I polpastrelli della mia mano destra premono sulle palpebre serrate, tanto da illudermi di essere circondato da piccoli fuochi d'artificio dorati.
Avete presente quella sensazione?
Dalle labbra canticchio un motivetto non ancora definito, mentre con l'altra mano mi stuzzico distrattamente una ciocca rosa di capelli.
Le risate delle ragazze mi risuonano nelle orecchie assieme alle distorte bestemmie dei ragazzi.
Chi siete?
Sento le vostre voci, ma non le riconosco.
Ci sono stati momenti in cui ho desiderato di possedere questo fuoco ardente attorno a me, eppure lo immaginavo diverso...pių caldo. 
Forse sono pių solo che mai.
E' tutto cosė piatto, come le mie parole incise su un arpeggio o sulla dolcezza del pianoforte che accompagna il temporale fuori dalla finestra.
Mi domando come mai, ancora, non abbia catturato l'attenzione di nessuno di voi dentro questa stanza affollata.
Non pretendo che vi soffermiate a tentare di comprenderlo, ma vorrei che almeno vi voltaste, anche solo per un istante, disturbati da esso.
Giratevi, vi prego.
E' cosė evidente quanto sia strinante, fa mancare quasi l'aria.
Vorrei solo sprofondare nel mio letto per il resto della notte, ma č un ammasso di corpi sconosciuti aggrovigliati fra loro.
La lancetta dei minuti scandisce le mie ansie dal sapore stantio del passato e quello insipido di un futuro incerto andato a farsi fottere assieme all'ultima riga che ho appena tirato.
Fanculo.
Eppure, per qualcuno, conservo ancora la purezza nel mio sorriso timido, la purezza di un angelo, un Angelo Tatuato. 
Barcollo lontano da quel cicaleccio e da quelle luci, bramando la protezione del buio e l'abbraccio della morte.
Afferro la maniglia dell'armadio e lo apro rannicchiandomi per entrarci dentro. 
Forse č cosė che ci si sente quando ti chiudono in una bara.