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Autore: 8iside8    29/06/2021    0 recensioni
La Fata Nera è stata sconfitta e Storybrooke credeva di essere salva. Dopo poche settimane di pace, Killian Jones scompare ed Emma non si da pace.
La svolta arriva quando una nuova pista si palesa grazie a Tremotino.
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Mary Margaret Blanchard/Biancaneve, Nuovo personaggio, Regina Mills
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Emma aprì gli occhi. Henry dormiva, seduto sulla sedia, con la testa posata sulle braccia incrociate sul letto. Appena sentì Emma muoversi si svegliò.

«Mamma! L'hai trovato?» chiese subito lui.

«No.» rispose Emma mettendosi seduta «Ho visto i sogni di tante persone, ma non lui. Ho scoperto delle cose, però, che potrebbero aiutarci a capire chi è il cattivo.»

Arrivarono i suoi genitori e Regina. Ascoltarono in religioso silenzio ogni parola, ogni sogno e i dettagli su Elise.

Erano passati solo pochi minuti, quando li raggiunse anche August.

Henry cercò nel libro delle favole, la storia di qualcuna con le caratteristiche di Elise. Regina guardò Emma, seria.

«Come stai tu?»

La bionda fece spallucce.

«In un limbo. Non ho Uncino, ma so che è vivo. Per ora vivo di una speranza alla volta.»

Biancaneve abbracciò la figlia.

«Emma, andrà tutto bene. Lo troveremo.»

---

«Capitano Jones!»

Killian si era alzato e aspettava di vedere la persona che generava quella voce.

Milah.

«Milah? Ma tu sei morta, poi sei caduta nel Fiume delle Anime Perdute. Come...?» la voce, all'improvviso gli era tornata.

Lei sorrise. Era vestita come quando navigava con lui. Era bella ed energica.

«Sono un regalo di Elise. Se tu accetterai di vivere col mio ricordo, nel tuo sogno, lei non farà del male a Emma.» spiegò Milah, con fare placido.

«No, ti ho amata e avrai sempre un posto speciale nel mio cuore, ma... Sei nel mio passato. Un capitano Jones che non c'è più.» spiegò con voce vellutata, quasi temesse di offendere quel ricordo.

«Quindi faresti morire la tua Emma?» chiese scettica Milah.

«No, nessuno può ucciderla. È una minaccia vana. Io credo in lei, nei suoi poteri e nel suo cuore. Sennò non l'avrei sposata. A cedere a un ricatto le mancherai di rispetto, non avendo un piano B.» aggiunse Killian, il tono un sbruffone di una volta.

Milah si avvicinò a lui.

«Quindi, non vorresti di nuovo i miei abbracci e le mie carezze? Non vorresti raggiungere la pace dei sensi, con i miei baci?» lo aveva detto con voce bassa, sensuale. Una sensualità che non aveva conosciuto prima di accettare di partire col pirata. Killian ricordava quella voce, quando diceva cose sconce al suo orecchio, mentre guardavano l'orizzonte, e più tardi nella sua, nella loro, cabina.

Biondi fili d'oro passarono nella sua mente.

«No, Milah. Emma è il mio Vero Amore, non potrei neanche volerlo. Non ti desidero più e niente può tenere separato il Vero Amore.» dire questa frase gli diede nuova energia. Si voltò e uncinò i rami, per proseguire la sua ricerca di una via di fuga o un indizio qualunque.

Milah sospirò e lo seguì.

---

Emma era entrata da Granny, sua madre le aveva detto che non le avrebbe permesso di cercare nessuno finché non avesse messo qualcosa sullo stomaco. Formaggio alla piastra, anelli di cipolla fritti e tanta, tanta acqua.

Henry era andato a chiamare il nonno paterno, doveva aiutarli a capire quale fosse la favola di Elise. Si sedettero entrambi con Emma pochi minuti dopo.

«Signorina Swan, non sono in grado di fare molto, temo.» esordì un po' triste.

«Forse, sì.» intervenne subito Henry «Hai detto che cerca vendetta per suo fratello, che è stato buttato in mare e annegato. Siamo sicuri che sia lei, perché lo ha detto nei sogni alla mamma. Ha detto anche la sua favola, che è "I sette corvi".» aprì il libro sul tavolo e lo girò in modo che potessero leggere anche gli altri.

«Parla di Uncino?» chiese Emma.

«No,» sospirò Henry «parla solo della sua favola, ma da qui possiamo scoprire chi sono i suoi fratelli restanti.»

«Credo che ci sia più di una pista da seguire.» decretò Gold «Una è questa che ha detto Henry, l'altra è Peter Pan.»

Emma sgranò gli occhi.

«Ma come facciamo a...»

Gold, sorrise appena.

«Tutti i bimbi sperduti sono figli di qualcuno e alcuni dei bimbi sapevano cosa faceva Peter Pan verso i suoi nemici.» poi il suo tono diventò pratico e diligente «Bene. Henry, tu e tua madre seguirete quella pista e cercate i fratelli. Io cercherò i bambini sperduti, partendo dai loro genitori qui a Storybrooke. Ci terremo in contatto se ci sono aggiornamenti.» e uscì dal locale.

Emma ogni tanto lanciava occhiate al bancone. Vedeva sempre lì la fila dei cattivi.

«Mamma? Cos'hai?» chiese il ragazzino.

«Niente.» rispose Emma «È solo che il tuo sogno era ambientato qui e, proprio davanti al bancone, c'erano in fila tutte le tue paure.»

«Paure?» chiese lui aggrottando le sopracciglia.

«Sì. Le avevi personificate nei cattivi che abbiamo affrontato. Stavo solo ripensando a come le hai superate.» gli sorrise.

Andarono dritti in municipio: dai registri cittadini avrebbero potuto esserci i sei fratello ancora in vita, se lo erano.

---

Killian spostò un ramo pieno di grandi foglie verdi, liberandogli la vista, e quello che si trovò davanti gli mozzò il fiato.

Un enorme cratere, grande come cento Jolly Roger si buttava verso il basso, pieno di erba verdissima. Al centro c'era un enorme nido, fatto di tronchi spezzati, rami secchi e foglie di mille colori diversi. Un puntino bianco risaltava al centro esatto del nido.

«Non credo che ti convenga andarci...» sussurrò Milah al suo orecchio.

«Perché no?» chiese spavaldo senza levare gli occhi dal centro del nido.

«Perché quello è un uovo di drago e sarà la tua fine.»

Killian si irrigidì.

«Cosa intendi?» chiese spalancando gli occhi.

«Dico solo quello che già pensi tu. Io sono un sogno, una rappresentazione del tuo inconscio.»

Milah era dritta, rigida come un automa. Killian la guardò e si rese conto che prendere coscienza che non era reale l'aveva resa meno umana.

«Cosa devo fare?» le chiese, sapendo di parlare con sé stesso.

«Devi svegliarti.» rispose lei fredda.

«Come faccio se non mi sto neanche rendendo conto di dormire?» la voce del pirata si era spezzata.

«Trovi la causa del tuo sonno.» disse la donna con lo sguardo distaccato, quasi assente.

«Dove la cerco?» domandò ancora guardandola.

«Chi può aiutarti è la sola persona che salva l'insalvabile.» scandì criptica.

Uncino guardò Milah a bocca aperta per qualche istante, poi sospirò.

«Emma.» 

   
 
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