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Autore: frqncwscq    20/03/2021    0 recensioni
Piccolo squarcio di vita scolastica di Bakugo, alle prese con i suoi sentimenti.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katsuki Bakugou, Ochako Uraraka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bakugo non è mai stato un tipo calmo: lo faceva notare nei suoi comportamenti, come parlava, come si poneva. È sempre stato così, sin da piccolo, e per quanto provasse con tutto sé stesso a limitarsi da dire certe parole come imprecazioni e parolacce più di una volta nella stessa frase, gli veniva impossibile. Lui era fatto così, non poteva farci nulla, e tutte le persone che lo circondavano lo sapevano e s'erano ormai abituati. Ma da qualche mese a questa parte, questo suo lato aggressivo iniziava a dargli fastidio: se qualcuno gli avesse detto quello che stava accadendo probabilmente avrebbe iniziato a ridere di gusto, aggiungendo anche un "ma che cazzo dici?". Eppure era così, e non sapeva come darsi un freno.
Neanche si accorse di starla fissando. Di nuovo. Probabilmente doveva seguire la lezione, si stava spiegando un nuovo argomento a cui lui doveva prestare maggiore attenzione, ma forse era dovuto al fatto che fosse l'ultima ora, e Ochako era sicuramente meglio di quella stupida lezione. Teneva la testa leggermente inclinata verso destra e gli occhi girati verso la ragazza, come per tenerla d'occhio, non che volesse farlo davvero, era solo un movimento che gli era uscito spontaneo, e non sapeva in alcun modo come girare la testa e tenerla sul suo banco. Pensava che se fosse riuscito a comportarsi in modo "normale", allora lei si sarebbe finalmente avvicinata a lui.
Si accorse di provare dei sentimenti per lei quando una sera s'era ritrovato a parlare con Kirishima, suo migliore amico; si sfogò a lungo, neanche pensava fosse possibile per lui sentire certe cose per una ragazza di cui probabilmente non poteva fregar di meno. Ochako le piaceva perché era forte, guai se qualcuno l'avrebbe contraddetto, quel combattimento al Festival Sportivo è stata la scintilla che lo fece sentire vivo. Ricordava ancora quando a qualcuno venne la brillante idea di dire che lei fosse debole, e quasi si arrabbiò, ma per quale motivo? Da quel giorno in poi non le tolse gli occhi di dosso: ogni giorno la vedeva sempre più bella e sicura di sé. Ma non gliel'avrebbe mai detto, ovviamente: voci dicevano che avesse una cotta per Midoriya. Incredibile come quel dannato ragazzino fosse sempre in mezzo ai suoi piani, ora anche quando si parlava di interesse amoroso, lui era lì, a rompergli i coglioni. Si sentiva così cattivo a dirlo, ma sperava che se mai lui si fosse dichiarato, lei l'avrebbe rifiutato. Anzi, sperava che quelle voci fossero solo senza senso, lo sperava con tutto sé stesso. Ma che diamine andava pensando.
Guardava Ochako giocare con il foglio dove lei doveva prendere appunti, probabilmente stava disegnando qualcosa, non riusciva a vedere bene da quella distanza. Cercava di sistemarsi i capelli ribelli che si appoggiavano spesso e volentieri sulle sue guance. Quando si girò neanche si sorprese del suono della campanella, quindi aveva passato un bel po' di minuti a fissarla. "
Bene", pensò, "cazzo". Non aveva neanche voglia di mettere gli oggetti sparsi sul banco al loro posto, tanto voleva vedere Ochako ancora una volta. Si sentiva patetico.
Quando si alzò per mettersi la giacca notò Midoriya avvicinarsi alla compagna, e quasi non gli venne da strapparsi i capelli. Sbuffò.

<< Ehi, ti vedo un po' giù. >>
Kirishima gli si avvicinò, guardandolo. Non riusciva a capirlo a pieno, ma poteva immaginare in che situazione stava l'amico, ed era pronto a dargli tutto il supporto possibile.
<< Che cazzo dici, sto bene. >>
<< Certo, >> gli toccò la spalla << intanto li stai fissando sperando che Midoriya se ne vada al più presto. >>
<< Si nota così tanto? >>
<< Beh, sì. >>
<< Ma che cazzo! >>
Questa volta urlò per davvero, attirando l'attenzione dei suoi compagni, che poco dopo ricominciarono a parlare tra di loro come se nulla fosse. Appunto, erano abituati.
<< Ci vediamo in dormitorio? >> chiese allora, alzando di poco il tono della voce. Bakugo accennò un sì con la testa.
Lo vide pian piano allontanarsi insieme agli altri compagni, a poco a poco la classe stava iniziando a svuotarsi, fin quando non vide più nessuno.
Ora, era solo. Mise il suo zaino in spalla e si avviò verso la porta, quando si accorse che Ochako stava lì, appoggiata al cornicione della porta. In quel momento gli piacque pensare che volesse aspettarlo, o nei peggiori dei casi voleva andarlo a quel paese per chissà quale motivo.

<< Che ci fai qui? >>
Lei sorrise, giurò di aver visto un principio di rosso sulle sue guance. << Posso chiederti una cosa? >>
Fantastico, voleva chiedergli una cosa.
Mise le mani in tasca, aspettando la domanda.
<< Perché mi stavi fissando? >>
L'aveva notato. Insomma, Ochako non era certamente idiota, prima o poi si sarebbe accorta che qualcuno per metà della lezione la stava fissando, solo in quel momento si accorse veramente della gravità della situazione, e che non era assolutamente normale fare una cosa del genere, anzi, doveva smetterla, e anche subito. Stava pensando a che bugia dirle. Aveva un bel colore di capelli? Lo sapeva davvero, i suoi capelli erano così belli che stava valutando un nuovo colore per lui, magari il castano gli donava. No, forse era meglio dirle che voleva una penna ma non sapeva come chiedere, anche perché lui le penne le aveva, e anche tante.
Agli occhi di Ochako le apparve un Bakugo in panico, con gli occhi sgranati e la bocca leggermente aperta, chissà cosa stava pensando. Si mise a ridere. In quel momento il ragazzo tornò in sé. La guardava mentre sorrideva, accidenti se era davvero bella. Cercava di coprirsi la bocca con la sua piccola mano, non voleva neanche immaginare che faccia aveva mentre stava cercando di pensare alla risposta. La guardava con gli occhi dolci, non pensava neanche di poterla vedere in quel modo. La verità è che di Ochako s'era perdutamente innamorato.
Si avvicinò di poco, guardandola negli occhi, lei ora s'era calmata e sorrideva a trentadue denti. Era bassa, si disse, le arrivava quasi al mento. Fu un gesto inaspettato: le prese il viso con le sue ruvide mani. Le sue guance erano così morbide, così soffici, gli piacevano. Lei lo guardava con gli occhi di chi voleva di più, almeno questo aveva capito Bakugo, e quella voglia di rubarle un bacio era così tanta che non riusciva a fermarsi. Poggiò delicatamente le sue labbra su quelle della ragazza, come pensava, anch'esse erano morbide. In un primo momento Ochako rimase ferma, immobile, senza sapere cosa fare. Poi chiusero entrambi gli occhi, godendosi il momento. Bakugo prese ad accarezzarle le guance con i pollici. Ochako cercò con le dita le maniche della giacca del ragazzo, e lui staccò la mano destra per appoggiarla alla nuca di lei, approfondendo il bacio. Lei lo abbracciò, circondandogli la schiena. Era così piccola tra le sue braccia, non voleva lasciarla andare. Stava davvero accadendo.
Lei rise di poco tra le labbra di lui, era felice. Si staccarono poco dopo per bisogno d'aria, ma Bakugo si fiondò ancora una volta tra le sue labbra, lasciandole dei piccoli baci. Questa volta si staccarono definitivamente, Ochako affondò il viso nell'incavo del collo del ragazzo, abbracciandolo ancora un po', neanche lei aveva voglia di staccarsi, ed era comprensibile, d'altronde anche lei aspettava quel momento da tempo.
Non avevano molto da dirsi, e Ochako non aveva neanche bisogno di sentirsi dire la parola magica, tanto quel bacio le bastava per capire cosa provasse davvero il ragazzo. Quando si staccarono dal lungo abbraccio, Bakugo si lasciò scappare un << finalmente, cazzo >>, pensava di averlo detto tra sé e sé.

<< Finalmente. >> rispose allora la ragazza. Si sorprese di vederlo con un colorito in faccia diverso dal solito.
Lui, prontamente, le allungò la mano, aspettando che quella piccola e paffuta della ragazza la raggiungesse, cosa che fece, e intrecciarono le dita. Le sembrava così surreale tornare in dormitorio mano nella mano con il ragazzo di cui aveva una cotta da molto tempo ormai, sperava solamente di non dare troppe spiegazioni ai compagni, se solo se ne fossero accorti, ma sarebbe stata felice di spiegargli i motivi per cui, al bacio, non si fosse tirata indietro, e non l'avrebbe fatto per nulla al mondo.
   
 
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