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Autore: MaryElizabethVictoria    16/04/2021    0 recensioni
Elizabeth Smith è una ragazza di diciassette anni perfettamente normale che conduce una vita perfettamente normale, quasi noiosa. Fino a che un giorno tutto cambia improvvisamente e si ritrova sola in un posto strano e che non conosce, circondata da ragazzi e ragazze della sua età con superpoteri. Riuscirà la normalissima Ellie ad integrarsi nel gruppo e soprattutto a capire cosa diamine le è successo?!
Alla fine andrà tutto bene, giusto?
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quella sera nel dormitorio Sarah Rogers convocò tutti a rapporto, esattamente come un generale che dispone delle sue truppe. I ragazzi si sedettero attorno a lei che senza ulteriori indugi procedette illustrar loro il piano di fuga. Era un buon piano, ad onor del vero, si capiva che non era frutto di un impulso momentaneo ma che la ragazza ci aveva riflettuto su da molto più tempo. Non era la sola comunque. Un po' tutti avevano preso in considerazione quell'ipotesi, specialmente all'inizio quando tutto gli sembrava troppo assurdo e alienante, ma la ferita ancora troppo recente che si portavano dietro unita al senso di colpa li aveva sempre trattenuti dal passare ai fatti.

L'opinione generale era che in fondo un po' se lo meritassero di restare rinchiusi lì, perché tutti a modo loro si sentivano ancora responsabili per Philip.

L'arrivo di Ellie nel gruppo aveva come spezzato quella prigione mentale, permettendogli finalmente di concentrarsi su un problema esterno e risolvibile anziché tormentarsi interiormente. Ad ogni modo, a sentir Sarah era tutto molto semplice: costruire un diversivo, rubare un Quinjet di quelli a disposizione dello Shield, superare la Barriera con le loro credenziali e darsi alla macchia. Facile come bere un bicchier d'acqua, diceva lei, mentre gli altri erano tutti più o meno scettici anche se non volevano contraddirla apertamente. Non si trattava che di sistemare i dettagli, insisteva Sarah, ormai febbrilmente assorta insieme ad Ellie nei loro preparativi in stile 'fuga da Alcatraz'.
Alla fine fu Blake come sempre a prendere la parola per il gruppo.

-Tutto fantastico Sarah, ma perchè adesso? Abbiamo avuto un anno per studiare le difese del posto, abbiamo già provato a ipotizzare qualcosa, soprattutto i primi tempi,  ma alla fine eravamo tutti d'accordo che fosse troppo rischioso...

-Ellie ha bisogno di risposte e anche io- dichiarò Sarah, che non era troppo abituata ai giri di parole, specialmente nei momenti di crisi.

-Scusa tanto, ma da quando ti importa di cosa vuole Ellie?- domandò Cali, per la verità senza sforzarsi di nascondere un po' gelosia per tutta quella attenzione che improvvisamente Sarah stava dedicando alla ragazza- Senza offesa, nuova arrivata, è stato divertente farci quattro risate e tutto... ma perché dovremmo rischiare tutti per aiutarti?

-Mi importa perché lei è una nostra amica- decise Sarah, che era stata fin ora quella più restia ad accettarla nel loro gruppo, mentre ora sembrava la più accanita sostenitrice di Ellie- E ti sto chiedendo di aiutarmi perché tu sei mia sorella.

Cali non batte ciglio ma subito la sua postura si ammorbidì.
Tutti i presenti, Ellie compresa, sapevano ormai che non c'era niente che non avrebbe fatto per Sarah, compreso mentire o uccidere. Da quando era venuta a vivere dai Rogers era stato chiaro che qualsiasi cosa ci fosse stato prima nella sua vita era intenzionata  lasciarselo alle spalle, adesso erano loro la sua famiglia.
La corvina, soddisfatta di quell'upgrade, non ebbe infatti più altro da obbiettare.

-Lo faremo stanotte- aggiunse Ellie, che era al settimo cielo, infatti era convinta che tutti insieme unendo i rispettivi talenti sicuramente ce l'avrebbero fatta e lei avrebbe presto potuto riabbracciare i suoi genitori.
L'ottimismo se non altro non le era mai mancato.

Intanto i ragazzi stavano pian piano entrando nel vivo della discussione, approfondendo i dettagli, non ultima la questione etica.

-Le tue decisioni saranno le nostre Sarah- disse alla fine Sebastian con aria grave- ma non ci stiamo dimenticando di qualcuno?

Ovviamente nessuno, in cuor suo, si era dimenticato dell'elefante ella stanza.
Solo non avevano ancora avuto il coraggio di tirarlo fuori.
Perfino i gemelli che non avevano mai avuto problemi a dire quello che pensavano fecero finta di niente.

-Ha ragione- ammise Blake - se come dici questo posto ha dietro qualcosa di losco, non possiamo andarcene senza Morgan. E non possiamo nemmeno lasciare indietro gli altri.

L'argomento Morgan Stark non veniva tirato fuori da un anno, esattamente da quando era successa la tragedia. Inizialmente erano tutti arrabbiati, delusi e feriti dal suo comportamento. Sarah non voleva neanche sentirla nominare. Come sempre era stato Blake a fare uno forzo per mettersi anche dall'altra parte. Tutti stavano male, lui per primo non poteva perdonarsi di avere perso il controllo in una situazione critica e pertanto di non essere stato d'aiuto. Chissà, se avesse controllato meglio il suo potere anziché abbandonarsi alla sua furia distruttiva avrebbe potuto salvare il suo amico Philip, che era quasi un fratello.
Blake era sicuro che se i ruoli fossero stati invertiti Philip ce l'avrebbe fatta, si sarebbe comportato come sempre nel modo corretto. Invece lui lo aveva deluso: era stato debole nel peggiore momento possibile. Sarebbe stato facile perfino adesso fare finta che non fosse così e addossare tutte le colpe a Morgan Stark. Ma pur con tutti i difetti Blake non era certo un codardo.

-Vado io a prenderla- si offrì dunque il ragazzo- inoltre se riusciamo ad aprire la Barriera per tutti anche gli altri potranno decidere di andarsene o meno in autonomia. In fondo è una loro scelta.

-Vengo con te- si propose Ellie, che lo faceva sia per solidarietà verso di lui che per avere l'occasione di ripagare Morgan della gentilezza che le aveva s riservato al suo arrivo, nel suo momento più vulnerabile. Sarah annuì con un'impercettibile cenno del capo.

-Ok per la Barriera, posso risalire alle coordinate di apertura entrando nei sitemi dello Shield- proseguì la ragazza, sempre in possesso del cellulare di Coulson, ricapitolando i diversi passaggi- Quanto ai bracciali sono un'altra storia. La magia ce li ha messi e la magia deve toglierli.

-A quello pensiamo noi- confermarono Cali e Sebastian, che tra tutti e due disponevano di notevoli risorse in quel campo- Consideralo fatto.

-Mentre noi penseremo al jet...- dissero i gemelli, che spesso si riferivano agli strumenti di tecnologia come a persone, probabilmente perché riuscivano a comunicarci come gli altri non sapevano fare- ... è sempre stato un tipo simpatico, sicuramente ci darà una mano, o in questo caso sarebbe più corretto dire un bullone!

Senza ulteriori indugi, anche per evitare che l'adrenalina di quel momento lasciasse il posto ai dubbi i ragazzi non persero tempo, dedicandosi diligentemente ai rispettivi ruoli. Ellie in particolare non stava più nella pelle, non si era mai sentita tanto iperattiva! La prospettiva di tornare a casa la mandava su di giri, ma anche il fatto che lo stesse facendo insieme ad una squadra di Avengers, o quanto meno qualcosa di molto simile!

-Per di qua- le fece strada Blake, che era uno dei pochi a  sapere del rifugio di Morgan.

Ci era stato più di un paio di volte, di nascosto dagli altri, per assicurarsi che la ragazza stesse bene o quanto meno non esagerasse con le droghe di cui faceva uso ormai regolarmente. La aiutavano a non pensare, diceva lei, ma quello che intendeva era che la aiutavano a non pensare a Philip.

La trovarono rannicchiata proprio in quel magazzino nel seminterrato che Morgan aveva riconvertito a sua base operativa. Da quando era stata portata in quella struttura non si era mai voluta mischiare agli altri, nemmeno per errore. Si era rinchiusa nella sua solitudine e nel senso di colpa, isolata in quel buio scantinato pieno di vecchie cianfrusaglie senza far altro che rimuginare sul passato.

-Ehi Morgan- accennò Blake- come va?- era più una domanda retorica che altro, dato lo stato decisamente poco lucido della ragazza, riversa su un enorme sofà impolverato e circondata da scatole di medicinali assortiti. Doveva essersi presa da poco uno dei suoi tranquillanti, qualcosa che la aiutasse a dormire un buio sonno senza sogni.

-Ehi ThunderBoy... - mormorò debolmente, ma era un buon segno, voleva dire che almeno Morgan era ancora abbastanza lucida da riconoscerlo- ...e ci sei anche tu ragazza nuova! Ma allora è proprio una festa! Datemi solo un momento, ok? Ci sono quasi...

Ma detto ciò si voltò sul fianco opposto scivolando sempre più pericolosamente nel dormiveglia.

-Morgan, ti prego, alzati... dobbiamo andare!- la supplicò Ellie- Stiamo per scappare da questo posto e tu devi venire con noi! Dai vieni, ti aiuto io, ok?

-Scappare dove?! Non lo sai che siamo tutti superstar in questo reality del cazzo- replicò lei a fatica, picchiettandosi il bracciale al polso - Ci controllano Ellie, continuamente. All'inizio mi faceva anche ridere pensarci... certo che ne devono avere di tempo da perdere... Ma sai una cosa? Dopo un po' di tempo non fa più tanto ridere.

-Morgan, per favore, cerca di fare uno sforzo...

-Lasciami stare, ragazza nuova, sei più matta di un cavallo...a Philip piacevano tanto i cavalli, a proposito...lo sapevi? Certo che no, non sai neanche di chi parlo probabilmente. Meglio così. Aveva promesso che una volta mi avrebbe accompagnato a vederli...ma poi... nemmeno questo fa tanto ridere temo. Ero più brava a far ridere le persone una volta.

A Blake si spezzava sempre di più il cuore nel vederla ridotta così.

In quanto migliore amico di Philip era anche l'unico a conoscenza dei loro trascorsi amorosi.
Era stato Philip stesso a confessargli, in un rarissimo sfogo, che aveva baciato Morgan in un momento di debolezza. Proprio lui che viveva una vita incentrata sul controllo sempre e a qualunque costo per un folle momento, che si era anche rivelato il più appagante della sua vita, era sceso a patti con la sua debolezza per la ragazza. Se Morgan Stark non si sentiva mai all'altezza di nulla, per Philip Rogers lei era semplicemente perfetta! Una cotta adolescenziale che con il tempo era diventata attrazione, poi forse qualcosa in più...

Ma il ragazzo non aveva mai avuto il coraggio di dirglielo di persona, vivendo quel sentimento come una debolezza. Dopo quel bacio fugace, istintivo, attribuito all'alcol e alla confusione che lo dominavano in quel frangente, si era immediatamente tirato indietro finendo solo per ferirla.
Philip non l'avrebbe mai trascinata in una relazione in cui sapeva non avrebbe ai avuto il primo posto, ma sarebbe stata invece obbligata a dividerlo con le sue responsabilità familiari.
Non aveva mai chiesto niente per sé stesso se non quel bacio e il solo ricordo sarebbe riuscito a fargli sopportare quella rinuncia tremenda.

Blake era l'unica persona a cui lo aveva confidato, pregandolo di mantenere il segreto.
Infatti, se Sarah lo avesse saputo, gelosa com'era del fratello, non avrebbe perdonato nessuno dei due.

Il ragazzo non poteva fare a meno di chiedersi se le cose sarebbero andata diversamente se avessero saputo. Se Philip avesse detto tutto a sua sorella, ai loro amici e soprattutto a Morgan probabilmente non sarebbe mai finito sotto quel palazzo e la loro famiglia sarebbe rimasta intatta.

-Devi venire con noi, ti prego- stava ancora insistendo Ellie, che a questo punto senza nemmeno considerare l'ipotesi di abbandonarla stava cercando di metterla in piedi a forza.

-Faccio io Ellie- disse il ragazzo, issandosi una Morgan semicosciente in braccio senza il minimo sforzo- Andiamo, non perdiamo tempo e raggiungiamo gli altri.

Il terzetto risalì la scala fino ai piani superiori per raggiungere il punto convenuto con il resto del gruppo. Nel frattempo cominciavano a vedersi intorno le tracce dell'azione degli altri.
I braccialetti magnetici che avevano al polso brillarono per un istante intensamente di verde, diventando quasi roventi prima di sganciarsi e cadere a terra in un tonfo sordo e liberatorio. Ellie si massaggiò lievemente il polso, commossa dalla scomparsa di quel segno di oppressione.
Era anche segno che qualsiasi cosa stessero facendo Cali e Sebastian aveva funzionato.

I corridoi a quel punto risuonarono di un boato sordo come di esplosioni tutte introno.
Il famoso perimetro era stato con ogni evidenza compromesso e un serpente gigante si stagliò nel cielo sopra di loro, avvolgendo con le sue notevoli spire argentee l'intero edificio.
La Barriera intorno al complesso che avrebbe dovuto contenerlo era stata evidentemente disattivata e tutte le Sentinelle e lo Shield al completo si stavano precipitando sulla creatura. Tentarono di tutto, dai proiettili al fuoco pesante, ma trattandosi di una mera illusione il rettile non poteva essere abbattuto, continuando a sibilare minaccioso.

-Jörmungandr- riconobbe Blake, che ricordava molto bene di aver visto il mitico serpente figlio di Loki e della gigantessa Angroboda tra le illustrazioni del libro di mitologia di sua madre, che da piccolo aveva letto e riletto fino a consumare le pagine nella speranza di arrivare a conoscere qualcosa di più di quel padre lontano

-E' bellissimo...- sospirò Ellie, che non aveva mai visto niente del genere.

-Sicuramente un'idea di Cali- sorrise Blake.

Ellie avrebbe voluto fermarsi almeno un'istante ad ammirare la grandiosa bestia mitologica sopra di loro, ma non avevano tempo. Con Blake che trasportava Morgan, arrivarono al prato sul retro, raggiungendo quasi il punto di ritrovo che si erano dati con gli altri. In lontananza si poteva già scorgere i contorni neri del jet che i gemelli Maximoff si erano incaricati di requisire, in pratica facendoci amicizia.

Tuttavia, propio in quel momento la strada fu loro sbarrata da una pattuglia di sei o sette agenti dello Shield accorsi a difendere la base, tra cui purtroppo riconobbero anche Michael Coulson.

Anche lui riconobbe Ellie tra i fuggitivi e ne rimase scosso.
Dentro di sé aveva già cominciato a dubitare dal momento in cui si era accorto della mancanza del cellulare, ma una parte di lui si rifiutava ancora categoricamente di credere che la ragazza potesse essere coinvolta. Una ragazza che aveva giudicato innocente, fragile, quasi bisognosa di protezione. Michael si era fidato di quell'apparenza e aveva sbagliato.
Il suo errore, dovuto a sentimenti che mai avrebbero dovuto interferire con il suo lavoro, aveva messo tutti in pericolo, realizzò. Si irrigidì e insieme agli altri puntò l'arma.

-Fermi dove siete- intimò con voce spezzata.

Ellie, pur condividendo la sua stessa angoscia, non ci pensò due volte e agì rapidamente.

-Vai e porta Morgan dagli altri- decise, rivolta a Blake Foster- Separiamoci: seguiranno me.

-Cosa? Ellie, no! Non ti lascio qui! E non siamo nemmeno sicuri che le cose andranno come dici tu...

-Seguirà me - ripetè la ragazza, ostentando un controllo che non aveva del tutto- Tu portala in salvo, io me la caverò... Sono sempre i buoni: non mi faranno del male. Però voi mettetecela tutta e scoprite cosa c'è dietro- affermò sempre con fermezza e determinazione.

Prima che Blake potesse protestare di nuovo la ragazza virò velocissima verso il bosco, in direzione opposta rispetto a  dove si trovava il jet in partenza.

Come aveva previsto Michael le fu istintivamente dietro e così pure gli altri agenti. Ellie corse a perdifiato sul sentiero di ghiaia come non aveva mai fatto in vita sua. Dietro di lei seguivano le urla degli agenti che le intimavano di arrendersi, ma tanto lei non li ascoltava minimamente.
Con il cuore che le batteva a mille e rimbombava nelle orecchie per lo sforzo, la ragazza  si augurò che almeno quanto aveva appena detto al suo amico corrispondesse al vero: se lo Shield erano davvero i buoni come avevano sempre sostenuto Michael e Sarah non le avrebbero mica sparato, no?!

Il colpo di teaser che la raggiunse alle spalle non lo aveva calcolato proprio come una possibilità. La ragazza stramazzò a terra dapprima su mani e ginocchia, poi chiudendosi a riccio mentre cercava di respirare nonostante i fremiti di dolore che si irradiano in tutto il corpo.

Quando cavolo faceva male?! Nei film lo facevano sembrare molto meno doloroso...O forse il voltaggio utilizzato era calibrato su individui 'potenziati' e non sui comuni mortali.

Ad ogni modo le furono presto addosso, tirandola in piedi con una violenza tale da strapparle la maglia e farle cadere lo zainetto che portava. Due agenti la bloccarono da dietro per le braccia, mentre un terzo le strattonò in alto la testa prendendola direttamente per la base dei capelli.

-Cosa cazzo pensavi di fare mocciosa?!- le sputò quasi in faccia, mentre le faceva tendere il collo dolorosamente.

Saranno anche stati dalla parte dei buoni, ma si trattava comunque di militari addestrati, senza alcun interesse a trattarla col guanto di velluto dopo il casino che lei e i suoi amici avevano combinato nella loro base.

-Ehi, piano Wesson, le stai facendo male!- cercò di intromettersi Michael, ma era chiaro dalla stessa paura che si percepiva nella sua voce che non aveva alcun potere di fermarli, essendo anche il membro più giovane e meno piazzato della squadra.

Infatti la sua richiesta venne facilmente ignorata da tutti.

-Dove sono andati gli altri? Parla!- ringhiò ancora il militare che la teneva per i capelli.

Ellie trasse un lungo respiro per calmare il dolore, fortunatamente aveva tanta adrenalina in corpo da spingerla ancora a reagire, anche se non sapeva per quanto tempo sarebbe durato l'effetto. Parlò a fatica a causa del fiatone e dei capelli che le errano finiti in bocca, ma si assicurò di metterci tutto il sarcasmo che poteva.

-Perché non me lo dice lei, agente? Ha proprio l'aria di uno che ha la situazione perfettamente sotto controllo.

-Stronza!

Lo schiaffo che ricevette fu come l'impatto di una meteora sulla sua povera faccia che prese a scottare. Ellie purtroppo non era abituata per niente ad incassare. Era sempre stata una ragazzina molto tranquilla e non si era mai messa in una situazione pericolosa fino a quel giorno.

-Ti ho detto di lasciarla cazzo!!- urlò Michael estraendo d'istinto la pistola di ordinanza e puntandola direttamente verso il collega.

Quel gesto parve congelarli tutti per un momento.

Con ogni evidenza non si sarebbero mai aspettati da lui una presa di posizione simile. Purtroppo questo non fece una grande impressione su Wesson, che, al contrario, si mise a sorridere in maniera per niente benevola.

-Dopo questa ti sei proprio fottuto la carriera Coulson- disse malignamente, sempre strattonando la povera Ellie con violenza- Sapevo che non eri adatto a questo lavoro. Ma tutti i capi ti tengono in palmo di mano solo per il ricordo del tuo paparino morto... te le fanno passare sempre tutte! Sono anni che aspetto che tu faccia un passo falso. E tu alla fine mi accontenti per che cosa? Per difendere una troietta che ti ha fatto gli occhi dolci.

Anche gli altri agenti che avevano le mani libere avevano estratto le pistole e adesso le avevano puntate contro Michael. Ellie trattenne il respiro per quanto la situazione si stava rapidamente mettendo male. In quel momento aveva tanta paura più per lui che per sé stessa.

-Bene Coulson- ghignò Wesson estraendo a sua volta l'arma, pronto a sparare in testa a Michael- Direi che ci siamo. Siamo tutti d'accordo che si sarà trattato di un incidente e la signora Harkness non farà troppe domande. Allora... salutami tanto papà!

Lo sparo che seguì gelò il sangue nelle vene di Elizabeth.

Il colpo che era stato sparato centrò Wesson dritto negli occhi e quello stramazzò a terra prima ancora che il ghigno che aveva in faccia si spegnesse. Michael lo guardò esterrefatto non essendo stato lui a sparare. Anche gli altri suoi compagni rimasero scioccati, ma il loro stupore durò poco cedendo il posto alla semplice paura quando il Soldato d'Inverno fu su di loro.

Molti avevano sentito parlare di lui come di una leggenda, o meglio, come una di quelle storie dell'orrore che si raccontano per spaventare i bambini. Anche quel giorno il Sergente Barnes fu all'altezza della sua sinistra fama, provvedendo ad impartire una lezione esemplare su come si tratta una ragazza.

-Sta giù- disse ad Ellie, dopo aver facilmente tolto di mezzo i due che la tenevano ferma in precedenza e avere ingaggiato una lotta corpo a corpo con gli altri.

La ragazza non se lo fece ripetere due volte, terrorizzata a sufficienza dal fragore degli spari che la sovrastavano e dalla disperazione in generale. La lotta durò poco, ma a lei sembrò un'eternità. Quando sollevò lo sguardo incrociò quello ugualmente sopraffatto di Michael.
Istintivamente e senza pensare troppo alle circostanze i due ragazzi si avvicinarono in un abbraccio improvvisato e un po' goffo, che fece sorridere impercettibilmente Bucky Barnes.

'Beata gioventù...' pensò tra sè.

Intanto però non trascurò di prepararsi ad affrontare gli ulteriori rinforzi che stavano sopraggiungendo nella loro direzione.

-Correte dagli altri, qui finisco io- disse loro con estrema tranquillità, poi rivolgendosi con un mezzo sorriso solo ad Ellie- Dì a Sarah che anche il resto dei ragazzi é in salvo e che lo zio Buck la saluta.

 

 

  
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