Con il ferro caldo e una spazzola, i capelli si trasformarono in tanti lunghi e morbidi riccioli che le ricadevano con grazia sulle spalle. Una coroncina di fiori e brillantini completò l’opera.
“Non tirare in quel modo, mi fai male, accidenti! Un giorno o l’altro, vedrai che te le taglio, quelle brutte zampacce verdi!”
“Ora guardati, non sembri più tu” le disse porgendole lo specchio.
“Sto benissimo, ora andiamo?”
“Trucco! Ti ricordo che hai la pelle molto chiara e le forti luci del teatro rischiano di farti sembrare uno spettro, quindi via libera al fondotinta e fard sulle guance.
“Quando finisce questa tortura, si può sapere?” replicò la ragazza al limite della sopportazione.