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Autore: _Tati2308    27/03/2021    2 recensioni
Se c'era una cosa in cui Katsuki non era per niente bravo era rapportarsi con i bambini. Le altre persone giocavano con loro, gli parlavano e ascoltavano pazientemente le loro domande, lui, i bambini, li faceva piangere. E forse fu proprio per questo che non gli sembrò possibile che Eri fosse venuta a cercare proprio lui, che avesse deciso di chiedere aiuto a lui quando avrebbe potuto chiederlo a molte altre persone, di certo più pacate e pazienti di lui. Ma questa non era certo la cosa che lo mise più in difficoltà, quel ruolo spettava di certo alla domanda che la bambina gli fece più tardi:
"Perchè odi deku?"
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Eri, Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Shōta Aizawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era passata da poco la mezzanotte quando Bakugou sentì bussare alla porta della sua stanza nel dormitorio della classe 1-A. Non aveva mai avuto un sonno pesante, spesso si svegliava nel bel mezzo della notte a causa degli incubi che gli infestavano i sogni, era anche per questo che andava a letto così presto, per recuperare il sonno che sapeva avrebbe perso. Ignorò volontariamente quei primi tre colpi appena udibili alla porta e si rigirò sul fianco dall'altra parte del letto, tirandosi le coperte fin sopra la testa.
Dopo nemmeno un paio di secondi quei colpi si fecero risentire, appena poco più insistenti di prima. Sbuffando scocciato si costrinse a sgusciare fuori dal calore delle coperte e a trascinarsi fino alla porta
"Chi cazzo è..."
Le parole gli si bloccarono in gola non appena si accorse che davanti a lui vi era Eri con indosso un pigiama azzurro che le cadeva leggermente addosso, probabilmente di una taglia di troppo, e due occhioni sgranati che lo guardavano quasi imploranti mentre alcune ciocche dei capelli argentei scarmigliati le ricandevano impertinenti sul volto
"B-bakugou...Posso... Posso dormire qui?"
Katsuki restò per un attimo interdetto, quasi scioccato, la guardò senza nemmeno saper cosa rispondere. Perché lui? Cioè, Aizawa-sensei era in missione con alcuni pro-hero, ma sarebbe tornato entro la mattina successiva e poi c'era Deku, perché non chiedere a lui?
"Perché lo chiedi a me? Dov'è Deku?"
Le chiese infatti rendendosi conto troppo tardi del tono brusco con cui aveva posto la domanda, lei però sembrò non curarsene troppo
"Si è allenato tanto oggi e sembrava tanto stanco, non volevo svegliarlo..."
Ah, perché invece lui non aveva fatto nulla quel giorno...Pensó sarcasticamente e stava quasi per risponderle di andare comunque da Deku, quando Eri lo interruppe
"E poi... Volevo stare qui"
"Perché?"
Chiese sperando di sembrare apatico incrociando le braccia al petto, lei lo guardò con i suoi grandi occhioni e con quella che a Katsuki parve essere tutta la sincerità di questo mondo disse "Perché hai gli occhi come i miei e sembri sempre un po' triste..."
A katsuki mancò il fiato, per un attimo il suo cervello andò in black-out, non sapeva cosa pensare, e non era per ciò che aveva detto Eri, ma per come lo aveva detto. Era così piccola e fragile, a momenti sembrava non riuscire a comprendere nemmeno dove si trovasse o come ci fosse arrivata in quel luogo eppure, in così poco tempo, senza nemmeno aver trascorso del tempo insieme, aveva capito di lui più di quanto Bakugou medesimo avesse capito di se stesso
"...E poi Deku russa troppo quando dorme"
Aggiunse in un sussurro, quasi imbarazzata nel dirlo.
Forse fu la tenerezza che gli suscitò, o il voler dimostrare a sé stesso che era un Hero a tutti gli effetti, o forse ancora il fatto che il Piccolo Unicorno avesse appena preso in giro Deku, guadagnandosi la sua simpatia, ma si spostò leggermente di lato e con la testa gli fece segno di entrare. Eri si fiondò nella stanza senza farselo ripetere due volte e corse verso il letto tentando con non poca fatica di arrampicarcisi. Vedendo quei vani tentativi a Katsuki quasi sfuggì un sorriso, roteò gli occhi e si avvicinò al letto aiutandola a salire, poi prese uno dei due cuscini e fece per allontanarsi, avrebbe dormito sul divano. Fu in quel momento che una piccola manina gli afferrò la maglia blu del pigiama costringendolo a voltarsi
"P-puoi... Puoi dormire qui?"
"Hah?"
"Q-quando chiudo gli o-occhi... Vedo... Vedo cose brutte..."
Fu allora che qualcosa scattò dentro di lui, come se avesse visto negli occhi di Eri il riflesso dei suoi. Con uno sbuffo risistemò il cuscino sul letto e si sdraiò accanto a lei
"Adesso dormi"
Disse perentorio, ma a quanto pare Eri non era della stessa idea perché, dopo nemmeno due minuti, gli domandò candidamente
"Perché sei sempre arrabbiato?"
Per qualche secondo non rispose, al punto che Eri fu costretta a ripetere la domanda, credendo che lui non l'avesse sentita, la verità era che Katsuki non sapeva davvero che rispondere, perchè era sempre arrabbiato?
"Perché è più semplice"
Eri si sollevò sui gomiti e lo guardò perplessa, lui sbuffò di nuovo e continuò
"Se sei sempre arrabbiato le persone ti stanno alla larga, tutti hanno paura di te e pensano che tu sia imbattibile... Nessuno può ferirti"
Mormorò qualche secondo dopo forse più a se stesso che a lei
"Ma sorridere è bello...lo non ero capace prima, ma Deku mi ha insegnato che se sorridi le persone sono felici e solo chi sorride sempre è davvero forte"
"Tsk...Sì, è decisamente una cosa da lui"
Mormorò con un ghigno tra il divertito e il disgustato. Eri a quel punto lo guardò con un cruccio in viso che non prometteva nulla di buono e, con la curiosità che solo un bambino può avere, chiese
"Perché sei sempre arrabbiato con Deku? Tu odi Deku?"
E infatti, come volevasi dimostrare quella domanda era la bomba che aspettava dall'inizio.
"Io...N-non odio Deku, è solo che...Cazzo è complicato..."
Non sapeva nemmeno perché si stesse aprendo con una bimba di cinque anni, ma c'era qualcosa nel suo sguardo e in quella notte che gli impedì di tenersi tutto dentro come al solito e, senza nemmeno rendersene conto disse quello che mai a nessuno aveva detto e che forse non aveva mai avuto il coraggio di ammettere nemmeno a se stesso, ma che era come un peso che gravava sul suo cuore da ormai troppi anni

"Sai...A volte è più facile arrabbiarsi, urlare, insultare, fingere di non sopportare una persona... Invece che ammettere di essere completamente dipendenti da lei, di avere la consapevolezza che quella persona ha tutta la tua fiducia e che ormai non è più lui a seguire te, ma tu a cercare di raggiungere lui... È più facile fingere di odiare una persona che ammettere di amarla"

'Perché più ami una persona, più ti farà male quando la perderai', ma questo, Katsuki preferì tenerlo per sé.
Quelle parole, finalmente uscite dalle sue labbra ebbero su Katsuki l'effetto di una bomba, era come se non si fosse mai reso conto delle sue parole prima di quel momento. Solo dopo qualche secondo si accorse che Eri lo stava ancora fissando, forse aveva capito il significato delle sue parole, forse no, a Katsuki non importava, perché quelle parole erano servite più a lui che a lei. D'un tratto due piccole e fresche manine si posarono sul suo volto e sotto lo sguardo di un attonito Bakugou si mossero delicate su tutto il viso, percorsero la linea dritta del naso, gli zigomi appuntiti, le sopracciglia sollevate in un'espressione di sorpresa, fino alle punte ispide dei capelli, per poi tornare giù fino alla bocca e, senza un attimo di esitazione, ne sollevarlo gli angoli nel tentativo di formare un sorriso
"... Non fai paura quando sorridi"
Disse semplicemente con un espressione concentrata, fu allora che Katsuki sentì il nodo nel petto allentarsi e il respiro farsi nuovamente calmo, e per la prima volta dopo molto tempo sorrise, un sorriso vero, che contagiò anche Eri
"Te l'hanno mai detto che non si dovrebbero mettere le mani in faccia alle persone senza il loro consenso, neh Piccolo Unicorno?"
Eri rise, inconsapevole del fatto che le sue parole di poco prima avesso davvero smosso il cuore confuso di Katsuki
"Adesso però dormi"
Mormorò lui ritenendo che per quella sera il suo cuore e la sua pazienza avevano retto abbastanza. Eri si sdraiò di nuovo e senza troppe cerimonie prese il braccio di Katsuki e se lo portò a circondarla quasi fosse una barriera immaginaria, poi si rannicchiò contro di lui e mormorò un "buonanotte" al quale il biondo rispose con un grugnito poco elegante, ancora sorpreso per l'intraprendenza di quel cucciolo d'uomo e per il fatto che lui, lo scorbutico Bakugou Katsuki, l'avesse lasciata fare senza troppe storie. Decise di non farsi troppe domande, per quella notte era già abbastanza così e chissà, forse per la prima volta, sarebbe riuscito ad avere un sonno senza incubi. 

Era passato ormai qualche minuto quando, con la voce già un po' impastata dal sonno ed il naso premuto contro la maglietta di Bakugou, Eri sussurrò
"Profumi di caramella"
Katsuki, che non si era ancora addormentato, sorrise inconsciamente e rispose
"È nitroglicerina"

1397 parole

   
 
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