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Autore: Flos Ignis    28/02/2021    0 recensioni
Tratto dal testo:
Voleva una famiglia, qualcuno di cui prendersi cura e che avrebbe ereditato le sue conoscenze: la vera vita eterna che voleva era quella della memoria, essere ricordato per aver cambiato per sempre il concetto stesso di vita.
E quel bambino era l'incarnazione della sua anima, il suo uguale e opposto.
Il Desiderio si era fatto Verità, e per Randou non ci sarebbe stato mai un momento in cui si sarebbe sentito più felice.
Fantasy!AU
Il titolo deriva dal concetto giapponese "ikigai", che implica la necessità di una ragione di vita per essere felici.
Da molto tempo aspettavo di scrivere su questo fandom, molte idee sono nate nel vedere i meravigliosi personaggi che noi tutti amiamo, ma alla fine il mio debutto ho deciso di dedicarlo a una versione alternativa della nascita di Chuuya.
Il suo legame con Randou/Rimbaud verrà mostrato in una nuova luce, così come quello con il suo ex "partner in crime" Dazai.
Volete vedere come un nuovo mondo ha inciso sui rapporti di questi tre personaggi, dal modo in cui si sono conosciuti a quello in cui si sono relazionati? Venite a vedere se vi piace la mia risposta.
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri, Chuuya Nakahara, Osamu Dazai
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Incontri e scontri


 

Chuuya poteva essere impulsivo e violento all’occorrenza, ma non era stupido.

Aveva deciso d’impulso di non parlare a Randou del sospetto di Dazai Osamu, ma poi ci aveva rimuginato sopra una notte intera: volente o nolente, Randou era agli occhi di tutti il suo tutore.

E secondo la legge era colpevole di un crimine punibile con la morte. Aveva il diritto di sapere che, per la prima volta in tanti anni, qualcuno sospettava la verità.

Però, a cosa sarebbe servito preoccuparlo inutilmente?

Lo stramboide non aveva prove, dubitava che si sarebbero mai rivisti e come se non bastasse, non sapeva neppure il suo nome. Tant’è vero che aveva continuato a chiamarlo “ragazzino”.

Un ringhio automatico gli fece vibrare le corde vocali, facendo girare a largo chiunque fosse nelle immediate vicinanze mentre calpestava con irritazione crescente l’asfalto sotto i suoi piedi.

Camminava per lasciare i dubbi dietro di sé, cercando di raggiungere una pace interiore che non aveva mai conosciuto.

La pace è per i poveri di spirito, diceva sempre Randou.

Se non si aspira a nulla, se non si brama qualcosa, se non si è disposti a ogni cosa per uno scopo allora la propria esistenza era inutile.

Chuuya non era sicuro di essere d’accordo, ma d’altro canto era vero che trovava la maggior parte delle persone noiose e patetiche. Che vite piatte avevano, come diavolo facevano a non aver voglia di urlare la loro frustrazione al cielo per l’inutilità della propria vita?

Era piuttosto bravo a crearsi attorno una nuvola di malumore tale che la gente era solo felice di stargli distante, perciò lo sorprese non poco quando qualcuno gli picchiettò sulla spalla con intenzione.

E la sorpresa crebbe considerevolmente quando vide chi l’aveva fermato.

-Ma che cazzo!? Mi stai seguendo, razza di stalker?-

La guida del museo gli sorrideva in modo pacifico, ridacchiando gentilmente al piccoletto dai capelli rossi davanti a lui.

-Devi essere un tipetto energico tu, eh? Non sono uno stalker, ma speravo proprio di rivederti. Sei scappato senza dirmi nemmeno il tuo nome.-

-Non ho un solo dannato motivo per doverti dire il mio nome.-

-Allora ti continuerò a chiamare “moccioso”.-

-Non ci sarà alcun motivo per farlo. A mai più rivederci, razza di pedofilo!-

Gli diede le spalle per allontanarsi il più in fretta possibile, ma l’uomo lo fermò di nuovo.

A quel punto si sentì autorizzato a incazzarsi sul serio.

-Ma vuoi lasciarmi in pace?- fece per dare un pugno in faccia all’uomo, ma quello si spostò appena, afferrando il suo braccio e bloccandolo efficacemente piegandoglielo dietro la schiena.

-Buono, ragazzino, non voglio farti del male. Giuro che voglio solo parlare… Il tuo segreto è un ottimo punto di partenza, a mio parere.-

-Ma di cosa stai parlando, si può sapere?-

-Del fatto che la magia respira tutto intorno a te. Ora, ti va di farti offrire un succo di frutta?-

Allora quel tipo aveva capito davvero qualcosa… era definitivamente un mago, e anche uno piuttosto percettivo per sua sfortuna. A questo punto forse si sarebbe accontentato della conoscenza di qualche dettaglio tecnico su se stesso in cambio del suo silenzio. Di certo non sembrava il tipo da andare a condividere notizie così succose con chiunque, perciò forse sarebbero giunti a un accordo reciprocamente vantaggioso…

-Non trattarmi come un moccioso cazzo, voglio un fottuto drink se devo sopportare la tua compagnia!-

...sempre che avesse iniziato a trattarlo come l’adulto che sentiva di essere.


 

*****


 

Erano rimasti in silenzio per più di dieci minuti, seduti al tavolino esterno di un bar nelle vicinanze. L’arrivo di un caffè corretto e un aperitivo diede loro l’occasione per spezzare quella stasi fastidiosa.

-Paghi tu ovviamente.-

-Non volevi essere trattato come un adulto? Facciamo a metà da bravi amici.-

-Non siamo amici, io ti odio e vorrei spaccarti la faccia invece di stare qui con te. Ma dato che tieni tanto alla mia compagnia dovrai almeno pagarmi da bere.-

-Di solito offro da bere solo alle donne con cui passo la notte. Ma mi ritengo di larghe vedute, perciò potrei considerarti una graziosa signorina se è questo che vuoi.-

Chuuya saltò in aria vedendo rosso, pronto a picchiare a sangue quel pervertito irritante.

-Brutto maniaco del cazzo, se osi toccarmi con un dito...-

Dazai Osamu rise leggermente, guardandolo da sotto le lunghe ciglia con il suo sguardo più intenso e, senza rendersene conto, Chuuya arrossì come un pomodoro.

-Ti toccherò solo quando me lo chiederai tu, ragazzino.-

-Morirai nell’attesa.-

L’uomo rise scuotendo la testa, ma poi tornò a fissarlo in modo serio, controllando discretamente i dintorni per accertarsi che fossero in grado di tenere una conversazione privata.

-Passiamo agli affari, ti va?-

-Se rispondo di no posso andarmene senza essere perseguitato dalle tue domande inopportune?-

-Per quale motivo fai domande di cui conosci benissimo la risposta?-

Chuuya allora si rassegnò, sprofondando nella sedia in modo sgraziato ed emettendo un sospiro esasperato. Afferrò il suo aperitivo e ne buttò giù la metà sperando che l’alcool che stava ingurgitando fosse più forte di quel che era, sospettando che ne avrebbe avuto bisogno.

-Dunque, inizi a parlare o preferisci che ti faccia delle domande io?-

-Chiedi quel che vuoi, prima inizi prima posso andarmene.-

-Dunque, chi sei? Per quale motivo la magia ti danza intorno come ad un amante?-

Chuuya arrossì ancora a quella scelta di parole, nonostante si fosse appena calmato dalle precedenti insinuazioni.

-Ma non ti stanchi proprio mai di fare insinuazioni?-

-Mai. Rassegnati e rispondi.-

-Va bene, va bene. Tutto pur di non sentire la tua voce gracchiante più del dovuto. Io non sono un mago, non proprio. Posso praticare la magia solo perché in realtà la magia mi ha creato. Il mio tutore è molto abile, stava cercando la risposta all’immortalità e alla vita eterna quando, sette anni fa, finalmente ha ottenuto un risultato creando una vita dal nulla, la mia. Sono a tutti gli effetti l’errore di un esperimento. E da quel momento la magia si è legata a me, mi ha fatto crescere allo stesso ritmo degli esseri umani, mi ha dato un cervello pensante e un carattere indomabile, a detta del mio tutore.-

Ciò che non disse furono i sospetti sulla sua presunta capacità di bloccare lo scorrere del tempo su se stesso e, potenzialmente, a chiunque intorno a lui. Non c’era bisogno di riferire semplici sospetti, no? Inoltre, credeva di aver detto più che a sufficienza.

Dazai lo aveva ascoltato con attenzione, le sopracciglia aggrottate in un’espressione di intensa concentrazione.

-Tutto questo è davvero molto interessante. C’è abbastanza per fare di te un caso di studio a livello internazionale.-

Chuuya si irrigidì. Forse aveva sottovalutato il suo interlocutore, avrebbe dovuto stare più attento e parlare con Randou prima di rivelare così tanti dettagli che avrebbero potuto rovinare la loro vita.

Stava per alzarsi e andarsene, aveva ancora una possibilità di andare oltre quei due infausti incontri e dimenticarsene allegramente.

Si alzò il più velocemente possibile per scattare via come un felino, ma una mano dalle lunghe dita lo fermò per il polso in modo fermo. A meno di non farsi seriamente del male o di farne alla guida museale, non avrebbe potuto muoversi di un centimetro.

-Aspetta un attimo. Come ho detto, il tuo caso è accademicamente stimolante. Ma tu sei un essere umano a tutti gli effetti, e le cavie umane mi fanno un po’ di senso sai?-

-Mi stai dando della cavia umana?-

-No, ragazzino. Ti sto chiedendo di uscire con me.-

-Ma cosa cazz...-

-Sono interessato a conoscerti in quanto te stesso. Non mi interessano i dettagli magici, ma tu sei terribilmente intrigante, lo sai bel ragazzo?-

-...non chiamarmi così.-

-Allora dimmi come ti chiami, così saprò il nome di chi mi ha rubato il cuore.-

Chuuya prese a urlare, ritenendo di aver sopportato abbastanza e ignorando la vampata di rossore sulle guance che faceva il paio con il colore dei suoi capelli.

-Ma quindi non sei solo un pervertito, sei un pedofilo pazzo! Lasciami subito andare e ti romperò solo i denti invece di ogni singolo ossicino del corpo!-

-Puoi anche rompermi i denti, ma cercherò comunque di baciarti e dovrai sopportare il sapore del mio sangue.-

-Ma che problemi hai? Sei scemo così dalla nascita o sei caduto dalla culla da piccolo?-

-Ritieni stupido chi vuole uscire con te?-

-Diavolo no, io sono un mito, chiunque lo direbbe dopo una sola uscita con me!-

-Dammi modo di verificarlo allora. O hai paura di doverti rimangiare tutto?-

Fanculo. L’aveva fregato.


 


 

  
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