Libri > Il Signore degli Anelli e altri
Segui la storia  |       
Autore: sissi04    19/02/2021    1 recensioni
Settant'anni erano passati dall’improvvisa scomparsa di Miriel figlia di Athror.
La maggior parte degli abitanti della Terra di Mezzo aveva dimenticato il suo nome e i pochi che ancora rammentavano le imprese ad esso collegate guardavano cupi ciò che ella era diventata.
Ora vi domando: potrebbe mai un mostro portare luce sulla via di un re?
Seguito di "You next to me", storia basata sugli avvenimenti di Lo Hobbit scritta e pubblicata nel 2018.
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aragorn, Frodo, Legolas, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ripartirono non appena tutti svegli e si incamminarono sempre più verso Sud, seguendo la linea delle Montagne Nebbiose, la cui pioggiarella leggera si appoggiava fastidiosa alla pelle scoperta dei loro visi. Intorno a loro, nonostante le prime luci dell’alba colorassero il cielo di un lieve rossore, sembrava esserci acqua, fredda e mossa da leggere onde ricordate dalla brezza che pian piano sarebbe divenuta più calda e sarebbe parsa una carezza, ma che in quel momento non era che pungente.
Miriel continuava a guardarsi attorno, piena di mille domande e dubbi e preoccupazioni, come avrebbe potuto non esserlo d’altro canto? Ancora non riusciva a spiegarsi quale genere di creatura fosse l’essere che le si era presentato la notte precedente, cosa intendesse con quelle parole che l’avevano fatta tremare fino alla base della schiena, ma cosa più importante, se le sarebbe palesato ancora lungo il suo cammino e cosa ciò avrebbe potuto comportare.
Lo aveva detto, da tempo seguiva i loro passi per conto di qualcuno che desiderava conoscere ogni sua mossa, un qualcuno di nome Kerthal e di cui non sapeva assolutamente nulla e la cosa non faceva che irritarla. Esattamente, Miriel figlia di Athror preferiva conoscere ogni dettaglio di ogni potenziale nemico o amico da affrontare verbalmente o con la lama, specialmente se tale soggetto era a conoscenza di ogni particolare su di lei. Pensiero comune a molti, del resto.
 
«State bene mia signora?» chiese d’improvviso il ramingo del nord affiancandola.
«Puoi chiamarmi col mio nome Aragorn, non siamo due sconosciuti, non più, inoltre l’appellativo di “signora” di certo non mi si addice poi molto ormai.» si lasciò sfuggir un leggero sorriso a quella formalità a cui l’amico era tanto attaccato, almeno a primo impatto, «In ogni caso sto bene, sono solo preoccupata, non credo che attraversare il Passo di Rohan sia sicuro come un tempo.» aggiunse la donna osservando i propri piedi allinearsi l’uno di fronte all’altro ad ogni suo passo.
«Lo credo anch’io ma tanto vale fare un tentativo, ormai siamo vicini e nostro primo obiettivo in questi giorni più… beh, tranquilli, dev’essere conservare le forze per quando saremo nei pressi del Nero Cancello. Ho chiesto sulla tua salute perché mi sembri più pensierosa del solito; c’è altro oltre la missione a turbare i tuoi pensieri?» chiese Aragorn con tono calmo nel tentativo di non essere eccessivamente invadente, sapeva perfettamente quanto riservata fosse la donna al suo fianco e di certo non voleva farla chiudere in se stessa ancor di più.
Miriel rise leggermente con tono di voce un po’ arrocchito «Non si può nascondere nulla ai tuoi occhi amico mio… Non è nulla di importante per cui far preoccupare anche voi al momento, nel caso dovesse diventare qualcosa di più allora sareste i primi a saperlo. Non ho più intenzione di lottare da sola se significasse caricare sulle mie spalle la responsabilità della morte di qualcuno a cui tengo» si fermò un secondo ad osservare l’orizzonte e a riprendere fiato per poi riprendere a salire sulle impervie rocce grigiastre e via via sempre più polverose.
 
Si fermarono poco prima di pranzo nello spiazzo di un piccolo altopiano e finalmente poterono tutti sospirare dal sollievo nel sentire scivolare lungo il palato una buona zuppa di verdure bollite che Sam aveva preparato in quattro e quattr'otto; quelle giornate intere di cammino quasi senza riposo e cibo li sfiancavano a dir poco.
Una volta che ebbero le pance piene, Merry e Pipino si alzarono di scatto in piedi, facendo svegliare di colpo il povero Gimli che sperava in un breve riposo da aggiungere a quello notturno e protestò bofonchiando contro la folta barba.
«Perché non ci insegnate ad utilizzare la spada adesso?! Ne abbiamo tutto il tempo prima di ripartire» disse Merry entusiasta guardando principalmente i due uomini, li sentiva più vicini a lui e ai suoi compagni rispetto all’Elfo, perso in qualche andito della propria mente, al Nano brontolone impegnato non più a dormire ma nel consigliare le miglior vie che avrebbero dovuto percorrere, ed infine la donna, Miriel, lei in realtà non gli aveva mai dato occasione per non considerarla sua amica ma lo inquietava alle volte.
 
I due figli di Gondor si scambiarono un’occhiata d’intesa ed infine Boromir si alzò ridacchiando con un profondo sospiro, estraendo al contempo la propria spada      «Va bene piccoletti, vediamo cosa sapete fare» li guardò entrambi divertito ed insieme iniziarono una lenta danza di spade che assumeva un tono quasi comico se si osservavano i due Hobbit inesperti agitarsi come polli per far vedere chissà cosa.
Lentamente il ritmo aumentò e il gondoriano si stupì di dover usare un po’ di forza per parare i continui e sempre più mirati attacchi dei due avversari.
 
Legolas si ritrovò a guardare quell’insolito quadretto, scosse la testa con un leggero sorrisetto e poi si allontanò leggermente camminando sulle rocce di varie dimensioni e forme, stando attento ad ogni cosa attorno a se per captare i possibili pericoli. 
Iniziò poi a saltellare tranquillo da una pietra all’altra senza quasi guardare dove metteva i piedi, adorava la sua agilità elfica, certo cosa comune tra quelli della sua specie, ma speciale se inserita in un contesto esterno alla sua gente.
«Ti gongoli nella tua agilità Legolas Verdefoglia?» chiese con un cipiglio divertito la mezz’Elfo appoggiata ad una roccia piuttosto massiccia, intenta ad osservare ora gli Hobbit ora l’Elfo che si avvicinava man mano a lei.
«Meglio gongolarsi della propria forza che delle proprie debolezze» gli rispose con semplicità estrema Legolas, continuando a scrutare l’orizzonte senza darle la soddisfazione di uno sguardo.
Con un leggero ansito la donna saltò giù dalla roccia, atterrando su due più piccole con i piedi «Beh, a volte sono proprio le debolezze a renderci forti, non credi?» ondeggiò leggermente nel raggiungerlo per poi posizionarsi al suo fianco, scrutando attentamente l’orizzonte e in parte lui con fare più discreto.
Dopo un tempo che parve ad entrambi interminabile ma necessario, Miriel si decise a riaprir bocca «Ciò che hai visto… era il mio passato.» mormorò senza guardarlo «Non riesco a controllarlo, è come se il mio petto ardesse ogni volta ma di una luce oscura che a volte mi spaventa… e a volte mi intriga. 
Mi seduce come la più allettante delle gemme o delle proposte e quando prende il sopravvento… non rispondo più di me.» continuò per poi girarsi verso Legolas guardandolo nei profondi occhi blu che la osservavano con freddezza disarmante.
«Non mi occorrono le tue scuse Miriel, se queste possono essere definite scuse, ma ti avverto di tenere a freno i tuoi istinti; mi dispiace doverlo dire a te che consideravo una promessa di speranza e vita, ma se dovessi mai avere il dubbio che tu possa mettere a rischio la missione… non esiterò ad agire.» rispose l’Elfo con tono deciso che non ammetteva repliche, stringendo tra indice e pollice una minuscola foglia di menta che aveva avuto il coraggio di crescere tra quelle rocce aride.
Quegli occhi neri, pozzi di oscurità e odio, gli avevano insidiato un tale timore nel cuore che andava perfino oltre la sua immaginazione.

La donna sospirò ed annuì, sapeva bene cosa intendeva l’altro e se quella fosse stata l’unica via per fermarsi l’avrebbe accettata di buon grado. 
Prese un respiro come a dire altro ma il suo sguardo si bloccò, come quello dell’altro al suo fianco, puntato sull’orizzonte. 
«Ma quella…» si alzò in piedi tenendosi con una mano sporca di polvere rossastra i capelli improvvisamente mossi da un vento che pareva tutto fuorché naturale, mentre l’altra si appoggiò sulla fronte per proteggere gli occhi dal sole e vedere meglio la strana nube grigiastra che si stava avvicinando velocemente a loro.
«No, non credo sia una nuvola, presto!» anche Legolas si alzò di scatto e corse di scatto verso gli altri «Trovate un riparo! Non è una nuvola, sono uccelli servi di Saruman.» disse nascondendosi tra alcuni cespugli, imitato da tutti i compagni.
Miriel rimase imbambolata ad osservare la nube sempre più vicina e nitida, arretrando giusto di qualche passo ma finendo per scivolare e cadere col sedere tra le rocce. Sicuramente servi di Saruman, pertanto di Sauron, l’unico ed oscuro signore di Mordor, perché non chiamarli dopotutto? Non poteva uccidersi, non volontariamente almeno, non sarebbe riuscita per il semplice motivo che una parte di lei non voleva minimamente morire, ma se li avessero presi… l’intera Terra di mezzo sarebbe morta o costretta in catene. Che senso aveva ancora vivere? Che senso aveva preoccuparsi o sacrificarsi per gli altri? Meglio lasciarsi trasportare dalla corrente, era stanca di vivere e solo in quel momento vide quanto effettivamente quella missione fosse un’occasione per farla finita.
Si ritrovò a pensare a questo mentre lentamente arretrava aiutandosi con mani e piedi verso gli altri, ma i suoi pensieri furono bruscamente interrotti.


«Vieni qui, dannazione!» Aragorn afferrò Miriel per una caviglia e la trascinò sotto una roccia con se, stringendola contro il suo petto il più possibile per tenerla riparata sotto quel cunicolo, aspettando con il cuore a mille che lo stormo passasse sopra le loro teste.
Rimasero in ascolto per lunghi minuti ed infine sospirarono di sollievo quando li videro allontanarsi verso Sud.
«Il passo a Sud è sorvegliato Gandalf, non possiamo sperare di attraversarlo non visti e l’Agrifogliere non è più un luogo sicuro.» disse Aragorn strisciando fuori dal buco, rialzandosi e pulendosi dalla polvere per poi lanciare uno sguardo indecifrabile a Miriel che continuava a non distogliere lo sguardo da un punto fisso, come ipnotizzata.
«Concordo, se prendessimo il passo di Caradhras la via sarà sicura e fuori dalla portata delle creature del male.» disse Legolas aiutando Frodo e Sam a rialzarsi.
«Invece di prendere la via delle montagne potremmo prendere l’altra via, quella al di sotto e segreta.» propose Gimli risvegliando dal suo torpore Miriel, che lo guardò con occhi sbarrati, quel luogo non era più da lunghi anni quello di un tempo.
«Il male dimora in quelle gallerie Gimli, non le prenderemo a meno che non sia strettamente necessario.» ribatté Gandalf adombrandosi al solo pensiero di cosa si annidiasse nella seconda via per attraversare le Montagne Nebbiose.
Così fu deciso, una volta pronti, si incamminarono verso il passo tra le montagne, ignari di cosa sarebbe accaduto di li a poco.


Angolo autore: ecco a voi il capitolo n°7 (finalmente)!
Perdonate la rinnovata assenza lunghissima ma, tra io che non ero per niente convinta di questo capitolo e l'università che mi ha impegnata fino a pochi giorni fa, non ho avuto davvero tempo e a dirla tutta voglia di mettermi a scrivere. Shame on me.🥺
Spero comunque che qualcuno sia ancora interassato a questa ff senza pretese e vi invito a farmelo sapere!
Alla prossima😘
Sissi04
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Il Signore degli Anelli e altri / Vai alla pagina dell'autore: sissi04