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Autore: Musical    20/03/2021    0 recensioni
[Vile Bodies]
[Vile Bodies][Vile Bodies]
Le mille vicissitudini di Father & Mother, meglio conosciuti rispettivamente come Edward "Ginger" Littlejohn e Miles "Malpractice" Maitland, a cominciare dal loro primo incontro, durante il party svolto all'interno di un dirigibile.
[Miles/Ginger]
~
ATTENZIONE: escluso il primo capitolo, ambientato due anni dopo le vicende raccontate, gli altri saranno scritti a seconda dell'ispirazione e verranno ordinati cronologicamente una volta inseriti
Genere: Sentimentale, Slice of life, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Shall we dance?



"Oh perchance when the last little star has left the sky shall we still be together with our arms around eachother, and shall you be my new romance? On the clear understanding that this kind of thing can happen shall we dance? Shall we dance? Shall we dance?


Le gocce di pioggia ticchettavano contro il vetro della finestra, facendo compagnia a Ginger, che stava preparando il tè. La tranquillità terminò quando la porta d'ingresso s'aprì con un tonfo, seguito da uno sbuffo infastidito, che inconsapevolmente fece sorridere il Capitano Littlejohn, sarebbe stato un pomeriggio piacevole.
Miles era tornato a casa bagnato fradicio, non aveva pensato di portarsi un ombrello, si tolse cappotto e cappello e si scompigliò i riccioli tutti bagnati.
"È stata piacevole la passeggiata?" chiese Ginger cercando di trattenere una risata.
"Divina!" Miles rispose con rabbia, la pioggia aveva rovinato la sua giacca preferita, e i suoi capelli? Erano diventati un disastro! "E non iniziare a dirmi 'te l'avevo detto' con quel tuo tono di rimprovero, la mamma non ha bisogno d'esser rimproverata!"
"Devi semplicemente prestare maggiore attenzione al tempo."
"Scusa, tesoro, non pensavo di essere tornato a Londra."
Ginger si voltò e vide Miles in quello stato, aveva l'aria di un gatto randagio caduto accidentalmente in una pozzanghera molto profonda, era un'immagine carina e divertente allo stesso tempo.
"Non ridere", gli disse Miles, sebbene fosse difficile anche per lui resistere alla risata contagiosa di Ginger.
"Non lo sto facendo."
Miles alzò gli occhi al cielo, sbuffando apparentemente infastidito, quando Eddie lo superò per andare a prendergli un asciugamano; Miles stava per dire qualcosa, ma venne interrotto dall'asciugamano in testa e dalle mani di Ginger che iniziarono a strofinargli i capelli.
"Almeno così non prendi un brutto raffreddore."
Miles rimase in silenzio, stranamente, chiudendo gli occhi e godendosi appieno quel momento di attenzione. Era piacevole, intimo, non aveva mai condiviso un gesto del genere con nessuno dei suoi amanti, solo un letto ed entusiasmanti momenti, invece con Ginger sembrava completamente diverso: non c'era stato un letto da condividere, non ancora, eppure momenti come quello sembravano riempire il cuore dell'uomo di una gioia molto diversa, che sapeva di sicurezza, di famiglia.
"E, non per farti arrabbiare, ma te l'avevo detto. Cioè, t'avevo detto che forse non c'era bisogno di uscire a fare una passeggiata senza ombrello, voglio dire, c'erano delle nubi minacciose, era facile intuire che ci sarebbe stata pioggia. Invece dovevi farlo da solo, di nuovo, sai cosa intendo, ed ecco il risultato."
Con un sorriso, Miles aggiunse mentalmente che la gioia nel suo cuore sapeva così tanto di Ginger, e gli andava benissimo.
"Forse stavo aspettando che un impavido Capitano venisse a salvarmi", lo prese in giro il secondogenito dei Maitland con uno sguardo tentatore, ottenendo un leggero rossore sulle guance del suddetto Capitano.
"S-sì. Ok, puoi continuare da solo. Vai a cambiarti, io finisco il tè, ne vuoi una tazza anche tu?"
Un uomo adorabile, senza dubbio, un po' timido, ma Miles poteva cavarsela senza problemi. Iniziò a dirigersi nella sua camera da letto quando si voltò a guardare Ginger affaccendato con il bollitore.
"Non vuoi venire a darmi una mano con i vestiti?"
Il suono di un cucchiaio che cadeva a terra fu la risposta che ricevette, semplicemente delizioso.
"Non devi essere così agitato, Eddie caro. Significherà che, per questa volta, lo farò da solo."
Miles sapeva come attirare l'attenzione, ed era certo che Ginger lo stesse guardando con un cipiglio fatto di innumerevoli sensazioni.
E non aveva torto: non appena la porta della camera di Miles si chiuse, Ginger riportò l'attenzione al tè, facendo di tutto per non pensare a quello che Miles gli aveva suggerito. Non doveva pensare a Miles che si stava togliendo i vestiti in quel momento, non doveva porsi il problema se a Miles piaceva mettere in ordine i vestiti oppure preferiva gettarli sul letto o su qualsiasi altra superficie, non doveva chiedersi com'era il petto di Miles senza vestiti, dannazione! Perché lo stava facendo allora? Era colpa di Miles! Non doveva fargli quella domanda inappropriata, era alquanto indecente.
Un po' di latte e niente zucchero per lui e due zollette di zucchero con un goccio di latte per Miles... No! Non c'era niente di sbagliato nel ricordare come piaceva il tè a Miles! Quindi niente pensieri contorti! Era normale! Totalmente normale!
Troppo concentrato per imporre certe restrizioni alla sua mente, che Ginger non siaccorse d'aver scambiato le due tazze, così quando ne bevve un sorso la sua lingua si ritrasse al sapore troppo dolce della bevanda.
"Da quando hai cambiato i tuoi gusti sul tè?" chiese una voce divertita alle sue spalle.
Miles entrò in cucina e scambiò le tazze, offrendo a Ginger quella giusta. "Questa è tua", gli disse ammiccando.
Ginger afferrò la tazza giusta e annuì distrattamente. Anche Miles ricordava i suoi gusti. Non c'era niente di sbagliato, quindi. Due amici normali che si ricordavano i gusti dell'altro. Due. Normale. Amici. Nient'altro!
"Qualcosa non va?" domandò Miles con finta ingenuità. "Da alcuni minuti sembri alquanto frustrato."
"Sto bene", rispose con un sussurro.
"Sei sicuro? Conosco un modo perfetto per rilassarti", Miles si avvicinò a Ginger come un felino che s'avvicinava alla propria preda, Ginger si ritrovò ad aderire la schiena completamente allo schienale alla sedia, lottando contro l'impulso di abbassare lo sguardo e guardare quelle invitanti labbra.
"Niente di inappropriato, Miles!"
Il viso di Miles assunse un'espressione di totale sorpresa, per poi alzare una mano per coprirsi la bocca. "Mio Dio, Ginger, sei davvero una canaglia a pensare certe cose! E pensare che volevo chiederti un ballo."
"Un... Un-ballo?"
"Ovvio!" Miles si alzò e raggiunse Ginger, tendendogli la mano come un gentiluomo in attesa che la dama accetti l'invito. "Cosa ne pensi?"
Ginger respirò profondamente nel tentativo di calmarsi, non avrebbe vissuto a lungo con Miles che faceva degli scherzi del genere. Lanciò a Miles uno sguardo significativo che venne deliberatamente mal interpretato.
"Oppure... Potremmo sempre fare quello che avevi in ​​mente, son sempre momenti divini e allegri. Dopotutto, sarebbe anche un buon modo per rilassare i nervi."
Ginger, rosso in viso, gli prese la mano e lo condusse in mezzo al piccolo soggiorno, guardando ovunque tranne Miles, che sorrideva come un bambino a Natale.
"Ti avverto, non sono molto bravo in questo genere di cose." sussurrò mentre aveva puntato gli occhi per terra, solo pochi istanti dopo alzò la testa per fissare Miles. "Anche durante il nostro matrimonio, io e Nina non abbiamo ballato, non... Voglio dire, non ho questa predisposizione alla danza."
E Miles rise a quell'ammissione, alleggerendo l'atmosfera: "Povera la mia piccola Nina, non oso immaginare i momenti imbarazzanti!" accarezzò la guancia di Ginger e poi gli prese entrambe le mani. "Allora lascia che la mamma ti insegni come farlo correttamente."
E Ginger si lasciò guidare, anche se teoricamente interpretava la parte dell'uomo e Miles la parte della donna. Stavano ballando un valzer, considerando i passi; non che capisse qualcosa della danza, lui che aveva dedicato la sua vita ai doveri militari e ad attività tutt'altro che ricreative, ma era piacevole dedicarsi a qualcosa di frivolo, sebbene la sua utilità gli fosse ancora sconosciuta.
Forse, pensò Ginger, la bellezza di Miles non stava nel suo modo di vestirsi, o nelle sue risate, o nei suoi occhi o nel suo modo di agire totalmente fuori dagli schemi; il Capitano era giunto alla conclusione che la bellezza di questo giovane stava nella forza con cui trascinava gli altri a fare qualcosa di diverso, assicurando il divertimento che stavano cercando. Una mente brillante e straordinariamente inarrestabile.
Miles decise di volteggiare sotto il braccio sinistro che Ginger aveva sollevato per lasciarlo passare, poi s'allontanò, ma il Capitano seguì l'istinto di richiamare a sé la sua dama; sembrava che fosse quello che Miles voleva, perché dopo una piroetta andò ad appoggiare la schiena al petto di Ginger, in un gesto troppo intimo e casto, ma migliore di tutte le volte che solitamente usava con altri ballerini. La mano sinistra di Ginger coprì quella di Miles, mentre quella destra intrecciava le dita con quella dell'altro uomo; Miles stava guardando di fronte a lui, sentendo il respiro calmo di Ginger vicino all'orecchio, non poté fare a meno di ridere della situazione.
"Oh buon cielo!" iniziò a recitare. "Sono stato catturato da una bestia affamata! E io sono un povero bocconcino indifeso!" s'adagiò ancora di più a Ginger, non voleva nessuno spazio tra i loro corpi.
D'altra parte, Ginger chiuse gli occhi, prendendo respiri profondi nel tentativo di calmare il suo cuore; l'uomo stava ancora cercando di convincersi che era normale ballare in quel modo con un amico, un buon amico, che non sentiva assolutamente alcuna soddisfazione di avere il corpo di Miles, un uomo, così spudoratamente vicino al suo, non avrebbe dovuto trovarlo piacevole , non dovrebbe trovarlo appagante...
"Ehm, capitano?"
"Hm?"
"Quanto tempo dovrei restare tuo prigioniero?"
Ginger alzò leggermente le palpebre, fermandosi appena in tempo per non posare le labbra dietro l'orecchio di Miles.
"Finché non ammetti che avevo ragione."
"Che bisognava fare altro invece di ballare?"
Inconsapevolmente, le mani di Ginger si strinsero ancor di più attorno a quelle di Miles.
"Che dovevi portare un ombrello per affrontare la pioggia."
Miles rise di cuore, voltando la testa in modo da poter vedere il viso dell'altro uomo, aveva uno sguardo profondo, serio, sanguigno.
"E se la prossima volta verrai con me?" propose, mordendosi il labbro inferiore per non baciare quella voglia nascosta dai baffi di Ginger, era difficile resistere a un desiderio del genere, soprattutto per uno come Miles che aveva impostato la propria vita a seguire qualunque impulso.
Erano così vicini, i loro nasi quasi si toccavano.
"Solo dopo aver ammesso che avevo ragione."
"Bestia ricattatrice."
"Credo di non aver capito."
E per fortuna Ginger affermava di non essere particolarmente bravo a corteggiare qualcuno. Come lo chiamava questo? Parlare del tempo?
Alla fine Miles decise di cedere, con la promessa che prima o poi si sarebbe vendicato, nessuno, nemmeno il papà, avrebbe potuto mettere la mamma con le spalle al muro... Tranne in occasioni davvero speciali.
Ginger liberò Miles da quella prigione fatta di braccia e mani, non prima d'aver ricevuto un bacio sulla guancia da Miles.
"Voglio uscire."
"Cosa-di nuovo?"
"Sì, ho un disperato bisogno di fare una passeggiata, magari anche di cenare fuori."
"Ma... Fuori piove ancora, Miles, non... Cioè, quello che voglio dire è--"
"È un'ottima occasione per mettere alla prova il mio nuovo accompagnatore."
"Prego?"
"Mi accompagnerai, Ginger?"
Miles si voltò a guardare l'altro uomo, con una richiesta disperata negli occhi: voleva uscire da quell'appartamento prima che potesse fare qualcosa di spiacevole, ma allo stesso tempo non voleva stare solo, voleva ancora la compagnia di Ginger, altrimenti avrebbe rischiato davvero di gettarsi tra le braccia del primo uomo immaginando che fosse Eddie.
Il Capitano rimase in silenzio per qualche secondo, facendo temere il peggio a Miles, ma poi andò alla porta d'ingresso per infilarsi cappotto e cappello, afferrando anche l'ombrello.
Miles lo guardò per qualche istante prima di raggiungerlo, asciugandosi gli occhi mentre lo ringraziava mentalmente per non averlo lasciato solo.
Ginger era semplicemente un angelo.

   
 
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