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Autore: darkroxas92    25/04/2021    1 recensioni
Kaito Kid è sempre stato famoso per essere un esibizionista… e finora è riuscito a portare a termine tutti i suoi furti. Ma se dovesse avere a che fare con un altro esibizionista, anche questi bravo in ciò che fa, riuscirà ad avere la meglio? Kaito Kid VS Great Sayaman! Nemici o alleati? Magia o energia? Ai posteri l’ardua sentenza.
Genere: Avventura, Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aoko Nakamori, Kaito Kuroba/Kaito Kid, Shinichi Kudo/Conan Edogawa
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 7: Ritorno dal futuro (Un’amicizia tra esibizionisti) Ritorno dal futuro

Conan sospirò mentre veniva forzatamente allontanato dalla scena del crimine grazie a un calcio di Goro.
“Su Conan, andiamo via. Vedrai che presto papà risolverà il caso, come sempre.” Fece Ran, riservando al padre un’occhiataccia.
“Ne dubito fortemente.” Pensò lui, pensando già a come avrebbe potuto sgattaiolare via come al suo solito per poter tornare a indagare su quella morte.
“Sai, ogni tanto mi piacerebbe riuscire ad andare in giro senza venire coinvolta in qualche omicidio.” Continuò Ran, mentre portava Conan fuori in giardino. “Ma ormai sembra quasi sempre di più un sogno.”
Conan avrebbe voluto dirgli qualcosa, ma non sapeva cosa.
Tuttavia la sua attenzione fu subito attirata da un cespuglio, che si mosse nonostante non ci fosse un filo di vento. Cosa che non sfuggì nemmeno a Ran.
“Attento Conan, potrebbe essere qualche animale selvaggio.” Lo avvertì, avvicinandosi al bambino per proteggerlo.
Entrambi saltarono per la sorpresa quando da dentro il cespuglio sbucò fuori una ragazzina dai capelli neri, la quale sembrava essersi appena svegliata, dato il sonoro sbadiglio che fece. Indossava un paio di pantaloni lunghi grigi, con una semplice maglietta rossa a maniche corte che le lasciava scoperta la pancia e attorno ai capelli aveva un foulard arancione per coprirli, lasciandoli tuttavia liberi.
“Nonno, è già ora di svegliarsi?” Chiese guardando Conan, ancora addormentata.
“T-Tutto bene?” Domandò Ran.
Sentendo una voce femminile, la ragazza si massaggiò gli occhi, riuscendo finalmente a mettere a fuoco le persone di fronte a lei. E non appena realizzò che non erano chi pensava saltò in alto, superando di un paio di metri il cespuglio dove si era addormentata e atterrando poco dietro, alzando subito le braccia come per combattere. “E voi chi siete?”
I due la guardarono, Conan con maggiore curiosità. Non sapeva dire il perché, ma le sembrava particolarmente famigliare. Ma era anche sicuro di non averla mai vista prima.
“Q-Questo dovremmo chiedertelo noi.” Fece Ran. “Stavi dormendo in quel cespuglio quando probabilmente ti abbiamo involontariamente svegliata.”
Sentendo ciò la ragazza guardò il cespuglio in questione, per poi grattarsi la testa con un dito. “Che ci facevo lì dentro? E soprattutto, dove sono?”
“Sei in provincia di Tokyo.” Rispose Conan.
“Tokyo? Che pianeta è?”
A quella domanda Ran e Conan sbatterono le palpebre, non sapendo bene come reagire.
“… Tokyo è una città, non un pianeta.”
“Eh? Ma non è possibile! Il rilevatore dell’astronave diceva che non c’erano forme di civiltà nei pianeti vicini!” Gridò preoccupata la ragazza. “E dove sono il nonno e Trunks?”
A quel nome Conan spalancò gli occhi.
“H-Hai detto Trunks?” Domandò, attirando su di sé lo sguardo sia di Ran che della ragazza.
“Uh? Sì, perché? Sai dov’è?”
“Conan?” Chiese invece Ran, guardando il bambino, il quale stava visibilmente sbiancando, come se avesse visto un fantasma. E considerando che solitamente non aveva mai simili reazioni, la figlia del detective dormiente cominciò seriamente a preoccuparsi.
“N-Non ne sono sicuro.” Rispose Conan. “Qualche mese fa ho incontrato un bambino che si chiamava così, però credo sia quasi impossibile che sia la stessa persona.”
“Bambino hai detto?” Fece la ragazza, per poi lasciarsi cadere a terra sconsolata. “Accidenti, non è lui allora. Non è di certo un bambino.”
Sentendo ciò Conan sembrò riacquistare immediatamente colore, lasciando andare un sospiro che non sapeva di aver trattenuto.
“Chi era questo bambino?” Chiese curiosa Ran.
“L’ho conosciuto qualche mese fa, dopo averlo incontrato per puro caso. Ma non abita in Giappone, quindi era difficile che fosse tornato in così poco tempo.” Spiegò lui, inventandosi la storia al momento.
“Conan, sei qui?” Fece una voce, anticipando Ai. La bambina si era allontanata prima che Goro lo buttasse fuori, e una volta tornata dentro gli avevano detto che Ran lo aveva portato verso il giardino.
“Oh, eccoti qui Ai.” Disse Ran, sorridendo alla bambina stoica, la quale rivolse subito la sua attenzione alla ragazza.
“Lei chi è?”
“Oh, giusto, scusatemi, non mi sono presentata.” Fece lei, ridacchiando. “Il mio nome è Son Pan. Piacere di conoscervi.”
Conan a quel punto sbiancò nuovamente, guardando con occhi sgranati la ragazza di fronte a lui, che lo fissò preoccupata. “H-Ho detto qualcosa di sbagliato?”
“N-Non è possibile! Non puoi essere Pan!” Esclamò Conan totalmente incredulo.
A quella frase la bambina lo guardò con un cipiglio. “Scusami, ma credo di sapere bene come mi chiamo, visto che sono dieci anni che mi hanno dato questo nome.”
“Conan?” Lo chiamò Ai. “Perché tale reazione?”
“P-Prima di rispondere, ho solo una domanda da fare. I nomi dei tuoi genitori sono Gohan e Videl?”
Stavolta fu il turno di Pan di spalancare gli occhi. “Come fai a saperlo?”
Ma la risposta non arrivò subito, dato che il bambino fece un paio di passi indietro, cominciando a guardarsi intorno preoccupato.
“Non puoi essere qui!” Esclamò infine. “E soprattutto, non puoi essere così grande!”
“Conan! Che modi sono di fare questi?” Lo rimproverò Ran.
“Ma un paio di mesi fa ho visto tua madre che era ancora incinta di te! E sono sicuro che non avessero altri figli!” Esclamò Conan, ignorando la sua fidanzata, mentre Pan lo guardò incredula.
“Cosa? Ma che stai dicendo? Sono figlia unica, e ti assicuro che ho dieci anni. E nessuno ha chiesto a Shenron di farmi crescere di colpo.”
Conan si portò una mano sulla fronte, massaggiandosela. “Okay, ora ogni possibile dubbio che avevo è sparito. Non può essere che siano tutte coincidenze, Shenron non dovrebbe nemmeno essere conosciuto qui.”
“Tu sai di Shenron?” Chiese sorpresa Pan, per poi venire interrotta da Ai.
“Conan, aspetta un attimo. Non starai cercando di dire che questa bambina viene da lì, vero?”
“Non credo ci siano così tanti draghi giganti in grado di esaudire desideri, no?” Sbottò Conan, per poi spalancare gli occhi ricordandosi che con loro c’era anche Ran, la quale lo stava guardando con aria interrogativa.
“Draghi? Conan, questo non è da te. Di solito non ti lasci trascinare così dalla fantasia.”
Ma il bambino non l’ascolto, accendendo subito i suoi occhiali e andando alla modalità radar installatagli da Bulma. La mappa era inutilizzabile, ma come ultima conferma vide un punto lampeggiare proprio dove c’era lui.
“Tu… hai con te una Sfera del Drago, vero?” Chiese infine a Pan, che ancora scossa annuì, per poi tirarla fuori dalla tasca. Ma questa era diversa da quelle che lui, Kaito e Aoko avevano cercato in passato: infatti il colore delle stelle all’interno era nero e non rosso.
“Quello è un radar cerca sfere.” Disse la ragazza. “Come fai ad averlo nei tuoi occhiali?”
“Me l’ha installato Bulma. E non so come dirtelo, ma sei decisamente lontana da casa tua.”
“Questo lo so, grazie tante. Sono partita con nonno Goku e Trunks ormai mesi fa per cercare le sfere nella galassia.”
“Ehm… scusatemi bambini…” Fece Ran. “Ma mi sono persa. Di cosa state parlando?”
Conan sospirò, guardando Ai, che scosse la testa.
“Direi che è inutile nasconderglielo. Se è come sto immaginando, questa mocciosa non passerà di certo inosservata, se quello che mi hai detto che poteva fare il padre è anche solo lontanamente vero.”
“Guarda che sono più grande di te.” Replicò Pan, colta sul vivo dal nomignolo, per poi bloccarsi, come ricordandosi qualcosa. “Aspetta un attimo. Tu ti chiami Conan?” Fece guardando il bambino con gli occhiali, che annuì. “Quel Conan che mio padre ha fatto tornare in vita assieme a quel suo amico, quello che faceva trucchi di magia… Kaito?”
“Sì, sono proprio io.” Annuì Conan, per poi prepararsi alla reazione imminente.
“Come sarebbe a dire che ti ha fatto tornare in vita?” Chiese incredula Ran.
“E com’è possibile che tu sia ancora un bambino? Sono passati dieci anni ormai.” Aggiunse Pan.
“Se posso azzardare un’ipotesi, direi che è ovvio che il tempo scorre diversamente.” Disse Ai, cercando di restare impassibile. “O quello, o sei tornata indietro nel tempo.”
“Io voglio sapere che cosa intendeva dire prima!” Ripeté Ran, guardando Conan.
“Beh, diciamo che potrei essere stato accidentalmente disintegrato…”
“Tu saresti stato che cosa?!” gli urlo contro Ran. “Non sono cose su cui scherzare! E dire che ormai credevo tu fossi un bambino sveglio!”
“Sì, beh, non è poi così impossibile.” Fece Pan. “Anzi, in questo momento io, mio nonno e Trunks siamo in viaggio proprio per evitare che la Terra venga distrutta.”
A quello Ran la guardò male. “E tu non sei abbastanza grande per stare dietro a simili giochi? C’è qualche bambino che potrebbe anche spaventarsi a sentire simili cose. E poi la Terra non può di certo venire disintegrata come se niente fosse. Quello succede solo nei film.”
“Aspetta, conoscete la Terra? Credevo che non fosse così famosa e-”
“Pan, questo sarà un grande shock per te, ma sei sulla Terra. Solo, non è la tua Terra.” Spiegò Conan, per poi prendere il cellulare, scrivendo velocemente qualcosa.
“Aspetta, vuoi dire che papà e mamma dicevano il vero quando dicevano che venivi da un’altra dimensione?” Chiese la ragazzina, per poi portarsi le mani sulla testa. “È terribile! E ora come faccio a tornare a casa?! E come se non bastasse, senza la sfera la Terra è condannata!”
“Come sarebbe a dire? E poi non capisco, l’ultima volta le Sfere erano tutte e sette sulla Terra. Perché le state cercando nello spazio?”
Pan mostrò nuovamente la sfera. “Se ci fai caso, questa è diversa da quelle che tu e i tuoi amici avete visto l’altra volta. Queste sono molto più pericolose. Infatti è stato per sbaglio espresso un desiderio con esse.”
“Non sarà poi così grave. Da quel che ho capito, anche tuo padre è finito qui per un desiderio sbagliato.”
“Sì, ma le sfere che erano state usate quella volta non distruggevano il pianeta dove hanno esaudito il desiderio se non vengono riunite entro un anno!” Esclamò Pan. “E se io sono in un’altra dimensione con una sfera… nonno Goku e Trunks non potranno mai riunirle tutte e sette!”
“Basta così!” Gridò Ran, scocciata. “Questo gioco mi pare stia andando avanti un po’ troppo. Dimensioni parallele, desideri, viaggi nello spazio… tutte cose impossibili! Non credevo l’avrei mai detto, ma se dovete essere così fissati è meglio che cresciate.”
“Gioco?” Gli urlò contro Pan. “Secondo te mi sto divertendo?! Ci sono in gioco miliardi di vite! Ma non mi aspetto che tu capisca come stanno le cose. È chiaro che sei solo una ragazzina che ha sempre avuto tutto senza problemi. Scommetto che perdi un sacco di tempo a fare shopping senza nemmeno pensare di fare un po’ di attività fisica. Dopotutto, la tua aura non è per niente impressionante.”
A quelle parole, sia Conan che Ai fecero istintivamente un passo indietro.
“Cos’hai detto, scusa?” Fece la figlia del detective Goro, facendo un sorriso che fece venire i brividi a Conan.
“Esattamente quello che ho detto. Mio nonno Satan è più forte di te, ed è tutto dire.”
Sentendo ciò Ran si mise in posa, pronta a colpirla. “Allora, se è come dici tu, non ti dispiacerà fare uno scontro amichevole, vero? La prima che butta a terra l’altra vince. Se vinco io, smetterai di dire tutte quelle idiozie.”
“E se vinco io mi crederai.”
“Ran, non credo sia una buona idea…” Fece Conan.
“Vuoi forse dire che potrei perdere?”
Il bambino sospirò, per poi girarsi. “Non voglio saperne nulla, Ran nee-chan! Ho visto i suoi genitori all’opera, e se ha ereditato anche solo un centesimo delle loro abilità, non è un’avversaria da sottovalutare.”
“Come se potesse essere così! Ti ricordo che sono una professionista!” Esclamò, per poi correre contro Pan, che si limitò a sorridere.

“Incredibile, questa volta è stato davvero facile risolvere il caso.” Fece l’agente Takagi, uscendo dall’hotel accompagnato dall’ispettore Megure e da un Goro sveglio. “Non appena l’assassino ha realizzato che c’era il detective Goro, si è subito consegnato alla polizia. Non era ancora successo.”
“O probabilmente ha voluto evitare che la situazione degenerasse con ulteriori morti, vista la fortuna che Goro porta ovunque va.”
“Suvvia ispettore, non dica così. La gente potrebbe pensare male e-”
Ma il detective si interruppe, vedendo la figlia correre contro una bambina, che tuttavia l’afferrò come se niente fosse per un braccio e la sollevò sopra la sua testa, per poi farla cadere a schiena in giù dietro di lei.
I tre uomini guardarono increduli la scena, come anche Ran, che guardava con occhi spalancati la ragazzina, la quale si girò.
Poi, con incredulità di tutti i presenti ad esclusione di Conan, si alzò in aria, fermandosi proprio sopra Ran. “Allora, ti basta come prova del fatto che sono più forte? A cinque anni ho sollevato allo stesso modo un tizio che era tre volte più grande di te e l’ho buttato fuori dal ring.”
“T-T-T-Tu s-s-stai v-v-volando!” Balbettò incredula Ran, non sentendo una sola parola di quello che Pan aveva appena detto. E lo stesso fu per i tre uomini poco lontano.
“Che diamine… e dire che stasera non ho bevuto nemmeno un goccio.” Commentò Goro, per poi guardare i due agenti della polizia al suo fianco. “Sono io, o quella mocciosa sta volando?”
“Se non è vero, allora siamo tutti sotto gli effetti di qualche sostanza allucinogena. E non so perché, spero quasi che sia così.”
“Pan…” Fece Ai, cercando di mantenere, anche se con poco successo, la sua neutralità. “Qui la gente non vola.”
“Davvero? Nessuno?” Disse lei girandosi. “Anche da me non è così comune, ma siamo in parecchi a poterlo fare.”
“C-Com’è possibile?!” Gridò Ran, per poi guardare Conan. “Tu lo sapevi?!”
“Considerando che suo padre mi ha fatto salire su una nuvola in grado di portare ovunque, oltre ad averlo visto volare quasi alla velocità del suono, diciamo che me lo aspettavo.”
“Ma com’è possibile?” Domandò Takagi, avvicinandosi, per poi passare una mano nell’aria sotto Pan. “Non c’è davvero nulla che le possa permettere di restare in aria!”
“Poliziotto, eh?” Fece la ragazzina, per poi atterrare. “Non so perché, anche da me la polizia mi guarda sempre con scetticismo. E dire che il 90% delle rapine le fermo io, mentre il restante ci pensa zio Goten.”
“Tu che fermi delle rapine?” Ripeté Goro, per poi scoppiare a ridere. “Certo, come no! E poi magari fermi i proiettili a mani nude e-”
Ma il Detective si fermò dopo che Pan diede un pestone per terra, facendo letteralmente tremare tutto il terreno e creando un piccolo cratere sotto il suo piede.
“E non ho usato nemmeno un quarto della mia forza.” Disse lei sorridendo.
“Però Pan…” Fece Conan, decidendo di ignorare la cosa. “Se tu hai la Sfera del Drago, come hai fatto a finire qui?”
“Non ne ho idea. Eravamo appena atterrati su un pianeta dove avevamo rilevato una delle sfere e poi mi sono svegliata qui.”
“Che io sappia, non ci sono molte possibilità di viaggiare tra dimensioni, se togliamo la magia.” Disse Ai, guardando la viaggiatrice.
“Infatti è stato così.” Fece una nuova voce.
Dal nulla di fronte a loro apparvero tre figure, facendo letteralmente cadere all’indietro tutti quanti per la sorpresa.
Di fronte a loro c’era un uomo con addosso vestiti che ricordavano vagamente quelli dei Beduini, anche se l’attenzione di tutti fu attirata dai suoi quattro occhi.
Dietro di lui invece, con le mani poggiate sulle sue spalle, c’erano un ragazzo sui diciotto anni dai capelli viola e un bambino che Conan chiamò subito.
“Goten? Trunks?” Fece lui sorpreso.
“Goten?” ripeté Pan. “Dov’è?”
“Temo che l’errore sia facile.” Rispose Trunks, lasciando andare l’alieno. “Ciao Conan. Vedo che non sei cambiato di una virgola, eh?”
“Beh, non posso dire lo stesso di te. Ma perché Goten invece è rimasto bambino?”
“Perché non sono Goten.” Ridacchiò il bambino. “Sai, ho pensato a te quando mi è successo questo.”
Conan lo guardò per qualche secondo, per poi sgranare gli occhi. “G-Goku?! Sei tu?!”
“Oh, conosci anche mio nonno?” Fece Pan.
“Nonno?!?!” Urlarono tutti gli altri terrestri.
“Ma com’è possibile?! È più piccolo di te!” Esclamò Megure, guardando Goku ridacchiare.
“Diciamo che per sbaglio hanno desiderato farmi tornare bambino.” Fece lui, mentre Conan si avvicinava ad Ai. “Beh, sembra che non siamo gli unici…” mormorò a bassa voce.
“Già, e la cosa mi sorprende.” Replicò lei.
“Perdonatemi, questa situazione è colpa mia.” Fece l’alieno. “Quando ho visto avvicinarsi Pan e gli altri, ho pensato che avessero intenzioni ostili. Il mio popolo ha la capacità di viaggiare tra le dimensioni, e così ho deciso subito di mandarla via. L’ho mandata qui per puro caso, non avevo in mente una destinazione precisa.”
“E dopo che gli abbiamo spiegato la situazione è stato disposto a portarci da lei.” Continuò Trunks, per poi tirare fuori una Sfera del Drago. “Oltre ad averci dato questa.”
“Menomale!” sospirò Pan. “Temevo già di restare bloccata qui. Non oso pensare a come avrebbero reagito papà e mamma.”
“Probabilmente avrebbero cercato di contattare almeno me per aiutarti!” Rispose una voce sopra di loro.
“Ancora? Quante altre volte dobbiamo rischiare l’infarto per- Kaito Kid?!” Gridò Goro, alzando la testa, vedendo il famoso ladro gentiluomo arrivare in volo con il suo deltaplano, per poi saltare giù di fronte a loro.
“Ciao a tutti! Vedo che mi sono perso qualcosa, visto che mi ritrovo persone che dovrei conoscere tutte con età diverse da quelle che mi aspettavo.” Disse lui, per poi alzare una mano a Trunks per salutarlo. “Vedo che tuo padre non ha smesso di allenarti, eh?”
“Diciamo che non sono proprio tipo da ufficio, con grande disperazione di mamma.” Ridacchiò lui.
“K-Kaito Kid li conosce?” Fece Takagi. “E che ci fa qui?!”
“Diciamo che volevo rivedere qualche amico che è difficile incontrare.” Disse lui, per poi soffermarsi sul foulard di Pan, sorridendo. “E vedere anche se il mio regalo era piaciuto o meno.”
Pan lo guardò con aria interrogativa.
“Bene, direi che è il momento di tornare indietro.” Fece l’alieno, facendo cenno ai tre compagni dimensionali di avvicinarsi. “Mi spiace per l’inconveniente.”
“S-Si figuri…” Disse Megure, cercando ancora di dare un senso a tutto quanto.
“Beh, è stato un evento imprevisto, ma non direi proprio negativo.” Commentò Conan. “Salutate anche gli altri quando gli vedete!”
“Certo! E voi salutateci Aoko!” Replicò Trunks.
“E buona fortuna per tutto quanto!” Aggiunse Goku. “Se io riuscirò a tornare come prima, non vedo perché voi non possiate risolvere i vostri problemi!”
L’alieno tuttavia non gli diede tempo di dire altro e sparì nel nulla assieme agli altri.
“Bene, chi è d’accordo per fare finta di non avere visto nulla?” Domandò Goro. “E di andare a bere un goccio subito, aggiungerei…”
“P-Per una volta sono con te.” Disse Megure, annuendo.
“Beh, direi che è cresciuta bene. Tu che dici, piccolo detective?” Chiese Kaito.
“Già. Ma tu come hai fatto ad arrivare qui così velocemente?” Replicò Conan.
“Diciamo che una mia piccola fonte…” Rispose il ladro, facendogli un occhiolino. “…mi ha avvisato della presenza di una ragazzina decisamente fuori dall’ordinario. E il resto è opera della mia magia.” Fece il ladro sorridendo, per poi gettare a terra qualcosa, lasciandosi avvolgere da una nube di fumo.
Quando questa si dissipò, di Kid non era rimasta alcuna traccia.
“Beh, direi che non posso più contestare la tua storia in alcun modo.” Commentò Ai guardando Conan.
“Io invece vorrei sapere esattamente tutta la storia!” Esclamò Ran, finalmente rialzandosi. “E per piacere, versione lunga!”
Conan sospirò, sapendo che non poteva evitarlo. Sarebbe bastato saltare qualche dettaglio non proprio insignificante.
“Beh, tutto è cominciato mentre stavo prendendo un gelato…”
   
 
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