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Autore: Manu_Hikari    09/05/2021    9 recensioni
Questa Flash partecipa al contest "Gara di Flash" indetto dal gruppo Facebook "Takahashi Fanfiction Italia"
Prese la tazza di caffè che si era preparata e volse nuovamente lo sguardo alla tela bianca che se ne stava lì, in un angolo del suo salotto e sembrava fissarla dall’alto della sua candida superbia. Avrebbe dato l’esame l’anno successivo, non era la fine del mondo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rin, Sesshoumaru | Coppie: Rin/Sesshoumaru
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Pairing: Sesshōmaru/Rin

Ambientazione: Modern!AU

Nota: Questa Flash partecipa al contest "Gara di Flash" indetto dal gruppo Facebook "Takahashi Fanfiction Italia". Traccia: “A deve dare un esame di vitale importanza, quindi si organizza e si vuole mettere lì a studiare con calma, ma a causa di varie interruzioni non riesce a concentrarsi. Allora B, vendendo A in preda alla disperazione, vorrebbe aiutarl*: come farà? Ma soprattutto A riuscita a dare questo esame?”

 

Yugen(1)

Impossibile descriverlo a parole

 

“Che ci fai qui?”

Tentò di replicare l’espressione imperturbabile di colui che aveva davanti ed imitare il tono piatto della sua voce.

“Te l’avevo promesso.”

Niente, a lui riusciva sempre meglio.

Eppure, in quella voce monocorde, lei ci vedeva un mondo di sfumature che agli altri sfuggiva. Una esplosione di colore nel petto che poi colava denso e penetrante in ogni fibra del suo essere.

Rimasero immobili, sull’uscio, a guardarsi per un tempo che sembrò non avere peso. È decisamente il momento sbagliato, Rin cercava di fissare quel pensiero in mezzo alle immagini che si susseguivano nella sua testa e che finivano sempre in modi poco ortodossi – incluso l’omicidio.

Era stanca, sopraffatta da quell'esame che le stava togliendo il sonno. A nulla era valso rinchiudersi, nella speranza di sfuggire alle innumerevoli distrazioni che l’avevano rincorsa. Niente; aveva passato notti seduta a fissare la tela davanti a sé, completamente bianca, come la sua mente, per poi crollare sul pavimento, con gli occhi gonfi di lacrime che non si accorgeva di versare.

Aprì di nuovo la bocca per parlare, ma non ne ebbe il tempo. Non seppe come, non vide quando, le labbra di Sesshomaru si impossessarono delle sue, la catturò e la sollevò, come una piccola farfalla in balia del vento, e la trascinò in camera da letto.

La memoria tattile di quel corpo perfetto era rimasta intatta nella sua mente, nonostante le settimane di distanza, ma ciò che li travolse fu talmente inaspettato e totalizzante che Rin pensò non vi fossero parole nel linguaggio degli esseri umani da poterlo descrivere o che non vi fosse uno spettro di emozioni sufficiente vario per poterlo anche solo sperimentare.

 

La distanza, nuove vite, le risatine della sua collega Kagura, gelosia, sospetti; era stata lei a chiudere. Non poteva sostenere tutto quel groviglio di cose, non quando aveva l’esame di ammissione all’accademia da preparare. Per lo scritto non aveva avuto problemi, ma quel maledetto project work…come si poteva rappresentare il potere della propria arte?

Aveva avuto poche idee, una meno convincente dell'altra, e dopo la rottura con Sesshomaru erano sparite di colpo tutte.

Prese la tazza di caffè che si era preparata e volse nuovamente lo sguardo alla tela bianca che se ne stava lì, in un angolo del suo salotto e sembrava fissarla dall’alto della sua candida superbia. Avrebbe dato l’esame l’anno successivo, non era la fine del mondo.

Quando tornò in camera da letto trovò i suoi occhi ad attenderla, inespressivi per il mondo, traboccanti di significati per lei; come le centinaia di chilometri che aveva percorso, per darle supporto, sì, ma anche per mostrarle che loro due erano inevitabili e non potevano essere disfatti. In lui si perdeva, con lui si ritrovava. Le aveva lasciato spazio, ma era tornato a riprendersi ciò che era suo.

E fu l’epifania. Forse era vero che in nessuna lingua vi erano parole adatte per descrivere quel mondo fatto di sguardi e, soprattutto, di non detti, ma lei… lei poteva dipingerlo e, in qualche modo, spiegarlo al mondo.

Una notte sarebbe bastata.

 

 

 

 

Angolo dell’autore

(1) Consapevolezza della bellezza nascosta dell’universo, impossibile da descrivere a parole, ma che genera emozione. Il fascino delle cose che non si riescono a comprendere fino in fondo. In arte e letteratura, un concetto simile potrebbe essere quello indicato dal termine “simbolismo”.

Non solo “Yugen” fa parte delle parole giapponesi intraducibili, ma la sua definizione può anche cambiare in base al contesto, così come le parole di Sesshomaru hanno un significato diverso per Rin.

 

Eccomi tornata con una nuova Flash per prendere parte, in totale punta di piedi, a questo adorabile contest. E innanzitutto sembra doveroso ringraziare la Manu (Elenie87) che ha organizzato il tutto e Nikita Danaan, la mia “sfidante” che ha pensato questa traccia per me.

Inizialmente vi confesso di aver pensato a una Flash sul kawaii/comico andante, ma non ne ero troppo convinta del risultato. Purtroppo, sebbene io ami leggere questo tipo di Fic, non credo siano il mio forte. Questa non credo sia perfetta, ma forse è più nel mio stile.

Spero vi sia piaciuta.

Un abbraccio,

Manu

  
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