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Autore: Farkas    23/07/2021    1 recensioni
[Mare Fuori ]
Filippo e Naditza hanno finalmente accettato i loro sentimenti e sul tetto del carcere minorile sono diventati una cosa sola. A differenza loro (e di noi telespettatori), Paola non è affatto contenta dello sbocciare della relazione tra i due carcerati. Perché?
E' quello che ho cercato di spiegare in questa one-shot, in cui capiamo cosa ha portato la direttrice dell'IPM a disapprovare la storia tra i due. Un motivo molto più profondo e triste, dell'infrazione delle regole del carcere. In più è presente anche uno sguardo alle emozioni dei due giovani prigionieri, alle prese col vero amore per la prima volta.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sciocco, giovane amore



Paola-Filippo-e-Naditza





Temere l’amore è temere la vita, e chi ha paura della vita è già morto per tre quarti.
(Bertrand Russell)
 
 
 
Paola Vinci entrò nel suo ufficio pronta ad affrontare un’altra giornata di lavoro, quando venne avvicinata da Lino, che le annunciò di doverle parlare.
-Si tratta di Filippo e Naditza…- fece lievemente imbarazzato l’uomo. - Li abbiamo trovati sul tetto del carcere dopo che avevano fatto… ehm…-.
Paola lo fissò perplessa. Temeva già il peggio, quando finalmente l’uomo, vinto l’imbarazzo, le disse cosa avevano combinato quei due.
Il volto della bionda si pietrificò sempre di più a ogni parola che sentiva. Adolescenti!
 
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Dopo le comunicazioni fatte a chi di dovere, Paola convocò i due giovani amanti nel suo ufficio.
Filippo e Naditza entrarono con l’aria felice e appagata, cosa mai successa fino ad ora.
-Allora, di chi è stata questa bella pensata? – chiese stizzita “Punto e virgola”.
I due carcerati si guardarono in faccia e risposero all’unisono: - Mia- per poi sorridersi.
-Vedo che siete soddisfatti- sbuffò la bionda. - Metti giù- aggiunse, strappando una delle clessidre che teneva sulla scrivania dalle mani della zingara.
-Siamo una bella coppia, no? - rispose quest’ultima sorridendo.
-Soprattutto stupida. Volete sapere quello che succede adesso? A te Nad, il magistrato ti ha revocato le uscite. Dovrai scontare tutta la pena qui-.
-Me fa nu favore, dottore’- rispose la bruna sorridendo ancora di più.
Il ragazzo ridacchiò. Quanto erano idioti, quanto erano superficiali, quanto erano… giovani.
-Tu sei contento? - chiese la direttrice, rivolgendosi all’unico maschio nella stanza. -Tu hai l’udienza tra qualche giorno. Come credi che inciderà questa cosa? -.
Filippo distolse lo sguardo per qualche istante, per poi tornare a rimirare Naditza.
“Come potrei voler andare via da qualunque luogo, se in quel luogo ci sei tu?” diceva quello sguardo.
-Vuoi restare qui- comprese Paola, che aveva abbastanza empatia da leggere ciò che dicevano gli occhi del ragazzo.
Altro intenso, dolce, scambio di sguardi tra i due detenuti.
-Che faccio esco? - chiese sarcastica Paola. Era incredibile! Loro diceva chiaro e tondo a quei due, che la loro posizione si era aggravata e niente, come parlare al muro!
Sperava che Naditza avesse sviluppato un po’ di buon senso, negli ultimi tempi. Tentò di fare appello a quello.
-Tu credi che lui ti penserà, quando uscirà? Come la chiamavi? Zingara di merda? - sbuffò cercando di riportare i due alla realtà.
Ma che credeva Naditza? Che Filippo, l’avrebbe tolta dallo squallore in cui era cresciuta, per farle vivere una vita agiata, fatta solo d’amore e devozione? Pensava di vivere in prima persona la storia di Cenerentola? Che un uomo fosse la soluzione magica di tutti i suoi problemi?
Filippo era un ragazzino ricco, che si era voluto svagare. Certo, magari Naditza gli piaceva, forse ora pensava davvero a un futuro con lei… ma figurarsi se i suoi genitori, avrebbero voluto che loro figlio stesse con una zingara, che faceva regolarmente dentro e fuori dal carcere minorile! Alla prova con la realtà, la loro relazione sarebbe naufragata. Paola ne era certa.
Lorenzo aveva lasciato lei, dopo tutto ciò che avevano condiviso e Naditza sperava che Filippo andasse contro tutto e tutti, per coronare la loro storia d’amore? Stupide romanticherie!
Stavolta fu Filippo a prendere in mano una delle clessidre e la girò, mentre diceva: -Una cosa l’ho capita: non siamo immortali. Le cose prima o poi finiscono-.
-Ma che bella frase. Li portate via? – sbuffò la bionda, stufa di sprecare fiato. -Pensaci- aggiunse fissando intensamente la zingara. “Non fidarti di lui. Non dare il tuo cuore a lui. Non basare su di lui il tuo futuro”.
Naditza e Filippo uscirono rimanendo più vicini che potevano. Paola non sapeva se compatirli o invidiarli.
 
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-Romeo, ora dovresti lasciare la tua Giulietta- commentò la guardia uomo.
I due si lasciarono scambiandosi sguardi che valevano più di mille parole.
Ciro, il carcere, il futuro… a Filippo sembrava tutto così insignificante, quando stava vicino a Naditza. Si sentiva così leggero, felice ogni volta che c’era lei.
Naditza aveva fatto sesso un sacco di volte, ma paragonare ciò che aveva fatto con altri a quello che aveva fatto con Filippo, era come paragonare una pozzanghera all’oceano. Filippo teneva a lei, e lei lo amava. Cosette che facevano la differenza, pensò la castana ridacchiando.
-Filippo, io…-.
“Io ti amo” pensò la ragazza.
Erano solo tre parole, ma le si appiccicarono in gola. Non le aveva mai dette a nessuno. Non riusciva a dirle, non in quel momento, non di fronte a quei due.
-… Io… io non vedo l’ora di suonare ancora con te- mormorò, mentre lei e il ragazzo (il suo ragazzo) venivano riportati nelle rispettive celle. Non sapeva se sperare che Filippo, pensasse che suonare, non volesse dire proprio suonare o meno.
Il ragazzo sorrise: - Anch’io-.
Naditza non sapeva cosa avesse capito Filippo, ma sperava che sentisse anche lui quel bisogno spasmodico di stare vicini. Poi ricordò la tenerezza con cui l’aveva rimirata la notte precedente e capì che doveva sentirlo.
 
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Paola era sola nel suo ufficio. Malgrado fosse irritata dall’immaturità di quei due, una parte di lei invidiava Naditza, il suo amore, le sue speranze per il futuro. E ciò la rendeva più depressa che mai.
Quell’amore giovane, totalizzante, che ti occupa la mente impedendoti di pensare ad altro, che diventa la tua ragione di vita, lei lo ricordava a stento. Per un attimo, pensò che le sarebbe piaciuto riviverlo e di colpo va a capire perché, le venne in mente Valenti. Poi subito lo scacciò dalla sua mente. Massimo era sposato e con un figlio. Lei non era una rovinafamiglie e anche se lo fosse stata, conoscendolo non era proprio tipo da tradire la moglie. E poi, sua moglie era molto bella e abbastanza nota. Come avrebbe potuto competere lei, che non poteva nemmeno avere figli?
“Ahh, che stupidaggine! Pensiamo al lavoro, va’!”.
Ridicolo! Mettersi a fantasticare su un suo sottoposto! Quella malinconia improvvisa era assurda, anche se non proprio nuova. Meno male che c’era il lavoro a tenerle la mente occupata. La giornata era lunga e lei aveva molto da fare. Tutto nel carcere doveva girare con un meccanismo ben oliato, a partire da lei.
Decisa la bionda si mise a sbrigare il lavoro d’ufficio, reprimendo i propri sentimenti, come ormai era diventata abile a fare.
 
 
 

ANGOLO DELL’AUTORE

 
Mare fuori, mi ha davvero intrigato molto. Era da tanto che una fiction italiana, non mi prendeva così.
La televisione italiana, parla perlopiù di polizia, famiglia e comicità. E lo fa benissimo: serie come I Cesaroni, Provaci ancora prof, I Bastardi di Pizzofalcone, e il Commissario Ricciardi mi piacciono molto, ma Mare Fuori… non so tocca temi interessanti.
Filippo e Naditza, sono una coppia che mi piace, e sono certo che dureranno a lungo, ma capisco perché Paola, abbia pensato che non fosse così. Anche lei è un buon personaggio
Quanto a Paola e Massimo… be’ una certa sintonia c’è. Vedremo se si svilupperà in qualcosa.
Ci vediamo nelle recensioni! E speriamo che questo fantastico telefilm, presto abbia una sezione tutta sua.



 
  
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