Serie TV > Il paradiso delle signore
Ricorda la storia  |      
Autore: InvisibleWoman    04/05/2021    0 recensioni
Un momento che mi sarebbe piaciuto vedere nella soap: Rocco geloso di un uomo che corteggia Irene. Un'espediente che adesso sappiamo hanno usato purtroppo con Maria. Peccato, occasione persa.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
L'idea di rivoluzionare il grande magazzino di Milano era stato un azzardo che Irene aveva deciso di prendere tutto da sola. Tanta era la voglia di impressionare il dottor Conti, che non aveva proprio preso in considerazione la possibilità di deluderlo. Irene voleva riuscire sempre in ciò che faceva. Talmente tanto da arrivare persino a strafare, pur di riuscire nel suo intento. Tutti la credevano sicura di sé e spavalda e lei in parte lo era per davvero, ma era proprio in questa sua voglia di vincere e riuscire a tutti i costi, che veniva allo scoperto la parte più insicura della sua personalità. Se fosse stata forte come tutti credevano, non si sarebbe preoccupata di perdere il ruolo di capocommessa che tanto aveva desiderato. Non avrebbe osato pur di attirare l'attenzione del dottor Conti. E non si sarebbe subita la ramanzina che di lì a poco proprio lui le avrebbe rivolto.
"Lei è la capocommessa pro tempore" aveva detto Vittorio Conti con estrema decisione. Parole che avevano ferito nel profondo Irene, privandola dunque dell'illusione di poter ricoprire quel ruolo più a lungo possibile, magari pure per sempre. Era convinta che se avesse visto quanto fosse capace, intraprendente, piena di idee e organizzazione, anche lui si sarebbe ricreduto, così come tutte le Veneri che rimpiangevano Dora e Clelia Calligaris. Eppure il piano le si era ritorto contro, come al solito. 
Ripensò alle parole di Rocco e al modo in cui lui l'aveva descritta quando era stata Dora a essere scelta al posto suo. Aveva ragione: non era affabile, non sapeva farsi voler bene dalle persone che le stavano accanto. Non era adatta al ruolo di capocommessa. Aveva ragione lui, e avevano ragione anche le altre Veneri.
Abbassò il capo al sentir le parole  di Vittorio Conti, che dopo poco si ammorbidì, forse notando la sua espressione mortificata. Avrebbe voluto andare da Rocco e sfogarsi con lui, come aveva fatto negli ultimi mesi. Era l'unico che sapesse della sua situazione col padre, era l'unico a cui avesse permesso di conoscerla a fondo. Eppure... beh, lui aveva palesemente scelto Maria. Per quanto Irene potesse starci male, non era come lei. Non era come le altre ragazze con la testa piena di romanticherie. Irene aveva ben chiaro cosa volesse, ma non era disposta a farsi mettere i piedi in testa o umiliarsi per ottenerlo. Se Rocco preferiva la compagnia di Maria, d'altronde era lui a perderci. Dopo essersi dimenticato di lei, che gli aveva organizzato una piccola sorpresa qualche tempo prima, Rocco aveva dimostrato di preferire Maria nel ruolo di Cecca nella recita. Li aveva visti vicini pochi giorni prima in magazzino, mentre a lei non rivolgeva altro che parole poco garbate. Aveva abbastanza amor proprio da decidere di prendere una strada diversa, nonostante il cuore le si spezzasse ogni giorno di più e i suoi piedi resistessero a fatica dall'istinto di avvicinarsi a lui e cercarlo. 
Annuì quando il dottor Conti le intimò di sistemare il negozio alla chiusura e lo osservò andar via, mentre Dora tornava al proprio lavoro. Avrebbe voluto inseguirla e urlarle contro, ma in fondo sapeva che era colpa sua se non era riuscita nel suo intento. Dora non c'entrava nulla, era solo la sua valvola di sfogo, ora che non poteva più andare da Rocco. Poi alzò lo sguardo e lo vide. Lui era lì, con delle scatole in mano e lo sguardo dispiaciuto di chi l'aveva vista fallire ancora una volta. Non sopportava la sua pietà. Eppure i suoi piedi non riuscirono più a resistere all'impulso di avvicinarsi. Fece qualche passo e poi...
"Io trovo che l'organizzazione sia ineccepibile" disse un uomo dalla voce bassa e profonda. Irene si arrestò di colpo. I suoi occhi si allontanarono da Rocco per seguire quelli di quell'uomo alto ed elegante. Erano chiari come il cielo limpido primaverile, e gentili come quelli di Rocco quando l'aveva aiutata solo due mesi prima. Sembrava passata una vita.
"E poi come potrei contraddire una donna tanto affascinante e interessante come lei" aveva aggiunto poi, prendendole la mano per presentarsi a lei, avvicinando le labbra alla sua pelle come un uomo d'altri tempi. 
Rocco era ancora lì alle sue spalle, le scatole tra le mani e lo sguardo imbambolato davanti a quella scena. Quanto avrebbe voluto correre lì e intimare a quell'uomo di prendere le distanze. Erano pur sempre su un luogo di lavoro, no? Che diritto aveva di avvicinarsi e provarci in modo tanto spudorato con le Veneri? Eppure vide il volto di Irene illuminarsi di nuovo, dopo la ramanzina di Vittorio Conti. Un sorriso ampio e il passo sicuro mentre accompagnava l'uomo a uno dei banconi per mostrargli alcuni dei profumi. La osservò mentre se ne spruzzava un po' sul polso e lasciava che l'uomo si avvicinasse alla sua pelle per sentirne l'odore. "Basta, ora stiamo esagerando" aveva pensato tra sé e sé, prima che Dora gli chiedesse cosa stesse facendo lì in mezzo al negozio.
"Irene aveva richiesto questi maglioncini" disse distratto, scuotendo la testa per riprendersi da quello stato di trance dentro cui era piombato. Gli occhi continuavano a correre a lei, lusigata dalle attenzioni di quell'uomo, tanto da dimenticarsi totalmente della sua presenza. Avrebbe giurato di averla vista pronta a raggiungerlo, prima che quello si mettesse in mezzo. Ma poi, in fondo, perché gli dava così tanto fastidio?
Mollò senza tante cerimonie le scatole in mano a Dora e scappò via, rifugiandosi in magazzino.
"Ma tu vedi se i clienti devono comportarsi così con le signorine" esordì irritato, borbottando e iniziando a spostare scatole a caso per il magazzino. Armando lo guardò confuso per qualche istante, prima di sbottare.
"Oh, si può sapere che succede? La smetti di muoverti come una trottola? Mi stai facendo venire il mal di mare" gli disse riprendendolo. 
"E' arrivato uno e ci stava provando con una delle Veneri" gli spiegò Rocco, facendo il vago. "Le ha chiesto di provarsi un profumo e le ha preso il braccio per odorarlo. Ma le sembra normale a lei?!" continuò furioso.
"Una Venere a caso?" chiese allora Armando, divertito, iniziando a intuire dove stesse andando a parare l'intera conversazione. 
"Una a caso, sì" Rocco mise il broncio, mettendosi a braccia conserte come i bambini capricciosi. "A lei sembra normale? A me no" sentenziò.
"Ma sembrava infastidita da quelle attenzioni? Perché se no non vedo che problema ci sia, Rocco" lo stuzzicò Armando, mettendosi seduto per godersi appieno quella scena.
"Io..." iniziò Rocco, incapace di dire bugie. "No. Però non credo sia modo di comportarsi su un luogo di lavoro, ecco" concluse, scappando anche da quello scontro verbale per andare a spostare qualche scatola un po' più in là, tra le risate di Armando che in quel momento lo infastidiva esattamente quanto Irene. 

Il turno di lavoro era ormai finito e Rocco si era rintanato in ciclofficina per sgomberare un po' la mente. Le unghie ancora sporche di olio mentre richiudeva la porta. Irene stava facendo lo stesso. Rocco si stupì di trovarla lì a quell'ora, ma evidentemente anche lei si era attardata, per qualche motivo. Rocco fece qualche passo verso di lei.
"Mi dispiace per oggi" le disse mesto. Irene sapeva sempre come cacciarsi nei guai e avrebbe voluto dirle 'te l'avevo detto', come avrebbe fatto se lei fosse venuta a cercarlo per sfogarsi con lui. Ma in quel momento non voleva contrariarla. 
"Non importa, evidentemente doveva andare così" Irene si strinse nelle spalle con aria rassegnata. Il cuore che le martellava nel petto. Anche lei avrebbe voluto avvicinarsi a lui, ma decise che mettere una distanza avrebbe fatto bene a entrambi. Non voleva continuare a illudersi, soffrire e rimanerci male per le scelte di Rocco. Le aveva già ampiamente dimostrato di non essere interessato a lei. Il fatto che si divertisse a prenderla in giro per la sua gelosia era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso. Non gli avrebbe più dato questa soddisfazione. "Buona serata" concluse allora lei, con modi tanto distaccati da risultare del tutto estranei tra loro due. 
"Aspetta Irè" disse lui, sfiorandole un braccio. Irene si voltò, per qualche istante entrambi si guardarono negli occhi. Rocco sembrava volesse dirle qualcosa. "Sì?" gli domandò. Ma Rocco rimase lì, immobile, incapace di proferire parola. In fondo non sapeva nemmeno lui cosa volesse dire. Poi vide quell'uomo, ancora una volta. Teneva tra le mani una rosa rossa.
"Signorina Cipriani" la chiamò con un sorriso a trentadue denti. Lei voltò lo sguardo verso di lui, proprio come aveva fatto poche ore prima in negozio. Rocco inspirò profondamente, stavolta determinato a dire qualcosa che contasse, ma le parole gli morirono in gola. Che cosa voleva? Perché gli dava così fastidio che Irene si vedesse con un altro uomo? Perché non sopportava l'idea che gli occhi di lei non avessero scelto di continuare a guardare i suoi?
Lorenzo era bello, alto, gentile, dall'aria elegante e forse, dato l'abbigliamento, aveva anche qualche soldo da parte. A conti fatti poteva essere l'uomo dei suoi sogni, quello che aveva sempre descritto a tutte le sue colleghe. Quello che diceva a tutti che avrebbe un giorno sposato. Eppure l'unica cosa che desiderava in quel momento era che Rocco le dicesse qualcosa. Qualcosa che la spingesse a restare lì, con lui. Tornò a guardarlo e quella volta non riuscì a decifrare il suo sguardo. Era geloso? Dispiaciuto? O totalmente disinteressato? 
"Buona serata, Rocco" ribadì Irene dopo qualche secondo con un sorriso rassegnato, lo stesso che gli aveva rivolto pochi istanti prima. Sospirò, delusa, prima di voltarsi e raggiungere Lorenzo. 
Irene non era la classica ragazza che restava in attesa che l'uomo che amava finalmente decidesse di ricambiarla. La vita andava avanti e se lui non era in grado di prendere una decisione, allora lo avrebbe fatto lei. 
  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Il paradiso delle signore / Vai alla pagina dell'autore: InvisibleWoman