Kirishima, non poté fare a meno di imitare quel sorriso.




Kirishima sorrise non appena vide il suo riflesso allo specchio dello spogliatoio nell'agenzia, esausto dopo una lunga giornata in cui il crimine non aveva risparmiato né lui né i suoi colleghi. Con la giornata vicino alla conclusione e la notte alle porte, i furfanti ne avevano approfittato per nascondersi e fuggire nel buio non lasciando all'eroe nessun attimo di tregua ma, l'omega, non poteva fare a meno di sentirsi comunque soddisfatto di come era andata la giornata.

Tamaki!” Il viso di Kirishima si illuminò quando, non appena chiuse l'armadietto, vide il suo collega fare ingresso nello spogliatoio.

Si avvicinò più in fretta che poté, cercando di evitare che l'altro omega potesse sforzarsi in qualche modo. “Cosa ci fai qui?”

Tamaki accennò un sorriso timidamente. “Sono qui solo per prendere una cosa dal mio armadietto. L'ho dimenticata, l'ultima volta.”

Quando Kirishima lo raggiunse non poté fare a meno di rivolgere il proprio sguardo verso il ventre dell'altro omega, lasciando che un sorriso nascesse spontaneamente. Tamaki si girò verso di lui, una volta richiuso il suo armadietto, allargando il suo sorriso quando vide dove gli occhi dell'amico si erano posati passando istintivamente una mano sopra di esso.

Sta iniziando a crescere.” Disse con affetto Kirishima con gli occhi quasi lucidi.

Già.” Concordò Tamaki. “È incredibile.”

Tamaki distolse lo sguardo, tornando serio per un attimo, guardandosi intorno come se volesse accertarsi se, in quel momento, ci fosse qualcun altro presente in quella stanza. Anussò l'aria, due, tre, altre quattro volte prima di rivolgere lo sguardo di nuovo verso l'altro omega.

Io – ” Balbettò. “Kirishima, hai finito il tuo turno di pattuglia?”

L'altro omega sbatté le palpebre ripetutamente, sorpreso. “Sì, perché?”

Credo che dovresti tornare a casa.”

Cos – Cosa c'è che non va?”

Niente!” Si affrettò a dire Tamaki per rassicurare l'amico. “Solo che, non hai notato nulla di diverso?”

In cosa?” Chiese Kirishima corrucciando la fronte.

Nel tuo corpo, con il tuo alpha.” Iniziò a spiegare. “Cosa ti dice il tuo omega?”

Kirishima abbassò lo sguardo, pensieroso. Non aveva notato nulla di diverso, nulla di rilevante. Aveva avuto una intossicazione alimentare pochi giorni fa, e ancora stava cercando di riprendersi da essa. Bakugou era stato premuroso e severo, come sempre, prendendosi cura di lui senza risparmiarlo dalla ramanzina per aver mangiato cibo spazzatura per un'intera settimana di seguito. Persino a colazione.

Kirishima aveva cercato di difendersi spiegando che era stato il suo omega ad aver avuto voglia di quel tipo di cibo, che continuava a girarsi e rigirarsi, dandogli la strana sensazione alla testa e allo stomaco mentre continuava ad urlargli cose totalmente diverse tra loro ma non era nulla di strano. Succedeva, a volte, quando era in pre-heat.

Tamaki aspettò in silenzio e quando l'altro omega tornò a guardarlo con ancora la confusione dipinta sul volto, sospirò.

Torna a casa.” Ripeté e il sorriso che gli mostrò non appena lo disse, mandò ancora più in confusione Kirishima.




Bakugou lasciò che il suo odore riempisse la stanza. Solo in casa, erano ormai passate ore da quando aveva iniziato ad esercitarsi. Un po' per noia, un po' per allenamento, lasciò che il suo alpha si sfogasse con ogni attività fisica possibile da svolgere dentro casa. Flessioni, addominali, qualsiasi cosa che lo avrebbe fatto sudare e rilasciare adrenalina.

Bakugou si stava asciugando la fronte con un asciugamano quando sentì la porta aprirsi per poi sentire l'odore di Kirishima raggiungere il salone, seguito subito dopo dal proprietario di esso che gli sorrise avvicinandosi. Il suo odore era diverso, in qualche modo, ma quando vide che l'omega si stava comportando normalmente, decise di non soffermarsi troppo su di esso al momento, felice di vederlo fare ritorno a casa sano e salvo.

Mmh, ciao.” Lo salutò Kirishima con un sorrisetto malizioso sul viso, dandogli un veloce bacio sulle labbra, per poi far vagare il suo sguardo languidamente sul corpo dell'alpha in canotta ed ancora bagnato dal sudore.

Bakugou sbuffò, fingendo che quelle attenzioni non fossero motivo di orgoglio, alzando comunque l'angolo della bocca leggermente in un sorriso prima di prendere un sorso d'acqua dalla bottiglia precedentemente poggiata sul tavolino.

Quando, però, posò nuovamente la bottiglia sul tavolino non riuscì più ad ignorare quella strana nota nell'odore dell'omega, adesso così vicino. L'alpha si girò di scatto verso l'altro che lo guardò sorpreso dall'improvviso gesto.

Il tuo odore.” Sussurrò.

Sì?” Chiese Kirishima, aspettando che l'altro si spiegasse meglio.

È buono.”

Oh.” Esclamò sorpreso l'omega, arrossendo per il complimento inaspettato. “Grazie.”

Che cos'è?” Chiese aggrottando la fronte Bakugou.

Cos'è cosa?”

Cos'è che ti fa emanare questo odore?” Chiese ancora. “Il tuo odore non è diverso dal solito, ma allo stesso tempo lo è.”

Io, non lo so, non so nemmeno cosa c'è di diverso. Lo sai che non è possibile sentire il proprio odore.” Spiegò Kirishima. “È strano?”

Cazzo, no.” Esclamò l'alpha. “Ti ho appena detto che mi piace.”

Allora, perché lo vuoi sapere?”

Bakugou arrossì, distogliendo lo sguardo. “Voglio sapere che emozione è, perché è buono, perché mi fa sentire bene.” Aggiunse per poi stringerlo a sé ed annusarlo da più vicino.

Davvero?” Chiese l'omega sentendo, adesso, le proprie guance scaldarsi a sua volta. “Bene come? Come quando – ”

No.” Lo interruppe l'alpha, spostando il viso in modo che potesse poggiare il naso sopra la ghiandola dell'altro e annusare il suo odore direttamente dalla fonte. “Mi rende felice. Così, senza sforzo.”

Kirishima si distaccò da lui quel tanto che bastava per guardarlo negli occhi, sorridendo. “Questo è davvero dolce.”

Mmh.” Mormorò in assenso Bakugou, ancora un po' in imbarazzo.

L'alpha inalò ancora una volta il dolce odore dell'omega muovendo la testa per spostarsi in vari punti del collo dell'altro, continuando a tenere premuto il naso sulla pelle di Kirishima anche quando iniziò a sfiorargli la mascella, la fronte fino ad arrivare alla tempia con i suoi capelli ad solleticargli il naso.

L'omega rise ed entrambi iniziarono a fare le fusa finché un dubbio balenò nella mente di Bakugou che si distaccò per guardare Kirishima nuovamente negli occhi.

Bakugou si morse l'interno della guancia nel tentativo di trattenere il suo alpha. Qualcosa nel suo istinto gli diceva che era esattamente ciò che stava pensando, che stava sperando, e che doveva dirlo al suo partner per scoprire se fosse vero. Tutto nelle sensazioni che gli dava l'odore dell'omega faceva intuire che era come sospettava. Non solo il fatto che lo rendesse felice incondizionatamente, ma sentiva anche il desiderio di stringersi forte a lui, di portarlo sopra nel nest e non fargli fare assolutamente nulla, coccolandolo e proteggendolo a qualsiasi costo. Era strano, diverso dal senso di protezione che sentiva di solito nei confronti di Kirishima quando era in heat. In quelle occasioni, Bakugou, era consapevole che l'omega era ancora in condizioni di potersi difendere da solo. Con gli anni aveva imparato a gestire il suo alpha durante quei giorni, nonostante adesso che si erano reclamati il richiamo e la tentazione a lasciarsi andare all'istinto era più forte.

Questa volta, Bakugou sentiva che non era abbastanza. Questa volta, l'alpha sentiva che avrebbe preso a morsi chiunque avrebbe anche solo guardato male il suo partner. Non aveva mai morso qualcuno prima, non con reale intenzione. Mordeva Kirishima nei momenti di passione, sopra il suo marchio ed in altre parti nascoste del corpo, perché sapeva che gli piaceva rude e la sensazione che lasciava ad entrambi era di pura estasi. La sensazione che gli dava anche solo l'idea di mordere qualcuno che minacciava la sua famiglia era una sensazione che non aveva nulla a che fare con quello. Era molto più primitiva, tanto quasi spaventarlo.

Avrebbe dovuto notarlo prima ma, ripensandoci adesso con più attenzione, l'odore dell'omega aveva iniziato a cambiare poco a poco, giorno dopo giorno lentamente proprio dal giorno dell'intossicazione. All'inizio era stato talmente labile, il cambiamento, che Bakugou aveva pensato che era solo il corpo di Kirishima che stava cercando di riprendersi da essa e che il suo alpha stesse reagendo di conseguenza al suo omega malato. Non era stato in grado di intuirlo e, un po', Bakugou iniziava a sentirsi in colpa ma non si era mai ritrovato in una situazione simile, nessuno in quelle condizioni, né Uraraka né Tamaki, lo facevano sentire in quel modo. Uraraka era una beta e per quanto riguarda Tamaki, bhé, doveva essere qualcosa che scattava nel proprio partner.

Eijirou.”




L'unica volta in cui si era trovato in questa situazione, non era stato lui che aveva dovuto aspettare l'esito. Adesso, Kirishima, sapeva come si era sentita Uraraka quel pomeriggio nella sua stanza.

L'omega sentiva battere il suo cuore talmente forte da poter giurare di sentirlo risuonare nelle proprie orecchie. Seduto al bordo del grande letto, con accanto Bakugou, Kirishima teneva tra le mani un test di gravidanza appena usato.

Era nervoso e dall'odore poteva sentire che lo era anche l'alpha nonostante cercasse di non darlo troppo a vedere, con lo sguardo fisso di fronte a sé aspettando che i minuti che servivano per avere un risultato passassero. Minuti che sembravano ore, persino anni, pesanti come macigni sulle spalle. Ogni singolo secondo.

L'omega prese a far muovere il piede sul pavimento in un tic nervoso, di nuovo, e Bakugou gli afferrò il ginocchio per porre fine a quel movimento fastidioso facendo sussultare Kirishima preso alla sprovvista.

L'omega aprì bocca per dire qualcosa ma ancora prima che lo potesse fare vide lo sguardo dell'alpha scivolare verso il basso ed, istintivamente, lo seguì facendolo finire tra le proprie mani con le quali stava ancora tenendo il test di gravidanza. Si portò la mano al viso, troppo vicino e troppo in fretta, rischiando quasi di colpirsi da solo non riuscendo a leggere il risultato del test di gravidanza da quella distanza.

Bakugou gli prese delicatamente il polso conducendolo verso il basso lentamente, quel tanto che bastava per far sì che fosse abbastanza visibile ad entrambi. Kirishima sbatté le palpebre ripetutamente vedendo con la coda dell'occhio l'alpha affacciarsi per vedere il risultato a sua volta.

Positivo.

Era gravido. Dentro Kirishima stava crescendo un cucciolo.

L'omega aprì la bocca ma nessun suono uscì da essa riuscendo solo ad allungare le labbra in un sorriso mentre gli occhi iniziavano a riempirsi di lacrime. Alzò la testa per cercare di vedere il viso di Bakugou tra le lacrime, trovandolo incapace di proferir parola a sua volta.

L'alpha gli afferrò il braccio e, non sapendo cosa altro fare, lo tirò a sé in un abbraccio mentre Kirishima iniziò a bagnargli la maglietta con le proprie lacrime stringendosi più a lui, riuscendo a sentire lo stesso odore di felicità che probabilmente stava emanando in quel momento anche nell'odore di Bakugou. Sorrise quando sentì anche un tono di orgoglio in esso.




Dare la bella notizia ai suoi amici e parenti, era stato un qualcosa che aveva molto eccitato l'omega. Uraraka lo aveva tenuto stretto in un abbraccio accarezzandogli la schiena dolcemente con la mano mentre con l'altra teneva suo figlio che gli aveva sorriso, confuso e all'oscuro di cosa stesse succedendo. Kirishima aveva riso quando la sua attenzione si era spostata su Midoriya, trovandolo in lacrime mentre Bakugou se ne lamentava.

Raccontarlo alla “Bakusquad”, come ancora amavano farsi chiamare, era stato più comico ma l'omega poté giurare di aver visto qualche lacrima anche quel giorno negli occhi di qualcuno mentre Ashido gli aveva preso il viso tra le mani con gli occhi lucidi mentre gli asciugava delle lacrime che non si era accorto che stessero cadendo.

Sua madre, invece, era letteralmente scoppiata in lacrime senza nemmeno cercare di nasconderlo e, quando sua madre aveva abbracciato Bakugou, sapeva che stava per scoppiare in lacrime a sua volta e per l'ennesima volta. Dirlo ai genitori di Bakugou era stato... Tragico e rumoroso, come sempre in quella casa, con Mitsuki che non aveva perso occasione di stuzzicare suo figlio ogni qual volta si accennasse del futuro del bambino, o a chi potesse somigliare graffiando l'orgoglio dell'alpha che non perdeva tempo a ribattere a tono. Kirishima era stato grato a Masaru che, porgendogli educatamente una mano, gli aveva fatto le congratulazioni portandolo via da una cucina che avrebbe potuto esplodere da un momento all'altro.

Kirishima si accarezzò il ventre distrattamente mentre lasciò che il suo sguardo vagasse per la sala d'aspetto del medico. Vi erano un paio di persone gravide sedute lì insieme a loro, tra beta e altri omega, di diversi mesi tra loro ma la sala non era completamente piena.

Lo sguardo dell'omega si posò su un bambino seduto accanto alla madre incinta e non riuscì ad evitare che un sorriso gli nascesse spontaneamente sulle labbra, allargandolo quando il bambino ricambiò il gesto, per poi far spostare i suoi occhi su Bakugou intento a leggere una brochure presa dal tavolino di fronte a loro. Kirishima non era certo se la stesse leggendo davvero con attenzione o se stesse solamente cercando di tenere la mente occupata. Era carino.

Katsuki.”

Mmh?” Mormorò l'alpha senza distogliere lo sguardo dalla brochure.

Stai leggendo qualcosa di interessante?” Chiese con un sorrisetto sornione dipinto sul viso. “Di che cosa parla?”

Bakugou abbassò la brochure per guardarlo, rialzandola e riabbassandola ancora una volta prima di fulminarlo con lo sguardo. “Fottiti.”

L'omega rise per poi fingersi offeso posando una mano sul proprio petto. “Come osi? E preferirei che non imprecassi davanti al nostro cucciolo.” Continuò la sua farsa, portando di nuovo la mano al ventre.

Non credo abbia già le orecchie per sentirle.” Ribatté l'alpha tornando a guardare la brochure.

Bhé, allora non imprecare di fronte ai bambini degli altri.” Disse Kirishima ancora con il sorriso sulle labbra.

Bakugou sbuffò ed entrambi rimasero senza dire nulla, ancora in attesa, per un po' finché l'omega decise di rompere il silenzio dando un colpetto sulla spalla dell'altro per attirare la sua attenzione.

Sei nervoso?” Chiese quando l'alpha si girò di nuovo a guardarlo ma ancor prima che potesse rispondere, Kirishima riprese a parlare. “Io lo sono.”

Bakugou chiuse la brochure per poi lanciarla nel tavolino dove era stata prima del suo arrivo e girarsi completamente verso l'omega.

Lo avevo intuito.” Disse l'alpha.

Quando non lo sapevo ancora, non ho prestato molta attenzione.” Spiegò Kirishima. “Cosa faremo se – ”

Ehi.” Lo fermò Bakugou. “Lo hai detto tu stesso, non lo sapevi, smettila di iniziare ad addossarti colpe che non hai.”

L'omega abbassò lo sguardo, non ancora del tutto rassicurato dalle parole dell'altro.

Sono nervoso anche io.” Confessò Bakugou. “E il mio alpha mi sta facendo impazzire ma sono qui con te. Insieme.” Continuò porgendogli una mano.

Kirishima la vide entrare nel suo campo visivo con ancora la testa bassa. Accennò un sorriso mentre la prese, stringendola forte. “Insieme.”




Il cucciolo stava bene. Il cucciolo stava bene. Il cucciolo stava bene.

Bakugou continuava a ripensare alle parole del medico, facendo risuonare quella notizia ancora ed ancora nella sua mente. Lui e Kirishima avevano potuto tirare un sospiro di sollievo.

Il medico, comunque, aveva tenuto a precisare che da quel momento in poi avrebbe dovuto fare più attenzione, considerando anche che era un eroe e una figura pubblica, e soprattutto di evitare alcuni cibi e bevande porgendo una lista all'omega.

Kirishima, ovviamente, aveva concordato col medico su tutto non riuscendo comunque ad evitare che una lamentela uscisse tra le sue labbra quando aveva letto che non poteva mangiare pesce crudo e alcuni tipi di carne. Si era girato verso l'alpha, sentendolo fremere accanto a sé, porgendogli la lista con un sorriso sulle labbra. Bakugou voleva memorizzare quella lista e, Kirishima, lo sapeva. Non solo perché era lui l'addetto alla cucina in casa ma anche perché il suo alpha glielo imponeva per tenere entrambi, sia il cucciolo che il suo partner, al sicuro.

Non pensare che non ho notato come guardavi il medico.” Rise l'omega non appena fece ingresso nell'appartamento riportando alla realtà Bakugou, dietro di lui.

Senti, ci sto provando ok?” Sbottò l'alpha. “È ancora sano e salvo nonostante ti abbia toccato mi sembra.”

Stai andando benissimo.” Disse fiero Kirishima, voltandosi a dargli un bacio sulla guancia. “Anche se devo ammettere che non mi è dispiaciuto.”

Davvero?” Chiese, facendo nascere un ghigno sulle sue labbra.

Già, di solito le tue minacce mi fanno ridere perché, in fondo, so che non sono serie.” Spiegò l'omega. “Ma adesso, credo che al mio omega piaccia sapere che faresti di tutto per proteggerci. Mi fa sentire al sicuro.” Fece le fusa.

Ma non farlo comunque.” Aggiunse ridendo Kirishima, allontanandosi mentre sentiva borbottare Bakugou dietro di sé.




Con il passare dei mesi la pancia di Kirishima cominciava ad essere visibile, non riuscendo più a nasconderla sotto ai vestiti ritrovandosi costretto a comprare dei nuovi abiti appositamente per la gravidanza e, se doveva essere sincero, Bakugou lo preferiva.

Ogni qual volta che il suo sguardo finiva su di essa, il suo alpha se ne sentiva orgoglioso e più cresceva più il suo orgoglio aumentava con essa felice di vedere che ormai fosse visibile e chiaro a tutti le condizioni del suo omega.

Con la crescita della pancia di Kirishima vi era anche, però, un aumento della suo libido e, di solito, questo non sarebbe stato un problema, anzi, ma l'idea di poter fare del male al cucciolo in qualche modo era sufficiente a frenare Bakugou ogni volta.

L'omega aveva iniziato ad intuire che c'era qualcosa che non andava, l'alpha lo sentiva e sapeva che era solo questione di tempo prima che Kirishima perdesse la pazienza. Aveva iniziato a temere che Bakugou non fosse più attratto da lui a causa del suo aspetto che continuava a cambiare nel corso dei mesi e, la prima volta che glielo confessò, l'alpha dovette trattenersi dal ridere. Non perché avrebbe voluto prendersi gioco delle insicurezze dell'omega, sapeva perfettamente quanto Kirishima credesse a quella sciocca voce dentro la sua testa, ma perché trovava impensabile anche solo l'idea. Non c'era niente di più lontano dal vero, Bakugou non aveva mai smesso di pensare che l'omega fosse bellissimo e lo desiderava ancora con la stessa intensità dei giorni del liceo.

L'alpha alzò il braccio per posarlo sulle spalle dell'altro ed avvicinarlo a sé facendo posare il viso di Kirishima sul proprio petto. Seduti sul divano, dopo aver cenato, davanti alla televisione vide l'omega sorridere al gesto rannicchiandosi per stare il più vicino possibile a Bakugou.

L'alpha gli accarezzò il braccio dolcemente con la mano un paio di volte prima di spostare l'attenzione sulla televisione di fronte a sé ma, Kirishima, sembrava di tutt'altra opinione sporgendosi quel tanto che bastava per potergli baciare l'angolo della bocca. Bakugou sorrise, girando leggermente il viso per poter ricambiare il gesto e baciarlo correttamente.

Katsuki.” Sussurò a fior di labbra e quando iniziò a far scivolare la mano verso gli addominali dell'alpha, Bakugou posò la propria sopra la sua fermandolo.

Non era necessario che l'alpha dicesse nulla, Kirishima sapeva benissimo a cosa stava pensando e perché lo avesse fatto. L'omega sopirò buttando fuori l'aria dal naso rumorosamente, chiaramente infastidito, per poi alzarsi dal divano più in fretta che poté nelle sue condizioni.

L'alpha si alzò a sua volta d'istinto, nel caso avesse avuto bisogno di aiuto, ma Kirishima si allontanò da lui alzando gli occhi al cielo davanti a quella eccessiva protezione.

Non toccarmi.” Disse l'omega con tono calmo che comunque non riusciva a nascondere il suo disappunto. “Così rimarrai coerente con quello che hai fatto negli ultimi mesi.”

Eijirou.” Lo richiamò, trattenendosi dall'alzare la voce mentre guardava Kirishima ignorarlo ed uscire dal salone per poi fermarsi davanti alle scale.

Ce la faccio.” Borbottò l'omega non appena lo sentì di nuovo accanto a sé, senza spostare lo sguardo dai gradini.

Senza attendere che Bakugou potesse aggiungere qualcosa, iniziò a poggiare il piede sul primo scalino reggendosi con una mano sul corrimano. L'alpha lo seguì, da dietro, in silenzio.

Una volta raggiunta la camera da letto, Kirishima si sfilò la maglietta per poi fissarsi i piedi. Bakugou lo vide far vagare lo sguardo dai suoi piedi a sé, per poi tornare a guardarsi nuovamente i piedi mordendosi le labbra frustrato.

Cosa?”

Devo togliere i pantaloni.” Spiegò l'omega mentre un'adorabile broncio prendeva vita sul suo viso. “Non posso abbassarmi.”

L'alpha non riuscì a combattere il sorriso che si formò sulle sue labbra, avvicinandosi lentamente all'altro. Gli porse una mano e Kirishima sospirò prima di stringerla e lasciarsi condurre ai piedi del letto. Bakugou si chinò a slacciargli i pantaloni e lasciarli cadere giù al pavimento, aspettando che l'omega si sedesse nel nest prima di alzargli i piedi e sfilarglieli.

Ancora in silenzio, l'alpha lo aiuto a mettersi qualcosa di più comodo per passare la notte.

Katsuki.” Lo chiamò Kirishima, alzando la testa per guardarlo ma Bakugou lo zittì con un bacio.

L'omega si porse in avanti per ricambiare il bacio con la stessa foga di pochi attimi prima, riuscendo a sentire in esso quanto l'alpha fosse dispiaciuto.

Bakugou portò una mano sui capelli di Kirishima, stringendoli appena ma quel tanto che bastava da far inclinare leggermente la testa all'omega per permettergli di leccare e succhiare il marchio sul suo collo.

Alpha.” Non riuscì a trattenere un gemito Kirishima, per poi vederlo distaccarsi e scivolare con le ginocchia sul pavimento senza mai distogliere lo sguardo dall'omega.

Bakugou posò le mani sulle ginocchia di Kirishima, facendogli allargare le gambe leggermente ed attese. L'omega si morse il labbro inferiore, sembrava indeciso, per poi allungare una mano ad accarezzare dolcemente la guancia dell'alpha con ancora gli occhi incatenati a quelli dell'altro.

Bakugou sapeva che aveva vinto quella sera, ma che non sarebbe finita lì.




Kirishima girò la manopola dell'acqua fredda in bagno, passando le mani sotto il rubinetto per inumidirle e portarsele al collo nel tentativo di rinfrescarsi un po' durante quella calda mattinata. Sbuffò quando sentì che il contatto con le mani bagnate non era sufficiente, donandogli sollievo solo per pochi istanti. Allungò una mano per prendere un elastico per capelli rimasto dimenticato lì in bagno dalla notte precedente per poi dirigersi verso la camera da letto mentre si legava distrattamente i capelli.

Il costume da eroe di Bakugou nel loro nest, attirò la sua attenzione. L'alpha lo aveva lasciato in mezzo al letto per far sì che si impregnasse del loro odore, specialmente di quello dell'omega che in gravidanza era più efficace che mai.

Kirishima lo prese in mano, portandoselo al naso. L'odore di fumo e nitroglicerina era ancora forte in esso, ma l'omega riuscì a sentire vagamente anche quello di caramello. Un po' gli mancava, entrare in azione ma sapeva bene anche che, quello che stava facendo a casa, crescere un figlio dentro di sé, era un compito altrettanto importante.

Kirishima ripose il costume sopra le lenzuola, accarezzandosi il ventre con una mano. Sentì il proprio omega dimenarsi dentro di sé all'idea, ma c'era qualcosa di diverso e vagamente strano in quel movimento. Aggrottò la fronte mentre sentiva ancora l'omega muoversi proprio all'altezza della pancia, continuando ad accarezzarla come per cercare di tranquillizzarlo, sia lui che il cucciolo. Chiuse gli occhi nel tentativo di sentirlo per capire cosa lo stesse facendo agitare tanto. Lo sentì di nuovo e, questa volta, sembrò così reale da avere la sensazione di averlo sentito fisicamente contro la sua mano. Kirishima spalancò gli occhi non appena capì cosa fosse stato.

Katsuki, Katsuki!” Iniziò ad urlare, senza comunque muoversi da lì, mentre un sorriso a trentadue denti iniziava a nascere sulle sue labbra.

Kirishima sentì un forte tonfo provenire dal piano di sotto, seguito da un forte rumori di passi susseguirsi velocemente segno che l'alpha si stesse affrettando a raggiungerlo. L'omega iniziò a ridere, preso dalla felicità ed euforia rivolgendo lo sguardo sulla porta non appena Bakugou la spalancò per fare il suo ingresso nella stanza.

Ancora con il fiatone, si avvicinò velocemente a Kirishima chiaramente confuso quando sentì l'odore della stanza mentre gli occhi dell'omega iniziarono a brillare.

Katsuki, si è mosso!” Esclamò l'omega facendo qualche passo in avanti a sua volta per andargli incontro.

Cosa?”

Il bambino si è mosso.” Spiegò ancora, guardando Bakugou spalancare gli occhi non appena lo sentì per poi spostare lo sguardo verso il basso.

Lo sta facendo ancora?” Chiese l'alpha, speranzoso, cercando comunque di nascondere la sua eccitazione sapendo che poteva essere stato solo questione di pochi secondi.

Ha smesso.” Disse Kirishima ma ancora prima che Bakugou potesse dire qualcosa, l'omega gli prese la mano per condurla sopra la pancia. “Qui.”

Eijirou.” Cercò di fermarlo l'alpha ma Kirishima sembrava più determinato che mai a farlo sentire anche all'altro, a fargli sentire quell'emozione unica ed indescrivibile.

Ehi.” Iniziò a dire l'omega, abbassando lo sguardo verso la propria pancia. “Tu lì dentro, riesci a sentirlo? È il tuo papà.”

Eijir – ”

Ssh.” Lo interruppe ancora una volta Kirishima alzando solo per un'istante lo sguardo per rivolgerlo verso il viso dell'altro, per poi tornare a guardare in basso. “So che puoi sentirlo.”

Non credo funzioni così.” Protestò Bakugou, non riuscendo ad evitare di sentire quel gusto amaro della delusione in bocca.

Kirishima alzò di nuovo lo sguardo per guardarlo. “Scusami ma il cucciolo è dentro di te o dentro di me? Io sono l'omega, io so come funziona.”

L'alpha alzò gli occhi al cielo, sospirando rumorosamente. Nonostante lo trovasse un gesto carino, dubitava che l'omega sapesse davvero ciò che stava facendo.

Andiamo, fallo per il tuo papà.” Sussurrò dolcemente Kirishima non appena distolse lo sguardo da Bakugou.

L'alpha fece scivolare nuovamente lo sguardo verso la pancia mentre l'omega continuava a tenere la sua mano sopra quella di Bakugou per tenerla ferma su di essa, accarezzando il proprio ventre con l'altra. Bakugou chiuse gli occhi, sapendo che Kirishima era troppo testardo per lasciar perdere, cullandosi nell'illusione che se si fosse concentrato abbastanza sarebbe riuscito a sentirlo.

Porca troia.” Si lasciò sfuggire tra le labbra l'alpha, spalancando gli occhi non appena sentì il calcio del bambino contro la sua mano.

L'omega scoppiò in una risata allegra mentre vedeva Bakugou unirsi a lui mentre spostava lo sguardo da lui alla mano ripetutamente.

Hai visto?” Disse Kirishima gongolante con ancora un ampio sorriso stampato sul proprio viso, nonostante entrambi erano a conoscenza che probabilmente si era trattato solo di una coincidenza.

L'alpha fece vagare la mano sulla pancia dell'omega in un gesto premuroso ancora meravigliato per poi sporsi in avanti a dare un veloce casto bacio a Kirishima e chinarsi successivamente a baciare la pancia a sua volta.




Kirishima aveva insistito per restare all'oscuro del sesso del bambino. Bakugou non era stato d'accordo fin dal primo giorno.

Ovviamente anche lui avrebbe amato il bambino indipendentemente dal suo sesso, come aveva più volte ripetuto l'omega, ma la curiosità era tanta, troppa da sostenere ancora per un paio di mesi. L'alpha si chiedeva già persino quale sarebbe stato il suo secondo genere. Era più forte di lui e, a volte, si stupiva di come l'omega riusciva a tenere la calma riguardo ad esso. Era impossibile per lui non chiedersi se avrebbe dovuto insegnare al suo cucciolo a tenere a bada il suo alpha o se Kirishima avrebbe dovuto insegnare tutto ciò che era necessario per un omega, o se ancora avrebbero dovuto documentarsi il più possibile per poter poi spiegare tutto ciò che sapevano sui beta. Almeno questo era ciò che aveva sempre pensato Kirishima fino a quel giorno.

Da quando lui e l'omega avevano sentito il bambino scalciare, il desiderio di restaurare già un rapporto, di creare un qualsiasi tipo di connessione era nato in loro. Avevano anche iniziato a leggere al cucciolo, fargli ascoltare della musica – con gran rammarico da parte di Bakugou per i pessimi gusti musicali di Kirishima, a suo parere – , parlargli sempre più spesso e la curiosità e la voglia di iniziare a dargli un nome aveva avuto la meglio anche sull'omega.

L'alpha tenne lo sguardo fisso sul soffitto dello studio medico, in attesa. Tenendo stretta la mano di Kirishima che sussultò non appena il gel freddo venne a contatto con la pelle. Stringendo la presa di riflesso, Bakugou iniziò ad abbassare lo sguardo verso l'omega che distolse lo sguardo dal medico per guardarlo a sua volta accennando un sorriso. Erano entrambi impazienti.

Entrambi non ebbero il coraggio, nonostante la curiosità, di guardare il monitor lasciando che solo il medico controllasse la figura del cucciolo. Restarono, invece, con lo sguardo incatenato l'uno all'altro e le mani intrecciate finché il medico attirò l'attenzione di entrambi che si girarono finalmente verso di lui.

Congratulazioni.” Disse mentre si sfilava i guanti di lattice e si alzava dallo sgabello di fronte al monitor per porgere dei fazzoletti a Kirishima per potersi ripulire la pancia dal gel. “È una bambina.”

L'alpha vide Kirishima portarsi una mano alla bocca, cercando di darsi un contegno davanti al medico che continuava a guardarli sorridendo apprensivo ma quando l'omega si girò a guardarlo, Bakugou aggrottò la fronte quando notò quanto sfocato il viso del suo partner stesse diventando.

Ancora commosso, Kirishima abbassò la mano dal proprio viso e non appena riuscì – a stento – a vedere l'ampio sorriso dell'omega si rese improvvisamente conto che qualcosa gli stesse solleticando il viso. L'alpha si portò la mano libera su una guancia per poi portarsi le dita davanti al viso, stupendosi di trovarle bagnate. Stava piangendo. Stava piangendo dalla gioia.

Bakugou ridacchiò, stupito da se stesso, non credeva di essere in grado di una cosa simile.

Stava davvero per diventare padre. Stava per diventare padre di una bambina.




Kirishima continuava a tenere lo sguardo fisso sulla sveglia poggiata sul comodino accanto al letto, senza prestare reale interesse in essa, anche i numeri iniziarono a confondersi tra loro.

Girò la testa sul cuscino per rivolgere lo sguardo verso il soffitto. Sospirò, non riusciva a prendere sonno quella notte.

Non era certo della reale ragione, se perché il suo alpha non era accanto a sé ancora alla prese con il suo turno di pattuglia notturno o perché il suo omega si sentiva ancora frustrato e insoddisfatto.

Riusciva a comprendere perché Bakugou avesse paura. Anche lui aveva paura su questioni che riguardassero la bambina, come ogni genitore, ma la loro intimità non era una di queste.

Perso nei suoi pensieri non si era reso conto che l'alpha aveva fatto suo ritorno, riportato alla realtà dal cigolio delle molle del materasso quando Bakugou si sedette sul letto.

Katsuki?” Lo chiamò girandosi verso di lui.

L'alpha si sdraiò su di esso ancora vestito per poi avvicinarsi all'omega e poggiare la testa vicino alla sua spalla. “Pensavo stessi dormendo.”

Ci ho provato.” Disse Kirishima portando una mano tra i capelli di Bakugou facendogli segno di avvicinarsi più a sé.

L'alpha accettò l'invito volentieri, chiudendo gli occhi mentre posava il naso sulla ghiandola sul collo dell'omega. “Ne avevo bisogno.”

Kirishima sorrise, intuendo che si stesse riferendo al suo odore, riprendendo le sue dolci carezze. “Sei stanco?”

Mmh.” Mormorò Bakugou. “Un po'.”

L'omega si chinò a posargli le labbra sulla fronte dell'altro sentendo l'alpha rilassarsi sotto il suo tocco. Kirishima fece scivolare le labbra sul naso di Bakugou, baciandogli la punta di esso, per poi scendere ancora a baciargli il sorriso nato sulle sue labbra. L'alpha gli accarezzò la pancia, avvicinandosi ulteriormente senza, però, toccarla con il corpo.

L'omega fece una smorfia non appena lo vide e Bakugou si alzò su un gomito per guardarlo meglio in viso quando lo notò.

Sai che non è fatta di vetro, vero?”

L'alpha sospirò ma Kirishima lo ignorò.

Ho bisogno di te.” Disse, invece, l'omega. “Ti prego.” Aggiunse quando lo vide distogliere lo sguardo.

Eijirou.” Lo chiamò in un sussurro tornando a guardarlo. “Non voglio fare del male alla bambina.”

Kirishima lasciò che una risatina amara scivolasse tra le sue labbra. “Pensi che io lo voglia?”

Non ho detto questo.” Ribatté Bakugou, negando con il capo.

Capisco la tua paura, davvero, lo capisco.” Disse l'omega accarezzandogli una guancia. “Ma devi fidarti.”

L'alpha sospirò, alzando la mano che non era impegnata nel sorreggersi sul materasso sopra quella di Kirishima aspettando che continuasse.

Sono un omega.” Cercò di ricordargli. “Non farei mai qualcosa che metterebbe a rischio l'incolumità della cucciola.” Spiegò.

Lei è tutto per me adesso, la mia priorità.” Continuò Kirishima. “Farei di tutto per proteggerla. Ma sono ancora io ed ho ancora le mie esigenze e so che anche tu ti senti allo stesso modo.”

Bakugou abbassò lo sguardo solo per un'istante, annuendo per fargli intendere di aver capito ciò che aveva detto, per poi baciargli la mano e chinarsi a posare le proprie labbra sulle sue.

Inizialmente il bacio fu casto e dolce, sentendo tutto l'amore che era presente dietro esso, per poi trasformarsi in un qualcosa di più passionale. Bakugou lo baciò con foga, sentendo tutta la libido che aveva cercato di tenere a freno durante quei mesi, e il suo alpha, spingere forte dentro di sé.

L'omega portò una mano dietro al collo di Bakugou per avvicinarlo più a sé iniziando a gemere sulle sue labbra, entrambi già eccitati.

Sbrigati.” Lo incitò Kirishima una volta distaccatosi nel tentativo di riprendere fiato. “Ho bisogno di te, alpha.”

Bakugou grugnì, raddrizzando la schiena per sbottonarsi i pantaloni mentre l'omega si sistemò nel loro nest alla ricerca di una posizione confortevole. Si girò di lato continuando a guardare l'alpha gettare malamente sia i suoi pantaloni che il suo intimo sul pavimento per poi chinarsi a dargli un veloce bacio prima di abbassare leggermente anche i pantaloni di Kirishima.

L'omega sospirò quando sentì la propria erezione libera da ogni tessuto, sentendo l'aria fredda colpirgli la pelle sensibile provocandogli un brivido lungo la schiena che Bakugou si affrettò a coprire con il proprio corpo sdraiandosi accanto a lui.

L'alpha gli baciò dietro il collo e poi il marchio, allungando una mano a stringere quella dell'altro prima di entrare dentro di lui.

Cazzo.” Imprecò Bakugou all'orecchio dell'omega. “Mi è mancato, tu mi sei mancato.”

Mi sei mancato anche tu.” Ansimò Kirishima.

L'omega gemette quando l'alpha andò più in profondità, aprendolo ulteriormente. “Piano.” Disse girando la testa per guardarlo e portando la mano dietro in un tentativo di contatto. “Lentamente.”

Lentamente.” Ripeté Kirishima non appena l'alpha iniziò le sue spinte, nonostante fossero già guidate da una lentezza quasi disarmante.

Ti amo, Eijirou.” Disse Bakugou tra gli ansimi. “Ti amo, ti amo così tanto.”

Ti amo, Katsuki.” Ansimò l'omega una volta che l'alpha ebbe trovato un ritmo che soddisfaceva entrambi.




Il parto non fu esattamente semplice. Kirishima entrò in travaglio mentre Bakugou era ancora di pattuglia, chiamando Uraraka in preda al panico. Lo accompagnò in ospedale mentre cercava di farlo rilassare, sapendo bene cosa stesse provando essendoci già passata prima.

In ospedale però, alla beta non fu concesso di entrare in sala parto con l'omega che si ritrovò improvvisamente solo.

Successivamente Uraraka gli aveva raccontato che aveva continuato a provare a chiamare Midoriya ogni minuto che passava e che, una volta raggiunto, era riuscita a parlare con l'alpha il che spiegava come fosse riuscito a raggiungere l'ospedale entrando bruscamente in preda al fiatone.

Bakugou non era riuscito a nascondere la sua preoccupazione quando aveva trovato il suo partner ricoperto di sudore e con il viso in una smorfia di dolore, ma si fece presto perdonare passando l'intero momento della nascita di sua figlia accanto a Kirishima tenendogli stretta la mano.

Entrambi piansero subito dopo. Bakugou quando dovette tagliare il cordone ombelicale e Kirishima non appena la tenne per la prima volta tra le sue braccia.

L'omega cullò la neonata tra le sue braccia, in un ritmo costante, in piedi in camera da letto. La bambina lo guardò prima di chiudere i suoi occhi scuri, talmente scuri che all'apparenza sembravano quasi neri, ma Kirishima sapeva che con l'età sarebbero cambiati e aveva l'impressione che essi fossero rossi proprio come quelli dei suoi genitori.

Portare Akame a casa era stata un'emozione troppo forte e, Kirishima, non era ancora sicuro se era pronto a lasciarla dormire nella culla.

Katsuki, vieni qui.” Sussurrò per non svegliarla, non appena l'alpha fece il suo ingresso per posare il borsone che l'omega aveva avuto con sé durante i suoi giorni passati in ospedale.

Bakugou fece come gli era stato chiesto, guardando curioso prima l'ampio sorriso di Kirishima e poi la cucciola.

Quando lo raggiunse, l'omega sfilò delicatamente e con attenzione il piccolo cappello che avevano messo alla neonata. “Odora.”

L'alpha si morse l'interno della guancia per cercare di trattenere un sorriso dal formarsi sulle sue labbra e, non riuscendo più a resistere, si chinò immediatamente ad annusare la cute di Akame. Era troppo presto, la neonata non aveva un odore proprio esso era qualcosa che si sviluppava durante la crescita. Bakugou sorrise non appena intuì cosa Kirishima stesse cercando di mostrargli. La cucciola aveva addosso la perfetta combinazione del loro odore.

È nostra figlia.” Disse l'omega quasi commosso non appena l'alpha raddrizzò la schiena per guardarlo di nuovo.

Grazie.” Sussurrò Bakugou baciandogli la fronte, dovendosi trattenere nel farlo anche ad Akame non volendo che il gesto la svegliasse.

Kirishima si morse il labbro inferiore per trattenere una risata. “Te ne saresti accorto anche da solo.”

Non per quello.” Precisò l'alpha. “Grazie per tutto. Grazie per noi, per questo, per lei.”

Grazie.” Disse a sua volta l'omega, arrossendo. Non aveva importanza quanti giorni o anni avrebbero trascorso insieme, Bakugou avrebbe sempre avuto la capacità di togliergli il fiato. “Lo abbiamo fatto insieme.”




La musica riecheggiava per tutta la stanza mentre la luce soffusa delle candele illuminava il salone. A Bakugou non erano mai piaciute le feste, aveva sempre preferito fare altro durante la sua adolescenza, ma quella festa era totalmente diversa. Quel giorno era dedicato a sua figlia, per darle il benvenuto in casa e nella loro vita quindi, ovviamente, quella festa sarebbe stata un'eccezione.

L'alpha mosse il dito che Akame teneva stretto a sé su e giù, guardandola sorridere e agitare le braccia mentre emetteva suoni incomprensibili ma, Bakugou, poté giurare di aver sentito qualcosa che somigliasse ad una leggera risata in mezzo ad essi.

Tenendo la cucciola ancora in braccio, l'alpha distolse lo sguardo ispezionando la stanza alla ricerca del suo omega. Kirishima era salito al piano di sopra a cambiarsi i vestiti, dopo un piccolo incidente con Akame, ma da quel momento non era più sceso nonostante gli ospiti avessero già iniziato ad arrivare.

Un rumore di passi riportò alla realtà Bakugou che tornò a guardare dritto di fronte a sé. Ashido si stava avvicinando con un grande sorriso sul viso, allargando le braccia una volta giunta a metà strada con lo sguardo rivolto verso la bambina ignorando completamente l'altro alpha.

Vieni dalla zia.” Canticchiò e Bakugou alzò gli occhi al cielo non appena sentì con che nome si era presentata. Una volta raggiunti, Ashido spostò lo sguardo verso l'altro solo quando vide che non si stava muovendo.

Bakugou esitò, solo per un'istante. Vedere la sua cucciola in braccio a qualcuno che non faceva parte della sua famiglia era ancora strano, specialmente se quel qualcuno era un altro alpha ma sapeva che poteva fidarsi e che l'amica non era una minaccia.

L'alpha restò in silenzio mentre guardava Ashido prendere in braccio Akame delicatamente e la neonata rimase incantata dai suoi capelli, continuando a fissarli. Bakugou accennò un sorriso nel vederlo e, con un po' di riluttanza, si allontanò da entrambe.

Vado a vedere che fine ha fatto Eijirou.” La informò.

Mmh, mmh.” Mormorò in assenso l'altra alpha, senza distogliere lo sguardo dalla bambina iniziando a cullarla dolcemente. “Ti aspetteremo qui.”

Bakugou sbuffò, avviandosi velocemente verso le scale per poi bussare due volte alla porta della camera da letto senza, comunque, aspettare la risposta dell'omega prima di entrare.

Kirishima era seduto sul bordo del letto con lo sguardo fisso verso l'armadio aperto e un'espressione triste sul viso. Sembrava sconsolato, con le braccia sulle proprie cosce mentre dondolava un piede avanti e indietro spostando sempre di più ogni volta, con il movimento, la maglietta dimenticata lì sul pavimento.

Che succede?” Chiese l'alpha chiudendo la porta dietro di sé.

Non ho nulla da mettermi.” Si lamentò l'omega, girandosi a guardarlo solo quando si sedette accanto a lui.

Fai sul serio?” Chiese quasi sarcasticamente Bakugou, spalancando gli occhi quando vide Kirishima mordersi il labbro inferiore nel tentativo di trattenere le lacrime.

Eijir – ”

Ogni maglietta che metto la sporco di latte.”

Oh.

Non devo piangere.” Mugolò l'omega portandosi una mano ad asciugarsi gli occhi. “O peggiorerà. Quando sento piangere io automaticamente – ” Cercò di spiegare ma si interruppe non appena si accorse che l'alpha non gli stava prestando più attenzione avendo rivolto il suo sguardo verso il suo petto.

Katsuki.” Si lamentò Kirishima, portandosi le braccia a coprirselo.

Scusa.” Disse sinceramente Bakugou. “Volevo vedere se lo avrebbero fatto davvero.”

Cosa?” Esclamò l'omega mentre iniziava a sentire la propria pelle bagnata accorgendosi, una volta spostato le braccia, di aver sporcato un'altra maglietta.

Oh, andiamo.” Piagnucolò Kirishima per poi portare le mani ai bordi della maglietta che stava indossando in quel momento e sfilarserla per gettarla in mezzo alle altre.

Guarda che casino.” Mormorò l'alpha alzandosi a raccogliere gli indumenti sul pavimento per poi girarsi a guardare di nuovo l'omega.

Kirishima si morse nuovamente il labbro inferiore e, Bakugou, allungò una mano per accarezzarglielo con cura chinandosi leggermente verso di lui non appena notò che la forma dei denti dell'omega stava cominciando a segnarglielo.

Posso aiutare in qualche modo?”

L'omega arrossì violentemente, spalancando gli occhi sorpreso. “Io – io non lo so.” Balbettò quella bugia, distogliendo lo sguardo.

Bakugou aggrottò la fronte, confuso dall'improvvisa timidezza di Kirishima. Era strano sentirlo esitare dopo tutto quel tempo trascorso insieme, sopratutto su un qualcosa che riguardava la loro intimità, e non era nemmeno certo del motivo. Forse pensava che una cosa simile potesse metterlo a disagio ma, se doveva essere sincero, Bakugou si stava eccitando al solo pensiero sentendo anche il suo alpha iniziare a scalpitare.

Bakugou posò una mano sulla spalla, adesso nuda, dell'altro per poi fare leggermente forza quel tanto che bastava da farlo stendere sul loro nest e l'omega emise un gridolio spontaneo, sorpreso dal gesto. L'alpha si leccò le labbra, guardandolo dall'alto. Gli avrebbe dimostrato quanto era grato a Kirishima e quanto gli piacesse, deciso a mettere a tacere quelle vocine nella testa dell'omega.

Katsuki, non siamo soli.” Sussurrò debolmente Kirishima, restando comunque sdraiato.

C'è la musica al piano di sotto.” Lo rassicurò Bakugou, chinandosi verso di lui. “Non ci sentirà nessuno.”

L'omega gemette non appena sentì le labbra dell'alpha posarsi sul suo marchio, solo per un secondo, prima di dargli un veloce bacio e scendere sempre di più fino a soffermarsi al petto del suo partner mentre portava una mano al cavallo dei propri pantaloni per trattenere l'impulso di strusciarsi contro il materasso per poi iniziare a leccare e succhiare donando un po' di sollievo a Kirishima.




Kirishima guardò Akame dormire beatamente nella culla. Tenendo lo sguardo fisso su di lei, si accertava che stesse bene mentre il suo petto si alzava ed abbassava sotto il ritmo del suo respiro costante e meccanico nel sonno.

Era ancora difficile, allontanarsi da lei e tornare a lavorare. Il suo omega non riusciva ad ignorare il dolore all'idea di lasciarla a casa con qualcuno, per quanto il lavoro da eroe fosse importante. Spesso il dibattito che avveniva dentro la sua testa gli impediva di dormire e anche Bakugou aveva iniziato a notarlo. Non solo era diventato difficile separarsi da lei dopo averla fatta mangiare, ma anche il dover cambiare solo stanza stava diventando faticoso.

L'alpha lo aveva aiutato durante quei giorni, ricordandogli che non era solo, ricordandogli che anche lui poteva prendersi cura della bambina e, Kirishima, quasi pianse un pomeriggio alla vista di Bakugou con sua figlia in braccio che la calmava dal pianto.

L'omega fece immediatamente le fusa non appena sentì un braccio accarezzargli le spalle. Bakugou lo avvicinò più a sé seguendo lo sguardo di Kirishima verso la culla.

La guardo dormire.” Disse l'omega rispondendo ad una domanda che l'alpha non gli pose ma che sapeva che essa stesse frullando nella sua testa. “Lei è perfetta.”

Mmh.” Mormorò in assenso Bakugou, girandosi a baciargli velocemente la fronte prima di allontanarsi per prendergli una mano.

Vieni.” Disse l'alpha tirandolo leggermente per farlo allontanare dalla culla.

Ma – ” Cercò di ribattere Kirishima, seguendo comunque l'altro a piccoli passi.

Non si alzerà da lì, te lo assicuro.” Bakugou disse, fermandosi davanti al loro nest. “Hai bisogno di riposare.”

Non sono stanco.” Negò l'omega nonostante fosse evidente che essa fosse una bugia. Bastava una leggera occhiata al suo viso per capirlo.

Basta solo che ti siedi.”

Okay.” Sussurrò Kirishima volgendo lo sguardo nuovamente verso la culla, solo per un'istante, prima di fare come gli era stato chiesto e sedersi al bordo del letto. “Ma sto bene, alpha.”

Lo so.” Disse fiero Bakugou. “Perché sei la persona più forte che io conosca.”

L'omega ridacchiò nel sentirlo, dandogli un leggero colpetto sulla spalla, fermandosi non appena i suoi pensieri tornarono alla sua carriera.

Ehi, Katsuki.” Iniziò Kirishima. “Devo parlarti di una cosa.”

L'omega girò il busto più verso l'alpha, sospirando rumorosamente per poi stringere la presa sulla mano dell'altro adesso con entrambe le sue mani.

Io voglio tornare a lavorare.” Disse sicuro di sé, Kirishima ma quando vide l'altro cercare di rispondere lo interruppe ancor prima di aver la possibilità di farlo. “Solo, non adesso.”

Bakugou richiuse la bocca, spostando lo sguardo verso il basso, per poi spostare anche l'altra sua mano sopra quella dell'omega.

Lo farò!” Si affrettò a dire ancora Kirishima, adesso un po' agitato. “Ho solo bisogno di un po' di tempo e – ”

Eijirou.” Lo fermò l'alpha. “Va tutto bene.” Cercò di tranquillizzarlo.

Non devi provare a giustificarti con me.” Sussurrò Bakugou. “Lo so, e nessuno ti metterà mai fretta o dovrà vedersela con me. Hai capito?”

L'omega annuì, cercando di ingoiare il magone che si era formato precedentemente in gola, continuando a guardare l'altro negli occhi.

Lo so che ami Akame moltissimo e che ami anche essere un'eroe.” Continuò l'alpha. “Ti ricordi la prima volta che litigammo seriamente?”

Kirishima annuì di nuovo. “Avevo deciso di andare in missione nonostante fossi in pre-heat.”

Mi dicesti che avresti sempre provato ad essere un eroe. Nessuno ti avrebbe fermato, persino io, mantenendo la tua indipendenza.”

Ma questo fu prima di Akame.”

È vero.” Concordò Bakugou. “Ma, Eijirou, tu non hai bisogno di comportarti da eroe perché lo sei. Lo sei sempre stato e lo sarai non importa quando, ed anche se non desidereresti tornare a lavorare va comunque bene.”

L'omega provò a sorridergli, con scarsi risultati, sentendo le lacrime pizzicargli gli occhi.

E non lo dico perché voglio che resti a casa, al sicuro. Fa ciò che senti e che possa renderti felice.” Aggiunse l'alpha portando le mani di Kirishima alle proprie labbra, sfiorandogliele appena. “Questo è tutto ciò che desidero per il mio partner.”

Bakugou alzò lo sguardo per vedere il viso dell'omega, ormai rigato dalle lacrime che non smettevano di cadere mentre annuiva nuovamente con più vigore prima di gettarsi tra le braccia del suo alpha.




Akame cresceva a vista d'occhio, sempre di più, e ben presto divenne una piccola ragazzina. Vivace e piena di energie, la bambina correva spesso per casa avendo imparato a camminare precocemente a differenza della parole che vi era voluto un po' più di tempo.

Akame aveva i capelli biondi e, come aveva intuito Kirishima, gli occhi gli erano diventati rossi con il tempo. A prima vista, la loro cucciola poteva sembrava la copia in miniatura di Bakugou ma se la si guardava con più attenzione si poteva notare che gli occhi erano quelli dell'omega.

Più Akame cresceva, più il carattere forte della bambina iniziava ad uscire fuori.

Akame, fa attenzione.” Urlò l'omega sporgendosi leggermente dalla panchina del parco sulla quale era seduto in modo che potesse sentirlo.

La bambina si girò verso di lui per fermare la sua corsa, solo il tempo di fargli cenno di aver capito sorridendogli e alzando il pollice verso l'alto riprendendo la sua corsa e rincorrere il suo compagno di giochi.

Katsuki mi ucciderà se Akame torna a casa con un altro ginocchio sbucciato.” Sospirò Kirishima.

Uraraka rise, accanto a lui. “Certo, come se lui non lo avesse mai fatto alla sua età.”

È sua figlia, vuole proteggerla.” Alzò gli occhi al cielo l'omega, non riuscendo comunque a nascondere un sorriso. “Sai com'è, è un alpha.”

Non molto.” Rispose la beta, ridendo.

Kirishima si girò verso di lei, accennando un sorriso. “Scusa.”

Va tutto bene, Kirishima, ti stavo solo prendendo in giro.” Lo rassicurò Uraraka, accarezzandosi il pancione di riflesso.

L'omega abbassò lo sguardo, attirato dal movimento, per poi tornare a guardarla in viso. “Avete già scelto come chiamarla?”

Keiichi ha insistito affinché fosse lui a scegliere il nome per la sua sorellina.”

Il sorriso dell'omega si allargò al pensiero. “È molto dolce.” Disse tornando a rivolgere lo sguardo verso ai due bambini. “Sembra emozionato all'idea.”

Lo è.” Confermò la beta.

Mamma!” Uraraka si girò verso Keiichi, non appena si sentì chiamare, vedendolo correre verso di lei seguito da Akame leggermente rossa in viso. “Mamma, Akame dice di voler toccare la tua pancia.”

Non è vero!” Quasi urlò la bambina mentre si riusciva già ad intravedere l'accenno di un broncio sulle sue labbra. “Sei un bugiardo.”

Non lo sono!”

Va tutto bene, Akame.” Le sorrise la beta. “Vuoi sentirla?”

La bambina distolse lo sguardo, giocando con le sue dita, in imbarazzo per poi tornare a guardare Uraraka ed annuire. Kirishima, che aveva assistito alla scena con il sorriso sulle labbra, si chinò per prendere in braccio sua figlia e metterla in piedi sulla panchina.

Akame cercò di liberarsi in fretta dalle braccia dell'omega ma, Kirishima, lo impedì e la bambina si girò a guardarlo.

Akame, fai piano ok?” Le raccomandò l'omega.

Akame rimase a fissarlo, come se stesse valutando quanto seria fosse la richiesta per poi annuire. “Okay.”

Kirishima lasciò la presa e la bambina si inginocchiò subito sulla panca, avvicinandosi alla beta ma la sua impazienza sembrò sparire nell'istante stesso in cui si ritrovò a pochi centimetri da essa. Allungò un braccio per poi ritirarlo ed aprire e chiudere la mano appartenente a quel stesso braccio più volte, finché ancora incerta appoggiò delicatamente la mano, come le era stato detto, sulla pancia di Uraraka.

L'omega la vide ritrarre la mano velocemente, sussultando mentre il sorriso della beta si allargava. Akame si girò velocemente verso di lui, con un luminoso sorriso su volto.

Ha scalciato!” Disse la bambina, spalancando la mano verso il viso di Kirishima come se potesse mostrarglielo sul suo palmo, come se fosse rimasta l'impronta.

L'omega non riuscì a trattenersi all'adorabile vista di sua figlia, chinandosi a baciarle la guancia più volte mentre Akame ridacchiava in mezzo ad essi.




Un urlo straziante svegliò Kirishima nel cuore della notte, facendogli perdere un battito del suo cuore per poi lasciare che il suo corpo venisse sopraffatto dalla paura e il suo omega iniziasse a pregarlo di correre in camera di Akame.

Un altro urlo risuonò lungo il corridoio e, questa, volta Kirishima riconobbe la voce di sua figlia alzandosi dal letto velocemente senza esitare, già con l'affanno. Corse più in fretta che poté, spalancando la porta una volta raggiunta la camera per ritrovare sua figlia coperta di sudore e con una espressione di dolore dipinta sul volto mentre si dimenava nel suo letto tra le lenzuola.

L'omega la raggiunse sedendosi sul letto lentamente per non spaventarla ulteriormente, non volendola svegliare violentemente mentre cercava di rilasciare un odore che potesse calmarla anche nel sogno in preda all'incubo.

Akame iniziò visibilmente a calmarsi non appena la stanza si riempì dell'odore di Kirishima, ancora addormentata iniziò a mormorare frasi senza senso.

Akame.” Cercò di chiamarla l'omega, provando ad accarezzarle dolcemente il viso asciugandole il sudore.

Va tutto bene.” Iniziò a ripeterle brevi frasi nel tentativo di rassicurarla, per farle capire che il pericolo che stava provando in quel momento non era reale, che era al sicuro.

Akame spalancò gli occhi, mettendosi velocemente a sedere cacciando un violento urlo.

No!” Urlò ancora.

Akame, sono io.” Cercò di farsi riconoscere Kirishima, cercando di nascondere la sua preoccupazione.

No.” Ripeté con l'affanno, iniziando comunque ad abbassare la voce. “Dov'è, dov'è papà?”

L'omega si avvicinò un po' di più cautamente, stando attento a non toccarla ancora. “È a lavoro, oggi ha il turno di notte.”

No.” Mormorò Akame, tornando ad agitarsi. “Lo voglio qui.”

Kirishima si morse il labbro, senza distogliere lo sguardo da sua figlia. Non sapeva cosa aveva sognato Akame, quella notte, ma poteva immaginarlo. Anche lui passava spesso le notti insonne, c'erano notti in cui la preoccupazione per il suo partner lo faceva aspettare per il suo ritorno sveglio o gli incubi lo tormentavano ma aveva sempre cercato di nasconderlo, almeno a sua figlia.

Tesoro, sai che non è possibile al momento.” Disse dolcemente, allungando una mano nel tentativo di raggiungere quella dell'altra.

Akame scostò velocemente la sua mano portandosela al petto per evitare che la prendesse. “Chiamalo.”

Akame.”

Allora vattene!”

L'omega spalancò gli occhi a quella reazione. Akame non aveva mai urlato contro qualcuno, bhé, non contro di lui o contro Bakugou e cercò di ignorare la dolorosa fitta all'altezza del petto.

Per favore, Akame.” Cercò nuovamente di raggiungerla ma, questa volta, Akame schiaffeggiò la mano di Kirishima con la propria allontanandola malamente.

Sei inutile.” Sputò fuori la bambina. “Solo l'alpha può proteggermi.”

L'omega sentì il proprio cuore precipitare in fondo al suo stomaco nel sentire quelle parole proprio da sua figlia. Ingoiò il nodo che si era formato in gola, ma il cuore aveva iniziato a battere talmente forte in petto per l'imbarazzo e umiliazione che poté giurare di sentirlo nelle sue orecchie.

Kirishima prese un respiro profondo prima di provare nuovamente a parlare con lei. “Akam – ”

Debole.” Lo interruppe Akame. “Debole, debole, debole omega.” Ripeté agitando braccia e gambe sbattendole sul letto.

Kirishima si morse con forza il labbro inferiore per fermare il fastidioso tremolio che minacciava di far cadere delle lacrime sul suo viso, con talmente tanta forza che era certo di aver lasciato un segno su di esso alzandosi di scatto dal letto mentre il suo omega iniziava a dimenarsi facendogli venire la nausea. Si portò una mano alla bocca per evitare di vomitare lì, in camera di sua figlia. Si girò a guardarla, notando che lei aveva smesso di muoversi ed ora lo guardava con un'espressione indecifrabile sul volto e i capelli spettinati a coprirglielo parzialmente.

C – cerca di dormire.” Balbettò Kirishima, allontanando la mano dalla bocca in modo tale che potesse sentirlo. “L'alpha tornerà a casa presto.”

Questo fu tutto ciò che l'omega riuscì a dirle, dopo essersi accertato che Akame si fosse calmata, per poi uscire in fretta dalla camera e chiudersi la porta alle spalle.

Kirishima appoggiò la testa sul duro legno della porta, reggendosi su di essa, mentre cercava di tenere a bada sia il suo respiro che il suo omega. Non riusciva a credere a ciò che era appena successo, a ciò che sua figlia gli aveva urlato. Era certo che Akame non avesse pregiudizi verso nessuno dei secondi genere, di nessun tipo, non era così che l'avevano cresciuta eppure quella notte le sue parole erano state più taglienti di un coltello, più forti di qualsiasi pugno ricevuto allo stomaco durante i turni di pattuglia, più doloroso di ogni altra cosa al mondo tanto da toglierli il respiro.

Kirishima voleva credere era stata solo la foga del momento, che la paura e l'agitazione che avevano invaso sua figlia erano state le ragioni per quel suo comportamento. Akame non pensava davvero quelle cose, ne era sicuro eppure non riusciva a tenere a bada le sue paure, i suoi pensieri e il suo omega.

Kirishima si allontanò dalla porta ma non appena il suo sguardo si posò sulla camera da letto fece una smorfia. Sapeva che ormai nulla sarebbe riuscito a fargli prendere sonno e che avrebbe continuato a pensarci per tutta la notte.

Fece qualche passo indietro, percorrendo il corridoio per dirigersi verso le scale. Doveva esserci una ragione. Doveva, o l'omega non si sarebbe dato pace. Lo sapeva.

Kirishima spalancò gli occhi quando poggiò una mano sul corrimano delle scale, una volta raggiunte, mentre un pensiero gli accarezzò la mente. L'omega giunse all'inevitabile conclusione che, sì, era stata colpa sua. Era colpa sua se Akame aveva sbottato in quel modo.

Era colpa sua perché era un omega e non un'alpha.

Era colpa sua perché era debole.

Era colpa sua perché aveva preferito rimanere a casa piuttosto che tornare a lavorare.

Kirishima iniziò a scendere i primi scalini chiedendosi da quanto tempo sua figlia la pensasse in quel modo ma più se lo chiedeva più faceva male. Lui amava la sua famiglia immensamente, non riusciva a capire come tutto ciò potesse essere successo.

Ritrovandosi senza più energie, non riuscendo più ad arrivare in fondo alla scala, decise di sedersi su uno scalino e con la fronte appoggiata alle ginocchia si arrese all'invitante idea di aspettare che il suo alpha facesse ritorno, lì, al buio sulle scale.

Quando la porta d'ingresso si aprì, Kirishima non seppe dire con certezza quanto tempo fosse passato ma sentì il proprio collo dolere non appena alzò la testa per rivolgerlo verso l'alpha.

Vide Bakugou sfilarsi le scarpe, chiudendo la porta piano dietro di sé cercando di fare il meno rumore possibile per poi vederlo visibilmente irrigidirsi. Il borsone che stava tenendo in mano quasi gli cadde, iniziando ad esaminare la stanza furiosamente per poi accendere la luce velocemente sussultando nel vedere l'omega sulle scale.

Doveva avere un'aspetto orribile, oltre all'odore, perché non appena gli occhi dell'alpha si posarono su di lui, Bakugou, impallidì.

Eijirou.” Sussurrò quasi a fatica l'alpha, gettando tutto sul pavimento malamente per salire in fretta i gradini che dividevano lui dal suo partner.

Bakugou gli prese il viso tra le mani delicatamente, cercando di capire cosa c'era che non andava. Kirishima sentì il proprio cuore stringersi nuovamente in una morsa alla vista dello sguardo preoccupato dell'alpha, mentre tutto iniziava a tornare vividamente alla memoria.

Cosa è successo? Stai bene?” Iniziò a chiedere disperatamente Bakugou, nonostante fosse chiara la risposta già a prima vista. “Akame sta bene?”

L'omega annaspò non appena sentì quella domanda, gettandosi tra le braccia l'alpha sperando che il contatto con l'altro gli potesse donare un po' di conforto. Bakugou lo strinse a sé, senza esitazione, alzando il braccio per accarezzargli i capelli mentre le lacrime avevano iniziato a scendere nuovamente a rigare il volto di Kirishima.

L'omega si distaccò quel tanto che bastava per poterlo guardare negli occhi non appena sentì che l'alpha stesse cercando di profumarlo con il proprio odore. Doveva davvero avere un odore terribile.

Va' da lei.” Disse sottovoce Kirishima.

Bakugou corrucciò la fronte, confuso nonostante non sapesse ancora di cosa si trattasse, tornando a guardarlo. “Sei sicuro?” Chiese perché per quanto fosse preoccupato per sua figlia, l'idea di lasciare il suo partner con quell'odore addosso e chiaramente sconvolto per qualcosa non lo entusiasmava particolarmente. In più sapeva che se Akame fosse stata colei in pericolo, Kirishima non avrebbe esitato a buttarsi in prima linea per lei.

Sì.” Rispose l'omega. “Lei ha bisogno di te.”

L'alpha si allontanò, chinandosi a baciargli la fronte ed asciugargli i residui di lacrime ancora presenti sul suo viso con entrambi i pollici prima di tornare a guardarlo.

Ti racconterò più tardi.” Rispose a quella domanda silenziosa Kirishima per poi guardare Bakugou salire le scale ed entrare in camera di Akame.




Perché cazzo non me lo hai detto subito?” Urlò Bakugou mentre camminava avanti e indietro per la cucina, troppo nervoso per sedersi a tavola dove Kirishima stava mangiando la sua colazione.

L'omega sospirò prima di prendere un sorso di caffè caldo dalla tazza, lasciando che l'alpha si sfogasse prima di rispondere.

Mi sono anche addormentato nel letto con lei.”

Ho visto.” Disse Kirishima accennando un sorriso al ricordo. “Era un bel quadretto.”

Bakugou si fermò di colpo, girandosi verso l'altro incredulo. “Smettila.”

Di fare cosa?”

Di far finta che non sia successo nulla di grave.” Rispose l'alpha. “Non viziarla.”

L'omega ridacchiò prima di prendere l'ultimo sorso rimasto di caffè. “Non sono io quello che la vizia.”

Eijirou.” Lo chiamò adesso con tono più calmo, serio, mentre lo guardava alzarsi per posare la tazza nel lavello della cucina. “Non mi piace che ti parli in questo modo.”

Kirishima si morse il labbro inferiore, spostandosi una ciocca di capelli ancora in disordine a causa del cuscino dietro l'orecchio per poi girandosi lentamente a guardare Bakugou. Lui davvero apprezzava che l'alpha fosse premuroso nei suoi confronti, ma non sentiva il desiderio di parlarne. Non in quel momento.

Sono sicuro che sia solo un fatto isolato.” Cercò di giustificare sua figlia, l'omega. “Cioè, aveva appena avuto un incubo doveva essere ancora sotto shock.”

L'alpha sembrò pensarci su per un momento per poi scuotere la testa, non convinto. “Non importa se era sconvolta. Ti ha ferito e deve scusarsi.”

Kirishima sentì il proprio cuore iniziare a palpitare non appena vide Bakugou iniziare ad allontanarsi dirigendosi verso le scale, seguendolo d'istinto.

Non voglio che pensi che dato che era arrabbiata aveva il diritto di dire e fare ciò che volesse senza conseguenze.” Spiegò l'alpha.

L'omega alzò un sopracciglio e il gesto bastò a far sbuffare Bakugou. “Che c'è? È proprio perché anche io mi comportavo così alla sua età che lo dico.”

Kirishima sospirò sentendo il proprio respiro mancare non appena l'alpha si appoggiò al corrimano della scala.

Akame, vieni qui.” Urlò Bakugou per farsi sentire.

Arrivo!” L'omega sentì la bambina rispondere e dovette ricordarsi di respirare sentendo i passi al piano di sopra.

Non ne voleva parlare. Non ne voleva parlare.

Lo scricchiolio delle scale sotto il peso dei piedi di Akame, mentre scendeva velocemente le scale, riportò alla realtà Kirishima che alzò lo sguardo verso di lei notando come il suo sorriso le morì sulle labbra non appena vide lo sguardo serio dell'alpha.

Cosa c'è che non va?” Chiese lei.

Davvero non lo sai?” Chiese sarcasticamente Bakugou.

Akame abbassò lo sguardo per un'istante prima di rivolgerlo verso l'omega. Kirishima si trattenne dal sussultare, davvero non riusciva più a leggere gli occhi di sua figlia.

Non proprio.” Rispose Akame tornando a guardare l'alpha.

Pensa meglio.” Ribatté Bakugou e l'omega rivolse lo sguardo verso di lui a sua volta, di riflesso. “Cosa è successo stanotte?”

Ho avuto un incubo.” Spiegò la bambina, iniziando a torturarsi le dita come se si vergognasse di ammetterlo all'alpha. “Mi sono svegliata.”

E... ?” La incoraggiò a continuare, Bakugou.

Ne vuoi parlare?” Chiese invece l'omega, accennando un sorriso nel tentativo di rassicurarla ignorando l'occhiataccia dell'altro.

No.” Rispose debolmente lei. “Era solo un incubo.”

Kirishima si morse la lingua.

Mi dispiace di aver urlato. Non ricapiterà.” Promise Akame. “Ero spaventata.”

Lo so – ” Cercò di dire l'omega avvicinandosi a lei per poterla abbracciare ma Bakugou glielo impedì afferrandogli la mano.

Ricordi ciò che hai detto?”

Akame corrucciò la fronte abbassando lo sguardo, sforzandosi di ricordare. “Uhm.”

Sì.” Sussurrò vergognandosi. “Mi dispiace.”

L'alpha rivolse velocemente lo sguardo verso Kirishima per tornare a guardare la loro figlia, facendole intuire che non era con lui che doveva scusarsi.

Scusa.” Ripeté Akame guardando, adesso, l'omega negli occhi. “È ciò che dicono i miei compagni a scuola, io nemmeno – Non me ne ero resa conto. Mi dispiace.”

Kirishima tirò un sospiro di sollievo senza nemmeno rendersene conto, liberandosi dalla presa di Bakugou non appena vide il labbro di Akame tremare. L'omega abbracciò sua figlia stringendola forte a sé, disperatamente, lasciando che piangesse tra le sue braccia certo che lui stesse facendo lo stesso. Le accarezzò i capelli dolcemente per calmarla mentre Akame chiuse le mani a pugni aggrappandosi al tessuto della maglia di Kirishima.




Sei sicuro?”

Sì.” Rispose Kirishima all'altro omega, non riuscendo a trattenere un sorriso al solo pensiero. “Akame sta crescendo e ormai va a scuola, e poi mi manca l'azione.”

Sono felice di sentirlo, sei un eroe eccezionale.” Disse Tamaki, accennando un sorriso. “Lo hai detto a Bakugou?” Chiese iniziando a dirigersi verso lo spogliatoio.

Sì.” Rispose Kirishima, seguendolo. “Anche lui era felice per me.”

Certo.” Sussurrò l'altro omega, lasciando che il suo sorriso si allargasse leggermente. “Lo hai già detto a tua figlia?”

Non ancora.” Rispose Kirishima, con ancora il sorriso sulle labbra mentre si fermava davanti al suo armadietto.

Non era preoccupato di dirlo ad Akame anzi, tutto il contrario, ne era emozionato certo che sua figlia sarebbe stata fiera di lui. Era certo che le si sarebbero illuminati gli occhi e che un grande sorriso sarebbe esploso sul suo viso, esattamente allo stesso modo con il quale guardava Bakugou quando tornava a casa per raccontare la sua giornata. Bhé, quello che era adatto poter raccontare ad una bambina.

L'omega stava per chiudere l'armadietto quando il suo cellulare squillò. Sospirò, prendendolo dal borsone dentro di esso.

Appena in tempo.” Mormorò Kirishima, aggrottando la fronte quando vide che si trattava della scuola.

Rispose alla chiamata, portandosi lentamente il cellulare all'orecchio, quasi tremando all'idea che qualcosa potesse essere accaduto ad Akame. “Sì?”

Tamaki vide l'altro omega spalancare gli occhi, facendo vagare lo sguardo per la stanza in preda al panico. Si avvicinò al collega per cercare di intuire cosa gli stessero dicendo, ma Kirishima aveva iniziato a balbettare frasi senza senso impedendo all'altro di sentire.

Sto arrivando!” Quasi urlò l'omega per poi chiudere velocemente la chiamata ed afferrare distrattamente il borsone e, senza cambiarsi e senza chiudere l'armadietto, si precipitò verso l'uscita.

Kirishima si schiantò quasi contro un palo dalla foga di raggiungere la scuola il più in fretta possibile. Non era mai stato un'eccellente guidatore, sicuramente non con la preoccupazione alle stelle ed il fiatone ad ostacolarlo.

L'omega corse più in fretta che poté verso la sala insegnanti, aprendo la porta senza nemmeno bussare.

All'interno della sala vide una delle insegnanti di Akame sussultare per l'improvviso rumore della porta che sbatteva, essendosi aperta di scatto. Il suo sguardo cercò immediatamente sua figlia trovandola poco lontano dalla sua insegnante, seduta e con la testa china mentre teneva i pugni chiusi sulle ginocchia. Di fronte a lei vi era un'altra sedia dove vi era seduto un bambino con un grande cerotto sul viso a coprirgli la guancia.

Il bambino, probabilmente un compagno di classe di Akame – Kirishima era certo di averlo già visto. – sembrava preoccupato, persino dispiaciuto mentre teneva lo sguardo fisso su di lei. L'omega alzò lo sguardo per incontrare lo sguardo di un uomo e di una donna, probabilmente i genitori del bambino, che lo guardavano seri in volto.




Il quirk di Akame si era presentato e lo aveva fatto nel peggiore dei modi. Il suo quirk stesso si era manifestato causando quella cicatrice vicino all'occhio ma non aveva mai ferito nessun altro. Nonostante non potesse vedere gli occhi di sua figlia che teneva ancora la testa china, seduta adesso al posto dei passeggeri in auto, riusciva ad immaginare quanto mortificata si sentisse.

Ho messo te e papà nei guai?” Chiese all'improvviso.

Kirishima si girò verso di lei, sorpreso. “Certo che no, tesoro.”

Akame sembrò rilassarsi leggermente nel sentirlo, ancora comunque visibilmente tesa non del tutto convinta e rassicurata dalle parole dell'omega.

Non era mia intenzione.” Disse Akame alzando leggermente la voce, agitata. “È stato un incidente.”

Lo so.” Sussurrò dolcemente Kirishima ed Akame alzò la testa per guardarlo in viso.

Mi sono sentita soffocare.” Continuò a spiegare, adesso con le lacrime agli occhi. “Gli avevo detto di starmi lontano, è stato un'attimo e ho visto il sangue e – ”

Non riuscì a continuare, Akame, scoppiando in un pianto liberatorio e l'omega si chinò in avanti senza alcuna esitazione ad abbracciare sua figlia.

Per favore, non dirlo a papà.” Chiese Akame tra i singhiozzi, ancora stretta a Kirishima.

L'omega corrucciò la fronte, distaccandosi quel tanto che bastava per guardarla negli occhi.

Non voglio deluderlo.”

Non succederà.” Cercò di tranquillizzarla ma inutilmente.

Per favore.” Ripeté lei.

Kirishima sospirò prima di posare le labbra sulla cute di Akame per poi raddrizzare la schiena. Sapeva che non avrebbe mai potuto nascondere una cosa simile a Bakugou. Era una cosa troppo grande, troppo seria per poterlo anche solo pensare. Non era un segreto che poteva tenere tra lui e sua figlia, come il mangiare un biscotto prima di andare a dormire all'insaputa dell'alpha. Prima o poi l'avrebbe scoperto in ogni caso, se non da lui dalla scuola stessa o dai genitori del bambino.

L'omega girò la chiave mettendo in moto la macchina, non sapendo cosa dire ad Akame ma alla bambina sembrò non importare mentre passarono l'intero tragitto da scuola a casa in totale silenzio.




Bakugou riusciva a sentire che c'era qualcosa che non andava quel giorno. Una sensazione, oltre all'odore persistente di Kirishima preso dal tagliuzzare delle carote con troppa forza sul tagliere. Strano. L'omega non cucinava. Mai. L'unica volta che ci aveva provato era stato dopo che Bakugou aveva dato ascolto al suo alpha al liceo e si era allontanato da Kirishima per quello che lui credeva fosse il suo bene. Non era un buon segno nemmeno quello.

A stento sai riscaldare gli avanzi ed adesso ti metti a cucinare?” Lo stuzzicò Bakugou, cercando di vedere cosa stesse preparando.

Hai sempre detto che la cucina ti fa sentire meglio.” Mormorò l'omega e quello attirò l'attenzione dell'alpha che tornò velocemente a guardarlo.

Hai bisogno di sentirti meglio?”

Forse.” Fece spallucce Kirishima, continuando a tenere lo sguardo fisso sul coltello.

Bakugou sospirò e l'omega si irrigidì immediatamente. “Perché?”

L'alpha vide Kirishima alzare lo sguardo per indirizzarlo di fronte a sé, ancora lontano dal suo, posando il coltello lentamente come se i suoi pensieri lo stessero distraendo dal semplice movimento. Iniziò a mordicchiarsi il labbro inferiore come era suo solito fare quando era nervoso. Sembrava indeciso se parlare o meno facendo agitare l'alpha di Bakugou.

Ha chiamato la scuola stamattina.”

Cosa?” Chiese sorpreso Bakugou, grato quando finalmente l'omega si decise a girarsi per guardarlo.

Sì.” Continuò. “Il quirk di Akame si è risvegliato ed ha ferito un suo compagno di classe.”

È stato un incidente.” Si affrettò a dire non appena l'alpha aprì la bocca per poter dire qualcosa, impedendoglielo. “Sorpresa.” Disse con finto entusiasmo, allargando leggermente le braccia ancora nervoso.

Bakugou sapeva che Kirishima si stesse riferendo al quirk di sua figlia ma, in quel momento, la mente dell'alpha si era completamente svuotata.

Uuh, non voglio morire.” Bakugou venne riportato alla realtà da una risata nelle vicinanze e, girandosi verso di essa, vide Akame con il sorriso sul volto mentre guardava sul bancone della cucina.

Il suo sorriso morì sulle labbra non appena si rese conto dell'espressione seria che avevano entrambi indosso.

Stavo scherzando.” Spiegò Akame. “Perché è sempre papà a cucinare, cioè si può morire di intossicazione alimentare ma – era uno scherzo.”

Akame fece vagare nervosamente lo sguardo verso entrambi, ripetutamente, nell'attesa che uno dei due dicesse qualcosa.

Bakugou girò leggermente la testa verso l'omega. “Come è successo?”

Successo cosa?” Si intromise Akame nonostante la domanda non fosse rivolta a lei.

L'alpha vide sua figlia spostare il peso da un piede all'altro e non appena il suo sguardo si posò su Kirishima, sapeva benissimo cosa stava per accadere.

Glielo hai detto.” Quasi urlò Akame. “Ti avevo chiesto di non farlo.”

Quello aveva fatto male, un po', ma Bakugou cercò di ignorare la spiacevole sensazione all'altezza del petto per il momento.

Akame.” La rimproverò l'alpha ma lo sguardo di sua figlia si accigliò ancora di più.

Non potevi farti gli affari tuoi?” Sbottò.

Akame!” Quasi ringhiò Bakugou e l'omega gli afferrò il braccio, stringendolo con forza per farglielo notare.

L'alpha si calmò all'istante, sbattendo ripetutamente le palpebre vedendo sua figlia sussultare per poi fare qualche passo indietro mentre Kirishima gli rilasciava il braccio.

Questa è tutta colpa tua.” Disse tornando a guardare l'omega mente le lacrime iniziarono i rigarle il viso. “Ti odio!” Sputò fuori per poi girarsi e correre verso le scale.

Bakugou cercò di distaccarsi dal bancone della cucina per andarle dietro ma un forte odore lo invase, così freddo e cupo, amaro tanto da fargli venire il conato, bloccandolo sul posto mentre un brivido gli percorreva la schiena. Quando si girò di scatto verso l'omega quello che vide gli fece congelare il sangue nelle vene.

Kirishima era pallido in viso, quasi cadaverico, mentre teneva la mascella rigida così stretta che sembrava doloroso persino alla sola vista. Provò a fare un passo in avanti verso l'alpha per finire rovinosamente a peso morto tra le braccia di Bakugou, che lo prese d'istinto evitando che cadesse a terra.

L'alpha si portò una mano alla bocca per evitare di vomitare, adesso con i capelli dell'omega sotto il proprio naso, mentre con l'altra continuava a sostenerlo. Si accasciò a terra, portando l'altro con lui, stringendolo più forte e più vicino a sé come meglio gli era possibile cingendolo sia con le gambe che con le braccia iniziando a cullarlo ed a strofinargli i bicipiti.

L'omega di Kirishima non doveva aver preso bene le parole di Akame, della sua cucciola, e l'istinto gli aveva mandato in blackout l'intero corpo.

Ssh, Eijirou.” Gli sussurrò all'orecchio nonostante l'altro non stesse proferendo parola, senza mai arrestare le sue carezze. “Si sistemerà tutto. Te lo prometto.”




I bambini sono molto impulsivi.” Cercò di spiegare Midoriya, accennando un sorriso. “Sono sicuro che non sappia nemmeno cosa significhi davvero.”

Kirishima sospirò, apprezzava quello che stava cercando di fare l'amico, davvero e condivideva il suo pensiero. Più o meno. Eppure questo non serviva a farlo sentire meglio, a fargli dimenticare le parole taglienti e pungenti di sua figlia. Avrebbero dovuto parlare di questo prima o poi, avrebbe fatto bene ad entrambi.

Com'è Katsuki?” Chiese l'omega, un po' preoccupato. “All'agenzia ed in azione, intendo.”

Kacchan è un po' teso.” Rispose il beta. “Bhé, non più del solito comunque.”

Kirishima annuì. Odiava quella situazione che aveva creato solo tensione, non solo a casa tra lui ed Akame, ma quella sensazione lo accompagnava costantemente durante la giornata. A lavoro e non, e l'idea che l'avesse trasmessa anche all'alpha, distraendolo, non lo aiutava minimamente.

Grazie, non eri obbligato ad accompagnarmi.” Disse l'omega sorridendogli mentre si fermava davanti alla porta della propria casa. “E di prenderti cura di Katsuki quando io non ci sono.”

Il sorriso di Midoriya si allargò. “Non dirlo neanche.” Disse, salutandolo con una mano mentre iniziava ad allontanarsi.

Quando Kirishima entrò in casa, si stupì di trovarla al buio e vuota. Era certo che Bakugou avesse finito il turno prima di lui, quella sera, e non vi era nessuna traccia nemmeno di Akame. Nessuna musica proveniente dalla sua camera, nessuna voce.

L'omega gettò le chiavi sul tavolino vicino l'ingresso, in fretta, affrettandosi a controllare le stanze. Non appena si rese conto che anche il soggiorno fosse vuoto, l'ansia iniziò a farsi strada nel suo petto. Corse verso la cucina, notando una leggera fonte di luce provenire da essa, scontrandosi quasi contro qualcosa.

Quando quel qualcosa gli afferrò le braccia per evitare di cadere, Kirishima aprì gli occhi di scatto per ritrovarsi davanti l'alpha.

Katsuki!” Quasi urlò, sorpreso ed anche un po' arrabbiato. “Hai nascosto il tuo odore, cosa sta succedendo? Dov'è Akame?”

Rilassati.” Sbuffò Bakugou. “Akame è a casa di Deku, con Faccia Tonda.”

Cosa?” Esclamò. “Ma Midoriya non mi ha detto – Oh.”

La tavola della cucina imbandita elegantemente, con sopra una tovaglia bianca di organza a ricoprirne il legno. L'unica fonte di luce presente in quella stanza era dovuta alle candele accese in un candelabro al centro di esso. Accanto ai calici notò una bottiglia di vino rosso, nonostante sapesse che l'alpha non era un grande fan del vino.

L'omega tornò a guardare Bakugou che lo guardava a sua volta, adesso leggermente rosso in viso. Gli occhi gli pizzicarono per quel gesto tanto semplice quanto amorevole. L'alpha sapeva che sarebbe tornato a casa esausto e, ad essere sinceri, con tutto ciò che era successo in quei giorni non avrebbe avuto nessuna voglia di uscire. Era vero che Bakugou preferiva rimanere a casa già di suo, di solito, non amando tutti quegli sguardi puntati su di loro anche quando mangiavano ma, in passato aveva sempre cercato di ignorarlo per Kirishima – che, da inguaribile romantico quale era aveva sempre ripetuto che per lui c'erano solo loro quando erano insieme ottenendo come risposta da parte dell'altro sempre delle urla a nascondere il suo imbarazzo – ma quel gesto, quella sera, aveva fatto sentire l'omega apprezzato e amato.

Grazie.” Disse semplicemente Kirishima, commosso, stringendosi a lui. “Ne avevo bisogno.”

Siamo un team.”

Già, lo siamo.” Rispose l'omega, con il sorriso sul volto. “Siamo il miglior team che esista.”

Un ghigno nacque spontaneo sulle labbra dell'alpha, fiero. “Cazzo sì, lo siamo.”




Kirishima era un po' nervoso all'idea di rivedere Akame dopo aver trascorso una serata nell'intimità con il suo partner, non perché non le fosse mancata, le era mancata ma era un po' teso non sapendo cosa aspettarsi da sua figlia. Non sapeva cosa le avesse detto Bakugou e non sapeva quale fosse l'umore di lei.

Quando la porta d'ingresso si aprì, l'omega si girò di scatto verso di essa mentre l'alpha si alzò per andarle incontro.

Akame entrò in casa con le cuffie alle orecchie e uno zaino sulle spalle. Non aveva idea di che odore stesse emettendo in quell'istante, Kirishima, ma sperava che fosse qualcosa di caldo e familiare che facesse sentir sua figlia accolta, confuso dalla multitudine di emozioni che stava provando in quel momento.

Akame, dopo essersi sfilata le scarpe, appoggiò lo zaino a terra e non appena il suo sguardo incontrò quello dell'omega si tolse le cuffie.

Divertiti?” Chiese e Kirishima ne rimase un po' sorpreso.

Sì.” Rispose con un filo di voce.

Bene.” Disse Akame, mettendo le mani in tasca un po' a disaggio ma comunque accennando un sorriso. “Mi fa piacere.”

Bhé, non era esattamente ciò che l'omega si era aspettato di trovarsi davanti ma era un inizio e ne era grato.

Vado di sopra a sistemare la mia roba.” Informò, prima di sparire al piano di sopra e Kirishima non riuscì a smettere di sorridere.




Bakugou poté tirare nuovamente un sospiro di sollievo. Non era stato facile all'inizio, ma Akame si era scusata.

Kirishima aveva fatto prendere uno spavento ad entrambi. Senza proferir parola con nessuno, lasciando solo un piatto di avanzi del giorno prima rimasti sul tavolo avvolti nel cellofan, non si era fatto trovare a casa quando la loro figlia era tornata da scuola. Era tornata prima a causa di una esercitazione e per qualche ragione quel piatto lasciato lì in una cucina vuota l'aveva spaventata a morte.

Aveva spaventato anche l'alpha quando dovette correre dritto verso casa con al telefono sua figlia in preda al panico. Senza contare il fastidio di chiedere nuovamente il favore a Midoriya di tenere sua figlia mentre lui andava a cercare il suo partner dopo averle promesso che lo avrebbe trovato e che sarebbe tornato a casa presto insieme a lui, e così aveva fatto scoprendo che Kirishima era semplicemente nel suo ufficio con il cellulare scarico.

Non tutti i mali vengono a nuocere, perché una volta tornato a casa Bakugou assistette alla scena di Akame che si gettava tra le braccia dell'omega in lacrime chiedendo perdono temendo che fosse andato via a causa sua. Ovviamente, Kirishima l'aveva rassicurata che non era stato nulla del genere ma era stato bello vedere Akame e l'omega riavvicinarsi dopo tanto tempo.

La quiete comunque, con grande rammarico dell'alpha, non durò molto perché da quando Akame era tornata a casa insisteva nel volere un fratellino. Non che lui non lo volesse o che non ci avesse pensato, ma non lo aveva ancora detto a Kirishima. Era appena tornato a lavorare ed inoltre non sapeva se era il momento giusto con Akame e l'adolescenza alle porte.

Caro Babbo Natale.” Urlò Akame seduta nel divano del soggiorno e Kirishima, accanto a lui in cucina, non riuscì a trattenere una risata.

Entrambi sapevano che non c'era nessuna lettera, Akame ormai era abbastanza grande per credere ancora alla sua esistenza e sapevano che quello era solo l'ennesimo tentativo di convincere i suoi genitori.

So di non essere stata una figlia perfetta quest'anno ma se mi aiuterai non chiederò mai più nulla.”

Che bugiarda.” Sussurrò l'alpha, scuotendo la testa divertito.

Dammi quello che hanno Keiichi e la sua sorellina.” Continuò lei, tenendo ancora alta la voce per assicurarsi di essere sentita da entrambi. “Dammi un fratellino.”

Bakugou sopirò come rassegnato, non riuscendo a trattenersi dal guardare con la coda dell'occhio Kirishima per vedere che reazione avesse. L'omega stava cercando di trattenere una risata da dietro la tazza di caffè ma non appena i loro sguardi si incontrarono un ampio sorriso gli illuminò il viso ed, all'improvviso, l'alpha si sentì più leggero.




Ryuu.” Lo chiamò Kirishima esasperato mentre il bambino si dimenava tra le sue braccia.

No!” Esclamò lui. “Non voglio andare a scuola.”

Vedrai che ti divertirai.” Cercò di incoraggiarlo, raggiungendo l'ingresso a fatica a causa dei movimenti del bambino non volendo rischiare di farlo cadere.

Fammi venire con te.” Si lamentò ancora, afferrando il corrimano della scale obbligando l'omega a fermarsi per evitare che il bambino si facesse male.

Kirishima alzò lo sguardo vedendo Bakugou ed Akame scendere le scale pronta per un nuovo giorno di scuola, stava crescendo in fretta. Il suo sguardo si addolcì nel vedere sua figlia e per tutta risposta lei gli sorrise per poi chinarsi a dare un bacio sulla pancia scoperta del fratello facendolo ridere.

Mi dai una mano?” Chiese l'omega all'alpha una volta che Akame si allontanò verso la porta e Bakugou scese gli ultimi gradini.

L'alpha allungò le braccia per prendere Ryuu in braccio mentre ancora urlava. “No, morirò!”

Kirishima sospirò spostando lo sguardo verso i neri capelli, ormai, spettinati di suo figlio. Dopo tutto il tempo che ci aveva messo per pettinarli.

Sei di pattuglia oggi?” Chiese Bakugou, attirando nuovamente l'attenzione dell'omega. “Smettila di fare i capricci, Ryuu.”

Sì.” Rispose entusiasta Kirishima sorridendogli. “Tornerò a casa per cena.”

Ok, allora noi andiamo.” Disse l'alpha chinandosi per dare un veloce bacio sulle labbra all'omega.

No.” Piagnucolò ancora il loro figlio, allungando le braccia verso Kirishima. “Non mi lasciare.”

Non fare così, mi si stringe il cuore.” Sussurrò l'omega portandosi una mano al petto.

Andiamo.” Borbottò Bakugou per poi aprire la porta ed uscire in fretta prima che Ryuu decidesse di dimenarsi di nuovo, seguito subito dopo da Akame.




Vedere Akame diventare poco a poco una giovane donna, riempiva il cuore di Kirishima di orgoglio. Con la nuova scuola erano arrivate anche le nuove responsabilità, i primi desideri per il futuro e lo stress per gli esami. Attenti, sia l'omega che Bakugou, a non far troppa pressione alla ragazza. Non volevano che vivesse ciò che loro avevano vissuto alla sua età, cercando comunque di incoraggiarla come meglio possibile.

Akame comunque aveva messo in chiaro che al momento si sarebbe concentrata sullo studio per poi successivamente pensare a cosa fare del suo futuro. Sembrava saggio.

Mi stai distraendo.” Si lamentò Akame, sentendo lo sguardo dell'omega fisso su di lei. “Comincia anche ad essere un po' inquietante.”

Sono solo molto fiero di te.” Ribatté Kirishima, spostando comunque la sedia leggermente più lontano da sua figlia. In cucina, Akame stava facendo i suoi compiti concentrata sui libri o almeno finché l'omega aveva deciso di sedersi accanto a lei per guardarla studiare.

Non potresti essere fiero di me senza guardarmi?”

L'omega alzò le braccia in segno di resa senza riuscire a trattenere una risata, spostando lo sguardo verso Ryuu quando scese velocemente le scale con anche lui dei libri in mano.

Il bambino sbatté con forza i libri sul tavolo, provocando un tonfo che riecheggiò per la cucina, facendo cadere la pila su di esso che urtarono la mano di Akame facendole segnare il quaderno con una linea in mezzo.

Ehi!” Esclamò infastidita lei.

Ryuu alzò lo sguardo verso di lei ma non disse nulla, mettendosi seduto di fronte a lei ed aprire uno dei libri per iniziare a studiare a sua volta.

Urgh, eri più carino quando potevo ancora prenderti in braccio.” Commentò Akame, iniziando a cancellare con la gomma in modo aggressivo.

Kirishima accarezzò i capelli di Akame dolcemente facendole segno di non esagerare ma a Ryuu sembrò non importare, intento a leggere una pagina attentamente.

Non era insolito che i due si stuzzicassero a vicenda ma che fosse proprio Ryuu a porre fine a quel battibecco restando in silenzio, quello era strano. I due amavano questo loro modo di dimostrare affetto tra di loro e Ryuu era quello più affettuoso dei due, di solito.

L'omega si alzò dalla sedia dirigendosi verso le scale per lasciare che i due studiassero senza più distrazioni, lanciando loro un'ultima occhiata prima di salire al piano di sopra.

Era il suo giorno libero e mentre aveva speso la mattinata a prendersi un po' cura di sé ma nel pomeriggio aveva deciso di mettere un po' d'ordine in casa, con due figli molto attivi era normale che la casa finisse un po' sottosopra, non volendo che Bakugou tornasse a casa trovandola in quello stato sapendo quanto il disordine gli desse fastidio. Aveva in programma di cucinare lui stasera, bhé forse di ordinare un take away, e godersi la cena tutti insieme permettendo all'alpha di riposare un po' consapevole che Bakugou avrebbe ricambiato il gesto il giorno dopo facendogli trovare la colazione a letto prima che l'omega iniziasse il suo turno. Sorrise, ripensando a quello che stava diventando la loro nuova routine ma che, Kirishima, non si sarebbe mai stancato di rivivere.

Un forte tonfo, proveniente dal piano di sotto, mise subito sull'attenti l'omega di Kirishima riportando alla realtà. Si precipitò verso le scale, scendendo più in fretta che poté e quando sentì l'odore di sangue perse un battito.

Corse in cucina, trovando Ryuu con il fiatone che gli dava le spalle accanto al tavolo completamente ribaltato mentre le sedie, ai lati opposti, ancora integre ma era chiaro che erano state spostate malamente per allontanarle dal tavolo. Con i libri a terra, l'unico rumore che riempiva la stanza era il respiro pesante di Ryuu ed una matita intenta a rotolare sul pavimento finché colpì il piede dell'omega.

Kirishima abbassò lo sguardo ad osservarla, solo per un'attimo, ancora confuso prima di rivolgere nuovamente lo sguardo di fronte a sé ed iniziare ad avvicinarsi. Più, però, l'omega si avvicinava a suo figlio più la preoccupazione aumentava iniziando a temere il peggio.

L'odore di sangue aumentava e non appena gli fu accanto un brivido percorse la schiena di Kirishima. Lo sguardo di Ryuu era feroce, corrucciato e con gli occhi scuri continuava a fissare di fronte a sé, con le braccia aperte lungo i fianchi, in posizione, come pronto a sferrare un attacco. La sua bocca era contorta in una smorfia, mostrando i denti, lui stava... Ringhiando.

Ryuu?” Provò a chiamarlo in un sussurro.

Non appena si sentì chiamato, Ryuu, si rilassò raddrizzando la schiena mentre chiudeva le labbra in una linea sottile. Il suo sguardo non sembrava più quello di prima mentre si girava verso l'omega, anzi sembrava preoccupato per poi tornare velocemente di fronte a sé.

Kirishima notò solamente in quel momento che vi era del sangue in una mano di suo figlio ma non appena cercò di avvicinarsi notò che non aveva nessuna ferita. L'omega si irrigidì, sentendo la testa quasi girare mentre, lentamente, rivolgeva lo sguardo nello stesso punto in cui lo stava rivolgendo Ryuu.

A Kirishima mancò l'aria non appena vide Akame accasciata a terra, con una mano sporca di sangue sul braccio a coprirsi la ferita e lo sguardo terrorizzato verso il fratello.

L'omega si precipitò verso di lei, trovando di nuovo le forze per cercare di aiutare sua figlia, inginocchiandosi accanto a lei una volta raggiunta. Lentamente avvicinò la mano alla sua, notando che stava ancora tremando, cercando di non spaventarla più di quanto non lo fosse già. Lei lo lasciò fare, probabilmente ancora troppo sotto shock, lasciando che gli spostasse la mano per fargli esaminare la ferita.

Fortunatamente la ferita non era molto profonda ma il segno delle unghie di Ryuu era ben visibile nella pelle di Akame e, Kirishima, non era certo se sarebbe rimasta la cicatrice.

Un rumore attirò l'attenzione dell'omega che, voltandosi, vide Ryuu indietreggiare con gli occhi spalancati sbattendo contro un sedia.

Ryuu, no.” Disse Kirishima ma non appena finì quella frase, Ryuu corse via lasciando la porta d'ingresso aperta.

L'omega si alzò di scatto, lanciando prima un'occhiata a sua figlia incerto su cosa fare. Si precipitò verso il bagno alla ricerca di un asciugamano, prendendo il primo che avesse incontrato i suoi occhi, per poi tornare da Akame prendendole le mani per posarle su di esso.

Premi forte.” Disse e aspettò che Akame annuisse debolmente prima di rialzarsi e dirigersi verso l'ingresso. Fece qualche passo fuori casa, cercando suo figlio sia con lo sguardo che con l'odore.

Passandosi una mano tra i capelli, Kirishima tornò dentro casa mente sentiva le lacrime agli occhi tirando fuori il cellulare dalla tasca per chiamare Bakugou.

Quando l'alpha fece il suo ritorno a casa, l'omega tirò un sospiro di sollievo nel vederlo con in braccio Ryuu mentre lui era ancora seduto a terra a tenere stretto a sé Akame con una fasciatura al braccio. Lo vide abbassare lo sguardo verso di loro, serio, e l'omega riuscì ad intuire che fosse preoccupato a sua volta vedendo i suoi occhi spostarsi verso Akame.

Come sta Ryuu?” Chiese Kirishima.

Bakugou si girò su se stesso solo il tempo necessario per permettere all'omega di vedere la faccia rilassata di Ryuu nel sonno per poi rigirarsi a guardarlo nuovamente negli occhi. “È crollato dopo aver pianto per svariati minuti.”

Dov'era?”

Lo abbiamo cercato per un po', ma alla fine aveva solo fatto il giro dell'agenzia e lo abbiamo trovato nel mio ufficio.” Bakugou sospirò. “Sotto alla scrivania.”

Kirishima tirò un sospiro di sollievo nel sapere che il loro figlio non si era allontanato molto e non aveva rischiato di imbattersi in alcun pericolo, rimanendo in un ambiente familiare.

Metto a dormire Ryuu.” Lo informò l'alpha iniziando ad allontanarsi mentre l'omega strinse a sé Akame che adesso teneva gli occhi chiusi ma dall'espressione in dolore, Kirishima, dubitava stesse davvero dormendo.

Le spostò i capelli dal viso, accarezzandola dolcemente, controllando che le bende fossero pulite.

Bakugou si sedette accanto ad Akame non appena tornò da loro, nello stesso lato della ferita, prendendole delicatamente il braccio per analizzarlo.

Cosa è successo?” Chiese l'alpha mentre le scioglieva le bende, fermandosi quando vide una smorfia di dolore sul suo viso.

Io – io non lo so.” Rispose l'omega senza distaccarsi un solo istante da Akame. “Non ero lì quando e successo e – ”

Respira.” Disse l'alpha, accarezzandogli un braccio delicatamente prima di tornare con lo sguardo verso il braccio di sua figlia.

Credo che il secondo genere di Ryuu si sia presentato.” Spiegò Kirishima. “Credo che Ryuu sia un alpha.”

Cosa?” Chiese Bakugou corrucciando la fronte. “È troppo presto.”

A volte succede.”

Bakugou sospirò ancora per poi portare il braccio di Akame vicino al viso. Lo fissò, intensamente, come se la ferita potesse scomparire semplicemente minacciata dal suo sguardo. L'omega non era certo di ciò che stesse cercando di fare l'altro, così vicino ad essa da pensare che volesse annusarla o addirittura leccarla.

Alpha?” Lo chiamò Kirishima, guardandolo sbattere le palpebre ripetutamente.

Scusa, è solo – ”

Lo so.” Disse l'omega comprensivo, capendo ciò che volesse dire. Anche lui stava combattendo contro il suo secondo genere, l'istinto, e la preoccupazione che solo un genitore poteva avere.




I giorni che susseguirono quell'incidente non furono semplici. Akame aveva iniziato ad avere paura del fratello, e Kirishima riusciva a vedere come questo feriva Ryuu.

Bhé, non proprio paura ma ogni volta che lui faceva un movimento improvviso o si alzava troppo velocemente, lei sussultava. Non ne andava fiera, Akame lo aveva confessato all'omega. Anche lei si sentiva in colpa nel procurare sofferenza al fratello ma era più forte di lei.

Ryuu a sua volta si sentiva in colpa per aver ferito la sorella nonostante non fosse mai facile controllare il proprio secondo genere soprattutto la prima volta ed ad un'età così precoce, non se ne dava pace.

Proprio quando Kirishima stava iniziando a preoccuparsi sul serio, però, accadde.

Ryuu e Bakugou stavano giocando seduti sul divano mentre Akame li guardava sulla soglia della porta. Fortunatamente nessuno dei due aveva mai trovato difficoltà a giocare con i loro figli, entrambi competitivi, ma non era certo una sorpresa con entrambi i genitori competitivi a loro volta, era sempre divertente giocare in gruppo ed in famiglia. A volte si finiva per alzare la voce ma anche quello faceva parte del gioco.

Akame continuava a fissarli, spostando lo sguardo ogni tanto solo per indirizzarlo al televisore e poi tornare a guardarli. L'omega si avvicinò lentamente a lei mentre la stanza veniva riempita dai rumori della televisione e le risate dei due mentre premevano con troppa forza i tasti del joypad, era chiaro che volesse unirsi a loro.

Kirishima stava già pensando a cosa poterle dire per incoraggiarla ma sua figlia lo stupì e, accennandogli un sorriso, si avvicinò a loro a piccoli passi. L'omega la seguì d'istinto, fermandosi dietro al divano mentre lei si fermava davanti al tavolino.

Stai barando, papà.” Esclamò Ryuu, saltellando sul divano con talmente tanta enfasi da finire quasi sopra l'altro alpha.

Cosa?” Alzò la voce Bakugou. “Non ho bisogno di barare, sono il migliore.”

Kirishima non riuscì a fare a meno di alzare gli occhi al cielo ma sorrise sapendo che suo figlio non si sarebbe arreso tanto facilmente, testardo come suo padre.

In nessun modo.” Ribatté Ryuu con il sorriso sulle labbra, accanendosi contro i tasti del joypad.

I due smisero di ridere quando notarono Akame, girandosi verso di lei.

Posso giocare?” Chiese lei ancora titubante.

Bakugou le mostrò un ghigno. “Tieni, prendi il mio posto.” Disse porgendole il joypad. “Sono troppo per tuo fratello.”

Stavo vincendo io.” Si lamentò Ryuu mentre Akame prendeva il joypad tra le mani.

Bakugou si allontanò dal divano per avvicinarsi all'omega che lo stava guardando con il sorriso sulle labbra. Si chinò verso di lui per baciarlo per poi cingergli la vita e guardare i loro figli, nella speranza che quel giorno la tensione che vi era tra i due sarebbe finalmente sparita.

Ryuu ed Akame si guardarono per qualche istante come se lui non sapesse bene cosa dire o fare mentre lei le accennava un sorriso. Non appena Ryuu si chinò a riprendere il joypad posato sul tavolino, Akame sussultò e Ryuu ritrasse subito la mano come scottato.

Akame si morse il labbro inferiore, nervosa, per poi sedersi sul divano e dare spazio a Ryuu di prendere il joypad e sedersi a sua volta.

I due iniziarono a giocare e Kirishima tornò ad essere di nuovo un po' nervoso quando in un primo momento sembrava che i due non avessero alcuna intenzione di parlarsi ma non appena Akame vinse una partita, vide qualcosa brillare nei suoi occhi.

È stata solo fortuna.” Borbottò Ryuu mettendo il broncio.

Ah! Ti piacerebbe.” Lo schiernì lei con un ghigno sul viso.

Ryuu si girò verso di lei, sorridendo a sua volta. “Questa volta vincerò io.” Disse per poi chinarsi a riprendere il joypad.

Questo è da vedere.” Ribatté lei. “Ti distruggerò.”

Si guardarono ancora per qualche istante, sfidandosi, per poi scoppiare in una fragorosa risata prima di iniziare un'altra partita e, Kirishima, sapeva che non aveva più nulla da temere.




Quella mattina era iniziata un po' come le altre. Akame era stata la prima ad alzarsi, troppo emozionata per restare a letto a dormire, tormentando il fratello affinché potesse svegliarsi anche lui. Bakugou preparò la colazione per tutti e, non appena finito di mangiare, tutti si fermarono ad ammirare Akame con indosso l'uniforme della Yuuei che, eccitata, continuava a fare giri su se stessa per mettersi in mostra.

Hai i pantaloncini sotto la gonna.” Notò Ryuu, un po' perplesso dalla scelta stilistica della sorella.

Certo che sì.” Rispose lei, fiera. “Così posso prenderti lo stesso a calci nel sedere.” Disse ridacchiando per poi spettinargli i capelli sotto le risate di Ryuu.

Ok, ok.” Esclamò Bakugou cercando di fermare il disordine che stavano creando i due mentre continuavano a prendersi in giro a vicenda sia con le parole che con le mani. “Akame, vai ad accendere la televisione.”

Akame sorrise, allontanandosi dal fratello per obbedire che si alzò dalla sedia della cucina a sua volta per seguire la sorella.

Quel giorno avrebbero mostrato la classifica in televisione. Era emozionato per Bakugou, sapeva che aveva lavorato sodo e si sentiva fiducioso al riguardo. Anche se il secondo posto non era male, sapeva che arrivare primo sarebbe stata una grande soddisfazione per l'alpha e, l'omega, glielo augurava con tutto il cuore.

Kirishima raggiunse Akame e Ryuu non appena li sentì urlare eccitati dal soggiorno.

Che succede?” Chiese l'omega aspettandosi di vedere il nome dell'alpha sullo schermo ma quando i suoi occhi si posarono sulla televisione, Kirishima si fermò.

C'era anche il suo nome su quella classifica. L'omega sbatté le palpebre ripetutamente, perplesso, non riuscendo a spiegarsi come fosse possibile. Non era tra i primi cinque, non ancora, ed aveva senso avendo vissuto due gravidanze ma Kirishima non si sarebbe mai aspettato di essere nemmeno tra i primi dieci.

L'omega distolse lo sguardo dal televisore per rivolgerlo ai suoi figli che ancora saltellavano eccitati continuando a guardarlo mentre sorridevano. Kirishima si ritrovò senza parole sussultando, quasi, quando sentì una presenza accanto a sé.

Bakugou lo stava guardando, emanando un odore delizioso. Gli sorrise, alzando un braccio per porgergli un bicchiere di champagne che solo in quel momento l'omega aveva notato avesse in mano.

Kirishima lo prese d'istinto, ancora con gli occhi spalancati chiedendosi da quanto tempo l'altro ne fosse stato al corrente.

L'alpha fece toccare il bicchiere leggermente con il suo, quel tanto che bastava affinché risuonasse il vetro del bicchiere per la stanza. “Benvenuto alla scalata.” Disse fiero.

Un sorriso a trentadue denti comparve automaticamente sulle labbra dell'omega, mentre riusciva già a sentire le lacrime pizzicargli gli occhi.
















NdA: THE END!

Woah, non riesco a credere di averlo fatto davvero! Sono molto emozionata e non riesco a smettere di sorridere.

Questa serie significa molto per me e non sono pronta a dirle addio, quindi non lo farò! Non ancora. La trama è finita ma ho ancora l'ultimo capitolo della seconda parte da scrivere.

Spero tanto che essa vi sia piaciuta. Amo sempre molto soffermarmi nell'aspetto emotivo e psicologico dei personaggi nelle mie storie e vedere come crescano nel corso di esse. Come il rapporto tra Midoriya e Bakugou che cambia dalla prima all'ultima parte della serie.

Spero di aver scritto loro da adulti in modo decente, volevo che sembrassero più maturi restando comunque sempre loro stessi. Scrivere le prime scene di questa parte mi ha toccato il cuore, descrivere Bakugou e Kirishima così presi dalla novità era troppo bello per non farlo.

La scelta dei nomi per i figli non è stata semplicissima. “Akame” mi piaceva molto e sapevo di volerlo usare ma per gli altri ho dovuto fare qualche ricerca e i loro significati mi sono piaciuti. Li metterò in fondo alle note.

Grazie mille a tutti per aver dedicato il vostro tempo a leggere questa serie, soprattutto dato che è formata da one-shot molto lunghe, grazie per i commenti e le dolci parole, grazie per i kudos e i segnalibri, grazie per le subs e per l'amore che avete mostrato per questa serie. Tutto questo significa molto per me.

Spero che il finale vi sia piaciuto e di non avervi deluso in qualche modo.

Grazie a tutti. Fatemi sapere cosa ne pensate.

A presto!


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Piccola curiosità sui nomi:


AKAME (アカメ): Significato:

"Occhi rossi"


RYUU (): Significato:

"Spirito del drago."


KEIICHI (圭一): Significato:

"Figlio prezioso come un gioiello."

   
 
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