Attenzione: La seguente storia fa parte delle prime due ONE-Shot, dedite a farvi vedere come scrivo e a vedere anche se siete interessati al continuo di questa storia.
Dopo queste due One-shot che vado a scrivere posterò a breve una lista dei personaggi con ipotetici volti. Dopo di essa inizierò con il primo vero capitolo della storia u.ù
(in breve: se volete che inizi a scrivere la storia per intero allora commentate (L))
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Paura del Buio - Josach
Rinchiuso in quella stanzetta stretta e
buia, chino su se stesso, stringeva a se quelle gambe troppo sottili,
indebolite, tremanti e graffiate dai rami. Stretto, chiuso in quella
stanza, tremava per la paura del buio, ricordava, ricordava fin
troppo bene quello che era successo pochi istanti prima. E come in un
film la pellicola si riavvolse nella sua mente e il film tornò
indietro, usciva camminando al contrario da quella stanzetta troppa
stretta, camminava sempre all'indietro calpestando erba e fango,
correva muovendo le braccia sempre al contrario, leggermente piegate
per aiutare la spinta, cadeva all'indietro per poi rialzarsi sempre
camminando all'indietro, e i rami invece di graffiarlo lo curavano
amorevolmente, e le foglie non si incastravano tra i capelli ma
volavano via, e poi.
Poi ci fu quel punto.
E tutto si fermò
in quel preciso istante, con gli occhi fusi in altri occhi,
imploranti, e poi quella mano tesa, e il tremore..e...le sue
parole.
perché
era stato così bugiardo?, perché era stato così
infantile e così vigliacco?
Perché l'aveva
abbandonato, lasciato li, nel fango, a guardarlo implorante a vederlo
soffrire, con quella cicatrice che ancora era così rosa su
quella pelle diventata grigia come le mura in cui erano stati
rinchiusi.
Era suo amico, la sua famiglia, la sua esistenza e
ora?
Ora era vivo ma solo, e quel dolore non andava via, e quel
momento, quel piccolo secondo si ripeteva in continuazione e le
parole suonavano ogni istante più macabre.
Tornerò a
Prenderti.
Tornerò a Prenderti.
Tornerò a
Prenderti.
Quante volte aveva detto bugie a persone che non
conosceva? quante volte a persone care? Perché nonostante
questo quegli occhi gli tornavano in mente torturandolo in maniera
terribile?
Perché?
Strinse piano il pugno destro, prima
di aprirlo lentamente, gli occhi puntati su quella mano che per tutta
la corsa era stata serrata, sporca di fango, stretta intorno a
quell'oggetto che rappresentava il suo riscatto, quella piccola
possibilità di mantenere, per una volta nella sua vita, una
promessa.
-Tornerò a Prenderti...
Un sussurro che
rimbombò tra le mura di quel posticino abbandonato, in cui si
era rifugiato, stremato, i fili elettrici che premevano contro la
schiena coperta da quel tessuto leggero, bagnato, sporco, strappato,
un leggero sospiro, e la testa che scivola di lato.
-Prometto
Prometto...
Come quel libro nella biblioteca del centro, come
quel libro lui si sentiva un po Peter Pan che promette alla sua fata
di poterla salvare quando invece non sa per nulla cosa fare, lui era
Peter Pan, che cercava quella finestra, una finestra che non troverà
mai, che aspettava quella madre che gli ha chiuso per sempre il vetro
in faccia.
-Al, Prometto...
E quel nome sussurrato fu
peggio di mille pugnalate, di mille siringhe o bisturi che gli
trafiggevano in contemporanea quel cuore che nell'ultima ora era così
uscito allo scoperto da pulsare sulla pelle, così vero, così
doloroso..quel pulsare insistente che tanto odiava.
-prometto...
Non
capiva nemmeno cosa stava sussurrando, ne cosa stava facendo
esattamente, si sentì scivolare verso il basso mentre il buio
lo inglobava in se, quanto sangue aveva ancora in se? quanto poteva
sopravvivere? di certo Al poteva sopravvivere più di lui, e
allora perché non l'aveva fatto alzare, non l'aveva spinto in
avanti passandogli quella chiavetta e l'aveva fatto fuggire via,
scappare.
Lui doveva, lui aveva più chance..e soprattutto
sarebbe riuscito a sopravvivere.
Poteva dire lo stesso di se?
-ti
prego..
e il cuore che batteva forte, e poi più piano,
e la testa che veniva inglobata da una bolla di sapone nera,
nera..odiava il buio profondo, perché nonostante quell'occhio
lui non riusciva a vedere.
Perché nonostante quello che gli
avevano fatto lui non poteva vedere in quel buio, e tremava e
piangeva e singhiozzava stringendo a se quelle gambe rachitiche,
rotte, graffiate, sbucciate e contuse.
Perché sapeva, che
alla fine..quel buio altro non era che la sua anima.
-perdonami.
Pensieri di una mente
in preda al rimorso.
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Grazie a tutti per aver letto!
(commentate ç_ç)