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Autore: teensyears    11/07/2021    1 recensioni
“Infiniti secondi passarono fino a quando non si rese conto di aver proferito quelle parole ad alta voce, in una stanza d'albergo con i suoi cinque figli che avevano appena perso una madre, mormorate con incredibile semplicità da colui che aveva visto strappare la vita alla donna alla quale aveva promesso amore eterno, finché morte non ci separi”.
SPOILERS SVU 22x09 & ORGANIZED CRIME 1x02-1x04.
Genere: Angst, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elliot Stabler, Olivia Benson
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Author's note: storia ispirata dal quarto episodio della prima stagione de Law & Order: Organized Crime (sì, Elliot Stabler l'ha detto davvero). Contiene spoilers inerenti al nono episodio della ventiduesima stagione de Law & Order: Special Victims Unit. 


 
***


Ti amo.

1 frase. 2 parole. 5 lettere. 22 anni.

Dodici anni di appostamenti, aroma di caffè bruciato, pranzi saltati, notti insonni, caccia ai criminali, adrenalina che pulsa nelle vene, terrore puro, momenti di gioia condivisi, agonia, occhiate furtive, caldi abbracci, mani che si sfiorano, anime che si cercano.

Dieci anni di silenzio. Cuori spezzati. Fiducia tradita. Anime che si perdono e si ritrovano. Passato che si trasforma in presente vissuto.

Come possono due semplici parole cambiare tutto e niente allo stesso tempo? Il tempo sembrava essersi fermato nel momento esatto in cui Olivia le udì per la prima volta.

Prima volta era un eufemismo, ovviamente. Olivia portava i suoi anni con fierezza, simbolo di sopravvivenza ad un'esistenza marchiata sin dal momento della sua nascita; la testimonianza di essere riuscita a sfuggire alle grinfie del sonno eterno che più volte avevano minacciato di strapparle l'ultimo respiro a causa del suo lavoro.

Quelle parole le aveva sentite diverse volte, ma nessuna di quelle era paragonabile alla gravità del momento in cui le aveva ascoltate per la prima volta dalla persona dalla quale non avrebbe mai e poi mai immaginato, nemmeno nelle sue fantasie più recondite, di udirle.

Nel corso degli anni si era spesso domandata come qualcuno potesse essere in grado di amarla. D'altronde com'è possibile amare il frutto di un concepimento scaturito da una cruda violenza? Come si può amare una persona che non ha mai conosciuto una gentile carezza dopo attimi di sconforto, una parola di dolcezza dalla propria madre, un affetto incommensurabile che solo i propri genitori sanno regalare?

Si trattava di interrogativi ancora senza risposta. Olivia aveva sempre avvertito l'opprimente cruccio delle sue origini come uno steccato alla conoscenza di qualcosa di così puro, autentico ed essenziale. Qualcosa di cui sentiva terribilmente la mancanza.

Alcuni uomini si erano dichiarati durante le notti al chiaro di luna, quelle avvolte in lenzuola arruffate per dimenticare, lontano dagli orrori che vedeva all'alba di ogni giorno.

Il suo primo fidanzato le disse di amarla solamente dopo pochi mesi di frequentazione: pensava di sentirsi finalmente completa, di aver ritrovato il frammento mancante del puzzle.

È questa la felicità, pensò allora.

No, non era quella la felicità, le fece eco la sua mente. O forse era una felicità momentanea. Esiste forse qualcosa di eterno?

Sì. Esiste un'essenza che sconfina la logica, annulla le distanze, sfugge al tempo ed allo spazio.

L'amore genuino, schietto, onesto e complicato.

Perché non me l'hai detto?
È troppo complicato.


Sembrava quasi un cliché, eppure Olivia è consapevole della sua esistenza. Lo conosce perché lo ha vissuto. Un sentimento così impetuoso e grande che ha sperimentato sulla sua stessa pelle, finendo per scottarsi.

Quel tipo di emozione che porta a sacrificare la propria incolumità per l'altra persona senza pensarci due volte. Quel grado di dipendenza emozionale reciproca. Quel bisogno di proteggere a qualunque costo.

Per quanto continuasse a ripetere a sé stessa di essere andata avanti, di essersi lasciata il passato alle spalle, la verità era un'altra e stava pericolosamente riemergendo a galla.

Ventidue anni di parole non dette, silenzi inascoltati ed emozioni soffocate nello spazio più profondo del suo cuore, minacciavano ora di uscire allo scoperto proprio come nei pochi secondi in cui la sua realtà era stata travolta da un treno in corsa.

Elliot, dicci di cosa hai bisogno.
Ti amo.


Un attimo di vulnerabilità emotiva, così onesto e senza filtri che la lasciò spiazzata, incapace di formulare una risposta coerente.

Logicamente sapeva che Elliot stava attraversando un momento difficile, probabilmente era confuso e forse quella semplice frase non significava ciò che lei voleva e sperava significasse.

Cercando gli occhi azzurri dell'uomo che quando se ne andò portò metà del suo cuore via con lui a Roma, poteva vedere riflessa la sincerità più disarmante e questo la spaventava immensamente.

Infiniti secondi passarono fino a quando non si rese conto di aver proferito quelle parole ad alta voce, in una stanza d'albergo con i suoi cinque figli che avevano appena perso una madre, mormorate con incredibile semplicità da colui che aveva visto strappare la vita alla donna alla quale aveva promesso amore eterno, finché morte non ci separi.

È proprio come ai vecchi tempi. Voi due insieme, così in sintonia, aveva sussurrato Kathy durante le sue ultime ore di vita terrena.

Voglio dire, vi amo tutti.

Tipico degli uomini, anzi tipico di Elliot, lanciare dichiarazioni eclatanti in aria ed indietreggiare.

Ed a me non ci pensi?
Tu e questo lavoro siete tra le cose alle quali tengo di più a questo mondo e non posso perdervi, Olivia. Non avrei altro.


Olivia sapeva che Elliot era un uomo di parola e forse era proprio per questo che quelle parole la terrorizzavano terribilmente.

Ma non dovrebbero rendere felici?

Ancora una volta era troppo complicato. Le sue quattro vocali e sei consonanti preferite per descrivere la loro relazione, anche perché in quali altre definizioni sarebbero mai potuti rientrare?

Non esiste termine in grado di riassumere la loro storia, articolata in tanti piccoli momenti che per dodici lunghi anni, hanno unito due individui fino a trasformarli in un qualcosa di indissolubile, sfidando le leggi della fisica: due atomi separati che, una volta uniti, sono in grado di causare un’esplosione cinetica.

Lavoriamo insieme da otto anni e sono in grado di anticipare ciò che pensa e ciò che farà.

Forse Kathy aveva ragione. Per qualche strano motivo, la sintonia che li legava anni fa era ancora presente, un filo invisibile che collegava il loro intelletto e li rendeva abili ad anticipare le mosse dell'altro. 
Nessuna espressione poteva, però, cancellare i dieci anni di silenzio ed amarezza di fronte alla perdita di una persona che per Olivia era diventata così fondamentale e vitale.
 
Tu eri in assoluto, senza esagerare, la persona più importante della mia vita e poi sei… scomparso.
Lo so. Avevo paura che se avessi sentito la tua voce…  non sarei stato in grado di andarmene.
 
Cosa diamine doveva pensare dopo tutte le recenti conversazioni con Elliot? Nessuno dei due poteva essere considerato un abile comunicatore all’epoca. Per entrambi i gesti avevano un valore nettamente superiore rispetto alle parole: erano in grado di esprimere ciò che per le loro morali era proibito rivelare. Un segreto inconfessato custodito intimamente all’interno del suo petto.

Eppure era stato sbandierato all’esterno di quelle mura che Olivia aveva meticolosamente costruito per proteggere sé stessa e forse anche il matrimonio di Elliot.
Quante notti insonni passate a pensare ai se ed i forse, a cosa succederebbe una volta valicato quel confine nettamente tracciato. Si sgretolerebbero le mura? Oppure reggerebbero la pressione del conflitto interiore che da anni le impedisce di fidarsi ciecamente di qualcun altro che non sia Elliot?

In questi dieci anni non può dire di non aver vissuto. È stata promossa a sergente, è diventata tenente, fino ad essere capitano della squadra. È riuscita finalmente a realizzare il suo sogno e diventare madre, provando che i geni non sono tutto, e che anche crescendo senza amore, si può imparare a darlo, anche quando nel piccolo corpo di tuo figlio non scorre lo stesso sangue biologico, perché famiglia non significa solo questo.

Ha avuto diverse relazioni, alcune più serie ed altre meno, ma non è mai riuscita ad aprirsi completamente a nessun uomo che non fosse lui. Una fiducia così sincera e profonda che nessuno è mai riuscito a conquistare, nemmeno i suoi stessi fidanzati.

Forse questo vorrà significare pur qualcosa.

È proprio mentre Olivia ripensava al senso di lealtà e stima reciproca che sentì il telefono squillare sul comodino accanto al letto.

Parlando del diavolo…
Elliot.

Sembrava quasi leggerle la mente. Più lo pensava e più, in qualche modo o forma, faceva irruzione nella sua vita, una vita di cui, negli ultimi anni, è sempre stato l’ombra silenziosa che l’accompagnava lungo ogni sentiero.

Gettando un’occhiata veloce alla sveglia che segnava le undici di sera passate, si lasciò sfuggire un lungo sospiro. Non aveva intenzione di sentire la voce che qualche ora prima aveva osato pronunciare quelle due parole considerate un peccato solenne tanto quanto quello di Adamo ed Eva.

Nonostante i suoi sforzi, il telefono non smetteva di vibrare. Fu allora che la sua coscienza, probabilmente, attaccata da un’ondata di rimorso improvviso, la spinse ad afferrare con forza il cellulare e richiamare il numero che stava ostacolando il suo riposo.

Nella sua mente aveva ancora impresse le ultime parole dette a suo fratello Simon, prima che lui morisse. Non voleva che la sua rabbia ed il suo dolore fossero le uniche cose di cui Elliot avrebbe potuto ricordarsi se fosse successo qualcosa.

Olivia non credeva in Dio, ma aveva iniziato a pregarlo quotidianamente, invocando protezione per il suo collega. Non le importava il fatto che, in realtà, non fossero più colleghi da ben dieci anni. Per lei sarebbe sempre stato il suo partner. Colui che le guardava le spalle, la proteggeva con fervore ed attendeva che le sue luci di casa fossero accese prima di dirigersi dalla sua famiglia in Queens.

Era cosciente della situazione delicata che stava affrontando ed era stata la prima a riconoscere che stesse soffrendo di PTSD, nonostante lui sminuì le sue osservazioni, non dando peso a ciò che per lui era secondario rispetto alla caccia ai killer di sua moglie.

Elliot, ho ascoltato il tuo messaggio. Mi dispiace di non aver risposto prima. Ti prego richiamami. Okay? Richiamami.

Riattaccò, chiudendo debolmente gli occhi e passandosi una mano sulla fronte. Sperava con tutta se stessa che questo ennesimo messaggio lasciato alla sua segreteria telefonica non finisse inascoltato come quelli del decennio scorso.

Olivia era una combattente ed odiava mostrarsi vulnerabile. Elliot l’aveva profondamente ferita, una lesione che aveva impiegato anni a cicatrizzarsi, per poi riprendere a sanguinare nuovamente negli ultimi mesi.

Non sapeva quanto tempo avrebbe impiegato a ricucirsi una seconda volta, ma era nella natura del Capitano Benson mettere da parte le proprie sofferenze per aiutare gli altri. Era ciò che da sempre la rendeva un ottimo poliziotto e non aveva alcuna intenzione di fermarsi ora.

Sperava che qualsiasi cosa ci fosse tra lei ed Elliot potesse essere risolta perché si era già dovuta abituare a vivere con un oceano di distanza tra di loro e francamente, ora che era ritornato ad invadere la sua quotidianità senza preavviso, non aveva intenzione di sottomettersi alle forze che cercavano di tenerli lontani.

Le parole del suo capo risuonavano come un eco lontano nella sua mente.

Mantieni la distanza.

Diverse persone le avevano raccomandato di stare lontana dalla calamita della sua esistenza, dalla persona che un tempo significava tutto per lei.

Olivia, tu significhi molto per me, le disse Elliot qualche settimana fa.

Posò il telefono sul comodino, lasciando cadere la testa sul cuscino.
1 frase. 2 parole. 5 lettere. 22 anni.

Ripensò alle parole di Elliot qualche ora fa, cercando di dare un senso al flusso disordinato dei suoi pensieri.
La conclusione alla quale era giunta era una sola, una che ancora non era pronta a processare o verbalizzare ad alta voce.

Ti amo anch’io, sussurrò nel buio della sua stanza, più silenziosamente di una preghiera.
   
 
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