Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Joy    29/03/2021    2 recensioni
“Non è il momento di fare il pudico, Kirshtein” decreta, avanzando di qualche passo, le braccia cariche di scorte mediche. “Non ne abbiamo il tempo."
[JeanxMarco, Warning:situazioni imbarazzanti]
Genere: Comico, Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hanji Zoe, Jean Kirshtein, Marco Bodt
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Hurt/Comfort

Comico

JeanxMarco

Hanji caretaker

Warning: iniezione, situazioni imbarazzanti.

 

 

 

Questione di fortuna

 

 

 

“Glielo hai detto?!”

Marco, immobile accanto al suo letto, si morde il labbro inferiore.

“N..non volevo, ma...” increspa la fronte in un'espressione abbattuta e accenna un sorriso colpevole.

“Glielo hai detto” ripete Jean tra sé, nascondendo il viso nel cuscino. “Non voglio crederci.”

Hanji, in piedi sulla soglia del loro alloggio, lancia un'occhiata preoccupata alla sagoma sudata sotto il lenzuolo, al suo volto cinereo e alla vibrazione impastata della sua gola ogni volta che il respiro gli esce dalla trachea.

“Non è il momento di fare il pudico, Kirshtein” decreta, avanzando di qualche passo, le braccia cariche di scorte mediche. “Non ne abbiamo il tempo. E poi” seguita con voce squillante “non è certo la prima volta che vedo il posteriore di un mio sottoposto.”

Si libera le braccia, rovesciando i medicinali sul tavolo al centro della stanza.

“O di un superiore” si sente in dovere di aggiungere.

Jean emette un rantolo agonizzante, molto diverso dai lamenti dovuti all'infezione che lo hanno accompagnato per buona parte della notte, e Marco comincia seriamente a dubitare del buon senso delle sue azioni.

Si siede sul letto e gli passa le dita tra i capelli sudati.

“Non preoccuparti, Jean” gli sussurra, pregando che le sue parole non risultino troppo forzate. “Il Caposquadra Hanji sa essere molto professionale.”

“Non eri dello stesso avviso, durante il tuo ricovero dopo la battaglia di Trost” ribatte quello senza pietà.

Marco sussulta: può ancora sentire, sull'eco del braccio mancate, i denti del gigante che gli spappolano le carni, ma è troppo preoccupato per Jean per lasciarsi andare al panico che quei ricordi risvegliano nella sua mente. Per cui si china su di lui, abbozzando un sorriso mesto e lascia che la mano gli scivoli sulla guancia.

“Ma io sono stato ricoverato per oltre due mesi” gli dice. “Non c'era parte del mio corpo che mi appartenesse davvero.”

Muove il pollice sul suo zigomo e Jean chiude gli occhi.

“Tu domani starai bene.”

“Coraggio piccioncini” trilla Hanji interrompendoli e aggiustandosi gli occhiali intorno alla testa. “Vediamo questa chiappa.”

Jean spalanca gli occhi.

“Professionale, eh?” ringhia tra i denti, appena si riprende.

E Marco è sicuro che quello sguardo assassino lo tormenterà di notte nei secoli a venire.

 

***

 

“Hai visto cosa ti ha morso?” gli chiede Hanji abbassando il lenzuolo, dopo aver esaminato la ferita e l'alone violaceo che la circonda.

“Certo che no!” sbotta Jean, un braccio a coprirgli la faccia rossa e l'altra mano talmente stretta attorno alla sua, che Marco è sicuro gli stia lasciando il segno delle unghie. “Ero un attimo distratto dalle altre cose che volevano mordermi. Hai presente i giganti? Sai, quelli che infestano il territorio fuori dalla mura.”

Marco solleva gli occhi al cielo, stempera la rabbia del suo compagno con un paio di carezze su e giù tra la nuca e il collo, e rivolge ad Hanji uno sguardo di scuse.

Poi, per buona misura, aggiunge anche il labiale di un Fai il bravo, per favore.

Jean sbuffa.

“Bè, in ogni caso sei stato fortunato” commenta Hanji, armeggiando con le fiale che ha portato con sé dall'infermeria del Quartier Generale. “Le cinghie dell'imbracatura hanno impedito al veleno di propagarsi troppo” spiega, sollevando di nuovo il lenzuolo e posandogli una mano sul fianco.

“Con questo antidoto dovresti migliorare” lo informa, un istante prima di affondare con disinvoltura l'ago nella natica malconcia.

Il grugnito che Jean soffoca nel cuscino la dice lunga sulla leggiadria della sua mano.

“Su, su” cantilena Marco, strofinandogli il palmo aperto sulla schiena. “È tutto finito.”

Ed è sicuro che anche Jean voglia crederlo, nonostante il suo tono incerto, ma ha come la sensazione che Hanji non darà per scontata la sua completa guarigione.

“Tornerò domani sera a controllarti, Kirshtein” chiarisce infatti quella, un istante dopo. “Potrebbe essere necessaria una seconda dose.”

Il silenzio che segue è interrotto solo dal suono della gola di Jean che deglutisce a vuoto.

Marco, in tutta onestà, non se la sente di commentare.

Osserva Hanji in silenzio, mentre si allontana dal letto ed inizia a radunare le sue attrezzature. Prima di avviarsi verso la porta, si gira e lancia a Marco una giara piena di unguento.

“Devi spalmarla sulla ferita tre volte al giorno” gli dice. “Finché la pelle non sarà tornata del colore normale.”

“Posso farlo da solo!” vocia Jean in protesta, ma Hanji scrolla le spalle con noncuranza e scocca a Marco uno sguardo d'intesa.

“Quando avrai finito, conserva quel che resta” gli suggerisce. “Può esservi utile in altre occasioni.”

Marco è abbastanza sicuro che Jean, ancora sdraiato su un fianco accanto a lui, abbia improvvisamente smesso di respirare; lo consola che il rossore sulle loro facce sia ora talmente diffuso da non notarne la differenza.

Hanji, per tutta risposta, afferra canticchiando il pomello della porta e prima di chiudersela alle spalle, si premura di rivolgere ad entrambi un sorriso smagliante.

“A domani, piccioncini” tuba, strizzando loro l'occhio.

 

 

Fine

 

Io veramente non ho il coraggio di commentare 'sta roba che ho scritto. XD

Per cui, sopportatemi e basta, non chiedo altro. ^^

 

Joy.

  
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