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Autore: _Niente_Paura_    16/03/2021    1 recensioni
"Piove cenere su Approdo del Re, piove sul viso del giovane drago cresciuto tra i lupi, e piove sangue dall'addome della Madre dei draghi."
In questa storia si ha un accenno di Jon x Daenerys
Questa storia partecipa al contest CHE BELLA PAROLA "PER SEMPRE" indetto da Pampa313 sul forum di EFP
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daenerys Targaryen, Jon Snow, Tyrion Lannister
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Incest, Spoiler!
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Piove cenere



Il cielo era grigio, tre grossi draghi si levavano in cielo, mentre le loro strazianti grida facevano rabbrividire chi li sentiva.
La sala del trono s'era spalancata come una fauce, e allo scoperto v'era quell'ammasso di ferraglia e spade. Troppo scomodo per starci seduti.
Vi fu un urlo stridente del drago, mentre vedeva la vita della propria madre scivolar via, estattamente come un rivolo di sangue. Era partito dalla bocca, per poi rigare la guancia e gocciolare a terra, sporcando il pavimento pieno di cenere.

«Vuoi essere felice no? Vuoi avere il tuo per sempre» la voce del fratellino era dolce, lo era sempre quando faceva a modo suo «Danny, vuoi andare a casa?» annuì una giovane Danny, la quale pendeva dalle labbra del fratello
«Per aver il tuo per sempre devi sposarlo» aggiunse grave Viserys, ma a tale risposta scosse la testa la ragazzina
«Pensi d'avere scelta?» non sapeva di averne una, all'epoca non conosceva la verità dei fatti, non era a conoscenza della follia dei Targaryen.
Capì che erano tutte fandonie quando il fratellino, divenuto sempre più irascibile e incontentabile, venne incoronato con una colata d'oro bollente.
Un vero drago non sarebbe mai morto a causa del calore, e intanto eccolo lì, con il cranio frantumato dalle scottature.
Era solo un pazzoide il suo fratellino, ma adesso come poteva distinguere il vero dal falso? La vita è da sempre una strada tortuosa, figuriamoci per chi brancolava nel buio.
Però la strada brama sempre il proprio viandate, ed il destino di Danny non fece eccezione. Venne da lei, senza che chiedesse nulla.

Le fiamme erano alte, danzavano sotto il ritmo di una dissonanante melodia di una fatucchiera. Non avrebbe voluto il suo dolore Daenerys, né tanto meno le sue lacrime e la sua paura, le bastava solo la sua vita.
Mentre le arancioni fiamme illuminavano la buia notte, sentì un richiamo, era come se le braci la richiamassero a sé. Le sue ossa vibrarono, mentre il petto si gonfiò di coraggio. Chiuse gli occhi e raggiunse il centro del falò, osservando il cadavere di colui che aveva amato.
Fu mattina, alcuni se ne erano andati, altri erano rimasti, godendo del più grande trionfo che occhio umano avesse mai visto.
Tra cenere e rovine, tra ossa e legna annerite, si alzò una gracile donna dai capelli color avorio e tre draghi che s'avvinghiavano attorno al suo corpo.
La strada l'aveva ritrovata, e Daenerys ne era lieta. Credeva che avrebbe trovato il suo per sempre, che la strada sarebbe stata una gloriosa rivoluzione, dove la ruota si sarebbe spezzata. Però nessuno sa cosa ha in serbo il destino per ognuno di noi, nemmeno Daenerys, la cui strada era tutto tranne che gloriosa. Come i suoi avi prima di lei, la pazzia era pronta a divorarla.

Tre draghi per una madre ormai sola. Questi portavano i nomi dei due consanguinei e di colui che avrebbe amato per sempre. Erano come dei figli per lei, e loro consideravano lei la loro madre, un rapporto commuovente che spesso non capivano gli altri, casuando la loro rovina.
«Non preoccuparti, non sei sola» le aveva detto suo fratello dentro la Casa degli Eterni. Era passato tanto tempo da quando i suoi occhi violacei non guardavano un viso familiare. Gli sorrise e cercò d'abbracciarlo, ma non poteva, si sentì incredibilmente sola, nonostante le parole del fratello.
Come biasimare Daenerys, una vita trascorsa in terra straniera, ora sola con tre draghi. La via che l'aveva richiamata a sé non le stava sorridendo, e quando sembrò che lo stesse facendo le mostrò un grosso ghigno sul volto.

«La via più breve non è sempre quella giusta» le rammentava Tyrion ad ogni avventatezza della giovane Targaryen, e questa dal canto suo voleva ascoltre i saggi consigli, ma era difficile mantenere i nervi saldi.
Sin dal loro primo incontro, Daenerys era rimasta colpita dal giovane leone, ma d'altro canto v'era un vago sospetto su di lui.
Rammentava i racconti del fratellino, di come il vecchio leone entrò ad Approdo del Re e tradì il vecchio drago. Con gli occhi ricolmi di dubbi, era riuscita a fidarsi, infondo aveva mostrato fedeltà uccidendo un suo nemico, il vecchio leone.
La poca fiducia che dette non la deluse, la sua strada si stava sempre di più avvicinando al suo persempre e sembrava che Tyrion fosse un tassello importante. Quindi ascoltava sempre il suo consigliere, per quanto fosse dura, e la situazione non migliorò approdando a Westeros.
«Devi essere una regina, non una conquistatrice» le ricordava con voce ferma Tyrion, il quale diveniva sempre più serio con il passare dei mesi. Era diventato così difficile ascoltarlo, perchè non bruciare tutto e basta? Tanto la gente di Westeros la vedeva come una conquistatrice, e non sembravano voler accennare di cambiar idea.
«Sarebbe questo il vostro piano sua altezza?» disse Tyrion con una vena di sarcasmo «Bruciare la Fortezza Rossa con Cersei dentro?» sorrise il nano «Sapete chi altro ripeteva in maniera ossessiva bruciate tutto?» Daenerys lo stava guardando con gli occhi divenuti due fessure, ma continuò il consigliere
«Il Re Folle»
«Non osate più parlar di mio padre in tale maniera!» sorrise ancor di più il nano, degustando del vino rosso «Vedete sua maestà, trovo assurdo difendere una persona solo perchè si ha lo stesso sangue. Quindi o siete stupida, oppure v'infastidisce la verità» silenzio fra i due, e tanto fu abbastanza per capire qual'era la verità.
La strada che la bramava le stava ghignando così forte da offuscarle la vista, non riusciva a capire che le stava toccando la stessa sorte dei suoi familiari. Eppure questo Tyrion lo sapeva bene, osservava ogni minimo cambiamento della mimica facciale ed ebbe paura quando cominciò ad urlare sempre più forte
«Inginocchiati» se prima lasciava trasparire un tono autoritario, successivamente il tono divenne sempre più stridulo, rasentando un espressione di pura follia.
«Inginocchiati» disse quando Jon Snow si presentò al suo cospetto
«Inginocchiatevi» urlava quando i lord persero contro di lei, ma questi non piegarono le loro ginocchia. Fu allora che Tyrion capì, lo capì prima di tutti, perfino prima di Daenerys. La follia aveva cominciato a divorarla lentamente.
Il drago spalancò le fauci e carbonizzò i lord, e con loro bruciarono tutti i consigli e le speranze di Tyrion.

Le iridi violacee non brillavano più come un tempo, sepolte da profonde e scure occhiaie che cerchiavano le orbite. Daenerys pareva sempre più stanca, a fatica alzava lo sguardo ed ogni volta che apriva la bocca usciva una voce grossa e dura. Non riusciva più a modulare il tono, non era più in grado di dar un tono alle frasi, era rimasta intrappolata in uno spesso strato di ghiaccio. Ormai non v'erano più altre espressioni se non l'apatia alternata alla follia.
Solo di rado s'ampliava un sorriso, mentre osservava il giovane drago cresciuto tra i lupi. Jon era rimasto incantato da Danny, e con il passare del tempo cominciò a far sparire tutti i sui difetti, divenendo incapace di veder nell'interezza il mostruoso drago furioso.
Sembrava che la strada, che così tanto la bramava, fosse finalmente un docile pendio, ma era soltanto l'inizio di una ripida salita.
Proprio quando s'era convinta di aver ottenuto il suo 'per sempre', cominciò a veder sgretolarsi pian piano tutte le sue sicurezze.
Il primo fu Tyrion, poi Varys, ma lei non poteva curarsi di simili inezzie. Lei era un drago e doveva comportarsi di conseguenza.
Divenne sempre più dura e dispotica, e per quanto Jon la volesse difendere, cominciarono a non bastare più tutti i :
«Lei è la mia regina» niente poteva giustificare la follia che divampava nei suoi occhi. Come poteva chiudere gli occhi quando 'la sua regina' aveva sguinzagliato i draghi, lasciandoli liberi di far strage di bestiame su al nord.
«Lei è la mia regina» continuava a ripetere a Tyrion, mentre il nano lo implorava di far qualcosa. Ed era ancora titubante quando 'la sua regina' impazzava per tutta Approdo del Re, incendiando case e scagliandosi con foga contro la Fortezza Rossa.
Dopo che fu placata la sua ira, Daenerys andò nella sala del trono, come se non fosse successo nulla. Jon ebbe la netta sensazione di aver ghiaccio nelle vene, vide voltarsi 'la sua regina' e sorridergli con fare innoccente
«Hai visto Jon? Finalmente ...» aveva il fiatone Daenerys «Finalmente sono a casa, posso dire anche io di vivere per sempre felice e contenta» annuì Jon e si sentì terribilmente codardo in quell'attimo.

Se la Daenerys spezzatrice di catene si sarebbe rivista qualche anno dopo, forse non si sarebbe riconosciuta.
Era divenuta l'ombra di sé stessa, dispotica ed irascibile. Un carattere instabile che creava terra bruciata intorno a sé, ma del resto è questa la pazzia dei Targaryen.
Il gioco del Trono è una grossa ruota che gira, con quattro casate che si rincorrono senza sosta. Stark, Lannister, Baratheon e Targaryen, che senso ha se si fa parte d'una fazione o dell'altra? Ovunque passi la ruota lascia solo ceneri e rovine, ma questo Danny se lo era dimenticato.
Le ceneri ricoprivano la Capitale, il cielo era ricoperto da imponenti colonne di fumo. In alto si libravano in aria tre draghi e questi gettavano urla strazianti, poiché la loro madre stava morendo.
La Fortezza Rossa era crollata, e sepolta sotto i mattoni v'era il cadavere di Cersei Lannister, morta sola ed intrappolata come un ratto.
Perchè non la faceva sentire bene? Perchè si sentiva vuota? Doveva venire ora il suo per sempre, finalmente era a casa.
Scivolò dolcemente tra le braccia del suo assassino, del suo amante, del sangue del suo sangue. Osservò i suoi occhi neri, il volto stretto in un espressione di rammarico e lei cercò d'aprire bocca. Non uscì nulla, se non un lieve rumore prodotto dai suoi boccheggiamenti. Sentì in gola il sapore ferroso del sangue, sentì questo sgorgare fuori dalle sue membra.
Piccoli rivoli di sangue fuoriuscivano dall'addome, uno dalla bocca. Il pavimento pieno di cenere s'era sporcato di rosso.
Distese i muscoli, s'abbandonò ma cercò di rimanere con gli occhi aperti, fissando l'assassino ormai ridotto in lacrime
«Volevo un per sempre più bello per te» disse Jon mentre la fioca scintilla della vita abbandonava l'impazzito drago.
Cadde in ginocchio Jon, mentre affondava il viso su quello che era ormai un cadavere freddo.



N.d.A.

Hey!
Solitamente non faccio tanti appunti, ma qui ci tenevo particolarmente.
Daenerys Targaryen aveva un grosso potenziale come personaggio, ma è stato trattato malissimo ed è quello che più ne ha risentito dell'orrore della settima stagione.
Perchè sapete? Il problema dell'ottava stagione è la settima. Avevano tempo per sviluppare i personaggi per il gran finale, e dovevano gettare le basi anche per la pazzia di Danny.
Io stessa condivido la fine che lei abbia fatto, è una buona fine quella che fa. Però dovevano farci vedere il cambiamento di Daenerys.
Io non accetto che sul finale della settima stagione è un personaggio sì duro, ma più tosto equilibrato. E poi mi fai la cazzata dove nella prima puntata è una stronza psicopatica che lascia liberi i draghi e li lascia mangiare pecorelle.
Cioè, mi avete rotto le palle per la quinta/sesta stagione con sti draghi che hanno bisogno di attenzioni e poi me li tratti così? Ma vaffanculo allora, scusa!
Poi il rapporto con Jon, di un cringe assurdo.
Io ho provato a mettere una pezza a tutto, specie sulla cazzata di Tyrion innamorato di Daenerys. D&D veramente all'ultimo mi proproni il triangolo no non l'avevo considerato?
AHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH

Sempre più felice che Tywin sia morto prima che D&D facessero di testa loro.

 
   
 
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