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Autore: Immersi nella vita    28/05/2021    0 recensioni
Le avventure tragicomiche delle Nazioni alle prese con i loro sentimenti.
[ Pairing: Gerita, Spamano, Fruk, Rochu ]
Genere: Comico, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Germania/Ludwig, Nord Italia/Feliciano Vargas, Spagna/Antonio Fernandez Carriedo, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 16: La Nazione dell'Amore 

Francia guardò in modo contemplativo il suo bicchiere mezzo vuoto. Pensò con soddisfazione che era riuscito a far ritrovare un sorriso all'italiano, eppure una voce dentro la sua testa gli disse che "predicava bene ma razzolava male". Le labbra gli si piegarono leggermente all'ingiù, dava tanti consigli d'amore, ma alla fine lui con Inghilterra rimaneva sempre in una sorta di stallo.

Posò il bicchiere e si disse convinto che non poteva continuare a piangersi addosso ma doveva agire.  Prese il telefono e chiamò il suo inglese.

" Pronto? Chi è? "

 "Angleterre" il suo tono era serio.

Dall' altra parte della linea l'inglese disse sorpreso: " Francia? Cosa vuoi a quest'ora?" 

Il francese rispose "Voglio vederti" 

'Voglio te'

Arthur disse: " Sei ubriaco? "

Dalle labbra di Francia scappò una breve risata e replicò: " Non, non lo sono, ma anche se fosse? " 

Un lungo silenzio calò dall'altra parte. Si sentì un breve sospiro e finalmente Inghilterra disse: " Dove sei? "

Il francese non aspettava altro.  


Inghilterra si ritrovò seduto nel salotto del francese. Una bottiglia vuota era sul pavimento, mentre un'altra mezza piena si trovava sul tavolino accanto a due calici. Francis era steso tra i cuscini e lo guardava in modo strano. 

Arthur sospirò scocciato e disse: " Senti, frog, ora che sono venuto, mi dici che cos'hai? " . Il francese sembrò non prestargli la benché minima attenzione, i suoi occhi color zaffiro troppo intenti a studiarlo. Un sottile sopracciglio si alzò e Francis esordì con: " Ma che razza di cravatta è mai questa? Cher, hai bisogno di rinnovarti l'armadio, sei così fuorimoda! ". Una vena iniziò pulsare sulla tempia dell'inglese, le sue guancie si accesero di rosso e disse tra i denti: "Non incominciare cretino, io mi degno di stare dietro alle tue stronzate e tu inizi a insultarmi? " . Il francese gli rise in faccia e disse : " 'Stare dietro alle MIE stronzate?' e quando io sto dietro alle TUE!? Primo quello non era un insulto, la tua cravatta è davvero un obbrobrio, in secondo luogo ti ho chiamato perché dobbiamo parlare di noi! ".

 L'inglese sgranò gli occhi e rispose: " Cosa intendi con parlare di noi? Non abbiamo proprio niente da dirci! ". Francia lo guardò offeso e disse:" Invece sì. Certo che dobbiamo parlare" afferrò il bracciolo del divano, le sue unghie affondarono nel morbido tessuto e aggiunse: " Ma tu sei così testardo e scappi sempre! ". L'inglese sbuffò e disse con disgusto:" Sei proprio ubriaco fradicio, ma guard-" venne interrotto dal francese, si era alzato di scatto e lo aveva spinto contro la parete, gli si mozzò il fiato nel petto. 

I loro sguardi si incrociarono, Francia disse quasi senza fiato: " Stai zitto! Tu-" , avvicinò il viso a quello dell' altro , " Ti comporti sempre in questo modo! Prima mi dai speranze e poi te ne vai.. " . Arthur spalancò gli occhi e spinse via il francese, Francis inciampò e rovinò a terra. Inghilterra lo guardò dall' alto in basso e disse scuotendo il capo: " Oh, sì che sei ubriaco! Ma ti sei visto, stai praticamente blaterando a vanvara...Fammi capire di quali speranze staresti parlando? ". 

Francia era appoggiato con i gomiti a terra, il viso chino, coperto dai morbidi capelli dorati; strinse un pugno a terra, le spalle furono scosse da brividi fugaci. Una risata proruppe raucha dal suo petto, morì improvvisamente così come era nata, il francese sbatté violentemente un pugno a terra e gridò:" Merda, merda..tu-! " la voce gli si fece all'imprivviso piccola. Sollevò di scatto il viso e lo guardò attraverso il velo di lacrime che gli si era appena formato, gli occhi brillarono di rabbia e dolore. 

Arthur indietreggiò di un passo, non aveva mai visto il francese comportarsi in questo modo. Tutte le parole ironiche che voleva rivolgergli gli morirono in gola. 

Francis si alzò in piedi e gli si avvicinò con un passo lento e misurato, lo sguardo di nuovo celato. Giunto di fronte a lui, gli afferrò le spalle e disse guardandolo dritto negli occhi: " Sarò onesto con te....perché non puoi ammettere per una volta i tuoi sentimenti? " sembrava essersi calmato, i suoi occhi però parevano stanchi, demandavano risposte.  Inghilterra distolse lo sguardo e strinse i pugni sui fianchi e rispose seccato: "E cosa dovrei ammettere? ". 

Le mani sulle spalle del inglese strinsero la presa, Francis avvicinò il viso al suo e disse:" Che mi ami, che altro dovresti ammettere cher? ". 

Arthur spalancò la bocca dallo shock. Sudore freddo iniziò a scendergli dietro il collo. Richiuse le labbra e deglutì a vuoto, poi si umettò le labbra cercando di ritrovare un contegno. Il francese continuava a guardarlo con aspettativa, quasi con aria di sfida, il suo fiato caldo e profumato  di vino lo avvolgeva, il dolore alle spalle continuava a intensificarsi, spingendolo a fare qualcosa. 

Inghilterra prese le mani di Francis e provò a staccarselo di dosso, era troppo vicino per i suoi gusti. Francia oppose resistenza e nella collutazione finirono per terra. 

Arthur si ritrovò a cavalcioni sopra il francese. Quest'ultimo gli stava ancora tenendo strette le mani, disse: " Oh, Angleterre , siamo alle solite, ti chiedo solo di aprirti un po' e tu diventi manesco" c'era un che di divertito nella sua espressione.  Le guance dell'inglese andarono a fuoco, prima che potesse rispondergli per le rime, Francis invertì le loro posizioni con un colpo di reni e lo schiaccò sul pavimento. Disse vicino al suo orecchio: " Sei sempre stato così, prima maledici il mio nome e poi mi baci con quelle stesse labbre. Dici di odiarmi, ma poi mi desideri. Ti abbondoni fra le mie braccia e il giorno dopo mi respingi"  sentì il corpo sotto di sé irridirsi. 
Fu come se il francese avesse spinto il tasto di un interruttore per l'inglese, una rabbia improvvisa e violenta lo attraversò come una scarica elettrica. Arthur gli diede una ginocchiata e lo spinse lontano da sé, urlò: " Stammi lontano! ".
Francis gli saltò addosso e gli tirò un pugno sulla mascella.  L'inglese spalancò gli occhi sorpreso, il francese urlò con stizza:" Se è così che vuoi regolare le cose, alla vecchia maniera, ti accontento cher" e gli tirò un altro pugno.  La forza dell'impatto gli ribaltò la testa dall'altra parte, il labbro si era ferito e il sangue scese copiosamente sul mento. Inghilterra strinse i denti irritato e si buttò anche lui nella mischia.

 Iniziarono ad azzuffarsi come ai vecchi tempi, pugni, calci, morsi, il tutto senza  alcun remore. Man mano che il tempo passava i loro colpi divvennero più lenti e deboli, i respiri più affaticati, finché non cessarono del tutto.

Si erano ritrovati distesi in modo scomposto sul pavimento, l'uno di fianco all'altro. Nella quiete della stanza si potevano udire solo i loro repiri pesanti e affannati. 

 Francis voltò il viso nella direzione dell'inglese, osservò il suo profilo e i diversi lividi che avevano iniziato a fiorire sotto l'occhio e sullo zigomo, il labbro spaccato e il sangue che stava iniziando a seccarsi . Anche l'inglese si girò nella sua direzione, i loro sguardi si incrociarono.

Scoppiarono a ridere nello stesso istante, erano dei cretini. Una volta dissipata la tensione tramite la lotta, li colse un lampante senso si déjà vu. Da quanto facevano così? Perché era più semplice per loro esternare loro emozioni picchiandosi invece di parlarne? 

Una volta che finirono di ridere, un profondo silenzio calò fra loro. I loro sguardi si incrociarono nuovamente, scrutandosi a fondo in modo contemplativo. 

Il primo a interrompere il silezio fu Arthur, la sua voce arrochita risuonò appena più forte di un sussurro: " Ehi,...senti.... " si interruppe come se le sue stesse parole lo avessero spaventeto.  

Francia piegò il collo e avvicinò il viso a quello dell'altro, i loro nasi si toccarono, sussurrò a sua volta: " Ehi... ".
Sollevò una mano e sfiorò delicatamente con la punta delle dita le ferite che gli aveva lasciato.  Francis lo guardava con gli occhi semichiusi, un sorriso sghembro gli attraversava il volto disfatto; disse piano:" Lo sai che siamo proprio degli sciocchi? ". Inghilterra corrucciò appena le sopracciglia, ma l'ostilità di poco prima era assente nel suo sguardo.
Un rumore simile a quello delle fusa di un gatto attraversò la gola del francese: " Umm, che ne dici se ora parliamo, cher? ". Per tutta risposta l'inglese si mise a sedere e gli diede le spalle, la sua voce rauca lo raggiunse:" ...E di cosa dovremmo parlare? ". Un misero sospiro scappò dalle labbra del francese, che si tirò anche lui a sedere, con lo sguardo puntato sulla nuca del britannico disse ironico: " Lo sai benissimo caro" . Strinse appena i pugni e continuò: " Perché dobbiamo ridurci sempre così? È da anni, secoli, che ci giri in torno e credo che la mia pazienza stia per terminare. ". Con ogni battito del cuore l'impazienza, la frustazione, la rabbia e il dolore aumentavano nell'animo del francese. Prima che l'inglese potesse rispondergli Francia si rivolse nuovamente a lui: " Sai quanto è difficile continuare ad amare un bastardo come te? " l' emozione tradiva la sua voce.

A queste parole, Arthur si voltò di scatto.

Francia continuò: " Perché alla fine me lo sono sempre chiesto anch'io, ne vale la pena? Potresti dire che sono un ipocrita, in fondo sono la 'Nazione dell'amore, mi diresti ' Non prendermi in giro Francis con quanti hai dormito?'. Be' io ti dirò che è proprio questo l'assurdo. Io, che potrei avere chiunque, che ha amato così tanto e che ne  so molto in materia amorosa, mi ritrovo in questo paradosso assurdo. Tu sei stato uno dei miei primi amici, uno dei miei primi nemici, la mia nemesi per eccellenza, un mio alleato e cosa poi? Ed è... " si interruppe un attimo "... È dannatamente strano, perché più ti odiavo e più ti amavo. In tutti questi secoli ho imparato a conoscerti molto bene. Tu sei quel tipo di persona che sta bene da sola, o almeno cerca di convincersene. Isolato nel proprio mondo, pensi che gli altri siano solo tuoi rivali e nemici. Quando si tratta di sentimenti, ti chiudi a riccio e moriresti di vergogna prima di confessarti. Ma....sì, lo so, lo so....se so tutto questo perché te ne parlo? Probabilmente perché sono ubriaco e stanco... " concluse infine " E proprio per questo ti dico che sono una contraddizione, nonostante tutto non riesco ad estirparti dal mio cuore" gli sorrise triste.  Durante tutto il suo discorso, Inghilterra lo aveva guardato con gli occhi sgranati, un'espressione allibita segnava le sue forme.  Balbettò: " F-francis...tu..tu...cosa? " lo stupore gli fece luccicare gli occhi.

 Il francese aveva iniziato a piangere, piccole lacrime scesero lungo le guance. Inghilterra gli appoggiò la mano sul viso e asciugò in silenzio quella tristezza.
Le parole del francese avevano smosso qualcosa di profondo dentro di lui. Si accorse che tutto quello che aveva appena detto era vero.
Il francese spalancò gli occhi e sbatté velocemente le ciglia, era come se si fosse appena accorto di star piangendo, quel tocco lo aveva riportato alla realtà. Sussurrò: " Angleterre...".
L'inglese si chinò su di lui e lo baciò. Il francese inseguì subito il contatto, quella carezza fugace divenne presto un turbine di passione.  Si separano solo per riprendere fiato, ma ripresero ben presto la loro danza. I loro baci sapevano di alcol e sangue.

 Francis si staccò con riluttanza dalle labbra dell'inglese e gli baciò piano la mascella, sussurro  piano: " Arthur, caro, lo sai che sei uno stronzo" gli leccò il collo e aggiunse: " Hai fatto esattamante quello che ti avevo detto" gli morse leggermente la pelle ," mi picchi" , baciò delicatamente la zona arrossata, "ma poi mi baci". Sospiro e iniziò a tracciare una scia di baci incandescenti su per il collo, si fermò vicino all'orecchio: " eppure mi piaci" . 

Inghilterra sentì il battito del suo cuore accelerare, un brivido gli attraversò la schiena e le orecchie si tinsero di una sfumatura rosata. Non voleva confrontare il francese e le sue verità, in quel momento lo desiderava con ogni fibra del suo corpo. Il desiderio era tale che quasi faceva male.  Passò le mani tra quei lunghi e morbidi fili dorati, accostò i loro volti e iniziò un bacio passionale. Si ritrovarono abbracciati contro le assi del pavimento, i corpi premuti gli uni sugli altri, il calore cresceva tra loro come una fiamma. Le mani si cercarono disperate, ogni carezza sollevava una serie di brividi caldi, i sospiri riempirono la stanza. 

Inghilterra aveva sempre preferito il sesso a quello che il francese chiamava sdolcinatamente "fare l'amore". In quel momento, sotto le braccia del francese, con le guancie infuocate dal piacere, sentiva che era diverso. Solitamente si allontanava da quelle effusioni inutili che erano i preliminari, questa volta le accettò con voluttà. Le parole del francese avevano davvero scavato un'impressione profonda sulla sua anima, ma lui era un codardo, o meglio era troppo testardo, non sarebbe mai riuscito ad ammettere che anche lui lo amava. Il loro era stato un lungo gioco, erano esseri contrastanti, lottavano tra di loro, ma il solo pensiero di stare senza l'altro li uccideva. Erano due forze opposte che cercavano il conflitto, i battibecchi erano molto soliti, ma negli anni quell'odio accecante si era trasformato in un duraturo amore che covava continuamente sotto le ceneri della loro ipocrisia. 

Chiuse gli occhi lasciandosi andare a un profondo gemito, strinse la spalla del francese. 

O forse era solo lui l' ipocrita? Il francese aveva alla fine avuto il coraggio di ammettere i suoi sentimenti, di rompere quel circolo vizioso. La verità è che aveva paura. Era terrorizzato all'idea di lasciarsi andare, di abbassare completamente le proprie barriere e di dare il suo cuore nelle mani di qualcuno; perché nel caso in cui le cose sarebbero andate male, lui non si sarebbe risollevato. Era cinico e l'esperienza gli aveva insegnato che non ci  si poteva fidare degli altri, certo negli anni in cui lui e Francis si erano conosciuti c'erano state volte in cui una scopata occasionale era diventata qualcosa di più, c'erano stati momenti in cui aveva abbandonato la sua reticenza e lo aveva amato con tutto se stesso. Momenti di tranquillità in cui si sentiva in pace col mondo solo guardando il viso addormentato dell'altro accanto a sé.

 I vestiti erano ormai stati abbandonati e il contatto della pelle sulla pelle risvegliò in lui sensazioni primordiali. Gli occhi del francese erano oscurati dalla lussuria, ma allo tempo rilucevano di amore e tenerezza; si era per caso accorto che l'inglese aveva finalmente abbassato le sue mura? Il cuore del britannico pulsava veementemente, il sangue irrorava il suo corpo stringendolo nella sua bolla di calore. Si lasciò sfuggire in modo incoerente: " Sei così bello".

 Il francese che gli stava baciando sensualmente il petto si fermò e lo guardò come fulminato. Inghilterra gli regalò un piccolo sorriso, gli afferrò nuovamente la nuca e portò i loro visi vicini, sussurrò: " Oh dear, don't let me repeat it" congiunse le loro bocche, mosse il labbro inferiore contro quello dell'altro e inizio un bacio francese, era lento e passionale, cercò di comunicare con quello tutto ciò che non era in grado di esprimere a parole. 

'Ti amo'

Quando si separarono il francese sussurrò quasi senza fiato sulle labbra dell'altro: " Oh Cher... " la sua voce vibrò di bramosia e di tenerezza. I suoi occhi si erano bagnati di commozione, gli baciò piano la mandibola ferita, le guancie, il sopracciglio. Le loro mani si intrecciarono e si fissarono a lungo negli occhi. 

Improvvisante il francese si alzò e disse piano: " Caro perché non vieni in camera, si sta scomodi sul pavimento". Arthur si concesse un respiro profondo e annuì. Sapeva che il francese ci teneva a queste cose e che preferiva sempre farlo in un letto caldo, lui non era molto schizzinoso, ma Francis era sempre molto romantico e aveva le sue preferenze. Lo avrebbe accontentato, perché quella non sarebbe stata una semplice scopata. 

La porta di mogano si richiuse alle loro spalle, lasciandoli nell'intimo boudoir, tra le morbide coperte di seta e con l'intera nottata davanti a loro. 



Note dell'Autrice:

Salve a tutti!

Sono finalmente riuscita a scrivere questo nuovo capitolo! Mi dispiace immensamente del ritardo, ma questo mese ho avuto parecchi problemi di salute ed è stato difficile trovare il tempo per scrivere .╥﹏╥.....

Spero la FrUk vi sia stata di gradimento^^, è stato difficile lavorare su questa paring e probabilmente non le ho reso molta giustizia(ma essendo la mia prima fanfiction ho  ancora molto da imparare). Spero che le scene leggermente "hot" non siano risultate troppo cringe   eh eh...

Ringrazio tutti i lettori che hanno ancora la pazienza di leggere questa storiella~ 

I commenti e le recensioni sono sempre graditi e mi motivano molto, quindi non siate timidi ;-).

Alla prossima ヾ(❀╹◡╹)ノ~ 


 
   
 
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