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Autore: DanzaNelFuoco    10/03/2021    1 recensioni
Osservando abbattuto una delle sue piume tra le dita, Crowley scosse la testa. “Non lo so, come effetti collaterali sono in ritardo di qualche millennio, no? Cioè mi sarei aspettato di perdere le piume, che so, due o trecento anni dopo la caduta, non duemila.”
Aziraphale avrebbe voluto essere di maggiore aiuto, ma non era che potesse davvero cercare in un “Manuale di manutenzione per ali angeliche” sotto al capito “come mantenere vitali le vostre ali dopo la Caduta”, o no? Mah, al giorno d’oggi scrivevano libri proprio su qualsiasi argomento, quindi forse quel libro esisteva?
Oh, Aziraphale, non era questo il punto.
Il punto era che Crowley si stava spiumando come una dannata gallina.
Genere: Fluff, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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COW-T #9 (28/02/2019) 
Prompt: La piuma arrivò risalendo il vento. (La piuma, Giorgio Faletti) 



 

- Manuale di manutenzione ali angeliche -



La piuma arrivò risalendo il vento della volontà dell’angelo, nera come la pece, quasi carbonizzata, con gli angoli rovinati, fino a posarsi sulla sua mano tesa. 

“Oh, dear!” Aziraphale gli riservò un’occhiata dispiaciuta. 

“Non dirmelo” Crowley scrollo le spalle e altre piume corvine caddero a terra dalle sue spalle. “Che tu sappia gli angeli non fanno la muta vero?” 

“Quelli sono i serpenti, Crowley, ma tu sei un insieme delle due cose quindi forse è un effetto collaterale della Caduta?” 

Osservando abbattuto una delle sue piume tra le dita, Crowley scosse la testa. “Non lo so, come effetti collaterali sono in ritardo di qualche millennio, no? Cioè mi sarei aspettato di perdere le piume, che so, due o trecento anni dopo la caduta, non duemila.”

Aziraphale avrebbe voluto essere di maggiore aiuto, ma non era che potesse davvero cercare in un “Manuale di manutenzione per ali angeliche” sotto al capito “come mantenere vitali le vostre ali dopo la Caduta”, o no? Mah, al giorno d’oggi scrivevano libri proprio su qualsiasi argomento, quindi forse quel libro esisteva?

Oh, Aziraphale, non era questo il punto. 

Il punto era che Crowley si stava spiumando come una dannata gallina. 

“Hai provato a chiedere a… ai tuoi colleghi?”

Crowley sbuffò. “I miei colleghi, come li chiami tu, non sono molto in vena di scambiare chiacchiere con me dopo il mancato Apocalisse, tu che credi? È già tanto che mi abbiano concesso di rimanere qui sulla terra invece che sbattermi nel più infimo dei gironi a compilare scartoffie.”

Aziraphale avrebbe dovuto stare zitto, perché davvero a caval donato non si guarda in bocca, ma a volte il filtro cervello - bocca gli sfuggiva un po’ di mano. “A proposito com’è che non ti hanno declassato?”

“Che ne so. Hastur ha detto ‘ordini superiori’ prima di minacciare di uccidere il mio tramite e buona fortuna a compilare la richiesta per averne un altro, che tutto l’Inferno avrebbe fatto in modo di far passare almeno almeno quattrocento anni prima di approvarla dopo lo scherzetto che gli ho fatto.”

“Ma non possono!” 

“È l’Inferno, Az, è nato perché c’era qualcuno che aveva detto loro ‘questo non si può fare’ e loro l’hanno fatto lo stesso.” Crowley alzò gli occhi al ciel- no, quello non lo poteva più fare da parecchio tempo e allora perché improvvisamente ora c’era riuscito? 

“Ma che diamin- ?”

“Crowley?” 

Ma la parola non sembrava voler uscire dalla sua bocca. La lingua gli bruciava, stranamente incollata al palato. 

“Che mi sta succedendo?” C’era una nota di panico nella sua voce, una cosa che Aziraphale aveva sentito solo una volta nella sua vita e quella volta il mondo stava per finire. “Az?”

L’angelo lo guarda perdere qualche altra piuma come se fossero coriandoli. 

“Non lo so. Crowley non lo so.” 

Aziraphale avrebbe voluto poter dire qualcosa, poter fare qualcosa. Ma non poteva fare nient’altro che offrirgli il suo divano per dormire quella notte - anche se Crowley aveva un appartamento perfettamente funzionante - e tenergli la mano nella speranza che quel demone dagli occhi gialli non si dissolva nel nulla sotto i suoi occhi. 

Aziraphale non si rese conto di essersi addormentato fino al proprio risveglio la mattina dopo, il viso affondato nella giacca del completo di Crowley. Era strano, per dormire Aziraphale avrebbe dovuto volerlo fare e invece le palpebre gli si erano chiuse quasi da sole. 

“Ma che -?”

Crowley socchiuse le palpebre lentamente, solo per vedere il viso sbalordito dell’angelo a pochi centimetri dalla sua faccia.

“Az?”

“Le tue ali… Crowley! I tuoi occhi!” 

Con uno sbadiglio soddisfatto, uno di quelli che gli ricordava la bellissima dormita durata tutta il quattordicesimo secolo, Crowley tornò un po’ più presente a sé stesso.

“Che hanno le mie ali e i miei occhi?” Chiese tranquillamente, perché se non era svanito nel nulla cosmico che aspettava angeli e demoni alla fine delle loro esistenze, allora andava tutto bene. 

Ma Aziraphale sembrava senza parole. 

“Az?”

L’angelo si chinò su di lui, strappandogli una piuma e portandogliela davanti al viso. Bianca. Candida. Eburnea. 

Non poteva essere sua. 

Le sue ali non erano di quel colore da…  

“Che diamin- oddio non riesco a dirlo. Oddio, ho detto oddio!” Si coprì la bocca confuso. Che altro poteva essere cambiato? Con un guizzo fece passare la lingua biforcut -

“La mia lingua!”

“E I tuoi occhi” ripetè Aziraphale. “Non sono più gialli.”

Crowley si tolse di dosso l’angelo quasi senza pensarci, correndo allo specchio per veder ricambiare il suo sguardo da un paio di occhi chiarissimi, quasi cristallini. 

L’angelo lo seguì dopo qualche istante e Crowley si voltò a guardarlo come se quello potesse avere le risposte. 

“Sei… risalito?” Aziraphale sembrava sconvolto tanto quanto lui, la piuma bianca ancora tra le dita. 

“Io -”

Le braccia di Aziraphale si chiusero attorno alle sue spalle, la sua testa nell’incavo del suo collo. “Va tutto bene. Ci sono io.” 

Affondando il naso nei suoi ricci biondi, Crowley pensò che forse bastava. 

  
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