Anime & Manga > Le bizzarre avventure di Jojo
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Autore: Atharaxis    13/03/2021    4 recensioni
"Bucciarati si accese una sigaretta guardando il mare. Erano le cinque del mattino.
Fuori era freddo, ma la finestra era aperta. Aveva addosso solo gli slip.
Aspirò la prima boccata, nervoso. Si voltò verso la porta della camera da letto: nessun rumore.
Tornò a rivolgersi verso il mare e tremò di freddo al pensiero della temperatura dell’acqua ma Dio, quanto avrebbe voluto buttarsi in quel liquido ghiacciato che avrebbe bloccato il suo respiro ed i suoi pensieri.
-Eppure hai fatto cose ben peggiori, Bruno Bucciarati.-
[Bucciarati x Abbacchio]
Genere: Angst, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Bruno Bucciarati, Guido Mista, Leone Abbacchio, Narancia Ghirga, Pannacotta Fugo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Every single feeling tells me this is leading to a heart
In broken little pieces and you know I need this
Like a hole in the head”1

 

Bucciarati si accese una sigaretta guardando il mare. Erano le cinque del mattino.

 

Fuori era freddo, ma la finestra era aperta. Aveva addosso solo gli slip.

Aspirò la prima boccata, nervoso. Si voltò verso la porta della camera da letto: nessun rumore.

Tornò a rivolgersi verso il mare e tremò di freddo al pensiero della temperatura dell’acqua ma Dio, quanto avrebbe voluto buttarsi in quel liquido ghiacciato che avrebbe bloccato il suo respiro ed i suoi pensieri.

 

-Eppure hai fatto cose ben peggiori, Bruno Bucciarati.-

 

La sua mente ripercorse di nuovo le ore precedenti: la serata era iniziata al Crystal, una delle sale gioco che controllava Passione. Tutti sapevano che era adiacente a uno strip club, il Red Zone, ma solo alcuni erano a conoscenza che le due attività collaboravano per i piaceri di politici e imprenditori facoltosi. Sul retro del locale si svolgevano frequentemente attività clandestine di gioco d’azzardo, con spettacoli privati esclusivi per i partecipanti.

Passione non solo garantiva la regolarità del gioco, fornendo dei croupier di fiducia, ma controllava che non si verificassero eventi incresciosi e proteggeva le ragazze da qualche cliente un po’ troppo espansivo.

 

Quella sera tutta la squadra di Bucciarati era richiesta sul luogo. Era il compleanno del giovane De Simone, il figlio del sindaco, e il programma prevedeva un sontuoso festeggiamento: open bar, musica dal vivo, cameriere fasciate in body di pelle, tavolo da poker e spettacolo di burlesque. La squadra era lì per evitare che a qualcuno venisse in mente di rovinare la festa al ragazzo e assicurarsi che nessuno andasse via scontento.

 

Il tavolo da gioco era occupato dai virgulti napoletani: figli di politici, giudici, finanzieri ma anche bastardi di cardinali e nobili decaduti. Abbacchio controllava da un angolo che tutti si comportassero a modo mentre Narancia era davanti alla porta, in piedi, a fare da palo. Fugo faceva due chiacchiere con la ragazza del guardaroba – stava ragionando se lasciarle o meno il suo numero. Mista era appoggiato al bancone a fare chiacchiere con il barman: ogni tanto si girava per offrire con discrezione qualche patatina ai Pistols che gli volteggiavano intorno, chiassosi ma invisibili a tutti tranne che ai suoi compagni.

Bucciarati si avvicinò a De Simone, che aveva appena perso mille euro in fiches ma non sembrava particolarmente preoccupato. “La nostra ragazza è pronta per esibirsi quando vuole”.

“Uè Bucciarati” De Simone gli diede una pacca sulle spalle, alzandosi dal tavolo da gioco e offrendogli un sigaro “UNA PAUSA, RAGAZZI!” urlò agli altri giocatori. “Ti stai facendo un nome, eh? Una festa fenomenale! Me l’aveva detto mio padre che siete gente seria voi di Passione!”.

Bruno rifiutò il sigaro educatamente e si accese una sigaretta, per compagnia. “Gli amici vanno trattati bene, De Simone. L’ospitalità è sacra a Napoli, giusto?”

“Giusto, Bucciarati! Giusto! Ma chiamami Antonio, ti prego, avremo la stessa età! Potremmo essere fratelli da quel che ne so, considerando tutte le cagne che si è scopato mio padre” rise rumorosamente e gli amici risero con lui, grevi.

Bruno sorrise appena e aspirò ancora del fumo dalla sigaretta. “Potremmo” si limitò a dire, sorridendo educatamente. “Mettiti comodo, vado a dirle di uscire.”

Si allontanò impassibile ed entrò in una porticina adiacente al palchetto dove fino a qualche minuto fa stava suonando un complesso acustico: c’era una ragazza dai lunghi capelli biondi raccolti in una elegante acconciatura che si stava mettendo gli orecchini, guardandosi allo specchio di un modesto camerino. Indossava solo una vestaglia ed un raffinato completo intimo nero, con tanto di reggicalze.

“Mary, quando vuoi.”

 

Mary sorrise, vedendo Bucciarati riflesso nello specchio.

“Sono pronta, Bucciarati.” calzò le scarpe con il tacco e si sistemò per l’ennesima volta i capelli. “Ma manca ancora il tocco finale!” gli indicò quello che sembrava una complicata fascia fatta di… “Palloncini?” Bruno non capiva bene perché quel festone avesse una forma così strana.

“Ecco, ho avuto un’idea! Visto che è un compleanno…” prese la fascia di palloncini e ci si infilò dentro: la strana decorazione copriva molti punti salienti. Vedendo che l’espressione di Bruno rimaneva interrogativa, Mary prese un lungo ferro da calza. “E’ per il nostro festeggiato, no? Scoppierà lui i palloncini. Come se fossi un regalo da scartare… Ma più divertente.”

Bucciarati osservò con più attenzione la creazione della ragazza, ammirato “Addirittura uno spettacolo personalizzato, che dire… Sei proprio la ragazza giusta per questo lavoro, non avevo dubbi.”

Mary sorrise timidamente ma con orgoglio “Grazie per avermi dato questa occasione. Pensavo che mi avrebbero fatto una buona pubblicità e volevo fare del mio meglio, davvero. Non capita tutti i giorni di avere un ingaggio simile e quindi…”

“Te ne faremo noi di pubblicità. Sono sicuro che il tuo spettacolo sarà eccellente.”

“Grazie Bucciarati. Sei stato davvero…” lei si avvicinò a lui, come a volerlo abbracciare, ma si chiese se fosse una buona idea e si fermò con il braccio a mezz’aria, sfiorandogli la spalla. “Davvero gentile. E’ difficile fare spettacoli qui a Napoli se non sei una spogliarellista.”

Lui si avvicinò per toglierla dall’imbarazzo e le mise le mani su entrambe le spalle per qualche istante. “Non preoccuparti, tutti meritano una chance. Senza contare che la tua famiglia è sempre stata cortese con noi, ti ho pensato subito quando mi hanno dato questo incarico...”

 

La folla cominciava a rumoreggiare e a fischiare.

“HEY, MA QUANDO INIZIA LO SPETTACOLO?”

“DAI, NON FARCI ASPETTARE!”

“Vado.” Bucciarati si allontanò. Le fece l’occhiolino. “Vai a conquistarli.”

Mary annuì. Si prese qualche istante dopo che Bucciarati fu uscito per ritrovare la concentrazione. Lì fuori era pieno di uomini che avrebbero ucciso per passare una notte con lei ma l’oggetto del suo interesse, beh, era appena uscito da quella porticina.

 

 

I saw in you what life was missing
You lit a flame that consumed my hate
I’m not one for reminiscing but
I’d trade it all for your sweet embrace”2

 

 

Quando partì la musica e Mary fece capolino dal palco, tutti gli uomini in sala si profusero in un fragoroso applauso.

“DAI BELLA, NON FARE LA TIMIDA!”

“SI, ESCI FUORI! FATTI VEDERE!”

Fingendosi spaesata, la ragazza si mostrò sul palco con l’abito di palloncini che lasciò interdetto il pubblico finché non chiese “Ho bisogno del festeggiato per far iniziare questo spettacolo…”

A quel punto, fischi e urla si sprecarono.

“VUOLE TE, ANTO”

“JA, FALLE VIRI’!”

 

Mentre gli invitati se la spassavano, Mista si avvicinò a Narancia portandogli un cocktail.

“Tieni, un Angelo Azzurro. Ma come fa a piacerti questa merda?”

“Fatti i cazzi tuoi, Mista. Senti, ma che differenza c’è fra una che fa burlesque e una spogliarellista?”

“Boh, penso che alla spogliarellista le metti i soldi nelle mutande e a questa no”

“Ah ma allora questa è più economica”

“No, non credo, si pagano molto di più quelle che fanno burlesque”

“Ah quindi i soldi anziché metterli nelle mutande glieli dai prima”

La voce di Fugo li interruppe.

“Ohi Mista, a me da bere niente?”

“Oh, potevi fartelo portare dalla tipa, Panni”

“Sta lavorando. Panni ci chiami tua sorella”

“Pure io sto lavorando, sei te che rimorchi in servizio”

“Sei solo invidioso”

 

La conversazione fu interrotta da un rumoroso scoppio di un palloncino.

“WO-HOOO! DAI SCOPPIALA TUTTA!”

“NUDAAAAAAAAAAAAAAA!”

 

Narancia non era del tutto convinto della spiegazione di Mista.

“Ohi Fugo, senti, tu che sai tutto, che differenza c’è fra una spogliarellista e una che fa burlesque?”

“Beh, il burlesque è un intrattenimento vero e proprio. E’ qualcosa in cui si fa interagire il pubblico, è come se fosse… Uno show, ecco.”

“Ma scusa, le spogliarelliste pure mi intrattengono, io non capisco.”

“Mista, è una cosa più da intellettuali, è normale che non ci arrivi”

“Ma intellettuali cosa, cioè, è sempre una bella ragazza in mutande, no?”

Fugo sospirò. “Lasciamo perdere.”

 

Un altro fragoroso scoppio di palloncino.

“Madonna sti cazz’ di palloncini, pare che stanno sparando”

“Si vede che non sei un tipo che spara, Fugo”

“Che cosa stai insinuando?”

“Ohi, deficienti!” la voce di Abbacchio, appoggiato a uno dei tavolini con un bicchiere di bianco davanti, si intromise nel vociare del trio. “Siete qui per lavorare, non per fare conversazione. Se volete prendervi un momento fatelo in silenzio che la festa non è per voi”

I tre si guardarono fra loro alzando gli occhi.

“Noioso sei, Abbacchio! Dai, manco una bella ragazza che si spoglia ti rilassa un po’?”

Leone polverizzò con lo sguardo Narancia, ma prima che potesse rispondergli Bucciarati si avvicinò al resto del gruppo: “Ragazzi, state alzando la voce. Non è professionale.”

Abbacchio sbuffò e bevve una generosa sorsata dal suo bicchiere di vino.

Narancia mise su il broncio e si voltò nuovamente verso Mista, sussurrandogli qualcosa.

Fugo disse che andava a prendersi qualcosa da bere anche lui.

Erano tutti dei tipi focosi ma rispettavano troppo Bucciarati per poter ignorare ciò che dicesse.

Per questo era il capo.

 

“Cosa bevi, Bucciarati?” chiese Leone, ancora irritato, dopo aver svuotato il bicchiere. Bruno lo osservò con una certa preoccupazione, ma l’altro non lo lasciò nemmeno parlare e aggiunse subito: “Non sono ubriaco. Sto lavorando. Li reggo due bicchieri di vino. Ora, dimmi cosa vuoi da bere”.

“Quello che bevi tu” rispose Bruno, alzando le mani in segno di resa.

“Mnh” Leone si allontanò per poi tornare al tavolino con due bicchieri di bianco.

Nel frattempo lo spettacolo stava andando avanti: De Simone aveva scoppiato tutti i palloncini e Mary, ormai in lingerie, stava letteralmente dando lezioni di seduzione agli uomini.

“Allora signori, le volete conquistare queste ragazze? Su, datemi una delle vostre cinture che vi insegno come sfilarla in maniera irresistibile!”.

Urla e strepiti di giubilo, l’intero pubblico maschile che si slacciava la fibbia.

“Allora, che ne pensi di Mary?” esordì Bruno, sorseggiando la Falanghina.

“Non è il mio tipo.” tagliò corto Leone.

“No, cioè… E’ brava, no?”

“Ah, scusami. Pensavo ai discorsi di quei tre scemi…” Abbacchio fece prendere aria al vino roteando il bicchiere. “Beh, ci sa fare, non c’è che dire. Mai visto tanta gente rimanere in mutande tutta insieme”. Bruno ridacchiò.

“Mary sa il fatto suo. E’ stata una fortuna che fosse disponibile”.

“Chiaro, glielo hai chiesto tu, Bucciarati. Per te si sarebbe anche fatta frustare.”

Bruno si voltò verso Abbacchio, con una smorfia. “Prego?”

Leone rimase in silenzio qualche secondo, bevve un sorsata di vino ed infine rispose. “Non ti sei accorto di niente, allora. Quella ha un debole per te. Fidati.”

 

-Fidati, Bruno. L’ho visto come ti guarda. Ti guarda come ti guardo io.-

 

Bruno si girò nuovamente verso il palco ma non rispose. Non riuscì a dire nulla.

Avrebbe voluto dire molte cose. Bevve un altro sorso di vino.

“Quindi qual è il tuo tipo, Abbacchio?” decise di svicolare, come faceva sempre.

Abbacchio fece roteare ancora il bicchiere, ma stavolta con più decisione, come per sfogare il nervosismo. “Le preferisco more.”

Entrambi guardavano il palco, senza avere il coraggio di voltarsi l’uno verso l’altro.

“Con gli occhi molto chiari. Non troppo pallide.”

Bruno bevve ancora.

“Mi sembra una descrizione abbastanza precisa.”

Abbacchio alzò le spalle.

“Di una persona in particolare, intendo.”

Bevvero ancora.

“E’ così” concluse Leone.

 

Non posso dirglielo. Smettila di pensarci. Non sta parlando di te, Bruno. Non è così.

 

Bucciarati sentiva di non avere più saliva e continuava a bere sperando che quella sensazione svanisse. Sapeva che si era spinto in un punto da dove non sapeva come continuare senza esporsi e rivelare i suoi sentimenti. Avrebbe voluto dirgli “Dimmi che parli di me, dì il mio nome, ti prego” ma non riusciva a parlare. Perché lo aveva fatto?

 

Leone si scolò il bicchiere di vino, come antidoto al silenzio fra di loro.
 

-Stupido idiota. Che cazzo pensavi di fare, dichiararti a Bucciarati? Cosa sei, una cazzo di ragazzina? Non è un frocio come te.-
 

“Dovresti dirglielo, allora” disse infine Bucciarati.

Abbacchio appoggiò il bicchiere vuoto sul tavolino.

“No. Non credo proprio.” tagliò corto Leone. “Sarebbe… Un rischio. Non me la sento.”

“Ma…”

“Forse un giorno… Quella persona... Lo capirà. E me lo dirà lei.”

Bruno guardò il suo riflesso nel bicchiere mezzo pieno.

 

-Non posso dirtelo, Leone. Ho troppa paura di rovinare quello che c’è fra noi.

Ho paura che tu mi veda per quello che sono davvero... Sono solo un codardo.-

 

“Lo spero per te. Meriti di essere felice, Abbacchio” fu l’unica cosa che riuscì a rispondere Bucciarati. Poi la musica si fece più forte: lo spettacolo di Mary era finito.
 

 

I want to hide the truth, I want to shelter you
But with the beast inside, there's nowhere we can hide
No matter what we breed, we still are made of greed“3

 

Alla fine della serata, Mary aveva chiesto a Bucciarati di accompagnarla a casa.

Era tardi, era pericoloso. Bruno era troppo gentile per rifiutarsi.

Fugo, Narancia e e Mista avrebbero continuato la serata altrove. Abbacchio era tornato a casa sua, non prima di essersi portato via una bottiglia del suo veleno preferito. Si erano salutati formalmente.

 

Una volta arrivato sotto casa, Mary invitò Bruno a salire.

Bevvero un altro bicchiere di vino, e poi un altro, finché lei non lo prese per mano e lo portò in camera da letto. Quando cominciò a sbottonarsi il corsetto, la fermò.

“Spegni la luce.” lei non capì. Tutti gli uomini volevano guardarla di solito.

“Faccio io. Non togliermi una parte del divertimento” si affrettò a spiegare.

 

Lei pensò che fosse romantico, lui semplicemente non voleva vederla.

Se la prendeva al buio era più facile pensare che fosse lui.

Anche Mary aveva i capelli lunghi ma era fin troppo morbida.

Non era importante, aveva bisogno di sfogarsi.

 

“Girati.”

Maledetto vino.

Quando finirono lei si addormentò fra le sue braccia e lui fu colto dalla nausea.

Non era il maledetto vino.

 

Erano le cinque e dieci ed era ancora notte fonda.

Dopo che si fu rivestito pensò di lasciarle un biglietto, qualcosa di gentile, ma forse così l’avrebbe soltanto illusa. Era meglio glissare. Se lei avesse tirato fuori di nuovo l’argomento le avrebbe detto che era stata solo l’avventura di una notte. La sua vita non era adatta a una brava ragazza. L’aveva detto tante altre volte ma stavolta sentiva davvero di aver giocato con i sentimenti di un’innocente.

 

-Lo aggiungerò alla lista dei miei peccati.-

 

Si chiuse la porta di casa dietro le spalle e si avviò verso il mare.





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MUSIC REFERENCES
1 Nearly forgot my broken heart - Chris Cornell
2 Never Fade Away - SAMURAI
3 Demons - Imagine Dragons
 
NdA:
Ho deciso di vincere la mia insicurezza e pubblicare questa piccola shot che ho scritto ormai quasi due mesi fa. Amo la coppia BruAbba e penso che ci siano poche storie viste dal punto di vista di Bruno, un ragazzo che è cresciuto in fretta e si è sempre sentito responsabile delle persone intorno a lui. Nel mio modo di vedere è estremamente spaventato dai legami, sia per via della sua situazione familiare che per il senso del dovere che lo opprime e la paura che in un certo senso qualcuno lo veda per ciò che è, nelle sue contraddizioni e insicurezze. Spero che vi sia piaciuta <3

 

 

  
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