Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Miss_Fantasy    18/03/2021    1 recensioni
Solo un sogno.... che non realizzerò mai o forse sì.....
Un ragazzo disabile. Un sogno. Un incontro. Tanti casini.
(Questa storia è collegata a "Tutta colpa di Kurama!!!!" ma se si vuole si può anche leggerla singolarmente)
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Eren Jaeger, Levi Ackerman
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Mpreg
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Sono davanti alla porta di casa e faccio un respiro profondo come per calmarmi, non sono mai stato a mangiare da qualche vicino dopo che lo conosco da così poco tempo, come con Levi, ma credo che sia giunta l'ora di ascoltare Naruto; per lui è sempre stato facile, visto che riesce a parlare anche con i sassi, mentre io preferisco stare sulle mie. 

Metto la mano sulla maniglia, in uno slancio di non so cosa esco da casa perché se esito so che non uscirei da casa manco morto e mi giro per chiudere a chiave per poi avviarmi verso l'ascensore, ma solo ora mi accorgo che non so il numero della porta così decido di scrivere al moro mentre chiamo l'ascensore; in quel preciso istante le porte dell'ascensore si aprono mentre mi sposto per far passare la persona.

-Moccioso! - sento la voce a me famigliare che fa alzare subito il mio sguardo, Levi è appoggiato al muro a braccia conserte che mi guarda.

-Levi? - chiedo sorpreso come un idiota, lui si muove verso di me e avvicina il suo viso al mio, fino a che le nostre labbra quasi si toccano... poi per qualche secondo ci guardiamo.

-È il mio nome, moccioso - mi risponde con voce bassa e rocca mentre io deglutisco l'aria non sapendo cosa fare. I nostri occhi seguono una danza di sguardi che lui fieramente conduce; tiro indietro la testa d'istinto, ma per lui sembra essere abbastanza da ritrarsi.

-Cosa ci fai qui?- chiedo con la poca dignità che penso di avere con lui. Solleva un sopracciglio ed è l'unica cosa che cambia nel suo volto da quando è qui.

-Ti sono venuto a prendere, non sai dove abito esattamente... - comincia lui con la voce che è tornata priva di emozioni. Comincio a spostare il peso da una gamba all'altra, anche se mi stanno cominciando a bruciare i muscoli dal fatto che sono stato tanto in piedi.

-Andiamo, va. 'Che se no il cibo si raffredda - dice sbrigativo, facendomi passare per entrare in ascensore. Cerco in tutti modi di non appoggiarmi alle pareti nonostante i muscoli che mi bruciano, mentre lui schiaccia il pulsante del suo piano. Sono troppo concentrato sulle mie gambe per vedere il piano. Il mio corpo sta per cedere, infatti, mi aggrappo ai miei tripodi più forte che posso per non cadere. Strizzo gli occhi fortissimo per la fatica; ma all'improvviso sento che il mio corpo è avvolto da un calore. Apro gli occhi e mi trovo sollevato da Levi, che mi sta tenendo con un braccio solo, come se fossi un bambino, per avere una mano destra libera.

-Non dire niente - mi ordina in modo piatto. Mi sento a disagio ma faccio come dice, sembra che per lui io non peso niente e solo ora mi accorgo di quanto sia realmente muscoloso... più di quanto si possa pensare vedendolo così. Poi sono risvegliato dai miei pensieri a causa del rumore delle chiavi che girano per aprire l'appartamento 820. 

Entriamo, mi posa sul divano delicatamente per poi tornare indietro e chiudere la porta con un giro di chiave che poi lascia dentro la serratura; come per dire che se me ne volessi andare, il più in fretta possibile, avrei potuto farlo senza problemi. 

Mi guardo attorno per vedere la casa, non è molto grande e il colore dominante è il nero, infatti, tanti mobili sono di legno nero. Nonostante tutto è ben arredato, si vede molto che manca una famiglia, ma ci sono diverse fotografie che decido volontariamente di ignorare perché voglio rispettare i suoi spazi.

-Grazie - dico semplicemente, lui fa solo un cenno con la testa e tra di noi c'è il silenzio imbarazzante per qualche secondo. 

-Mangiamo? - mi chiede lui mentre mi toglie le scarpe e poi le porta vicino all'entrata per togliere anche le sue.

-Non avresti dovuto. Lo so fare benissimo anche da solo - gli rispondo a braccia conserte, lui mi si avvicina lentamente mentre si scompiglia i capelli neri con una mano in modo molto sensuale.

-Lo so, ma si raffredda la cena ed io non amo mangiare il cibo riscaldato. Oltre al fatto che mi avresti sporcato il pavimento di germi e microbi schifosi - ribatte, porgendomi la mano per alzarmi che io afferro, anche se riluttante, perché mi fanno ancora troppo male le gambe per camminare da solo. Mi accompagna con delicatezza al mio posto, spostandomi la sedia per farmi accomodare.

-Grazie - lo ringrazio solamente mentre lui mi sposta gentilmente la sedia ed io non posso che sorridere. Ho sempre avuto un debole per le persone che hanno delle buone maniere; noto che è apparecchiato in modo sontuoso come se fossi a una cena di gala. Fa un cenno con la testa per poi servire a tavola ogni tipo di piatti di pesce possibili, mi viene all'acquolina in bocca solo a vederli perché io amo il pesce in generale ma, perché costa molto, non lo mangio quasi mai.

-Vino? - mi chiede ed io scuoto la testa per negare, non è che io non beva, ma ora sono a casa di un estraneo e preferisco rimanere sobrio... che non si sa mai.

-Ti ringrazio - rispondo semplicemente. Cominciamo a mangiare e lui cerca di mettermi a mio agio con il cibo riuscendoci; la serata comincia a prendere quota; ci chiediamo reciprocamente com'è andata la giornata. Nonostante il volto del mio vicino non abbia alcuna espressione, è molto piacevole parlare con lui.

-Com'è che sei sempre solo da quando ti conosco? Abiti da solo?- mi chiede senza girarci attorno più di tanto, smettendo addirittura di mangiare per guardarmi in faccia ed io, dal canto mio, mando giù il boccone per seguirle il suo esempio.

-A parte che ci conosciamo solo da qualche giorno, ma non abito da solo. Abito con le mie coinquiline che in questi giorni sono molto impegnate e per quanto riguarda i miei genitori lavorano molto - cerco di dire tutto in modo piatto, come se la cosa non mi toccasse più di tanto, anche se a essere sincero i miei genitori mi mancano da morire.

Il corvino mi guarda per qualche secondo, poi alza un sopracciglio come se non mi credesse. Cerco di mostrarmi sicuro di me: non avrei fatto vedere la mia debolezza di nuovo che c'era già stata una volta di troppo, e non lo avrei fatto accadere di nuovo.

-Che lavoro fanno? - mi chiede riprendendo a mangiare elegantemente una parte del granchio reale che si trova sul tavolo. Metto le mani sulle gambe e comincio a torturarle per il nervosismo; sono mesi che non vedo i miei, dato che sono sempre impegnati con il lavoro e nonostante mi diano un sacco di soldi, vorrei cha almeno durante le feste ci vedessimo...

-Mio padre è chirurgo plastico, invece mia madre è un avvocato privato - rispondo mentre riprendo a mangiare le ostriche che mi ha servito.

-Li vedi spesso? - continua lui pulendosi con il tovagliolo le labbra per poi sorseggiare il vino. Alzo gli occhi verso di lui per vedere se mi ha veramente fatto questa domanda, ma appena capisco che la faccenda è seria mando giù il boccone mentre mi pulisco le labbra delicatamente.

-Praticamente mai - gli dico sinceramente prima di prendere un sorso d'acqua, e lui mi guarda ma non dice niente. 

-Ma cos'è questo? Un interrogatorio per caso?- gli chiedo a mia volta e lui con mia grande sorpresa alza leggermente gli angoli delle labbra all'insù.

-Hai ragione. I miei sono di origini francesi. Mia madre è un insegnante mentre mio padre è morto poco dopo la mia nascita in un incidente stradale - risponde lui con occhi bassi, soprattutto quando parla del padre, sono tentato di abbracciarlo forte ma non faccio niente perché non ci conosciamo così tanto da prendermi certe libertà.

-Mi spiace... - è l'unica cosa che riesco a dire e mi sembra anche un po' stupida come cosa in questo momento, ma non so che altro dire. Rimaniamo in silenzio imbarazzante con solo il tintinnio delle posate come sottofondo.

-Quindi sai parlare francese? - chiedo la prima cosa che mi salta in mente senza pensarci troppo, perché odio il silenzio completamente- Solo dopo averla posta, capisco la figura che ho fatto e divento rosso.

-Tu es adorable morveux. - mi risponde in francese, rimango ammagliato, anche se non capisco nulla di francese, mi sembra che abbia detto la cosa più bella al mondo. La serata continua tra me che parlo di qualche libro che ho letto, e lui che mi ascolta e che interviene brevemente di tanto in tanto, mentre terminiamo di mangiare anche il dolce.

-Ti va di vedere qualcosa? - mi chiede. Nonostante sia quasi mezzanotte, decido di rimanere perché mi sto divertendo un sacco e solo ora mi accorgo che ho divorato quasi tutto mentre di solito non mangio praticamente mai, ma il cibo era davvero buono.

Annuisco, ci sediamo sul suo divano estremamente comodo e lui prende il telecomando della sua enorme TV. Poi si avvicina per vedere i film; mi passa il telecomando mentre lui si alza per prendere qualcosa dal frigo. Torna poco dopo con due bubble tea in mano mentre io continuo a guardare intensamente la schermata iniziale del cartone animato de "La Bella e La Bestia" che mi piacerebbe tanto rivedere, ma non voglio sembrare infantile. Levi mi porge il mio bubble tea poi guarda lo schermo per qualche secondo e prende il telecomando per farlo partire.

-Non c'è bisogno... - comincio in panico, ma lui come risposta batte le mani e le luci si spengono.

-È okay, va benissimo così, quindi goditi il film - m'interrompe lui ed entrambi ci godiamo il film bevendo bubble tea. Durante il film continuo a cambiare posizione e a cantare le canzoni dimenticando che non sono solo. Finalmente il film e le luci si accendono in automatico rivelando la nostra posizione, io sono appoggiato con le spalle al suo petto, mentre la sua mano mi cinge la vita. Nonostante siamo quasi due completi sconosciuti, questa posizione non ci fa sentire per nulla a disagio, anzi, è come se lo facessimo da sempre.

-Ehm... è meglio che vada - dico per togliermi dall'imbarazzo, per poi alzarmi e andare verso la porta. Lui mi segue e poi mi porge una bustina piena.

-Ti devo accompagnare? - mi chiede lui, prima gli avrei detto di sì ma ora non credo di poter stare ancora in sua compagnia.

-No, ti ringrazio, e anche per la cena. Sogni d'oro - lo saluto velocemente per poi andare verso l'ascensore; Non appena le porte si chiudono, tiro un sospiro di sollievo e mi appoggio al muro.

Non so come riesco ad arrivare in camera mia senza svegliare le ragazze. Appoggio il sacchetto sul letto e mi cambio, ma mentre lo faccio lo urto rovesciando il contenuto: sono tantissimi snack sia dolci sia salati, però la mia attenzione è attirata da un CD.



 

Siccome sembravi interessato alle loro canzoni

-Levi



 

Il CD è dei No Name, ma decido che devo assolutamente andare a dormire e così li metto da parte per infilarmi sotto le coperte con un sorriso sul volto.

Sono svegliato dal suono del mio tablet di lavoro, di malavoglia scendo a prenderlo e quello che leggo mi fa rimanere in ansia.


 

Da L [5:26]

Dobbiamo parlare. Non voglio ritardi.


 

Penso che avrò bisogno di molto caffè oggi perché si prospetta una giornata molto lunga e impegnativa.

   
 
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