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Autore: OrderMade96    16/03/2021    0 recensioni
Qualcosa di strano sta facendo marcire tratti di foresta a Beacon Hills.
Derek, Stiles e Scott chiedono consiglio a Deaton e risolvono il problema.
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek/Stiles, Scott McCall
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Stiles si china per esaminare l’insolita chiazza di terreno. 

“Questo è davvero strano.” Commenta, allungando la mano.

Uno strattone deciso sulla spalla lo ferma nel gesto. Derek lo sta fissando con la sua solita espressione costipata.

“Non toccarlo.” Intima il lupo mannaro, sbuffando dal naso.

Il ragazzo rotea gli occhi. “Tranquillo Sourwolf. È solo terra.” 

“Terra che puzza di decomposizione e magia.” Fa notare l’altro, arricciando il naso in un’espressione disgustata. 

Stiles torna ad osservare la porzione di sottobosco annerita e maleodorante anche per il suo naso umano. La rigogliosa vegetazione che solitamente ricopre il suolo della Riserva sembra… malata. Quello è il termine migliore al quale riesce momentaneamente a pensare osservando la flora marcescente. Forse Derek ha ragione, sarebbe stato più sicuro evitare di entrare in contatto diretto con essa. 

“Che altro puoi dirmi con i tuoi super sensi soprannaturali?” 

Derek si raddrizza dietro le sue spalle, indossando uno sguardo preoccupato mentre scruta i dintorni. “La foresta è troppo…”

“Troppo cosa?” Incita il giovane con un vistoso gesto della mano. Cavare di bocca le parole al lupo è sempre un’ardua impresa.

“Silenziosa.” Conclude Derek, accigliato.

Stiles deglutisce pesantemente, notando l’improvviso inusuale silenzio che li circonda.

“Qualsiasi cosa sia passato di qui deve aver spaventato tutti i tuoi piccoli amici pelosi.” Proferisce sarcastico per nascondere la propria ansia, armeggiando nel mentre per togliersi lo zaino dalle spalle.

“Andiamo. Ti accompagno alla tua jeep.” Dichiara Derek iniziando ad allontanarsi, fermandosi subito sui propri passi, richiamato dalla voce dell’adolescente.

“Aspetta, devo prendere un campione da portare a Deaton.” 

“Stiles. Ti ho detto di non toccare nulla!” Ringhia il lupo, balzando velocemente per fermarlo, bloccandosi nel rendersi conto che l’adolescente stava indossando ora spessi guanti in lattice mentre solleva un piccolo contenitore simile a quello per le analisi delle urine in una mano, reggendo nell’altra una lunga pinzetta. “Da quando vai in giro con un kit della scientifica nello zaino?” 

Stiles abbozza un sorriso compiaciuto per il suo interesse. “Da un po’.” Si volta nuovamente verso la strana macchia di terreno, iniziando a raccogliere parti di piante e terriccio, riponendole accuratamente nel barattolino di plastica. 

Il ragazzo sembra sapere cosa sta facendo, così Derek decide di lasciarlo lavorare e si limita a stare in guardia, orecchie e occhi in allerta contro possibili pericoli. 

“Fatto!” Esclama soddisfatto Stiles, riponendo il contenitore al sicuro nello zaino. “Ti farò sapere appena scopriremo qualcosa.”

“Va bene.” Grugnisce un assenso il lupo mannaro facendosi strada tra gli alberi in direzione di casa Hale. 

La jeep blu di Stiles è parcheggiata di fronte alla vecchia casa bruciata ma non c’è traccia dell’appariscente camaro nera del licantropo.

“Hai bisogno di un passaggio in città?” Offre il ragazzo quando è già per metà a bordo della propria auto.

Il lupo scuote la testa. “No. Voglio dare un’altra occhiata in giro.” 

“Ok.” Stiles non insiste. Derek non avrebbe comunque avuto problemi a tornare a piedi. “Mi raccomando però, sta attento là fuori. Non ho un contenitore per le urine abbastanza grande in cui raccoglierti.” 

Derek gli lancia una delle sue migliori occhiatacce, afferrando la portiera del guidatore per chiuderla con forza, facendo dondolare pericolosamente l’intera vettura. 

Sulla strada di casa, Stiles devia per fermarsi alla clinica veterinaria per lasciare il suo campione a Deaton. Lo sguardo che il druido lancia al contenuto del barattolo non promette nulla di buono. L’uomo promette di chiamarlo appena avrà qualche risposta, così a Stiles non resta altro che tornare a casa e preparare la cena. Suo padre tornerà presto dal suo turno in centrale e per lui sarebbe stato meglio farsi trovare a casa. 

Il suo telefono squilla mentre sta saltando delle verdure in padella e con mosse degne di un contorsionista riesce ad incastrare l'apparecchio tra la spalla e la guancia, rispondendo al suo migliore amico.

“Ehi Scottie.” Saluta gioviale, aggiungendo un pizzico di sale, rigorosamente iodato. La salute di suo padre prima di tutto, al diavolo le sue lamentele sulla dieta che gli imponeva. Questa sera gli avrebbe fatto mangiare anche del petto di pollo, che era classificato come carne, no?

“Amico! Devi venire qui subito a vedere questa cosa, è così strana. L’erba è tutta scura e sembra come se qualcuno abbia svuotato un intero secchio dell’immondizia sul mio prato. La puzza mi sta uccidendo.” Il discorso è seguito da un sonoro starnuto. 

Stiles agrotta la fronte, immediatamente attento. “Scott, ti amo amico, ma non sto seguendo di cosa stai parlando.” Aggiunge, frenando il ragazzo prima che possa ricominciare con il suo frenetico raccontare. 

“Scusa.” Risponde imbarazzato dall’altro capo il lupo, schiarendosi la voce. “Sono appena tornato a casa dal mio appuntamento con Allison. Amico, oggi era davvero carina con quella camicetta azzurra...”

“Focus, Scott.” Lo rimprovera bonariamente, prima che il giovane licantropo possa dilungarsi in un poema sulla bellezza della sua ragazza. 

“Si, giusto. Dicevo. Sono tornato a casa e quando stavo per entrare, ho sentito questo cattivo odore. Sembrava venire dal giardino sul retro. Ho pensato di ignorarlo, ma aveva qualcosa di strano che non sono riuscito a identificare, ma che ha fatto andare in allerta i miei sensi sai… da lupo. Così ho deciso di controllare.” Stiles annuisce e ringrazia mentalmente qualsiasi entità superiore abbia contribuito a convincere il suo migliore amico ad accettare la sua nuova natura soprannaturale, perché da quando il ragazzo aveva fatto pace con se stesso le sue nuove abilità si erano notevolmente affinate e il suo istinto era divenuto infallibile. “Quando ho fatto il giro, ho visto questa enorme macchia scura sull’erba. L’odore proviene da lì.”

“Dimmi che non l’hai toccata.” Si affretta a chiedere, preoccupato.

“Non sono così stupido!” Esclama indignato Scott, facendolo ridere. 

“Bhe, io l’ho quasi fatto quando questo pomeriggio ne ho vista una nel bosco.” Ammette con un accenno di vergogna, lanciando un rapido saluto a suo padre quando sente la porta d’ingresso aprirsi.

“Che ci facevi nel bosco?” Stiles si morde il labbro, borbottando una risposta. “Stiles?”

“Derek mi ha chiesto di dare un’occhiata a qualcosa che aveva trovato.” Sputa fuori.

Un ringhio infastidito scuote la linea. “Oh andiamo, Scott!” 

“Si ma Stiles… è Derek.” Si lamenta il lupo, facendogli alzare gli occhi al cielo.

“È uno dei bravi ragazzi.” Rimarca Stiles per quella che sembra la millesima volta. 

Non importa quante volte abbiano avuto quella discussione negli ultimi mesi o quanto Derek stia aiutando Scott con tutte le ‘cose da lupo mannaro’ , il ragazzo è ancora propenso a non fidarsi totalmente del licantropo più anziano. Reticenza dovuta molto probabilmente all’avversione di Derek per la relazione che Scott intrattiene con la giovane cacciatrice Allison. Stiles non può dargli tutti i torti, anche se è tuttora pronto a dar manforte al suo migliore amico in ogni caso. 

“Non la pensavi così fino a qualche tempo fa.” Rimbecca Scott con tono petulante.

“Le cose cambiano.” Stiles sbuffa, piccato. “Inoltre, vorrei ricordarti che dovresti ringraziare proprio Derek per tutto l’aiuto che ti sta dando nell’ultimo periodo.” Scott geme per l’osservazione come se fosse stato ferito fisicamente. “Sei solo geloso che lui rubi il mio tempo. Mi vorresti tutto per te, ammettilo. Non vuoi condividere neanche un pezzetto di questo succulento corpo pallido ricoperto di nei.” 

Allora Scott ride, sembrando tornare di buon umore. “Ti amo fratello, ma non fino a quel punto.”

“Meno male. L’incesto non è ancora tra i miei kink.” Commenta divertito, lieto di tornare ad una conversazione meno conflittuale. 

Suo padre gli lancia uno sguardo interrogativo quando gli passa accanto per prendere il suo piatto.

Devo preoccuparmi? Sembrano domandare i suoi occhi. È da sempre abituato alle stranezze di suo figlio, ma non si trattiene dal preoccuparsi ogni volta che sente qualcosa di insolito sfuggire alle labbra del ragazzo. 

Stiles lo rassicura con un sorriso, scuotendo la testa. 

È solo Scott. Mima con le labbra in risposta, facendogli segno di mettersi a tavola e che lo raggiungerà tra poco. 

Lo sceriffo gli accarezza la testa rasata in un gesto affettuoso, lasciando la stanza con il proprio piatto. 

“Ehi Scott. Devo andare ora. Mio padre mi sta aspettando per cenare. Faccio un salto più tardi per dare un’occhiata, ok?” 

“Nessun problema. A dopo!” Il ragazzo lo saluta, chiudendo la chiamata. 

Stiles rimette il telefono in tasca e si prepara a dover trovare una scusa per chiedere a suo padre di uscire senza destare alcun sospetto. Lo sceriffo non era ancora al corrente del mondo soprannaturale e a Stiles andava bene così, non aveva minimamente intenzione di mettere in pericolo la vita dell’unico genitore rimastogli. 

Quando si siede a tavola e si schiarisce la voce, suo padre si limita ad alzare un sopracciglio, rimanendo in silenzio mentre mastica la cena, quasi già sapesse cosa stava per dire. 

“Quindi, stavo pensando di passare da Scott dopo cena per aiutarlo con i compiti. Sembrava davvero agitato riguardo un problema che non riesce a risolvere e domani abbiamo un test importante che influirà sul nostro voto finale.” Racconta, ingogliando la colpa per l’ennesima bugia che è costretto a raccontargli.

Lo sceriffo lo lascia parlare, studiandolo con sguardo attento, deglutendo il boccone per poi prendere un sorso d’acqua. “Va bene. Conosci l’orario del coprifuoco.” 

“Yep. Sarò a casa per le dieci.” Promette solennemente con una croce sul cuore.

Quando più tardi arriva a casa McCall, Scott è ad attenderlo in veranda con un gelato in mano.  

“Quello è per me?” Chiede con un sorriso sfrontato. Il suo migliore amico scuote la testa ma sorride, porgendogli il cono ancora incartato. “Te l’ho già detto oggi che ti amo?” Canticchia.

“Non ricordo. Ma è sempre bello sentirselo dire.” Ridacchia l’altro, facendogli strada verso il retro.

Stiles lo segue, scartando felicemente il suo gelato, prendendone un grosso morso. Sono appena agli inizi di maggio e l’estate è ancora lontana, ma il clima quella settimana aveva iniziato ad essere già piuttosto afoso. Felpe e giacchetti erano stati abbandonati in favore di t-shirt e camicette, la maggior parte degli abitanti di Beacon Hills aveva già iniziato ad indossare i pantaloncini. L’allenatore Finstock era anche arrivato a concedere una pausa alla squadra di lacrosse durante uno dei loro allenamenti quando aveva notato come fossero affaticati e sudati i giocatori ad appena venti minuti dall’inizio della pratica. 

Forse il caldo improvviso era solo un fenomeno del tutto naturale, dovuto all’inquinamento e al riscaldamento globale, oppure era riconducibile a qualcos’altro di soprannaturale che stava accadendo sotto il loro naso. Stiles non poteva saperlo, ma non lo avrebbe escluso fino a prova contraria. 

Raggiunto il retro, anche Stiles può annusare il puzzolente odore emanato dalla fetta di giardino che Scott sta indicando. Melissa non sarebbe stata molto contenta di trovare il suo prato deturpato quando sarebbe tornata a casa dal suo turno in ospedale.

“Eww, si, è proprio come la strana macchia che ho visto nella Riserva.” Conferma, stringendosi due dita sul naso. L’odore gli fa rigirare lo stomaco e deve trattenersi dal rimettere la cena. Non ha nemmeno più voglia di finire il suo gelato. “Puzza anche peggio di quella. Come fai a sopportarlo?” 

“Sto respirando con la bocca. È altrettanto disgustoso, ma sopportabile.” Spiega il lupo, sembrando nauseato almeno quanto lui. 

“Dobbiamo avvertire Derek e Deaton.” Scott non sembra felice dell’idea ma annuisce concorde. 

Come se avesse sentito le sue parole, il cellulare di Stiles inizia a squillare, il numero sul display indicando una chiamata in arrivo dalla clinica veterinaria. “Doc! Dimmi che hai novità per me perchè io ne ho sicuramente per te.” 

“Stiles, credo di sapere cosa sta succedendo. Potresti chiamare Scott e Derek e venire qui?” 

Stiles fa un cenno della testa a Scott, spiegandogli di seguirlo alla macchina.

“Scott è già con me. Sta mandando un messaggio a Derek proprio ora per dirgli di raggiungerci.” Dichiara, gesticolando all’amico per far sì che segua le sue parole. 

Scott obbedisce come l’amico fedele che è. 

“Abbiamo trovato un’altra strana macchia di terra morta nel giardino di Scott.” Spiega una volta saliti in macchina. 

“Per ora non dovete preoccuparvi troppo. Il terreno e le piante sono state colpite da una sostanza naturale che ne ha accelerato il ciclo vitale fino a portarle al marcimento. Non lascia alcun effetto nocivo o pericoloso una volta distrutta la zona con cui entra in contatto.” Espone Deaton monotono, in quella che sarebbe dovuta essere una sorta di rassicurazione alle loro orecchie.  

“Che tipo di sostanza naturale può fare una cosa del genere?” Domanda incuriosito il liceale, notando con la coda dell’occhio una familiare camaro nera fare capolino dietro di loro. 

“Muco.” Risponde il veterinario, riattaccando subito dopo. 

I due ragazzi si scambiano uno sguardo, disgustati.  

Pochi minuti dopo, i due liceali e Derek stanno osservando basiti Deaton dopo aver ricevuto dal veterinario un’accurata spiegazione della situazione. 

“Ok. Ricapitoliamo un secondo.” Stiles si massaggia le tempie ancora incapace di credere a ciò che ha appena sentito. “Nella Riserva potrebbe esserci questo gnomo, chiamato Barstukai, che solitamente ha come scopo nella vita quello di rendere fertile la terra del luogo che abita, ma che attualmente sta facendo tutto il contrario perché probabilmente è malato?”

“E sta starnutendo muco tossico in giro.” Gli ricorda Scott. 

“Grazie della precisazione, Scottie. Stavo cercando di non pensare a tutta la faccenda del muco pseudo mortale.” Stiles giura che avrebbe vomitato entro la fine della serata di questo passo.

“Non è mortale. Distrugge piante e produce davvero un cattivo odore, ma questo dissuade gli animali ad avvicinarsi evitando loro di ferirsi.” Illustra con pazienza Deaton. Ecco spiegato il motivo dell’assenza di rumori intorno alle aree colpite. Tutti gli animali nelle vicinanze dovevano essere scappati comprendendo il pericolo. “Ma probabilmente se dovesse entrare in contatto con la pelle umana provocherebbe solo una brutta irritazione o un lieve invecchiamento della pelle. Dovreste essere letteralmente immersi nel muco per morire.” Conclude.  

Entrambi i ragazzi si arricciano su se stessi dal disgusto. Persino Derek, sempre così stoico, sembra rabbrividire al pensiero. 

“Penso avremmo fatto tutti volentieri a meno di quell’immagine mentale.” Dichiara Stiles, dando voce al pensiero collettivo mentre controlla l’orario sul suo cellulare. Il suo coprifuoco era pericolosamente vicino e sarebbe dovuto partire ora per evitare di fare tardi. D’altro canto, qualcuno si sarebbe dovuto occupare della ricerca dello gnomo prima che fosse avvistato o finisse inavvertitamente per ferire qualcuno. 

Derek sembra notare la sua apprensione perchè si fa avanti per interrompere l’incontro. “Scott e io possiamo occuparci di trovare il Barstukai. Stiles, faresti meglio a tornare a casa per ora.” 

Stiles sbuffa, annuendo. Non gli piace prendere ordini da Derek, ma se può evitare di litigare con suo padre per una sera, non avrebbe di certo posto obiezioni. 

La ricerca del Barstukai non da frutti fino alla fine della settimana. 

Stiles viene chiamato da Scott nel tardo pomeriggio, quando il sole sta calando all’orizzonte e la stanza del ragazzo è avvolta da una calda luce aranciata. 

Il giovane sta pigramente oziando sul letto, leggendo un fumetto di Batman durante una pausa tra lo studio di chimica e un libro sulle creature magiche che abitano i boschi, quando il suo telefono squilla e il suo migliore amico lo avverte di raggiungere lui e Derek in un certo punto della foresta. 

Stiles non se lo fa ripetere due volte e si precipita ad infilarsi le scarpe e recupera le chiavi della jeep dalla scrivania. 

Un quarto d’ora dopo sta osservando quello che è lo gnomo malato, una creatura dal naso grosso e bubbonico, alta poco più di un palmo e sfoggiante una lunga barba candida, seduto ai piedi di un grosso albero mentre Derek gli somministra quella che crede essere la medicina che Deaton ha preparato per l’occasione. 

“Stiles.” Derek pronuncia il suo nome sembrando sorpreso di vederlo lì. “Che ci fai qui?” 

“Scott mi ha detto di venire.” Risponde con una scrollata di spalle. 

“Scott doveva solo avvertirti che avevamo trovato il Barstukai.” Il lupo mannaro lancia un’occhiataccia al ragazzo che sembra muoversi a disagio sul posto, spostando il peso del corpo da un piede all’altro. 

“Voleva vedere lo gnomo.” Prova a scusarsi il beta. 

“È pericoloso, Scott.” Sentenzia Derek, rimproverandolo con il tono che solitamente si riserva a un bambino che non comprende la gravità dei giochi in cui ha coinvolto i suoi amici. 

“Il Barstukai non mi sembra pericoloso.” Fa notare Stiles in difesa del proprio amico. 

Derek poteva anche non stargli più antipatico, poteva anche quasi considerarlo un alleato anche se non propriamente un amico, ma avrebbe sempre difeso Scott dalla sua stupida autorità alpha con la quale il ragazzo poco più grande di loro pensava di poter dare ordini a tutti. 

Il piccolo essere emette un suono simile a una risata, seguendo il litigio con vispi occhietti intelligenti. 

“Io no pericoloso.” Concorda, tirando rumorosamente su con il naso. “Ma tu no sicuro vicino a me quando io malato.” 

Derek grugnisce in accordo, scambiando la piccola fiala che gli aveva fatto bere con un barattolino contenente un unguento che inizia attentamente a spalmare sul naso dello gnomo. 

“Non credo lui abbia mai avuto molto spirito di autoconservazione.” Commenta con quello che pare un accenno di sorriso. 

Stiles gli lancia un rametto per ripicca. 

Scott finisce per congedarsi per primo con la scusa di un breve appuntamento con Allison, lasciando lui e Derek da soli con il Barstukai. 

La piccola creatura sembra reagire bene alle cure, dando subito alcuni segni di miglioramento. Derek gli consegna l'unguento restante, riferendogli pazientemente le indicazioni per l’uso indicate dal druido. 

Stiles osserva lo scambio mantenendo una distanza di sicurezza.

Aveva sempre sostenuto che il lupo stesse nascondendo in realtà un cuore tenero sotto la sua armatura fatta di muscoli e pelle - o almeno lo aveva sostenuto da quando Derek aveva smesso di minacciare di strappargli la gola con i denti un giorno sì e l’altro pure - ma è ancora strano vedere Derek Hale, sopracciglia perennemente aggrottate, giacca di pelle, ringhio arrogante e sguardo assassino, prendersi cura così gentilmente di qualcuno. 

“Grazie. Tu lupo davvero gentile.” Il Barstukai sorride, accettando il dono con gratitudine. “Arrivederci scintilla coraggiosa.” Aggiunge, sollevando una mano verso Stiles per salutarlo, sparendo nel nulla con un ‘pop’ . 

“È sparito!” Esclama Stiles, potendo finalmente avvicinarsi. 

“Non puoi pretendere che resti lì per sempre.” Cita il lupo mannaro, raccogliendo una piccola busta contenente la fiala vuota usata, voltandosi per andarsene. 

Il ragazzo lo guarda con la bocca aperta come un pesce.

“Hai appena citato Harry Potter?!” Urla scioccato ma entusiasta, inseguendolo. “Ehi, Derek! Aspettami!” 

Derek si allontana nel bosco con un sorrisetto divertito dipinto in viso. 



NOTE DELL'AUTRICE:
Hello! Altra storia partorita durante il COWT-11. Non avevo mai scritto così tante cose verdi xD Spero vi piaccia :3





 
   
 
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