Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: Allen Glassred    16/04/2021    0 recensioni
Questa raccolta è un regalo di compleanno ( un pò in ritardo) ad un'amica, che ha inserito nella serie canonica la sua pg di cui si legegrà in questa storia.
Serena Klyne è la figlia biologica di Raphael e Valentina e figlia scelta di Castiel. Ma come sarebbe stato per lei, avere come padre un altro Arcangelo? Questa raccolta ce lo mostrerà, fino ad arrivare alla fine in cui vedremo i momenti con il " padre scelto " e quello " canonico ". Spero possa piacervi questa nuova raccolta e buona lettura!
Genere: Angst, Generale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Bloody Sunset '
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Per il tuo bene
( Michael )


La piccola dalla chioma bionda inizia a piangere, portando le mani chiuse a pugno agli occhi mentre dalla leggera sbucciatura al ginocchio inizia a sanguinare, seppur lievemente. “ Papà! “. Fa semplicemente, mentre chi la sta accompagnando nella passeggiata in quegli immacolati giardini si limita a rimanere di spalle: le sue bellissime ali sono dispiegate e sembrano quasi volerlo proteggere da un ipotetico pericolo, lui non pare scomporsi neppure quando la piccola continua a chiamarlo. “ Papà! Sono caduta, mi fa male il ginocchio “. Continua la bimba dalla chioma bionda. Ma lui non pare scomporsi e, di lì a poco, prende parola seppur non volgendosi verso colei che è sua figlia.

“ Avanti, alzati da sola “. Sentenzia e, a quella frase, la bambina continua a piangere senza tuttavia provare ad alzarsi.

“ Ma mi sono fatta male! Aiutami! “. Continua. Questo tuttavia non pare scuotere l’animo del giovane dalla chioma rossa: si limita a voltarsi verso di lei per poi prendere parola di lì a poco.

“ Avanti, Serena: alzati da terra e smetti di piangere. Visto cosa succede a disobbedire a tuo padre? “. Chiede ma, a quella frase, la bambina porta il suo sguardo colmo di lacrime in quello di ghiaccio di lui.

“ Sei cattivo! Mamma! “. Fa, volgendo ora lo sguardo alla donna che fino a quel momento è rimasta in disparte: la sua lunga chioma mogano pare quasi baciata dalla luce, quella luce che solo nell’eterno giardino dell’Eden si può scorgere. Le sue ali bianche sono anch’esse dispiegate, ma meno numerose di colui che sta ancora osservando la piccola a terra senza tuttavia aiutarla.

“ Forza tesoro mio, so che puoi farcela “. Sussurra semplicemente colei che si rivela essere Valentina, tramite di Giustizia e figlia di Dio. “ Alzati “. La incita, ma la figlia non pare voler sentire ragione.

“ Papà è cattivo e tu non mi vuoi aiutare! Perché non mi volete bene? “. Chiede, riflettendo: è vero, sua madre e specialmente suo padre sono davvero molto severi con lei, a volte le danno quasi l’impressione di non volerle bene ed a volte si domanda se non sia realmente così. A quella frase tuttavia, colui che si rivela essere Michael prende finalmente parola.

“ Serena, ascoltami bene “. Inizia il discorso, attirando così l’attenzione della piccola Nephilim. “ Amare un figlio non significa solamente coccolarlo e dirgli quanto sia bravo: amare un figlio significa anche questo, insegnargli a cavarsela con le sue sole forze. Se ora io o tua madre ti aiutassimo, se ti tenessimo sempre sotto la nostra ala protettiva, non cresceresti mai. Non sapresti cavartela da sola e saresti sempre dipendente da noi. E quando ti troverai ad affrontare delle difficoltà o dei nemici da sola, non ne sarai in grado “. Fa, mentre la piccola smette istantaneamente di piangere come se le fosse stato ordinato. A quelle parole Valentina sorride lievemente, chinandosi ed arrivando all’altezza della figlia e guardando il suo viso.

“ Tuo padre ha ragione: se non ti aiutiamo, non è perché non ti vogliamo bene. Anzi, è proprio per il tuo bene che vogliamo che impari a farcela con le tue sole forze: noi saremo qui a sostenerti, ma devi essere tu a farlo. Lo capisci? “. Chiede e, a quella frase, la bambina pare improvvisamente acquisire determinazione. Posa le mani a terra e, facendo lievemente leva su esse si alza da terra: ha capito cosa voglia dire sua madre, finalmente ha compreso perché i suoi genitori si comportano così. Fuori dal Paradiso ci sono ancora parecchi nemici: lei è figlia della spada di Dio e di Giustizia, un bersaglio sin troppo ambito da demoni senza scrupoli che non esiterebbero ad aggredirla per poterla portare dal loro signore, Lucifero. O peggio, ucciderla senza pietà: ecco perché lei deve diventare forte e lo deve fare da sola, è solo ed esclusivamente per il suo bene. Dopo alcune difficoltà e seppur un po' barcollante per via del ginocchio lievemente dolorante, Serena riesce nel suo obiettivo: si alza in piedi per poi cercare di raggiungere suo padre.

“ Visto? Papà, ce l’ho fatta! Sono stata brava? “. Chiede. A quella domanda lui non dice nulla: lascia che la piccola cammini per alcuni passi e, quando sta per cadere nuovamente, la afferra chinandosi lievemente per poter arrivare alla sua altezza.

“ Certo che sei stata brava: vedi che non era poi così difficile? “. Chiede semplicemente. La bambina non può dirlo con certezza, ma è più che sicura di aver visto l’ombra si un sorriso: il primo forse, il primo sorriso che suo padre le abbia mai rivolto. Senza dir nulla annuisce, per poi fiondarsi letteralmente tra le sue braccia e stringendosi forte a lui. Per un istante Valentina osserva la scena, sorridendo lievemente di lì a poco.

“ Guardala: nostra figlia ti ama davvero tanto, vedi? Ora sa perché ti comporti così, non penserà mai più che non le vogliamo bene “. Posa una mano sulla spalla del rosso, che di lì a poco posa quella libera su quella della donna ed annuisce.

“ Speriamo solo che basti a renderla più forte, contro i nemici che verranno: te l’ho detto, noi non potremo essere sempre lì a proteggerla “. Sentenzia l’Arcangelo del fuoco, la donna annuisce semplicemente.

“ Lo sarà, vedrai. Lo sarà: è degna figlia di suo padre “. Fa, con un lieve sorriso: sa benissimo che abbassare la guardia è l’ultima cosa da fare, tuttavia in quel momento vuole solo godersi quell’attimo di pace, senza altre preoccupazioni.

   
 
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