Allora
ho scritto questa ff qualcosa come … uhm… un
anno fa?
Era sul vecchio pc e non ricordavo neanche di averla scritta, comunque
visto
che di recente i miei santi cugini hanno messo mano su quella vecchia
ferraglia
hanno recuperato le mie anticaglie e tra una serie deliranti di ff di
snk ho ritrovato
questa ed ho deciso di pubblicarla.
Per ovvie ragioni, la ff non tiene conto delle rivelazioni dei nuovi
capitoli,
ma in realtà non c’è niente in
contraddizione e temporalmente si svolge nel
periodo post scontro Endeavour-Nomuo e pre-unione Fronte Liberazione
con la
Lega dei Malvagi.
Si, robe a caso, in pratica
Buona Lettura, comunque,
RLandH
La
Sete
Il
problema di Hawks era che aveva sete.
Gli veniva sempre sete nel cuore della notte, da quando era bambino e
scivolava
via dal suo letto per raggiungere la cucina.
E dopo il sesso, poi …
Ed Endeavor non aiutava la situazione, era letteralmente
bollente, in sua presenza la temperatura raggiungeva livelli
così alti, da
seccare l’aria.
E la sua gola.
Ed Hawks voleva solo bere.
Ma il braccio caldo dell’altro uomo lo teneva ben stretto e
schiacciato contro
l’addome dell’altro. Ed in una qualsiasi altra
circostanza, o anche solo due
ore prima, avrebbe adorato da morire starsene lì, stretto
tra il braccio di
Endeavor ed il suo massiccio ed assolutamente definito petto.
E caldo.
Asfissiante.
Ed in quel momento stava ardendo per la sete.
Doveva scivolare dalla presa di Endeavor.
Doveva trovare la cucina e prendersi un bicchiere d’acqua.
Andava bene anche il bagno.
Il problema era che non conoscesse nulla di quella casa.
Non facevano mai sesso a casa di Enji.
Lui aveva una famiglia … dei figli …
probabilmente aveva anche una moglie, non
che Hawks l’avesse mai sentita anche solo citata.
L’aveva vista solo in una foto sistemata sulla scrivania
dell’altro eroe, era
vecchia e risaliva almeno una ventina d’anni prima, visto che
ritraeva lei ed
Endeavor il giorno delle loro nozze.
Nessuno dei due sembrava particolarmente felice.
L’uomo fissava l’obbiettivo con uno sguardo serio
ed un aspetto impettito, lei
aveva le labbra distese in un sorriso, ma l’allegrezza non
arrivava agli occhi.
Hawks aveva notato la foto mentre si trovava a novanta gradi sulla
scrivania
del suo collega, che alla fine si era limitato semplicemente ad
abbassare la
cornice.
Lo sguardo duro di un Enji più giovane
lo metteva a disagio, assieme
alla sua bella moglie dai capelli argentati. Specie mentre era con il
membro di
Endeavour ben sepolto dentro di lui.
Aveva pensato che non facessero mai sesso in casa dell’uomo
perché lì doveva
esserci lei o perché avrebbe reso la cosa
tra di loro irrimediabilmente più seria.
Almeno Hawks aveva sempre pensato quello per giustificare anche
sé stesso, fino
a quel momento Enji non lo aveva portato mai a casa sua, ma
d’altra parte il
ragazzo più giovane non lo aveva mai invitato da lui.
Principalmente per tenere
segreta la sua collezione di oggettistica relativa ad Endeavor
– come il
vecchio pupazzo che teneva fin da bambino, bello sistemato sul suo
letto.
Però
avevano scopato a casa dell’uomo. Quella sera.
Nessuna traccia della moglie e ne c’erano stati molti
commenti sui figli,
sicuramente Shouto Todoroki non doveva essere lì, Tokoyami
lo aveva informato
che gli studenti della UA erano sistemati nei dormitori, dopo gli
ultimi
attacchi ricevuti dalla Lega dei Cattivi.
Per via della spia.
Per via dell’altra spia, quella che faceva il lavoro inverso
al suo e che
certamente era maledettamente più bravo di lui.
Hawks non era riuscito a raccogliere mezzo indizio su di lui, su
chiunque
altro, senza essere ancora riuscito ad avere un incontro con Shigakari,
o con
qualcuno che non fosse Dabi.
Continuava a fallire.
Ed Endeavor potava sul viso bruciante i segni del suo fallimento.
E quel pensiero lo aveva reso ancora più arido, nello
spirito e nel corpo.
Doveva assolutamente andare a bere.
Aveva allungato una mano per raggiungere il braccio di Enji che
circondava il
suo busto e la sua mano mollemente cadeva sul suo fondo schiena.
Aveva sposato l’arto dell’altro uomo, notando che
non c’erano stati segni di
ripresa da parte dell’uomo, che era rimasto in panciolle
addormentato. Hawks
aveva dovuto ammettere che alzarsi dal definito torace di Endeavor era
stata
una vera prova di forza, quasi aveva pensato di lasciar perdere il suo
piano di
andare a bere, per … leccarlo.
Ma la sete aveva vinto anche sulla libidine.
Se era così a ventidue anni si chiedeva come sarebbe
diventato da più anziano,
sicuramente non come Enji, che continuava a mettere passione ed ardore
in ogni
cosa, quasi come fosse una lotta, probabilmente Endeavor vedeva anche
in
quello una lotta.
Hawks ringraziava di non averlo incontrato quando era più
giovane o lui e le
sue ossa cave non ne sarebbero in alcuna maniera usciti vittoriosi.
Era scivolato via dal futon ed anche in quel caso l’altro non
aveva dato cenni
di riprendersi dal torpore ed Hawks aveva accolto le cose con
tranquillità,
camminando sulla punta dei piedi, quasi valutando l’idea di
volare per non fare
rumore, ma immaginava che il movimento delle sue ali sarebbe stato ben
più
invadendo del leggero scricchiolio delle assi del pavimento di legno.
Dannate vecchie case tradizionali.
Aveva recuperato dal pavimento le sue mutande e le aveva indossate,
cercando di
non inciampare nei suoi stessi piedi … e poi si era
addentrato nella sua
missione: trovare la cucina.
Non credeva infondo che la casa fosse così grande, da
impiegargli troppo tempo,
aveva cercato di raccogliere meglio possibile i ricordi di qualche ora
prima.
Quella sera aveva fatto in modo di passarla libera, per un incontro che
Dabi
aveva preteso di avere e a cui aveva deciso di non partecipare,
lasciandolo ad
aspettare da solo al porto per un’ora e mezza, prima che
realizzasse che il
cattivo non aveva alcuna intenzione di presentarsi.
Aveva scritto ad Endeavor dopo quello, non sapeva se l’uomo
avesse un pattugliamento
o altro, ma immaginava che non fosse impegnato in nessun evento
mondano, anche
se era venerdi sera.
Era abbastanza noto che l’attuale eroe numero uno ci tenesse
a mantenere la sua
vita privata riservata, inoltre Hawks aveva potuto stabilire che non
esisteva
nessuna vita privata, solo il suo lavoro e le spunte verdi dei messaggi
di
Shoto.
Ed Endeavor lo aveva invitato ad andare da lui.
Ed Hawks aveva continuato a strabuzzare gli occhi verso quel messaggio,
anche
mentre andava.
Enji aveva aperto in canottiera, sudato e con il fiatone, probabilmente
dritto
fuori dalla palestra ed onestamente Hawks si era chiesto se volesse
fare sesso
proprio lì nell’androne, perché
sicuramente lui ci sarebbe stato, aveva
slacciato la giacca e l’aveva fatta cadere per terra.
Enji dal canto suo aveva chiuso la porta, “Raccogli la giacca
e togli le
scarpe, o Fuyumi predicherà” aveva commentato
solamente, dandoli le spalle.
Hawks era rimasto congelato dopo quella frase, chinandosi per
raccogliere la
sua giacca, chiedendosi se Fuyumi fosse sua moglie o meno, o dove fosse.
“Rimani sull’ingresso?” si era sentito
chiamare poi.
Così aveva cercato di fare mente locale dalla camera da
letto all’androne per
ricordare se avesse intravisto qualcosa di simile ad una cucina.
Nell’arco di tempo aveva trovato diverse camere da letto,
tutte particolarmente
spoglie, tranne una piena di poster di band musicale, la sala degli
allenamenti
ed un soggiorno, tutto in legno ed orribilmente antico.
Senza riuscire a venirne a capo, poi aveva sentito un rumore venire
dalla
direzione dell’ingresso, non aveva fatto in tempo a spostarsi
che il corridoio
si era illuminato subito.
Alla porta una donna stava sfilando le sue decolté, per un
secondo vedendo i
capelli chiarissimi, Hawks aveva pensato potesse essere la moglie di
Endeavor,
ma poi aveva notato delle ciocche vermiglie ed un viso fin troppo
giovanile.
“Tu sei …” aveva detto la donna, posando
i piedi nudi sul parquet, “Giuro non
sono un ladro” aveva detto immediatamente Hawks sollevando le
braccia, “Si
penso che derubare la casa dell’eroe numero uno …
in mutande … sia un’impresa
ardita anche per il numero due” aveva risposto la ragazza
aggiustando meglio
gli occhiali sul viso.
Hawks aveva realizzato lo stato del suo abbigliamento, o almeno la
mancanza,
“C’è una spiegazione” aveva
provato a dire lui con un certo imbarazzo, la
ragazza aveva ridacchiato avvicinandosi verso di lui, era vestita in
una
maniera piuttosto fine ed aveva le guance arrossate, e visto
l’orario in cui
era rincasata, probabilmente doveva aver avuto un appuntamento.
Lei aveva sollevato un sopracciglio, “Avevo sete”
aveva ammesso poi, titubante,
“E non trovavi la cucina” era stato il commento
casuale dell’altra.
“Si” aveva confessato con leggero imbarazzo,
“E perché sei in mutande?” aveva
chiesto, “Fa caldo” la risposta di Hawks era stata
data con sorprendente
sincera, la ragazza aveva riso.
“La cucina è per di là” aveva
ripreso a parlare la ragazza, indicando una
direzione con la testa, “Al momento ho fin troppo sonno per
interrogarmi sulla
presenza dell’eroe Hawks in casa mia, di notte, nudo”
aveva scherzato,
superandolo.
Hawks non aveva indugiato un secondo di più ed era
strisciato in silenzio verso
la cucina, continuando a pensare a lei.
Era la figlia di Endeavor, Hawks non sapeva che l’uomo avesse
una figlia,
sapeva che aveva dei figli, un numero che non era mai stato definito,
per un
po’ era anche stato convinto che in realtà avesse
solo Shouto.
Però c’era anche una ragazza che sembrava
avvicinarsi maggiormente all’età di
Hawks rispetto il figlio prodigio.
Aveva preso un bicchiere d’acqua e finalmente era riuscito a
placare quella
sete che lo stava tormentando.
Forse, era lei Fuyumi, la figlia.
Forse la signora Todoroki non era in giro … più
in giro.
Con una certa angoscia, Hawks aveva realizzato che nel suo girovagare
notturno
non aveva notato troppe foto nella dimora, della famiglia..
Aveva ripercorso il tragitto al contrario, senza dover andare a
sbirciare tutte
le stanze in questo caso, anche se una che era certa di aver lasciato
chiusa,
era socchiusa in questo caso, con un filo di luce visibile
dall’interno.
Probabilmente la stanza della figlia.
L’aveva passata senza troppe domande, sulle punte dei piedi
per raggiungere di
nuovo la stanza di Endeavor, che era ancora steso sul letto in
panciolle in un
sonno beato.
Era scivolato con calma ed in silenzio nel futon al suo fianco ed aveva
allacciando un braccio alla vita dell’uomo, posando la
guancia su un pettorale.
“Non pensavo i falchi fossero animali notturni”
aveva sentito una voce greve
nelle sue orecchie, “Avevo sete” era stata la pigra
risposta di Hawks, mentre
sfregava una guancia contro la pelle
dell’uomo. L’altro aveva emesso una specie di
grugnito in risposta, allungando
il braccio forte per passarlo sotto l’attaccatura delle ali e
stringere Hawks
contro di lui.
Avrebbero potuti addormentarsi, ma invece, come sempre, lui non era
riuscito a
chiudere la bocca.
“Ho incontrato Fuyumi, credo. Tua figlia” aveva
detto solamente, con un tono
forse troppo veloce e nervoso, aveva potuto sentire Enji irrigidirsi.
“Io cercavo la cucina … e lei è
rincasata” aveva ripreso a parlare.
Non c’era mai stato un momento tra lui ed Endeavuor in cui
l’argomento figli o
conoscerli era mai saltato fuori, non era mai saltato fuori niente di
troppo
privato tra di loro.
Magari Hawks poteva ammettere di essere irrimediabilmente innamorato di
Endeavor,
ma doveva riconoscere anche che da parte dell’altro uomo non
ci fosse
probabilmente lo stesso sentimento. Forse era solo uno sfogo.
Uno sfogo non doveva conoscere i suoi figli.
“Aveva detto che dormiva fuori” aveva detto Enji,
con una voce orribilmente
secca.
Questo almeno rispondeva alla domanda sul perché fosse stato
invitato
all’interno della dimora, Todoroki Shouto era nei dormitori a
scuola, mentre la
figlia non sarebbe dovuta essere a casa, non sapeva inoltre se avesse
altri
figli, ma immaginava che comunque non avrebbero dovuto essere
lì.
“Avrà cambiato idea” aveva ammesso
Hawks, scivolando via dalla presa dell’uomo,
che non aveva opposto molta resistenza, “Ed io credo, che
ecco, di dover ecco
fuggire come un rispettabile amante dalla finestra, perché
anche volendo, non
credo che con le mie ali riuscirei a nascondermi
nell’armadio” aveva detto,
cercando di recuperare dal pavimento più o meno tutti i
vestiti che erano
finiti sparsi per il pavimento della stana.
Enji si era tirato sui gomiti e lo aveva guardato in una maniera
piuttosto
seccata, “Se tanto ti ha visto, non ha senso
scappare” aveva detto on un tono
leggermente seccato.
Di rimando Hawks si era irrigidito, aveva potuto sentire anche le sue
penne
farsi ritte.
L’uomo aveva parlato con un tono scocciato, ma …
per Hawks era stato bello, non
stava venendo nascosto sotto un tappetto – o dentro un
armadio – o cacciato nel
cuore della notta, stava venendo riconosciuta la sua esistenza.
L’indomani sarebbe stato lì, l’indomani
Enji Todoroki avrebbe dovuto
giustificare per bene la sua presenza a sua figlia.
“E con tua figlia?” aveva domandato Hawks di
rimando, “Fuyumi … probabilmente
non dirà niente: lei vuole la pace e questo include non fare
domande, di
solito” aveva ammesso con un tono leggermente esasperato.
Hawks aveva capito che Enji avesse diversi problemi di comunicazione
con suo
figlio, i messaggi lasciati senza risposta ne erano un chiaro esempio,
ma
adesso iniziava a comprendere che forse anche con sua figlia la
comunicazione
non dovesse essere decisamente ottima.
Lui aveva annuito, inginocchiandosi ai piedi del letto, “Uhm
… quanti figli
hai?” aveva chiesto alla fine, la casa dei Todoroki era
abbastanza grande da
poter ospitare un regimento ed Enji, be, lui sembrava così passionale.
L’uomo l’aveva fissato con gli occhi azzurri con un
certo fuoco, Hawks voleva
dirsi abituato a quello sguardo, a
quell’intensità, però avrebbe
significato
mentire ed inoltre trovava in quelle iridi qualcosa di famigliare e
spaventoso
allo stesso modo, senza riuscire a spiegarsi bene cosa.
“Quattro” la risposta di Endeavor era stata secca,
ma in qualche modo sembrava
pesante, più che un numero sembrava una condanna,
“Io sono sempre stato da
solo” aveva detto alla fine con leggero disagio,
“Penso debba essere bello
avere qualcuno” aveva aggiunto, “Come si
chiamano?” aveva chiesto Hawks, “Shouto
è il più piccolo, poi c’è
Natsu ha qualche anno meno di te, Fuyumi l’unica
ragazza …e Touya era il
maggiore” aveva risposto Endeavor, ma il suo
tono era rigido, incerto, nervoso. Non era abituato a vederlo
così … fragile?
Come termine poteva calzare? Hawks non ne era del tutto sicuro.
“No aspetta, mi stai davvero dicendo che hai chiamato due dei
tuoi figli: Fuyumi
e Natsu[1]?”
aveva cercato di sdrammatizzare un po’ Hawks.
Endeavor lo aveva guardato storto, quindi con quella che poteva
definirsi la
sua espressione abituale, “È stata
un’idea di Rei” aveva menzionato.
Lo spettro di una donna pallida dagli occhi tristi si era fatto
improvvisamente
più reale, pesante ed angosciante.
Aveva gattonato un po’ sul futon per arrivare
all’altezza dell’altro uomo per
depositargli un bacio sulle labbra, improvvisamente mosso dalla
minaccia
dell’idea di Rei.
Della madre dei suoi figli.
Della moglie.
L’uomo aveva allungato una mano, posando la mano grande e
calda sulla guancia
del ragazzo per tirarla più vicino a lui.
C’era sempre qualcosa di famelico in lui, qualcosa che
spingeva Hawks a
desiderare di annegare in lui.
“Se Fuyumi è in casa, non credo sia il
caso” aveva sussurrato Endeavor
allontanandosi dalle sue labbra, ma Hawks le sentiva brucianti.
Era come prima, come la sete, ma molto più bruciante e
sapeva di non poter
trovare sollievo nell’acqua.
“Sono d’accordo” aveva ammesso il
più giovane, “Ed anche se non lo fossi,
ritengo sia un miracolo che io riesca a stare dritto dopo questa
notte” aveva
scherzato, “Nel senso, posso pattugliare volando, ma mi
piacerebbe anche poter
camminare” aveva ghignato.
Endeavor aveva chiuso gli occhi, Hawks poteva vederlo il poco di
pazienza che
c’era nel suo corpo svanire ed una sola domanda che
probabilmente gli ronzava
in testa.
Cosa mi è saltato in mente nello scoparmi questo demente?
Ma Hawks aveva soffocato i possibili pensieri di Endeavor con un bacio,
che
era stato ben accolto, Enji si era risteso sul materasso, portandoselo
sopra ed
Hawks era stato più che arrendevole.
A Fuyumi, agli altri figli dell’uomo e alla misteriosa Rei,
si era detto,
voleva pensarci domani ed aveva l’impressione che anche il
suo amante fosse
dello stesso acchito, almeno fino a che non si era sottratto ad un
bacio.
“Andiamoci ad allenare” aveva detto solamente.
“Sono le quattro e mezzo del mattino” aveva
stabilito Hawks, strabuzzando gli
occhi.
Ma il viso di Enji sembrava quello di un uomo non intenzionato ad
ammettere
repliche.
“Posso almeno mettere qualcosa oltre le mutande,
si?” aveva chiesto retorico
alla fine Hawks, cercando di trattenere una risata.