Vegeta-Sej
*
Capitolo 3 – Il rapimento
*
Mai
aveva volto lo sguardo all’orologio digitale appeso sulla parete bianca del
laboratorio.
Erano
le unici e trenta.
Ma
non era stanca e non aveva sonno.
Chi
invece aveva sbadigliato, era proprio Bulma, che si era massaggiata poi gli
occhi delicatamente con le dita delle mani, sporcandosi inavvertitamente le
palpebre di olio nero.
Mai
rise.
“Che
c’è?” Aveva chiesto l’azzurra a quella che credeva essere una bambina.
“Niente,
è che sembri avere l’ombretto nero”
Bulma
vide il suo riflesso sullo specchietto di quel macchinario che stava sistemando
ormai da giorni, e rise a sua volta.
“Forse
è il momento di andare a letto” Sospirò, a cui seguì il secondo sbadiglio.
Era
da qualche giorno che si sentiva stanca e spossata, probabilmente per il ciclo
che le doveva arrivare a breve.
“Ma
io non ho sonno” Protestò Mai.
“E’
tardi Mai, e i bambini dovrebbero già essere a letto da un pezzo.” Volse lo
sguardo a Pilaf e Shu che dormivano beatamente adagiati sul pavimento.
La
corvina prese una chiave inglese che usò come bacchetta per sbatterla contro un
coperchio di metallo, che emise un suono simile a quello di un gong, solo più
metallico e fastidioso.
I
due furfanti scattarono in piedi sull’attenti.
“Non
stavamo dormendo” Si giustificarono, ma la bava ai lati della bocca, tradiva le
loro parole.
“Forza,
a letto!” Gli ordinò Bulma, e loro da bravi soldatini, ubbidirono.
“Ti
aiuto a mettere in ordine.” Si prodigò Mai, che di lasciare solo la donna, non
ne aveva voglia.
“Lasciamo
così. Domani dovremo riprendere tutto di nuovo.”
*
Mai
aveva augurato la buonanotte a Bulma, che nel frattempo si era recata in
cucina, aveva l’assoluto bisogno di mangiare qualcosa, visto che in tutta la
giornata aveva messo sotto i denti si e no un paio di crackers e i crampi allo
stomaco si stavano facendo sentire.
La
stanza di Trunks era aperta e si era soffermata sul suo uscio qualche minuto.
Gli
sorrise, chiuse poi la porta e si diresse verso la sua camera, proprio a fianco
a quella del lilla.
Stava
per indossare il pigiama camouflage, quando sentì dei rumori provenire dalla
cucina e Bulma che parlava con qualcuno, in un tono che non sembrava affatto
amorevole.
Non
poteva essere Vegeta, non era solito rincasare dal pianeta di Lord Beerus così
tardi, di solito arrivava alla mattina o al pomeriggio, ma mai di sera o a
notte inoltrata.
Per
sicurezza prese la pistola che teneva sotto il cuscino, la caricò e con
circospezione, cercando di non fare rumore, attraversò il corridoio, fino ad
arrivare alle scale.
Da
quella postazione avrebbe avuto una visione più nitida della situazione.
Trunks
comparve alle sue spalle, ancora assonnato e sbadigliando.
“E’
arrivato mio padre per caso?” Chiese parlando quasi ad alta voce.
Mai
gli chiuse le bocca con le sue mani e lo trasse a se, intimandolo di fare
silenzio.
“Zitto,
vuoi farci scoprire?”
Trunks
si concentrò un po’ di più, e le auree che avvertiva erano due, e non ne
conosceva nemmeno una.
L’unica
cosa che era certa è che quei due, erano saiyan, ma chi fossero, rimase un
mistero, fino a quando, notando l’ombra di sua madre cadere, senza pensarci, si
precipitò in suo aiuto.
“Dove
vai? Aspetta!” Ma Mai non riuscì a fermarlo.
Davanti
a lui si palesarono due energumeni.
Uno
era pelato e l’altro invece aveva i capelli neri che gli arrivavano fino al
sedere.
Erano
vestiti in un modo che non aveva mai visto, e in vita, entrambi, tenevano la
coda come fosse una cintura, sull’occhio uno strano macchinario, che ad un
occhio inesperto, poteva sembrare l’equivalente di un monocolo.
“Te
lo chiedo ancora, puttana. Dov’è il principe Vegeta?” Fu il pelato a parlare in
quel modo volgare e irrispettoso davanti a dei bambini.
Trunks
scattò come una molla e si scagliò contrò quei due atterrandoli in un sol
colpo, facendogli esplodere lo scouter.
Il
capellone si era alzato e dopo essersi liberato dai detriti che il crollo della
parete della cucina aveva causato, si pulì con il dorso della mano un rivolo di
sangue che stava scendendo da un lato della bocca.
“Non
parlare a mia madre in questo modo.”
Mai
si precipitò a soccorrere la donna mentre Trunks li affrontava entrambi.
“Chi
sono quelli?” Chiese la bambina.
“Non
lo so, ma sembrano saiyan”
“Non
è che sembriamo: lo siamo! E pretendiamo di sapere dov’è il principe Vegeta”
Anche il pelato si era ripreso dal colpo di Trunks.
“Non
è qui” Rispose Mai.
“Lo
vedo ragazzina, ed è per questo che voglio sapere dove si trova”
Trunks
raccolse gran parte della sua energia, pronta per essere scagliata con un altro
colpo “Mio padre non si trova sul pianeta Terra”.
“Quindi,
tu sei suo figlio.” Nappa sorrise sadico “Lo immaginavo che avrebbe sparso il
suo seme da qualche parte nella galassia”.
“E
tu” Si rivolse a Bulma “…devi essere la sua puttana.”
Il
glicine stava per attaccare di nuovo, quando qualcuno lo colpì sulla facendogli
perdere i sensi e si palesò davanti alla turchina con Mai svenuta tra le
braccia.
*
Videl
osservava la pendola scandire i secondi, e sorrise ad un ipotetico ricordo di
sua madre che faceva lo stesso mentre la stava allattando.
Dopo
il matrimonio con Gohan e la notizia della gravidanza, giunta alle orecchie di Mr.
Satan, quest’ultimo, ha voluto omaggiare la figlia, con quel cimelio che
apparteneva alla famiglia della moglie da generazioni, ed era giusto che lo
avesse lei.
Un
colpetto di tosse della bimbetta di tre mesi attaccata alla mammella della
mamma, la fece destare da quel pensiero.
Prese
una salviettina umidificata che teneva sempre a portata di mano in un tavolino
vicino la sedia a dondolo di vimini, dove era solita nutrire sua figlia.
Pulì
il rivolo di latte rigurgitato ai lati della bocca a forma di cuore.
Sorrise
pensando con quanta voracità, Pan, era solita a succhiare il latte, sembrava un
pozzo senza fondo, e a lei pareva di non averne abbastanza, ma era restia ad
usare intrugli delle farmacie per farne aumentare la produzione, la bimba
cresceva sana e forte, anche se di giorno mangiava ogni due o tre ore al
massimo, mentre la notte, riusciva a darle l’ultima poppata verso le undici e
trenta circa, e poi via fino a mattina, se non doveva svegliarsi
improvvisamente perchè il seno era dolorante e duro dalla creazione di latte, e
per trovare sollievo e perché non schizzasse quando toglieva il reggiseno,
doveva assolutamente tirarlo ed essere conservato in congelatore.
Sarebbe
stato utile quando la piccola veniva affidata o a nonno Satan o a nonna Chichi
per qualche ora.
Stava
per mettere a letto la piccola che si era addormentata tra le sue braccia, dopo
averla cambiata e cullata per qualche minuto, quando sentì un rumore sordo
provenire da sotto.
Pensò
fosse un tomo caduto a Gohan, non si preoccupò più di tanto.
Rimboccò
la copertina rosa fatta rigorosamente a mano e Pan ancora tra le braccia di
Morfeo, si girò di lato.
Videl
uscì poi dalla stanza attenta a non fare rumore e pregava tutti gli dei che
conosceva perché il casino che stava facendo giù suo marito, non la svegliasse.
Anzi,
era strano.
Di
solito era abbastanza accorto quando era tardi e sapeva che Pan stava dormendo.
Diede
uno sguardo all’orologio da polso digitale, mezzanotte era passata da qualche
minuto, forse era il caso di scendere e con la scusa di bere un bicchiere
d’acqua, avrebbe convito suo marito a salire, quelle correzioni, avrebbero
atteso fino all’indomani.
*
Luce
accesa.
Barattolo
delle penne sparse sul pavimento.
I
fogli di alcune verifiche sgualcite e macchiate da quello ad un primo impatto
sembrava sangue.
Il
terrore nei suoi occhi quando vide un braccio di Gohan sbucare da sotto la
scrivania di mogano.
“Gohan!”
Uscì flebile e tremolante.
Si
avvicinò per vederci chiaro, quando venne bloccata da un braccio forte e senza
gentilezza.
“Sta
bene, non preoccuparti!” Grugnì lo scimmione capellone dietro di lei.
“C-chi
siete?” Chiese balbettando, e il suo primo pensiero andò alla piccola Pan che
dormiva al piano superiore.
“Dov’è
Kakaroth?” Non si curò di quella domanda che gli era stata rivolta qualche
attimo prima.
“K-K-Kakaroth?”
Al momento non aveva capito che cercavano suo suocero, Gohan gli aveva rivelato
qualche tempo fa che il vero nome di suo padre, ovvero il nome saiyan di Goku,
era Kakaroth.
“Sei
sorda forse?” Radish alzò la voce e lo sguardo con un ghigno sadico quando
sentì il vagito di Pan.
Si
era svegliata, e i motivi potevano essere due: o aveva avvertito la minaccia,
oppure le urla e i rumori molesti l’avevano disturbata.
“Nappa,
fai tacere quel moccioso” Aveva ordinato Radish dando per scontato che l’erede
di quella casa, fosse un maschio.
Il
pelato obbedì e seguito dalle urla disperate della donna che veniva trattenuta
dal cappellone, salì le scale, alla ricerca di quello che doveva essere un
ulteriore erede di quel traditore di Kakaroth.
Quando
Nappa aprì la porta, Pan smise di piangere, ma riprese nell’istante in cui vide
che la persona che era entrata, non era nessuno di conosciuto.
Nappa
la sollevò per la testa e la portò giù, era un peccato eliminare quella
creatura dal sangue saiyan, lo scouter nuovo, segnava un’energia elevata.
“Che
fai?” Gli aveva chiesto Radish “…dovevi ucciderla! Le sue urla mi danno alla
testa.” Fece una smorfia disgustata prima di cambiare espressione in una di più
serena “…oppure ti sei intenerito?”
“Ha
una forza strepitosa per essere una poppante, potremo sempre addestrarla per
farla diventare una di noi.”
“Nooo!
Non ve lo permetterò farabutti!”
Videl
ricevette dal capellone un sonoro ceffone, che gli provocò un livido rosso
sulla guancia.
“Avete
finito di fare baccano?” Aveva esordito Re Vegeta andando a controllare la
situazione.
Sia
Nappa che Radish rimasero in silenzio e si levarono subito dalla faccia
quell’aria spocchiosa e saccente che li aveva contraddistinti fino a pochi
attimi fa.
I
due saiyan, presero Gohan di peso, Videl che li seguì senza opporre ulteriore
resistenza e la piccola Pan ancora in lacrime.
*
Il
silenzio dei Monti Paoz, venne squarciato dal rumore dell’astronave che atterrò
poco distante da casa di Goku, facendola tremare.
Chichi
si era svegliata di soprassalto, credendo ci fosse un terremoto o che qualche
vulcano nelle isole vicine, stesse eruttando.
Goten,
invece, dormiva beatamente nel suo letto.
La
corvina guardò fuori dalla finestra, dopo aver scostato le tende e il ciuffo di
capelli neri ribelli dietro l’orecchio e si chiuse un po’ di più dentro la
vestaglia nera che aveva infilato appena si era alzata.
Tutto
sembrava tranquillo.
“Sarà
stato un sogno!” Sospirò.
Ultimamente
le capitava di soffrire d’insonnia e prendeva delle pillole prima di coricarsi,
ma queste, spesse volte le sortivano l’effetto contrario.
Si
voltò, e nel buio della stanza, andò a colpire con la testa qualcosa.
Sbatté
le palpebre più volte per assicurarsi di non star sognando, quella tipica
acconciatura a palma, quel volto nella penombra: Goku era davanti a lei.
“Goku!”
Lo abbracciò non facendo caso ai suoi abiti e alla corazza dura che portava, dove
aveva appoggiato la guancia.
“Ehm…non
proprio!” Biascicò l’uomo con voce più dura, e Chichi si ritrasse subito.
Era
chiaro che non era suo marito quello davanti a lei.
“C-chi
diavolo sei?” Balbettò indietreggiando fino alla finestra chiusa.
L’uomo
avanzò e si rivelò a lei quando i raggi lunari lo colpirono, illuminando viso e
corpo.
Sull’occhio
aveva un marchingegno verde, non portava la sua solita tuta arancione, ma
un’armatura e in vita una coda marrone pelosa.
“Bardack”
Rispose in un grugnito.
Eppure
quel nome non gli era affatto nuovo, ma non poteva trattarsi del padre di Goku.
“Ma
tu non eri morto?” Osò chiedere spavalda.
Chichi
pensò si trattasse di un sogno o di un’allucinazione, non era possibile che
quel saiyan fosse vivo e vegeto proprio davanti a lei.
Bardack
increspò un labbro “ Umh…se devo essere sincero, lo pensavo anch’io, ma…eccomi
qua!” Aprì le braccia.
“Tu
sei solo un’allucinazione” Continuava a ripetersi la donna ad occhi chiusi,
tenendo le mani chiuse come se stesse pregando, davanti al suo petto.
“Ahahahah!”
Quella risata sadica echeggiò per tutto il corridoio, andando a svegliare anche
Goten che sbarrò gli occhi. “…questa sì che è bella!”
Bardack
le diede uno strattone giusto per farle capire che lui era proprio davanti a
lei.
*
Goten,
avvertito il pericolo, si era precipitato nella camera della madre e rimase
impietrito quando vide quella figura uguale a suo padre rivolgergli la schiena.
“P-papà?”
Ma non ne era poi così convinto, quella che percepiva non era di certo l’aura
pura di suo padre.
“Scappa,
Goten!” Gli aveva urlato sua madre.
**
Continua
*
Angolo dell’Autrice: Eccomi! Ciao a tutti e buona domenica.
Eccoci giunti
con il terzo capitolo e con i saiyan che approdano sul pianeta Terra, e non
sembrano avere buone intenzioni, anzi…cercano Goku (o Kakaroth) e Vegeta, ma
per quale motivo?
Attendo come
sempre le vostre impressioni, e ringrazio chi ha commentato fino ad ora e chi
ha già inserito questa storia tra le PREFERITE, SEGUITE e RICORDATE.
Vi aspetto nel quarto
capitolo dal titolo: Amare sorprese.
Baci, Erika