Anime & Manga > Dragon Ball
Segui la storia  |       
Autore: Teo5Astor    07/07/2021    12 recensioni
Quanto può essere labile il confine che separa sogno e realtà, sanità mentale e pazzia, amore e odio?
Quanto può far male il non riuscire a trovare il proprio posto nel mondo? Quanto può renderci fragili e allo stesso tempo forti il rincorrere un amore che sembra impossibile?
E quanto può essere forte il bisogno di evadere? La necessità di sentirsi davvero liberi, per una volta? Di fregarsene di tutto?
Quante domande ci poniamo? Quanti dubbi ci bloccano?
Lazuli Eighteen cercherà le sue risposte, ritrovandosi catapultata in un mondo incantato dove ogni cosa sembra essere possibile e dove tutto appare assurdo e allo stesso tempo perfetto.
Un viaggio nel Paese delle Meraviglie, in mezzo a personaggi straordinari, ma, soprattutto, un viaggio dentro sé stessa.
Alla ricerca di sé stessa.
Un viaggio nell'amore e nell'amicizia, nelle gioie e nei dolori che la vita ci mette davanti.
Una sfida ai sentimenti e alle paure.
Con un ragazzo un po' matto con un cappello calcato sulla testa pronto ad aiutarla, a indicarle la via e a regalarle quel sorriso di cui tutti, in fondo, avremmo bisogno nei momenti difficili.
Benvenuti a "Lazuli in Wonderland", rivisitazione libera di "Alice in Wonderland"
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: 18, Bulma, Goku, Radish, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
2 - Drink me / Eat me
 
 
Lazuli si ritrovò a precipitare in un pozzo buio che non sembrava avere fine, col cuore in gola e una morsa allo stomaco che le impediva quasi di respirare.
Atterrò su qualcosa di morbido dopo una caduta che le era parsa interminabile e rimase immobile per qualche istante per riprendere fiato e accertarsi di essere ancora viva. E tutta intera.
Si rese conto di essere finita su una catasta di ramoscelli e foglie secche e, soprattutto, che davanti a sé si apriva uno stretto e basso cunicolo. Laggiù la visibilità era migliore rispetto al pozzo appena attraversato, e così Lazuli poté vedere intorno a sé che quel corridoio era una via obbligata e che quindi Bulma doveva essere per forza andata in quella direzione.
Ma perché la sua amica stava scappando? Cosa ci faceva là sotto? Come mai si era vestita da coniglietta? Cos'era quello strano radar che stringeva tra le mani? E, soprattutto, perché aveva nominato Radish? Che cosa c'entrava lui?
Lazuli non sapeva rispondersi, ma sentiva che non poteva fare a meno di andare avanti. E non solo perché non avrebbe mai potuto tornare in superficie dal tunnel in cui era caduta, ma anche perché sentiva una fortissima curiosità mista ad eccitazione divorarla da dentro. Ed era tanto che non si sentiva così. Anzi, probabilmente non si era mai sentita così.
La sua vita aveva bisogno di una scossa e aveva la sensazione che là sotto, in qualche modo, l'avrebbe trovata.
Sentiva che avrebbe trovato le risposte su sé stessa che da sola non sapeva darsi.
E sapere che là, da qualche parte, doveva esserci anche Radish la rassicurava e allo stesso tempo la motivava a sbrigarsi.
Voleva vederlo.
Ma non sapeva ancora se voleva saltargli addosso perché lo amava da una vita o se voleva picchiarlo perché lo odiava. Perché faceva lo scemo con le altre e perché forse aveva già una storia con quella sgualdrina priva di cervello e di classe di Marion. Perché Bulma l'aveva chiamato "Rad" e perché la sua amica vestita da coniglietta era a conoscenza di qualcosa da cui lei invece era stata esclusa, evidentemente.
Si rese conto che voleva dargli sul serio un paio di ceffoni, le prudevano le mani. Ma anche che, allo stesso tempo, voleva che fosse suo. Suo e basta. E che non poteva più aspettare.
Si sentiva pazza ad avere sentimenti così contrastanti, ma anche libera, per una volta. Lì sotto le regole erano diverse, anche se non sapeva perché.
Il cuore le batteva forte, era questo che contava.
Si alzò, si sistemò una ciocca di capelli che era andata fuori posto dietro l'orecchio e cominciò a correre, finché non vide di nuovo Bulma in lontananza.
"Si sta facendo tardi! Devo trovarle tutte e sette!" gridava, mentre Lazuli, in prossimità di una curva a destra del corridoio, era sempre più vicina a lei.
"Bulma, aspetta!"
Appena svoltò l'angolo, però, non c'era più traccia della sua amica, e Lazuli si ritrovò in una stanza circolare, illuminata da una serie di lampadari che pendevano dal soffitto. La sala era un girotondo di porte, tutte chiuse.
Dopo aver provato ad aprirle tutte quante, invano, la ragazza notò al centro della stanza la presenza di un tavolo di vetro a tre piedi, sopra al quale si trovava una chiave dorata. La afferrò e tentò di aprire le porte una ad una, ma inutilmente, finché non si rese conto di una piccola porticina alta non più di trenta centimetri nascosta dietro una tenda bianca.
Lazuli si inginocchiò e infilò la chiave nella serratura, che subito scattò, consentendole di aprire quel piccolo pertugio. Abbassò la testa per provare a guardare che cosa ci fosse al di là di quel passaggio, rendendosi conto che conduceva a un lungo corridoio poco più ampio della tana di un topo, in fondo al quale scorse però uno spazio aperto illuminato dalla luce del sole.
Una zona desertica, delle rocce e un grande ring bianco ai cui angoli svettavano quattro colonne appuntite.
Non sapeva che cosa fosse quel luogo, ma sentiva che era quella la meta finale del suo viaggio. Nonostante le provocasse una sorta di inquietudine che non era in grado di spiegarsi.
Nonostante sapesse di morte.
 
Lazuli si rialzò e la porticina si richiuse, mentre si domandava se Bulma fosse riuscita in qualche modo a passare da lì o se, più probabilmente, avesse utilizzato una delle altre uscite misteriose. Non poteva certo essersi rimpicciolita, del resto!
Bussò energicamente contro un paio di quelle porte, provando a chiamare la sua amica, ma si rese presto conto che era fatica sprecata. Si voltò di nuovo verso il tavolino al centro della stanza e si accorse che c'era sopra qualcosa che prima non aveva notato.
Una bottiglietta di vetro con un tappo di sughero, identica a quella dell'orecchino e del pendente della collana che le aveva regalato Radish. Anche l'etichetta con la scritta "Drink me" era la stessa.
Appoggiò sul tavolo la chiave dorata e si portò istintivamente le mani al collo e ai lobi delle orecchie. Le mancò un battito, perché non c'era più traccia dei suoi gioielli. Di quel regalo a cui teneva così tanto.
Per la rabbia diede un pugno così forte al tavolo da far comparire qualche crepa nel vetro. Si guardò intorno, per terra, ma non riusciva a scorgere i suoi monili. Li aveva persi durante la caduta? Quando era atterrata su quel cumulo di foglie e rametti?
Si domandò se fosse una buona idea tornare indietro a cercarli, ma razionalmente sapeva che l'oscurità in fondo al pozzo era troppo profonda per avere qualche chance di farcela. E poi, non sapeva spiegarsi perché, si sentiva attratta da quella bottiglia.
Doveva esserci un motivo se era uguale ai suoi pendenti. E se fosse stato un messaggio da parte di Radish?
Normalmente non avrebbe mai bevuto da una bottiglietta trovata per caso in un luogo sconosciuto, per di più con un'etichetta simile. Ma quella volta era tutto diverso, sentiva che doveva farlo.
Tolse il tappo di sughero e cominciò a bere.
Era fresco, dissetante, e sapeva di spremuta d'arancia.
Le venne un flash di qualche giorno prima, quando lei e Radish erano andati a fare colazione insieme in un bar, visto che erano entrambi liberi dal lavoro e si erano dati appuntamento per andare insieme in una libreria. Lei si era presa proprio una spremuta d'arancia e aveva obbligato anche lui a fare lo stesso, dopo avergli dato uno scappellotto sulla nuca dato che aveva inizialmente ordinato un Negroni Sbagliato.
Così, alle nove e trenta del mattino, senza un senso logico. Ma l'aveva fatta ridere, come sempre. E si rese conto che stava sorridendo anche mentre buttava giù alla goccia quella bevanda misteriosa che, in fondo, sapeva di lui.
 
Appoggiò la bottiglietta sul tavolo e subito si rese conto che qualcosa non andava. Il cuore cominciò a batterle più forte, aveva freddo, si sentiva nervosa.
Si guardò intorno, ma, proprio in quel momento, le parve di precipitare verso il pavimento. Una sensazione di risucchio alla pancia e di vuoto simile a quella che aveva provato poco prima lanciandosi nel pozzo, ma acuita da una strana percezione che qualcosa stesse cambiando all'interno del proprio corpo. Poteva sentire distintamente le ossa scricchiolare ed era come se persino i suoi organi interni si stessero muovendo. Chiuse gli occhi finché quella sorta di caduta da fermo terminò e, quando li riaprì, si rese conto che accanto a sé una delle gambe del tavolo era diventata alta come un obelisco che si perdeva nel cielo.
O forse era lei che si era rimpicciolita?
Si guardò le mani, e poi i piedi, e le sembrava ci fosse qualcosa di diverso. Eppure lei era uguale, non si era mossa.
Si voltò dall'altra parte e osservò le varie porte che facevano da contorno a quella stanza, ora colossali rispetto a lei.
Non c'erano altre spiegazioni: era lei ad essere diventata più piccola dopo aver bevuto il contenuto di quella bottiglia!
Lazuli stabilì che doveva essere alta circa venticinque centimetri, ma non aveva paura, al contrario, era contenta perché con le sue attuali dimensioni sarebbe potuta passare dalla piccola porticina che conduceva al misterioso ring immerso nel paesaggio desertico che aveva visto poco prima.
Corse fino a quell'uscita, ma si rese conto con profonda stizza che era chiusa a chiave, e che la chiave era rimasta sopra al tavolo, troppo in alto perché potesse recuperarla.
Ringhiando provò ad arrampicarsi su una delle gambe del tavolo, ma, essendo di vetro, continuava a scivolare verso il basso e a dover ricominciare daccapo.
Dopo alcuni minuti si ritrovò sfinita e si sedette sul pavimento, ansimando. Per la rabbia colpì con un pugno la gamba del tavolo, e si rese conto che gli occhi le si stavano riempiendo di lacrime da quanto era furibonda.
Non sapeva dov'era, perché si trovasse lì e nemmeno come avrebbe fatto ad andarsene. Ed era alta poco più di una spanna.
Chiuse gli occhi e respirò profondamente, cercando di scacciare quel principio di panico che la stava per attanagliare. Era una persona di indole rabbiosa, ma aveva imparato col tempo a dominarla e a mascherarla con l'indifferenza. Quando era piccola era diversa, era più istintiva e manesca, e suo fratello ne sapeva qualcosa. Forse era anche per questo che non aveva mai avuto molti amici. Ai maschi faceva paura una bambina più forte di loro, alle femmine invece non andava giù che fosse così bella e allo stesso tempo così maschiaccio in certi comportamenti.
Ma adesso era una ragazza di ventisette anni, aveva imparato a gestire certe situazioni. Anche in apparenza era una ragazza fine ed elegante, dal viso angelico, ma il demone che aveva dentro era sempre lì che aspettava di venire fuori.
"Non serve a nulla agitarsi così. Ti do un minuto per smetterla" disse ad alta voce rivolta a sé stessa, per spronarsi.
Lazuli di solito era brava a darsi dei buoni consigli, per quanto molto raramente li seguisse. E talvolta, per questo, si rimproverava con fin troppa severità.
Pensò a cosa le avrebbe detto Radish se l'avesse vista ridotta così, talmente piccola da poter stare sul palmo della sua mano. Se ne sarebbe uscito di certo con una delle sue battutacce. Forse l'avrebbe fatta arrabbiare, ma di sicuro l'avrebbe fatta ridere. E sentire meglio. Proprio come in quel preciso momento cominciava a sentirsi più tranquilla.
Lazuli aprì gli occhi e subito notò che sotto il tavolo c'era una piccola scatola di vetro con sopra incisa una sigla che subito le apparve familiare: C18. Il numero civico di casa sua e, curiosamente, anche quello dell'abitazione di Radish e Goku, seppure in un'altra via della città in cui si trovavano entrambe. Le tornò alla mente il momento in cui Radish si rese conto di quella coincidenza, del suo entusiasmo, delle sue urla di gioia che avevano attirato l'ira di un vicino di casa di lui. L'aveva praticamente caricata in macchina senza che se ne rendesse conto, diceva che le voleva offrire una pizza perché era un evento da festeggiare. Le venne da ridere al pensiero che anche Goku, noto mangione, si voleva aggregare a loro, ma Radish si era liberato di lui con un paio di pedate nel sedere degne della sua carriera calcistica che portava avanti fin da bambino.
Era il 4 luglio di quattro anni prima e, da allora, Radish ci teneva a festeggiare con lei quella ricorrenza come se fosse un anniversario.
Era il 4 luglio anche quel giorno, e quella sera si sarebbero dovuti vedere tutti quanti a casa di lui e Goku dopo il pomeriggio trascorso con Chichi. Radish le aveva già detto che a un certo punto se ne sarebbero andati via da soli loro due, come le altre volte. E questo l'aveva resa felice, anche se si sentiva stupida. Perché erano capaci di festeggiare una cosa così sciocca e non erano in grado di amarsi?
Lazuli si domandò se avrebbe potuto davvero presentarsi al loro appuntamento quella sera. Ma non aveva tempo per pensarci: era alta venticinque centimetri e una scatoletta misteriosa sembrava essere apparsa dal nulla davanti a lei, perché era certa che prima non ci fosse sotto al tavolo. O stava forse diventando pazza?
Non seppe darsi una risposta, ma era certa che doveva aprire quella scatola di vetro. Al suo interno c'era un biscotto, e anche questa cosa la fece sorridere e le fece battere il cuore allo stesso tempo. Era uguale al suo orecchino e al pendente della collana, proprio come la bottiglietta di prima. La glassa riportava una scritta inequivocabile: "Eat me".
Lazuli non ebbe dubbi, afferrò il biscotto e, un morso dopo l'altro, lo finì. Era buono, sapeva di cioccolato. Aveva lo stesso sapore dei biscotti di una rinomata pasticceria che un giorno le aveva portato Radish. Si ricordò che si era presentato senza preavviso a casa sua, fradicio dalla testa a piedi a causa della pioggia battente che improvvisamente aveva cominciato a cadere, ma tutto soddisfatto per essere riuscito a prendere qualcosa per lei durante l'inaugurazione di quel nuovo locale di cui tutti parlavano. Voleva farle una sorpresa. E ci era riuscito, come sempre.
Anche quel biscotto, in fondo, sapeva di lui.
Sapeva di quello che erano loro due. Di quello che non erano mai stati.
E di quello che sarebbero potuti essere.
 
 
 
 
 
 
 
 
Note: grazie a tutti per essere qui anche in questo secondo capitolo, siete stati strepitosi dopo il primo e mi avete reso felice col vostro entusiasmo!
Lazuli si ritrova sola e rimpicciolita, cosa accadrà adesso che ha mangiato quel biscotto?
Questo capitolo contiene una citazione molto importante e famosa tratta direttamente dal libro di Carrol, vediamo se qualcuno l'ha beccata!
Per il resto Bulma fa perdere le sue tracce, però Lazuli scorge uno strano ring: l'avete riconosciuto? Vi è familiare? Può essere un indizio per dove andrà a parare questa storia?
Inoltre abbiamo scoperto altri dettagli su Radish e Lazuli, spero vi siano piaciuti. Sapete ormai tutti quale ruolo avrà Rad in questa long, quindi, purtroppo, ci vorrà pazienza per vederlo in scena in tutto il suo delirante splendore, spero che questi frammenti di ricordi qua e là vi facciano sentire un po' meno la nostalgia per lui!
Tra l'altro scopriamo che la storia si sta svolgendo il 4 luglio. Ho voluto essere esattamente in linea con questi giorni di pubblicazione, ma ho mantenuto il giorno 4, come in Alice in Wonderland, che però si svolge il 4 maggio, che sarebbe poi il compleanno delle vera Alice Liddel a cui Carrol aveva dedicato questo racconto.
 
Ringrazio tutti voi che avete commentato il precedente capitolo e che commenterete questo, siete la mia forza! Grazie anche a chi ha letto in silenzio e a chi ha inserito la storia nelle liste!
Grazie infinite poi a Sweetlove per la bellissima Lazuli Alice che mi ha disegnato e che vi posto! Settimana prossima invece ne avremo una realizzata dalla gentilissima Taanipu, fatta col doll maker.
 
Bene dai, mercoledì prossimo arriva il primo personaggio al fianco di Lazuli dopo Bulma che abbiamo già conosciuto... chi sarà? Posso dirvi che non è stato nominato nel primo capitolo. Chi conosce il libro saprà che a questo punto della storia arriva il Topo... quindi vi chiedo, chi sarà il Topo? Non vale rispondere Yuki di Fruits Basket ;-)
Ci vediamo settimana prossima, io sono reduce da un bellissimo weekend in cosplay da C17 e mi appresto a viverne un altro ancora più bello nei suoi panni, vi do appuntamento al cap. 3, "Il laghetto sotterraneo".
Lazuli scoppierà in lacrime come Alice?
 
Teo
 
 
 
 

Lazuli-Alice

   
 
Leggi le 12 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dragon Ball / Vai alla pagina dell'autore: Teo5Astor