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Autore: Arvistloe    24/05/2021    0 recensioni
Tra ricordi e piccoli momenti, si snoda il piccolo paradiso della famiglia deckerstar.
Genere: Commedia, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Los Angeles. Lux. Pomeriggio inoltrato. Ufficio di Lucifer accanto al bar del Lux.

L'ufficio di Lucifer era molto elegante, con una enorme scrivania al centro della stanza. Nell'idea di Lucifer quel luogo dove riceveva chi voleva un favore da lui, doveva quasi ricordare una stanza infernale. Aveva fatto anche preparare una enorme lampada che sembrava fiamme che coprivano un angolo della stanza. Per finire il tutto una poltrona dietro la scrivania che ricordava il suo trono dell'inferno.

Quel pomeriggio finito l'ultimo appuntamento, stava mettendo via i documenti in un cassetto della scrivania, sorridendo trovando un disegno di suo figlio Luc. Era il disegno di una tazza di caffè, con la scritta a matita nera sotto

"Per papà"

La cosa fece sorridere Lucifer. Quel disegno nel foglio gli portò alla mente mille ricordi. Come quando credeva che Chloe voleva lasciarlo, invece era incinta.

Ricordo…

Anni prima. Boston.

Lucifer ne aveva abbastanza. Da quasi una settimana Chloe era andata a Boston per assistere la madre infortunata su un set. Ma una foto della donna a una serata di gala, perfettamente in salute lo preoccupò. Letteralmente volò a Boston, giungendo quella mattina davanti la porta dell'appartamento di Penelope la madre di Chloe. Prima di bussare sentì grazie all'udito potenziato Chloe dire alla madre
"Mamma non volevo dare a Lucifer false illusioni. Ma ora sono certa"
La madre Penelope
"Ti prego Chloe parlane prima con lui. Non prendere la decisione per lui. Quel re dell'inferno puoi distruggerlo se scoprisse la cosa da altri"
Lucifer era sicuro, voleva lasciarlo. Bussò alla porta, dicendo a una sorpresa Chloe
"Ero preoccupato. Mi scuso per aver ascoltato la conversazione con tua madre. Non preoccuparti Chloe, non ti disturberò"
Chloe gli disse in un solo fiato
"Sono incinta di quattro mesi"
Ridendo quando vide il suo Lucifer svenire. In seguito risvegliato con dei sali da Penelope, Lucifer entrò nell'appartamento sostenuto da Chloe e sua madre, dicendo mezzo intontito a Chloe
"Pensa credevo avessi detto che eri incinta"
Dopo averlo fatto sedere in una poltrona, Chloe in piedi di fronte gli disse con cautela
"Proprio così. Sono incinta. Avevo pensato di fare la gravidanza qui da mia madre"
Lucifer la guardò esterrefatto, domandandogli
"Perché mai?"
Chloe abbassò lo sguardo
"Lucifer diventerò grassa e stanca"
Chloe si trovò nell'abbraccio di Lucifer che le baciò diverse volte il ventre, dicendole con un sorriso raggiante
"Mai e poi mai non mi piaceresti. Tu sei parte del mio cuore"
Tornando il giorno dopo a Los Angeles, annunciando a tutti che Chloe era incinta.

Fine ricordo…

Nel suo ufficio Lucifer sorrise al ricordo di Trixie raggiante che ripeteva
"Divento una sorella maggiore!"
Soprattutto il rapporto ancora più paterno che aveva stretto con Trixie, che lo chiamava da tempo papà Lucifer.

Quella bella notizia della gravidanza era stata il culmine di un periodo molto duro per tutti. Periodo che Lucifer ricordava fin troppo bene. Avevano visto comparire suo padre Dio nella centrale per fermare la lotta di lui e Amenadiel contro Michael e Maze. Un susseguirsi di altri eventi che portarono anche alla rottura di Lucifer con Chloe, non volendo il re infernale coinvolgerà nella lotta per il trono del paradiso. Perché Dio si era ritirato e Michael aspirava a essere il nuovo Dio.

Tutto culminò in un duello tra Michael e Lucifer in uno stadio vuoto sulla Terra. Lucifer non voleva essere il nuovo Dio, avendo compreso che sarebbe stato sempre solo, come in fondo era stato suo padre. Però Lucifer voleva fermate Michael da essere il nuovo Dio, conoscendo il suo odio viscerale per la creazione del loro padre Dio. Un duello dove alla correttezza di Lucifer, Michael contrappose una lama demoniaca nascosta nella punta dello stivale che stava per confidare alle spalle di Lucifer. Fu lo stesso Dio che fermò Michael. Afferrò il piede del figlio lasciando la sua forma umana, divenendo un essere fatto di luce dai contorni umani. Rivelò che non si era ritirato, ma aveva solo finto per scoprire i traditori nel paradiso. Michael con i suoi furono mandati in purgatorio. A Lucifer, Dio rivelò che non poteva liberarlo dell'inferno ma gli permetteva di gestirlo dalla Terra. Quel Dio che aveva ingannato tutti, tornò altre volte nelle loro vite. Soprattutto dopo la nascita del nipote Luc, non nascondendo Lucifer il disagio.

Maze entrò nell'ufficio, dicendo quasi sottovoce
"Ce un appuntamento improvviso. Vengono dalla realtà degli elfi alati"
Lucifer scosse la testa, dicendo
"Domani. Sono quasi due ore che incontro richiedenti.
Voglio andare all'attico dalla famiglia"
Maze indicò il disegno del figlio di Lucifer tra le sue mani
"Conviene che li incontri. Hanno a che fare con un regalo giunto stamane da parte di tuo fratello Azel per il quinto compleanno di Luc"
Lucifer sgranò gli occhi, chiedendole
"Non un elfo alato schiavo come regalo, vero?"
Maze annuì di si. Alla conferma del demone Lucifer sbuffò dicendo
"Fai entrare"
La demone spostò una tenda rossa. Si formò una apertura dal quale entro un elfo alato. Era la metà dell'altezza di Maze. Un anziano che tranne per le orecchie dalle lunghe punte e ali di farfalla a Lucifer sembrava Gandalf il grigio.

L'elfo alato anziano si inchinò a Lucifer che gli indicò la sedia imbottita dall'altra parte della scrivania. L'elfo alato mosse il bastone nodoso cui si sosteneva alla mano sinistra. Sali due gradini invisibili, sedendosi nella sedia. Subito disse con voce calma
"Re Lucifer sono qui per farvi una preghiera oltre che proporvi un affare. Come ben sapete Io vengo da una realtà alternativa, dove il mio popolo vive nella grande isola di Tolex. Per millenni siamo stati sotto il giogo di una famiglia reale che era una rovina. Ma noi eravamo fedeli nonostante tutto a quei balordi, senza onore che depredavano il loro stesso popolo, vendendo alcuni come schiavi. Ma da qualche mese ci siamo ribellati, portando al potere un consiglio di otto saggi di cui faccio parte anch'io. Ognuno di noi saggi per quanto può cerca di ricomprare i nostri poveri concittadini venduti come schiavi. Tra gli acquirenti vostro fratello Azel. Nella lista datoci dei nuovi padroni dei suoi ex schiavi ci siete pure voi. Io vorrei sapere quanto volete per ridarci questo abitante del mio popolo"
Lucifer disse alzandosi dalla poltrona
"Non desidero altro che l'amicizia del vostro popolo…"
Rivolto a Maze in piedi vicino la porta
"...dove si trova il regalo di mio fratello?"
Maze indicò sopra con l'indice
"Avevo controllato con la magia che non ci fossero pericoli. Ma la…"
Maze guardò l'elfo alato abbassando la voce
"...l'elfa si trova chiusa nella gabbia finché non arrivavi tu"
Lucifer indicò la porta all'anziano elfo alato
"Venite con noi. Così riportate alla sua famiglia l'elfo alata"

Nell'attico.

Entrati nell'attico dell'ascensore, videro un riccioluto bambino seduto di fronte una gabbia vicino al balcone. Voltatasi, appena il bambino vide Lucifer, Maze e l'anziano elfo alato, corse con le braccia aperte, gridando felice
"Papà! Papà!"
Facendo sorridere Lucifer che prese in braccio il figlio Luc. Il bambino gli indicò la gabbia dicendo tutto contento
"La mia amica, Zizi"
Chloe arrivò dal corridoio della cucina con un vassoio in mano con piccoli tramezzini e bottiglie d'acqua, dicendo
"Si chiama Zirdua ma per Luc resta Zizi…"
Chloe guardo verso l'anziano elfo alato
"...mi scusi non avervi salutato come si deve. Ma i figli assorbono ogni attenzione"
L'elfo si inchinò dicendo a Chloe
"Non vi preoccupatevi regina Chloe, comprendo"
Luc disse a Lucifer
"Papà liberi Zizi?"
Lucifer guardò Chloe che disse
"Degno tuo figlio. Un vero gentiluomo…"
Si avvicinarono tutti alla gabbia dove c'era una piccola elfa alata poco più bassa dell'altro anziano. L'elfa era coperta da una stoffa fiorata, Chloe spiegò a tutti
"Un mio scialle che era sul divano, regalo di Luc, perché la signorina era vestita di stracci. Le avevo portato anche questi tramezzini e acqua"
Lucifer disse a Maze, mentre suo figlio correva per dare a l'elfa un tramezzino che accettò sorridendo
"Maze apri la gabbia. Saggio elfo puoi portarla via"
Il figlio Luc abbracciò la piccola elfa uscita dalla gabbia, dicendo
"Zizi resta con me"
L'elfo anziano disse a tutti
"Io potrei anche lasciarla qui, vedo tanto amore verso di lei. Ma questa piccolina l'attende la sua famiglia. Si sono tutti ritrovati, manca solo lei"
Lucifer si abbassò all'altezza del figlio, dicendogli
"Luc, se lei resta qui non sarà mai felice. Vuoi questo? Sei diventato un bambino senza cuore?"
Il figlio liberò l'elfa dall'abbraccio che lo baciò sulla fronte dicendogli
"Un'anima buona. Grazie di tutto"
L'elfa stava per ridare lo scialle a Luc che le disse
"Regalo per te. Ciao Zizi"
I due elfi alati scomparvero come la gabbia. Lucifer prese in braccio il figlio, con un paio di tramezzini e una bottiglia d'acqua. Il re dell'inferno con il figlio si diressero in balcone. Chloe disse con un sorriso a Maze che mangiava i tramezzini rimasti sul vassoio
"Niente da preoccuparsi. Il magico papà lo consola per il suo primo amore andato via..."
Guardando Maze
"...se prepari un cocktail analcolico porto al bancone del bar il resto dei tramezzini"
La demone annuì positivamente, da sempre adorava tutti i tipi di tramezzini.

Mezz'ora dopo.

Chloe entrò nel balcone trovando Lucifer seduto sul pavimento con il figlio. Erano in una zona giochi con un tappeto imbottito per sedersi sul pavimento. C'erano vari giochi, ma il piccolo Luc ascoltava incantato le parole del padre, seduto sulle sue gambe. Lucifer si era tolto la giacca, le scarpe con i calzini, aprendo il panciotto. Chloe lo sentì dire
"...Tu Luc avevi pochi mesi. Siamo andati tutti da nonno Dio per una cena in paradiso. Capitò una mia sorella che amava i giochi e indovinelli. Disse che era sicura che tu non avresti mai notato la differenza tra me e il mio gemello cattivo…"
Il bambino fece una smorfia, conosceva dai vari racconti quanto era cattivo il gemello del padre
"...comparve accanto a me una copia di quel mio fratello cattivo. Lui era sempre in purgatorio imprigionato. Ti posizionarono tra di noi. Tu guardasti prima con attenzione il falso me. Poi guardasti me, gattonando nelle mie braccia"
Il bambino ridacchiò dicendo tutto felice
"Perché tu sei il mio papà. Papà…"
Il bambino diventò serio
"...l'altro giorno, quando eravamo da zia Linda e Ame…"
Non riuscendo con tutto il nome di Amenadiel
"...Charlie diceva che non vuole le ali, perché sono dolorose"
Lucifer comprese, con Chloe preoccupata di questo. Il re dell'inferno srotolò le ali d'angelo, dicendogli
"Tesoro all'inizio le ali non sono dolorose, solo un po' fastidiose. Un fastidio che termina quando le controlli. Luc non ti preoccupare, le tue verranno fuori quando avrai sei anni"
Ma Luc non era convinto
"Perché allora Charlie le odia?"
Domandò a suo padre Lucifer. Il re dell'inferno non voleva scendere nei particolari, ma gli spiegò
"Quel mio fratello cattivo, Michael, si scoprì in seguito alla sua prigionia che aveva bloccato le ali di Charlie. Purtroppo lo dovettero operare in paradiso. Per questo Charlie associa le ali con il dolore"
Quella spiegazione convinse il bambino. Chloe decise di unirsi a loro, avvicinandosi ai due dicendo
"I miei due uomini cosa fanno?"
Il figlio le disse correndole incontro
"Parliamo di tante cose"
Chloe prese in braccio il figlio, sedendosi sul pavimento di fronte a Lucifer che rinfoderò le ali. Al bambino piacevano gli sguardi tra i genitori, perché lo facevano sentire bene. Chloe baciò le guance del figlio, dicendogli
"Luc ora ti racconto io un fatto accaduto poco dopo la tua nascita..."
Lucifer era curioso quanto il figlio. Chloe iniziò
"...avevi poco più di cinque mesi. Per colpa di un intreccio di pianeti, il tuo papà aveva la sua faccia rossa per una settimana…"
Lucifer ricordò la cosa un po' commosso mentre al bambino piaceva tantissimo la versione tutta rossa del padre…

Ricordo…

Lucifer era chiuso nella sua camera da letto in posizione fetale con le mani sulle orecchie. Gli occhi rossi erano pieni di lacrime. Da quasi ventiquattro ore il suo aspetto era da re infernale. Per un incrocio di pianeti sarebbe rimasto per una settimana. Ma suo figlio sentiva la sua mancanza, piangendo disperato. Nessuno era riuscito nel tranquillizzarlo che suo figlio lo avrebbe accettato anche in quel modo. Disperato com'era si nascose sotto un lenzuolo sentendo il pianto del figlio arrivare nella camera. Chloe gli disse con tra le braccia il figlio che si calmò dal pianto
"Vedi? Solo la tua presenza lo calma. Smettila di fare lo stupido. Lui ti accetta"
Lucifer piagnucolò da sotto il lenzuolo
"Sono un mostro. Gli farò paura"
Chloe da una parte lo odiava per come si comportava, dall'altra lo comprendeva. Si avvicinò al letto dicendo al figlio che smaniava per raggiungere il padre
"Luc devi sentirti offeso. Il tuo papà mostra il suo viso rosso a tuo cugino ma non a te"
Lucifer si sedette sul bordo del letto, togliendosi il lenzuolo di dosso. Aveva lo sguardo basso, sicuro di spaventare il figlio. Invece lo sentì ridere felice, lasciando cadere l'adorato ciuccio. Incerto Lucifer si avvicinò al figlio prendendolo in braccio. Il bambino gli toccò con le manine la faccia rossa come nulla fosse. Chloe gli disse commossa dalla scena
"Lo vedi testone che non cambia nulla per lui? Sei sempre il suo papà"
Lucifer risse e pianse allo stesso tempo felice.

Fine ricordo…

Nel balcone, Luc sorrise al padre, dicendogli
"Sei sempre il mio papà, anche tutto rosso"
Per non finire in lacrime, Lucifer solleticò il figlio che rideva felice.

Qualche ora dopo.

Trixie entrò nell'attico dall'ascensore piuttosto pallida. Sorrise al fratello Luc che le corse incontro, prendendolo in braccio solo con il braccio destro. Il braccio sinistro era fermo, con la mano infilata nella tasca della tuta sportiva che indossava. Perché Trixie era andata alle selezioni per un corso come astronauta alla NASA per giovani di quindici anni come lei. Le selezioni prevedevano diverse prove fisiche. Ad accompagnare Trixie e altri suoi compagni di scuola l'insegnante di educazione fisica con un pullman organizzato dalla NASA.

Lucifer notò subito che Trixie era strana. Le prese dal braccio destro Luc, dicendo a Maze vicino anch'essa preoccupata per Trixie
"Maze, porta Luc in cucina. Trixie vuole un pezzo di torta vero?"
Trixie sorrise forzatamente annuendo di si. Andato via Maze con Luc, Trixie mostrò a Lucifer un foglio, dicendo con voce debole
"Sono stata scelta. Parto tra una settimana. Papà Lucifer non posso mancare per un braccio…"
Svenne nelle braccia di Lucifer.

Qualche ora dopo.

Trixie si svegliò sorridendo. Era certa che Lucifer o Maze avevano sanato il braccio sinistro rotto. Era felice di essere nella camera di Lucifer e Chloe, ma quando vide il braccio sinistro ingessato urlò per la rabbia. Lei voleva andare al corso della NASA. Con fatica si alzò dal letto sentendosi intontita. Vide Lucifer e Chloe parlare con Gabriel, un fratello del re infernale, medico in paradiso. Il bruno angelo disse con durezza a Trixie
"Sei un incosciente. Potevi morire per un embolo dalla frattura. Dovevi dirlo subito"
Trixie abbassò lo sguardo
"Credevo esistesse qualche magia...volevo andare al corso della NASA"
L'angelo Gabriel scosse la testa, tornando a Chloe e Lucifer, dandogli un foglio bianco
"Datele per trenta giorni queste medicine. Passerò al trentunesimo giorno per toglierle il gesso. Per la scuola manderò io tutta la documentazione sul perché non può andare"
Volando via dal balcone. Trixie non aveva il coraggio di guardare sua madre o il suo padre acquisito Lucifer. Chloe le disse
"Trixie non immagini che paura abbiamo provato. Per calmare Luc che piangeva disperato lo abbiamo dovuto addormentare con un sedativo"
Dei singhiozzi di pianto scossero Trixie che domandò con voce rotta
"Posso andare da lui?"
Chloe guardo Lucifer che si avvicinò al bancone del bar, dando le spalle a tutti. Chloe fece segno a Trixie di seguirla.

Nella camera del fratello Luc, Trixie si stesse accanto a lui, abbracciandolo con il braccio destro. Prima di uscire dalla camera, Chloe le disse
"Tuo padre Lucifer voleva radere al suolo la NASA, la tua scuola per non averti soccorsa. Trixie l'ho visto poche volte piangere credendo di perderti. Maze invece era orgogliosa della sua allieva. Perché avevi sopportato un grande dolore. La conosci, era in pena per te, ma non l'avrebbe mai ammesso. Trixie mi auguro che non fai più una cosa del genere. Tuo padre Dan, informato della cosa ha detto che al ritorno da un appostamento con l'FBI ti farà un discorso sulla responsabilità. Trixie medita su quello che hai fatto"
Trixie si sentiva un mostro.

Il giorno dopo. Mattina.

Trixie raggiunse Lucifer che era in piedi nel balcone. Il padre acquisito gli dava le spalle, dicendole
"Trixie ma tu ancora non ti rendi conto quanto sei importante per tutta la tua famiglia? Tu per me sei come una figlia. Non puoi consapevolmente mettere a repentaglio la tua vita per uno stupido corso alla NASA. Tu mi salvasti dal suicidio dopo la morte di mio fratello Uriel…"

Inizio ricordo…

Attico, mattina.

Lucifer urlò a Maze di andarsene. La demone decise di lasciarlo sbollire. Mezzo ubriaco Lucifer barcollò arrivando al bancone del bar. Il giorno prima la detective lo aveva mandato a casa da una scena del crimine, perché era visibilmente stravolto. All'attico sperava che sua madre la Dea lo abbracciasse come quando era tornato dicendole di aver ucciso suo fratello Uriel. Seppur lo aveva lasciato poco dopo, dicendogli di non esagerare. In quel momento, con Lucifer sicuro che Chloe non lo voleva più al lavoro con lei, la Dea non si smentì. Quasi schernì suo figlio Lucifer, dicendogli con sguardo di sufficienza
"Figlio sei troppo attaccato a questi sentimenti umani. Ricorda che un guerriero piange per qualche ora un suo parente morto. Poi si riprende andando avanti"
Lucifer le aveva detto con disprezzo
"Come potevo pensare che tu comprendendo? Come potevo pensarlo! Tu sei come tutti gli altri del paradiso. Non c'è stata mai una famiglia in quel posto! Solo una caserma militare! Io mamma voglio…"
Rise istericamente
"...Mamma? Una cagna avrebbe più amore materno di te!"
La Dea lo schiaffeggiò ma Lucifer rise nuovamente gridando
"Madre sono immune! Mi davi così tanti schiaffi che la mia faccia non li sente più! Madre…"
Diventò serio
"...vuoi la verità? Io non mi sento spezzato solo per aver ucciso mio fratello!..."
Afferrò le spalle della madre
"...Io sono disperato perché avete tutti ragione! Io sono un mostro! Io sono un assassino!"
La madre spaventata scappò via dell'attico. Il ricordo di quel momento provocò una risata isterica di Lucifer che afferrò dietro il bancone del bar due bicchieri dal piede lungo, due flute. Rompete entrambi i lati diventando nella sua versione bruciata. Si conficcò i due pezzi di vetro allungati in testa, quasi come avesse delle corna, dicendo mentre sangue rosso gli scendeva lungo le tempie
"Un vero mostro, il diavolo deve avere le corna"
Bevendo avidamente direttamente da una bottiglia.

Qualche ora dopo.

Lucifer sorrise sentendo qualcosa di morbido toccare la sua tempia destra. Aprì gli occhi restando sbigottito vedendo Trixie. Lucifer era svenuto sul divano. Trixie era in piedi accanto a lui che con un tovagliolo di carta cercava di togliergli del sangue da una tempia. Rimesso a sedere nel divano, Lucifer si stupì. La bambina, nonostante fosse nella versione bruciata era accanto a lui. Con un enorme mal di testa, Lucifer gli domandò
"Ma non ti faccio paura?"
Trixie scosse la testa, dicendo
"Per niente. Tu sei Lucifer il mio amico. L'amico di mia mamma. Non sei il male, punisci il male"
Lucifer notò che Trixie guardava sopra la sua testa. Toccandola, Lucifer si ricordò con orrore delle due corna di vetro che si era fatto. Con dolore li tolse. Subito Trixie corse al bancone del bar tornando con molti tovaglioli di carta, dicendo visibilmente arrabbiata
"Perché l'hai fatto?"
Lucifer decise di essere sincero con quella bambina, seppur di soli nove anni
"Trixie io sono un mostro. Ho ucciso mio fratello. Rendo infelice tua madre. Devo stare da solo"
L'abbraccio di Trixie sorprese quel re infernale. La bambina gli aveva gettato le braccia al collo, dicendogli con convinzione
"Lucifer tu non sei un mostro. Io sono venuta qui con nonna Penelope, rimasta giù al Lux con Maze. Maze ci ha detto perché tuo fratello era pericoloso. Sei stato costretto a un tale gesto. I miei genitori delle volte hanno dovuto uccidere dei cattivi che nonostante ogni tentativo non li avevano ascoltati…"
Lucifer accennò un sorriso, quella bambina gli aveva un po' liberato il cuore dal peso. Perché lui aveva fatto di tutto per fermare il fratello senza arrivare a quel gesto estremo
"...Tu non rendi infelice la mamma. Invece quando sei con lei, la mamma quando ride vedo le stelline nei suoi occhi. Ti prego Lucifer non pensare più di essere un mostro. Io ti vedo come il direttore di un carcere, per l'inferno"
Da quel giorno quella piccola umana fu per Lucifer un punto fermo per non sentirsi un mostro, anche quando tutto crollava intorno a lui.

Fine ricordo…

Trixie abbracciò con solo il braccio destro da dietro Lucifer. Il re infernale appoggiò le mani su quella di Trixie che gli disse
"Scusami papà Lucifer. Dovevo…"
Delle lacrime gli bagnavano le guance
"...ricordarmi che sono importante per tante persone"
Lucifer sorrise, voltandosi a Trixie, dicendole mentre le metteva dei capelli ribelli dietro le orecchie
"Per fortuna tuo padre Dan si trova con l'FBI per un appostamento. Tra tua madre, io e Luc arrivati alle lacrime, sarebbe stato troppo per mio fratello Gabriel"
Risero mentre il piccolo Luc sbirciata attraverso la porta di vetro del balcone. Il bambino tornò felice da Maze a Chloe, dicendo
"Ridono e sono abbracciati"
Chloe e Maze tirarono un sospiro di sollievo. L'ascensore si aprì. Una Linda agitata entrò dicendo
"Io glielo taglio ad Amenadiel, sono nuovamente incinta"
In braccio a Chloe, il figlio Luc domandò alla madre
"Cosa vuole tagliare zia Linda a zio Ame? Il naso?"
Una risata abbassò tutta la tensione. Un altro momento in quella famiglia speciale.

FINE
   
 
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