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Autore: fefi97    23/04/2021    5 recensioni
[sterek; hp AU; auror sterek; Stiles serpeverde, Derek tassorosso; Derek licantropo]
-Fammi capire. Secondo Argent il tuo... lupo interiore ha trovato il suo compagno. Il suo compagno per la vita. E sta facendo il pazzo per emergere e trovare il suo compagno, marchiarlo e stare con lui per sempre. E più reprimi il tuo lupo interiore più questo fa il pazzo scatenando in te la tua parte animale, spingendoti a comportamenti violenti e strani? -
Derek fece una smorfia, ma non lo contraddisse.
Sapeva che Stiles sarebbe scoppiato a ridere prima o poi, ma questo non gli impedì di trucidarlo con lo sguardo.
-Oh mio Dio! Il tuo lupo è un piccolo ribelle! - ghignò – Sono sicuro che sia un serpeverde. E che mi adora perché riconosce in me un suo pari. -
Questo spiegherebbe molte cose, pensò Derek amaramente.
ps: leggete le note!
Genere: Angst, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: AU, Cross-over, Soulmate!AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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7

 

Solo il lupo

 

 

 

Stiles non veniva al lavoro da tre giorni.

Non aveva avvisato nessuno, non aveva mandato nemmeno un gufo.

Derek stava impazzendo.

Ammetteva di non aver provato a contattare Stiles, ma dubitava che il ragazzo avrebbe parlato volentieri con lui, in ogni caso. Stava cercando di rispettare i confini di Stiles, ma a dire il vero avrebbe solo voluto varcarli di corsa urlando "scusa!" a squarciagola.

Piuttosto patetico, sì.

Stiles gli mancava come l'aria.

E non si trattava solo di Stiles. Gli mancavano anche Mike e Maggie.

Non poteva fare a meno di sentirsi in colpa al pensiero di starli abbandonando, dopo tutto quello che avevano passato.

Come se non bastasse, era troppo depresso per lanciare anche un solo semplice reparo alla Camaro, quindi il finestrino era ancora a pezzi.

Con il senno di poi, Derek non si sorprese più di tanto quando venne convocato con la massima urgenza nell'ufficio di Argent.

-Va bene - esordì il suo capo, dopo un profondo respiro, come a invocare pazienza - Ora ti farò delle semplici domande e tu mi risponderai. D'accordo? -

Derek annuì esitante, anche se sospettava che il tenore della domanda fosse puramente retorico.

-Dove cazzo è Stilinski? -

-A casa con una brutta influenza - rispose automaticamente.

Anche se Stiles adesso lo odiava, Derek non avrebbe comunque smesso di proteggerlo.

Argent inarcò un sopracciglio, guardandolo come se fosse il flagello della sua vita, per cui Derek sospettava di non essere andato alla grande durante la prima domanda.

-Ah, davvero? Perché Whittemore non ha idea di dove sia e Scott dice che non lo sente da quando hanno avuto un brutto litigio tre giorni fa e che era con te quando è avvenuto. Nessuno dei due ha fatto cenno a un'influenza. -

Derek si strinse nelle spalle, temerario.

-Beh, probabilmente Jackson non sa dell'influenza. E Stiles si è ammalato dopo il litigio con Scott, mi pare ovvio. -

Argent lo fulminò.

-Hale, sto perdendo la pazienza. Voglio la verità. -

-Le ho detto la verità - protestò Derek, petulante.

Argent strinse gli occhi.

-Beh, per come stanno le cose, il tuo amico si sta assentando dal lavoro senza giusta causa. Potrei licenziarlo, lo sai? -

Derek lo guardò, orripilato.

-Ma non lo farà, vero? Stiles è il miglior auror del dipartimento, Signore. -

Di nuovo quello sguardo che stava a significare che Derek fosse la più grande disgrazia della sua vita.

-Purtroppo, è vero. Ma domani deve tornare a lavoro, o sarò costretto a prendere provvedimenti drastici. Anche se si tratta di Stiles. -

Derek stava per protestare, ma la porta dell'ufficio di Argent si spalancò di colpo.

Derek sapeva che solo due persone potevano osare entrare nell'ufficio di Argent senza bussare e senza conseguenze.

E una era Stiles.

Si voltò di scatto, speranzoso, ma fu investito dalla delusione quando vide Allison sulla soglia.

Non poté fare a meno di osservare la collana d'argento della ragazza, in bella vista sull'uniforme.

Argent perse un po' della sua aria compassata e severa, addolcendosi come ogni volta che vedeva la figlia.

-Allie? Tutto bene?-

-Stiles è tornato, Signore - rispose la ragazza, professionale come al solito -Pensavo volessi saperlo. -

Il cuore di Derek accelerò all'inverosimile.

Stiles.

Era tornato.

Non poté fare a meno di notare che anche Argent fosse sollevato.

-Bene, un problema in meno. Digli di venire qui - Derek fece per alzarsi, ma Argent lo inchiodò con uno sguardo severo - Rimani anche tu, Hale. -

Derek si risedette, obbediente e un po' agitato.

Non era pronto a un confronto con Stiles.

Non dopo tre giorni che non si parlavano, non nell'ufficio di Argent.

Non dopo che lo aveva quasi morso e gli aveva urlato addosso che fosse il suo fottutissimo compagno.

Ma Allison era già sparita, quindi Derek supponeva che non potesse far altro che farsi coraggio.

Sentì l'odore aspro di Stiles ancora prima di vederlo.

Non si voltò, troppo codardo per farlo, ma aspettò che Stiles si sedesse accanto a lui per osservarlo con la coda dell'occhio.

Il senso di colpa fu la prima emozione che provò.

Stiles indossava un maglione nero a collo alto e sembrava pallido e magro, sotto la tenue luce del lampadario di Argent.

Derek non poté impedirsi di trovarlo ancora più bello del solito, il che, per qualche motivo, lo fece sentire peggio.

Il fatto che Stiles non lo avesse degnato di uno sguardo, non stava aiutando molto il suo stato d'animo.

Argent sospirò profondamente, guardando anche Stiles come se fosse la disgrazia peggiore della sua vita.

-So che mi pentirò di avertelo chiesto, Stilinski. Ma forse ti piacerebbe condividere con noi il motivo che ti spinge a indossare un maglione a collo alto a maggio? -

Derek abbassò lo sguardo, dolorosamente consapevole dei segni rossi dei suoi stessi denti sulla pelle delicata di Stiles.

-Solo senso della moda, signore - rispose però Stiles, in tono puramente allegro.

Derek alzò lo sguardo in tempo per cogliere l'occhiata esasperata di Argent. Era abbastanza sicuro di avere uno sguardo simile, al momento.

-So che mi pentirò anche di questo, ma devo chiedertelo. Stai bene, Stilinski? -

-Sì, Signore - rispose subito Stiles, anche se era totalmente falso.

Derek poteva capirlo dal suo odore trasudante nervosismo, dal suo pallore e, prima di tutto, dal suo sguardo.

Amava gli occhi di Stiles perché erano sempre luminosi, ma adesso erano spenti, tristi.

A giudicare dall'espressione di Argent, anche lui non ci credeva molto.

-Forse vuoi dirci perché ti sei assentato dal lavoro per tre giorni, senza preavviso? Preferibilmente la verità, questa volta.-

Stiles esitò.

-Quello che le ha detto Derek vale come risposta? - domandò, cauto, e suo malgrado Derek tossì per nascondere una risata.

Argent li fulminò entrambi.

-Mi sembra ovvio che sia inutile pretendere che vi comportiate come adulti. Sparite dalla mia vista. E Stilinski, la prossima volta finirai in guai seri.-

- Sì Signore - risposero in coro, alzandosi insieme.

Camminarono insieme fino al loro ufficio, senza parlarsi, Stiles di un passo più avanti rispetto a lui.

Derek voleva solo far scontrare la spalla contro la sua e dirgli che gli dispiaceva, ma qualcosa, nel modo in cui Stiles si teneva distante, lo trattene.

Non poteva dargli torto.

Lo aveva attaccato, spaventato e ferito, per poi lanciargli addosso il fatto che fosse il suo compagno.

Era ovvio che Stiles lo odiasse.

Ma quando entrarono nel loro ufficio e Stiles finalmente si voltò a guardarlo, non fu odio quello che vide sul suo volto.

Sembrava solo estremamente preoccupato.

-Stai bene? -chiese Derek, nell'esatto momento in cui lo disse anche Stiles.

Rimasero a fissarsi, Stiles confuso, Derek solo esasperato.

-Sul serio? Sparisci per tre giorni dopo quello che è successo e poi chiedi a me come sto? -

Stiles aggrottò la fronte, sempre più confuso.

Derek era diviso tra l'urlargli contro e il baciarlo.

-Sparito per tre giorni? Sei tu che non ti sei fatto né vedere né sentire - gli lanciò uno sguardo acuto - Maggie e Mike hanno sentito la tua mancanza. -

Derek lo fissò, senza parole.

- Non mi sono fatto né vedere né sentire - cominciò, cercando di mantenere la calma - Perché tu sei scappato via in quel modo e non sei venuto al lavoro per giorni. Pensavo che non... non volessi vedermi. -

L'espressione di Stiles adesso era il ritratto dello sconvolgimento e Derek non sapeva se ridere o piangere.

-Cosa? Non sono venuto a lavoro perché Mike ha avuto la febbre, Derek. Non l'ho detto ad Argent per ovvi motivi, ma è così. Perché diavolo non avrei voluto vederti? -

Derek per un attimo non riuscì a rispondere, sopraffatto da troppe emozioni.

Confusione, sollievo e un po' di irritazione stavano turbinando caoticamente dentro di lui.

-Perché non mi hai detto che Mike stava male? - domandò brusco, lasciando vincere l'irritazione.

Stiles sfoderò un piccolo ghigno sarcastico, che aumentò la rabbia di Derek.

-Beh, penso che questo si possa ricondurre al fatto che non ti sei fatto né vedere né sentire per tre giorni. -

-Perché pensavo fossi incazzato con me! - sbottò Derek, arrabbiato, facendo un piccolo passo verso di lui.

Stiles ricambiò con uno sguardo duro, facendo anche lui un passo avanti.

-Beh, forse un po' lo sono! - esclamò, alzando un po' il mento - Forse un po' lo sono, visto che il mio partner, l'unica persona della mia fottuta vita di cui mi fidi, ha tralasciato di dirmi che fossi il suo compagno! -

Lo stomaco di Derek sprofondò.

-Senti, so che non ti piace l'idea, io... -

-E se ti fossi fatto male, nel frattempo? - lo interruppe Stiles, senza ascoltarlo - Se avessi perso il controllo e ti fossi fatto del male? Dio, ti avrei ucciso in quel caso, lo giuro. -

Derek era totalmente incredulo.

No.

Non poteva davvero essere vero.

-Fammi capire - cominciò, atono - Non sei arrabbiato perché ti ho quasi mangiato vivo, ma perché io potevo farmi male? -

Stiles lo fulminò.

-Certo! -

-Oh mio Dio, ma perché devi fare sempre così? - sputò Derek, quasi furioso - Perché devi sempre mettermi prima di te stesso? -

-Forse perché lo fai anche tu! - ribatté Stiles, quasi con aria di sfida, avanzando di un passo - Mi metti sempre al primo posto e qualcuno che pensi al tuo stupido e masochista culo da lupo mannaro del cazzo ci deve essere! -

-È tutto sotto controllo! - quasi urlò Derek, avvicinandosi ancora di più a Stiles.

Registrò a malapena il fatto che fossero troppo vicini e troppo incazzati l'uno con l'altro, qualunque fosse il motivo.

-Tutto sotto controllo un cazzo - sibilò Stiles, abbassando drasticamente i toni ma in compenso assumendo un'espressione letale - Sono mesi che ti comporti da pazzo e l'altro giorni mi hai quasi morso! Perché non mi hai detto prima che sono il tuo compagno? E non provare a mentirmi, so che lo sapevi da tempo, forse sin dall'inizio. Quindi, perché non me lo hai detto? -

-Perché non è importante! - sbottò Derek, sentendosi frustrato e sulla difensiva.

Stiles non poteva sapere quanto invece fosse importante, quanto fosse importante lui per Derek. Avrebbe finito per spaventarlo ancora di più e Derek poteva sopportare qualsiasi cosa, ma non di perdere Stiles.

-È il lupo che decide, io non ho voce in capitolo! -

Fu come se improvvisamente il tempo si fosse fermato.

Stiles rimase immobile, Derek non lo sentiva nemmeno respirare.

La sua espressione non era più furiosa, ma solo vuota.

Per qualche motivo, Derek preferiva di gran lunga quando gli stava urlando contro.

-Capisco - disse infine Stiles, facendo un passo indietro.

La sua mancanza di emozioni stava quasi per far uscire di testa Derek, quando per fortuna Stiles si lasciò andare a un sospiro, passandosi una mano tra i capelli e scuotendo la testa con un microscopico sorriso.

-Beh, in effetti lo immaginavo che fosse una cosa che dipendeva dal lupo - gli rivolse un ghigno giocoso, ma Derek notò con frustrazione che non raggiunse i suoi occhi - Mi dispiace solo che ti abbia incastrato con me. Te lo avevo detto che era un serpeverde. -

Derek rimase a guardarlo in silenzio, incapace di dire qualcosa.

Sentiva che ci fosse qualcosa di sbagliato nelle parole di Stiles, sentiva il bisogno di spiegarsi meglio, di fargli capire quanto poco c'entrasse il lupo nella sua folle e inspiegabilmente consapevole decisione di amare Stiles.

Ma, come sempre, il suo stupido lato da Tassorosso imbranato ebbe la meglio e non riuscì a dire niente.

Stiles sospirò di nuovo, questa volta senza sorridere.

-Quindi? Adesso che si fa? -

Derek si riscosse, guardando Stiles con esasperazione mista a sospetto.

-Niente. Assolutamente niente. Se avevi intenzione di fare qualcosa, non farla. Perché non faremo niente. -

Stiles lo fissò, incredulo.

-Sono il tuo compagno e non hai intenzione di fare niente? Non dovremmo... - Stiles deglutì e Derek avrebbe potuto sentire il suo odore trasudante nervosismo anche a chilometri di distanza - Non dovremmo legarci? Argent non aveva parlato di un legame? In cosa... mh, consiste, esattamente? -

-No - decretò Derek con ferocia, quasi ringhiando. Capì dallo sguardo cauto di Stiles che i suoi occhi fossero diventati gialli - Non ci sarà nulla del genere. Non c'è bisogno che tu ti sacrifichi per me, non sono uno dei tuoi casi da risolvere. È tutto sotto controllo. -

-Sì, lo vedo come sia tutto sotto controllo - ribatté Stiles con sarcasmo velenoso, guardandolo con rabbia ma mantenendo prudentemente un tono di voce calmo - Perché non mi permetti di aiutarti, brutta testa di cazzo? Non stai nemmeno provando a farmi capire cosa stia succedendo! Mi hai gettato addosso il fatto che fossimo compagni e sei sparito! -

-Sei scappato via! - esplose Derek, incapace di controllarsi, ma abbastanza lucido da rimanere a distanza di sicurezza da Stiles - Sei scappato via da me e puzzavi di paura! Avevi paura di me! Come puoi essere così ottuso da non capire che non voglio spaventarti? Che non potrei mai spingerti a fare qualcosa che ti terrorizza o... o ti disgusta? -

Stiles spalancò gli occhi, incredulo.

-Derek... -

-No - Derek scosse la testa, facendo un passo indietro. Sentiva le unghie allungarsi in artigli e non voleva rischiare in alcun modo di ferire Stiles - No, non ci sarà nessun legame, non parleremo più di questa cosa. Io... io posso controllarla. Non voglio che tu abbia paura di me, io non posso vivere in un mondo in cui tu hai paura di me, io... -

-Derek! -

Prima che Derek potesse anche solo realizzare cosa stesse succedendo, Stiles era su di lui, il suo petto era premuto contro il suo e le sue mani fredde circondavano il viso di Derek.

Derek ringhiò e provò ad allontanarsi, ma Stiles non dava segno di voler cedere, così fu costretto a desistere, per non rischiare di ferirlo.

-Guardami, Tassorosso! - ordinò Stiles, con voce quasi arrabbiata.

Riluttante, Derek sollevò i suoi occhi luminosi in quelli dell'altro.

Stiles aveva un'espressione risoluta in viso, mentre teneva fermo il volto di Derek, incurante del fatto che fosse parzialmente trasformato.

-Mettiamo in chiaro una cosa. Io non ho paura di te. Io non avrò mai paura di te. Mai. E non potresti mai disgustarmi, ti tiro un pugno se dici di nuovo una cazzata del genere. Non posso dirti perché sono scappato né perché avessi paura, non ora perlomeno, ma ti giuro che nessuna delle due cose riguarda te - fece passare una mano dietro la nuca di Derek, portando le loro fronti a scontrarsi, mentre l'altra mano gli accarezzava piano la guancia - Non esiste un fottuto mondo in tutto il fottuto universo in cui io possa avere paura di te, Derek. -

Derek sospirò tremante contro il viso di Stiles.

Sentiva il suo corpo farsi rilassato e pesante mentre tornava umano.

Stiles lo sostenne contro il suo corpo, passandogli un braccio intorno alla vita e mantenendo la mano sulla sua guancia. Continuavano a guardarsi in silenzio, fronte contro fronte.

Esitante, Derek allungò piano una mano, posandola con delicatezza infinita sul lato del collo di Stiles, ancora coperto dal colletto del maglione.

Stiles lo guardò tranquillo, senza far trasparire nessuna emozione.

-Mi dispiace - sussurrò Derek, roco - Mi dispiace di averti ferito. -

Stiles scosse la testa, rivolgendogli un sorriso quasi dolce.

-Non darti troppe arie, era solo un graffietto. Non si vede quasi più niente. Ho coperto il collo solo perché non volevo che la gente facesse domande o che tu finissi coinvolto. -

Fu il turno di Derek di scuotere la testa, mentre sovrapponeva una mano a quella che Stiles teneva sul suo viso.

-Devi smetterla di tenere più a me che a te stesso. Non è una cosa sana. O intelligente - lo rimproverò, ma la sua voce uscì odiosamente debole.

E dolce.

Stiles rise e lo stomaco di Derek si strinse dolorosamente.

- Bevo otto caffè al giorno mischiandolo con l'adderal. Dovresti aver capito che non sono un fan delle scelte sane. O intelligenti. -

-Idiota - mormorò Derek, ma di nuovo con voce troppo debole, troppo affettuosa, per risultare come un vero e proprio rimprovero.

Stiles si fece improvvisamente serio, staccandosi un pochino per poterlo guardare bene in tutto il volto.

-So che questa situazione fa schifo, Derek. So che non avresti voluto che il lupo decidesse per te. E so... so di non essere esattamente in cima alla tua lista di possibili compagni. Ma troveremo una soluzione, te lo giuro. -

E Derek avrebbe solo voluto dirgli che l'unica cosa che faceva schifo di quella situazione fosse che Stiles non ricambiava i suoi sentimenti.

Che non era stato il lupo a decidere per lui, gli aveva solo fatto aprire gli occhi su una cosa che sapeva dalla prima volta in cui Stiles aveva aperto la sua stupida bocca logorroica ed esclamato “woah, ecco il mio ragazzone! La mia metà! Il mio partner!”.

Che non c'era nessuna lista, perché Stiles non aveva mai avuto uno straccio di concorrenza.

E questa volta sentiva che poteva farcela, poteva essere onesto con Stiles, dire quello che realmente provava per una volta.

Ma la porta del loro ufficio si spalancò di colpo, facendoli entrambi sobbalzare ed allontanare l'uno dall'altro.

Come se l'interruzione non fosse abbastanza, Derek si incupì ancora di più quando notò chi fosse la persona in piedi sulla soglia, con un'espressione mortificata per nulla convincente.

Kate Argent.

Con la coda dell'occhio vide anche Stiles irrigidirsi e mettersi sulla difensiva.

-Oh, ho interrotto qualcosa? - domandò Kate sorridendo ampiamente, mentre chiudeva la porta dietro di sé con uno schianto.

-Forse avresti dovuto bussare, se ti preoccupa così tanto l'idea di aver interrotto qualcosa – replicò Stiles, con un sorriso ampio quanto quello di Kate, ma molto più velenoso.

Derek gli diede una discreta occhiata ammonitoria.

Per quanto apprezzasse il sarcasmo di Stiles e condividesse in buona parte l'ostilità verso Kate, non gli sembrava una buona idea mancare di rispetto alla sorella del proprio capo.

Anche se poteva essere una potenziale assassina, certo.

Come era accaduto poco prima con Allison, Derek non poté fare a meno di osservare la collana intorno al collo della donna. Il ciondolo non era visibile, nascosto sotto la camicia che stava indossando, ma Derek sapeva che fosse lì e la cosa lo rendeva euforico e cupo al tempo stesso.

-Hai ragione, sono stata terribilmente maleducata – si schernì Kate, con un tono per niente convincente – Volevo solo fare qualche domanda a voi ragazzi, se posso – continuò, tornando a sorridere e incrociando le braccia al petto.

-Domanda? - ripeté Stiles, inarcando un sopracciglio e incrociando a sua volta le braccia al petto, in una posa speculare a quella della donna – Che tipo di domande? -

-Sono solo molto preoccupata per quei due bambini... quelle povere creature risparmiate dalla strage della famiglia babbana. Margaret e Michael, giusto? -

Derek trattenne a stento un ringhio. Nonostante tutto, riuscì a mantenersi perfettamente impassibile.

Purtroppo, non si poteva dire lo stesso di Stiles.

-Si chiamano Maggie e Mike – sputò in tono velenoso, ignorando lo sguardo glaciale di Derek, che gli intimava di stare zitto – E non vedo come possano essere affari tuoi. Non sei un auror e non sono autorizzato a parlare di un caso con una civile. -

Gli occhi di Kate brillavano come non mai e a Derek non piaceva per niente.

-Maggie e Mike, eh? In ogni caso, in quanto sottosegretaria del Ministro della Magia, penso che sia mio preciso dovere cercare di vedere la luce in tutta questa triste faccenda. Dopotutto, ero un Auror una volta. -

-Prima di essere radiata dall'ordine per aver ucciso un sospettato – sbottò Stiles e Derek chiuse un istante gli occhi, chiedendosi perché il suo compagno dovesse essere un idiota istintivo incapace di tacere. Dovrebbero essere i Serpeverde quelli astuti, in teoria.

Non che non fosse vero, ricordava benissimo lo scandalo di cinque anni prima. Allora Kate era l'agente di punta del dipartimento e Derek solo una matricola, mentre Stiles nemmeno era entrato nel quadro, ancora impegnato con l'accademia auror. Durante un interrogatorio, Kate aveva perso la testa e ucciso un uomo. Era quasi certo che avesse usato una maledizione senza perdono, ma in qualche modo suo fratello era riuscito a farla uscire in maniera sommariamente pulita, dichiarando alla stampa che si era trattato di uno “schiantesimo poco equilibrato”. Con l'influenza di Gerard Argent, il patriarca della famiglia, era riuscita a fare carriera in politica in pochissimo tempo, anche se Argent non aveva potuto fare altro che cacciare la sorella dagli auror.

Kate strinse gli occhi, d'un tratto glaciale.

-Ascoltatemi bene voi due – sussurrò, avvicinandosi minacciosamente finché non fu solo a qualche centimetro di distanza. Derek trovò a dir poco istintivo mettersi tra lei e Stiles, anche se Stiles lo guardò malissimo.

– So che c'entrate qualcosa con la scomparsa dei due ragazzini, Chris mi ha detto che siete stati voi a trovarli e che, guarda caso, sono spariti da sotto gli occhi di tutti misteriosamente, proprio poco prima di essere mandati alle loro case sicure.-

-Non è colpa nostra se gli agenti a cui erano affidati si sono lasciati sfuggire da sotto il naso due ragazzini indifesi – disse Derek, atono, aprendo bocca per la prima volta – Non sappiamo niente, stai perdendo il tuo tempo con noi. -

Kate lo guardò con quello che sembrò autentico odio per un istante, poi si sciolse in un altro sorriso enorme, afferrando con le dita lunghe il viso di Derek e affondando appena le unghie nella pelle delle guance.

Ci fu un ringhio, ma Derek era piuttosto sicuro che non fosse stato il suo lupo a emetterlo.

Con la coda dell'occhio poteva vedere Stiles mostrare i denti come una belva.

Dovette allungare un braccio all'indietro e stringergli il polso, in un'intimazione silenziosa di non fare nulla.

-Derek, amo il tuo faccino imbronciato, ma non ti conviene prendermi in giro, okay? -

Derek non le rispose, abbassando discretamente gli occhi sulla camicetta della donna. Li distolse subito, mentre Kate gli lasciava andare di scatto il viso, allontanandosi di un passo.

Continuava a sorridere, ma i suoi occhi erano incredibilmente freddi.

-Troverò quei bambini e farò in modo che stiano nel posto giusto per loro, fosse l'ultima cosa che faccio. -

-Il posto giusto per loro quale sarebbe? - scattò Stiles, guardandola con odio – Un orfanotrofio di merda? -

Kate lo guardò e Derek represse a malapena l'istinto di attaccarla.

-Oh, penso che lo scoprirai presto – mormorò, con un ultimo sorriso maligno.

Non appena la porta del loro ufficio si chiuse dietro di lei, Stiles si liberò dalla presa di Derek sul suo polso e gli fu addosso.

Derek stette immobile, mentre Stiles posava le mani nello stesso punto dove l'aveva afferrato Kate, guardandolo con preoccupazione.

-Stai bene? Quella stronza non ti ha fatto male, vero?-

Derek non sprecò nemmeno fiato a ricordargli che fosse un licantropo.

Afferrò le mani di Stiles e le allontanò con delicatezza dal suo viso, guardandolo seriamente negli occhi.

-Stiles, le ho visto il ciondolo della collana mentre mi stava addosso. Non era quello del disegno di Mike. -

Stiles lo guardò confuso per un istante, poi spalancò gli occhi.

-Ecco cosa stavi guardando. Pensavo che le guardassi le tette, Sourpuff. -

Derek arrossì di botto, lasciando andare di scatto le mani di Stiles, mentre quel deficiente rideva.

-Era ovvio che stessi controllando il ciondolo, idiota. -

Stiles sollevò le mani, poi divenne di nuovo serio.

-È furba. Probabilmente sa che Mike l'ha vista e, dal momento che sa che stiamo indagando, cerca di essere il più discreta possibile. -

Derek gli lanciò un'occhiata severa.

-Oppure Kate non possiede affatto una collana simile e la soluzione è molto più semplice. -

Stiles lo guardò confuso per un istante, poi spalancò gli occhi, incredulo e vagamente incazzato.

-Che cosa? Vuoi rimanere fermo sull'ipotesi che sia Allison l'assassina? Sul serio, Derek? Anche dopo questa palese scenetta intimidatoria? -

-Guarda i fatti Stiles – esclamò Derek con voce trattenuta, cercando di non essere troppo brusco – Mike ha disegnato una collana. Abbiamo visto la collana addosso a Allison. Kate non porta una collana simile e per quel che ne sappiamo potrebbe anche non averla. E, anche se la cosa non ti piace, la sua posizione al ministero effettivamente la autorizza a chiedere informazioni su un caso così importante. -

-E che mi dici del fatto che Allison sia una brava persona e Kate una pazza psicopatica? - ribatté Stiles, gli occhi che brillavano di una luce feroce.

-Non puoi basarti sulle tue simpatie personali per risolvere un caso, Stiles! - esclamò Derek, esasperato.

Stiles rimase in silenzio per un po', fissandolo con uno sguardo cupo e arrabbiato.

-Perché non vuoi che sia Kate l'assassina? - sbottò, con voce dura e rigida -Perché non ti sei scostato quando ti ha preso il viso? -

-E questo adesso che vorrebbe dire? - mormorò Derek, ma distolse lo sguardo, incapace di guardarlo negli occhi mentre gli mentiva.

Era sempre stato un po' codardo quando c'erano di mezzo i sentimenti.

Ma Stiles no.

Stiles non era codardo.

Mai, in nessuna circostanza.

Nemmeno in quella.

-Ci sei andato a letto? -

Stiles aveva posto la domanda in tono calmo, quasi disinteressato. Ma Derek era quasi certo che i suoi occhi ardessero. Non che fosse abbastanza coraggioso per verificarlo di persona.

-Due anni fa. È successo solo un paio di volte – riuscì a rispondere dopo un po', con voce roca.

Stiles rimase di nuovo in quel silenzio freddo e terribile per qualche istante.

-Beh, a quanto pare avevi un motivo in più per scappare da lei alla festa di Natale – si limitò a commentare alla fine, in tono distaccato.

-Non riesco a sopportare l'idea che qualcuno di cui mi sono fidato sia capace di uccidere degli innocenti, di uccidere i genitori di Mike e Maggie – riuscì faticosamente a dire Derek, finalmente guardandolo negli occhi – Lo capisci, vero? -

Lo sguardo di Stiles era duro e freddo e Derek, inspiegabilmente, si riscoprì irritato.

Sapeva che Stiles disprezzasse Kate e il motivo per cui non gli aveva mai rivelato dei loro trascorsi era proprio perché sapeva che Stiles avrebbe disapprovato. Ma non aveva il diritto di guardarlo in quel modo, come se gli avesse fatto un torto personale. Non è che stessero insieme, Stiles non era innamorato di lui. Invece Derek lo era, eccome se era innamorato di Stiles.

E quindi non aveva diritto di giudicarlo solo per aver cercato di dimenticare i suoi sentimenti per qualche istante, se gli era sembrato più facile accettare l'invito di Kate di prendere un drink insieme e affondare le mani nei suoi capelli biondi mentre la baciava con forza, piuttosto che passare un'altra notte sveglio e solo, a pensare a capelli castani e a occhi luminosi.

-E tu capisci che non posso sopportare l'idea che la fidanzata del mio migliore amico, una delle mie più care amiche, sia capace di uccidere degli innocenti, di uccidere i genitori di Mike e Maggie, vero? - sibilò Stiles, avvicinando il viso al suo con aria di sfida.

Il lupo ringhiò piano e Derek fece per precauzione un passo indietro.

Non riusciva a staccare gli occhi dal collo del maglione di Stiles, dove sapeva ci fossero i segni dei suoi denti.

Non doveva accadere mai più.

Stiles lo guardò ancora per un istante, poi scosse la testa, scostandosi un po'.

-In ogni caso sono contento che Argent non sappia dove sono Mike e Maggie. Dal momento che sospettiamo di due membri della sua famiglia, non possiamo fidarci totalmente nemmeno di lui. -

Derek lo guardò, sorpreso.

-Stai dicendo che pensi che Argent sia coinvolto? -

Stiles fece una smorfia.

-No. Il mio istinto dice di no. Ma se è vero che Kate o Allison c'entrano qualcosa, non possiamo rischiare di dare informazioni delicate a Argent. Potrebbe rivelarle senza volerlo al nemico. -

-Stiles, devo dirti una cosa – disse velocemente Derek, quasi nel panico.

Ma Stiles si limitò a rivolgergli di nuovo quello sguardo duro e distante.

-Non ora, Derek. Devo andare da Mike e Maggie e assicurarmi che stiano bene. Parleremo dopo. -

Quando usava quel tono e quello sguardo, Derek sapeva che fosse meglio non contraddirlo.

Così rimase semplicemente a fissare la schiena di Stiles allontanarsi, mentre pensava, con una punta di disperazione, che Argent sapesse perfettamente dove si trovassero Mike e Maggie.

 

 

 

 

Derek sapeva di star giocando con il fuoco, ma doveva assolutamente parlare con Stiles.

Sapeva che Stiles fosse incazzato con lui, anche se era ancora confuso sul motivo esatto, ma aveva davvero bisogno di parlargli di Argent.

Fu così che dopo cena si materializzò a casa del compagno, anche se non era stato invitato.

Il fatto che ci fosse riuscito senza problemi e che Stiles non avesse modificato l'incantesimo di protezione che rendeva la casa accessibile solo a lui e a Derek lo confortò almeno in minima parte.

Si era materializzato in cucina, pensando di trovare Stiles seduto sul tavolo a bersi la sua tazza di caffè serale, come al solito, ma invece la trovò vuota.

Derek aggrottò la fronte, registrando il suono delle risate di Mike proveniente dal salotto.

Erano le undici passate, Mike avrebbe dovuto già essere a letto, soprattutto se aveva la febbre.

Derek pensò che fosse meglio non chiedersi quante regole Stiles avesse infranto con i bambini nei pochi giorni in cui non era stato con loro e camminò invece piano verso il salotto, fermandosi dietro la porta socchiusa.

Dalla sua prospettiva poteva vedere solo il retro del divano, ma era abbastanza chiaro che Mike e Maggie fossero seduti lì. Stiles era davanti a loro e stava facendo quella cosa assolutamente idiota che Derek detestava, quel gioco di equilibrio con la bacchetta sul naso.

Derek non poteva credere che quello fosse davvero l'amore della sua vita.

Si vergognava quasi di se stesso.

-Ancora! - rise Mike, battendo le mani.

Stiles rise, facendo saltare la bacchetta in aria con un piccolo colpo di naso e prendendola al volo con la mano, sorridendo vanesio alla nuova serie di applausi.

Derek roteò brevemente gli occhi, con affetto.

-Basta così voi due. Dovete andare a letto. A che ora dice sempre che dovete andare a dormire Derek? Alle undici, no? Quindi a letto. -

-Derek dice sempre alle dieci – lo corresse Mike diligente e Derek ebbe la consapevolezza che l'unico in quella casa con un minimo di buonsenso fosse un bambino di quasi sette anni.

-Sì, le dieci – disse distrattamente Stiles, stringendosi nelle spalle – Esattamente quello che ho detto io. -

-Fai un'ultima magia – lo pregò questa volta Maggie, con tono implorante e curioso insieme.

Derek non ebbe nemmeno bisogno di vedere l'espressione di Stiles per avere la certezza che l'avrebbe accontentata.

-Va bene, ma questa è l'ultima. Mike ha bisogno di riposo, e anche tu. -

Derek rimase nascosto nella penombra, suo malgrado affascinato dall'espressione concentrata di Stiles, mentre muoveva con grazia la bacchetta, eseguendo un incantesimo non verbale.

Capì subito che si trattasse di un patronus quando vide densi fili bianchi propagarsi nell'aria, prima inconsistenti, poi sempre più uniformi, fino a formare la sagoma di un grosso animale.

Derek non aveva mai visto il patronus di Stiles e osservò curioso la creatura fumosa che si aggirava con grazia per il salotto, facendo emettere versi stupiti e ammirati ai due ragazzi sul divano.

Non riusciva a capire bene che animale fosse da quella distanza. Era sicuramente un quadrupede di grosse dimensioni, con una coda folta e piccole orecchie a punta. Gli sarebbe sembrata una volpe, se non fosse stato così grosso. Sembrava un grosso cane, ma Derek non ne era certo.

L'animale saltò sulla spalliera del divano, spingendo Mike ad arrampicarsi in ginocchio sui cuscini, nel tentativo di afferrare con le manine quell'immagine inconsistente, senza ovviamente riuscirci.

Derek fece appena in tempo a pensare che avrebbe dovuto spostarsi da lì, quando gli occhi delusi di Mike incrociarono i suoi da sopra la spalliera del divano, riempiendosi di stupore e gioia insieme.

-Derek! C'è Derek! -

Immediatamente il patronus si dissolse, segno che Stiles avesse posto fine all'incantesimo.

Anche Maggie sporse la testa arruffata oltre il divano, rivolgendo uno sguardo sorpreso a Derek, anche se privo di ostilità.

Derek era avanzato di un solo passo all'interno del salotto, abbandonando il suo inutile nascondiglio, che Mike gli era già corso incontro, abbracciandogli le gambe con forza.

Derek lo prese in braccio e gli baciò la fronte, cercando con tutte le sue forze di ignorare lo sguardo di Stiles puntato su di lui.

-Ehi terremoto. Sei fresco, ti è passata la febbre? -

Mike annuì con entusiasmo, rivolgendogli un grosso sorriso.

-Sì, Stiles l'ha sconfitta – il suo sorriso vacillò, mentre inclinava la testa, perplesso – Perché non sei più venuto, Derek? -

Derek aprì la bocca per rispondergli, già annaspando, ma Stiles gli parlò sopra.

-Direi che è giunto il momento di andare a letto – proclamò, con voce calma ma incontestabile.

Mike gli rivolse uno sguardo triste e persino Maggie lo guardò un po' storto.

-Ma Derek è qui e non lo vediamo da giorni. A Mike è mancato. Non possiamo stare un po' con lui? - sbottò, nel suo tipico modo orgoglioso, che mai le avrebbe permesso di ammettere esplicitamente che Derek fosse mancato anche a lei.

-Avevamo detto una magia e poi a letto. Derek non era nei piani – rispose Stiles, mentre avanzava piano verso di loro.

Derek azzardò una rapida occhiata nella sua direzione. Non sembrava arrabbiato, nemmeno il suo odore conteneva rabbia, ma c'era una strana rigidità nel suo volto mentre prendeva Mike dalle braccia di Derek.

-Verrò a trovarvi presto, Maggie. Sono stato impegnato in questi giorni, ma adesso sarò più presente – la rassicurò Derek, sporgendosi oltre Stiles per incrociare gli occhi grigi della ragazza.

-Lo prometti? - domandò Mike in tono esigente, mentre Stiles lo posava con delicatezza a terra.

Derek esitò, come al solito restio a fare ogni sorta di promessa ai due ragazzi.

-Certo che lo promette – intervenne però Stiles e Derek si sentì infinitamente sollevato nel riscontrare che non fosse così incazzato con lui da impedirgli di vedere Mike e Maggie o dallo smettere di fare promesse compromettenti in nome di entrambi – Ora però dovete veramente andare a dormire – voltò la testa verso il divano, dove Maggie era ancora appollaiata sullo schienale, imbronciata – Maggie. -

Derek non si stupì di vedere Maggie alzarsi immediatamente e andare verso di loro. Quando Stiles usava quel tono c'era poco da fare.

Maggie prese per mano il fratellino, mentre il suo sguardo si ammorbidiva.

-Coraggio Mike, andiamo a letto. -

Mentre gli passava accanto, Maggie gli rivolse un minuscolo sorriso e Derek lo ricambiò, anche se una parte di lui avrebbe voluto abbracciarla come aveva fatto poco prima con Mike.

Stiles rimase immobile e silenzioso, gli occhi fissi su un punto poco sopra la testa di Derek, finché entrambi non sentirono la porta della stanza dei ragazzi chiudersi piano.

A quel punto Stiles lo inchiodò con uno sguardo duro.

-So che ti piacciono le entrate di scena drammatiche, ma avresti dovuto davvero avvisare che saresti venuto. -

-Non ho mai avuto bisogno di avvisare prima – ribatté debolmente Derek.

Si aspettava quasi che Stiles si incazzasse ancora di più, ma invece gli occhi dell'altro si ammorbidirono, anche se emise uno sbuffo di sufficienza.

-Che vuoi, Derek? -

-Parlarti. Ci ho provato prima in ufficio, ma hai detto che avremo parlato più tardi, ricordi? -

Stiles gli lanciò uno sguardo denso.

-Non usare le mie parole contro di me, Tassorosso. Ho detto che avremo parlato poi, non che potessi intrufolarti in casa mia a piacimento. -

-Avresti potuto modificare l'incantesimo di sicurezza, se non mi volevi – scattò Derek, irritato.

Stava quasi per fare marcia indietro, quando notò Stiles sollevare un angolo della bocca in un piccolo ghigno.

-Ora non fare il martire, Sourpuff, sai che non lo avrei mai fatto – sospirò, mentre Derek non poteva fare altro che rilassarsi nel sentire il suo solito soprannome scemo – Va bene, parliamo. Vieni.-

Derek seguì docilmente Stiles fino al divano, sedendosi accanto a lui. Stiles indossava già il pigiama ed era a piedi nudi e Derek rimase per un attimo a fissarlo, con i suoi capelli arruffati e le gambe incrociate sotto il corpo, e non poté fare altro che pensare che fosse bello, così bello da far male.

I suoi occhi scivolarono sui segni sul collo e si chiese come li avesse giustificati con Mike e Maggie.

Il senso di colpa lo stava soffocando lentamente, mentre non riusciva a distogliere lo sguardo.

Stiles gli sorrise leggermente, con consapevolezza, sporgendosi per spingerlo sulla spalla con due dita.

-Ehi? Ti sei incantato? -

-No – raschiò Derek dopo un po', con voce roca, alzando lo sguardo con fatica – No. Io... devo dirti una cosa. Avrei dovuto dirtela prima in realtà – Derek fece un respiro profondo, mentre Stiles lo guardava leggermente preoccupato – Si tratta di Argent. Argent sa che Mike e Maggie sono a casa tua. -

-E come cazzo fa a saperlo? - scattò subito Stiles, mettendosi in allerta.

-Non lo so. Ma quella volta che ha voluto parlarmi da solo dopo la rissa con Jackson mi ha detto di averlo sempre saputo. -

-Perché non me lo hai detto? -esclamò Stiles, fissandolo incredulo -Sarà passata minimo una settimana, Derek! Avresti dovuto dirmelo! -

-Lo so! Lo so e mi dispiace, ma non volevo... Non volevo agitarti. -

-Agitarmi? - ripeté Stiles, socchiudendo gli occhi con fare sospettoso – Perché, che altro ti ha detto Argent? -

Derek esitò, ma sapeva di non poterlo nascondere a Stiles, non più.

-Ha detto che i bambini non sarebbero stati per sempre con noi. E che avrei dovuto assicurarmi che anche tu te ne rendessi conto, prima che ti facessi del male – aggiunse piano, in tono di scuse.

Stiles rimase in silenzio, l'espressione intellegibile.

-Ho capito – disse solo e Derek sapeva che il discorso fosse concluso lì, a meno che non volesse ricevere una fattura.

-Penso che a questo punto sarebbe più sicuro mandare Maggie e Mike da un'altra parte – continuò Derek, cambiando argomento – Non possiamo rischiare che Allison o Kate scoprano dove sono. -

Stiles annuì, anche se il suo sguardo era pensieroso e lontano.

-Potremmo mandarli da tuo padre – azzardò Derek, pentendosene subito quando Stiles gli rivolse uno sguardo incredulo e incazzato.

-Assolutamente no! Non voglio che venga coinvolto nelle cose magiche, è pericoloso. -

-Stiles, è un poliziotto – cercò di farlo ragionare Derek, nel tono più delicato che gli riuscì.

Stiles gli rivolse uno sguardo feroce.

-Sì, ma è un babbano! Se uno di quei bastardi scoprisse che Mike e Maggie sono con lui, non potrebbe difendersi ad armi pari. La risposta è no.-

-Va bene, va bene – si affrettò a dire Derek, visto che il cuore di Stiles stava battendo a una velocità assurda, spaventato – Tuo padre non verrà coinvolto. Hai ragione, non saprebbe difendersi contro la magia. Non avrei dovuto proporlo, mi dispiace. Adesso calmati. Fallo per me. -

Fu profondamente soddisfacente avvertire il cuore di Stiles rallentare subito, dopo quelle parole.

Rimasero per un po' in silenzio, poi Derek sospirò profondamente.

-So che mi pentirò sicuramente di averlo proposto, ma... che ne dici di mio zio? -

Stiles lo guardò, pensieroso.

-Tuo zio? -

Derek annuì, con una smorfia.

-Sì. Voglio dire, ci sono alte probabilità che traumatizzi per sempre Mike e Maggie e che quando andremo a riprenderli Maggie sarà diventata una spogliarellista e Mike uno spacciatore, ma è un mago potente e sa come difendere la casa. Sarebbero al sicuro con lui. -

Stiles lo fissò, riflettendo attentamente sulle sue parole.

Alla fine annuì con decisione.

-Mi fido di Peter. Penso che sia la soluzione migliore. -

Derek sospirò di nuovo, passandosi una mano sulla faccia.

-Ora il problema sarà solo dire a Mike e Maggie che dovranno andarsene per un po'. Non la prenderanno bene. -

Stiles annuì, quasi distrattamente.

-Sì, dovremo essere cauti nel dirglielo. -

Derek gli rivolse uno sguardo sorpreso.

-Dovremo? -

Stiles lo guardò, un minuscolo sorriso beffardo sul volto.

-Certo. Non vorrai scaricarmi la patata bollente, eh, Tassorosso? -

-No, certo che no – riuscì a dire Derek, dopo un po' – Dimmi solo quando hai intenzione di dirglielo e farò in modo di esserci. -

Stiles sospirò, guardandolo come se fosse un idiota, cosa che Derek trovò francamente ingiusta.

-Che ne dici di domattina, a colazione?-

Derek aggrottò la fronte e Stiles sospirò una seconda volta, alzando addirittura gli occhi al cielo come se Derek fosse la persona più ottusa del pianeta e non fosse lui a essere assolutamente disorientante.

-I bambini non ti hanno visto per giorni, Derek. E ormai è tardi. Potresti dormire qui. E fare colazione con noi, domani. -

-Stiles, non penso che sia una buona... - cominciò Derek, perché davvero non pensava che fosse una buona idea condividere un letto con Stiles, non dopo che aveva tentato di morderlo e aveva espresso in maniera fin troppo palese la sua incapacità di controllarsi con lui in giro.

Ma poi captò l'odore di Stiles, un lievissimo odore di ansia e speranza che contrastava con la sua espressione impassibile, e si ricordò che Stiles fosse esattamente come Maggie.

E che come Maggie non avrebbe mai ammesso esplicitamente quanto gli fosse mancato e quanto avesse bisogno di lui.

-Avrò bisogno di un pigiama – mormorò solo e la luce negli occhi di Stiles fu la ricompensa più bella del mondo.

 

 

ANGOLINO

 

Ciao!

Aggiornamento notturno e capitolo un po' di passaggio, ma dal prossimo le cose si smuoveranno, promesso!

Grazie di cuore a chiunque doni un po' del suo tempo per leggere questa cosa <3

E grazie alle mie cicce, vi amo <3

A presto,

Fede <3

  
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