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Autore: Cress Morlet    04/05/2021    10 recensioni
[Ben/Rey] AU SoulMates
La frase sul suo polso era incisa sulle sue ossa da diciannove anni - l’età della sua anima.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ben Solo/Kylo Ren, Kylo Ren, Rey
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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stelle 32

Note di introduzione.
Salve! Questa storia è un'AU SoulMates in cui sul polso compare la prima frase che l'anima gemella sentirà pronunciare dalla sua anima gemella. La frase compare solo quando nasce l’anima gemella, quindi Ben ha ventotto anni e Rey diciannove. Godetevi la lettura!


Ben si stese sulla sabbia e chiuse gli occhi.
Ti sento vicina.
La nuca a contatto con tanti granelli di sabbia mentre i suoi capelli sudati erano incollati alle tempie.
La frase incisa sul suo polso che tremava e bruciava e si imprimeva nelle sue vene.
Quante volte ti ho sognata e quante volte mi sono svegliato urlando. Era la consapevolezza del vuoto che mi  circondava.

Il suo corpo era stanco, con braccia e gambe molli. I suoi muscoli si erano lasciati andare e solo le ossa riuscivano a dare un senso alle sue forme.
Sono steso qui. Nel solito punto in cui ti sento. La mia anima gemella che cammina tra queste spiagge e che io non riesco mai a trovare.
Erano immense le spiagge di Jakku. Chilometri di distese dai colori spenti e senza emozione. Le acque erano diventate degli acquitrini sporchi con alghe nere e vegetazione rossiccia.
Forse è lì. Forse è diventata un relitto. Forse sono arrivato troppo tardi.
La frase sul suo polso era incisa sulle sue ossa da diciannove anni - l’età della sua anima.
Per tanto tempo c’era stato soltanto silenzio e un tepore che gli riscaldava il petto in ogni ora delle sue insulse giornate. Poi era iniziato un borbottio alla base della sua testa. Un mormorio costante che gli aveva colpito le ginocchia e chiuso la gola. Era il grido di aiuto di una bambina sola e disperata.
Lui l’aveva cercata. Si era affidato alle sue sensazioni e al bruciore della sua scritta e alle sillabe sconnesse che sentiva nella sua testa. Ma non era servito a nulla.
Ogni notte trascorsa sussurrando parole al vento nel tentativo di consolarla e di non lasciarla sola.
Tu non sei sola. Tu non sei sola. Tu non sei sola. Tu non sei sola. Tu non sei sola. Tu non sei sola.
Milioni di volte.
Tu non sei sola. Tu non sei sola. Tu non seisola. Tunon sei sola. Tunonseisola.
Le parole si erano unite e avevano perso significato e valore. Lui era stato un fallimento e lei aveva smesso di cercarlo, facendo tornare il silenzio ed uno strano calore nella sua pancia. Quattro anni di silenzio fino a quando non c’era stata una parola nella sua mente. Una semplice combinazione di cinque lettere che non aveva pensato e che non aveva mai conosciuto. Jakku.
Giorni per raggiungere la spiaggia. Giorni per attraversarla. Giorni per rigirarsi negli stessi angoli ancora e ancora mentre una disperazione cresceva a dismisura nel suo cuore e nel suo respiro. Non c’erano tracce di vita umana se non le sue impronte mangiate dal vento e dal tempo che continuava a scorrere.
Brucerò nell’attesa. Diventerò un granello di sabbia calpestato dalle sue scarpe ed in qualche modo l’avrò trovata.
Il suo polso tremò in una maniera incontrollabile ed una mano gli prese le dita strette a pugno.
Ti sento talmente tanto vicina. Sento le parole che si trasformano in croste sulla mia carne. Si ispessiscono e ci legano in eterno. Vorrei sentirle dalla tua voce, almeno una volta. Anche in un delirio di febbre e bugie.
Altre dita gli sfiorarono la fronte e poi il naso e le labbra. I suoi occhi si aprirono ed in una sfocata messa a fuoco intuì il suo viso illuminato dal sole. Non sembrava reale. Era sicuramente un’immagine creata dal suo dolore e dalla sua solitudine. Non c’era nulla di vero.
Gli occhi erano vita. Le labbra screpolate erano un sogno. Quei capelli legati in crocchie e le ciocche sulle guance erano pianeti e costellazioni.
Un fischio scorreva nelle sue orecchie e la sabbia si trasformava in ovatta.
Cercarti mi ha diviso l’anima in due.
Il suo cuore perse sangue e lei lo disse.
“Tu hai paura.”
Sì. Mi sembra di essere tornato a casa. Questa forza che ci unisce è buona. Giusta.
Sorrise.
E poi tu le hai dette. Hai pronunciato le tre parole che io mormoro da diciannove anni come una preghiera.
“Mi hai trovato tu.”
Lo disse con una risata isterica alla base della gola ma vide il suo mento tremare e qualcosa adombrarle lo sguardo. Le sue dita si slacciarono di scatto e si coprirono il polso magro come a volersi difendere da ogni sillaba che aveva pronunciato.
Ben si sedette ed i loro visi si sfiorarono.
“So di averti delusa. Perdonami.”
Lei continuava ad osservare le frasi suoi polsi di entrambi. Seduta scomposta vicino alle sue ginocchia e con la sabbia che indossava come calze.
“Non mi hai delusa. Io ti ho deluso?”
Toccarla. Sentirla. Era bellissima ed era talmente tanto vicina. Con degli stracci addosso od un vestito bianco immacolato non gli importava. Scorgeva soltanto le sue lentiggini e la cicatrice sulla sua mandibola, stelle sulla sabbia, e sapeva di amarla. 
Ti amo senza limiti. Ti amo e ti amo e ti amo ti amo tiamo tiamo tiamo.
“Come avresti mai potuto? Sono io che ti ho lasciato sola tutto questo tempo.”
Finalmente sorrise. Lei rise e il cielo scese a bagnargli le ciglia mentre la bocca della sua anima gemella lo baciava.
Rey. Il suo nome era Rey.
“Ben. Tu non mi hai mai lasciata sola.”
Quella spiaggia era il suo posto nel mondo.
No. Era lì.
Tra le mani e le dita di Rey. Tra le sue ginocchia e i suoi fianchi. Sulle sue labbra che continuavano a dirgli che anche lui non era più solo.







Angolo autrice

Salve a tutti! Buon Star Wars Day con questa breve storia che ho scritto ieri presa da una frenesia improvvisa. Non è un momento facile per me, ma ero troppo triste al pensiero di non pubblicare nulla oggi. Sarà una storia breve e mal fatta, ma eccomi nuovamente qui con una Reylo. Spero vi sia piaciuta e abbiate riconosciuto qualche citazione dei film e dei romanzi. Vi auguro una bellissima giornata. A presto :)

   
 
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