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Autore: Ghost Writer TNCS    03/07/2021    0 recensioni
Niflheim è sempre stato famoso per essere un pianeta tetro e ostile, ma questo non aveva fermato i coloni. Il loro spirito intraprendente e gli interessi economici di una grande multinazionale sembravano sufficienti per far fronte a qualsiasi avversità, ma si sbagliavano.
Il sogno si è infranto contro misteriose interferenze, e alla frustrazione ha fatto seguito la criminalità. Se per un amante degli esplosivi la situazione è particolarmente allettante, lo stesso non si può dire per le forze di polizia che cercano di ristabilire l’ordine, costrette a combattere un’organizzazione malavitosa più influente delle autorità ufficiali.
La sfida per la frontiera è iniziata e il più forte imporrà la sua giustizia.
Genere: Avventura, Azione, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie '1° arco narrativo'
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34. Il verdetto del commissario

Era il secondo giorno di sorveglianza del bunker e l’agente Sandmeier si era offerto volontario per dare il cambio al collega. Nessuno si aspettava un simile gesto dall’irascibile nano, soprattutto considerato quanto fosse noioso presidiare quel punto sperduto della foresta.

Quello che i suoi colleghi ignoravano era la profonda ammirazione che il poliziotto nutriva per Rossweisse. Se avesse saputo prima che il bunker era stato liberato dalla Valchiria Millenaria in persona, sarebbe corso lì già il giorno prima.

Per tutto il viaggio era stato scosso dall’agitazione, ma appena si era trovato in presenza di Rossweisse tutto il suo coraggio era svanito ed era riuscito a malapena a bofonchiare un saluto prima di mettersi al lavoro.

Man mano che scorrevano i minuti, cercò di ritrovare la determinazione. Quella era l’occasione della sua vita: probabilmente non gli sarebbe capitata mai più l’opportunità di rivolgerle la parola.

Si schiarì la voce. «Mi scusi… signora Rossweisse…»

«Solo Rossweisse» lo tranquillizzò lei cercando di metterlo a suo agio. Avrebbe potuto percepire la sua agitazione a chilometri di distanza.

«Se posso, vorrei chiederle se… se possiamo farci una foto insieme?»

«Certo, molto volentieri.»

Il volto del nano si illuminò. «Sa, sono un suo grande ammiratore. Seguo le sue imprese da quando ero un bambino, è davvero fantastica.»

«Ti ringrazio.»

«In realtà da piccolo volevo anche provare a entrare nei Cavalieri della Luce, ma ormai temo di essere troppo vecchio. Non so se riuscirei a passare gli esami di ingresso.»

«Posso chiederti quanti anni hai?»

«Certo! Ne ho ventinove!»

«Iniziare da bambini è sicuramente meglio, ma se sei davvero motivato dovresti comunque fare un tentativo. Non sarà facile, ma se è davvero quello che vuoi, allora non è troppo tardi.»

«Grazie.» Voleva aggiungere qualcosa, ma non sapeva cosa. «Grazie» ripeté, «ora è meglio che torni al… lavoro…»

La sua frase venne disturbata da un rumore: dei veicoli in avvicinamento. Erano una piccola astronave da trasporto e due mezzi di scorta. La prima atterrò dolcemente al centro della radura, gli altri due mezzi armati invece rimasero in aria a sorvegliare la zona.

Il portello posteriore dell’astronave si aprì e scesero tre operai con dei droidi di supporto.

«Ehi, che state facendo qui?!» sbottò Sandmeier. «Andatevene subito!»

«Salve, abbiamo l’ordine di trasferire le biomacchine da quel bunker» riferì l’operaio capo. «Ecco, le mostro l’ordine.»

«Trasferire dove? E per ordine di chi?» Il nano lesse il documento olografico. «Col cavolo che ve le faccio trasferire! Qui c’è scritto che l’ordine viene dal governatore!»

L’operaio parve confuso. «È… È un ordine ufficiale. È autentico! Controlli pure.»

«Ci credo che è autentico! Quel governatore sta tramando qualcosa!»

«Senta, abbiamo una tabella di marcia da rispettare. Se non vuole collaborare, chiami il suo superiore.»

«Sai che faccio? Lo chiamo sì, il mio superiore! Aspetta e vedrai come ti manda anche lei a quel paese!»

Il giorno prima il commissario Mantina aveva incontrato il governatore Glazkov, e voci di corridoio avevano descritto il loro colloquio come “estremamente franco”, se non addirittura “concitato”. Fonti non confermate avevano aggiunto che il capo della polizia aveva addirittura minacciato il leader della colonia, per poi andarsene sbattendo la porta.

Il nano e gli altri agenti non sapevano quanto ci fosse di vero in tutto ciò, tuttavia era chiaro che il loro superiore sembrava deciso a contrastare il governatore con ogni mezzo necessario.

Forse era proprio a causa di questa loro convinzione che l’espressione sorniona di Sandmeier sfumò verso il più profondo stupore man mano che parlava con Mantina.

«Commissario, ma così facciamo il gioco del governatore! Non-» Il suo superiore lo interruppe. «Ma-» Di nuovo dovette interrompersi. «D’accordo, commissario. Ma sappia che sono fortemente contrario!»

Chiuse con stizza la chiamata, cercando di trattenere il disappunto.

L’operaio capo era impaziente di mettersi al lavoro, ma la reazione concitata del poliziotto lo fece esitare. «Noi cominceremmo…»

«Fate come vi pare!» sbottò Sandmeier. «Anzi, un momento! Signora Rossweisse,» si corresse: «Rossweisse, non è che potrebbe fare qualcosa? Questo trasferimento è chiaramente un trucco per far sparire le biomacchine!»

La Valchiria Millenaria scosse mestamente il capo. «Mi spiace, non posso oppormi a un ordine ufficiale, soprattutto se è stato confermato anche dal capo della polizia.»

Il nano sbuffò. «Ha ragione. Mi scusi se gliel’ho chiesto.»

Si allontanò pestando i piedi, cercando di smaltire la rabbia. «Ah, commissario, spero abbia una spiegazione per tutto questo!»

Rossweisse era sicuramente più posata, ma anche lei si sentiva molto frustrata per quello che stava succedendo. E anche lei aveva già in mente qualcuno a cui dare la colpa.

«Complimenti, Priscilla, sei riuscita a fregarci tutti» commentò fra sé e sé. «Spero davvero tu sappia quello che stai facendo.»

Quando l’agente Sandmeier arrivò alla centrale di polizia, tutti quanti capirono subito che era più arrabbiato del solito. Il nano non salutò nessuno dei colleghi e si diresse spedito verso l’ufficio del suo superiore.

«Commissario, mi spieghi perché ha lasciato andare quelle biomacchine!» esclamò irrompendo nella stanza.

L’insettoide gli rivolse uno dei suoi sguardi velenosi. «Mi scusi, la richiamo io» disse alla persona con cui era in chiamata, il tutto senza mai perdere di vista il suo subordinato.

«Quelle biomacchine erano una prova del coinvolgimento del governatore negli affari del Sindaco!» protestò il poliziotto. «Non aveva il diritto di autorizzare il trasferimento! A meno che non voglia coprire anche lei il governatore!»

«Mi stai accusando di qualcosa, Sandmeier?»

Il nano esitò un momento, forse per via della calma glaciale di Mantina. «Potrei accusarla di intralcio alle indagini! Lo sa cos’abbiamo passato per colpa del Sindaco?! O forse era troppo impegnata a starsene rintanata nel suo ufficio per accorgersene?!»

La rabbia di Sandmeier permeava l’aria, ma il commissario ne sembrava del tutto immune. Sembrava quasi che non le importasse di cosa provava il suo subordinato. «Non ricordo di aver autorizzato un’indagine ufficiale.»

L’agente stava per ribattere con veemenza, ma lei lo zittì sollevando una mano. «Prima di continuare, fai entrare i tuoi colleghi. Lo spiegherò a tutti una volta sola.»

Il nano si girò con stizza e aprì la porta. I poliziotti radunati sull’uscio a origliare si allontanarono immediatamente, fingendosi lì per puro caso. Bastò un cenno di Sandmeier per convincerli a entrare.

«Avrei preferito che ci foste tutti, ma non fa niente.» Il commissario si alzò e andò davanti alla scrivania. «Ve lo dirò una volta sola, quindi prestate attenzione e riferitelo agli assenti. Quello che ho fatto non vi riguarda e non intendo giustificare nessuna delle mie azioni. Vi basti sapere che niente di quello che farete potrà servire a cambiare le cose, quindi smettetela di lagnarvi e fate quello che vi dico. Se lo fate, forse – e dico forse – riusciremo a far avere al governatore quello che merita senza ritrovarci tutti in mezzo alla strada. Ci sono domande?»

Metà dei presenti alzò la mano.

«Bene, tenetele per voi. Ora tornate al lavoro, sono sicura che avete tutti troppo da fare per perdere altro tempo in chiacchiere.»

Gli agenti rimasero in silenzio, immobili come statue mentre il loro superiore tornava a sedersi. Erano più demoralizzati di prima, ma nessuno osava fiatare.

«Io credo in lei, commissario» affermò Nora, e si mosse verso la porta con l’aiuto delle stampelle.

I colleghi parvero un po’ rincuorati dalla dimostrazione di fiducia della teriantropa e si prepararono a tornare al lavoro.

«Ah, un’altra cosa» li fermò il commissario. Ruotò uno dei suoi schermi olografici per mostrarlo a tutti i presenti. «Portate questo qui nel mio ufficio.»

I poliziotti osservarono il metarpia dai capelli azzurri. Aveva delle vistose occhiaie e si guardava intorno nella hall dell’edificio come se fosse in cerca di qualcuno. «Ehilà!» stava chiamando. «C’è nessuno? Siete voi che dovete distruggere delle biomacchine?»


Note dell’autore

Ciao a tutti!

La cosa più importante che abbiamo scoperto in questo capitolo è che l’agente Sandmeier è un fanboy di Rossweisse XD

Oh, e anche che il commissario Mantina è davvero una cattiva mancata, ma questo in realtà era nell’aria da un pezzo :P

Battute a parte, il comportamento dell’insettoide ha un che di sospetto. Sicuramente Priscilla è invischiata in qualche modo, ma come avrà fatto a convincere il capo della polizia a lasciare andare le biomacchine? Sarà forse in qualche modo collegato con la comparsa di Albion nel finale?

Tutto questo ci avvicina sempre di più alla resa dei conti, quindi non perdete il prossimo capitolo ;)

Ultima cosa prima di salutarvi: ho finito di scrivere il racconto, quindi colgo l’occasione per ringraziare la mia beta Hesper per il suo incredibile lavoro ^.^

A presto! :D


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