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Autore: takitaki    29/05/2021    0 recensioni
“Che cosa abbiamo?” esordì l’ispettrice, riconoscendo accanto al letto una figura familiare.
“Donna giapponese, tra i 25 e i 30 anni, strangolamento. Il corpo sta per essere portato via, se vuoi dargli un’occhiata da vicino fa presto, Michiru.”
Un nuovo caso di omicidio arriva sulla scrivania dell'ispettrice Michiru Kaiou, ma non si tratta di un caso qualunque. In questo caso sono coinvolte donne, tante donne, donne che soffrono, che amano, che sperano, che lottano.
Genere: Introspettivo, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Haruka/Heles, Michiru/Milena, Rei/Rea | Coppie: Haruka/Michiru
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Gender Bender, Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Nessuna serie
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"Yui?" chiese la ragazzina dai lunghi capelli scuri varcando la soglia dell'officina.

"Yui? Ci sei?" alzò un sopracciglio "ehi guarda che me ne vado se non ti fai vedere! Devo andare a scuola!" avvisò piuttosto arrabbiata la liceale dalla divisa grigia.

"Va bene va bene, eccomi!" una voce maschile rispose alla ragazza che poco dopo poté riconoscere quella figura familiare.

"Ti ho portato il pranzo, l'hai dimenticato di nuovo" disse severa la ragazza, porgendo un sacchetto all'uomo dai lunghi capelli castani e una frangia forse troppo lunga.

"Grazie Rei" rispose l'uomo, mentre con uno straccio si puliva le mani sporche probabilmente di grasso per motori "non so cosa farei senza di te."

"Lo dici tutti i giorni." aggiunse di tutta risposta la mora, con un tono quasi offeso.

"È la tua ragazza Yuichiro?" un'altra voce si intromise nel discorso, facendo sobbalzare Rei mentre Yui si fece una risata.

"È mia sorella" rispose ridendo.

"Sorellastra" ribatté Rei, squadrando il ragazzo che si era avvicinato a loro. Era molto alto, quasi più di Yui, e i suoi occhi blu rapirono quelli di lei.

"Lui è Haruka, è un ragazzo nuovo."

Haruka fece un cenno con la mano, facendo un passo verso la giovane ancora incantata, chinandosi leggermente.

"Tu come ti chiami?"

"R-Rei." rispose, con le guance davvero rosse. Rimase per qualche secondo a guardare ancora quegli occhi blu come il mare più profondo, poi scosse la testa e si voltò, iniziando a correre.

"Devo andare, sono in ritardo!"

La corsa durò quasi dieci minuti, dopodiché dovette fermarsi, davvero stanca. Si appoggiò al muretto della scuola, cercando di riprendere fiato. Le tornò in mente quello sguardo, e le sue guance non tardarono a diventare nuovamente rosse. Rei non voleva ammetterlo, non lo avrebbe mai fatto, lei non credeva nell'amore a prima vista. Eppure quel giorno aveva visto qualcosa in quegli occhi, quel ragazzo non era soltanto bello, aveva qualcosa che l'aveva letteralmente rapita.

Rei non lo avrebbe mai ammesso, ma probabilmente in quel momento, con un semplice sguardo, aveva già iniziato a innamorarsi di Haruka.
 

---

 

"Accidenti, con questa pioggia non posso tornare a casa" sospirò, tenendo stretta la cartella mentre si riparava sotto un porticato.

"Se solo ci fosse un telefono pubblico...potrei chiamare Yui" disse volgendo lo sguardo al cielo, cercando di capire quanto sarebbe durata quella pioggia così forte. La sua attenzione venne però catturata dal rumore di un'auto che si fermò proprio davanti a lei, incuriosendola.

Dall'auto uscì una figura alta che dopo pochi istanti Rei riuscì a riconoscere: Haruka.

Il biondo le si avvicinò, togliendosi la giacca e porgendola sulle spalle della ragazza.

"Sei la sorella di Yuichiro vero? Vieni ti do un passaggio."

Rei non si mosse, era rossa in viso e decisamente incapace di nascondere il fatto che quel ragazzo la rendeva nervosa con la sua sola presenza. Annuì, lasciandosi accompagnare dal lato del passeggero e allacciando la cintura una volta seduta.

Haruka mise in moto l'auto e tra i due calò il silenzio per qualche minuto, interrotto poi sempre dal biondo.

"Di che anno sei?"

Rei sussultò, rispondendo a bassa voce ancora piuttosto nervosa "del terzo¹".

"Ho capito, quindi hai...?"

"17 anni" rispose, voltandosi per la prima volta verso il suo interlocutore e con una domanda "e tu invece? Vai all'università?".

"No, lavoro e basta...ah e io ne ho 20".

Rei osservò la persona al suo fianco, avevano ben tre anni di differenza, doveva smettere di pensare a qualsiasi sviluppo con lui.

"Sai, Yuichiro mi parla sempre di te, dice che sei molto responsabile e premurosa. Vista la fascia rossa² immagino non mentisse" disse, indicando l'accessorio che Rei teneva al braccio.

"Uhm...s-si" in quel momento avrebbe voluto maledire il fratello per quanto era rossa d'imbarazzo.

"Abiti qui giusto?"

Rei scosse la testa per riprendersi e rispose positivamente dopo aver dato un'occhiata al finestrino.

"Non ho un ombrello da darti purtroppo quindi tieni pure la mia giacca."

"N-No non posso accettare! Non preoccup-"

Haruka le prese una delle mani che la ragazzina stava agitando nel rifiutare e le fece capire che non l'avrebbe lasciata andare senza.

"Non preoccuparti, vai pure con la mia giacca."

"G-Grazie."

Rei aprì lo sportello e uscì dall'auto, prima di andarsene si voltò un'ultima volta per salutare la persona che era stata così gentile con lei, ma non fece in tempo a parlare poiché le sue guance tornarono rosse subito dopo aver sentito quel "ci vediamo, Rei" del biondo.

La ragazza dai lunghi capelli corvini rientrò, togliendosi le scarpe all'entrata e lasciando cadere la cartella accanto al portaombrelli.

Si tolse la giacca di Haruka dalle spalle e la strinse forte tra le braccia, con gli occhi leggermente lucidi.

Perché una persona come lei doveva innamorarsi così facilmente? E di qualcuno che aveva visto soltanto due volte? Se prima aveva ancora dubbi a riguardo, adesso ne era certa.

Sentire il suo nome pronunciato con tanta dolcezza, dalla persona che aveva in testa da settimane, l'aveva lasciata senza fiato.

Ci vediamo Rei.

Rei. Rei.

Rei.

 

---

 

"Rei! Rei!"

I suoi occhi stanchi si aprirono e tornarono immediatamente lucidi quando si rese conto che quella non era la voce di Haruka.

"Rei! Sono Michiru! Sei in casa?"

Rei si alzò dal letto, dirigendosi alla porta del piccolo appartamento, aprendola all'amica che tirò un sospiro di sollievo quando la vide.

"Ehi, eccoti finalmente" disse con un sorriso la donna dai capelli acquamarina.

"Entra" disse, scostandosi per permetterle di passare "siediti pure al kotatsu³, posso offrirti qualcosa mentre mi preparo?"

"No sta' tranquilla, ho già fatto colazione. Allora oggi vieni al lavoro? Pensavo stessi ancora male dato che non hai risposto al telefono" disse accomodandosi come suggerito da Rei.

"Si scusa, ho dormito tutto il giorno ieri."

"Non preoccuparti, ti senti meglio?"

"Si, ti ringrazio Michiru. Vado a prepararmi."

L'ispettrice annuì, attendendo la ragazza mentre si guardava intorno. Non era di certo la prima volta che andava a casa di Rei, conosceva bene anche la sua sorellina che probabilmente era già a scuola visto l'orario, le otto e un quarto.

Dopo circa venti minuti Rei raggiunse Michiru, annunciandole di essere pronta per uscire.

"Andiamo".

 

---

 

"Hai letto i miei messaggi?" le chiese l'ispettrice quando si fermarono a un semaforo.

"No Michiru scusami davvero, non ho proprio guardato il cellulare."

"Nessun problema, ti avevo scritto che Ami ha delle novità importanti visto che ieri pomeriggio ha fatto l'autopsia."

"Ti ha detto di che si tratta?"

"No, preferiva parlarcene in centrale."

"D'accordo."

Calò il silenzio, ma durò poco visto che Michiru riprese la conversazione.

"Sono andata dal signor Tenou ieri."

Rei non sobbalzò, né arrossì. Il suo volto era triste, cupo. Le reazioni che Haruka le provocava non erano più quelle della ragazzina di otto anni prima.

Michiru continuò non vedendo alcuna reazione particolare nella partner.

"Non sapeva che Naomi fosse morta, la sua espressione sembrava sincera quando gli ho detto come stavano le cose."

Rei ascoltò in silenzio, volgendo lo sguardo all'ispettrice per farle capire di continuare.

"A quanto pare è stato lui l'ultimo a vederla, intorno alle undici. Prima di andarmene gli ho chiesto di andare in centrale il prima possibile, così che Noboru potesse prendere la sua deposizione per iscritto."

"Pensi che sia innocente?" chiese la mora.

"Penso che per adesso è l'unico sospettato."

Rei non sapeva che pensare. Haruka non era di certo la persona più innocente del mondo ma uccidere una ragazza? Non lo avrebbe mai fatto.

"Non credo sia stato lui" disse Rei piuttosto convinta, con un tono che insospettì Michiru.

"Vediamo cos'ha da dirci Ami" rispose, anche se in realtà avrebbe voluto chiederle come faceva a esserne così sicura.

 

---

 

Anche quella mattina venne svegliato dal bussare insistente di qualcuno e mentre si alzava pregò qualunque divinità che non si trattasse di altri guai.

Raggiunta la porta tirò un sospiro di sollievo.

"Menomale, sei solo tu."

"Che cosa intendi con solo? Dovrei offendermi?" ribatté la bionda gonfiando le guance mentre entrava nella villetta dell'amico.

"Che ci fai qui?" chiese sbadigliando, ancora molto stordito dall’alcol della sera prima.

"Come che ci faccio! Mi hai chiamato tu Haruka, lo hai dimenticato?"

Haruka volse lo sguardo al soffitto, portando una mano sotto il mento e riflettendo.

"Veramente no."

La ragazza dai lunghi capelli biondi sospirò, mostrandogli il cellulare con il suo messaggio.

 

Haruka - 03:14 - Vieni da me domani, ho bisogno di parlarti.

 

"E io che mi sono anche preoccupata." disse, prendendo posto sul divano mentre Haruka la raggiungeva, sedendosi accanto.

“Hai un aspetto orribile, che hai combinato ieri sera?” chiese, notando le sue occhiaie e il colorito decisamente pallido.

“Ho bevuto un po’ troppo, sai ero nervoso.”

“Cos’è successo?”

Haruka restò in silenzio per qualche secondo, poi continuò.

"In effetti devo chiederti una cosa."

"Dimmi pure Haruka."

"Puoi rifiutare se vuoi."

"Dimmi prima di che si tratta" rispose alzando un sopracciglio visibilmente confusa dalle sue parole.

"D'accordo."

 

---

 

"Ricordi che ti avevo detto che non c'era stata alcuna colluttazione tra la vittima e l'assassino?" iniziò la donna dal caschetto azzurro tenendo una cartellina.

"Si lo ricordo Ami, continua."

"Ho scoperto il motivo. La ragazza aveva una ferita da corpo contundente dietro la testa. Sul momento mi era sfuggita poiché coperta dai capelli e, inoltre, non si trovava nella vasca quando è morta. Il corpo è stato spostato."

"Aspetta Ami non può essere, non abbiamo trovato sangue né in vasca né sul pavimento." intervenne Rei.

"Il colpo non l'ha uccisa, il sangue che ha perso non era così tanto e l'assassino ha avuto modo di pulirlo. Non c'è altra spiegazione, quella ferita è recente."

Rei era ancora poco convinta, Michiru al contrario sembrò concordare con Ami.

"Ha senso. L'assassino l'ha colpita, magari alle spalle, e poi l'ha strangolata senza alcuna fatica. Infine l'ha poggiata nella vasca."

"Si esatto Michiru, dev'essere andata così."

“Hai individuato l’ora del decesso?”

“Tra le undici e mezzanotte circa.”

"Considerando il peso della vittima e il fatto che fosse priva di coscienza possiamo presumere che non servisse una forza eccessiva per compiere il delitto" ipotizzò l'ispettrice, appuntandosi quello che aveva formulato.

"Aspetta Michiru, noi non abbiamo trovato nessun'arma del genere."

“L’ha portata via” disse determinata l’ispettrice, portandosi una mano sotto il mento “probabilmente l’ha portata via perché piena di impronte. Rei ho bisogno che tu chieda allo staff dell’hotel se mancava qualche oggetto.”

“Lo abbiamo già chiesto ma a quanto pare nessuna delle cameriere ricordava esattamente gli oggetti presenti in camera.”

“Diamine.” esclamò Michiru, visibilmente turbata, voltandosi verso l’uscita del laboratorio forense.

“Aspetta, non ho finito” l’ispettrice tornò a guardarla, alzando un sopracciglio con aria interrogativa “abbiamo trovato dei capelli biondi ma non c’è stato alcun riscontro nel database. Avrei bisogno di-”

“Ho capito. Chiederò un campione di dna.”

“Michiru aspetta” disse Rei alla donna che stava già lasciando il laboratorio dopo aver salutato la dottoressa “sappiamo già che era lì no?”

“Adesso ne abbiamo la certezza.”

“Ma non prova che sia l’assassino!” rispose agitata.

Michiru si fermò un istante, guardando Rei negli occhi.

“Ma si può sapere cos’hai?” l’ispettrice non fece in tempo ad ascoltare la risposta della sua partner che Noboru interruppe la loro conversazione, facendola innervosire.

“M-Mi scusi se la disturbo, volevo consegnarle la deposizione di Tenou e della sua amica” disse piuttosto imbarazzato vista la faccia della sua superiore, porgendole dei fogli con un lieve inchino.

“Aspetta, che significa “la sua amica”?” chiese Michiru piuttosto perplessa.

“L’amica che era con lui e che gli ha fornito l’alibi.”

“Dov’è Tenou adesso?”

“Uhm...è appena andato via.”

Michiru diede una rapida occhiata ai fogli e capì che qualcosa non tornava.

 

---

 

“Che cosa gli hai detto?” chiese quando la ragazza lo raggiunse in macchina.

“Quel che mi avevi chiesto. Ho detto loro che dopo essere uscito dall’hotel sei venuto a casa mia e ci sei rimasto fino alle due di notte.”

“Ti ringrazio davvero tanto, Minako.”

“Non devi ringraziarmi Haruka, sai che farei qualsiasi cosa per aiutarti.”

Note dell'autore
¹Il terzo anno del liceo in Giappone corrisponde alla nostra quinta superiore.
²La fascia rossa a cui si riferisce Haruka, indossata al braccio, in alcune scuole indica i membri del consiglio studentesco.
³Il kotatsu è un tavolo basso su cui viene posta una coperta riscaldata a volte da un sistema elettronico.

Spero che questo capitolo vi piaccia, scusate il ritardo ma sono quasi in periodo di esami! Aspetto le vostre recensioni.
Taki

 

   
 
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