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Autore: Duchessa712    01/06/2021    3 recensioni
Merlin attende sempre (da sempre?) e, anche se è stanco, la sua speranza non vacilla. (Mai?)
Morgana attende con lui, anche se lei nella speranza e nel destino non ci crede più.
Ma davvero: quali potrebbero essere le alternative, altrimenti? (Arrendersi? Sbagliarsi? Fermarsi?)
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Merlino, Morgana | Coppie: Merlino/Morgana
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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I.
"Attendi ancora?"

Attendo sempre, vorrebbe rispondere, per poi correggersi e aggiungere un "da" tra le due parole.

Attendo da sempre, che è un eufemismo e un'iperbole insieme: nessuno attende da sempre perché nessuno è vivo da sempre, eppure lui si sente tanto vecchio che gli sembra di avere il peso del mondo sulle spalle.

Decide di tacere: magari così andrà via, lasciandolo alla sua solitudine, alla sua attesa e al bicchiere davanti a lui.

"Non credi di aver atteso abbastanza?".

È tutta la sera che attende. Tutta la vita, in realtà. Anche questo è un eufemismo e un'iperbole in contemporanea, seppur un po' più veritiero del precedente.

Tace ancora, sperando di poter finalmente venir lasciato in pace, ma è evidente che l'ha sottovalutata. Non che sia la prima volta.

"Non mi rispondi?" continua imperterrita.

"Non mi riconosci?" lo irride, le labbra rosso sangue dischiuse in un sorriso, che somiglia più ad un ghigno.

"Certo che ti riconosco. Ti riconosco sempre, Morgana" si arrende, ingoiando la sconfitta insieme al bourbon.

"Lo spero bene, Emrys" mormora senza togliergli di dosso gli occhi verdi che brillano pericolosi alla luce artificiale del locale.

"Che cosa vuoi, Morgana?".

Si passa una mano sul viso stanco, segnato dalle occhiaie e dalle attese e da un leggero accenno di barba.

"Attendi ancora?" ripete lei con lo stesso tono di prima: curiosità che cela una rabbia di fondo che vibra, però, nell'aria e nella magia.

"Attendi ancora" ed è un'affermazione che forse vuole essere smentita o forse confermata e, nel dubbio, decide di non risponderle.

"Sono passati secoli e tu attendi ancora" sibila furiosa e irridente, mentre l'iride si colora di oro e il bicchiere esplode in mille schegge sul bancone.

*

É un insegnate, adesso: letteratura inglese. Gli piace insegnare, gli sembra di contribuire a costruire un futuro, di lasciare un segno nella vita di qualcuno.

I suoi alunni lo ascoltano attenti quando spiega, dicono che riesce a trasmettere loro la passione, che li ispira.

Quando sente questi discorsi, Merlin si rianima e riesce quasi a convincersi che la sua vita non è solo una vana e vuota attesa.

"Quando pensi di smettere?". È seduto ad un tavolino fuori da un bar in attesa che inizi la prossima ora di lezione.

"Di fare cosa?"

"Attendere".

Lei lo sembra eccome, stanca: é sparita la furia che le ha visto in volto quella sera nel locale appena la settimana prima.

"Perché sei qui Morgana?".

È sempre lo stesso gioco, lo stesso discorso, lo stesso copione, e lui, nonostante il tempo, non è ancora riuscito a decifrarla.

Lei lo ignora, sfilandogli dalle mani il libro che stava leggendo prima del suo arrivo.

"Re Artù e i Cavalieri della Tavola Rotonda?".

Merlin scrolla le spalle "È l'argomento della mia prossima lezione", ma il sorriso di Morgana gli blocca il respiro e lo costringe ad abbassare il capo, incapace di guardarla negli occhi.

"Tu attendi ancora. Sono passati secoli, anzi millenni, siamo diventati i personaggi di una leggenda e tu attendi ancora"

"Che altro potrei fare, Morgana?".

Non è retorica, la domanda, è dettata dalla più pura disperazione e qualcosa brilla negli occhi della strega, qualcosa che Merlin si rifiuta di chiamare pietà o pena. Sarebbe troppo umiliante. Sarebbe sufficiente a distruggere tutto.

"Vivere" gli risponde come se fosse la cosa più naturale del mondo "per te stesso, almeno per una volta".

*

La leggenda lo ricorda come un mago potente, vecchio e saggio: un consigliere, un aiutante, un maestro. La televisione lo dipinge come un anziano arzillo vestito di blu con un cappello a cono e un gufo da compagnia di nome Anacleto.

È tutto sbagliato. La storia, i personaggi, gli eventi: è tutto così sbagliato e distorto che gli fa venir voglia di urlare.

Non lo fa. Spiega, parla, racconta, incanta. La nostalgia gli stringe il cuore e la magia scalpita per rivelarsi.

In questi momenti, quando è il centro del mondo e dell'attenzione di quei ragazzi che hanno la vita davanti e il mondo da scoprire, gli sembra di star vivendo per sé stesso. Dimentica il destino. Dimentica Artù. Dimentica tutto.

Poi la campanella suona e la realtà torna, prepotente, a fare da padrona, la classe si svuota, Camelot torna nei confini ridotti della leggenda. Merlin continua ad aspettare.

"Tu sei sicuro che tornerà".

Gioca con la cannuccia del suo drink e sembra calma, stasera, sparite la rabbia e la stanchezza.

"Sì".

Appoggia la giacca sullo schienale della sedia e fa un cenno a Bruce dietro al bancone. Trangugia il bourbon prima ancora che il bicchiere venga poggiato sul tavolo.

"Perché?"

"Perché cosa?"

"Perché sei certo che tornerà?"

"È il destino".

Morgana lo guarda e Merlin si aspetta il lampo dorato e qualche disastro, non che getti la testa indietro e rida. É una risata isterica e sono in molti a voltarsi a guardarla, anche se lei sembra non farci caso. Merlin, invece, sente l'irritazione crescere, le guance imporporarsi e le punte delle orecchie andare a fuoco.

"Ti va di far ridere anche me?" chiede seccato, ordinando un altro drink.

Morgana si ricompone, anche se un sorriso divertito continua ad adornarle il viso.

"Il destino? É davvero per questo che attendi, Emrys?"

"Direi che si è dimostrato una fonte affidabile"

"Homo faber fortunae suae" replica lei. "Comunque non mi hai risposto: cosa ti è stato detto?".

Merlin esita e cerca i suoi occhi alla ricerca... Di cosa? L'assicurazione che non farà nulla contro di lui? Cosa potrebbe fare? Cosa potrebbe guadagnare?

È passato quel tempo, anche se a volte, soprattutto in sua presenza, é più facile credere il contrario.

"Che quando Albion ne avrebbe avuto bisogno, il suo Re sarebbe tornato".

Morgana spalanca gli occhi e Merlin è sicuro che gli riderà di nuovo in faccia. Invece si limita a studiarlo meravigliata, come se fosse una creatura di una rarità particolare.

"Sono passati millenni, Merlin, e due guerre mondiali: davvero non c'è mai stata una crisi sufficientemente grave a far tornare il tuo Re?".

È seria, adesso, ha raddrizzato la schiena e stretto le mani tra loro e lo guarda dritto negli occhi. Gli ricorda Morgana la Lady, prima che diventasse Morgana la Strega, quando ancora la considerava un'amica.

"Per non parlare poi" continua, e questa volta c'è una strana inclinazione nella voce che lui non riesce a decifrare, "di che cosa potrebbe mai fare?"

"Che cosa intendi?"

C'è pietà nei suoi occhi e Merlin sente la rabbia crescere nel fondo dello stomaco ed espandersi ad ogni singola cellula del suo corpo.

"Che ruolo potrebbe mai avere, il tuo prezioso Re? Il suo tempo è finito. Il nostro tempo è finito. Da secoli, oramai"

"Sparisci"

"La verità fa male?" lo stuzzica: é Morgana la Strega, adesso, Morgana la nemica.

"Vattene e lasciami in pace"

"Per quanto intendi aspettare?" continua lei imperterrita. "Per sempre?"

Silenzio.

"È un assenso?"

Silenzio.

"Mi fai pena" eppure nei suoi occhi c'è solo rabbia, mentre si alza di scatto e si allontana di fretta dal locale dove Merlin, in questa sua ennesima e nuova vita, ha preso a passare le sue serate.
   
 
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