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Autore: Legeia    09/03/2021    0 recensioni
In un Presente alternativo, vari conflitti portano alla disgregazione delle nazioni in problemi interni ed esterni. In una si queste, un gruppo di persone di presenta come Agevolatori o Risolutori per le persone o enti su vari ambiti. Tuttavia cè qualcosa di più profondo e intricato che muove i personaggi principali sia tra loro che per i Continenti e le decisioni e scelte sono fondamentali per la questione cardine. Il futuro. P.S. storia scritta anni fa, mai ritoccata e modificata, così come era scritta.
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Segue il 22 messo poco fa

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Un anno e due mesi prima


"State scherzando? Da quando ha incasinato le cose, qui cè solo un enorme cantiere. Ha cambiato le cose nei bagni, le docce..."

"Di cosa ti lamenti. Tu hai il bagno privato. Che cosa vai cianciando..."

Kianta riprese Alaric dal suo solito lagnavarsi dei cambiamenti. Prima vivevano come un campo iraniano sotto la guerra, nonostante i lgioiello che avevano intorno. Si erano lamentati di qualunque cosa e si era ovviato a certi inconvenienti con ottimi espedienti. Ma la gente no, doveva per forza rompere le scatole anche nelle cose buone, pensò Kianta.
Era distesa su uno dei divanetti in vellutino dell'ufficio di Milan, dopo che Alaric stesso aveva preteso quell'incontro tra le capocce dell'organizzazione. Almeno, i soliti. E così tutti i capitani, Kianta e Milan si trovavano là.

"Cosa cèra di brutto nelle tovaglie, asciugamani, accappatoi che indossano per tornare alle camere? Cosa sono questi saponi attaccati ai cordini che pendono come palle di cavallo dagli scaffaletti dentro le docce? Le confezioni di shampoo e doccia fanno schifo? Questi tappetin antiscivoli dei miei stivali privati, che ognuno deve averne uno personale e deve toglierlo e portarselo in camera. E..."

"Insomma, si migliora lo schifo e la gente si lamenta. Non è bello vedere i resoconti medici e scoprire che parecchi di voi hanno i funghi o altro schifo ai piedi! E che cavolo, alcuni con i piedi schifosi così giravano per i corridoi senzas scarpe, non solo sporcandoseli di nuovo come se la doccia non servisse a niente, ma creando problemi a tutti gli altri, perchè scemo uno, tutti che seguono come pecore. Prima lei, ora io. Tutti a lamentarvi,  però le scorte di creme e smalti antifungini sono più che dimezzati, e stanno diventando inutili. Avrei anche io optato per una bella fiammata sulle crape pidocchiose, e non è un termine a caso, per non dire altre zone pelose piene di sgorbietti schifosi, ma si è usata la mano forte e ora sono scomparsi. Ed è stato orribile scoprire che queste cose in certe zone arabe sono normali, ma peggio qui! E che non usavate bidet, dai!!... Con il lavaggio decente, cambiando le cose con le macchine a gettone per altre migliori e un controllo e gestione migliorata, non ci sono germi, sporco, perdite di colori da fare le cugine di Barbie per tutto quello che buttavate in una volta dentro e, ancora meglio, nessun passaggio di batteri da intimo ad imtimo perchè ancora devo capire come facevate a passarvi cose tra voi con i lavaggi. Ho chiesto informazioni a Corbat, visto che lui è uno dei collegamenti con le  varie forze militari di terra solo francesi, ed è assurdo che pure là ci sono problemi, in modo minore e controllato, ma succede. E sempre a causa delle uscite o persone che non capiscono la pulizia. QUindi basta! Niente asciugamani se non quelli intimi anche se siete maschi, apparecchiature ad aria calda per asciugarvi subito e senza traumi finita la doccia. Pochi attimi e siete pronti per vestirvi. Senza germi, tessuti di troppo. Milan ha finanziato quell'azienda di servizi energetici perchè uno dei loro siti geotermici divenisse di nostra proprietà, perchè se ne costruissero un altro o acquistassero cosa volessero. Quinid la corrente non è più un problema,  non appena ci sarà la firma. Per questo  potete spararvi l'aria calda davvero in tutti gli angoli, se vi piace, usando qualche minuto i più, perchè l oso che alcuni giocano con le cazzate sfruttando le novità. Ma meno lavaggi, meno cesti della biancheria pieni da lavare e sterilizzare, meno lavoro. Almeno per la questione bagno. Le tovaglie intime personali da lavare con il vostro lotto di roba e non tutti insieme, come prima. Dimmi rompiballe, e dove sarebbe il fastidio per te,  che hai il bagno a singolo e ti è stato già installato quello più piccolo... che vuoi!"

Lo fissò malignamente dal divano, facendo gesti le mani  mentre parlava. Alaric scuoteva la testa e borbottava, mentre gli altri erano zitti e fermi. Gli altri in piedi con Alaric e Milan seduto dietro la scrivania che se la rideva.

"Milan,  non hai nulla da dire? Te la ridi mentre questo mi sputacchia contro"

"Ti sputerei davvero per cosa hai fatto! Cèra bisogno di insegnare agli uomini il cucito?"

"Non devono mica fare i nuovi Valentino o Dolce e Gabbana. Gli è stato insegnato per ora a riparare qualche buco creato dagli artigli per dita dei piedi che hanno, o rimediare ai tubi di scappamento che devastano le loro mutande in poche settimane in caso di servizio fuori da qui. Il tempo di vedere come gestire il problema vestiario. Quello vecchio, se scuro, perdeva colore e non è salutare per chi li mette e la natura. L'altra sezione delle Lezioni, riguarda il minimo impegno di fare un segno di riconoscimento per i propri capi, visto che non li laveranno più loro di perosna mettendo la monetina, ma come dovrebbe essere, ci saranno degli addetti al lavaggio, stiro e piego che faranno il lavoro relativo solo a lenzuola, tende e altro reparto tessuti. ma melgio andare in sicurezza marchiando la roba intima. Quelli personali come l'intimo, li levaranno sempre loro, ma è stato creato un programma di apprendimento su come comportarsi con lavatrici e asciugatrici. Devo ricordarvi le mutande rosa a stampa marmo o nuvolette?"

"Ma chi li vede sotto la divisa?"

"Tu hai seri problemi. Decoro, disciplina..."

"Non cè bisogno che mi elenchi le caratteristiche di un ottimo uomo dell'organizzaizone..:"

"io parlavo del militare base..." rispose lei acidamente, portando le mani sotto la nuca. Milan ridacchiava e muoveva un pò la poltrona di pelle con braccioli che ruotava. Aveva piedi di legno ma nascondevano delle rotelline che gli permettevano di spostarla senza strusciare sul pavimento prezioso. Ma come faceva quando era di buon umore, ruotava la seduta a destra e sinistra.

"Certo, tutti impegnati con ago e filo e ricamare disegnini e iniziali..."

"Devo ricordarti cosa è successo più volte, raccontato dagli uomini, dove per sbaglio nel cestone che tenevate nel bagno,  finivano mutande, calzini e altro e non si capiva di chi fossero? E non voglio sapere che ve li scambiavate, ti prego, ho pregato di risparmiarmi questo dolore!!!! Cose che capitavano,  nella stessa camerata prendevano a caso a terra o altro posto e lavavano la roba degli altri, insieme? Ciechi es tupidi. Lei aveva ragione, deve esserci criterio nel lavaggio ed evitare mischiamenti e simili. E finora quel medico che sappiamo, ha detto che i dati sono più che positivi..."

"stronzate, si stava bene anche prima"

"anche prima dei barbieri indiani??? Mi risulta che ami, anzi letteralmente adori ogni giorno farti sistemare la faccia da schiaffi da loro... comè che dicevi per i trattamenti che sono da donne..."

"Chi è l'uomo che si fa massaggiare i muscoli, bagni gelati o bollenti, manicure e pedicure..."

Kianta guardò Milan che finse di non seguire la cosa e contraccambiò "chi è l'idiota che si lamenta che la cura della pelle ai tempi del cancro e danni permanenti, unghie con segni marroni sopra che chiedono solo di esser considerate... se pensi che quei bagni che invece sono teraputici, massaggi medicali, trattamenti e controlli di mani e piedi siano da femmina come vai cianciando, non dovresti essere uno dei primi dal barbiere indiano,  che qualcuno che odi ha fatto mettere,  a farti massaggiare e trattare la pelle che sembra appena uscito come il culo di un bambino! Minimo un quarto d'ora per farti la barba quando invece ti fa proprio un trattamento rilassante e curante per i prodotti usati. Andiamo, sei ipocritissimo...!"

"Ehi, è un barbiere che..."

"Cazzate!" sbottò lei sbattendo un pugno sul ginocchio "e non vuoi ammetterlo. Asciugamani caldi, massaggi all'indiana, trattamenti vari ogni giorno che sono anche necessari,  e tu dici sono da femmina! Per questo tutti ci vanno, se li fanno fare e s ela ridono per quanto gli piace. E se pensi che,  come il piangere,  sia cose da deboli e femmine, allora puoi benissimo non andare più a queste cose e fartele fare... da nessuno. Sai bene che se continui a rompere le scatole con l'asessualizzazione dell'uomo quando non è così, è solo vivere questa vita difficile,  specialmente per voi, senza godersi piccole cose che fanno stare bene e senza metterci in mezzo concetti di genere. Ti faccio bannare e buttare fuori da ogni angolo. Ti giuro che lo faccio, perchè porti solo rotture di balle per quelli che hanno la metne labile da sentire a te, che sei Capitano, e andarti dietro quando invece guardano disperati quelle cose, pensando che siano contro natura! Se pensi che sia tutto contro natura solo perchè da piccolo ti hanno detto che il maschio deve essere e fare solo certe cose,  e basta, che avere fragilità e momenti dove perdi un pò la tua corazza, sei un imbecille, cretino e sfigato puoi benissimo fare per te. Su queste cose non osare mettere becco. E metto i cartelloni grossi così con scritto che tu non devi entrare!!"

"Ma è pazza!!" Alaric andò davanti Milan e questi alzò le mani dalla scrivania quasi allontanandosi dalla foga dell'altro, come se avesse paura che per la rabbia scavalcasse o altro "Milan perchè questa, che non è una militare, non è una di noi, è come un criceto in gabbia, debba dare lezioni a noi come l'altra fuori di melone, e cambiare cose che erano buone e giuste prima? Si è mai sentito che un uomo facesse cose del genere per migliroare e curare la pelle, per i muscoli e altre cavolate?"

Milan restò a fissarlo, voltò gli occhi verso Kianta che con un sorrisetto malizioso poggiò il mento sulla mano semichiusa, presisamente su indice e medio piegati, reggendosi con il gomito sul ginocchio. Socchiuse ridente gli occhi e attese, guardandolo come a dire .
Jd cercò di no nridere perchè anche lui sapeva come si trattava bene il leader, non cèra nulla per lui di negativo, sbagliato o altro. Anzi nelle vasche di trattamento che avevano nella zona bagni, ampia e con varie vasche in stanze singole o i bagni alla giapponese e turche, Lia prima e Kianta poi amavano fare degli esperimenti, mentre gli uomini ci si rilassavano e si sentivano meglio. Al solito però lei appena finivano tutti, andva a sperimentare..
Aveva chiesto al laboratorio che si occupava di saponi, creme e prodotti per la perosna di prepararla varie cose per testarle, come l'idea che si era messa in testa di preparare delle bombe da bagno da associare ai getti dell'idromassaggio per i bagni gelati per tonificare il corpo. Prodotti anticellulite e massagianti ad effetto freddo,creme particolari,  per citare quelli più strani, e voleva usare tutte queste cose con la vasca apposita per migliroare le prestazioni del bagno gelato. SOlo che aveva dimenticato alcune capsule di bombe in una selle stanze da bagno. Aveva usato come cavie quei poveri disgraziati di Morty e Scorcy, le sue due opzioni preferite perchè erano sinceri, non avevano paura sapendo che non faceva niente contro di loro e potev chiedergli cosa provavano, sentivano, come si ritrovavano in base a cosa gli chiedeva di fare.
Inoltre da persona pratica quale era, pensò Jd mentre Milan faceva ancora facce di supponenza, e perchè era lei, test come quelli in vasca si facevano anche da nudi. E visto che lei non scandalizzava ne altro e quei due non erano pudici, senza malizia o altro, era capitato che avessero dimenticato i costumi e provassero i prodotti nudi, entrando o uscendo senza che lei dicesse nulla. E visto che anche loro erano... loro, ossia dei tipi tranquilli, in un certo senso come lei non avevano pensieri o questioni dove bastava un nudo per fare e dire stronzate, lei era tranquilla. Non trattava con gli altri per quei test proprio per evitare problemi. per gli uomini, non per lei, come era accaduto. Aveva anche lei la fobia della vicinanza e l'intimità e non voleva nessuno vicino che potesse provare qualcosa.
Gli uomini sono uomini, diceva, cresciuti con certe mentalità malate e per rimetterli in riga cè bisogno in molti casi di astuzia o la forza. Quando si ritrovano qualcosa conficcata nelle carni, e li fissi come se vedessi uno insetto molesto schiacciato, gl iviene la strizza e ci pensano due volte di rifarlo, diceva. E cosìquei due erano gli unici con cui era tranquilla.

Ed era capitato purtroppo sia con Lia che con Kianta , di gruppetti di nuovi sopratutto,  che volevano vendicarsi per varie cose, in gruppo. Come voi che si vendichino gli uomini offesi? Con gli amichetti come branchi di bestie. peccato per loro che una volta Kianta aveva i guanti, e quindi letteralmente e realmente elettrificò,  stringendoglieli con tutta la sua rabbia , i gioielli di famiglia finendo per cadere in ginocchio in preda alle scosse e pure lei non mollò, gli prese la faccia e gli disse, mentre gli altri guardavano, che se questi o lui in futuro, avessero continuato, l'elettricità a bassa frequenza non sarebbe stata l'unica cosa che avrebbe usato.
Mentre Lia aveva avuto la brillante idea di farsi fare un oggetto pieno del peggior liquido urticante e quando gli uomini cominciarono a protestare e fare gli stronzi,  sia con lei che facendo nonnismo fregandose delle regole e delle Lezioni, entrò incazzatissima nei bagni e affrontò gli imbecilli. Che lo erano davvero,  perchè credendo che lei scherzasse e fosse indifesa sempre l'apparenza,credevano che comportandosi come animali  avrebbe urlato o fatto come le donne normali, divertendosi come  gradassi,  denudandosi. Il primo che la affrontò a pirillo di fuori per farla andare via,  si ritrovò prima con il naso rotto e poi una spruzzata di quell'urticante là sopra, per finire poi schiacciato col piede nel collo contro il muro, mentre lei urlava agli altri. faccio pagare!
E visto che dalle orecchie la questione non vi entra, vi stacco il naso a morsi e così avrete una apertura nuova diretta al cervello per compesare. Se qualcuno ha ancora rimostranze, osi dirlo adesso o dopo pagherà per tre volte l'insolenza!>
Gonnor fu il secondo imbecille che cercò di protestare con i soliti commenti sessisti e del fatot che forse loro erano poco per lei,  visto che Milan aveva i soldi e potere, lo aveva di fatto d'oro! Mentre magari loro erano banali militari e ed frigida per questo.
Liacome Kianta aveva abbastanza pazienza, ma se la perdeva  quando la si giudicava su quelle cose, scattava il lato feroce, cosa che avvenne. 
Gli chiese di spiegarle perchè,  avvicinandosi e sorridendo cattiva. E visto che gli idioti tali sono e tali restano, sempre nudo perchè anche lui uscito dalla doccia per il casino che aveva fatto per come trattavano i nuovi e le donne, aveva iniziato a fare solo quel che era. Aveva alzato la testa, aveva fatto un respiro profondo e con tanta forza gli prese con gli stivali con tacchetto le dita dei piedi, peggio il mignolino, dandogli poi una ginocchiata nei gioielli metnre questi urlava di dolore, per finirlo al lato del collo col gomito. Quando fu giù tossendo, guardando gli altri e dicendo loro che o si stavano calmini o lei gliela faceva pagare, diede una pedata a un gluteo dell'idiota facendolo sfacciare a terra,  e alzò il braccio destro, dando una bella spruzzata al didietro ovviamente messo a ponte come diceva lei, così per lasciargli un ricordo dicendo
Quando nessuno rispose nonostante gli sguardi in cagnesco, dimetnichi di dove si trovasero e come non fossero proprio vestiti lei disse, come passeggiando sulla spiaggia per uscire dalla porta a slide
"E ti accorgi che l'unica cosa che avrai è quello che crei…" lasciandoli sorpresi e a guardarsi su quell'uscita.

Jd rise, non seguendo più la discussione ma ricordando come gli uomini non fossero contenti, di quanto fosse fastidiosa da calma e tranquilla il quasi totale delle volte, quando sembrava che nulla la smuoveva e pure ti incazzavi per il suo comportamento, composto e anche divertito, con frecciatine e prese in giro già che cèra, ma che  ti inculava in tutti i sensi lo stesso, in modi inaspettati e peggio. Ma stavano tutti guardinghi, quando ti faceva sentire come qualcosa che odiava solo a parole era ancora ok, ma se la pazienza scemava proprio,  era capace di picchiare sempre in modi inattesi e che si facevano ricordare. Sempre peggio,  con certi oggetti, e faceva più male quando riprendeva la calma e ti dava la morale del suo gesto, insegnando il perchè delle loro azioni e come cambiare. Il tutto con la sua espressione tipica che faceva più paura delle azioni. Sapeva guardare in malo modo,  facendo capire quando è meglio smettere.
Lubo lo capiva subito quando le sue espressioni verso gli altri, che fossero in una discussione o in altro, comunicavano di finirla lì. E smetteva di stare rilassato. Con lei non si era mai sicuri di quando e se scattasse, e cercare di toglierle il malcapitato era inutile, finiva quando voleva lei, o meglio quando aveva fatto capire la questione a chi aveva tra le mani. Erano poche volte contabili su una mano, ma era difficile capire se avrebbe fatto rimpiangere l'altro o se diceva con le espressioni .
E pure dava fastidio a molti, come non si facesse problemi a vedere nudi degli uomini, mostrare espressioni di cattiveria e agire in certi modi per una così bassa che per molti di loro arrivava appena al petto,  senza tacchetti negli stivali o scarponcini. E dopo altri piccoli episodi anche di gruppo, dove pensavano che da sola potesse esser epresa e punita, lei non solo iniziò a picchiarli male, ma accorsero i cani che trattava da alcuni giorni nell'addestramneto e la conoscevano
, per proteggerla.  E pure Django e gli altri due,  quando se ne accorsero,  non li trattarono bene. Ma fecero poco, perchè il grosso lo aveva già fatto lei e di nuovo a sfotterli che sembrano solo belle statuine. E poi furono dalla sua parte i membri delle Raccolte, chi si trovava bene e chi accettava le nuove regole senza problemi.
Si odiava il fatto che se lei viveva in un posto, doveva avere standard di un certo tipo,  per la salute di tutti e il buon vivere, un meccanismo ben oliato e funzionante. Quelli come Alaric rovinano un pò tutto.
Milan se la rideva, diceva che era il suo spettacolo preferito, il vedere cosa si inventava ogni volta e cosa combinava,  lo faceva divertire. E affermava  che contenerla poteva essere difficile, ma era impulsiva solo nei casi in cui la sua epressione diventava tutta occhi con una velata voglia di ammazzare qualcuno, e non cèra niente di negativo perchè le sue azioni avevano sempre un motivo ed erano pure poche. Al massimo rimetteva in riga quelli che sbagliavano, ed era contento che quasi sempre fosse invece una persona pragmatica, posata, concreta, volitiva, di grande rigore, poco incline ad accettare l'idea del diverso nelle teste degli altri, di comportamento sbaglaiti o pericolosi. Almeno, er a la sua lista, diceva.
Era  riflessiva, non era facile entrare nel suo mondo di emozioni, visto che se a prima vista sembrava chiara come un libro aperto, non l oera. E lo faceva ridere quando gli diceva lamentadosi che lui ormai faceva poco. Ma a Jd affermava che lasciava quelle incombenze a lei perchè seppur introversa e restia al contatto con gli altri, le facesse bene. Era una persona che ascoltava e valutava, guardava oltre le apparenze e metodica in certe cose, cosa necessitava a quelle persone e che lei aiutasse più di quanto credesse. Loro in primis, visto che avevano cominciato a vederla diversamente per come si fermata ad ascoltarli e rtovare le soluzioni o altro, e lei per vedere la sfaccettatura umana e superare paure e le apparenze. . La sua velleità migliorava e cambiava,diceva.
Diceva che era  pacata e solitaria, ma un vulcano pronto ad eruttare e questo suo lato riguardava il suo totem e tutto ciò che oscurava il suo Io interiore, sfogandosi sugli imbecilli. Kianta  affrontava le difficoltà con serenità e con meno timori di Lia, ma il carattere restava quello. Rispetto a LIa era sempre cauta sia nella gioia che nella collera, diceva ma quando una pedata ci vuole, ci vuole. Ponderata fin quasi allo sclero quando non mostrava rabbia o altro come una faccia di bronzo,  ma ti faceva una lavata di capo con un sorrisino da tremare o diventava esigente e come una bomba a mano,  se cèra qualcosa che davvero la rompeva dentro, come una valanga.
Ma diceva anche quanto fosse  malinconica, restia alla gente, sull'attenti e negativa. Sapeva essere alla mano con le persone di cui si fidava, ma affermava che fosse sicuro che la sua parte mai venuta fuori prima con Lia e ora con Kianta,  sarebbe rimasta incatenata, tranne cambiamenti.
Ma si poteva restrignere cosa era Kianta in queste poche definizioni di Milan? Tutti questi ricordi dei suoi commenti sparsi, definivano una persona in quel modo? Si capiva cosa e chi fosse in realtà? E come la gente che la odiava sbagliava?
Lubo,  il poco che diceva , era   Aveva capacità empatica, di accettazione e rispetto per l’altro. Comunicava i suoi pensieri e le sue emozioni con spontaneità e chiarezza, ma che aveva l'abitudine di parlare come se volesse mordere l'altro per tutto ciò che stava legato al suo interno. Il poco che lui diceva era questo.
Il problema, si chiese Jd, gli altri lo capivano? Vedevano oltre il velo dell'apparenza?
 
Con la Raccolta e tutti i cambiamentivelo di Maya per molti era stato un balzo in avanti
, da una vita tra tende e suoli di guerra, dove proprio non si viveva con comodità e potevi beccarti qualcosa se non stavi attento, alla vita allo Chateau o nelle Torri se lì assegnati. E poi cèrano quei paesini che avevano reso loro, mini torri spacciati per luoghi normali
E poi dopo aver messo barbiere indiano, vietnamita e tailandese, divenuti nel loro paese esempi di trattamento per uomo accettati e cercati, non solo più solo taglio ma molto di più, e la gente pareva più contenta. Nessuno si vergognava più di andarci.
QUando Lia lo aveva detto pareva uno slogan per dei prodotti, ma cliese di fare delle prove o test come piacevano a lei. All'inizio andò per la Raccolta in quei paesi e trovò delle persone che sapevano fare davvero quel mestiere e se li portò allo Chateu,  facendo aprire nella sezione botteghe e laboratori, la C aggiuntiva di mezzo. Eran barbieri con caratteristiche diverse in base al paese e come lavoravano là. E fece provare e studiare alcuni soggetti indicati per un mese , che andavano ogni giorno a farsi fare la barba e i trattametni. Aveva ragione, erano a cominciare dallo stile indiano, lavori che sembravano da terzo mondo e sporchi per l'ambiente originario,  ma erano prova di grande maestria e raffinatezza. Invece di pettini e forbici speciali usavano le dita per misurare e un rasoio tempi andati, sempre perfetto e controllato ogni giorno. E anche Jd stesso vi andava, come molti, perchè come ti tratta un barbiere indiano, dicevano alcuni, non ti tratta nessuno, e Kianta aveva ragione a rimproverare Alaric. Era uno di quei tradizionalisti che letteralmente distruggevano il progresso, lo odiavano. Non si trattava di spa o estetista, come faceva apparire lui, ma taglio, barba e massaggio unito a trattamenti.

 Usando l'antica tradizione ayurvedica, dando importanza anche al massaggio alla testa, era in grado di favorire l'equilibrio energetico su tutto il corpo grazie alla stimolazione e manipolazione dei punti Marma presenti su testa, viso, collo e spalle.Permettendo di iniziare la giornata più carichi, rilassati e tranquilli. E questo secondo Lia era importante per la salute psicofisica di gente del genere.
Lia aveva optato per questa cosa invece di barba e lamette da fare nei bagni in comune, perchè ogni giorno si stimolava sistema muscolare, circolatorio linfatico,pressione sanguigna, rilassamento delle fibre muscolari solo con i trattamenti viso all'indiana.
A Jd piaceva l'indian head massage e Ajit era davvero un portento. Si era preso assistenti e avev aisnegnato ad altri perchè lo aiutassero o andassero nelle Torri, visto che piaceva a tutti quel risveglio dopo il riscaldamento mattutino e prima della colazione
E la realtà batteva Alaric. Non era detto che essendo uomini, si doveva considerare negativo e quindi privarsi di qualcosa che faceva bene. Anche quelli tailandesi e cinesi non erano male, e purotrppo per Alaric le idee di Lia prima e Kianta poi,  erano state solo positive. L'umore migliroava, anche i cani solitari erano di umore migliore e avevano trovato il loro posto, per gli addestramenti e allenamenti cèrano meno reticenze e quei trattamenti li facevano stare meglio dalla mattina presto fino a sera, restituendo  dati di tutti in positivo. Ed erano solo quell idella mattina, poi cèrano le terapie appunto in vasca, i massaggi a gambe, mani e piedi, usando la riflessologia plantare con le conoscenze cinesi,  per terapie diverse dai medicinali.
Funzionava. E poi, pensò Jd ea forse Alaric non l osapeva, Milan stava sempre quasi ogni giorno, in base al paese dove stava, in qualche spa o centro benessere  che conosceva ed era quel che appariva poi come risultato, perchè si prendeva cura di corpo e mente. Non sapeva chi dei due aveva fatto la cosa prima, se Lia l'idea o Milan per sua vanità, ma funzionava e costava meno di goccine e terapie psichiatriche e altro che danneggiavano solo, mentre gli uomini erano sempre carichi e più sani di testa.
 Nulla di sbagliato quindi,  e serviva a quegli orsi con le emorroidi come diceva Lia, un pò di  quilibrio mentale e fisico. Ma se Milan a dorava quei trattamenti moderni e costosi, lei non li approvava,  ma aveva proposto quelli secondo lei corretti e migliori, classici ma che avessero un senso, non le cremine all'oro come aveva scoperto di Milan e quanto costavano. Milan non era tipo e no ngli paiceva l'idea di andare anche nel miglior barbiere indiano o tailandese, costoso che fosse, ma preferiva luoghi superiori come diceva e pagava perchè pensava sempre che il costo valesse. Al solito, Lia aveva dimostrato che non era vero ma su di Milan era categorico, il meglio. Poi vedendo i risultati era fiero dell'idea per gli uomini ma quelli un pò più basici.  E Lia rosicava,  perchè trovava uno spreco e un'idiozia cosa faceva su di se e come aveva accettato dopo i risultati dei primi mesi di idee più... poracce, parola che Lia usava per tradurre i pensieri dell'altro. Sugli altri. Su di lui le cremine che costavano due reni, non uno.


Jd si riscosse e sentì ancora Alaric sbraitare sul fatto che erano militari, uomini duri, dovevano tenere sempre e comunque un modo di pensare e vedere il lavoro,  e i momenti liberi in un certo modo. Si ammollavano, diceva.  Kianta aveva uno sguardo strano, guardando non si sapeva cosa con esattezza e Jd sudò, che pareva dire ,  e ancora . Lo diceva davvero, e quella faccia sembrava dire quello senza esprimersi a parole.

"Alaric, basta. Devi accettare che l'uomo non è un aniamle pazzo e selvatico,  che per mantenere il genere definito naturale, deve puzzare come un caprone, tenere i capelli come un cane dopo aver giocato in un parco umido, avere le unghie rotte, rovinate e senza controllo per i segni di problemi anche di cancro, e lunghe come un gatto incazzato. Che deve vestirsi come un rapper drogato e atteggiarsi da buzzurro mafioso. Noi qui vogliamo coltivare l'uomo del futuro, non del passato!  Capisci che un militare secondo i canoni normali e corretti dovrebbe essere u ntipo marziale,  tirato a lucido e pulito, che si muove e comporta in un certo modo e non come ubriachi rincoglioniti, con una classe particolare,  nonostnate si atteggi a snob con la scopa su per il benenato. Anche i ranghi più bassi devono rappresentare l'organizzazione e un militare curato, che sa comportarsi come una persona di u ncerto livello, quindi capace nel suo lavoro ma anche di distirguersi dai buzzurri e militari alla buona che compongono gli altri gruppi armati, vale... Se per te uomo significa essere stronzo, bigotto, sessista e patriarcale, egosita, lurdo come un... lascia stare...  che si cura di se come un labrador lasciato a se stesso... e potrei continuare!... Se lo stato psicofisico delle persone che dovresti seguire e amminstrare non ti interessa, lascia perdere il lavoro, se te ne freghi di chi invece dovresti gestire e a cui dare l'esempio, puoi dimetterti da Capitano e lasciare il posto a qualcuno che merita..."

"Cosa?!? Tu sei Comandante solo perchè Milan lascia a te i suoi doveri per occuparsi di politica e lavori in prima persona. Se tu non avessi la blue box e i mostriciattoli, saresti in una cella imbottita , come dovrebbe essere. E non sono il solo a pensarla così! Io ho affrontato addestramento, primi anni difficili, missioni e lavori in luoghi schifosi dove potevano ammazzarsmi in pochi attimi. Io sono stato nello schifo arabo e asiatico. E tu, dove sei stata per essermi superiore e guida patetica?"

"Inibitelo..." disse lei alzando gli occhi mostrando irritazione e Lubo gli posò una mano sulla spalla pregandolo di calmarsi ma Alaric continuò.

".. massaggiare con le cremine mani e piedi, come le orecchie aiuterebbe... cosa? Rende solo froci e femminucce..."


Kianta si alzò incazzata e gli si piazzò con il viso a pochi centimentri, sempre di fronte la scrivania di Milan che faceva smorfie di esasperazione, dicendogli che se sbraitava ancora parole offensive verso gay o altri esempi di genere, offendendo persone, non gusti sessuali a prescindere, lo avrebbe reso come i poveri cavalli castroni. NON più maschi, non più cavalli perchè perdendo i testicoli si rovinava l'animale fin dentro.

"Ti piacerebbe se io ti levassi i testicoli e andassi da tutti a riderti dietro,  affermando che ora sei una femminuccia e non più un uomo? Questo è solo un esempio ma gli sfottimenti, le prese in giro, le colpevolizzazioni solo perchè si è diversi da quei cazzo di convincimenti antiquati e religiosi,  uccide dentro più di un coltello o una pistola. E' per colpa di molte cose come questa che lei è andata, kaput! E tu dopo che ne hai conosciuta una che è morta per questo, altri uomini che hanno iniziato a sentirsi meglio dopo aver compreso cosa erano, cosa volevano e che no nerano sbagliati... sai che cè? Tu, non mi interessa cosa pensano gl ialtri, sei solo..."

"Io non la trovo una cosa negativa, anzi..." iniziò Lubo per frenare quella che aveva compreso fosse una minaccia e una constatazione, ma non bella da dire. SApeva cosa stava per dire per la rabbia, e Alaric lo meritava, ma accusandolo di certe cose, affermando quanto basso fosse,  mentre altre persone avevnao taciuto in famiglia e per entrare nell'esercito,  per non eser sbattuti fuori o allotnanati,  lì avevano ritrovato una pace e un posto sicuro dove essere se stessi,  senza paura ma venendo accettati. E alcuni avevano conosciuto qualcuno da amare, senza che tutti gli altri membri dell'organizzazione pensassero male o montassero lamentele.
Le relazioni erano accettate, purchè almeno Kianta e o Milan lo sapessero,anzi era categorico ma dopo si poteva essere più liberi anche di colpe, e dovevano indicarloper aver chiara la situazione per eventuali problemi futuri. Per il bene dell'associazione e altri. Tutti potevano essere e sentirsi chi e cosa erano. Per chi come Alaric aveva fatto casino, Kianta aveva scoperto alcune cosette e per chiarire bene la situazione del bullismo e omofobia, aveva usato quelle cose per far capire come ogni persona aveva quel qualcosa che nella società fuori,  era sbaglaita. Anche solo vedere film proibiti, amare certe pratiche non dannose, sentirsi di amare qualcuno senza paure, e per aiutare tutta quella comunità ad essere più aperta e capace di riflettere,  prima di sparare cavolate, avevano fatto le scalinate esterne perchè parlassero, si aprissero, dicessero tutto quanto insieme, crescessero e si supportassero come fanno i bambini che non guardano diversità o stranezze morali, sempre che non siano influenzati dagli adulti.
Terapie però mutate da liberi passatempi.
Quelli che offendevano anche da picolissimi, trattavano male, bullizzavano e additavano cose su altri, lo facevano perchè avevano avuto una base alle spalle da famiglie o comunque da adulti. Mentre altri che non avevano avuto instillati o non avevano imitato gli adulti su certi pregiudizi, erano aperti e pronti ad accettare e amare chiunque. E le Lezioni vertevano anche su questo, inclusione e accettazione anche di cose che là fuori erano da eboli, sbagliate di natura su concetti arcaici.
Kianta faceva sempre l'esempio dei bambini che dicono che hanno dei gemelli per gli abiti anche se di etnie diverse, ma sono felicissimi di qualcuno che ama le loro stesse cose e si abbracciano, diventano amichetti perchè non le vedono come gli adulti. Che trovano il migliore amico in uno di cultura diversa senza vederci nulla di strano. Altri che aiutano e sostengono altri capendo e scoprendo problemi e situazioni,  e lo fanno perchè non sono ottusi e idioti. Il diverso non doveva esistere, a meno che non fosse un danno per gli altri. Tutti loro, diventati una comunità con fini uguali e che accettava tutti, non potevano  accettare le diversità, segnali e atteggiamenti contro le persone per mere vecchie categorizzazioni e l'unità era la chiave sia nel lavoro che la vita e la persona.
Le parole di Alaric quindi erano solo un'offesa a chi era andato in carcere, torturato, aveva subto l'alimentazione forzata con imbuti e tubi per gli scioperi della fame, di trattamenti e ogni azione, che avevano leso chi aveva protestato anche con la vita per le libertà e i diritti almeno minimi delle persone. Chiunque fossero. i pregiudizi non erano accettati ma spiegando, porgendo esempi, discutendo insieme e usando certe cose delle persone ritrose perchè comprendessero meglio. E da tempo, anche dopo che le donne ginsero a ricoprire medesimi ruoli nell'organizzione militare, le relazioni di qualunque tipo di legame erano accettate e dovevano essere indicate. Pura trasparenza diceva Kianta, così come facciamo con voi ma che nessuno osi additare o prendere in giro o peggio coloro che adorano massaggi, prednersi cura di se stessi, colori indosso del vestiario o altro che discrimina tutti. Se un uomo etero amava pantaloni rosa o farsi sistemare le mani rovinare dal lavoro, non doveva essere visto in modi negativi, così come uomini o donne di altri generi. Perfino le persone che non avevano acnora cambiato sesso o no nvoleva farlo ma si sentivano altro, potevano ed erano liberi di usare il bagno del sesso in cui si ritrovavano senza lamentele o altro da nessuno. Anzi, tutti erano amici e si aiutavano, con somma pace di Milan per un'equilibrio che era la chiave dell'organizzione stessa. E Lubo lo sapeva, rompere alcuni meccanismi inficiava gli altri e tenere buono Alaric e quelli come lui, facendoli deviare in modi corretti era necessario.

"Io invece parlerei di altro..." iniziò Milan e tutti si zittirrono, Kianta tornò al divanetto,e Lubo stava ragionando sulla qustione e no nsi era accorto che la cosa stava degenerando.Kianta e Alric si guardavano in cagnesco, stizziti, mentre Jd faceva da paciere nel mezzo. Se cèra una cosa che Kianta non perdonava era il pensare, trattare e far del male agli altri con la voce e con i fatti. E avere la testa in un certo modo da credere fosse giusto così, perchè vi si ritrovava anche lei tra le persone prese di mira.

"Solo un cretino come te non vede come gli accordi con madame, quei barbieri, le terapie, le occupazioni e le possibilità che ci osno qui,  hanno aiutato molti e stanno meglio e lavorano pure meglio. E tu..."

"Solo una pazza come te,  che no sa nenache cosa sia, che non è una militare e non è una di noi,  ma è solo una cavia, può pensare che la gente possa accettare..."

"Tu stai sminuendo la salute e il benessere..."

"Le cremine da mettere la sera e la mattina per la pelle'!? Cosa siamo fighettine con la pelle morbida?"

"Se vuoi il cancro alla pelle per le volte che state senza maglie e la parte sopra, fai pure TU, ma non gli altri..."

 Kianta era sul divanetto, a fare una faccia schifata e infelice. Alaric continuava con il suo pippone moralista dicendo sempre le stesse cose e mostrando come,  riavere la vita che conosceva, gli andava bene e lo faceva sentire sicuro,  in un mondo  più semplice e con regole naturali,e voleva cancellare quanto conquistato.
Milan continava ad ascoltare e basta, Jd sbuffava sonoramente per farsi sentire senza successo e bryden preferiva stare lontano, essendo il più giovane sia d'età che di tempo. E Kianta dopo aver fatto il gesto del medio ad Alaric chiamandolo capra, si buttò sul divanetto mostrandogli che se ne infischiava delle cose che diceva. In pratica per fortuna, fece Jd, la linea non era stata superata e siatteggiava a una calma, una placidità n pò infastidita ma non rotta.
Peccato solo che faceva pensare strano Lubo, lei sentiva tutti e dava a tutti il modo di esprimersi e dire la propria, discutendo poi in belle interazioni. Ma con Alaric era diverso. Lui si sentiva minato su varie cose da lei , la sua presenza e la carica che sperava di avere, sia come posizione che per i suoi uomini del suo gruppo, di cui era incaricato. Sempre più spesso rispetto agli altri capitani, i suoi uomini chiedevano a lei, Jd o Milan,  quando disponibile,  per varie cose che a lui. E la gente che lo seguiva con reverenza e Lia chiamava scagnozzi,  era smepre meno. Lui aveva perso tanto quanto conquistato da mero soldatino inutile a sopra Capitano e con una posizione che sentiva meritata e cosa ne derivava  Lo consideravano ma no nera più la punta per loro a cui vedere.


"Cagate, stronzate, bubbonate,  scemenze, corbellerie, baggianate, assurdità, fesserie.." diceva Kianta mentre Alaric inveiva contro tutti perchè non lo ascoltavano. E Lubo non sapeva che fare. Guardò Kianta.
Milan finalmente prese davvero la parola.
Era rivolta con i piedi verso la porta, che era di fronte la scrivania di Milan, quindi lei non poteva vederlo per niente. Dopo il divano su cui stava cèra una libreria, tutti gli altri stavano alla sua destra e in piedi. Ed erano interessati e sull'attenti per Milan, come se attendessero ordini. pensò lei rabbiosamente.
Milan non le piaceva per varie cose. Non capiva davvero come Lia potesse averlo ritenuto amico da fidarsi di lui e non vedere cose strane. Era una cosa che non capiva e aveva intezione di scoprirlo.
Ma Lei era troppo pragmatica e sfuggente, non pronunciava parola con facilità ma rerstava a fissare come gelata da un tempo immemore, rivelava a spizzichi e bocconi solo quel che le usciva per rabbia, sbottamento o parere personale.
No, era difficile capire Lia se Legeia non si sbottonava. E su quello che aveva pensato e voluto mettere nelle proposte che Milan aveva e le aveva fatto avere come copia. Ma capiva molte cose.
Altre no. Come apputno fidarsi di un tizio che diceva di voler fare cose buone, se poi ne faceva altre negative. Permetteva e sosteneva ciò che diceva di voler eliminare. Che veniva fatto dopo, troppo tardi, pensava Kianta. E i suoi atteggiamenti da stronzo viziato e spocchioso dandy...

"Ho accettato di portare una delle proposte di Kianta, per Madame, qui. Al Vestris che ormai è quasi ultimato, in onore della..."

"Aspetta" disse di colpo Kianta,restando però distesa a guardare il soffitto "mi stai dicendo che è quella cosa che le ho detto per lei, perchè non accettasse servizi oltre una certa soglia, proponesse altre cose senza dover per forza farla dare!!! E tu vuoi portare quella proposta qui? In quella che sarebbe una base militare? Come voleva Lei?"

"Abbiamo il Favo, il mercato dei nostri collaboratori che vendono roba esterna qui, per gli uomini così sono controllati e non debbano andare nei paesi e città vicini,  o più lontano per cosa gli serve. Oltre che avere un mercato più ampio che tocca varie categorie che nel nostro interno..."

"Bla, bla bla. Dì invece che è stato fatto perchè rompevano un pò troppo quelli come lui, che volevano anche roba da fuori, ma dovevamo controllare. Il Favo è il nido delle vipere che vogliono vendere la roba del mercato nero o un pò meno pulito,  e con cui tu fai affari..."

"So che non sei molto felice di questo ma..."

"oh, sicuro... ma non è questo il punto di adesso. QUando Madame mi volle conoscere per sapere come ero venuta fuori, mi aveva spiegato molte cose. E tra una battuta e l'altra per il suo business,   le dissi del burlesque come intrattimento supplementare per richiamare altri clienti, anche donne o altri generi, per intrattenersi in modo diverso, divertente, sexy,   visto che piacevano quei servizi e... Ah, al diavolo. Glielo dissi perchè come ama dire tanto Alaric di me, lei davvero sembra avere una scopa su per il beneamato. Altro che sfottere la sottoscritta! Ma il punto è che lo dicevo proponendole di essere la stella,   visto che ama il teatro... aveva già la forza lavoro, magari era un ulteriore busness che io accetto maggioremente e volentieri. Ma portarlo qui? Non basta quel posto che Lei ha chiesto di aprire,   per far sfogare i pruriti degli uomini che facevano solo casini in giro? Come malattie, piattole, gravidanze con rabbia delle famiglie, tutti i casini per davvero che ho letto nelle relazioni e resoconti. Gli avvisi, punizioni, segnalazioni, rischiami e altre cavolate che fate qui. Non sono bastati per niente, eppure alla fine devo darne atto che l'idea di Lia di fare quel posto particolare qui,   ha dato i suoi frutti. Non posso dire niente. Aveva un ragionamento e cè maggior controllo. Ma addirittura aprire un angolo burlesque? Qui?"

"E' ovvio che non è quello dell'origine da proprio da Madam Vestris ad oggi. Secondo le vecchie proposte cèra il Teatro ed elementi per aiutare gli uomini, ma poi avevamo pensato anche a qualcosa del genere che..."

"Eh?!?" urlò lei alzando i piedi per mettesi seduta sul divanetto per fissarlo meglio, mentre Milan continuava con dei fogli in mano

"Ho qui i vecchi appunti di chi sai tu, che propone l'utilizzo di quel luogo anche per spettacoli settimanali per sviare la testa bacata degli uomini. Esattamente come dice il foglio scritto di suo pugno, e questi sono gli originali che tengo qui perchè lei è l'unica oltre me ad usare una stilografica a immersione e fa piacere vedere la bella grafia contro la fredda stampante... dice che così si promuoveva, tra gli altri che avev ain mente, l'arte della danza con spettacoli che avrebbero attirato molti senza scadere troppo nel volgare. Avvicinando alla danza come disciplina e altro metodo per gli allenamenti, spettacoli di burlesque per non farli andare in giro a cercare altra mercanzia e dare anche del alvoro onesto e sincero alle persone, perchè sempre meglio del prostituirsi, dicevo. E non proprio volta, il burlesque è l'arte del..."

"Si, si, lo so!"

"... volgare celava invece il nudo, questa era permessiva, divertnete, per tutti e non creava casino e sporcizia, se capite cosa voglio dire. Questo perchè è nato? perchè Madame aveva visto i nostri accordi come metodo per usare parecchia... manodopera diciamo, che aveva trascorsi nella danza. Quindi sapeva cosa fare. L'idea alla fine era nata non per creare un bordello, parole sue qui, ma qualcosa che fosse un angolo divertente, irriverente ma non volgare e simili, che desse uno stipendio ad alcuni e passatempi meno pericolosi per gli uomini. Qui dice.... prendere l'uomo per il secondo cervello senza eccessi,   permette di calmarli, divertirli senza rischiare di vederli uscire per andare chissà dove a fare casini con le signorine meno controllate. Così meno droghe, spinelli, cazzate varie, e... mh... il resto meglio ometterlo!" disse posandolo con una faccia un pò perplessa "il nucleo della cosa è che anche io posso usufruire di alcune di quelle persone per i miei piani, usandoli com eincentivo per..."


"non è sempre una forma di prostituzione?" chiese lei di colpo, con i gomiti sull ginocchia, corpo in avanti e sguardo negativo verso Milan "di cosa stiamo parlando. Anche lei aveva optato per questo mezzo più... artistico,   per sollazzare gli uomini senza intasare quel posto. E dover avere una scuderia di professioniste a rotazione visto quanti siete, non significa che no nsia sempre prostituzione e sfruttamento delle persone. Se il tuo commento riguardava i tuoi amichetti che ti pagano,   pensando di aver trovato la gallina dalle uova d'oro, siamo messi male. Guarad caso tutti pensano che esaudirai i loro desideri di ricchezza, potere, altre schifezze perchè sei al centro di molte cose. E sai che odio queste persone..." disse lei guardandolo in un modo particolare "Ma sappiamo entrambi cosa significa. Sta di fatto che porti qui quella gente, li confondi col delirio inebriante di donne, potere, ricchezza, grandezza perchè siano invece i tui portafogli umani sempre gonfi. Qundo siamo noi a creare le situazioni,   perchè credano davvero di aver fatto un'ottimo affare. Che idioti. Ma la cosa che mi preoccupa è che in questo ci saranno ragazze, donne, uomini perchè non voglio una cosa a una direzione ma per tutti, sia chiaro, se davvero volete farlo, che se vengono da Madame offriranno determinate cose ma da loro scelta."

"Sai che la scuderia di Madame ha gente di livello che lo fa perchè ama il sesso, farlo e darlo. Non sono poveri disgraziati che sprano di sopravveirci, per quelli ci pensiamo già!"

"Cosa cambia se hanno esperienze nella danza,   per questo progetto di rendere questo posto un porto franco e isolato dal mondo per cosa sappiamo, se portiamo gente esterna che non dovrebbe vedere niente a sbavare per spettacoli di quel genere... cosa cè, dopo che finalmente ti sei deciso a render eper ogni paese legatilizzata,   e con tasse e retribuzioni di anzianità e lavoro per le donne regolari, la legge su quei mestieri che meritano considerazione e protezone... e cambierai questo posto in un bordello a dieci stelle come mascheramento?"


"Kianta..."

"No, ascolta. Odio lo sfruttamento della gente, in qualunque modo e lo sai. Madame già mi sta qui per questo" indicandosi la pancia con il tagli o della mano "Anche se alla fine è un'ottima persona... ma che devo fare! Se non portiamo più quel posto e queste cose, gli uomini torneranno a fare cazzate. Non pensavo veramnete che nelle caserme o basi ci fossero,   ma invece accade anche là le cavolate tra relazioni clandestine, cose che si scambsiano e altro e lo trovo penoso. Ma sarebbe lunga la questione, ma fare qui spettacoli sexy misto teatrali,   per evitare che gli uomini escano per scorazzare come hanno fatto prima? Quel pub di stampo inglese a pochi chilometri da qui è pronto col fucile, lo so, per quando ci vanno adesso. E sono tutti col guinzaglio dopo gli altri casini. Anche se sono meno da quando avete cambiato le cose, sai che le cavolate segrete e fatte di nascondono fanno ardere la gente. Che accade che invece si foraggiano in alcuni certe fantasie, manie, schifezze? Inoltre..."

"Scusate" disse la segretaria di Milan, dopo aver bussato. A Kianta non piaceva, era il tipo di segretaria che tutti volevano, per vari aspetti, ma trovava assurdo che lui avesse quella donna al suo servizio tenuta distante da tutti e tutto per le regole e questioni. Jd notò che Kianta la fissava male, e si chiese perchè tanto animo per una segretaria. Non aveva detto cosa non le andasse della donna, ma sembrava sempre come un gatto col pelo arruffato in sua presenza per la rabbia.

"Mi perdoni, signore, ma domani verrà Eugênio Epitácio Azevedo.Gli aveva promesso un icontro con tutti gli onori per quegli accordi e ha contattato indicando l'orario di arrivo..."

"Oh, si. Perfetto, dobbiamo preparare il padiglione..."

"OOHH!" solo lei faceva quel verso per lamentele o richiamare l'attenzione "Ma stai parlando di quell'uovo che è a capo del cartello..." chiese Kianta scattando con il busto in alto e girandosi per guardanrlo, con un tono arrabbiato.

"Si, lo riceverò al padiglione Helvétius,   facendogli anche fare un tour dello Chateau come gl ialtri..:"

"Ripeto, stiamo parlando del che è a capo di quel fastidioso cartello che opera in operazioni illecite nelle borse a livello mondiale, appalti, spaccio di droga, omicidi, usura, traffico internazionale di armi, prostituzione, frodi bancarie e racket,  traffico di esseri umani, sfruttamento di gente povera e di bambini..."

"Si, l'uomo che hai trattato male quel giorno e, che se ho ragione ha con sè quel Egeo che volevo trovare..:"

"Scherzi? Devi per forza farlo venire qui? Ma dai..." protestando animatamente metnre la segretaria la fissava malamente. No, non si piacevano tra loro.

"Verrà qui, noi faremo il lavoro solito e poi quando sarà come un tacchino pronto sul piatto, prendermo tutto ciò che era suo e sistemero la gente che lavora per lui, smantellando tutto. Semplice... a meno che tu non abbia qaulche obiezione da fare..."

Kianta fece un verso e girò la testa, mostrando un'espressone che per Jd sembrò strana, poi sentì Lubo parlare con Milan.

"QUindi quel tizio è davvero con quel capo del cartello? Esiste davvero?"

"A quanto sembra... Kianta quando è andata là, da sola..." enfatizzando il suo disappunto su quello, ma Kianta dopo aver tirato su col naso,  aveva solo girato lgi occhi verso destra restando distesa, con le mani dietro la nuca "ha visto una persona e il capo l'ha chiamato Egeo. QUindi non so dire altro, se è la stessa persona o uno che si chiama allo stesso modo. So solo che la situazione mi ha portato ad aumentare gli affari con lui e invitarlo, e alla fine dopo aver avuto contatti e false vendite e acquisti, l'ho spronato per conludere nuovi affatti perchè si fidasse nel raggiungermi sul mio terreno di caccia. Con la nostra doppia facciata, una organizaazione militare e l'altra di azioni poco pulite, non è stato difficile. Non mi resta che valutare se quell'Egeo è chi sapevo e si vedrà...!" disse, teminando la frase così, per far capire che il resto era ancora da scrivere..

Jd riguardò Kianta, che fissava il soffitto, aveva sempre una faccia strana, che non sapeva decifrare. Si chiese su cosa o chi avesse da ridire.

Kianta di suo non aveva voglia di sapere niente perchè odiava i traffici con quella gente anche se era solo per acchiapparla e levarla dal giro. E ricordava il momento in cui, senza dare il minimo rispetto che si confaceva alla sua persona ed era stata lasciata ad attendere in una sezione con balconata sopra, aveva visto alzando gli occhi quella persona. Stava ammonendo i due idioti  che le facevano schifo solo a guardarli e pretendeva di passare immediatamente o avrebbe fatto casino, per avvertire qualcosa che non andava e alzare lo sguardo. RIpensava a quell'uovo umano seduto su quella sedia pacchiana dorata e poi lui, che prima l'aveva controllata dall'alto seguendo i suoi movimenti spostandosi da destra a sinistra,  vedendolo un'ultima volta con la testa china verso il basso sporgendosi, mentre si avviava dall'uovo centenario con le zampe con i pantaloni color pomodoro. 

"Kianta"

Varie scene le passavano per la testa e senza un senso temporale ma erano così, dietro gli occhi, come sempre, come fosse un film.
Che fastidio era stato quel tizio che non le semrbava nuovo ma non capiva, stare al piano sopra, aggrappato alla balconata a seguirla e sentirla,   mentre strapazzava quei due e poi ritrovarselo al centro e poi a sinistra della balconata, e scambiarsi un'occhiata perplessa mentre finalmente era ricevuta dal supplì pieno di colonia. Odiava quell'uovo con il parrucchino.

E ancora lui dall'alto che sembrava un cane da caccia tra le siepi a spiare la situazione. Occhi nocciola, detti pure hazel o honey in base alla tonanità. Ricordava che a Lei piacevano e li voleva per sè, quanto aveva desiderato quel colore, più dei capelli lisci. E poi quel tizio che la fissava dalla balconata di quella casa sibaritica che le faceva schifo. E ancora quando apparve alla sua sinistra...

"Kianta.." lei sussultò e si voltò a guardare Milan, mentre Jd la fissava dubbioso "ti ho chiesto cosa farai per..."

"salep..." rispose tranquillamente.

"eh..?. intendi... i tuberi di orchidea essiccati che vengono macinati per fare da agente addensante?" domando Milan allargando le mani sopra la scrivania per capire che significasse 

"salep milk alla cannella o il gelato turco con ka'keh. Mh... forse meglio senza..."

Milan fece una faccia stralunata, scuotendo la testa, mentre gli altri ridevano e Alaric buttava là un .







Un anno e nove mesi prima


"Ti fermi un attimo?" chiese Jd a Lia che, dopo aver mandato a quel paese Alaric che era più ineressato al liquorozzo che a discorsi coerenti, si faceva un giro, testardamente, per i fatti suoi.

"zndsfoj fpoajfr fdgdpogk"

"Cosa?!?"

"Mannaggia a me e quando ho deciso di ascoltarvi e darvi una chance!"

Jd le stava dietro e lei dignignava i denti e diceva cose che non riusciva a capire, finchè non gunsero in un angolo anteriore della tenuta. Da un lato aveva la zona con alcuni tizi con delle bestie  da pascolo e cortile in recinti fatti a cavolo,   e altri che addirittura stavano su sdraio a bere, ciarlare e fare casino. Dopo quelli che aveva visto dalla finestre e le parole di Alaric, si incazzò. Si avvicinò a quelli che si godevano il sole e si fermò qualche metro prima, fissandoli male. Uno di questi la vide, poi notò Jd che arrivava di corsa e si alzò per salutarlo.

"heilà, Capitano... siamo tornati ore fa e stavamo riposando. Alla fine non ci siamo stancati troppo e..." ma Jd non lo ascoltava, s enon per fargli un saluto con la testa e parlare a Lia in italiano. L'uomo non conoscendo la lingua  e ne la ragazza rimase in piedi, che nel mentre si era avvicinato, con la bottiglia di birra in mano.

"Veramente vivete così?" chiese lei a Jd osservando intorno.

Quel tizio con altri due stavano stravaccati su delle sdraio in legno malandate, che chissà come, riuscivano a sostener la loro stazza. Si trovavano accanto l'edificio della Sala delle Pianificazioni, ove intorno vi era una zona ampia piena di roba da addestramento, da sezione per esercitazioni di tiro, una parte che sembrava l'allestimento delle olimpiadi, il carro armato che lei aveva visto dalle finestre.

"Ma quel coso, non l'ho chiesto prima, funziona davvero oppure... lo usate come fioriera o zona di fumo? Non mi pare ben messo da essere in funzione"

"Ti assicuro che funziona e lo usiamo per esercitazioni. NOn sai quanti ce ne sono nelle zone di guerra e in asia... credimi.

"E per quanto riguarda gli imbecilli che facevano imbecillità, come fossero a casa loro? Quello è normale?"

"Erano nel loro tempo libero..." cercò di giustificarli lui "anche i militari fanno cazzate nel tempo libero. Ci sono quelli che si mettono a filmare le zone al buio o in mometni di calma, per veder se ci sono fantasmi! Alcuni dicono che in certi edifici che occupano nelle zone arabe, hanno i fantasmi..."

"E quindi?"

"riprendono zone che non dovrebbero, girano quando non dovrebbero ed è capitato che qualche anta di armadio  o altro si apriva non si sa come, e loro postavano online. Chiaramente non potevano..."

"E Milan, che fa...eh?"

"Ha tolto loro la paga per due settimane perchè tutti capissero..."

"E basta?"

"Per ora.. si..?!? Voglio dire, ha deciso lui...qui siamo abituati ad essere liberi nei momenti liberi appunto, mentre ovviamente la serietà deve essere piena in servizio..." come cercando di arrampicarsi sugli specchi.

"HO qualche dubbio..." poi guardò l'uomo che trincava la birra, fissandolo torva, finchè non l osquadrò per bene.

Sembrava il classico tipo da palestra pieno di steoridi, con quei muscoli visibilmente finti che sembrano nuvole sghembe, a causa dei prodotti usati. Chiaramente sembravano innaturali, eppure lei guardò più come erano vestiti, l'ambiente e il loro atteggiamento.
Pantaloni e maglie con cappuccio da maniaco sbiadite, su sedie con tessuto che reggevano a stento e legno scheggiato, in mezzo ad attrezzi e panche da palestra che tempi migliori li avevano visti secoli addietro, in una zona che doveva essere asfaltata, ma il grigio era così smorto e il pavmento bucato e rovinato che si chiedeva quante scarpe cambiassero ogni settimana per l'usura su quel disastro. Ok, pensò, che fossero molto dietro e lontano dal corpo centrale ma così era esagerato! E Jd le diceva che le sezioni addestramento militari erano fatte di terra, fango, fatica! 
Sembrava a vederlo, un classico campetto disastrato delle zone più povere e brutte delle città che si vedevano in tv, e la zona sport con canestri erano presenti. Quindi erano prorpio ad hoc per il paragone.
Eppure, pensò lei, le tute o divise di poche ore prima, come volevano chiamarle non mostravano persone che vivevano un pò così. Avevano un costo, manutenzione, qualità. Ma a vedere quei tizi buttati come spiaggiati morenti in quel posto, con altri che ragliavano per davvero ma in realtà ridevano e facevano i cretini tra loro, si chiese dove si trovasse veramente.

"Quindi questo è... cosa, la zona addestramento? Quella di cui parlavate prima?"

"No, o meglio... la zona addestramento vero e proprio è altrove. Qui è dove ci si riscalda la mattina o è zona relax..."

"O è zona relax o zona riscaldamento. Non è che puoi stare come loro a goderti l'aria fresca con altri tizi, come quelli, che sudano come maiali e tu inali i loro effluvi. NOn è chanel, sai..." disse lei, dopo aver indicato gli altri uomini poco in là che letterlmente cazzegiavano seduti a caso ovunque, pure sulle panche, attrezzi o poggiati al carro armato.

ma Jd non riuscì a rispondere, perchè si tornò a parlare in inglese con l'uomo che chiese se qualcosa no andasse, vedendo la discussione tra i due. Lia lo guardò, come se vedesse qualcosa zozzo e lercio, guardandolo dai capelli ai piedi e disse una cosa. In inglese.

"A te, va bene vivere così? Stare così?"

L'uomo non capì. Fissava lei e poi Jd come chiedendo un aiuto, girandosi la bottiglia tra le mani, mentre la maglia col cappuccio, che a senso suo doveva essere larga, lo era solo in vita, tirando da matti sulle nuvole obese che si ritrovava per braccia e spalle. Lia fece una smorfia di disgusto e scosse la testa. Fissò gli altri due buttati sulle sdraio, e poi si voltò da quelli che facevano gli scemi. Erano tornati anche quelli che scorazzavano in quel modo idiota quando lei li guardava dalle finestre, scambiando soldi tra loro, finendo per seguire le dita o le teste che facevano un gesto, nella loro direzione, votandosi tutti.

"Davvero quegli scemi trovano la sottoscritta strana qui, come una scimmia capitata per caso tra loro?" in italiano.

"Te l'ho detto, qui niente donne. Quindi si, per loro sei..."

"Tutto bene Capitano? Chi è lei?" domandò di nuovo l'uomo in inglese, ingollando di nuovo la birra rimasta.

"Non ti viene fastidio a stare qui, così e in questo modo, a vedere passare paffute nuvolette che sfottono i tuoi muscoli?"

"Cosa?" chiese lui, guardando di nuovo Jd, ma lei si portò le mani aperte, non a pugno, sui fianchi, e tornò di fronte a lui, fisandolo negli occhi.

"Ti ho chiesto se davvero sei contento, ti piace, vivere così, in questo niente disastrato e disagiante, pezzo di discarica... non ti senti di perdere attimi della tua vita in questo modo? Immagino però..." voltandosi verso Jd "che visto l'ambiente, i neuroni non si perderanno molto, sparuti, galleggiando sempre allo stesso modo..."

"hei carina, che cazzo dici? parla come le persone normali..." disse uno dei due seduti, come sfottendola.

"Django, per favore..." iniziò Jd, ma lei fermò una mano davanti la sua faccia per zittirlo.

"Se non hai capito bene cosa ho detto, lo ripeto nel linguaggio dei minorati... Vi sentite bene stando qui, vestiti come drogati gonfiati, bevendo roba che sembra urina di gatto per la qualità, in un accumulo di robaccia che sembra presa da una discarica? Sembra di stare in un sottopassaggio da senzatetto che accumulano roba, per mascherare lo schifo in cui vivono. Ma loro li capisco, la società fa schifo  e non si può aspettare che faccia niente, ma voi non siete militari? Non avete un pò di amor proprio da pensare che forse,  vivere in un posto migliore, un ambiente meno desolante e squallido, faccia bene anche ai neuroni?"

"ma questa da dove è uscita? Capitano, non avete intenzione di prendere un'altra segretaria... quella mi sembra molto meglio. Se è cuoca, spero almeno che cucini decentemente" disse l'altro ancora seduto, che Jd apostrofò, chiamandolo Zidgi.

"Capito, chissà in famiglia che discorsi intelligenti faranno!" girando di poco il capo verso Jd "E non credo proprio che le madri li facciano vivedere così. Faranno le sguattere per loro su tutto, mentre si godono l'hotel gratuito..."

"hei, cosa stai dicendo su mia madre!" squittì quello in piedi, che Kd chiamò Kovacs.

"Dicevo..." inclinando la testa di lato, verso la spalla sfidandolo "che ho pena per lei. Che mi dispiace che si sacrifichi per qualcuno che vive qui, in un posto del genere, nel pattume. per davvero. Questa roba di sicuro la trovo nelle stesse condizioni nelle palestre e luoghi di pugilato malfamati, dove ci stanno quelli della peggior specie, dove basta che ti siedi e prendi dodici malattie in una botta!"

"Perchè... che ha questo posto? Ci piace stare qui"

"dove...! Dimmi dove ti piace stare, perchè oltre l'usura visibile, ed è la cosa piùblanda, noto solo quanto sembrate quelle gang di strada sfigate, che vivono nella spazzatura ma si atteggiano a boss alla Capone. Dove la trovi la differenza? E' qui che perdete tempo?"

"Capitano, chi cazzo è? Perchè non ho molta intenzione di litigarci. Secondo il leader le donne non vanno toccate mai e..."

Ma mentre Kovacs si rivolgeva furente verso Jd, Lia gonfiò il petto in un impeto di rabbia,  per essere snobbata e trattata come inferiore,  e caricò con tutta la sua forza la zona del tacco dritto sul ginocchio, facendogli perdere l'aria nei polmoni per il dolore. Lei fece due passi superandolo e gli mollò di nuovo un colpo con tutta la sua forza all'indietro, con la stessa gamba destra , diretto al distale dello stesso suo ginocchio sinistro. Si voltò e gli sfilò il coltello che teneva legato alla gamba, che lei aveva notato prima sia come forma sotto i pantaloni, che quando lo aveva colpito che si era alzato l'orlo, perchè la stoffa aveva seguito la direzione. Appena impugnato, gli mollò una pedata sul didietro facendolo slittare verso il basso, mentre urlava dal dolore.
Jd aveva visto che gli altri, quelli che stavano in gruppo, si erano alzati e fssavano la scena, mentre Zidgi e Django si erano sistemati sempre seduti verso avanti, con le braccia sulle ginocchia, come pronti ad intervenire. Ma jd non fece e disse nulla, quindi tutti quanti restarono fermi.


"E non fare così!" disse lei sentendolo lamentarsi tanti maledetta qualcosa per il dolore, perchè aveva preso dei punti caldi  "Con la massa che ti ritrovi dovresti sentire poco, anche se ti ho colpito in punti dolorosi. E sai cosa odio delle donne?" dise lei, guardando il coltello in mano. Aveva la lama segrettata in su, con il dorso nella parte bassa, quindi al contario, la guardia nera che faceva verso il basso una V, mentre sutto il resto del manico era color giallo canarino con tre solchi per una presa migliore "primo che meritano cosa accade loro invece di alzarsi e fare casino davvero come quelle prima di loro che hanno subito e tanto, non piagnucolare e basta! E poi... il fatto che si fanno lobotomizzare fin da piccole, che vogliono a tutti i costi credere che sono realizzate con le cazzate. E' forte come l'odio per la morte,  l'idea che se non riescono a sposarsi e figliare, non sono niente, non valgono niente e non avranno un posto in società e non saranno considerate. Queste merde, perchè lasciamelo dire sono queste, affermano che le donne non sposate e, o senza figli, non valgono niente e quelle con problemi di fertilità sono difettose. Che neanche femmine sanno figliare... queste amebe cigliate osano giudicare gli altri quando poi sono loro stesse delle stronze merde del cazzo. E ti dirò di più..." disse lei, continuando  a parlare fissando la lama fra le mani finchè non se la girò stretta nel pugno con la lama verso il gomito, portandosi dopo un giro completo intorno a lui, di fronte "queste stronze, vuote, che hanno bisogno di queste che tali non sono, sono le stesse inutili creature che si fanno riempire di botte e insulti, oltre le corna, affermando che sono doveri e hanno sempre torto, piangendo poi però perchè sono picchiate. Se la sono cercata, volevano l'uomo maschio alpha che le mantenesse e trattasse da regine,  credendo alla facciata e accettando il primo che le sposasse e sembrasse ok... Ma non è che queste si fanno forza e sfondano la faccia dello stronzo che si sono sposate loro, spaccandogli qualche osso magari,  facendo capire quanto l'altro è schifoso, no... nascondono, truccano, celano le cose dicendo che così è la vita. Spinete dalle madri di merda e famiglia in generale perchè il matrimonio è sacro e la donna deve abbozzare all'uomo per i doveri! Che così è il matrimonio, o scappano cercando aiuto finendo poi per morire male. COme mai dirai, non ci sono istituzioni o altri che le aiutan? Oh, come le altre merde di dottori pro vita obiettori di coscienza, anche le istituzioni sono composte da persone di merda, che perdono la laicità del loro ruolo per una repucclica laica, per far posto al morale del cazzo! Perchè questo succede... e ci rimettono anche i figli. Invece di dire basta, di rischiare anche il carcere qualche anno, ormai le cose sono così, provando a cambiare le cose,  finendo le infamie dello stronzo e salvando se stessa e i figli, continuano a piagnulare per una società che loro stesso hanno accettato e alimentato. Prima sono tutte felici di essere donne come viene imposto ma poi piangono... povere disgraziate che hanno rischiato tutto nel passato per quei diritti che questi religiosi e bigoti del cazzo calpestano..."
fece una faccia schifata, chinandosi verso l'uomo fissandolo negi occhi.
"Perchè purtroppo le situazoni  stanno così e circano come un ciclo, è facile dire come le cose sono sbaglaite e poi abbozzare per sopravvivere e facendo i conigli paurosi. In questa società le donne non sono istruite con le basi della biologia,  pensa saper montare una ruota o provvedere a piccoli inconvienti senza dover chiedere al primo che passa aiuto, rischiando. Non sono istruite sul sesso, contraccezione, rischi di malattie, come agire in determinati casi o spappolare gli zebedei agli stronzi! " con un toto strano "No, e non è possibile educare il maschio a rispettare e trattare le altre perosne, donne o altri in generale anche con differenze, ragionando come un essere umano. Un uomo deve essere una merda e basta a causa delle famiglie! No, lasciamo che siano le famiglie a educare le nuove generazioni,  con poi le notizie tristi che si sentono ogni giorno. Lasciamo che la feccia ordini fin da piccoli ai bambini che sposarsi e figliare è imperativo o sono nulla, e ancora di più accettare le botte e le umiliazioni perchè tutto deve essere lavato in famiglia, e se vai a chiedere aiuto non cè nessuno che le aiuti... Insegniamo ai figli ad essere feccia e poi proteggerlo dando della troia a quelle che hanno subito!... non insegniamo alle ragazze tra un cambio di ruota e un controllo veloce all'auto per capire da sole cosa non va,  e sapere cosa fare, oltre altre cosucce, anche legnare la feccia che le vede solo come vagine ambulanti da abusare...Odio,  delle donne,  che sono da sempre migliori degli uomini per ogni cosa, ma schifosamente si abbassano a schiave, giudicano e scagliano la prima pietra ad altre donne ree di essere diverse, quando dovrebbe esserci coalizione tra donne. Che non accettino e le cose e non hanno intenzione di subire, ma agire. O sei tu mordi l'altro per salvarti, o sarai sbranata, questa è la politica della società. Quello che ti ho fatto, tutte le idiote non lo sanno fare, o non pensano che è meglio rompergli naso e denti, che aspettare l'aiuto di gente, anche forze dell'ordine, che invece di proteggerti e fare qualcosa, ti giudicano e ti lasciano sola... Ora, vogliamo discutere di cose serie, o dobbiamo continuare con le cazzate?"

"Io sto bene qui..." disse quello mettendosi su un ginocchio a terra.

"per questo posto cosa è...? Casa? Discarica? La casa non è un edificio e basta ma il luogo che sentiamo caldo e importante per noi, e può essere qualsiasi luogo... la casa esiste come concetto ed è li per ricordarci chi siamo davvero. È il luogo attraverso cui ci definiamo. Da cui si parte ogni giorno e dove si torna.
La casa ci assomiglia, vive e si trasforma insieme a noi, seguendo i nostri umori, le esigenze, le voci che l'abitano, gli affetti e le emozioni. E quindi, per te questo posto ti rappresenta, ti da qualcosa oltre non fare niente o percepisci in te il vago desiderio di avere qualcosa da vivere e tenere dentro per quando sei vecchio e ricorderai di qui, solo, la spazzatura che ci circonda ma per gli uomini è sempre roba buona?"

Lui rimase zitto come a riflettere, si volto verso gli altri due che fecero cenni che lei non sapevo, poi finì con Jd. lei allora continuò, sistemandosi accovacciata, come se stessero parlando di un segreto solo loro.

"vuoi restare qui a perdere come sudore che evapora la tua vita in niente, oppure accetti una mano e migliori le cose?"

Kovacs erano rimasto a fissare lei e Jd, rosso in viso per la rabbia un mometno e l'altro come se pensasse, acnora a massaggiarsi per i dolori al ginocchio, davanti e dietro.

"Ti ho chiesto, e lo stesso ai tuoi amici qui intorno, ed è l'ultima volta, che sono rimasti come scemi a guardare, con solo la voglia di vendicare l'affronto, invece di usare il cervello, se ti va bene tutto questo. Se davvero vuoi passare momenti della tua vita in un posto del genere, a bere e fare cazzate invece di qualcosa che ti resti dentro. Che non sia tempo perso, che non siano istanti della tua  breve vita, perchè oltre il tuo lavoro anche cento anni non sono così tanti per certi versi, a perdere tante cose che potresti invece vivere e ricordare di bello... Tu e i tuoi amici, davvero mi volete dire che questo posto misero riempie le vostre giornate e vi va bene? Non cè altro che potete fare che vi renda felici, vivi ovi faccia sentire di esistere, vi appassioni, vi dia significato a pezzi di giornate che alla fine... sono niente?"

Kovacs rimase perplesso, guardò i suoi due amici ancora,  seduti che però  si alzarono in quel momento per raggiungerlo. Gli altri si guardavano tra loro. Lia allora si voltò verso Jd.

"ho capito benissimo che loro sono stati fermi e muti solo perchè cèri tu. E ok, quello che ho fatto so e ho deciso di farlo proprio perchè non volevano chiaramente agire davanti a te. Sembra che ti rispettino e ascoltino, ma anche tu, come Capitano, davvero ti va bene rispetto a Milan, passare le tue giornate, se non in missione, in un niente cosmico perdendo di fatto istanti preziosi e ormai perduti? Noi siamo niente rispetto al dell'universo, e non sappiamo se davvero, come la vostra o le altre religioni, esiste una seconda vita nei prati celesti o la reincarnazione. Ma davvero volete perdere tutto ciò che la vita può dare, che io per esempio no nho avuto, che potete avere, vivere, e ricordare prima di morire o nei periodi di vecchia, che non diventino solo amarezza e rimorso per non aver fatto questo o quello? A tutti voi" urlò, girandosi piano piano su stessa guardando tutti "siete davvero soddisfatti e contenti di vegetare in questo modo mentre altri vivono in ambienti migliori e hanno in mano i loro momenti liberi, alla faccia del lavoro? Siete davvero così poracci da accettare il niente che scorre intorno a voi, e perdervi tante cose? Siete militari, ma quello è il vostro lavoro. Potete decidere di avere una vita da militare ogni secondo, ma non in questo modo. Il tempo che perdete non lo riavrete più, esso scorrerà e voi incecchierete e non è vero che le cose si possono fare a ogni momento della vita. Se non hai il culo di avere una buona salute, il momento giusto e altri fattori, non potrete fare e vivere le cose, mai più! Guardatevi, sarà per il vostro lavoro e cosa avete vissuto, ma avete facce che meriterebbero una cera migliore. Volete essere poracci o militari che vivono?"

"EHm, Lia..." disse Jd, qando tutti si voltavano tra loro cercando di capire la parola poracci "credo che non abbiamo capito qualcosa.

"Come lo traduco poracci..." disse lei accigliata, poi disse  "Poor guy,people poors..." fissandoli di nuovo meglio. Poi allungò un braccio indicando "quel campo di basket o gli attrezzi che sono ammassati là, vi sembrano adatti e in buone condizioni per usarli o lavorarci? Peggio per allenarsi? Passi l'ambiente con terra e fango, ma quando vi prendete qualche malattia per ruggine e altro, voglio vedere se siete felici! Questo luogo è pieno di danni, roba che andrebbe riparata, sistemata o cambiata proprio. E voi due " guardando quelli che dalla finestra facevano casino "davvero quello per voi è divertimento, rischiando la vita degli animali, la vostra per... cosa, denaro? Scommesse? Giocare e divertirsi è una cosa, rischiare e danneggiare un'altra. Perchè no nchiedete a Milan di far sistemare questo posto? Perchè no fate cambiare cose rotte? PERCHE' quel tizio sta uscendo dal carro armato,  con la faccia come se fosse uscito dall'ibernazione preistorica..." urlò, facendo girare tutti verso il carro armato, da cui usciva in quel momento  dalla torretta aperta una faccia che sembrava mezza addormentata e mezza drogata.

"Quello dormiva dentro il carro?"

Jd, si passò una mano sulla faccia, mormorando che non stavano affatto facendo bella figura, finchè Django non si intromise.

"Non so chi sei e non ho detto nulla per rispetto per il Capitano. Ma non ho nulla da dire. Noi stiamo qua molte ore al giorno tra allenamenti, pasti e altre mansioni giornaliere. Il Leader non viene da tempo a visitare le varie zone, così ocme non ci sono più controlli e ne ispezioni. lavoriamo bene e nessuno si è lamentato. Ci rilassiamo, cosa non va..."

Lia inspirò lentamente, guardando male quell'uomo forse della sua età, con la mascella così squadrata e scesa da sembrare finto. A parte l'altezza con i due amici, che erano alti tutti in maniera diversa ma molto più di lei, , per il resto era simile, se non identico. Stessi abiti trasandati, odore non proprio da persone curate, capelli corti ma chiaramente solo ascugati con un asciugamano velocemente o una mano, occhi infossati e pesanti come uno stanco morto, muscoli e atteggiamento.

"Non vi è mai venuto in mente che magari esistono molti passatempi che potete richiedere, quindi attivandoli, corsi, attività... nulla che vi intrighi e desiderate fare invece che stare così? Migliorare voi stessi, oltre il fisico, in altri modi?"

"Facciamo palestra, riscaldamento, esercizi, allenamento, ronda, guardia, turni vari... questo è..." disse lui alzando le spalle.

"Non ne caverò un ragno dal buco, vero?" disse lei a Jd, che fece un cenno pure lui con le spalle per dire che quello era.

"Fate almeno outdoor training?" ma gli altri si guardarono per poi dire che non sapevano cosa fossero,  finchè Jd non le disse che alcuni facevano parte degli allenamenti settimanali.

"Art-Door" chiese di nuovo a Jd, ma questi disse che non sapeva cosa fosse.

"Cooking Training Management"

"Un che?" chiese Jd ancora più perplesso

"Dammi un pad o carta e penna... e voi" voltandosi verso i tre, più vicini ma facendosi sentire dagli altri poco lontano "vi va di capire cosa intendevo nell'atto pratico, o volete restare a spiaggiarvi come trichechi imbruttiti?

"...Mh...e cosa dovrei farci con questo?"

"Non lo so, usarlo come carta forno, forse..." come prendendolo in giro ma in maniera bonaria.

"Ok, fammi capire esattamnete cosa devo farci con questo..." osservandola mentre lei girava e guardava ovunque, e gli uomini la guardavano in cagnesco per il suo atteggiamento.

"Tu quanto conosci quei soggetti?"

"So i loro punteggi, conosco..."

"No, no! Io parlo della persona, non la sua figura di esperto, militare o come vuoi indicarlo..."

"So che alcuni di loro bevono molto, altri fumano peggio dei turchi, qualcuno..."

"Te lo dico più chiaramente. A quanti e a chi di questi, daresti in mano la tua vita? Chi sai che è corretto. Fedele. Forte d'animo o chi invece è capace di andare nel casino mentale per qualcosa... Perdonami se lo dico, mettiamo caso che io creda all'idea che veramente voi eravate gli unici disponibili per Milan in quel momento per quell'incarico. Poniamo questo fatto come assodato! Nessun altro a parte voi Capitani e chi era con voi,  e dovevate prendere gli idioti... ammetto che trovo strano che tutti, utti i vostri elementi fossero da tutt'altra parte... ma Milan conosce bene i vostri punti di forza e di caduta, in base alle situazioni? Tu sei penoso a quanto dici, e visto, negli scontri ravvicinati ma sei un asso con il cecchinaggio. Bene... tu sia prima che dopo la sorpresina che ti hanno fatto in petto...e tra l'altro che cosa ti hanno dato per essere così in forma, già...non eri proprio al pieno delle tue facoltà mentali ore fa. Volgio dire, è chiaro che tu in mezzo ai casini non sei propriamente un rambo..."

"Il dottore ha detto che non era nulla, sbruciacchiato ma non abbiamo la medicina classica degli ospedali cme pensi tu. Sento che fa male ma non come doveva essere senza i nostri.."

"Ok, ma rispondi al resto!" quasi scontrandosi con lui per guardarlo di fronte "Veramente quella persona vi ha scelto a caso dicendo ... dimmi che non è andata così e lui sa, calcola, conosce le persone per mandarle allo sbaraglio!"

"Certo che lo sa, ma credimi che per i conflitti..:"

"Si, si. Non so nello specifico come voi, ma li sento e leggo i giornali in tv e cartacei. Ma la questione è un'altra. Con che criterio ha scelto voi..."

"Cè stato un errore di informazioni. Ci avevano detto che un dato obiettivo stesse cercando dei documenti in una città che suonava come la tua, e visto che fu detta in una comunicazione veloce vocale e non altro modo, è stata intesa male! Così un gruppo andò a quasi cinquecento chilometri dalla tua, restando là perchè nel mentre avevano scovato degli elementi..."

"Fammi capire! la tua risposta è che siete venuti a cavolo e come gruppo senza senso,  come fossivo i sette nani... perchè la vera squadra è stata dirottata altrove e siete stati gli scemi presi a caso, piluccati praticamente, da sua maestà il leader per far fornte al tempo?"

"EH:...!" fece un verso lui, sudando come un matto "possiamo metterla così... voglio dire... Io e i Capitani eravamo allo Chateau con Milan, l'AirOl era tornato indietro con dei feriti per quella retata di..."

"E allora perchè, se l'aereo è tornato , vi ha caricati, non poteva andare indietro a prenderli di nuovo nello stesso tmepo e portarli altrove?"

"Perchè i ragazzi come ti ho detto erano giò bloccati avendo scoperto da un informatore che..."

"belle scuse, ma non è ancora chiara la questione..:"

"Si che la questione è chiara. Non hai visto tutta la polizia e i militari presneti da prima? L'avviso a noi è arrivato e Milan ha subito ordinato tramite comunicato ufficiale del tuo paese,  che nessuno di loro dovesse muoversi, che sarebbe giunta una quadra speciale. Questo perchè la perosna che cercavamo era proprio nel gruppo di quell'edificio dove tu dovevi chiedere i documenti nuovi"

"Ferma! capisci anche tu che non quadra lo stesso? Lui presente, voi che siete i superiori in rpatica presenti, mentre altri erano altrove, ma non posso credere che non foste tutti occupati..."

"Altri avrebbero accettato e chiuso la cosa..." borbottò Jd e lei urlò un offeso che lo fece zittire "voglio solo dire che sei troppo puntigliosa, capisci che siamo militari, tu no, e non posso rivelarti molti elementi ancora adesso, nonosntatene le parole di Milan? Quello che ha detto.."

"E tu capisci che quel che affermi non ha senso? Va bene che molte cose siano segreto ma non così, perchè non ha senso!"

"Ti avevamo detto che siamo in pochi in un certo senso..:"

"Pochi quanto! Se mi dici che siete quattro gatti letteralmente,  per un'organizzazione come l'ha annunciata quella persona..."

"Non pochissimi ma... tranne quelli che restano fissi alo Chateau... quelli che hai visto eravamo... gli unici disponibili in quel momento!"

"..." guardandolo malissimo

"Senti, prenditela con Milan. Siamo militari, mica manager delle risorse e..."

"Ma è questo il vostro compito di voi capitani o sbaglio?"

"Noi gestivamo le risorse dalla base, le reclute e..."

"WHAAA!" Basta così! Ora voglio solo un tè, voglio farmi un tè..." mentre Jd guardava l'orologio.

"Non mi sembra che tu sia inglese e ormai direi proprio che possiamo pure prepararci per la cena, cosa te ne fai di un tè un paio di ore prima della cena?"

"Qui a che ora si cena?"

"L'orario non ha un... insomma..:"

"Cosa..."

"Milan ha detto che essendo un'organizzione ma anche una comune..."

"Che vuol dire una comune?" sempre più incerta dalla conversazione.

"Sai... una comune,  un'organizzazione della vita e del lavoro in un collettivo, ove la proprietà e la gestione dei mezzi e dei servizi è in comune e la ripartizione dei ricavati, di qualsiasi genere, per il lavoro svolto si reiveste in miglioramenti e altro.."

"ma... non è un luogo autogestito dalla comunità, indipendente, e presenta uno status pseudo legale?  All’interno della quale vi sono dei collettivi per l'amministrazione  delle differenti attività , come le commerciali, di produzione, le attività culturali e ludiche, ecc?"

"Si, insomma, sono..." ma lei alzò una mano mentre continauva, guardandolo male.

"Quei posti stile anni ottanta, non quelli moderni che non prevedono affatto  gerarchia interna? Dove l’equilibrio dei rapporti è basato sulla tacita accettazione delle fondamentali regole della convivenza quotidiana e sul rispetto reciproco tra tutti i membri? Quelle altre, tipo setta?"

"Mh... cosa, chi... perchè dici così?" come se cercsse di sviare la cosa.

"non siete quei gruppi che capisco anche,  che hanno tutte una cosa in comune e si fondano sulla più antica delle esigenze umane come la ricerca di un proprio posto nel mondo? Lui diceva qualcosa del genere, senza dire la parola Comune... Se si parla di ricreare nuovi patti sociali, nella distruzione e ricomposizione di concetti tradizionali come famiglia e casa, in una percezione sociale verso l’equilibrio in tutti i sensi, ok....Ma perchè ho lavaga impressione che non sia così?"

"perchè non è così, è un'idea che..."

"E fammi capire, oggi avete detto che non esiste più la mensa... una cosa che va contro ciò che hai appena detto!"

"La mensa è stata fermata perchè dopo aver preso i migliori e quelli adatti dai vari..."

"piluccando gente dai gruppi degli altri, ho capito...."

"e richiamando uomini ancora giovani, ottime qualifiche e..:"

"richiamando i veterani, taglia corto..."

"...tutti si erano abituati al cibo dove avevnao prestato servizio anche per anni, chi preferiva i fast food della città vicina, chi si è portato i usoi animali da quei luoghi, ed essendo militari Milan ci istribuisce i pasti militari e non vi era il motivo di una mensa e..."

"i suoi animali?" indicandosi l'orecchio come se non avesse capito bene.

"Avevo cercato di dirtelo! Quegli animali che hai visto sono di alcuni uomini che Milan ha scovato in Iran, Iraq, in..."

"QUindi aspetta! Vuoi dirmi che quelle bestie non sono di qui, del posto,  trovate e raggruppate ma con le tende messe vicino appargono a quei tizi torvi che..:"

"Corretto. A molti sembrerà strano ma quelli che superano i sei mesi di incarico e restano là anche per anni, come è capitato, diciamo che fanno i loro affari là e... da quello che so proprio di quegli uomini,  è che avevano il loro giro di gente un pò losca, facevano lavori extra,  gli incarichi e sebbene si pensi che le squadre militari in guerra siano organizzate, unite... insomma non è proprio così per tutti. Questo corrisponde a gruppi speciali e non quelli..:"

"Quel che ho appena capito è che quella gente è stata raccattata da Milan perchè i milgiori in affari loschi, sporchi, sono in pratica gli sniffatori del marcio nonostante fossero militari regolari di un'altro paese,  e si son fatti i fattacci loro, creandosi una specie di cosa, business?"

"Qualcosa del genere. A parte gli ordini, la levata e le esercitazioni,  non cè molto collante tra tutti, ognuno sta per fatti suoi e quando va meglio diciamo che ci sono gruppetti. SUl lavoro nulla da dire, sono professionisti... E poi gli accordi con Milan perchè lo seguissero e quindi dare le dimissioni, erano di potersi portare  tutto, ma proprio tutto ciò che era loro. Senza esclusioni. Anvendo noi gli AerOl per spostamenti di merci  e grossi gruppi... non sapeva prima della cosa, ma visto che eravamo in questo posto..."

"Eh certo. Già che siamo in una palude, mettiamoci altra spazzatura... cosa vuoi che sia..."

"Non dicevo questo ma..."

"E quindi quelle tende non sono di qualche cosa che dovete fare..."

"Sono la loro sistemazione"

"Fuori lo Chateau..."

"Esatto e quegli animali sono alcune delle loro proprietà. IN quei posti dopo la guerra avere animali e i loro prodotti è già un bene prezioso. la vita prima, dagl i anni ottanta a ora era diversa, più moderna e si viveva come negli altri paes. POi si è trovato oltre a scppare a far di tutto per vivere e rimettersi,  ad avere animali era un bene ricco. Da quello che so oltre denaro, oggetti preziosi e non so  cosa, ottennero come risarcimento per andare via subito anche quegli animali e visto che loro affermano che i cibi militari non li mangiavano già da prima,  perchè erano solo schifezze e contengono...insomma,  mangaino solo prodotti naturali e dai loro animali, così..."

"E' un delirio... quindi quelli mangiano cose fatte da loro?E altri lo schifo dei cibi militari precotti?"

"Esatto, come noi nelle camere abbiamo una cucina dove cuciniamo e riscaldiamo quei cibi che..."

"Anche questa cosa, chi è l'imbecille che ha pensato bene di rendere quelle stanze che no nvoglio vedere, mi farebbe ribrezzo, delle fottute celle tipo da carcere con delle cavolo di cucine..."

"EH.. mh..."

"No, lasciami indovinare. Lo stesso,  lasciamo perdere cosa,  che ha ha deciso che una comune militare fosse meglio di una vera organizzazione militare..."

"Guarda che in molte caserme e basi si stanno pensando a cambiamenti per i tempi moderni che..."

"Ma chi le inventa queste cazzate? Io ho visto nella mia città girare dei militari che hanno le ore libere giornaliere e si comportavano da militari anche fuori!...e non penso che nella caserma vi fosse un'idea alla hippy del genere! NOn prendermi per gli zebedei che non ho! E quindi voi qui oltre lo schifo che ho visto, come mangiate?"

"Con le razioni o le provvigioni che Milan acquista per cucinarle da noi per..."

"Sempre?"

"Si, ormai è da tempo che..."

"E io voglio un tè, dove dovrei andare?"

"Nella camera degli ospiti che ti ha riservato  vi sono dei bollitori, così come nelle stanze di tutti. Se vuoi un tè posso preparartelo io che ne ho uno nuovo e per la cena... cosa, dove vai..:" le disse sempre più preoccupato, inseguendola mentre lei gli teneva davanti l'indice ritto e uno sguardo da omicidio scappando via dicendo qualcosa che non sentiva.

Kianta adocchiò i tre che prima aveva incontrato, Zidgi, Kovacs, Django, chiedendogli solo se volessero davvero cambiare qualcosa e fare qualcosa che valesse a partire da quel momento. Jd li vide incerti e quando l'aveva raggiunta lei stava  andarsene di nuovo con quei tre dietro,  nella zona anteriore dello Chateau.


"Tu sei Kovacs esatto?" domandò a uno che fece segno positivo con la testa "dimmi, hai per caso il contatto con Milan?"

"Ce l'ho io.." disse Jd e quando lei si girò con fare arrabbiato,  gli fece cenno di darle il telefono.

"Sembra uno smartphone... fammi il numero e metti il vivavoce..:"

"Perchè il vivavoce, puoi..."

"Perchè è tuo, ci hai appoggiato l'orecchio tante volte e chissò cosa cè sopra quel coso. Se no navete dell'alcool novanta gradi tu lo tieni, tu chiami e metti il vivavoce..."

"ma Lia, perchè..."

"Cosa ti ho chiesto?!??"

"Spiegami cosa vuoi fare e perchè il mio telefono deve essere..."

"Silenzio! Dopo cosa mi hai detto questo posto mi sembra più infernale da quello cui sono scappata. Facevano  cose da farmi schifo e qui è allo stesso modo! Me ne frego se con gli occhi ti sembra pulito, io pulisco sempre gli oggetti che tocco  con l'acool medico, mi pulisco le mani con l'alcool medico quando ho tocato qualcosa fuori la mia stanza, pulisco pure il water con l'alcool prima di usarlo e il telefono è una delle cose più sporche..."

"Ma se hai preso armi e..."

"Taci! So benissimo cosa stai per dire e so che è diventato un problema, ma quando sono nervosa e cè troppa gente vicino,  mi viene questa cosa... ora, puoi per favore chiamare quel... Milan e chiedergli di parlarmi?"

"Ok, ma..."

"Muto"

"Allora chiamo..."

"Muto! E chiama?"

"Ma che ti è preso..."

"Muto!"

jd sospirò e chiamò Milan, il quale rispose subito e disse che potevano aspettare,  perchè stava per tornare da una cosa importante. Ma Lia si accostò al telefono e intervenne in un modo non proprio piacevole.

"Sentimi bene, tu hai davvero intenzione di farmi stare qui?"

"Ci siamo detti alcune parti dell'Accordo e..."

"No, fammi parlare! Se vuoi che resto e non metta una bomba in questo posto, voglio che mi dia carta bianca per certe cose adesso,  e dopo se ne parla."

"Perchè vorresti..."

"Cosa ti ho chiesto?"

"Vuoi che ti dia carta bianca?" mostrando chiaramente turbamento

"Si, subito"

"Per fare cosa, scusa. Se abbiamo detto..."

"Se non mi dici che posso fare delle cose con la tua approvazione, prendo a sberle alcuni imbecilli e poi me ne vado! E mando all'aria i tuoi test del cavolo! Non mi interessa dove sei per ora,  ma sicuro meglio di questo porcilaio! NOn dissi nulla in Irlanda su alcuen cose e  finsi di essere come tutti gli altri perchè Zay non mi prendesse per pazza, ma ora no! Sono peggiorata e ho meno pazienza. Non ho alcuna intenzione di stare dieci minuti di più nelle condizioni che mi ha detto Jd!!"

"Quali condizioni ti ha detto....?" con un tono non proprio felice, ma prima che questi rispondesse Lia continuò gelida.

"Cosa ti ho chiesto?"

"Se non mi dici su cosa vuoi carta bianca non posso fare nulla. Appena riesco torno come sai e..."

"Al diavolo, vogli oche tu mi dia carta bianca nel caso i tuoi uomini abbiano da ridire. ORA!"

"Se prometti di non fare casini..."

"lo ha detto!" urlò lei alzando le mani a Jd e i tre "Lo ha detto, testimoni tutti che ha dichiarato che posso agire liberamente...." andandosene.

"Jd che cosa succede? Perchè ha urlato? Dovè?"

"Se ne è appena andata, non  molto contenta di alcune cose e..."

"Capo, noi che dobbiamo fare?" chiese Django visto che ancora era con il vivavoce

"ma chi è? Chi cè con voi?" parecchio urtato.

"Sono..."

"Adesso non importa. Dove è andata?"

"Sta andando... Cazzo, il vecchio Noah!" jd sbottò vedendola falciare metri su metri verso il vecchio orso.

"Noah? Il vecchio marine che è tornato ad essere come suo nonno?"

"Quello! Cosa..."

"Capo, ci dica cosa fare"

"Jd, ma chi cè con te?"

"Lo stavo per dire prima, ha voluto che Zidgi, Kovacs, Django la seguissero per qualcosa e..."

"E  perchè loro?"

"Abbiamo avuto delle discussioni, capo. Non so chi sia ma vuole che la seguiamo. Ci dica cosa fare e noi..."

"Voglio che le stiate incollati. Incollati!! Ed evitiate che si faccia male, qualsiasi cosa accada. Mi avete sentito? Io torno tra poco..:"

"Ma..." Jd si fermò perchè Lia urlava a quei tre di raggiungerla con gesti incavolatissimi "E' meglio se torni subito, per favore..."

"Lascio David appena riesco a arrivo. Tienila ferma da qualche parte che devo parlarle e..:"

Ma Lia tornò e dicendo a Milan prese il telefono , chiuse la chiamata e  se lo portò con sè, ordinando ai tre di stare al passo.

"Non millimetri, almeno un metro. Chiaro?" sbottò con loro fermandosi e vedendoseli quasi spiaccati dietro, che si erano avvicinati troppo per seguire gli ordini.

Jd si mise le mani ai capelli e si guardò intorno, vedendo tutti quelli che erano là fuori a girarsi e osservare le cose. la vide fermarsi dal vecchio, che ormai faceva da specialista e collaboratore al bisogno per i suoi trascorsi,  e parlargli. Lui negava con la testa, lei continuava a discutere, finchè non la vide voltarsi verso di loro, ordinare qualcosa e fermarsi ad aspettare, finchè Zidgi non tornò con qualcosa. Uno sgabello e dei tessuti bianchi, così sembrava ma non vedeva bene da quella distanza. La vide dispiegarne uno, controllarlo con una somrfia e metterlo sullo sgabello per poi sedercisi con una mossa veloce e decisa. I suoi capelli lunghi si muovevano , dando come forza maggiore ai suoi gesti, come se rendessero più incisivi e teatrali le azioni e imovimenti anche se non sembrava il tipo da farlo apposta.

Il vecchio Noah le disse qualcosa puntandole una lama contro ma non per minaccia, stava facendo qualcosa prima,  e ora discutevano con lui che agitava l'arma come lei con le mani e braccia,  per enfatizzare il piccolo diverbio.
Discussero almeno per cinque, forse dieci minuti. Jd era così teso che non aveva controllato l'ora e sudava freddo.

"E quindi è così" rispose il vecchio con molta calma. In inglese come Lia, anche se si capiva che lei dall'accento e dalla pronuncia di certe parole non era di madrelingua. E usava l'inglese parlandolo in modo ritmico come degli ordini, parola per parola.

"Tu che ne pensi?"

"E' davvero questo che dici? Sicura?"

"Se Milan mantiene le sue promesse,  si..."

"oh, se le mantiene! O io e altri non avremmo questo, cosa vedi e tutto i lresto "disse lui allargando le braccia per intendere la sua tenda, tutto ciò che Lia vedeva di fuori e dentro, dal mezzo lato aperto dove l'uomo stazionava su una seggiola e il recinto con gli animali che facevano casino. Si trovava lontano dall'ingresso dello Chateau ma era comunque visibile e non era una bella vista, ma tornò a fissare lui.

"Cosa ne pensi, infine? E' vero quello che questi tre hanno detto?"

"Se è ciò che hanno detto, è la verità. I giovani sono tutti molli, svogliati, non hanno scopi precisi e pensano a divertirsi che sistemarsi il futuro..." vedendola sorridere con un cenno affermativo del capo.

"Su questo sono d'accordo a metà, sull'ultima parte intendo ma il punto è..."

"Scusami ma il capo che dice di questo?" chiese Zidgi a Lia abbassando il busto per parlarle più vicino. Lia aprì gli occhi sgranandoli per la rabbia, voltò la testa in un modo che ai tre parve come un gufo e li intimò di far silenzio due minuti. Solo due e avrebbero potuto parlare. E lo fece come se urlasse un ordine imperioso, con le braccia incrociate, con la testa che pareva scattare e girarsi al massimo verso la schiena e la spalla destra, per raggiungerli negli occhi,  fissandoli uno a uno come se volesse picchiarli male.

" ma il capo ha detto..."

"MUTI! Muti dovete stare o prendo questo sgabello,  lo butto via e dovrete riportarmelo dieci volte e ancora lo farei,  e voi dovrete farlo ancora, perchè è questo che vi ha detto. Il vostro Capo! Lo stesso che invece di avere capacità gestionali, manageriali e organizzative,  e utilizzare la ripartizione dei poteri, ha deciso che non gliene fregava niente, NIENTE, della logica e sembra di essere in un campo profughi. QUindi muti e silenzio o finchè no nviene Milan, o vi faccio fare i cani da riporto!"

Si guardarono e il vecchio rise, di gusto. Si alzò, andò dietro la tenda, non dentro,  e dopo vari rumori, tornò con un contenitore che mostrò a Lia.

"Era da tanto che non vedevo qualcuno comportarsi come te qui. bei vecchi tempi quelli! E trovo divertente il fatto che una piccoletta come te li controlli così"

"Ah! Se fosse per gli uomini e sopratutto i militari, ogni persona che non fosse come loro sarebbe niente. Senza offesa, ma ho notato che con  me cèra uno dei Capitani, eppure vi si rapportavano come tra amiconi..."

"Questo è il nuovo ambiente militare. Credi che in certi luoghi sia diverso? le gerarchie ormai sono più sulla carta che nell'atto pratico. Il leadre stesso preferisce farsi chiamare capo o per nome che deterinare per davvero la sua posizione, che sarebbe di generale. E come hai detto tu, cè meno ripartizione dei poteri e meno persone a gestire questo posto. Non siamo molti, qui presenti, ma molti sono assegnati a vari compiti che..."

"Questo per ora non mi riguarda. Io voglio sapere il tuo parere!"

"Si! La mia risposta è Si. Sia per la prima questione, che la seconda. E mi premunirò di ampliare la questione agli altri. Sarebbe interessante vedere come va a finire."

"per la prima, per ora prendo questi e dopo aspetto il resto. Mi auguro che siano come hai detto! Per la seconda, se anche tu consideri l'onore e la parola data come importanti, procedu pure. Domani aspetto notizie..."

"Cercherò per gli altri. NOn posso prometterti sul numero ma so che potrebbe andare..."

"Ottimo! A dopo allora, non far tardi e fai portare tutto, mi raccomando!"

"Come fosse un ordine, tranquilla"

"E faccio finta che tu non mi abbia dato della nana..."

"Piccoletta, è diverso!"

Lia fece una smorfia alzando un sopracciglio, alznandosi e guardandolo per qualche istante, poi allungando una mano e stringendola con il vecchio, per formare un pugno unico. E poi disse agli uomini di riemttere tutto a posto tranne un asciugamano, dell'acqua ossigenata che avevano preso e lo sgabello. Alcool non ce ne era.
Si  recò da Jd, vedendo arrivare dal portone Milan trafilato e gli porse il contenutore ancora chiuso, dicendogli che erano per dopo e che dopo un paio di ore si dovevano rivedere nel corridoio davanti la mensa. Jd guardò quel contenitore fresco, chiednedole da dove veniva per essere così freddo.

"Chi gli ha dato l'autorizzazione a farsi, melgio scavarsi,  un freezer permafrost nella zona anteriore dello Chateau? Vorrei tanto sapere chi..." domandò furiosa "Dietro la tenda, ci credi? IN quella zona della tenuta! Assurdo..." mentre vedeva Milan correre da loro, con passo svelto e non facendosela di corsa, ma aveva un buon mentenimento e Lia si chiese quanto si allenasse al giorno rispetto agli altri.

"Eccomi, cosa è accaduto?" passando in rassegna con gli occhi i presenti. Lia, Jd con in mano un contenutore con la faccia disperata e i tre.

"Nulla, allora... di cosa volevi parlarmi?" domandò lei come se tutto andsse bene.

"Vieni, facciamo un giro..." disse, allargando il braccio sinistro per mostrarle la direzione, mentre con la destra si chiudeva la cravatta che Lia non capiva da dove venisse. Come e qaundo l'aveva cambiata?

"Adesso? E per dove? A che ora tramonta il sole, qui?"

"Andiamo!" disse perentorio lui e Lia si incamminò davanti, senza guardare chi la seguisse ne altro.

"Poi voglio che mi spieghi che diavolo è successo!" disse categorico a Jd che fece solo segno di assenzo con la testa.

"Voi tre dove andate, è una cosa privata. Voglio sapere anche da voi la situazione e..." ma Jd gli mise un braccio sulla spalla, anche se Milan er apiù alto, e chiese sottovoce cosa cèra che era cambiato.

"E' diversa da prima, dopo che ha saputo alcune cose qui, ha iniziato a comportrsi diversamente. Più perentoria, impavida, testa più alta e sguardi... diversi!" scuotendo la testa mentre lei camminava e sembrava rimproverare alcuni uomini nel suo cammino "Cosa succede? Perchè sembra diversa da qualche ora fa?"

"Perchè non ha più l'influenza e l'ambiente di casa sua" terminò Milan, sistemandosi la giacca e, dopo aver guardato Jd con un'espressione particolare, "troncata la catena, il suo carattere, una parte viene fuori" si avviò anche lui.

Jd sospirò e cercò di comprendere quelle parole, finchè i tre non gli diedero delle cose. Erano l'acqua ossigenata e l'asciugamano di prima.

"Li ha usati per pulirsi le mani dopo aver stretto la mano al vecchio Noah e averti portato le uova"

"Le cosa?" domandò Jd scuotendo lievemente il contenitore.

"E ti era caduto questo..." porgendo un bloccheto che aveva perso,  dove Lia aveva appuntato delle cose, le lesse per la prima volta e sospirò, guardansosi intorno incerto su cosa fare, mentre sventolava la pagina che diceva non coeprto dalle sue dita:

l’area più esterna è quella relativa al , il cerchio che contiene  è quello relativo alla mentre il terzo più piccolo è il . [...]L'handler  nomina un soggetto o un’attività e il chiamato deve porsi nei confronti del termine nominato,scegliendo il cerchio per lui adatto. Alal fine ognuno deve spiegare di fronte agli altri perché si sente in quel modo e sta in quel cerchio.

[...]
estrae un biglietto, lo apre e legge la caratteristica a voce alta, dopodichè sceglie una persona che pensa si adatti meglio a quella specifica caratteristica e spiega perché.
Toccherà poi a questa persona alzarsi ed estrarre un altro biglietto, per fare la medesima cosa che aveva fatto il collega.
Il processo continuerà fino al termine dei nomi e tutti indicano cosa pensano dei colleghi, del perchè della caratetristica e conforntandosi..
[...]

Fidarsi, elemento chiave!!

Finendo con la frase:

"Questo mondo non puà cambiare perchè nessuno ascolta o capisce... tutto è solo un incubo eterno che dura ogni istante senza molte cose..."









"Sei davvero sicuro di voler mostrare questo a quella gente? Sai che non mi piace cosa sono..."

Milan la fissò dall'alto del suo portamento altezzoso mentre passava fra le ali di case e persone curiose. Lia era su Blugrassi ed essendo un cavallo alto e massiccio più dell'Akal teke di Milan, risuciva nonostante la sua... altezza ad arrivargli allo stesso piano, uno o due passi dietro il Leader, mentre la carovana procedeva a passo di dressage su quella zona lastricata.

"E' chiaro che tu e queste cose andate d'accordo. Anche se non mi piace, anche s eho paura che possano... Capisco cosa mi hai detto quel giorno sulla terra sacra del DIo Gufo, ma speravo vivamente che non ti mettessi con gente del genere..." si lamentò lei, guardando la gente intorno.

"La spiritualità fa parte dell'essere umano, che ti piaccia o meno. L'uomo ha bisogno sempre di un legame col divino, con l'altro piano, ciò che sono e fanno queste persone..."

"Per me valgono come cartomanti e fattucchiere farlocchi. E lo sai! E' assurdo che tu trovi importante legarti con queste figure e cosa fanno,  perchè si abbia una sorta di prolungamneto con l'altro lato. Trovo..."

Lia e Milan parlavano in italiano e pochi a parte Jd, Lubo, qualcosa Alaric li capivano,  e anche perchè essendo in fila di tre, arrivava male agli altri la loro discussione. QUando non volevano farsi sentire parlavano sempre in italiano o in russo, le uniche due che lei preferiva per farsi capire meno. Stranamente il russo, per i l alvoro in certi luoghi, era più compreso, ma lo preferiva al tedesco, peggio le altre lingue. Milan le aveva spiegato che poteva anche imparare la lingua serba o romeno,slovacco, croato,ceco, bulgaro, quasi simili tra loro da apprenderle più facilmente perchè le parlavano in molti. Ma preferiva il russo, che le suonava anche divertente da pronunciare e sentire.
Ma cosa faceva sospirare Milan era la discussione, il tema, considerando che nonaccettava improperi sul suo interessamento a quelle cose.

"Siamo quasi arrivati, sono stati così gentili da permetterci di accamparci per questa visita su un campo di loro proprietà e di raggiungerli a cavallo. La gente di oggi crede che tutto il moderno sia figo, ma ancora l'entrata in scena a cavallo con i propri uomini è tutt'ora qualcosa,  che emoziona..."

"Se sono come tu dici, ci credo tanto!" disse amaramente "mi sembrano troppo le parole di Zay su certe cose, troppo come il passato e a me non piace. All'epoca mi sono fidata delle sue parole e le sue credenze per capire quel... diciamo suo mondo e per i miei esperimenti. Comprendere qualcosa che ritenevo ormai solo facente parte di leggende e superstizione. E poi volevo credere perchè cercava qualcosa, desiderava qualcosa e sapendo cosa significa non poter avere e raggiungere i propri, decisi di credere e seguire il corso delle cose aiutandola. Volevo vedere, capire! Quindi è diverso..."

"E le cose che pensi di avre sperimentato?" domandò lui come se stesse cercando di farle capire che davvero forse qualcosa cèra

"Quale intendi?"

"La parte in cui era in camera tua, avevi discusso con lei su cosa volevate fare con quella gente negativa,  e poi ti sei sentita come se qualcosa ti bloccasse al muro e strozzasse"

"Sai come la penso, se quella cosa fosse vera o meno, credo dipenda dalla mente. Un pò come l''Hoodoo. Se credi davvero, questo lo percepisci come reale. Quella volta fu molto strano, lo ammetto. Sembrava davvero, veramente reale, che qualcosa mi avesse spinta, sbattuta contro il muro e tenesse là con una mano sul mio collo. Se per strozzarmi o meno non saprei ma rimasi così per molto, finchè non mi incazzai e iniziai a immaginare di prenderlo a legnate di brutto, contrastarlo con la mia energia finchè non mi liberai. Come tutte le altre cose, è stato alla fine divertente e mi viene solo da ridere alla cosa, non avevo paura ma rabbia per la situzione. La cosa brutta delle religioni e supersizioni è la mente. Più restavo in contatto con loro e credevo alle loro cose, più mi sembrava che qualcosa fosse vero. Che accadessero le cose. Comè che poi magicamente le cose sparirono quando mi arrabbiai per non aver aiuto,  per  l'unica cosa che volessi? E poi appena li ricontattai per le lettere di addio, ricomincò qualcosa, poi niente, poi dinuovo per la seconda e ultima... è la mente Milan. La mente è capace di rendere reali molte cose,  se si finisce a crederci e la si aiuta ad accettare certe cose..."

"E spiegami anni prima quella presenza che hai visto, senza nessuna influenza, quei piedi in primis e poi il resto in quella casa..:"

"Erano case vecchie tramutate in uffici e aule di corsi professionali. Anche se ero sicura e percepivo che vi fosse qualcuno vicino a me, massimo lontano un metro, ne vedevo chiaramente le scarpe, le gambe dei pantaloni e io... l'ho visto varie volte finchè non mi sono voltata definitvamente e messo fine alla cosa,  urlando nella mia testa che no, non cèra nulla e nessuno. L'ho visto e non lo nego, ho percepito chiaramnete che cèra qualcuno perchè pensai fosse il tutor che guardava vicino a me cosa facessi. Ero l'unica di quella fila di pc, ma non significa nulla. Suggestione magari,  perchè  odiavo che la gente guardasse cosa stessi facendo, ossia i cavoli miei..."

"E pensi sia suggestione?"

"Assolutamnete, come quella volta ! Perchè significherebbe che otlltre quest a vita da schifo esistano altri piani dove la battaglia non ha fine. Dove si è sempre in un angolo a scontrarsi con qualcosa o qualcuno,  che sia piano fisico o meno , e no ncè mai fine a ciò. Sempre combattere e affrontare, alla lunga stanca!"

"Eppure, qualcuno ti direbbe che proprio tu che hai voluto capire e approfondire ciò che ti diceva la tua amica, hai cercato di credere per tua conoscenza e capire lei e poi cosa hai vissuto, è reale. Quelo in cui io credo e mio fratello, sono veri. Siamo cresciuti in ambienti dove queste cose erano vere, sentite, temute, ancora agendo di conseguenza... tu non hai risentito dell'influenza dei tuoi in quel senso,  per quello che sei, io l'ho sentito, visto e provato tutto. Che questi accordi possano..."

"Milan, questa gente è quelli là. Voglio credere che essi non esistevano, che ti stia solo accompagnando come con lei e..."

Ma quando giunsero davanti l'ampio spiazzo dell'efdicio che dovevano raggiungere, notò delle figure e rimase sorpresa.

"Cè qualcosa che non va..:" sussurrò per poi sentirsi come se le cose scivolassero  a una velocità diversa. Sembrava come uno spettatore in una sorta di film che vedeva dall'interno. Non può essere, pensò. Che sia di nuovo...

Seguì la scesa dal cavallo, quell'edificio che svettava  verso l'alto scuro e lucente come ossidiana decorata e allerita dai vetri, sembrava richiamare il duomo di milano ma era diverso, solo l'aspetto apparente richiamava l'altro ed era opprimente nella sua forza e aspetto.
Si voltò verso Milan che aveva lasciato il suo cavallo per andare versi gli scalini, lei stranamente si trovava già davanti le scale verso l'alta costruzione e lo seguì con gli occhi mentre la superava e salutava delle figure che non le piacquero molto.Si, aveva capito e sentito che non era normale...lei si sentiva come sempre in quei frangenti.
 Fecero dei saluti strani, loro che sembravano buffi in quegli abiti ampi e si avviarono dentro, Milan con le sue Ombre travestite da sacerdotesse e alcuni degli uomini.


Lia rimase ferma ad osservare la scena, sembrava che intorno a lei vi fosse visivamente qualcosa come una pioggia o una nebbia che saliva,  in verticale,  ma non sapeva spiegarsi. Poi sulla spalla sinistra le si posò un avambraccio. Lui si era avvicinato poggiando l'arto piegato verso il suo petto, con l'avambraccio su di lei e la mano chiusa a pugno che toccava il suo petto. Si era chinato un pò per la differenza d'altezza e le disse qualcosa. Le sembrava davvero reale quel sussurro, come quando ancora parlava con Zay e avvertiva qualcuno sussurrarle con tanto di aria del respiro vicinissimo all'orecchio,  e le venne la pelle d'oca. Troppe cose che mi mescolano pensò, ma si voltò verso di lui.
Sorrideva al suo modo, che altri avrebbe preso per sbruffone, invece era solo il suo carattere ben diverso dal suo. Il osrriso diceva Milan, corrisponde sempre alla personalità, il tuo è sempre accennato o tirato. Sapeva che cèrano moemtni in cui sorrideva davvero, di cuore, ma sembrava tutto confuso e irreale finchè no nsi voltò di nuovo verso di Lui e lo vide ancora con un sorriso a bocca aperta dove per l'appunto mostrava il suo carattere.  Si, sorrisi diversi, pensò lei.

"Stai ancora chiedendoti cosa gli frulla in testa?"

"Innanzitutto dove eri finito! Dovevi essere al tuo posto nella fila  dall'altro lato di Milan, ma non cèri... e poi...Io  non ne ho di risposte, mai avute e ne avrò, perchè Milan tiene sempre questo lato quasi più per sè che per il Cambiamento... "

"Secondo me è perchè lo abbracciano poco..." disse lui come uno sfottimento, che però fece strorcere il naso a lei "Sai intendo qualche tenerezza dimenticata delle braccia della madre..:"

"e da cosa ti viene questa strana poesia?" chiese lei con una nota quasi di disgusto

"A tutti piacciono gli abbracci, ma ci sono quelli che li anelano da impazzire" disse lui quasi sussurrando mentre lei gli lanciava un'occhiata "e poi ci sono quelli che per la loro mancanza fanno cose..."

"Oh, dai. NOn ti metterai a parlare di nuovo del suo passato, di quanto gli manchi e va compatito, dicendo che rispetto a me cè..."

"Cosa pensi di aver sempre detto? Io ti ascolterò comunque, ma lo faccio anche con lui. In modo diverso ma lo faccio. Siamo amici, anche siamo con lui quasi per sbaglio, ma questo non vuol dire che non senta..."

"Sempre la tua tendenza ad a cquattarti da qualche parte a dormire,  e sentire le cose, eh?" prendendolo in giro, ma non molto bonariamente.

"Le orecchie mi funzionano, non è che perchè la gente non mi veda io sparisca..:" facendole stringere le labbra in una linea.

"E dimmi, cosa pensi che capiresti del mio parare con Legeia,  se per caso tu fossi spalmato a crogiolarti al sole come le lucertole? Se tu dovessi sentire qualcosa che non ti va, mi prenderseti e buttassi via,  perchè non sono quel che vuoi che io sia?"

"comè che hai detto una volta?" sorridendo sempre a quel modo con gli angoli della bocca che saettavano verso sopra,  in una risata aperta, che altri avrebbero preso nel modo sbagliato "Come puoi imparare ciò che non è stato mostrato?"

"Quello riguardava un'altra cosa..." rispose amaramente, poggiando la testa sull'avrambraccio ancora là "cosa capiresti da certi discorsi? Comprenderesti cosa mi fa star male e del fatto che no ho voluto rincorrere un mondo che non mi vuole..."

"E... quale mondo no nti vuole? Magari cè nè uno che invece non è così stronzo!"

"Davvero esiste un mondo che mi permettere di ottenere un sentimento che sia reale? O un momento che sia reale? Rispetto a quel passato che ho lasciato? NO, non ottenere... provare, sentire... perpecire cose per tutti dicono sia importanti nella vita! ma reali!!... Raggiungere quelle cose che non sento .Mi snetivo prima come una randagia che è costretta a stare in un ambiente a lei ostile e negativo,  perchè ci sono dei muri che gli altri le emttono. E ora in un cambiamento che non so a dove porti vista la situazione...  Quanto vale un sogno?"

"Vale tutto ciò che puoi mettere e di più. E poi, se non sei sola lo trovi quel posto..." facendola girare verso di lui.

"Voglio fermarmi e sentire di appartenere a qualcosa! Pensi che troveraio mai un luogo per te?" girandosi a guardare quella gente.

"Non un luogo per noi?" vedendo la sua smorfia
"Molte volte le catene possono essere anche mentali..." rispose noncurante per poi correggersi vedendo che lei aveva cambiato espressione, anche se vedeva solo il suo profilo "voglio dire, come la storia della caverna di platone. O il concetto della continuità di una persona. Mi riferivo a quei casi. O come per te, paure e sensi di colpa che ti mettevano addosso da pensare che non esistesse qualcosa per te. Loro sono quelli che rimangono sempre uguali,  su vari sensi, mentre tu sei qualcosa che cresce oltre le loro aspettative  o limiti, non so bene come intendere questa cosa.. ma tu sei tu ed è ottimo così!. E Milan che dice di questa tua situazione mentale'?"

"Tu dove lo vedi?"

"Insieme ai preticelli?"

"Appunto!"

"E cosa vuoi fare? Cosa facciamo?"

"Come ho detto ho smesso di rincorrere un mondo che non mi voleva come ero, qui cè cosa cercavo ma anche un sentiero che stiamo costruendo pietra dopo pietra per qualcosa... pensi che la troveremo? Sbagliamo noi a desiderare un luogo che sia un posto...?"

"Direi di no, tutti vogliano un pò di felicità e...

"Per Milan si deve vedere prima la strada che si decide di percorrere e poi tutto il resto. Secondo lui si vive per seguire un sentireo per la felicità. Ma non sono sicura di accettare questa cosa. Afferma che da piccolo la mentalità chiusa, ristretta e all'antica del posto dove abitava, compresa la città, faceva capire che non può esistere nulla che non sia tangibile, spiegabile, riscontrabile dello specifico anche fisicamente. In parole povere gli dicevano che la sicurezza della vita era la famiglia, le attività che continuavavano con le generazioni, i pezzi di carta con valenza legale..."

"parli della lista della spesa della società là fuori? Tutte quelle cazate come anelli, doni materiali invece di quelli più importanti e che possono davvero perdersi, la sicurezza del lavoro del padre, del nonno, del parente di chiss à che nome e..."

"Eh!" fece lei con rabbia "tutto ciò che è tangibile, verificabile, materiale, vedibili da tutti... mentre lui desidera un mondo che di fatto bsognerebbe crearlo in altri modi. Togliere differenze che notava su di se e di quelli che erano in città e poi quando è partito per il militare... e lui li chiama  , ma per me aaridi e vuoti... Mentre io aggiungevo alla mia disperazione quelli che mi  dicevano chi essere, cosa essere, perchè non ero ciò che volevano vedere. Non vedevano come sbagliati per me quei traguardi della vita che chiamo liste della spesa,  che per me non avevano valore. Volevo dei valori diversi ma invece di abbracci e affetti, ho ottenuto solo ordini, richieste forzate, attese obbligate e dimostrazioni perchè mi avevano fatto nascdere, cresciuta, ero il loro futuro. Io dovevo tutto a loro. E questo solo i parenti... Il mondo andava avanti,  secondo loro,  quando invece stavano molto indietro, e io sognavo me in un altro  dove non ero quel niente che ero divenuta. NOn facevano altro che parlare, sussurrare come segreti, mentire perchè io mi spingessi dove volevano senza capire che sarei morta ancora di più dentro, finchè non sarebbe giunto un crack così sonoro da uccidere solo me, con un gran botto, ma senza colpire gli altri. Se prima ogni giorno sentivo eco delle loro parole penose e colpevolizzanti, adesso acora di più perchè pensano che io sia stata egoista e stronza da lasciarli soli,  in un dolore grande , non pensando a loro. A me però prima non aveva pensato nessuno..." con molto dolore nella voce.

"So che non è stato facile e che ness'un altro a parte me e gli altri hanno creduto in te,  e so che sei quel che vedo, la realtà. Questa è una realtà. Un mondo dove emerge solo... te! Il tuo mondo è come il mio, quello di Milan, quello dei ragazzi, e non come quello degli altri che  attraversiamo, diversamente da come farebbero. Posso dire consapevoli e liberi?""

"di cosa parli?"

"Di quello che io sono e sarò. Di ciò che tu sei e sarai. Tu vedi le cose che loro non vedono. Sei come loro non sono. Siamo altro. Siamo l'anticipo delle persone che non ci sono ancora. Che non ti spezzerai fintanto che sai e sentirai chi sei,  e questo non te lo possono togliere, come si è visto. Tutto ciò che volevi potresti esserlo, così come per me. Siamo amici eppure vaghiamo nel mondo come... mh... se dico esseri diversi dagli umani è troppo pretenzioso?"

"Ti vedi non come un essere umano?" sorrise lei

"Se i vegani pensano di essere più che uomini, noi siamo ancora sopra...E poi io ti conosco, siamo amici,  e non hai paura. QUindi sono più che un uomo... ci siamo detti chi siamo,  ci siamo aiutati ad essere noi perchè non pensiamo a cambiare le persone come fanno gli altri, curandoci ed essendoci. Con Milan a bbiamo visto cose che gli altri, i comuni, non potevano... DAi, siamo migliori degli altri.." ridendo a modo suo, dandole una spintarella con l'avambraccio, facendola ridere.

"Se iniz a fare come dici e come Milan, ti lascio qui e me ne vado..:"

"E per dove? Quale altro luogo oltre con noi cè, per te? E mi lasci qui?"

"Magari... esiste un mondo che vede solo ,te... e chi vuole vivere davver con te senza pregiudizi e regole passate..."

"Tu sai che qaundo giungerò il momento che cosidererò massimo, io me ne andrò? Milan ha promesso di aiutarmi e tu resterai solo solo il tempo di andare avanti e trovare la tua vera strada. Quando parlavamo di un posto per noi era solo per immaginare... ma io non riesco a restare. Anche con te, anche... non è pi un posto per me, questo mondo" disse sospirando doloramente.

"Quando sentirai di andare, si vedrà! Quel giorno... non so come considerarlo"

"Tu non sei come me, intendo come carattere e persona. Se siamo simili in alcune cose, in altre proprio no e... rispetto a me tu non hai tanto ricordi e dolori che con il tuo carattere fanno a pugni da fermarti. So che perderei momenti, situazioni, istanti con te ma... io sono ormai rotta. Insanabile. Se tutto questo significa andare avanti e costrutire un mondo dove tu possa essere felice e vivere come meriti, resterò il necessario, ma sperando che tu provi per me un'affezione che ti porti al mio fianco, quel giorno quel momento. Ma sai che un noi come amici speciali in un psto nuovo come due persone così strette da sognare un paradiso per loro per viverci per sempre... non è mai stato praticabile. Se il tuo affetto per me è forte e vero,  mi auguro davvero che tu sia felice per me per andarmene serena e con chi volevo al fianco, anche quel giorno."

Lui no nrispose per un pò, guardandosi intorno.

" E questo di oggi... quel mondo..." disse sussrrandolo " non è quello che Milan vuole fare? Quel mondo che sogniamo per chi verrà dopo?" riflettendo insieme assorti

"MA lui... lui..." come se volesse dire qualcosa ma temesse.

"Ragazzo, andiamo, ti pare il momento?" chiese di colpo Jd apparendo da dietro, guardando Lui e il braccio, come un rimprovero "Ricordate cosa siamo? Composti" sorridendo però.

Lia sorrise e allungò il suo di avambraccio,  ma destro rispetto a Lui che era il sinistro,  e gli si appoggò sulla spalla e Jd ridendo disse "DAi, che facciamo il trenino davanti a quella gente? Siamo qui per mostrare cosa siamo o parlare di cose nostre in quel modo? Capisco che vi sentite... come senza poteri davanti alla sua decisione, ma siamo quel che siamo no? Più dritti!"

Lia sorrise ampiamente poi... rimase con il sorriso gelato un attimo, cèra qualcosa di strano e lo capiva. Perchè quei discorsi strani? Si guardò intorno e poi vide di nuovo quelle figure e Lui le chiese cosa avesse, mentre Jd smebrava svanito.

"Qualcosa non va?" le chiese così vicino,  che la sua spalla sinistra colpiva il suo addome essendo pià alto.

"Che i morti risorgono, si levano alte le trombe di battaglia e infuria la tempesta del cambiamento..." rispose lei scambiando occhiate con quelle figure.

"Cosa cè, che succede per dire così?" le chiese allungando il braccio sinistro verso la spalla destra di Lia perchè si voltasse verso di lui.

"Qui non cè qualcosa che non va" dissè lei e tutto scivolò via come liquido in uno scarico.

Era  poi in un corridoio che dava in una grande stanza rettangolare ammobiliata in legno. All'interno vi erano delle persone mentre lei era al buio con Lui. Gli toccò l'avambraccio per fargli cenno senza parlare di star fermo,  mentre udivano la conversazione. Poi di colpo qualcuno pose una domanda.

"ma quelle luci erano spente anche prima?"

QUando tutti si voltarono verso il corridoio che dava da un'altra stanza, opposta alla porta da cui erano entrati loro ed era chiusa in quel momento, Lui accese lo zippo che teneva sempre dietro, mostrandosi alla luce calda e più debole di una lampada della fiamma, facendo sorprendere tutti. Era poggiato con la spalla destra al muro, rilassato.
Lia invece sbucò da dietro di lui e si avviò verso la tavola rettangolare che prendeva buona parte della stanza.

"Come andiamo, si cospira, qui, eh?!"

Si avvicinò al lato meno pieno di gente e osservò i mobili,  si sistemò  sulla prima poltroncina che era disponibile, modello Savonarola in legno massello, finemente intagliata, pieghevole a struttura incrociata, modello Rinascimentale.

"Davvero interessanti queste sedie! Non le fanno più, purotrppo in quel mondo imbecille. non che prima fosse meglio, ma parlo a livello di intellingenza... come abilità e maestria erano oro!" disse tra sè, sentendo sotto le mani i braccioli intagliati e scrutandosi intorno, mentre Lui si metteva accanto a lei e si ppoggiò di nuovo come prima ma nell'angolo del muro prima del corridoio, essendo seduta sul lavor finale del tavolo.

"ma tu non dovresti essere morta?" domandò di colpo Ric, bloccandola mentre provava la sedie. POi fece una smorfia.

"Stà sedia è una piscina però, chi l'ha fatta e per chi? Qui ci si potrebbe sedere Lubo tranquillamente,  al contrario,  e con le spalle entrerebbe bene!" alzandosi mentre Lui ridacchiava.

Lia andò verso la finestra, una di quelle che erano dietro di lei da seduta, e guardò fuori, poi si rivoltò guardando i presenti. Conosceva solo alcuni di loro, gli altri immaginava chi fossero.

"Sei sempre così, Ric. Ma immagino che tua moglie, se è vero quello che dice, sapesse già che la sottoscritta ancora swishava in questo mondo..."

"swi...cosa?"

"sfrecciare come un serpente, va bene? Lo preferisci?" disse sbottando Lia, sospirando e mormorando "Sempre l'uomo delle capre..."

Poi restò in piedi, abbigliata diversamente da ore prima all'arrivo. Se prima indossava giacche particolari in pelle come tutti gli altri, per poi togliersi la giacca per andar via a piedi, ma questo le semrbava chiaro ma non ricordava fosse accaduto, avendo un gilet di pelle nera perfettamente smanicato e sagomato, con una zip al centro che chiudeva in liinea con il taglio dritto dell'indumento, con pieghe dic cucitura e tasche oblique, con lacci ai lati vicisbili. Mentre in quel momento aveva pantaloni diversi e un gilet più corto, con un taglio dritto nella parte dietro e laterale per poi aggancirsi tramite le cuciture che scendevano sopra i seni con un motivo a treccia, alla parte anteriore, che scendeva a punta chiudendo la zio. Il colletto questa volta era presente che somigliava a quello di una giacca di pelle e dietro e dalla fine del giubetto si notava che aveva qualcosa sotto, anche dalle maniche. Vestiva sempre di nero e color pelle scura.

Cosa vedono i miei occhietti! L'allegra combriccola alla fine si è riunita, tranne Zela a quanto vedo, ma il vostro sogno si è finalmente avverato!" guardando Zay "mi auguro però che questi scarafaggi siano meglio di come li percepivo io. Sei sempre stata troppo buona, troppo cuoricinosa da credere che esista gente buona sotto la feccia che li maschera..." mentre qualcuno si alzava e lamentava.

"MUTO! SIlenzio! O ti tappi quella bocca o ti prendo per quel parrucchino che ti ritrovi e ti faccio provare se l'uomo può volare davvero tramite la vostra magia del cavolo o meno! Ti faccio appendere a quella finestra del secondo piano per un piede e vedrò se il tema "I believe I can fly" esiste anche per voi preticelli! Ora ti siediswishava come quegli altri che prendevano in giro loro in chatswishava o devo incazzarmi davvero?"

"Lia, cosa è stato detto" iniziò il tizio ma lei stoppò con una mano e aspettò che quello che comparve alla finestra si fermasse.

"Gilgamesh, vieni qui" disse lei ma prima che Lui le gettasse il bracciale per falconeria,  che prese da qualche parte dalle tasche, l'uccello balzò sul tavolo, pomposo e col petto in fuori. Alla domanda dell'uomo che cercava di parlare, lei rispose che era solo un assiolo facciabianca settentrionale, dal corpo sotto bianco, tutte le piume superiori di varie sfumature dal grigio al nero con una sorta di sezione come guance nere in contrasto con il viso bianco e gli occhi di una rancio fiammante.

"Andiamo Gilgamesh, sai che non mi piace che state sui tavoli di legno!..." proruppe lei preoccupata per il tavolo "potevi appizzare le zampe sulle teste di quegli imbecilli là, no sarebbe uscito di certo nulla e non sarebbe stato un guaio, ma non su tavoli di legno se snon pure antichi..." ma l'uccello non aveva ntenzione di saltare sul braccio, guardandosi invece intorno.

"Ecco perchè non amo le cose fatte come le decide Milan" disse con tono piccato a Lui,  allungando le braccia con le mani a indicare l'uccello che se ne fregava di lei "si è voluto portare l'unico uccello vanaglorioso come lui perchè il suo preferito!" sbattendo poi la mani sui fianchi con un ringhio di gola.

"Giuro che lo faccio sparare da qualche cannone antico della sala dei Cimeli!" disse mentre l'uccello la guardava male "Se avessi preso il caro Nibelungo, invece di te..." disse tr ai denti.

"Gilgamesh!" disse Lui e l'uccello lo guardò e volò sul suo di bracciale messo apposta, lasciando Lia a muovere la mascella irata, voltandosi con le mani sui fianchi a brucare con gli occhi altrove per non spennare la bestiolina.

"Alaric dice che quelli che sono come te si comportano così,  come te..."

"Chi ha parlato.." sbraitò lei, andandogli vicino e tastandogli le tasche finchè non prese qualcosa e si avviò alla finestra. Accese la fiamma e fece dei segni particolari, finchè non fece un gesto cattivo come di buttare via qualcosa e con rabbia borbottò un

QUando si voltò,  appena dopo il gesto e mentre ancora borbottava,  vide Lui come spaventato, lo guardò come non capendo e gli rimise l'accendino in una tasca. Lui toccò e fece un sospiro di rilassamento, ma la cosa lei la vide e quando si sedette lofissò con occhi a fessura. quando l'uccello fece il verso lei si girò piccata.

"EHHHK, cosa!!" sistemandosi nella sedia savonarola, avvicinadola al tavolo "boriosi, tutti. Tutti!"

Quando lo stesso persoanggio si lamentò di nuovo con lei, lo zittì di nuovo dcendogli che se continuava lo andava a rasare la notte.

"Poi voglio vedere spelato come becchi le stronze... ah, dimenticavo. Ti cercano oslo le approfittatrici..." poi si voltò verso Ric e Zay "' chiaro che come si dice, la ruota del tempo gira e pare mutare, ma torna sempre indietro. E quindi oggi ci siamo rivisti, ma mi auguro che non crediate veramente che le cose possano cambiare nel senso che volete voi. Io ormai seguo una persona..." facendo però una stana faccia sull'ultima parola "Il mi oessere qui è solo connesso al mio desiderio di un mondo veramente di esseri umani. Pertanto la mia vita è collegata quella persona e al Cambiamento. Posso... Posso affermare sicura che la mia vita è collegata a Milan e al Cambiamento! Là non poteva accadere. E adesso Fintanto che le nostre intenzioni collidono,  resterò al fianco di quell'uomo e lo sosterrò, ma questo vuol dire solo una cosa. Che le nostre strade non si incroceranno di nuovo,  se andranno ancora parallelamente a fianco per le idee. Adesso sono io che faccio le scelte, interamente mie, e io scelgo. Questo nostro incontro di adesso non è affatto per i vecchi tempi, sapete come ci siamo lasciati, per quale motivo e come l'ho presa alle vostre risposte per quelle lettere finali. Anche verso la fine, le persone non hanno saputo far altro che farmi dispiacere. Le vostre parole, anche se per ipotesi non volevano affatto dire quello, sono state taglietni come rasoi e mi hanno provocato dolore. Che vi piaccia o meno, è stato così e mi avete fatto capire che le nostre considerazioni comuni su un mondo diverso e più giusto arrivavano... solo fino a un certo punto...."

mentre parlava l'uccello ebbe la bella idea di svolacchiare fin sulla tavola e passarle davanti come in una marcetta, frapponendosi con la sua andatura particolare,  tra lei e le persone che stavano di fronte, perchè aveva voltato la sedia verso la sua destra per essere di fronte. Lei lo seguì con gli occhi da sinistra a destra finchè questi non si fermò, si girò e con gli occhi la fissò intensamente. Lei sembrava sul punto di staccargli la testa a morsi per l'astio che provava, alnzando le sopracciglia e guardandolo come una sfida di sguardi.
Lui si staccò dal muro, mosse la mano sinistra dietro di lei senza capire per far cosa e lei sospirò ampiamente, chiuse gli occhi pochi secondi per girarsi e seguirlo nell'avvicinarsi al tavolo, porgere il braccio e portarsi l'uccello con se di nuovo,  appoggiato al muro. Non fu detto niente, ma dai modi di fare e gli sguardi fu chiaro che Lui aveva posto fine alla cosa. Infatti lei si calmò, nonostante il suo discorso non mutò molto.

"...I vostri discorsi secondo cui io non dovevo guardare quella feccia che mi fece del male, che non dovevo incavolarmi nel vedere loro che facevano cose mentre io ero nella melma... voi come quelli che ho lasciato alle spalle non avete avuto ls testa di capire che, dire a una persona come me che no ndoveva guardare loro dal vivo,  perchè visti in giro o in foto,  e odiare, significava offenderla lo stesso. Non vi è passato in quel cervello che forse sentirsi dire che vedere quella feccia in luoghi vari, a cena con ltra gente, con grossi sorrisi in quel posto o a fare quello,  non doveva significarmi nulla ma fregarmene, faceva male auguale a tutto il resto? IO AVREI VOLUTO UN BRICIOLO DI QUELLO CH E QUELLA MERDA FACEVA E MOSTRAVA,  E INTENDO VIVERE QUEL POCO CHE VOLEVO!!!" urlò sbattendo un pugno sul tavolo, facendo innervosire l'uccello che aprì le ali.

"Deisderavo la compagnia di qualcuno, volevo che qualcuno stesse al mio fianco, che vi fosse qualcuno che mi accettava per quello che ero,  che  potevo essere e non la perosna schifosa o altro che giudicavano, ero solo diversa. Mi sono sentita, per tutta la vita, presa i giro davanti e dietro perchè amo gli orologi meccanici a carica manuale o automatici, che si vedono i meccanismi. I minerali e gemme da collezionare e guardare. Opere che mi colpivano. La scrittura a mano, i pennini in ferro o vetro e il loro uso con l'inchiostro nel calamaio. La scrittura antica! E tutto quello che amavo e mi piaceva...  e per queste cose ero giudicata come sbagliata!! Avevo sperato che quell'imbecille di Rò fosse diverso, che il mio fstidio nell'avere vicino le persone a causa dei miei l'avessi superato, visto che con lui non lo provavo. E invece mi ha portata solo a peggiorare, a odiare il contatto con gli altri anche solo per caso,  uscendo o con quelli con cui vivevo. Ogni persona per me era sporcizia che mi sporcava e giù di alcool e qualunque cosa pulita per togliere lo schifo che sentivo addosso. Quando dicevo che il mondo non mi volesse nonostante credessi in lui, che da piccola volevo abbracciare tutti e volerli amici, e che non mi avesse invece dato ragione, non aveva fatto nulla per le parole di quelli con cui vivevo... tutto è andato nella melma. Avete osato dirmi che non devo pensare che il mondo mi dovesse qualcosa ma fregarmene e andare avanti! ma complimenti... Qunindi il mondo è quello schifo non deve importare... ma vi rendete conto dell'imbecillità di cosa avete detto? Io ho vissuto la mia vita in una casa in cui non si vedeva mai nessuno, MAI,  tranne i cazzo di nonni e zii di primo grado massimo, perchè tutti gli altri, tutto il mondo era merda e non cèra nessuno che meritasse. Sola, semre, ogni giorno, isolata come loro... Nessuno!"

fissò i suoi ex amici negli occhi

"Sono stata sola prima e sola dopo di voi, er questo, desiderando da piccola avere amici e abbracciare tutti mentre i miei dicevano che importava solo la famiglia, soffrivo. Famiglia che mi è sempre andata contro perchè diversa! COn le vostre parole mi avete fatto male ancora una volta! Io che ero diversa da loro, che non riuscivo a stare senza desiderare qualcuno vicino a me, senza uella solitudine opprimente e quel vuoto di quelle stanze. Ero sola e in un posto vuoto,  nonostante quelle persone che vi abitavano! E poi dalla scuola in poi non ho ricevuto altro che merda, schifo, sputi e comportamenti merdosi. Sia per colpa dei miei,  per come mi obbligavano a comportarmi o mi picchiavano, sia per come mi vestivano e sia perchè avevano regole e non si cambiava, avevo solo schifo di rimando. Nessuno a casa nostra, io con nessuno anche se non cèra nessuno che mi volesse, dopo le sette di sera non si usciva a meno che non vi fosse qualche stronzata religiosa. E io sola come una cacca stagionata mentre sentivo in classe o  i pettegolzzi, cosa facessero gli altri, quelli che mi distruggevano piano piano. Facevano questo, quel'altro,  tizio, caio e sempronio erano là, facevano questo, mangiavano pizza ogni settimana, il gelato quando volevano, avevano la paghetta per togliersi sfizi che i grandi non davano... I fratelli o i miei genitori che compravano cose e le nascondevano per mangiarle loro quando dopo i pasti mi chudevano in camera perchè i dottori dicevano che non dovevo ingrassare perchè con i medicinali che mi buttavano letteralmetne di sopra rischiavo di avre problemi di salute. Sempre, tutta la mia cazzo di vita, ho desierato cose che per altri erano normali. E voi mi dicevate quello?!?

Guard altrove e non loro perchè sembrasse che volesse far male a qualcuno.

"Avrei voluto magari un terzo di quelle cose, una cazzo di briciola di quello che quella merda umana ha vissuto! Avrei voluto che il mondo dimostrasse a quelle persone, la famiglia,  che non ero io sbagliata a desiderare qualcuno vicino e che il modo in cui volevo vivere non era stronzo. Che nel mondo ci fossero persone meritevoli e con cui passare momenti della vita. INVECE NIENTE! Invece mi hano solo pestata e presa a pugni, sia in famiglia che fuori!. Avevo quel poco in più dei poveri,  veramente,  e ho cercato di meritare quella piccola fortuna di non essere finita in una casa popolare, in un quartiere orrendo con la sola possibilità di vita di essere schiava a niente per qualcuno o prostituta. Come sentivo sempre. Meglio la morte! Ma tutti i miei sforzi e quello che sapevo fare valeva niente per tutti, obblighi, sensi di colpa, rimproveri e botte, vessazioni psicologiche... sempre confrontata con gli altri, sempre a dirmi tutto l oschifo possibile pensando che così diventassi come la persona che voelvano come figlia/nipote/consocente... Come dovevo cambiare in quella maniera? Un'altra al mio posto sarebbe diventata un'altra merda,  in quella società schifosa... invece non solo tutto quello, mi sono pure ammalata così tanto da non poter fare nemmeno quel poco che volevo,  perchè era solo dolore e sofferenza anche fisica! Sono arrivata ad ammalarmi per quanto soffrivo e di nuovo nessuno capiva o voleva vedere E POI VENITE VOI A FARMI LA MORALE SUL MIO ODIO PERCHE' VEDO LA GENTE SCEMA CHE VIVE E NON DOVREI PARLARE!!! QUindi vaffanculo con i vostri modi contenti di vedermi perchè non è reciproco! Potete benissimo darmi della stronza, ingrata, schifosa, tutto quello che vi viene in mente perchè ci sono abituava, come facevano tutti loro ogni giorno, ma meglio così che essere solo uno zerbino!"


"ma ora sei in piedi..."

"Vaffanculo!" urlò alzandosi "lo devo solo a quell'uomo e al fatto che in quel giorno ha creduto in me,  da allungare una mano e dirmi di camminare come meglio credevo facendo un accordo con lui. Quel poco che volevo e nessuno mi aveva dato, ma anzi rinfacciato, l'ho avuto dopo e solo perchè avevo fatto una promessa a lui, l'unico che voleva aiutarmi a trovare pace finalmente, che voleva e poteva farlo... E' questo che volevate sentire? Oh, è rinata e sta bene, ha uan vita che le va bene..." per avvicinarsi al tavolo e posare le mani aperte su di esso "se pensi veramente che sia come dicevate, vi sbaglaite. Perchè quello che sto vivendo è un riflesso di quello che potevo avere, bastava solo che gl ialtri avessero fiducia in me, mi lasciassero quel pò di libertà di cui avevo bisogno e sostegno senza urla e altro...me ne andassi, trovassi la mia strada, con tutti i sacrifici del caso, ma non quello che ho sopportato e pure sentito!  Se io sono qui, così, adesso non è per voi, non per il vostro bel buonismo e non esiste affatto una rinascita come accade ad altri , che alla fine, vaffanculo, non fanno altro che raggiungere quel sogno di lavorare,a vere una casa, figli e le solite menate che vi siete fatti pure voi, e quando ho espresso preoccupazione che potevate annullarvi e cancellare tutto ciò,  che volevate e itnendevate fare per i figli, mi avete trattata da schifo! Io sono quello che sono adesso davanti a voi per questo "toccandosi la tempia" non per voi, non per nessuno! COnsocendovi ho solo capito che la mia vita era più schifosa di quello di cui ero sicura, con voi e con quel viaggio ho solo capito di essere più miserevole fuori e dentro di prima e che non avrò mai nessuno che mi vorrà davvero bene da aiutarmi ad andarmene se fossi ancora in quel posto. Se stavo ancora in quel posto, anche parlando ancora con voi, solo la tomba mi avrebbe aspettato,  perchè questo era! ma arrivando con più sofferenza ancora, rispetto di un aiuto da qualcuno che mi volesse bene. Facile dire che per amore si può fare tutto, ma io ho visto con i miei occhi e so per esperienza che l'amore per tutti voi stronzi è solo teneerti incatenata anche in condizioni pietose per il vostro buonismo per VOI. TUTTI FOTTUTI VOI! E voi lo sapete quando ho pregato tutti, tutti li chiamati prima, implorati e poi maledetti poi, quei dannati Dei, perchè non davano questo corpo e quella vita, meno della media, ma sempre qualcosa di grande per altri, a qualcuno che lo meritasse, che invece della morte potevano vivere ciò che restava a quel corpo edessere felici. Se avessi potuto con i mezzi di Milan, avrei volentieri barattato in tutti isensi la mia vita con un'altra persona! Veramnete... ma ho avuto solo pedate da tutti e frasi e commenti da voi da farmi incazzare di più!

Si rimise seduta, guardandoli come se volesse mettere una bomba sotto di loro e farli esplodere tutti.

"Davvero esiste un mondo che mi permettere di ottenere un sentimento che sia relae? NO, non ottenere... provare, sentire... perpecire cose per tutti dicono sia importanti nella vita! ma reali!!... Raggiungere quelle cose che non sento .voglio fermarmi anche per un attimo ma capire, sentire di appartenere a qualcosa e non come una randagia che è costretta a stare in un ambiente a lei ostile e negativo perchè ci sono dei muri che gli altri le emttono. " ma si fermò di colpo, qualcosa non andava e ne se rendeva conto. Ma continuò conunque la discussione, cercando di fare attenzione a piccole cose.

"E pure nella morte sarei stata solo la stronza egoista che non pensava mai agli altri,  ma solo a se stessa, quando io per me stessa non ho fatto altro che decidere solo per la coppetta,  niente altro di veramnre rilevante per la mia vita: solo per gli altri, per non sentirmi trattare di merda. Ancora finoa ad oggi quegli imbecilli non sanno neanche che scelsi quel liceo perchè alla scuola media le insegnanti mi dissero che io,  con i miei problemi di dialogo, quando avevo solo paura degli altri e come mi trattavano, e come secondo loro non capissi niente, meritavo solo una scuola chev aleva come me. Zero. E mi convinsero solo per delle frasi. Mi dissero che l'unica cosa che potevo fare per i miei genitori era, visto che ero una pessima figlia oltre che essere umano, andare in un posto dove il mio poco cervello non dovesse essere usato. Altrimenti non lo avrei fatto mai, nessuno che sa che anche dopo tutti i miei urli per farmi sentire nessuno mi abbia mai detto grazie, complimenti per i tuoi sforzi lo capiamo, o altro... NIENTE!!!! "

Sentì Lui parlare, ma fece finta di niente.

"La vita non è fatta per gli spettatori, se resti solo a osservare ti accorgerarai tardi che hai lasciato scivolare via la tua vita senza aver... vissuto nulla!! Per quanto mi riguarda tutti quanti potete anche crepare, mi spiace dirlo ma da quando mi si sono rotti i marron glassè,  che erano così gonfi da non passare dalle porte, me ne frego se poi appaio una merda atomica! ma sappiate che dalla scuola elementare ad oggi sono fottutissimi anni e anni che subisco, sopporto, mi tengo dentro,  perchè parlavo p facevo schifo o ero trattata peggio. Mi sono pure ammalata e ancora cè QUALCUNO che non ritenevo la feccia là, che mi fa discorsi dell'asilo! Anzi i bambini dell'asilo tranne quelli traviati dai grandi, sono più inclusivi e aperti degli alduti. Pertanto mi dispaice se anche per tutti voi io no nsono stata una persona come volevate,  ma sapete comè, dopo tutto quanto, non farei una piega se avessi un'astronave fuori l'atmosfera terrestre e vedessi la razz aumana estinta... E tra l'altro, dopo le belle frasi che vi ho sentito dire direi poco tempo fa, le ultime volte che vi sentitivo, grazie di quello che avevate fatto e come mi avevate vista all'ultimo, e volevo dirvi avvio! e ve ne siete usciti così... se fossi andata via di casa molto prima, se avessi incontrato qualcuno come Milan, Jd, Lui" indicandolo " io non sarei diventata QUESTO, che piace meno ancora della me originale! La mia colpa,  e lo ammetto,  è proprio quella di aver deciso di mandare trutto affanculo, di non aver tentato oltre dopo i fiaschi in marina e carabinieri, per un fotutto centimentro o un punto per cui sarei entrata. E quel cazzo di viaggio fatto con te che per paura di quello che mi apsettava a casa, sono tornata come una invasata rifacendo un biglietto e fui cazziata per quei soldi!  perchè hanno scoperto quello che eri per colpa dei medicinali, per tutto quanto,  che mi hanno rovinata di più! Non ho avuto nulla MAI, neanche alla fine!  Oltre Rò, lui è pure da aggiungere...QUindi andate a quel paese tutti e se foss eper me farei saltare questo posto in un botto solo, così la finiamo pure con le cazzate di Milan di..."


Si fermò perchè Lui parlava in russo , qualcosa che gli altri non capirono ma sembrava russo, e senza guardarla, diceva qualcosa. Lei mosse la mandibola, come riflettendo, piena di rabbia e odio, si sollevò dopo esser stata china col busto, e incrociò le braccia.

"Vi dico solo una cosa, vedete di fare andare bene tutta questa manfrina con Milan così non vi vedo più e lui è contento di questo cavolo di accordo, che..."

Lui continuò a dire qualcosa in russo, e ogni volta che lo faceva lei sembrava perdere la rabbia, sbuffava e stava con le rbaccia conserte così duramente strette,  da vedere i muscoli tesi. Ma mentre lui diceva qualcosa accarezzando l'animale, lei si voltava di più con la schiena verso lui e gli altri, finendo per guardare la finestra, finchè non sbottò, ma er apiù calma di prima.

"Eccovi qua alcune cose perchè quei pretacci decidano meglio. Non sono da parte di Milan ma miei, solo dei piccoli incentivi ulteriori e che devono essere a lui segreti, perchè la cosa vada meglio in porto. Queste persone indicate qui valgono, se io scopro che non saranno prese in considerazione come personalità, quel che diranno e sono pronte a fare, torno e manderò tutto alla'ria che da cinquecento chilometri lo prenderanno per fuochi d'artificio..."

"poydem, my opozdayem ..."

"QUindi sbrigatevi, così mettiamo fine a questa storia e tutto torna come prima..."

"ya s toboy.Kogda ya s toboy, ya khochu tam i ostat'sya. Poydem v eto mesto."

lei voltò poco sopra la spassa sinistra il viso, chiaramente indirizzando l'attenzione a Lui che diceva qualcosa. Sembrava aver perso tutta la rabbia, era solo parecchio infastidita.

"Yarost', kotoruyu ty chuvstvuyesh', pover'..." ma lei alzò una mano dritta con tutto il braccio, perpendicolare al apvimento e concluse l'incontro fissandoli come con suffiecienza.

"Mi auguro solo che degl iscarafaggi come voi abbiamo detto almeno un frammento di verità, per questi due essere qui... Perchè se sono qui solo per vostri comodi, giuro che faccio venire qui i miei Artropodi di David e Imogen,  e vi faccio gettare dentro il primo vulcano ancora attivo esistente e con un drone guardo cosa accade... e non scherzo!"

Voltò il viso verso Zay e Ric mentre Lui diceva "Poyekhali. Nas zhdut lyudi" staccandosi dal muro e aspettandola all'imbocco del corridoio. Lia si avviò con passo deciso e lesto, senza correre però, verso l'altro e sparì nel corrodio.
Quando raggiunsero un'altra stanza, Lia si voltò e lo guardò con una strana faccia. Qualcosa le pareva strana ma non capiva cosa.

"Vale la pena prendere certe strade che magari sembreranno ahche più rapide e interessanti, ma il cui prezzo è disumano...? Che tipo di persona sono a questo punto? Davvero è solo colpa mia e devo fare la scema mostrando solo sorrisi e pace, ma non interiori?"

Lo sentìì dire qualcosa, ma quando cercò di vedere il suo viso era sparito,  e poi tutto il resto.

Lia si svegliò come se mancasse qaulcosa, come se qualcosa la richiamasse indietro. Suonava la sveglia, dalla finestra non vide che i primi barlumi di alba spostare l'oscurità della notte. La stanza era illuminata dalla piccola luce da notte con i tre funghi. Tre bei funghi con i lcappellino in silicone color panna, di cui una lucetta che cambiava colore, circondati da fogliame. Era la sola luce che teneva la notte per vedere il necessario,  se doveva alzarsi.
Respirò profondamente per svegliarsi e si rese conto che era solo un sogno. Solamente un parto della sua mente, non un incubo in cui comparivano ttte le persone che le avevano fatto male come sempre, ma comunque qualcosa... cosa voleva dire?
Erano passate poche settimane da qaundo era scappata da là, eppure ancora sognava cose assurde. Assurde perchè non le voleva rivivere o affrontare, seppur in quel modo.

"Le parole non servono, la gente ascolta solo quello che vuole e la gente ne paga le conseguenze... se vi fossero davvero persone come le vorrei vicino..."





   
 
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