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Autore: Sinden    25/06/2021    0 recensioni
Heloise é una giovane studiosa. Il suo sogno é quello di essere ammessa a Orthanc, la Torre di Isengard, in cui vengono istruiti e formati i futuri Stregoni.
Per farlo, dovrà prima superare una difficilissima prova.
🌺🌺🌺
FF tolkeniana, genere avventuroso, basata anche su film Lo Hobbit - La desolazione di Smaug.
Nuovo personaggio.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Compagnia di Thorin Scudodiquercia, Thorin Scudodiquercia
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Eradan si avvicinó lentamente alla carcassa del ragno. Un conato quasi lo colse, quando vide le interiora dell'insetto sparse sul fogliame del bosco. Tre frecce lo avevano raggiunto nei punti più sensibili di quel corpo mostruoso, e solo un Elfo poteva aver usato una simile precisione.

"Andriel." mormoró. "Lo ha ucciso lei."

"Ma dove sono finite?!" sbraitó Farin, agitato. Poi guardó intorno, alla ricerca di tracce che potessero rivelare la sorte delle due donne. "Heloise!!!" gridó.

"Lo sapevo!" esclamó Radagast. "Lo sapevo!"

Non vedendo tornare Andriel ed Helli, i tre erano usciti dalla casa dello Stregone, per andarle a cercare. "Eppure gliel'avevo detto! Mi avete sentito, quando l'ho avvertita!" continuó il mago, avvicinandosi disgustato al Ragno. "Orrendi esseri... vengono da Dól Guldur, ne sono arcisicuro ormai."

"Potrebbero essere state uccise o punte dai Ragni! Si dice che immobilizzino le loro prede, per poter gustare carne fresca! Forse ora sono imprigionate in una ragnatela!" disse Farin, guardando le cime dei grandi alberi.

"No. Ce n'era solo uno, e l'ha ucciso l'Elfo femmina." replicó Eradan. "É successo qualcos'altro."

"Come lo sai?" chiese Radagast.

"Non ci sono filamenti bianchi sui rami. Se fossero state circondate da un gruppo di Ragni, vedremmo tracce del loro passaggio. Ma qui non c'é niente." spiegó il Ramingo. "Era uno. Uno e basta."

"E allora dove accidente sono?!" gridó il Nano.

Eradan studió i rami degli alberi, il terreno, in cerca di qualche indizio. Poi i suoi occhi scuri vennero attirati da qualcosa. Fece tre passi e si chinó a raccogliere un oggetto da terra. Era una freccia spezzata in due. "Maledizione." gli sfuggì.

"Allora? É un dardo. L'avrà perso Andriel." disse Farin.

"No. É un messaggio. Un segnale lasciato dall'Elfa per dirci cosa è capitato." replicó Eradan, alzandosi. "Per fortuna nostra, Andriel conosce i messaggi in codice dei Dunedain. Sapeva che avrei capito. Una freccia lasciata a terra simboleggia un territorio abitato dagli Elfi, e nello specifico, un incontro con gli Elfi. É un segnale che tutti i Dunedain sanno interpretare, ci mette all'erta quando entriamo in un nuovo territorio. Se la freccia é integra, significa che gli Elfi sono amichevoli, e che il passaggio nel loro territorio é sicuro e consentito. Se é rotta, come questa, vuol dire che gli Elfi sono ostili, e che é meglio lasciare quel posto, e alla svelta."

"In poche parole, sono incappate negli Elfi Silvani. Le avranno tratte in arresto." ragionó Radagast. "Non ci voleva."

"Fatte prigioniere su che basi? Andriel é un Elfo, credevo fossero tutti amiconi fra di loro, questi folletti!" chiese Farin, perplesso.

"Quanto ti sbagli, amico mio. Re Thranduil cova un grave risentimento per Elrond, e quindi per tutti i suoi sottoposti. La vostra amica é già in catene, o io non mi chiamo più Radagast." sospiró il mago. "Forse dovrei andare alla fortezza del Re e parlare in loro favore."

"No." ribatté Eradan. Poi gettó a terra la freccia.

"Come...no?!" sbottó Farin, sorpreso. "Dobbiamo aiutarle, e subito!"

"Perché non sono venuti a cercarci, Farin? Anche noi siamo qui clandestinamente. Helli e Andriel hanno taciuto sulla nostra presenza, capisci? Ci hanno protetti. Non roviniamo il loro gesto consegnandoci agli Elfi. Stiamone fuori, é la cosa migliore." ribatté il Dunedain.

"Ma sei ammattito?! E lasciarle marcire nelle loro prigioni? Non si scappa da quelle carceri, e Thranduil é tutto fuorché clemente!" protestó il Nano.

"Le lasceranno andare. Sono più che certo, anzi, che il Re Elfo le farà portare in fretta fuori dal suo regno." rispose Eradan.

"Non hai torto." commentó il mago, pensieroso.

Farin era confuso. "Scusate... mi dite che state pensando?! Non capisco."

"La ragazza ha il Mil Naur. Gli Elfi rovisteranno nel suo bagaglio, lo troveranno e lo consegneranno a Thranduil. E lui si preoccuperà, vedendolo. Avrà timore che quel gioiello attragga un Drago sul suo territorio. Le stesse paure di Elrond, ricordi? Allora caccerà fuori Helli, e Andriel con lei. Noi non dovremo fare altro che aspettarle e raggiungerle. Thranduil sa certamente che solo il portatore puó toccare il diamante, non si azzarderà a rubarlo, né chiederà ai suoi Elfi di requisirlo. Il Mil salverà le ragazze." spiegó Eradan.

"Tu credi? Ma il Re vorrà sapere dove stanno andando, e perché Heloise ha con sé quella gemma unica al mondo. E che farà quando saprà la verità? Quando saprà che la vostra missione é aiutare un Drago? Questo mi preoccupa." disse Radagast.

"Cioè? Spiegatevi meglio, non ci sto capendo niente." grugnì ancora Farin.

"Thranduil odia i Draghi più di qualsiasi altra creatura al mondo. Durante la battaglia di Dagorlad, nel 3434 della Seconda Era, a cui Thranduil partecipó, Sauron schieró molti dei suoi servi, Lupi, Orchi, Troll... e un Drago. Questo colse tutti di sorpresa, perché si riteneva che i Draghi alati si fossero rifugiati tutti a Nord, dopo la guerra d'Ira, e gettó terrore nelle schiere degli Uomini e degli Elfi. Thranduil fu uno dei pochi a non indietreggiare di fronte a quel mostro, convinto di poterlo centrare con una delle sue frecce dorate. Ma la Bestia era troppo possente, troppo forte il suo battito d'ali... finì per disarcionare Thranduil dalla sua cavalcatura. Il nobile Elfo cadde a terra, e tentó di ripararsi dalle fiamme col suo scudo. Ma il fuoco dei Draghi é come la lava dei vulcani, distrugge ogni cosa. Parte dello scudo di Thranduil venne liquefatto e le fiamme gli lambirono il volto. Perse l'uso dell'occhio sinistro e venne sfigurato. Ora copre quello sfregio con la magia, ma il suo viso è rovinato per sempre. Inoltre, in quella stessa battaglia, suo padre Oropher trovó la morte. Ricordi orribili perseguitano il Re Elfo. Lo hanno reso diffidente, chiuso al resto del mondo... e assolutamente poco propenso a sentir parlare di Draghi." raccontó Radagast. "Non è escluso che impedisca a Heloise di proseguire."

"No. Sono certo che le lascerà andare. E poi, puó darsi che la ragazza riesca a evitare di parlare di Urgost. É furba." aggiunse Eradan. "Dobbiamo augurarcelo."

🌺🌺🌺

I cinque Elfi, con il loro principe in testa, camminavano attraverso il bosco dei Verdifoglia, trascinandosi dietro una donna umana, e un'Elfa Noldor dell'esercito di Gran Burrone.

Helli teneva gli occhi fissi sul figlio del Re, cercando di comprendere come un Elfo di tale lignaggio e nobiltá, potesse essere così freddo e cinico. Certo, erano entrate di nascosto nel loro territorio, avevano infranto il sacro rispetto dei confini, regola non scritta in tutta la Terra di Mezzo. Ma Legolas, o come si chiamava, non aveva mostrato alcun riguardo né per il fatto che fossero due donne, né per il fatto che una di loro fosse un'appartenente alla sua stessa razza.

Insomma, sapeva che la stirpe dei Noldor non era affatto ben vista dai Sindar, ma aveva sempre pensato che fra tutti gli Elfi vi fosse una sorta di fratellanza universale, una specie di legame ancestrale di sangue, un unico grande ceppo da cui discendevano i Primi Figli di Eru.  

Andriel era stata ignominiosamente legata, neanche fosse stata un pericolo. Lei, che aveva salvato la vita a Helli e Isa con coraggio e altruismo, rischiando la sua nel primo scontro con Melthotiel. Bastó questo ricordo a far ribollire il sangue di rabbia alla donna mortale. 

"Possiamo fermarci? Sono stanca!" sbottó, irritata.

"Taci." fu l'ammonimento di una delle Elfe arcieri.

"Ma come vi permettete!" ringhió Helli, dimenandosi.

"Calma, Heloise. Non peggiorare le cose. Ascoltami!" la pregó Andriel.

"Quando Elrond saprà quello che é successo, la pagherete!" protestó ancora l'umana.

"Oh, vuoi dire che il saggio, illuminato Elrond ci muoverebbe guerra? Allora le voci sulla sua infinita sapienza e diplomazia sono false." ribattè Legolas, con evidente sarcasmo. "Davvero, mi sorprende."

"Atteggiamento ben poco nobile, principe." rispose Helli, a denti stretti.

"Heloise..." mormoró Andriel.

"Un'umana petulante. Misura le parole, d'ora in poi. Non sei a Gran Burrone, qui." disse Legolas, senza neanche girarsi.

"No, certo. Me ne sono accorta." ribatté Helli, sempre più stizzita.

Uno degli Elfi maschi diede una spinta ad Andriel. "Fa' star zitta la tua amica, o dovremo imbavagliarla."

L'Elfa si avvicinó a Helli. "Non provocarli. Non credere che noi Elfi siamo creature misericordiose. Se vogliono, possono ucciderti." le bisbiglió.

"È incredibile, Andriel. Non avrei mai pensato che..." sussurró Helli.

"Lo so, lo so. Ascoltami, ora. Davanti a Thranduil, non dire nulla su Urgost. Niente, capito. Neanche un accenno al Drago o alla nostra missione per suo conto. O si metterà davvero male." bisbiglió Andriel. "Troveranno il diamante nella tua sacca, ti chiederanno perché è in tuo possesso. Inventa una frottola qualsiasi, ma non una parola sulla Bestia, né su quel dannato patto. Mi sono spiegata?"

Helli non capì. "Perché?"

"Il Re di questo territorio odia i Draghi. Non ti lascerà mai andare se saprà che devi aiutarne uno. Ti chiuderá in una cella e lì morirai. Inventati qualcosa!" le suggerì Andriel.

"Ma che diavolo dovrei dire?! Questo gioiello è stato creato per domare i Draghi, per quale altro motivo dovrei esserne in possesso e portarlo in giro, per farci una collana?!" protestó Helli, agitata.

"Sì, brava! Tu di' che l'hai trovato e lo stavi portando a...a... Pontelagolungo, dagli Uomini, per farlo in mille pezzi e farci una collana, un bracciale, qualsiasi cosa! Ad Esgaroth ci sono ottimi orafi, è plausibile." disse Andriel.

Heloise contempló l'amica, mentre gli Elfi allungavano le orecchie per capire i loro bisbigli.
"Ma sei pazza?! Ti aspetti che Thranduil si beva una cosa simile?"

"E allora spremiti le meningi e fatti venire un'idea, se non vuoi stare in buco gelido sottoterra, per il resto della tua breve vita. Io verrò lasciata libera comunque, per non rischiare una vera guerra contro Elrond. Non oserà farmi del male sul serio. Ma tu sei umana, e puoi credermi se ti dico che voi umani per Thranduil valete meno di zero." rispose Andriel.

"Sai comincio a essere stufa di rischiare la pelle ogni maledetto giorno!" sbottó Helli.

"Tacete, voi due. O useremo i bavagli." le zittì un Elfo soldato.

"Com'è Thranduil? Descrivimelo. Sa leggere nel pensiero?" sussuró Heloise, dopo qualche minuto di silenzio.

"Sì, purtroppo per te." rispose Andriel. "É un Elfo molto vecchio, ha più di seimila anni. Discende da una nobile famiglia del Doriath, ha sangue da guerriero. Si é fatto onore in molte battaglie. É severo, sospettoso. Non si farà abbindolare."

"Forse dovremo far leva sulla pietá della Regina. Se suo marito é così rigido, forse un cuore di donna saprà essere più benevolo." ragionó Helli.

"Non c' é nessuna Regina, a Boscoverde. É morta, millenni fa, uccisa dagli Orchi. Non la nominare mai davanti a Thranduil." rispose Andriel. "La sua morte gli ha straziato il cuore."

"Accidenti, che razza di vita questo Re...tutte le disgrazie a lui." commentó Helli. "Ci credo che il suo animo é diventato di pietra. Come si chiamava sua moglie?"

"Evrani, mi pare. O un nome simile. Non si sa molto di lei." rispose Andriel. "Ma te lo ripeto, non toccare l'argomento quando saremo davanti a lui."

"E chi vuole parlarne, io spero di dover parlare il meno possibile." poi Helli rifletté un po'. "...dici che ci tortureranno?"

"No, questo no. Sono metodi che non appartengono agli Elfi. Ma potrebbero imprigionarci, per spingerci a confessare tutto. Se succede, mantieni la calma, non cedere." le consiglió Andriel. "Solo ti prego, ascoltami: non-una-parola...su quel Drago."

"Eradan e Farin, saranno preoccupati. Cosa penseranno della nostra scomparsa?" si chiese Helli.

"Ho lasciato un indizio a Eradan. Capirà. Non verranno a cercarci, sappilo. Tutto dipenderà da noi. Perció, fatti forza." disse Andriel.

"Un'altra mezza parola. Solo un'altra." la minacció un soldato alla loro destra.

Le due ragazze infine si zittirono, e si prepararono a entrare nelle famose Sale di Thranduil, a Nord della Foresta.

 

   
 
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