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Autore: Oh_my_Darvill    03/04/2021    1 recensioni
Ciao a tutti, come va?
Ecco a voi "HELLO SWEETIE".
Ho visto che esistono poche storie sul 13th Doctor e questa cosa mi dispiace davvero molto, a me Jodie Whittaker è piaciuta molto nei panni del Dottore, quindi ecco qui questa nuova one-shot.
Come mi è venuta in mente quest'idea? Beh, semplicemente non appena ho visto com'è terminata la dodicesima stagione, mi sono detta, 'qui devo assolutamente scrivere qualcosa su 13th e River Song'.
Oltre a questo nell'ultima puntata in cui River è apparsa, ha fatto riferimento a una moglie e io, come al solito, spero che la moglie in questione sia 13th.
Questa è una mia idea su un loro ipotetico incontro. Spero che vi possa piacere.
ATTENZIONE!!!: questa one contiene SPOILERS sulla dodicesima stagione.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Doctor - Altro, River Song, TARDIS
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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"Doc, allora, che si fa?" mi domandò Yasmin Khan, meglio conosciuta come Yaz, mia amica fedele e attuale compagna di viaggio.
"Ti riporto a casa!" le risposi inserendo le coordinate che ci avrebbero portate a destinazione.
"Ma Doc... non mi sento in vena di tornare ora! Ho voglia di fare un altro giro!" protestò.
La guardai nei suoi grandi occhi marroni scuro leggendoci tanto sconforto.
"Yaz so che sei triste. Non è stato facile nemmeno per me salutare Graham e Ryan, i miei due cuori si sono spezzati quando ci hanno detto che ci volevano lasciare per tornare a vivere una vita normale. Loro facevano parte della nostra famiglia, ma, devi essere contenta perché loro stanno bene: sono salvi, sani e li potremmo incontrare quando vorremmo!" le risposi rassicurandola, cercando, come sempre, di mostrarmi forte.
Tuttavia io stavo male proprio come lei, anche se dovevo ammettere che loro furono alcuni di quei pochi companion fortunati, che mi avevano lasciato in modo meno drammatico, prima di loro solo Martha Jones mi aveva lasciato di sua spontanea volontà.
La mia mente passò a ripercorrere i destini e le fini fatte dai miei vecchi compagni per poi arrivare a quelli più recenti: Rose Tyler, Donna Noble, i coniugi Amy e Rory Pond, Clara Oswald, Bill Potts, Nardole...

Senza tralasciare e scordarsi della donna che era stata "Salvata"...

Già lei!
Lei che come tante altre si era sacrificata per me e che ogni giorno mi mancava sempre di più, quanto mi sarebbe piaciuto poterla vedere un'altra volta, magari un'ultima volta.
Sì, mi sarebbe realmente piaciuto tanto, tuttavia, dovevo essere realista e mettermi i cuori in pace, sapevo che io mi stavo immaginando un'utopia irrealizzabile, non sarebbe potuto essere possibile, la nostra timeline era finita dopo quella meravigliosa notte. I nostri ventiquattro anni passati insieme, solo io e lei!
Che meraviglioso ricordo!
"Doc, ma io sono preoccupata per te: sei sparita per ben otto lunghi mesi e non mi hai ancora detto che cos'è successo su Gallifrey." rincalzò lei riportandomi con la mente sul mondo reale.
"Te lo racconterò, ma non oggi. Non rendiamo questo giorno triste ancora più infelice."
"Tu ora che cos'hai in mente di fare? Tornerai là?" dovevo proprio ammettere che, la ragazza dalla pelle color cioccolato, mi conosceva fin troppo bene e inutile dire che il suo lavoro da poliziotta le si addiceva proprio.
"Io ho solo bisogno di stare da sola per qualche ora e tu, allo stesso modo, di passare un po' di tempo con la tua famiglia e tua sorella. Verrò a riprenderti presto, non ti accorgerai neanche che sono partita, sai bene che ho la possibilità di tornare il secondo successivo a quello di partenza. Tornerò a prenderti presto!" risposi elusiva.
"Tornerai, questo lo so! Spero solo che non ci metterai otto mesi come la scorsa volta."
"Non è stata colpa mia. Mi avevano messo in prigione e se non fosse stato per il capitano Jack Harkness sarei ancora là. Yaz non temere, mantengo sempre le mie promesse!" la rassicurai mentre il TARDIS con un ultimo flebile rumore ci fece capire che eravamo giunti a destinazione.
"Okay! Io sarò qui ad aspettarti ma non metterti nei guai nel frattempo!" disse prima di uscire.
"Ci proverò!" le risposi mentre lei mi sorrise amaramente chiudendosi la porta blu alle sue spalle.

Ero rimasta sola.

"Bene, cara TARDIS sai dove voglio andare giusto? Io devo tornare là, ne ho bisogno e tu lo sai. Quindi che aspettiamo? Partiamo!"
Tirai una levetta verso di me, mentre la mia navicella iniziò col suo viaggio verso la destinazione prestabilita, iniziai a rimuginare su tutto ciò che era accaduto qualche mese prima.
Per la seconda volta, in tutta la mia esistenza, dovetti far i conti con ciò che feci e portarmi addosso quel peso, non avrei mai avuto la forza di perdonarmi. Avevo compiuto un gesto ignobile e anche se, da questo avvenimento, che mi aveva profondamente segnato, erano già passati diversi mesi, il rimorso, la tristezza, la rabbia, la frustrazione non mi avevano ancora abbandonato e ne soffrivo tanto... troppo!
Eppure, come successe per la Guerra dei Tempi, non ebbi scelta, in ballo c'era troppo per poter rischiare di mandare in frantumi l'universo intero, non ci furono alternative o vie di fuga.
Mi ritrovai col battermi con dei nemici "invincibili" e "immortali", avevano la capacità di ripararsi e rigenerarsi fino all'infinito, quindi, l'unica opzione che mi rimase fu, quella di scegliere, di sacrificare l'intero pianeta con ogni sua forma di vita per poter salvare l'universo intero.
Un po' come quella volta che dovetti decidere tra la distruzione della città di Pompei e dei suoi abitanti, grazie all'eruzione del Vesuvio, per contrastare i piani dei Pyrovilian ed evitare la conquista del mondo da parte loro.

Una città per il mondo allora e un pianeta per l'universo ora.

Un secondo dopo aver tirato la leva, mi ritrovai su quest'altro pianeta.
Uscii con il cuore in gola. Non era rimasto più nulla: le strade che una volta erano piene di gente che passeggiava felice tra le sue viuzze ora erano vuote, non esistevano più le case, i palazzi... era stato tutto spazzato via.
I ricordi di tutti i bambini che giocavano colmando l'aria di tanta allegria, delle donne che li accudivano, che preparavano i viveri all'interno delle case, degli uomini che lavoravano instancabilmente, ma allo stesso modo, di tutte le persone che semplicemente parlavano amabilmente tra di loro ogni giorno, mi fecero scendere una lacrima lungo il viso.
Mi misi in ginocchio. Non potevo più reggere quel peso immane che mi stava schiacciando, il pianeta, in cui ero atterrata, era ormai un pianeta morto: nemmeno un filo d'erba sarebbe più stato in grado di crescere.

Questo era tutto ciò che ne era rimasto di Gallifrey.

Della Gallifrey florida e gloriosa, della Gallifrey dei Signori del Tempo, della mia patria, della mia città e della mia casa... non era rimasto assolutamente nulla, se non un ammasso di polvere e di detriti.
Afferrai con le mani la soffice sabbia che mi circondava, la lasciai ricadere al suolo aspettandomi il formarsi una scia rossiccia nell'aria, formata dai granelli di polvere portati via dal vento, purtroppo, non accadde nulla di tutto ciò e le ceneri del mio pianeta ricaddero pesantemente per terra.
Con la detonazione della "Particella della Morte" perfino l'atmosfera era stata spazzata via; io ero lì e potevo ancora respirare l'ossigeno solo grazie a quello fornitomi dal TARDIS.
Distrutta, a causa della mia sofferenza e dal dolore, feci ciò che negli ultimi otto mesi, mentre ero in prigione, non avevo ancora fatto, ovvero piangere.
Delle lacrime calde e salate iniziarono a scendermi copiose lungo il viso finendo sopra la sabbia formando così una poltiglia rossastra.

Ero completamente persa e distrutta!

Ma, proprio in quel momento di debolezza, sentii una dolce melodia che iniziò a farsi sempre più vicina, assieme a quella paradisiaca sinfonia, iniziai a percepire un gradevole profumo floreale e quando meno me lo aspettai, sentii una mano poggiarsi sopra una mia spalla.
Istintivamente mi voltai e mi trovai davanti all'unica persona che in quel momento volevo al mio fianco, l'unica persona che era in grado di comprendermi e che mi completava.
Mi sorrise calorosamente e con un gesto pieno d'amore mi asciugò le lacrime, regalandomi un sorriso che mi alleviò, almeno per quel breve istante, tutto il dolore che stavo provando.
Non stavo sognando e tanto meno era un'utopia, avevo veramente davanti a me la figura più eterea di tutto l'universo, con il suo sorriso sgargiante e birichino, i suoi meravigliosi occhi vispi di un magnifico verde rubino e i suoi folti capelli ricci e biondi che si muovevano sinuosamente a ogni minimo movimento della donna, io non potei che mirarla meravigliata.
"Ciao Dolcezza!" esclamò con quella sua voce suadente che ogni singola volta riusciva a mandarmi in estasi, "Sapevo che sarei riuscita a trovarti qui!"
"River!" i miei due cuori iniziarono un forte assolo di batteria e quasi temetti che potessero da un momento all'altro uscire dalla mia gabbia toracica, "Che cosa ci fai qui? Non immaginavo che sarei più stata in grado di vederti. Pensavo che tu fossi già parte del mio passato!"
"Dolcezza non puoi liberarti di me con così tanta facilità, d'altronde sono tua moglie!" ci rise su.
Amavo la sua risata, era una specie di cura per i miei mali e in quel momento ciò di cui avevo più bisogno era di poter stare con lei.
"Pensavo che il nostro cerchio si fosse chiuso e che non avrei più avuto la possibilità di vederti dopo Darillium. Come fai a essere qui?" domandai curiosa, ma, in ogni caso, sapevo bene che non mi avrebbe mai svelato il suo segreto.
"Spoiler Dolcezza!" mi rispose per l'appunto.
Mi mancavano tutti i suoi "Spoiler", tutti i suoi "Dolcezza", i suoi baci, i suoi sguardi, i suoi magnifici capelli ricci, il suo carattere spigliato... insomma... mi mancava proprio tutto di lei.
"Non è che hai rubato il mio TARDIS mentre eravamo su Darillium per venire qui da me in questo preciso istante?"
"Spoiler!"
"Se così fosse, la cosa non mi stupirebbe minimamente... sarebbe proprio da River Song!"
"E tu, seppure ora sei diventata una donna, sei sempre la stessa. Non cambi mai Dottore!" mi fece notare.
"Cosa ne pensi del mio nuovo aspetto?" domandai, curiosa di sapere l'opinione di mia moglie.
"Che ti trovo ancora più attraente! E tu? Ora che hai cambiato sesso hai cambiato opinione su di me?" mi rispose allungandomi una mano.
"No. Aggiungo col dire che sei magnifica come sempre!" le feci sapere, afferrando la sua mano, stringendola con tanto amore.
Mi strizzò l'occhio sorridendomi felice, risposi al sorriso iniziando ad avvicinarmi a lei guardandola fissa negli occhi, dove bruciava tutto quel gran ardore che ogni volta era in grado di farmi impazzire.
Eravamo sempre più vicine, sentii il suo respiro addosso che mi provocò dei piacevoli brividi lungo la schiena, le nostre dita si intrecciarono, più i secondi passavano e più le nostre labbra erano vicine, finché, dopo pochi secondi, che a me parvero un'eternità, si unirono in un appassionato, lungo e fantastico bacio che ci lasciò quasi senza fiato.
Spostai le mie mani e iniziai ad accarezzarle quei morbidi capelli, sotto le mie dita parevano fossero fatti con la seta, mentre lei mi cinse la vita attirandomi ancora più vicina a sé e continuammo a baciarci, trasportate da questa fantastica passione che entrambe avevamo sempre provato.

~~~~~~~~~~~~

"Allora questo giro quanto tempo abbiamo a disposizione? L'ultima volta su Darillium abbiamo passato i nostri ventiquattro anni più strepitosi della nostra esistenza. Ora dove mi porterai mia cara archeologa River Song?" chiesi curiosa di poter scoprire i piani di quella fantastica donna che avevo da sempre amato e che ora era davanti a me.
Nel nostro ultimo viaggio la destinazione l'avevo scelta io, questo giro lasciai decidere alla figlia del TARDIS dove portarmi.
Lei mi rispose con due semplici parole:
"Spoiler Dolcezza!"
   
 
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