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Autore: Itsnotbroken    10/03/2021    3 recensioni
“Hey, Cas.” Le labbra si arricciano in un sorriso seducente, gli occhi verdi brillano e lo stomaco di Ade si contorce. C’era un’espressione...gli uomini la usano spesso...avere farfalle nello stomaco. Ade non l’ha mai capita, ma se dovesse associarla a qualcosa, lo farebbe per questo momento, no, per ogni volta che vede Dean venire verso di lui e pronunciare il suo nome, il suo vero nome.
Dove Castiel è il dio greco della morte, Ade e Dean è la sua Persefone...
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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L'inferno. Ade stenta ad immaginarselo così come lo vedono gli umani, sarà che il freddo ormai gli è entrato nelle ossa, il buio l’unica cosa che conosce. Gli uomini credono in fiamme alte e pungenti, credono in grida eterne e lamenti, ma l’inferno è desolato persino nel suo dolore. Ade vorrebbe vederla, la luce rossa del fuoco spargersi tra le pareti, inondargli la pelle pallida, sentirne il calore sulle dita.

“Santo Zeus, sei più triste di una statua, a volte è fisicamente doloroso guardati stare lì a non fare niente.”

Ade solleva lo sguardo, li incontra subito, quei due occhi verdi. Non risponde, si perde un po’ nelle fossette ai lati della bocca rosa, nelle lentiggini sparse sul naso, nei capelli color dell’oro, nelle pieghe morbide dell’abito verde, nei punti in cui la pelle morbida è deliziosamente scoperta. Dean è la cosa più vicina alla luce che avesse mai visto. 

“Dean” dice piano il suo nome, nel tono l’accenno di una debolezza.

“Hey, Cas.” Le labbra si arricciano in un sorriso seducente, gli occhi verdi brillano e lo stomaco di Ade si contorce. C’era un’espressione...gli uomini la usano spesso...avere farfalle nello stomaco. Ade non l’ha mai capita, ma se dovesse associarla a qualcosa, lo farebbe per questo momento, no, per ogni volta che vede Dean venire verso di lui e pronunciare il suo nome, il suo vero nome.

“A che pensi?” Si è fermato a pochi passi da Ade. 

Ade si guarda attorno, la mano a sorreggergli il mento, poi punta gli occhi blu sul ragazzo e sulle labbra si forma un accenno di sorriso. “A quello che gli umani pensano di questo posto.”

“Oh, intendi la storia del fuoco, demoni con le corna, cani a tre teste, luci rosse...bla, bla, bla...” 

Castiel lo ascolta senza dire nulla. “Non lo so sai, è una bella idea...mi piacerebbe vedere un po’ di colore. Prima di te non c’erano i colori.” 

Dean si ferma a guardarlo,  il sorriso sulle labbra ora più sommesso. “Sei troppo solo, Cas.”

“Ho te.” Lo dice senza pensare.

Dean lo guarda con un tremolio negli occhi. Apre la bocca come per dire qualcosa, poi la richiude. “Ti ricordi la prima volta che mi hai visto?” Gli chiede e Ade è grato, vorrebbe fingere ancora un altro po’.

Ade si ricorda la prima volta, era nel mondo degli umani dopo tanto di quel tempo....Aveva visto la pelle di Dean bagnata dalla luce arancio del tramonto, aveva visto il sorriso gentile, gli occhi di un verde così vivo e profondo...lo aveva portato con sé senza pensare, ma Dean era restato. 

Ade fa un cenno del capo, l’espressione stoica. “Avevi sempre la faccia a due centimetri dalla mia” continua Dean, una piccola risata che gli scuote le spalle e Ade sente il cuore stringersi. “Non riuscivi a capacitarti del colore dei mie occhi. La prima volta che mi sei saltato addosso, ti ho dato un calcio. Zeus, ero pietrificato dalla paura, poi. Un calcio in faccia ad Ade.”

“Era piuttosto deboluccio” risponde lui. 

“Sì, sì, sei grande e forte ragazzone, lo so.” Lo guarda con uno scintillio di malizia negli occhi e Ade sente invadersi dal desiderio.  

Dean gli fa un largo sorriso e si avvicina piano, la veste gli scivola sulla pelle e Ade segue affascinato il movimento. Sono ormai vicini e Ade allunga la mano per posarla sulla spalla di Dean. Il respiro del ragazzo si spezza e le sue labbra tremano, le guance leggermente avvampate, gli occhi verdi tremolanti. “Cas” sussurra. La pelle di Dean è calda sotto la sua mano. Traccia con le dita segni invisibili, inseguendo le piccole lentiggini che spuntano sulla pelle bianca,  lasciandosi dietro una scia di brividi.  

Ade lo guarda e Dean, Persefone, è tutto ciò che lui non è. È il rumore del silenzio del suo cuore, è calore che scalda la sua pelle fredda e dura, è la luce che gli è stata privata. Gli prende il volto con delicatezza e Dean si muove appena, il respiro più veloce. La pelle di Ade è ghiaccio sulla sua. Porta comunque la mano sopra quella di Ade.  “Mi mancherai” sussurra piano. 

Castiel scuote la testa. “Fingiamo ancora un altro po’ " gli dice, la voce un po’ rotta, sembra quella di un mortale. 

“Non possiamo, Cas.” Sente la pelle raggrinzirsi. Ade vede le rughe increspare la sua fronte, rigare i lati degli occhi e della bocca. Lo toccherebbe comunque, ancora e ancora. Si china a baciarlo e Persefone ricambia con desiderio, le mani a cercarsi, i loro corpi stretti assieme. Persefone è il primo a scansarsi. 

I capelli biondi ora sono quasi tutti bianchi e Ade non ce la fa, prende un passo indietro, lontano da lui. Si passa le dita tra i capelli, vorrebbe strapparseli.

“Ade, ne abbiamo già parlato...va bene così.”

“No.” 

“Ci sono regole più grandi di noi, di te. Tu sei la mano della morte, non il contrario.” Il tono più fermo del solito, le labbra chiuse in una linea sottile.

Castiel chiude gli occhi. "Lo so.”
Li riapre e il blu in essi é più vivo che mai. “Ma io non voglio esserlo.”

Dean gli sorride debole. “Io do la vita e io più di chiunque so quanto sia importante che ci sia anche la morte.” 

Castiel scuote il capo. “Non per te, non così, Dean, io—“

“Non laverò i miei ricordi nello Stige.” 

Per un attimo, Ade è a corto di parole. “Io vorrei tanto togliere i miei.”

“Non è quello che mi dicevi ieri” dice muovendo suggestivamente le sopracciglia, il sorriso provocatorio.

Ade ride piano, scuotendo le spalle.
Si riferisce a quando l’avevano fatto un’ultima volta. Per un attimo si lascia avvampare dal calore di quelle immagini, dal ricordo del corpo di Dean abbandonato al bianco delle lenzuola, il sudore che scintilla sulla pelle morbida, le labbra aperte a gridare di piacere, gli occhi annebbiati, ma sempre fissi su di lui. 

“Sei rosso in faccia, Ade.”

Ade assottiglia gli occhi, la bocca in una smorfia. “Lo sai che mi è impossibile arrossire.”

Dean gli si avvicina, lo prende per le guance e gli scuote teneramente il viso. “Sempre così serio.”  Ride a vedere Ade farsi ancora più imbronciato. Poi si ferma, un tremolio alla mano, una smorfia di dolore che tende il viso.  “Dean—“
"-Va tutto bene, solo...è ora.”

Ade serra la mascella, la sua falce gli compare in mano.

"Non laverò via i nostri ricordi” gli ripete Dean. “E tu farai lo stesso. Mi troverai nei Campi Elisi, per me sarà come un battito di ciglia. Farò in tempo ad entrare che già saremo assieme, avremo-avremo” qui la voce gli si spezza un po’. “Avremo quella casetta che volevi tanto, ti ricordi? Sarà bianca e in mezzo ai campi, avremo un cane, magari lo chiamiamo Cerbero, come le leggende...e da lì, da lì potrai vedere il tramonto ancora, sempre.” 

Ade si sente il cuore fremere. Per la prima volta, lacrime bagnano i suoi occhi. “Ma adesso devi lasciarmi andare” dice. 

Ade fa un cenno del capo. L’espressione diventa di nuovo stoica mentre Dean si distende a terra, nella fredda pietra. Guarda poi in alto, forse ricordandosi la bellezza del cielo mortale, forse immaginando già i fiori dei Campi Elisi splendere al tramonto.
Ade è al suo fianco.
Tira a sé la falce e l’avvicina piano al cuore di Persefone. 

“Sempre così serio” gli dice e Castiel sente la presa sulla falce farsi scivolosa. “Fastidioso...” mormora appena. 

Dean sorride ma i suoi occhi piangono. Allora Ade si china a vedergli il volto, le rughe nascondono molte delle sue lentiggini, ma gli occhi...gli occhi sono sempre gli stessi, di un verde puro, del colore dell’erba mossa un po’ dal vento, pozze d’oro sparse nell’iride, il colore del sole. Il suo cuore batte forte, ha sempre amato quei suoi occhi verdi. Bastava che Dean li puntasse su di lui e Ade non capiva niente, lo stomaco in subbuglio.
Farfalle nello stomaco...pensa di averlo capito, ora. 

Dean lo vede bello e tremendo come la prima volta. Le ombre scure e bluastre dell'inferno a sottolineare gli zigomi pronunciati. Gli occhi azzurri e profondi. Il corpo possente, il cuore stanco. Le mani che portano morte, ma che gli avevano dato tanto di quell’amore...

“Innamorarsi della morte...si può essere così stolti?” Gli chiede.

“Tanto come innamorarsi della vita” gli risponde. Si tira sù. “Addio, Dean.” Lo dice con una dolcezza di cui il dio dell'inferno non dovrebbe essere capace. 

“Tanti baci, Cas.” La bocca si curva in un sorriso e gli occhi li punta di nuovo al cielo, sa che sarebbe stato più facile per Ade. 

Ade porta la falce a toccargli il cuore, è un attimo, il tempo di un respiro e Dean muore. Il suo corpo si trasforma in pietra e ora niente più brilla all’inferno. 

Ade trascina i suoi passi fino al trono di pietra, il silenzio di nuovo opprimente, la sua mano di nuovo fredda. Eppure, riesce già a vederlo, il momento in cui si rincontreranno. Vede già Dean ad aspettarlo, tra un prato di fiori gialli, con il sole alle sue spalle, le lentiggini colorate, il sorriso giovane e giocoso. Alza la mano e lo saluta, come se non fosse passato un attimo e il cuore di Castiel esulta, finalmente a casa.

Heya, Cas

Ciao, Dean

~

Note autore: Sono nuova e devo ancora cercare di capire come funzionano un po’ di cose su questo sito...abbiate pietà...>.< Comunque spero che vi sia piaciuta, grazie a chiunque legga questa storia, potete commentare tranquillamente e dire cosa ne pensate, anzi sarei molto felice se lo faceste. Probabilmente, a breve ne pubblicherò un’altra, questa a capitoli. Un saluto :P
   
 
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