Anime & Manga > Dragon Ball
Segui la storia  |       
Autore: Giovievan    07/02/2021    0 recensioni
Ho impiegato molti anni e fin troppa sofferenza a farmene una ragione ma finalmente l’ho capito: il mio destino non è mai stato quello di essere Perfetto. Io sono nato per essere il padre degli dei. Il mio unico compito, la mia missione, è rendere reale la Leggenda, e ci proverò fino all’ultima goccia del mio sangue.
-
Durante l'inverno più rigido che Arcos abbia mai vissuto Cold decide di infrangere la legge arcosiana per generare l'Essere Perfetto, il mutante che secondo la leggenda avrebbe una tale potenza da poter diventare padrone dell'intero Universo.
È così che nonostante le resistenze, in particolare quelle di Cooler, Freezer prende vita possedendo l’immenso potere che Cold sognava di generare da sempre. Ma le cose si fanno più complesse del previsto e lentamente tutto scivola fuori controllo...
Genere: Dark, Introspettivo, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Cooler, Freezer, Re Cold
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Origins: come tutto ebbe inizio'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
3.
Eterno legame


-
 
Spostare il blocco di ghiaccio non mi richiede più neanche uno sforzo: il tunnel segreto si apre dinnanzi ai miei occhi uguale a com’è sempre stato in trent’anni.
Mi infilo nella strettoia con difficoltà; ormai sono cresciuto molto da quando, da bambino, riuscivo a passare senza alcun problema. Proseguo a capo chino con la certezza che durerà poco: infatti dopo nemmeno una manciata di metri il soffitto sale e pian piano si innalza fino a sfiorare i cinque metri e mutare da dura roccia a permafrost.
Anche le pareti si allargano e continuano a farlo sempre più finché non arrivo alla fine del tunnel e metto piede in una grotta nascosta, una piccola sacca scavata nella crosta arcosiana e collegata al resto della città dal sottile stelo che ho appena attraversato.
Il soffitto è translucido; la luce dell’alba, delicata e rosacea, penetra all’interno della cavità rendendola quasi fiabesca a vedersi. Mi sembra molto più piccola di quanto ricordassi.
Erano diversi anni che non venivo qui: da quando mio padre è peggiorato, e poi dalla sua morte, tutti gli occhi sono sempre stati puntati su di me e incontrarmi in segreto con Hailstone era troppo pericoloso. In fondo non ne avevamo nemmeno più bisogno: da un bel po’ di anni ho abbandonato tutti gli scrupoli inculcati da Snow nel mio cervello e ho iniziato a vivere la mia vita come desideravo, incontri con Hailstone compresi.
In ogni caso non volevo che questo posto venisse scoperto e col senno di poi so che è stata una buona scelta poiché qui mi sento incredibilmente al sicuro ed è davvero un luogo in cui possiamo essere soli. Proprio il posto ideale in cui parlare di argomenti scomodi.
O in cui nascondere un corpo…
Volto il capo verso il centro della grotta: Hailstone è già lì che mi attende.
«Vedo che agli appuntamenti importanti arrivi puntuale» mi prende in giro. Vorrei rispondere a tono ma l’ansia che mi divora è troppo forte per permettermelo e lui se ne accorge subito.
«Siediti, Cold.»
Faccio come mi dice. Avanzo fino a raggiungerlo e mi accomodo su uno degli speroni di roccia su cui sedevamo da bambini e iniziavamo a raccontarci storie su come saremmo stati da grandi. Ora che siamo grandi sul serio, invece, pagheremmo col sangue pur di tornare a quei tempi.
Lo guardo negli occhi e lui sembra prendere coraggio.
«Non voglio perdere altro tempo perché non ne abbiamo» mi dice. E, pian piano che prosegue, il sangue nelle mie vene si gela sempre di più. «Devi provarci adesso. Se non plasmi subito un figlio approveranno quella legge e diventerà tutto molto più difficile.»
«Cosa stai dicendo?»
Improvvisamente ho voglia di scappare ma non posso proprio andare da nessuna parte. Lo guardo dritto negli occhi, due pericolose perle rosse che scavano nel profondo dei miei.
«So tutto, Cold. So che sei tu il mutante.»
Se la grotta mi fosse crollata addosso sarebbe stato meno doloroso. Ho la sensazione che tutti i miei incubi si siano concretizzati; quella voce, quella dannata voce nella mia testa, adesso sta urlando.
Se verrà il giorno in cui Hailstone scoprirà tutto, tu dovrai ucciderlo!
No, no, no!
Faccio di tutto per mantenere un contegno; scuoto il capo con decisione.
«Non so perché tu ne sia così sicuro ma ti sbagli. Non so di cosa tu stia parlando.»
«E allora perché stai tremando?»
Stringo forte i pugni per placarmi ma non ci riesco in nessun modo.
Già, perché sto tremando?
Perché adesso dovrai morire.
«Perché se qualcuno ti sentisse potrebbe credere a queste stronzate e saremmo nei guai.»
«Ecco perché siamo in un luogo che solo io e te conosciamo e in cui nessun altro metterà piede» dice, allargando le braccia. Si alza in piedi. «È inutile continuare a mentirmi. Ci sono cose che un vero amico comprende anche senza che tu gliele dica, e tu sei praticamente sangue del mio sangue.»
L’unico vero legame è quello della famiglia. Il nostro sangue è diverso dal loro.
Scuoto il capo. Questi maledetti ricordi sono come degli spiriti maligni: più tento di scacciarli più infestano la mia mente senza che io possa contrastarli.
«Non ti sto mentendo. Non so di che parli» insisto, ma lui non demorde.
«Credi che me la beva, idiota? Ti conosco troppo bene! Tuo padre ti ha sempre odiato senza alcuna ragione valida e tu ti sei sempre sentito fuori posto ai suoi occhi nonostante fossi pienamente degno del suo sangue. Tu stesso mi hai raccontato tutto questo. Quale altro potrebbe essere il motivo? È tutto così ovvio: Snow è riuscito a malapena ad averti e non ti sei rivelato il mutante della leggenda. Dato che tuo padre non aveva la possibilità di ritentare, ha riversato su di te il suo rancore e il suo rimorso per tutta la sua vita. Sbaglio?»
Non sbaglia affatto: sono stato stupido a dargli così tanti dettagli in tutti questi anni… proprio come Snow mi ha sempre detto. Ha sempre avuto ragione lui. Ma posso davvero rimproverarmi di aver chiesto aiuto ad Hailstone? In fondo è grazie a lui se ho potuto sfogare tutta la mia rabbia, è grazie ai suoi consigli e alle sue consolazioni che oggi non sono uguale a mio padre.
Cosa sarei diventato se mi fossi lasciato avvelenare dall’odio?
In ogni caso non posso confermargli ciò che pensa. Devo pesare ogni parola da questo momento in poi.
«Sì, ti sbagli. Mio padre era semplicemente uno stronzo e io la sua vittima. Stai costruendo castelli sul nulla.»
Sbuffa, seccato; si volta dall’altra parte avvicinandosi alla parete nell’unico punto in cui la roccia lascia spazio a una lingua di permafrost, una finestra dai margini screziati che lascia intravedere l’esterno attraverso il suo vetro opaco e irregolare. Fuori l’alba sta iniziando a bruciare e continuerà così per molte ore, finché l’Astro Ghiacciato non sarà completamente sorto e le tempeste del tutto calate.
Poggia una mano sulla parete percorrendo il ghiaccio antico con le dita.
«Ho sempre temuto tutto questo. L’ho sempre immaginato come il momento della verità. Mi sono chiesto tante volte: cosa farà quando gli svelerò di sapere? Si fiderà abbastanza da confessare o continuerà a mentirmi? E in questo caso, come dovrei interpretarlo?» si volta verso di me; nei suoi occhi c’è una terribile tristezza. «Il nostro legame vale davvero così poco per te, Cold?»
Mi sento davvero uno schifo. Vorrei confessargli tutto, forse farlo mi libererebbe da un peso… ma d’altro canto la voce di mio padre, con tutte le sue paranoie, continua a ronzarmi nella testa.
E se fosse una trappola? Se Hailstone stesse cercando di carpirmi il segreto per conto degli altri Capoclan e, una volta confessato, mi consegnasse a loro? Come potrei compiere la mia missione a quel punto?
Se lo scoprirà, dovrai ucciderlo.
E sarebbe davvero la cosa giusta da fare…
«Perché stai dicendo tutto questo?» mi limito a rispondergli. «Sai quanto sei importante per me…»
«Lo credevo. Ma se non hai nemmeno il coraggio di dirmi la verità, chi ti aiuterà ora che la situazione si è fatta tanto pericolosa?»
«E tu potresti aiutarmi?»
Mi accorgo troppo tardi che con questa domanda potrei essermi tradito ma mi costringo a restare fermo. Lui annuisce.
«Sì. Ti dirò come solo dopo che mi avrai rivelato tutto.»
Mentre mi si avvicina e mi guarda negli occhi sento che mi sta leggendo l’anima come un libro aperto, e sono stato io a dargli tanto potere su di me.
Starai gongolando nella tua sporca tomba, vero, Snow?
«Io sono sempre stato al tuo fianco e continuerò a esserlo. Non devi dubitare di me.»
A questo punto negare non è più un’opzione e possono esserci solo due soluzioni: confessare e rischiare di essere tradito o chiudergli la bocca per sempre ed esser certo di essere al sicuro.
Del resto quell’arcosiano, quasi trent’anni fa, aveva fatto esattamente lo stesso. Aveva avuto il dubbio che mio padre fosse il mutante della leggenda; aveva riflettuto, fatto domande. Per questo motivo era morto in modo atroce. Oggi, dopo così tanto tempo, nonostante il trauma che quella morte mi ha lasciato addosso, so che quell’assassinio era necessario se volevamo mantenere il segreto.
Anche Hailstone sta avendo lo stesso dubbio e quindi, secondo la logica inoppugnabile di Snow, tutto è giusto se il fine è giusto. Se fossi come mio padre Hailstone morirebbe qui e ora. Se avessi in me anche solo un briciolo della sua fermezza e della determinazione a restare nell’ombra dei miei antenati non avrei alcun problema a trafiggere a morte il cuore di chiunque si parasse sulla mia strada.
Ma ci sono due problemi.
Il primo è che non si tratta di un arcosiano qualunque: si tratta di Hailstone. Mio padre non ha mai avuto legami del genere con nessuno: sarebbe stato così fermo anche se legato a quella sedia ci fosse stato un suo fratello?
Il secondo problema, forse il più importante, è che io ho sempre odiato quel bastardo di Snow.
Guardo Hailstone negli occhi e non ho il coraggio di parlare, ma il non negare è già una conferma. Sul suo volto si dipinge lentamente un’espressione sorpresa.
«Allora è vero» sussurra. «Sei sempre stato tu…»
«Ti sembro un mostro, adesso?»
Non mi risponde; ho l’impressione che stia riflettendo. Poi d’improvviso ribatte, senza smettere di sostenere il mio sguardo.
«Garantirò io per te» dice, fermo. «Dirò a tutti che mi avevi confessato da mesi di desiderare un secondo figlio. Non potranno negartelo né lo troveranno sospetto se saremo in due ad affermarlo. Ma devi farlo subito, Cold, prima che la legge venga approvata.»
Sentire queste parole mi lascia incredulo perché tutto ciò ha perfettamente senso. Dire di voler plasmare un figlio adesso sarebbe stato fin troppo sospetto e non avrei avuto altro modo per generarlo senza farlo sapere all’assemblea; ecco perché non era mai stata un’opzione, prima di adesso. In questo modo, però, con la parola di Hailstone, nessuno oserà accusarmi. O almeno lo spero.
Inoltre questa è una prova molto importante: in questo modo Hailstone si sta compromettendo per me. Mi sento davvero male. Il fatto di aver pensato di ucciderlo anche solo per un secondo mi porta immensa vergogna. Adesso sento di aver trovato un alleato… anche se, nel mio cuore, lo spirito maligno mi sussurra di non credergli.
Prima o poi ti tradirà.
Lo zittisco. Non lo lascerò vincere. Ho deciso di fidarmi e adesso lo farò fino in fondo.
Hailstone mi porge la mano e io, dopo un attimo di tentennamento, l’afferro stringendola forte nella mia. Appena lo faccio lui la porta al suo petto poggiandola dritta contro il suo cuore in segno di muta promessa ed eterno legame.
I suoi battiti sono accelerati tanto quanto i miei.
 
 
*  *  *
 
  
 
«I miei concittadini hanno accolto la proposta con estrema gioia» ci comunica il capoclan Gust allargando le braccia verso di noi. «Molti hanno addirittura richiesto che abbia effetto immediato, anche se non è ovviamente possibile. In ogni caso, ritengo che dovremmo farne una legge al più presto.»
«Sì, lo penso anch’io» annuisce Arctic. «Con il tuo, Gust, tutti i clan hanno dato il loro parere positivo. Non dubito che anche noi Capoclan saremo a favore, ma per correttezza devo indire una votazione ufficiale. Alzi la mano chi è a favore della Legge delle Nascite.»
Cinque mani si alzano nello stesso momento, compresa la mia. Non ho alcuna esitazione anche se sono molto agitato per ciò che a breve mi toccherà fare.
Hailstone, di fronte a me, non si volta a guardarmi per neanche un secondo. È molto bravo a fingere indifferenza.
«Bene. Allora in qualità di anziano elaborerò la bozza della legge e discuteremo tra tre giorni eventuali modifiche e correzioni» annuisce a se stesso, visibilmente compiaciuto. Giurerei che non veda l’ora di iniziare; pare che il passatempo preferito di quel vecchio di Arctic sia sempre stato scrivere a modo suo le nuove regole che tutti gli altri dovranno rispettare.
«C’è altro?»
È il mio momento.
Alzo la mano e tutti gli sguardi si puntano su di me all’unisono. Mi costringo a restare calmo: questo è il tempo della verità, tutto potrebbe andare storto da un momento all’altro se solo sbaglio le parole o esito più del dovuto.
«Dicci, Cold.»
«So che non è richiesto comunicare una cosa del genere, ma mi sento in dovere di riferirvelo perché questo potrebbe non sembrare il momento opportuno e voglio evitare fraintendimenti. Io desidero un figlio e lo plasmerò a breve.»
«Quanto a breve?» gracchia il vecchio Gust. Una domanda che mi infastidisce nel profondo.
«Domani. Oggi riposerò e parlerò a Froze, e domani nascerà.»
Gli anziani si scambiano sguardi dubbiosi ma non ostili. Sembrano semplicemente non comprendere.
«Proprio adesso?» domanda infatti Arctic. «Perché non aspettare che la Legge venga approvata?»
«Non sappiamo se ci vorranno tre giorni o tre anni per approvarla e io non posso più attendere» nego. «È da mesi che aspetto questo momento. Devo farlo ora che mi sento pronto ad affrontare la nascita, e voi sapete quanto la volontà sia importante per la riuscita del processo.»
È qui che, come aveva promesso, Hailstone alza la mano e interviene senza tentennare.
«Posso garantire, se la mia parola vale qualcosa. È da almeno sei mesi che Cold mi ha svelato di aspettare il momento giusto. Questa nascita era già in programma.»
Mi volto nuovamente verso i tre anziani. Arctic e Frostbite sembrano confusi ma convinti; Gust, invece, ha ancora delle riserve.
«Sono certo che una settimana basterà all’approvazione» dibatte ancora il vecchio Gust. «Abbi un po’ di pazienza.»
Mi volto verso di lui, accigliato.
«Ve lo sto comunicando, non vi sto chiedendo il permesso» nego. «Così mi offendete. State forse dubitando di me? Potrete comunque verificare la potenza di mio figlio appena la Legge sarà Legge.»
Così dovrebbe essere perfetto: un ideale specchietto per le allodole. Passati diversi giorni, dopo l’impatto iniziale con la vita, mio figlio imparerà a controllare il suo potere e sarà molto semplice tenerlo nascosto se dovessero osare accettare la mia proposta, cosa che nessuno avrà l’ardire di fare perché vorrebbe dire dubitare di me apertamente.
A questo punto nessuno osa più fiatare. Qualsiasi altra parola potrebbe essere una grave offesa verso di me, quindi si guardano bene dal ribattere ancora.
«E sia. Allora ti facciamo i nostri migliori auguri, Cold. Come lo chiamerai?»
«Cooler» rivelo. Anche per Hailstone questa è una sorpresa, infatti sgrana gli occhi e sorride.
«Come il padre di Hailstone. Un gradito omaggio, immagino» fa notare Arctic. «Conducilo all’assemblea appena sarà in grado di camminare, saremo lieti di fare la sua conoscenza.»
Sorrido. Mentre l’assemblea viene sciolta io sento di avere di nuovo il controllo della situazione e questo è solo grazie ad Hailstone. Gli sorrido e lui scuote il capo, incredulo.
Sì, Cooler sarà un ottimo nome per il sangue del mio sangue.



-

Prossimo capitolo:
Il figlio che non è abbastanza
14/02



Nota dell'autrice

Ciao ragazzi!
Sono finalmente scesa dalla giostra delle ultime due settimane e ho potuto continuare a scrivere questa storia, a cui mi appassiono sempre di più. Capitolo dopo capitolo emerge quanto Cold sia diverso da Freezer e Cooler, almeno in questa fase della sua esistenza, ancora non macchiata da alcun assassinio né dall'avidità di un potere che non possiede ancora. 
La situazione ancora "tranquilla" mi sta permettendo di sviluppare un po' il background, il pianeta Arcos (che immagino da anni senza aver avuto l'opportunità di descriverlo... non sapere che emozione poterlo fare!) e soprattutto la psicologia di Cold, strettamente legata a suo padre e alla sua influenza su di lui... e quanto ancora c'è da dire! Ma lo scopriremo presto. 
Intanto vi anticipo che dopo il prossimo capitolo, "Il figlio che non è abbastanza", potremo finalmente assistere al processo della nascita di Cooler, se avremo il coraggio di osservare...
Buona domenica a tutti!

- Gio

 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dragon Ball / Vai alla pagina dell'autore: Giovievan