Anime & Manga > Rossana/Kodocha
Ricorda la storia  |      
Autore: Deb    19/02/2021    2 recensioni
«Dillo».
«Cosa?»
«Lo sai».
Sorride ancora una volta, appoggiando le bacchette al tavolo. Abbassa un po’ il viso, nascondendo lo sguardo sotto la frangia. Si sta preparando, sta per raggiungermi il fantasma.
«Benvenuto». Mi guarda, e le mie braccia si riempiono di pelle d’oca. Mako è qui con me.

{A Dileeee}
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Naozumi Kamura/Charles Lones, Sana Kurata/Rossana Smith | Coppie: Sana/Akito
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

A Dileeee,
il cui messaggio è stato galeotto.
Questa fanfiction è quindi anche un po’ tua,
visto che me l’hai ispirata.
Grazie!


Special Features

Rigiro il blu-ray tra le mani. Edizione speciale decimo anniversario, 10 ore di contenuti speciali inediti.
«Forse lo avrei potuto avere gratis se l’avessi chiesto a Sana». Borbotto, aprendo il lettore per mettere dentro il disco. Chiudo lo sportellino, prendo il telecomando e mi siedo sul divano. Play.
Incrocio le braccia al petto, mi metto comodo.
«Lavori, oggi?» Le domando, masticando il riso della colazione. Sana annuisce. «Sì, oggi ci rivediamo con tutto il cast della “Villa dell’acqua”! Dobbiamo girare delle interviste per l’uscita del blu-ray».
«Quindi verrà rimasterizzato in HD?»
«HD e Dolby 5.1». Sorride, Sana. Sa che questo film lo guardo periodicamente, sa che cerco sempre di farmi venire i brividi quando Mako dice “Benvenuto”.
«Dillo».
«Cosa?»
«Lo sai».
Sorride ancora una volta, appoggiando le bacchette al tavolo. Abbassa un po’ il viso, nascondendo lo sguardo sotto la frangia. Si sta preparando, sta per raggiungermi il fantasma.
«Benvenuto». Mi guarda, e le mie braccia si riempiono di pelle d’oca. Mako è qui con me.

La scritta “Contenuti speciali” si colora di azzurro. Lo sfondo ritrae la casa dove Mako è morta, prima che bruciasse, ancora intatta. Premo enter.
Ci sono davvero un sacco di contenuti: interviste, video inediti, scene eliminate, blooper. Sospiro. Se ripenso a quel periodo, mi ritornano alla mente tutti gli errori che ho fatto. Il pensiero che Sana stesse con Kamura, Fuka che ha cercato di consolarmi, la sua vicinanza, il pensare che lei andasse bene, che avrebbe preso il suo posto.
«Anche se non capisco proprio cosa ci sia di affascinante in te, io... io ho... continuato... a vederla piangere... Sana-chan... ha pianto tanto pensando a te, lo sai?» Ricordo ancora le sue parole, mi hanno trafitto come se fossero stati tanti aghi ed il mio senso di colpa ha continuato a crescere. Mai. Non avrei mai voluto che succedesse quello che è invece è accaduto.
Enter.
Il video si scurisce e lentamente riprende a colorarsi. Di nuovo la casa, in foto. Il fulcro di tutto. Inquadratura del bosco, c’è una sagoma bianca. «Un ospite? Benvenuto». La pelle d’oca mi raggiunge immediatamente. Non è più la Mako di un tempo, ha le gambe più lunghe, il viso più adulto. Questa è la mia Mako, quella che mi dà il benvenuto ogni volta che glielo chiedo. Luce soffusa, il video si scurisce appena. Adesso davanti a me c’è Sana, non più Mako, vestita di abiti normali.
«Buongiorno! Anche i fantasmi a quanto pare crescono!» Ride ed anche se ormai ha ventidue anni, con la fede al dito, sembra sempre la solita bambina esuberante e felice. «È così emozionante ritornare a parlare della Villa dell’Acqua a distanza di così tanto tempo, non trovate? Ho tantissimi ricordi importanti dovuti a questo film, a quel tempo». Parla a raffica, come sempre. «Già sta per uscire l’edizione speciale dieci anni, ma ci credete? Sono passati dieci anni!»
«Sana-chan...» La voce di Naozumi la raggiunge ed entra nell’inquadratura.
«Mh?!»
«Dovremmo fare un’intervista, sai, rispondere alle domande...» Continua Kamura, portando sotto braccio due sedie pieghevoli.
«Ah, già! Grazie per la sedia!» C’è uno stacco, e li ritroviamo seduti vicini, sorridenti.
«Sana-chan, prima dicevi che hai ricordi importanti dovuti al film, ce ne vuoi parlare?»
Sana ha le gambe incrociate, non smette un attimo di sorridere. «Sì! Il ricordo più importante è: la rivelazione!»
«La rivelazione?»
Annuisce. «Non c’entra niente con il film, però. Quando siamo venuti a girare il film, eravamo isolati, senza linea del telefono, e non potevo parlare con i miei amici. Asako-chan aveva trovato un punto dove il cellulare prendeva e ho chiamato un mio amico che mi ha detto una cosa, e da quella breve telefonata ho capito di provare dei sentimenti… non di amicizia… per lui. Solo che lui si era nel frattempo messo con la mia migliore amica, quindi… ho avuto subito una delusione d’amore!» Ride, alla fine. Ride come se fosse un bel ricordo, come se non avesse pianto. «Sana-chan... ha pianto tanto pensando a te, lo sai?»
«E che ne è stato di quel ragazzo, poi?»
Alza la mano sinistra. «È diventato mio marito». Sorride. «Chissà, magari senza questo film, se non fossi stata così lontana, non mi sarei mai accorta di nulla».
«Io penso che prima o poi l’avresti comunque capito». Interviene Kamura. «Anche io ho avuto la mia prima delusione d’amore qui». Continua.
«Davvero?» Dice l’intervistatore.
«Be’, Sana-chan si è resa conto di questi sentimenti, ma io li provavo per lei. Sono sempre stati a senso unico, anche se i giornali fomentavano una nostra storia d’amore».
«Quindi sarà stato difficile girare le scene con lei».
«Assolutamente no. Siamo rimasti sempre ottimi amici. Come si dice? Al cuor non si comanda, no?!» Ride.
«C'è stato un momento che vi ha fatto pensare di abbandonare tutto?»
«Quello che mi ha fatto più male, che mi ha fatto pensare di abbandonare il film...»
«Ma ti ho convinto a rimanere!» Prende la parola Sana, con voce acuta.
«Ma Sana-chan mi ha convinto a rimanere… è stato quando delle mie fan, leggendo un articolo su una nostra presunta storia d’amore, l’hanno picchiata con un bastone». Fa una pausa, deglutisce. «Ancora oggi mi chiedo cosa le abbia spinto a tanto… Le hanno rotto una gamba. Ma lei ha convinto me a rimanere e ha continuato a girare le sue scene, anche se la gamba le faceva malissimo e non ha potuto nemmeno ingessarla».
«Avevo detto che non era messa così male».
«Vero. Ma quando siamo tornati sei dovuta rimanere a riposo col gesso!» Sana ride, di nuovo. «È passato! È passato!»
Deglutisco. Non me lo aveva mai detto. Non ne aveva mai fatto parola. È stata picchiata. Da fan di Kamura. Non c’ero. Non ero lì. Mi domando come si sia davvero sentita, adesso sembra ricordare quei momenti con serenità, ma a quel tempo sarà stata dura per lei.
L’intervista continua parlando del film, di alcune scene, come quella nella quale Sana era attaccata ad un filo e doveva volare verso Kamura, e le prime volte non aveva potuto far altro se non urlare. Come alle elementari, quando mi aveva sfidato.
Continuo a guardare i contenuti speciali: Riprese dietro le quinte. Alcune scene le avevano già mandate in onda, serate passate insieme, uno strano braccio di ferro tra Sana e Kamura dove lui vince con l’inganno. Sana con le stampelle, che augura buon lavoro a tutti. Sana con gli occhi lucidi, Sagami che dice che ha la febbre, quindi la prende in braccio per portarla via, Sana che si scusa e chiude gli occhi. Sana che piange, che si copre il viso con le mani. Il regista che le chiede cosa abbia, che non può continuare così. Un elicottero che atterra e da cui ne esce Misako Kurata, correndo dalla figlia in lacrime, controllandole il viso. Non ha la malattia della bambola. Non ancora. Ma è stata comunque colpa mia se ha avuto la ricaduta. Sbatto il telecomando sulla stoffa del divano. Forse non avrei dovuto vedere questi contenuti speciali.
Sgrano gli occhi, osservo lo schermo con maggior attenzione. La villa brucia, brucia e Sana è dentro. Brucia e nessuno entra.
«RILANCIA IL SEGNALE!» Dice qualcuno.
«Perché non esce?» È la voce di Sagami ed io, guardando questa scena, ho il cuore che comincia a battere frenetico nella mia cassa toracica. «Qualcosa non va! Fermi tutto, signor regista! Estingua le fiamme!» Di nuovo la voce fuori campo del manager di Sana.
«NO!» Dannato. «Le ho detto che sarebbe stato possibile girare la scena una sola volta».
«Ma che sta dicendo? Non si rende conto della situazione?»
«Va bene così. In originale avrei proprio voluto che le fiamme si alzassero a questo livello! State indietro!»
«Cos...? Lei è...»
«Non è ancora in pericolo! Intorno all'ingresso gli isolatori termici sono rinforzati!»
«Ma avranno dei limiti!» «Continuate a lanciare il segnale!»
Sana… Deglutisco, continuo a sentirli parlare, Sagami che cerca di salvarla, il regista che non vuole sapere nulla. Kamura che blocca Rei che vuole correre dentro la Villa. Sana… Non posso fare a meno di sentirmi in pena per lei. Sana è tornata, sta bene, è al lavoro. Ma la paura si impossessa comunque di me. Sana, esci.
Schiudo gli occhi quando la vedo uscire dalla porta, camminare, allontanarsi di poco dalla casa. Sento il cuore fermarsi quando la Villa cade su sé stessa, mangiata dal fuoco. C’è mancato poco… Ho sempre pensato che l’effetto delle fiamme fosse stato fatto a computer. Hai rischiato la tua vita. Deglutisco, non riesco a muovermi.
La scena si conclude, Kamura protegge Sana da schegge di fuoco che ricadono sulla sua schiena. Non riesco nemmeno più a pensare lucidamente. Non voglio crederci. Non posso crederci.
Cambio di inquadratura. «Sana-chan è stata molto professionale. Sebbene abbia avuto problemi per via della gamba, è riuscita a concludere la scena in modo impeccabile». Prende la parola il regista, ora seduto tra Sana e Kamura.
«Il manager di Sana ti avrebbe ucciso, se avesse potuto».
«L’avrei ucciso io se fosse entrato, hai fatto bene a fermarlo, Naozumi». Dice Sana. «Sono caduta a terra per colpa della gamba, ma la voce di Naozumi mi ha dato coraggio». Spiega. «Non potevo arrendermi così. Dovevo essere forte, per tutti».
No. Non dovevi.
Non sento la porta di casa aprirsi, il tintinnio delle chiavi, i passi delle pantofole sul pavimento. Non vedo nemmeno mia moglie che entra in sala, che guarda lo schermo, che si rivede riflessa.
«Lo hai comprato?»
Sussulto. Metto pausa. Mi volto. Annuisco. Credo di guardarla in cagnesco perché inclina la testa.
«Hai visto un fantasma?» Domanda, ancora in piedi.
«Forse. Magari sarei stato sposato con un fantasma se non fossi uscita in tempo dalla Villa che bruciava!» Sono nervoso, arrabbiato. Con lei, con me che l’ho fatta piangere per gran parte delle riprese, con Kamura che ha fermato Sagami, con il regista. «Perché non me l’hai mai detto?»
«È passato». Dice. Si siede al mio fianco, mi stringe una mano. Sorride.
Scosto la mano, mi alzo io, adesso. «Stavi per morire!» Esclamo. «Io ho sempre pensato fossero effetti speciali, invece stavi per morire! Ma che vi è saltato in testa, a tutti?»
Sana sospira. «Non farla tanto tragica, Akito. Ormai sono passati dieci anni!»
«Non importa! Quel regista… E...» Cominciano a mancarmi le parole. Sana non distoglie lo sguardo dal mio. Sguardo di sfida, e la mia rabbia comincia a sbollire. Ha poteri magici, Sana. «E… la gamba. Sei stata picchiata. Io… io...»
«Tu?»
Deglutisco. «Io ti ho fatto male. Ti ho fatto male anche io». Sussurro, sedendomi di nuovo sul divano, prendendo la mia testa tra le mani. Le mani di Sana trovano i miei capelli, li accarezzano lentamente. Non dice niente per un po’.
«Sono passati così tanti anni, Akito. Non rimuginare sul passato. Quello che è stato, è stato». Dice, calma. «Mi è servito tutto. Ho scoperto di essere innamorata di te, durante le riprese. Tornando indietro non cambierei nulla. Anche quelle ragazze che mi hanno picchiato per via dell’articolo. Se non fosse stato per loro, probabilmente Asako-chan non mi avrebbe dato il telefono per chiamarti. Non avrei risentito la tua voce, sarei tornata senza conoscere i miei veri sentimenti».
Sospiro. Non mi importa nulla. Non mi servono queste parole. Non cambierò idea. Io l’ho fatta stare male, quelle ragazze l’hanno fatta stare male. Il regista ha attentato alla sua vita.
«Sono con te, ora. Non è questo quello che conta?»
Alzo la testa, la guardo. Mi sorride. Cerco di annuire. Devo pagare. È colpa mia.
«Adesso me lo dai il bacio del bentornato?»
Inarco un sopracciglio, mi alzo e vado in cucina a bere un bicchiere d’acqua.
«È un no?» Mi segue, e mi stringe da dietro. «Allora te li do io. Sulla schiena». Comincia a riempirmi la maglia di baci, mi accarezza il petto. Ridacchia un po’, di tanto in tanto, mentre metto il bicchiere dentro il lavabo. «Se ti può consolare, il regista Ono mi voleva per altri film, ma Rei ha sempre rifiutato per paura che potesse succedermi qualcosa».
Ti sto rivalutando, occhiali da sole.
«Anche in altri film hai rischiato la vita e non me l’hai detto?» Domando, davvero curioso. Se così fosse la carriera di Sana è finita. La lego dentro un armadio e non la farò mai più uscire. Ma so bene che non lo farei mai. Per lei è importante.
«No». Fa una pausa. «E poi lì ho rischiato la vita solo per colpa della gamba, altrimenti non sarebbe successo nulla».
«Avrebbero dovuto aspettare che guarissi invece di fartela girare in quelle condizioni». Ribatto, voltandomi e prendendole il viso con le mani. Mi chino su di lei per unire le nostre bocche. La bacio come se non lo facessi da anni. Come se fosse tornata da me, dopo aver rischiato la vita soltanto pochi minuti fa.
«Non farlo più».
«Cosa? Girare film?»
«Stare male per me». Riunisco le nostre labbra, la mia mano si insinua sotto la sua maglietta, la cerco, disperato, come se dovessi premurarmi che sia effettivamente fatta di carne e non solo di spirito. Non devi soffrire mai più.




Buonsalveh! /
Eccoci qua con una Ficcyna innocenteh, mettiamo in pausa un attimo Always. Tranquilli, tornerà prossima settimana! ♥
Questa fanfiction è nata in una mattina di novembre, dovevo andare al lavoro, ma un messaggio di Noceforti18, ora Dileeee, galeotto, mi ha fatto avere un flash. Ed anche una chiacchierata fatta con Gabry, il giorno prima. Quindi ho aperto il foglio Word e ho cominciato a scrivere, e scrivere, e continuare a scrivere. Ho aperto il manga per descrivere meglio alcune scene e continuavo a scrivere.
Poi si è fatto tardi, dovevo andare, ma ancora dovevo asciugarmi i capelli, ma prima mi sono premurata di concludere la fic! Quando ho avuto il flash pensavo che l’avrei scritta nei giorni successivi, ma non ho resistito visto che nella mia mente era tutto troppo nitido.
Ho sempre pensato se Akito sapesse tutto quello è successo nel set. Sapeva della gamba rotta? Sapeva che stava quasi per rimetterci la pelle? Ed in questa fanfiction ho cercato di rispondere alle mie stesse domande.
Riprendo un po’ anche le due tavole che sono presenti nel manga “La villa dell’acqua” dove troviamo Sana e Akito adulti e Akito che si diverte a farsi venire la pelle d’oca chiedendo a Sana di dire “Benvenuto”. :D
Anche se è una ficcyna innocente è comunque legata sia ad Always che a Please! Perché sono tutte concatenate in un certo senso! xD
Spero che la one-shot vi sia piaciuta! Fatemi sapere!
Baci
Deb




   
 
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Rossana/Kodocha / Vai alla pagina dell'autore: Deb