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Autore: Music My Life    27/02/2021    5 recensioni
Ambientata da qulche parte nella quarta stagione, in cui Lancillottonon è morto e lo zio di Artù non esiste.
Cosa succederebbe se un Sire in visita Camelot facesse apprezzamenti nei confronti del nostro Merlino? E se fossero fatti davanti al Re di Camelot rendendolo geloso?
Cosa succederebbe se ci fosse un Sire ditroppo?
Genere: Fantasy, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash | Personaggi: Galvano, Lancillotto, Merlino, Nuovo personaggio, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Tutta Camelot era riunita nel salone delle feste intenta a consumare il sontuoso banchetto che aveva indetto Re Artù per Dayton Waylond, il re che era andato a fare loro visita per rafforzare la pace e l’amicizia tra i loro regni
Per l’occasione di tanto in tanto anche alla servitù era concesso prendere parte ai festeggiamenti, quando non erano indaffarati a servire i loro signori e gli altri invitati 
Fu proprio in uno di quei momenti, in cui Merlino stava ridendo e scherzando con Lancillotto e Galvano, due dei cavalieri più fidati del Re e grandi amici del corvino, che il Sire attirando l’attenzione di Artù fece un commento nei confronti del ragazzo
—Ditemi Artù, quel ragazzo che sta scherzando con i vostri cavalieri, non trovate che sia un bel vedere?— Artù a quell’affermazione quasi si strozzò con il vino che stava bevendo, sapeva che nel regno di re Waylond era possibile esternare apprezzamenti nei confronti degli uomini come si esternavano in quelli delle donne, Gaius l’aveva redarguito al riguardo, ma sperimentare la cosa in prima persona sapendo che tali apprezzamenti erano rivolti al suo servo e migliore amico Merlino, aveva dell’assurdo 
—State parlando del mio servo Merlino!? Cosa ci trovate di interessante in lui?—
—Ma come Artù, non vedete il delizioso rossore sul suo viso, la luce brillante in quelle pozze blu, quegli zigomi invitanti, i capelli che danno l’aria di essere morbidi, il suono della sua risata poi è uno dei suoni più belli che abbia mai sentito. Come fate a non notare tutto questo, voi che avete la fortuna di averlo sempre vicino?— 

 Oh ma Artù sapeva benissimo di cosa Dayton stesse parlando e come non notare tutti quei dettagli, erano il motivo per cui aspettava trepidante l’arrivo del mattino. Perdersi in quel viso allegro e sorridente tutto per lui che lo accoglieva al suo risveglio era il suo rimedio migliore per iniziare la giornata al meglio.
Quando il peso della corona in alcuni giorni si faceva sentire di più e gli veniva voglia di mollare tutto, gli bastava pensare alla grande fiducia che Merlino riponeva in lui per non mollare e non deludere il moro che credeva in lui.

Ma tornando al banchetto e a come Waylond stava spogliando con gli occhi Merlino, decise di intervenire preventivamente, ovviamente la gelosia non c’entrava affatto 
—So che nel vostro regno non ci sarebbero problemi in un apprezzamento del genere ma vorrei sconsigliarvi di girare intorno al mio servo nel dire ciò Artù aveva cercato di mascherare la sua irritazione per ciò che Dayton aveva detto precedentemente
—Oh, ma le assicuro Sire che sarò discreto— rispose questi con un ghigno che ad Artù non piacque per niente e palesemente ignorando il suo consiglio.
Il resto della serata trascorse in modo tranquillo ed allegro con un ignaro Merlino che non sapeva ancora cosa lo stesse attendendo. 

 

*** 

 

Il pomeriggio del giorno dopo, Artù e Merlino si trovavano nelle stanze del primo affrontando come la solito la routine di tutti i giorni.
In quel preciso momento il giovane sovrano stava riempiendo il povero ragazzo di vestiti da lavare e disperandosi per un discorso che avrebbe dovuto tenere quel pomeriggio
—Ti rendi conto che tra un paio d’ore devo tenere un discorso e non ho ancora pronto niente Merlino?!— disse frustrato il biondo portandosi le mani nei capelli
Beh a proposito di questo… avevo scritto un discorso nel caso non foste riuscito in tempo a scriverne uno voi, ecco tenete Merlino porse la pergamena ad Artù che la esaminò con finto scetticismo, in fondo dovette ammettere che non era male come discorso
Cosa ve ne pare?—
—Non è male, ha bisogno di qualche modifica ma può andare— disse restituendo la pergamena al ragazzo
—Sarà fatto Artù— disse con uno sbuffo divertito
Sai Merlino, non è da tutti poter scrivere il discorso del Re, sarebbe troppo aspettarmi un grazie da te vero?—
Merlino guardò ancora per un attimo il Re e poi uscì, perdendosi il meraviglioso sorriso di Artù rivolto al suo comportamento.
Appena uscito dalle stanze del Re e fatti solo pochi passi, Merlino si ritrovò davanti Dayton; il giovane re dai corti capelli castano scuro, pelle scura, occhi verde cangianti ma che nell’ombra parevano neri, labbra sottili e corpo non muscoloso come quello di Artù ma ben piazzato, che appoggiato al muro adesso lo fissava con interesse mettendo inquietudine al corvino
—Salve Sire, avete bisogno di qualcosa?— disse Merlino cercando di essere gentile
—Sei Merlino, giusto?—al confuso cenno affermativo del corvino continuò Bene, stavo cercando proprio te sai? Ti ho notato ieri sera alla festa, hai proprio un bellissimo viso, è un peccato che il tuo Re non sembri essersene accorto—
—C-come scusi?— iniziava a preoccuparsi il giovane mago e arrossì al non tanto velato complimento
Oh, guarda che delizioso colore ha assunto il tuo viso con quel lieve rossore, il colore dei tuoi occhi poi mi lascia senza parole ora che posso vederli da più vicino— stava per accarezzare una guancia del ragazzo quando questi, si fiondò dentro le stanze di Artù come se fosse la sua ancora di salvezza. 

 Artù, che era ancora nelle sue stanze, quando sentì sbattere con violenza la porta era pronto a sbranare il mal capitato che aveva osato irrompere nelle sue stanze a quel modo, ma appena vide l’espressione terrorizzata del suo amico con ancora i panni da lavare in grembo, lasciò sfumare la rabbia e la preoccupazione s’impadronì di lui
—Merlino, che succede?—
I-io-io… corridoio… W-w-waylond…— la sua espressione ancora terrorizzata e queste poche parole bastarono al Re per uscire ad affrontare il sovrano.
Uscito dalle sue stanze trovò Waylond con la mano tesa verso il vuoto che tornava al suo posto lungo il fianco, dove pochi istanti prima era il viso di Merlino, dovette supporre Pendragon con irritazione
Waylond, immagino sia colpa sua se Merlino si è barricato nelle mie stanze. Sbaglio o vi avevo detto di lasciarlo stare?— sputò il Re con mal celato astio
—Oh suvvia Sire, quel Merlino è un ghiotto bocconcino che non voglio farmi scappare e quando inaspettatamente me lo sono ritrovato davanti non ho resistito, ho agito senza pensare—
—Beh, se vuole che l’amicizia tra i nostri regni duri, per farsi perdonare domani uscirà con una delle dame che ha mostrato vivo interesse nei suoi confronti per un picnic e lascerà stare il mio servitore— lo mise con le spalle al muro il giovane Pendragon
—Molto bene, così sia— acconsentì Dayton, dovendo accettare questa resa ma intenzionato a tornare alla carica il prima possibile. 

 Quando rientrò nelle sue stanze, Artù aveva ancora un Merlino timoroso ad uscire e gli ci volle un paio di minuti prima di convincerlo che non avrebbe più rivisto il sovrano fino a domani quando lo avrebbero accompagnato al picnic che aveva organizzato, notando che il ragazzo non si era ancora calmato del tutto gli promise che avrebbero portato con loro Lance e Galvano, a quella prospettiva Merlino si calmò del tutto tornando a svolgere i suoi doveri. 

 

*** 

 

Il mattino seguente, una volta che tutti furono saliti sui loro cavalli, si diressero verso una radura che Artù conosceva molto bene. 
Vi andava spesso quando da ragazzino non doveva ancora sottostare al peso dei suoi doveri prima da Principe e da Re ora
Gli piaceva molto quel posto, era tranquillo e non troppo lontano da Camelot ma abbastanza vicino al bosco e situato vicino ad un fiume. 
Appena raggiunsero la loro destinazione smontarono da cavallo e Merlino aiutato dai due cavalieri, preparò tutto l’occorrente per il picnic dei nobili e poi stesero un altro telo più lontano per loro tre. 
Durante il pranzo i due re e la fanciulla vennero attirati dalle risate provenienti dai cavalieri e Merlino che si stavano godendo quella momentanea sospensione dei loro doveri. 
Si stavano comportando proprio come dei ragazzini, facendosi scherzi stupidi come rubare la sacca dell’acqua di Lancillotto e lanciarsela tra di loro impedendogli di riprendersela e il cavaliere per farli desistere gli schizzava l’acqua del fiume per poi scoppiare a ridere fino a farsi venire le lacrime agli occhi. Per Artù vedere due dei suoi cavalieri più fidati e la persona più importante per lui così spensierati fu una visione che gli scaldò il cuore e gli strappò un sorriso intenerito, sorriso che non sfuggì a Dayton
—Artù a cosa è dovuto il vostro sorriso?— disse il Sire ammiccando verso il gruppetto ridacchiante
Non sono affari che vi riguardino e non stavo sorridendo— ci tenne a precisare il giovane Pendragon, distogliendo di malavoglia lo sguardo da quella scena allegra per rivolgerlo alla “coppietta” davanti a lui, notando come la giovane fanciulla stesse guardando insistentemente verso un sentiero del bosco e poi brevemente Re Waylond cercando di non dare troppo nell’occhio, e lì Artù ebbe un’idea
—Dayton, perché non accompagnate questa fanciulla in una passeggiata? Che ne dite Lady Brienne?—
—Sarei onorata se Re Waylond volesse farmi l’onore, ma voi Mio Signore?—
—Oh, io andrò a strigliare le orecchie ai miei cavalieri e il mio servitore— disse con una certa soddisfazione nella voce Pendragon, vedendo che il suo piano era andato in porto e quindi Dayton non avrebbe messo ulteriormente gli occhi sul suo Merlino. 

 Quando i due si furono allontanati, il giovane Re si volse verso il trio notando che qualcosa non tornava. Merlino non si vedeva da nessuna parte mentre Lancillotto e Galvano stavano guardando verso i rami di un albero dandogli le spalle. Quando si fu avvicinato abbastanza ai due senza essere notato, volle qualche delucidazione su dove fosse finito il corvino 
—Bene bene, cosa abbiamo di così interessante su quest’albero? Dovè Merlino?— chiese con le mani sui fianchi e battendo un piede sul terreno, i due quando si accorsero di avere il loro sovrano alle spalle impallidirono leggermente 
—A-Artù…— dissero in coro iniziando a sudare freddo 
—Forse non mi avete sentito bene, vi ho chiesto dove. si. trova. Merlino.—
Proprio in quel momento si sentì una voce provenire dall’albero
—Hey ragazzi, ho preso abbastanza male che dovrebbero avanzarne alcune da portare a Camelot— quella era senza ombra di dubbio la voce di Merlino e a confermare ulteriormente la supposizione di Pendragon, il corpo del ragazzo sbucò dalle fronde mentre reggeva in grembo una notevole quantità di mele
—Merlino! Che diavolo stai facendo? Vuoi rischiare di cadere?— chiese molto in ansia per l’incolumità del corvino
—Ciao Artù, stavo solo prendendo un po’ di mele, non ti preoccupare farò attenzione a scendere— e quelle furono le ultime parole famose. 
Proprio mentre cercava di appoggiarsi ad un ramo, quello si spezzò facendogli perdere l’equilibrio e cadere dall’albero insieme al suo bottino.
Artù con l’orrore dipinto sul viso, senza pensarci due volte, corse verso il punto in cui sarebbe caduto il ragazzo. Proprio quando ormai il corvino era sicuro che si sarebbe rotto qualche osso, chiuse gli occhi aspettando l’impatto che non arrivò, anzi sentì qualcosa di morbido e caldo circondarlo in modo rassicurante
Quando riaprì gli occhi si ritrovò a pochi millimetri dal viso di Artù che in quel momento era sdraiato sopra di lui e lo stava stringendo a sé facendogli da scudo contro qualsiasi cosa avesse voluto fargli del male e che in quel frangente gli aveva appena salvato la vita.
Era così confortevole sentire quel corpo e quel calore contro di lui, avrebbe voluto rimanere così per sempre, lì in quel bellissimo posto con Artù sopra di lui a stringerselo contro come se fosse la cosa più preziosa per lui
Sfortunatamente quell’idillio venne interrotto proprio dallo stesso Artù che si sollevò quel tanto che bastava per guardarsi in faccia e inveirgli contro
Ti è andato di volta il cervello!? Che volevi fare, romperti l’osso del collo!?—
—Non è colpa mia se il ramo si è spezzato e mi ha fatto perdere l’equilibrio testa di fagiolo—
—Hai pensato a cosa sarebbe potuto succedere? Se non ti avessi preso in tempo…—
—Hey! Hey! Calma, non mi è successo niente, sto bene ed è merito vostrodisse sorridendo e avrebbe anche azzardato una carezza al viso preoccupato del suo Re, se non fossero stati interrotti da Lancillotto e Galvano, che ripresosi dallo shock iniziale, vollero accertarsi delle loro condizioni aiutandoli ad alzarsi
Appurato che entrambi stessero bene, attesero il ritorno di Re Dayton e Lady Brienne.
Quello che non sapevano era che Waylond e Lady Brienne erano tornati indietro prima del previsto e il Sire non si era perso il modo in cui Merlino guardava con adorazione e amore il giovane Pendragon
Invidiava profondamente la fortuna che aveva il re di Camelot, avere una persona che ti ama sapendo che non potrà mai averti ma nonostante tutto continua ad amarti; Brienne invece era troppo presa dal reale al suo fianco per notare alcunché, e fu così che riapparvero nel campo visivo del gruppo e una volta raggiunto il quartetto, misero via quello che rimaneva del picnic e tornarono al castello. 

 

*** 

 

La mattinata del giorno dopo il picnic, trascorse molto velocemente e in modo tranquillo, fu solo nel pomeriggio quando Artù si trovava nelle sue stanze che ricevette la visita inaspettata di Dayton.
—Salve Artù, sono venuto solo a dirvi che potete stare tranquillo per Merlino d’ora in poi. Ultimamente ho potuto appurare che quel delizioso bocconcino è perdutamente innamorato di una certa persona qui a Camelot e io seguo solo una ferrea regola nelle mie conquiste, mai giocare con una persona innamorata. Non importunerò più il ragazzo, per quanto mi costi rinunciare a lui, è giusto così 
Artù non riusciva a credere alle sue orecchie, finalmente quel sovrano insistente avrebbe lasciato stare il suo Merlino. Se da una parte però questa notizia lo rallegrava dall’altra parte sentiva il suo cuore sprofondare, non c’era nessuna possibilità che fosse lui la persona amata da Merlino, non aveva mai esternato al ragazzo quanto fosse di vitale importanza per lui la sua opinione o quanto fosse fortunato ad averlo con sé o ancora quanto fosse preziosissima la loro amicizia, che poi per lui i sentimenti provati per Merlino fossero sfociati in qualcosa di più, era stato un qualcosa fuori dal suo controllo. Ma adesso doveva rispondere a quanto detto da Re Waylond 
—Sono felice di sentire questo da voi, e ditemi… chi sarebbe questa persona che ha rubato il cuore di Merlino?— provò ad indagare con indifferenza Pendragon, fallendo in gran parte il suo intento
—Oh vedete Sire, io sono abbastanza sicuro di sapere chi sia codesta persona ma non mi sembra giusto rivelarvi la sua identità. Dovreste chiedere al vostro servo, l’unico indizio che posso darvi è questo; la persona in questione è molto vicina al ragazzo. Ora se volete scusarmi mi ritirerò nelle mie stanze, a stasera Artù— 

 Una volta che il re di Camelot rimase solo nelle sue stanze, iniziò a supporre chi potesse essere tra le persone vicine al corvino quella che gli aveva rubato il cuore, ma appena pensava di essere vicino alla conclusione si diceva che non poteva essere la soluzione giusta.
Lancillotto era innamorato di Gwen e lei lo ricambiava; Galvano era chiaro come il sole fosse interessato a Parsifal che lo ricambiava ma troppo timido su questo punto di vista per fare qualcosa; Elyan stava corteggiando una lady da almeno un paio di mesi; Leon era Leon e bastava come rassicurazione
Le serve o servi del castello volevano bene a Merlino ovviamente, ma nessuno di loro avrebbe avuto l’occasione di spendere tanto tempo con il giovane da farlo innamorare, avrebbe chiesto maggiori informazioni a Gaius se solo in quel momento non fosse entrato il centro dei suoi pensieri.
Merlino aveva appena varcato la porta, quando il Re decise che avrebbe chiesto al diretto interessato
—Sai Merlino, mi sono reso conto che tu sai quasi tutto sulla mia vita sentimentale ma io non so niente sulla tua— buttò lì Artù. Sentendo che il corvino non apriva bocca continuò il suo discorso —Mi stavo chiedendo quindi se avessi mai avuto interessi nei confronti di qualcuno o se in questo momento c’è qualcuno che ti interessa…— solo in quel momento Pendragon azzardò ad alzare lo sguardo incerto su Merlino e fu allora che vide l’imbarazzo colorarne il viso solitamente candido e gli occhi aprirsi in sorpreso terrore
Oh beh, e-ecco… vedete Artù non c’è molto da dire sulla mia vita sentimentale, tranne per il fatto che è un completo disastro— disse con imbarazzo portandosi una mano a scompigliare la zazzera corvina, per poi spiegarsi meglio —Quando ero ad Ealdor non avevo molto tempo per questo genere di cose; aiutavo mia madre a fare la maggior parte dei lavori occupando così gran parte della giornata e poi non mi attiravano molto le poche ragazze del villaggio disse con unalzata di spalle, ma all’occhiata del suo Re volle chiarire —Erano troppo pretenziose e superficiali per i miei gusti. Quando poi sono venuto a Camelot non è andata meglio, sono praticamente finito subito a lavorare per voi e tutte le ragazze sono interessate a voi ovviamente, anche se devo ammettere che c’è stata una ragazza una volta qui a Camelot che mi aveva rubato il cuore, ero stato pure disposto a scappare con lei ma per colpa di una maledizione che le era stata lanciata da piccola, morì un paio di giorni dopo il nostro primo bacio tra le mie braccia— il ricordo della dolce Freya era ancora fonte di dolore per lui anche se adesso riusciva a parlarne senza problemi, il suo viso si deturpava in una piccola smorfia di dolore al suo ricordo. 
Il giovane Re era scioccato da questa rivelazione, non immaginava di essere stato a tanto così dal perdere il suo Merlino per via di una ragazza di cui non sapeva niente e si sentiva così spregevole al sollievo che la ragazza non avrebbe più potuto portarglielo via. Non doveva però dato che per Merlino quella ragazza anche se per poco sembrava essere stata molto importante per lui.
—Merlino, mi dispiace tanto per la tua perdita, non sapevo avessi dovuto affrontare un dolore così importante— e dicendo ciò, gli appoggiò una mano sulla spalla per fargli sentire il suo supporto 
—Non preoccupatevi Artù, ormai l’ho superata— disse sorridendo
E… dopo questa ragazza non ti sei più innamorato? Se posso chiedere— non era sicuro di volere una risposta a quella domanda 
—E-ecco… v-vedete… ci sarebbe una persona qui a Camelot— a quelle parole Artù impallidì leggermente sentendo le sue speranze di poter conquistare Merlino svanire rapidamente alla vista del bellissimo e largo sorriso che comparve sulle lucide labbra carnose del ragazzo davanti a lui 
Questa persona sa dei tuoi sentimenti?—
Oddio no! Vedete è una relazione che non potrà mai nascere— disse con tristezza il corvino —Nonostante io sarei disposto a dare la mia vita per questa persona se sapessi che così facendo salverei la sua, non potrà mai accadere, siamo di classi sociali molto differenti e… ecco… sì insomma… non si tratta di una ragazza…— nel rivelare queste ultime parole, Merlino abbassò la testa avendo paura di leggere quale sarebbe stata l’espressione sul viso del giovane Pendragon.
Inutile dire che le ultime parole di Merlino avevano dato ad Artù sia speranza che sconforto, il fatto che il corvino provasse interesse per entrambi i generi era una buona notizia per lui ma nonostante ciò dubitava di essere lui la persona amata da Merlino.
Doveva assolutamente indagare più a fondo per cercare di scoprire chi fosse costui.
Dimmi Merlino, vive nella cittadella o qui al castello?—
—Ecco… vive qui al castello— rispose Merlino non guardandolo direttamente in faccia e sorpreso dalla tranquillità con cui Artù aveva preso la sua rivelazione di essere interessato a uno del suo stesso sesso anziché una ragazza 
—Lo conosco o l’ho mai visto?— la cosa si faceva sempre più interessante 
—Diciamo di sì…— cercò di rimanere sul vago il ragazzo
—E passate molto tempo insieme?— volle ancora sapere Artù, non sapeva se alzare le sue speranze oppure no man mano che faceva domande
Direi di sì... Artù, perché mi state facendo tutte queste domande? Non sarà mica che il vostro ego è geloso perché deve dividere le mie attenzioni con qualcun altro?— cercò di alleggerire la situazione il giovane mago
—Se anche fosse? Ti creerebbe qualche fastidio?— si sentì costretto ad ammettere Artù.
Questo, Merlino non se l'aspettava, il suo Artù geloso all'idea di non essere più il centro delle sue attenzioni e come se non bastasse adesso aveva pure distolto lo sguardo dal suo arrossendo, la cosa lo destabilizzava abbastanza.
—Artù?–
Perché non mi hai mai detto di essere innamorato?— 
—Ho sempre avuto paura della vostra reazione se sapeste chi è—
—Ti aiuterebbe sapere che pure io sono innamorato di una persona che non potrò mai avere e del mio stesso sesso per di più?— inutile dire che adesso Merlino lo guardava con tanto d'occhi
—C-cosa? Voi?—
Merlino. Io, Re Artù Pendragon di Camelot sono innamorato di un uomo—
—Oh— fu tutto quello che Merlino riuscì a dire con la morte nel cuore, non pensando di essere proprio lui il fortunato amato da Artù.
In fondo perché mai dovrebbe innamorarsi di un servo come lui. Artù è il Re e può avere chi vuole, perché dovrebbe accontentarsi di lui? 

Buffo come i ruoli adesso si fossero invertiti ed equiparati, entrambi a disperarsi per la persona amata senza sapere di essere ricambiati corpo ed anima e basterebbe davvero così poco per smuovere la situazione, un gesto o una parola di più ed entrambi potrebbero toccare la felicità con un dito. 

 Fu in quel momento che Artù decise di fare una mossa, se doveva perdere il cuore di Merlino almeno non voleva rimanere con il rimpianto di non aver provato il tutto e per tutto
—Sai Merlino, penso che se quella persona sapesse dei tuoi sentimenti, si riterrebbe l’essere più fortunato del mondo. Io lo sarei di certo— l’ultima frase la disse sussurrandola ma Merlino l’aveva sentita forte e chiaro, facendogli alzare di molto le sopracciglia e lasciandolo incredulo, convinto di aver capito male 
—C-come? Perché mai dovreste… il cuore che batteva a mille nella cassa toracica
—Non l’hai ancora capito? La persona di cui sono innamorato, sei tu e prima di dare la possibilità a Merlino di fare alcunché, lo prese per il fazzoletto che aveva al collo e se lo tirò contro per poter finalmente baciare quelle labbra tanto desiderate.
Fu un bacio tenero e pieno di trasporto che fece prima spalancare gli occhi a Merlino e poi farlo sciogliere a quel contatto, tanto da fargli cedere le ginocchia e quindi spostare il suo peso maggiormente contro Artù , che lo accolse stringendolo contro il suo petto, dove sentiva il cuore di entrambi battere all’impazzata.
Quando si separarono per mancanza d’aria, rimasero fronte contro fronte rubandosi il respiro a vicenda godendo della vicinanza l’uno dell’altro, fino a quando lacrime di gioia scesero dagli occhi di Merlino, che mai aveva sperato di essere ricambiato dal suo Re. 
Si sentiva come se fosse al settimo cielo e oltre ma così non si poteva dire lo stesso del giovane Pendragon che era convinto di aver rovinato tutto con Merlino date le sue lacrime
—M-M-Merlino...— non sapeva davvero che dire
—Sai quanto desideravo questo momento, brutto asino reale che non sei altro!?— disse ridendo tra le lacrime il corvino, abbracciando il biondo con tutta la forza che aveva in corpo per la gioia che provava in quel momento 
—No aspetta, cos...— Artù era a dir poco confuso e disorientato 
—Sei tua la persona per cui darei la vita, che vive qui al castello, con cui passo quasi tutto il mio tempo. Pensavo fosse abbastanza facile tirare le somme e poi sarei io l'idiota— disse sorridendo ad un incredulo Re.
Vedendo che Artù non reagiva, Merlino si preoccupò un poco per poi sentire il suo corpo venire stretto a quello del biondo e venire sollevato da terra il giusto per permettere a Pendragon di coinvolgerlo in una giravolta e dopo sentire il suo Re ridere di cuore
A-A-Artù?— il repentino cambio d’umore del giovane Re l’aveva destabilizzato 
Oh Merlino, non ti rendi conto che mi hai reso la persona più felice del mondo?— il sorriso non abbandonava il suo viso che sembrava essere ringiovanito.
Inutile dire che la felicità aveva colmato anche Merlino ma lo abbandonò appena si rese conto che ora non poteva più tacere la verità sulla sua magia se voleva che Artù amasse tutto di lui
Tutto il suo corpo in un attimo s’irrigidì e la cosa non passò inosservata a Pendragon 
—Merlino che succede?— volle giustamente sapere
—Niente, perché?— disse forzando un sorriso che non arrivò mai agli occhi 
—Non è vero. Prima eri rilassato e ora il tuo corpo è diventato rigido. C’è qualcosa che ti preoccupa. Dimmelo— disse supplicando, il corvino che stava davanti a lui
Artù...— Merlino era davvero terrorizzato dalla reazione che avrebbe potuto avere 
—Sai che puoi dirmi tutto, vero? Cosa può esserci che ti preoccupa così tanto?
—Beh… ecco vedi… c’è un segreto che mi porto da quando ho messo piede a Camelot che non ho mai potuto svelarti. Giuro che più di una volta ho voluto dirtelo ma non trovavo mai il momento giusto, però ora che abbiamo avuto questa svolta devi saperlo e ti giuro che accetterò qualsiasi sarà la tua decisione a riguardo— il corpo adesso tremava leggermente mentre Artù si stava preoccupando sempre di più 
—Non capisco, Merlino di che stai parlando?— disse guardandolo negli occhi 
—Di questo— e detto ciò, Artù vide Merlino piangere e i suoi occhi diventare dorati e dalle sue mani, che Artù non aveva notato si fossero unite, spuntò una bellissima farfalla dalle ali color azzurro acceso che uscì dalla finestra aperta. 
Ora la stanza era scesa in un silenzio pesante intervallato dai singhiozzi di Merlino che teneva basso il viso per non vedere la reazione di Artù che rimaneva ancora immobile guardando nel punto in cui la farfalla era sparita
—Non ti ho sentito mormorare niente, non hai proprio mosso le labbra… come è possibile che quella farfalla sia uscita dal nulla?—
—A-A-Artù… ti prego… non rendere le cose più difficili—
Quindi mi hai mentito per tutto questo tempo? Non è vero?— la rabbia stava prendendo campo in lui insieme alla delusione
—NO! Non ho mai mentito! Ho solo occultato un dettaglio sulla mia persona per evitare di morire ingiustamente per mano di Uther
—Dimmi, quando sei stato corrotto dalla magia?—
—Mai, sono nato con la magia. Ancora prima di parlare spostavo gli oggetti con la mente grazie alla mia magia, ha sempre fatto parte di me. Non ho mai fatto del male col mio dono, anzi l’ho sempre messo al tuo servizio da quando sono diventato tuo servitore per difendere te e Camelot da tutte le minacce che abbiamo affrontato. La magia non è malvagia, solo il cuore di chi la possiede lo è, questo purtroppo Uther non l’ha mai capito
—Come posso crederti? Come posso fidarmi ancora dopo che hai mentito su una cosa così importante?— lo sguardo tradito Artù non aiutava l’umore già sotto i piedi del mago
Oh davvero? Ho combattuto contro grifoni, streghe, banditi, sono stato preso a pugni, avvelenato, colpito con frutta. Più di una volta mi sembra di essere trascinato in così tante direzioni da non sapere da che parte girare! Tutto questo solo per tenerti al sicuro e proteggere Camelot Artù lo guardava senza parole, davvero aveva fatto tutto questo per lui? —Ora dimmi, ti sembra il comportamento di un mago malvagio?— aggiunse Merlino 
Gli ci volle un poco di tempo ma finalmente il Re rispose —No, non è per niente il comportamento che mio padre mi ha insegnato ad odiare. Dimmi però una cosa Merlino, perché hai passato tutto questo tempo fingendo di essere una persona normale quando avresti potuto prendere il potere con uno schiocco di dita?—
—Sai… ci si sente soli ad essere la persona più potente che conosci e dover vivere come un’ombra… ad essere speciale e dover fingere di valere meno— lo sguardo di Merlino rifletteva una solitudine e una sofferenza che Artù non gli aveva mai visto. 
Forse doveva credergli, in fondo non aveva fatto altro che aiutarlo da quando si erano incontrati.
—Merlino, senti… io…— venne interrotto dal mago
Non mi vuoi ora che sei la verità, lo immaginavo— disse con un sorriso tristissimo e le lacrime che percorrevano il suo viso
—NO! Non ho detto quello! Non saltare a conclusioni affrettate, lasciami finire per una buona volta— Merlino lo guardava con attenzione —Volevo dire che ti credo, che non sei per niente una minaccia per Camelot, che mi dispiace se hai dovuto sempre nascondere la tua natura senza poterti confidare con qualcuno e per finire ma non meno importante, io ti voglio ancora se non più di prima— Merlino lo guardava con tanto d’occhi, incredulo per ciò che aveva appena sentito.
Artù vedendo che Merlino non dava segno di muoversi gli posò delicatamente una mano sulla guancia e a quel tocco il corvino si riprese gettando le braccia al collo del biondo, stringendolo forte a per paura di essersi immaginato tutto
Grazie Artù, davvero
—Qualsiasi cosa per te— disse baciandogli la tempia —Ora dimmi, come hai fatto a evocare la farfalla senza usare parole?— la curiosità brillava nei suoi occhi.
Merlino ridendo gli rispose —I druidi dicono che io sia il mago più potente che abbia mai camminato sulla terra— si poteva percepire un tono orgoglioso nella sua voce 
—Fammi vedere cos’altro puoi fare con la tua magia allora
Merlino ci pensò su, poi avvicinandosi a dei pezzi di carta ebbe un’idea
—Ok, guarda attentamente— quando ebbe l’attenzione del biondo, prese un bel respiro e poi —Carte hors, beride!un cavallo di carta prese vita galoppando nell’aria —Cartan hors, beride!anche gli altri pezzi di carta presero vita e in men che non si dica una mandria di cavalli di carta stava correndo sulle loro teste lasciando Artù senza parole, guardando il tutto con entusiasmo.
Quando i cavalli si avvicinarono al camino spento, il corvino diede ancora dimostrazione della sua magia Bael onbryne Draca! la mandria di cavalli di carta prese fuoco accendendo il camino e dalle loro scintille nacque un bellissimo drago di fuoco che catturò totalmente l’attenzione del giovane sovrano. 
Dato che Artù era completamente distratto, Merlino ne approfittò per creare la sfera di luce che tempo fa aveva mandato in soccorso al biondo quando lui era stato avvelenato dalla sacerdotessa dell’antica religione, Nimueh
Artù, appena vide quella sfera luminosa, ebbe una rivelazione —Eri tu! La luce che mi ha guidato fuori da quella grotta mentre stavo cercando il fiore per guarirti dal calice avvelenato! Pensavo di aver avuto un’allucinazione e invece eri tu— la bocca aperta per lo stupore
—Ahahah, che faccia, sapessi quante altre cose ho fatto— disse ridendo di gusto con aria saputella
Sono pronto a sentirle tutte, ne avrai tante da raccontare—
—Certamente, magari domani visto che si è fatta sera e Gaius mi starà aspettando per cenare—
—Oh non credo, questa sera c’è la cena d’addio per Re Dayton, domani finalmente tornerà nel suo regno il più lontano possibile da te e io non dovrò più pensare a come torturarlo per come ti guarda—
—Sono contento che domani riparta per il suo regno, non mi piacevano per niente le sue attenzionidisse Merlino rabbrividendo con aria disgustata
Concordo, le uniche attenzioni che puoi apprezzare nei tuoi confronti sono le mie— disse stringendosi possessivamente il moro contro il suo corpo, suscitando una bellissima risata da parte del mago.
—Forza sua Gelosia, dobbiamo cambiarci per raggiungere gli altri al banchetto gli fece notare Merlino, staccandosi da lui per andare a cambiarsi nella sua camera ma venendo bloccato da una presa sul suo polso da parte di Artù 
—Non andare, posso prestarti qualcosa io, mi farebbe davvero piacere vederti indossare qualcosa di mio— disse, facendo arrossire il ragazzo
—Mi starebbe grande, non ci farei una bella figura—
—Vero, però potresti fare in modo che ti vada con la tua magia— fu l’eloquente risposta con alzata di sopracciglio 
—Va bene, non posso certo disubbidire al mio Re— disse scherzosamente ghignando Merlino in sua direzione, per poi scegliere insieme dei completi che fossero coordinati l’un l’altro. 

 

*** 

 

Una volta pronti per la cena d’addio di Re Waylond, si recarono nel salone delle feste chiacchierando del più e del meno con una leggerezza che non avevano mai provato prima, ora che non avevano più il peso dei loro segreti sulla coscienza e sul loro cuore
Quando varcarono le porte della sala, tutti poterono notare come i due sembrassero risplendere di nuova luce e sembrassero in pace con il mondo intero. 
Avvenimento più unico che raro dato che si trattava di loro due
Non passò molto tempo dalla loro entrata in scena, che Re Dayton li raggiunse con già un calice di vino tra le mani —Finalmente siete arrivati, pensavo vi foste nascosti da qualche parte a fare un po’ di sana attività fisica, se capite cosa voglio dire— disse con un’alzata di sopracciglia molto eloquente, rivolta alla neo-coppia che fece violentemente arrossire Merlino
—Non sono certo affari vostri cosa facciamo nel nostro tempo libero, comunque non eravamo a fare niente di tutto questo— ribatté Pendragon, stringendosi contro il mago ed aggiungendo in seguito con tono malizioso —Anche se forse questa sera potrebbe capitare l’occasione giusta— occhieggiando significativamente verso il suo amore 
—Artù!!!— cercò di rimproverarlo Merlino, completamente a disagio per la piega che stava prendendo la conversazione tra i due Re
Oh, ecco quel delizioso rossore sul tuo viso— s’incantò Re Dayton, guardando Merlino
Beh, quel rossore come tutto il resto di lui è mio, quindi la pregherei di smetterla— volle chiarire Pendragon a quell’affermazione, preso dalla gelosia
—Certo, certo. Non volevo esagerare, scusatemi Artù. Però dovete ammettere che ho ragionefu la risposta di Waylond con un’alzata di spalle 
Vero. Non lo nego.
Nel mentre, Merlino aveva nascosto il volto contro la spalla del biondo, completamente rosso ed emettendo piccoli suoni incomprensibili per sottolineare il suo disappunto a questa conversazione.
Lancillotto e Galvano vedendo il loro amico a disagio, decisero d’intervenire per aiutarlo
—Sire, se non vi dispiace vorremmo rubarvi Merlino per un attimo— esordì Lancillotto con Galvano al seguito che iniziava già a subire i fumi dell’alcol
—Oh sì, certo nessun problema— affermò Pendragon lasciando andare il suo ragazzo con i cavalieri e rimanendo a chiacchierare con il Sire.

—Grazie mille ragazzi per avermi sottratto a quei due— ci tenne a dire Merlino ai suoi amici con un sospiro di sollievo 
—Ci sembravi incomodo nella conversazione tra Mr.Pomposo ed il nostro Re, così  abbiamo pensato di venire in tuo “soccorso”— gli fece l’occhiolino Galvano
—Se non siamo troppo invadenti, possiamo sapere di cosa stavate parlando? Non ricordo di averti mai visto così a disagio prima d’ora— fu la garbata domanda di Lancillotto
—Beh, ecco… non so se posso dirvelo. Artù ed io non ne abbiamo ancora parlato. Però penso che a voi posso dirlo, siete i miei migliori amici e mi fido di voi— le parole del mago incuriosirono notevolmente i due cavalieri 
—Andiamo amico, non tenerci sulle spine— fu la risposta di Galvano mentre avvolgeva un braccio intorno alle spalle di Merlino, mentre Lancillotto si fece più attento a quello che avrebbe detto il suo magico amico
Sapete entrambi dei miei sentimenti per Artù giusto?— al loro accenno affermativo e confuso continuò —Ecco… Vedete… CiSiamoMessiInsieme!— 
—Scusa , puoi ripetere? Non abbiamo capito niente da quanto hai parlato veloce— fu la riposta dei due
—Artù ed io… Ecco… Ci siamo messi insieme— disse in maniera più comprensibile coprendosi il viso con le mani per via del rossore 
COSAAA?!— a quell’esclamazione quasi tutta la stanza si girò verso di loro incuriosita, compresi i due Re, per poi tornare alle loro conversazioni   
Shhh! Vi è andato di volta il cervello?— li ammonì il moro imbarazzato 
—Scusaci, ma come è successo? Fino a ieri sospiravi al suo passare e adesso state insieme?— disse Lancillotto
—Lo so, sembra assurdo vero? Sto ancora processando io la cosa— disse con aria sognante ed innamorata, lanciando uno sguardo caloroso ad Artù e tornando a parlare d’altro con i due cavalieri.
Erano nel mezzo di uno dei racconti di Galvano, quando Merlino si sentì avvolgere la vita e stringere contro un corpo muscoloso mentre i suoi amici ridacchiavano 
—Artù mi hai fatto prendere un colpo! Cosa fai? Potrebbero vederci— disse ansiosamente guardandosi attorno il giovane mago
Deduco che l’urlo di prima sia perché Merlino vi ha detto che stiamo insieme.— senza aspettare risposta poi aggiunse Rilassati Merlino, sono tutti troppo interessati a chiacchiericci inutili o ad ubriacarsi per prestare attenzione a noi.— lo rassicurò Artù, affondando il naso tra i suoi capelli e sospirando contento
Adorava il loro profumo, lo rilassava come niente al mondo, nella sua mente rievocava giornate estive tra campi fioriti. 
Una pace dei sensi unica per lui. 
A-Artù? Tutto bene?— chiese Merlino, visibilmente a disagio in quegli atteggiamenti con tutte quelle persone attorno a loro.
Artù, capendo che il moro non si sentiva a sua agio, allentò la presa su di lui e si mise al suo fianco ma rimanendogli vicino
—Scusami Merlino, non volevo farti sentire incomodo— così dicendo gli strinse, in modo che nessuno potesse vederli, la mano. 
Il gesto però non passò inosservato ai due loro amici che non avevano distolto lo sguardo dalla coppia e sorridevano contenti nel vedere che finalmente quei due si fossero messi insieme dopo tanto girarsi attorno. 

 

*** 

 

Il resto della serata trascorse tranquillamente tra brindisi, chiacchere e risate.
Sembrava quasi un déjà-vu del suntuoso banchetto che si era tenuto all’arrivo di Waylond, solo che questa volta era un banchetto per la sua partenza il mattino seguente.
Solo per due persone quella serata era diversa.
Solo per due persone che finalmente dopo tanto cercarsi si erano trovate, quella serata parve avere una luce diversa dal solito. 
Era l’inizio di una nuova pagina della loro vita, ma questa volta l’avrebbero affrontata insieme, non più come Re e servitore o migliori amici, nossignori.
Avrebbero iniziato quella nuova pagina della loro vita come due persone che finalmente potevano essere libere di esprimere all’altro tutto l’amore che provavano l’un l’altro senza riserve e senza più segreti da nascondere.
Stavano per affrontare il resto delle loro vite insieme perché non avrebbero voluto nessun altro al loro fianco.
Merlino non avrebbe voluto nessuno che non fosse Artù.
Artù non avrebbe voluto nessuno che non fosse Merlino.
Erano due facce della stessa medaglia; una metà che non poteva odiare l’altra; l’uno il destino dall’altro e non potevano essere più felici di così.
Erano Artù e Merlino, insieme e niente li avrebbe divisi.
Il loro era un legame scritto nel destino che li aveva scelti ancora prima delle loro nascite, sapendo che sarebbero stati speciali. 
Speciali per le loro famiglie, per i loro amici e per tutto il resto del mondo.
Quel legane così unico e speciale era il profondo amore tra il grande mago Merlino e il suo Re Artù di Camelot.









Per chi lo volesse vedere ho provato a fare un trailer della fic su YouTube, vi lascio il link
https://youtu.be/0JhTTWaOcJI
   
 
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