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Autore: MaryElizabethVictoria    25/07/2021    0 recensioni
Morgan Stark e Sarah Rogers sono partite ormai da un anno, di nascosto dalle rispettive famiglie, in una disperata missione alla ricerca del fratello di Sarah, Philip. Il ragazzo, creduto morto, di recente è ricomparso misteriosamente per aiutarle a fuggire da un laboratorio dell'Hydra dove hanno tentato strani esperimenti sui ragazzi, per poi scomparire di nuovo. 
Le due non si daranno pace finché non capiranno cosa c'è dietro.
Intanto la diciottenne Ellie Smith, una ragazza apparentemente priva di poteri dal passato incerto, si è iscritta all'Accademia SHIELD per diventare un'agente proprio come il suo fidanzato Michael Coulson. Anche Blake Foster, Cali Erikssen, Sebastian Strange e i gemelli William e Tommy Maximoff si sono gettati a capofitto nel loro primo anno di college, dove tra esami incombenti, poteri fuori controllo e drammi familiari in agguato i guai non mancheranno di seguirli...
I fatti narrati si volgono circa un anno dopo quanto accaduto in 'The Young Avengers' di cui è consigliata la visione per contestualizzare meglio i personaggi e il loro percorso. Buona lettura!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Tony Stark raggiunse la casa dei Rogers mandando il suo fuoriserie a tutta velocità per le strade deserte della città. Per tutto il tragitto continuò a ronzargli in testa l'immagine di Morgan, di sua figlia, che gli chiedeva aiuto mentre veniva portata via dagli uomini della sicurezza che lui stesso aveva lasciato a briglia sciolta...come aveva potuto permettere che ciò accadesse, si chiese.
Quale era stato l'esatto momento in cui aveva deciso di soffocare la sua umanità dietro un'armatura al punto da permettere che la figlia di qualcuno fosse arrestata senza aver fatto niente di male?!
Purtroppo certe cose si capiscono solo sperimentandole sulla propria pelle e quell'evento lo aveva sconvolto nel profondo, costringendolo a rivedere tutte le sue scelte passate.

Trovò l'unica persona che lo aveva sempre messo in guardia specialmente da sé stesso in piedi nella sua cucina, insieme al marito e alla ragazza bionda che gli fu presentata come Sarah. Ellie Renner aveva raccolto i capelli biondi in una coda sbrigativa, indossava una maglia larga celeste con profili viola, jeans neri e scarpe da ginnastica . Era dimagrita spaventosamente dall'ultima volta che l'aveva vista, eppure il contorno del suo viso sembrava quasi essere diventato più tondo. Tony si ritrovò distrattamente a pensare che nonostante l'assenza di trucco restava sempre una donna bellissima, era come se qualcosa che prima non c'era la illuminasse da dentro.
Non è che per caso quel maledetto Rogers...

-Non dirmi che sei incinta, ti prego. Posso affrontare un solo disastro di proporzioni cosmiche  alla volta- esordì Tony, non riuscendo tuttavia a metterci nemmeno la metà del sarcasmo che intendeva.

-Si chiamerà Eva Lynn e nascerà a maggio- confermò Ellie placidamente- diventerai zio Tony, uno zio che sono certa vorrà provvedere almeno alle spese del college, visto che grazie alle sue geniali intese con il governo io e Steve siamo rimasti senza lavoro e non ce lo possiamo più permettere.

-Si capisce. Tutto quello che vorrà. Maggio...accidenti, questo vuol dire che lo sai almeno da...

-Avremmo voluto metterti al corrente l'ultima volta che sei stato qui- le venne in aiuto Steve, non senza una certa rigidità-  ma sai, le circostanze non erano delle migliori.

-Già...capisco- non c'era bisogno davvero che aggiungesse altro sul loro ultimo disastroso incontro -Cosa sono quelli?- chiese quindi Tony osservando il plico di carta che Ellie gli aveva prontamente sbattuto sotto al naso ancor prima che si fosse accomodato.

La donna tradiva un'espressione tesa, come se non sapesse cosa aspettarsi da lui. In effetti veniva da una lunga e impegnativa discussione con suo marito Steve su come fosse meglio procedere.

-Le prove che Samantha Smith non è chi dice di essere- affermò quindi Ellie- Tony, ti sembrerà assurdo, ma adesso so per certo che c'è lei dietro al V-20. Ha scatenato l'epidemia per poi arrivare miracolosamente col vaccino, stringere accordi con il governo per la sua distribuzione e così giungere al potere. E purtroppo per farlo...

-...mi ha manipolato- concluse lui.

Ellie gli riservò uno sguardo nervoso, notando che Tony il plico non lo aveva nemmeno degnato di uno sguardo. Che fosse davvero troppo tardi per convincerlo, come aveva prospettato cautamente anche Steve... Eppure lei era stata così sicura, aveva lavorato duramente durante quelle settimane senza mai perdere la speranza di arrivare alla fine a  mostrare a Tony la verità e a farlo rendere dalle sue ultime posizioni allineate con il regime di terrore degli Smith.

-Non lo apri neanche?- domandò speranzosa.

Tony a sua volta la fissò con un'espressione molto seria, una che poche volte gli aveva visto, prima di farle segno di no scuotendo la testa.

-Non ce n'è bisogno- affermò e adesso si percepiva chiaramente tutta la desolazione che gli costatava quell'ammissione- So che non mi mentiresti mai, a prescindere da quanto mi sia comportato da coglione arrogante...so di averti delusa e di aver fatto del male proprio alle persone che avrei dovuto proteggere.

-Come io so che non avresti fatto niente del genere se non avessi creduto dal profondo del cuore, che fingi di non avere, di fare la cosa giusta- disse lei con veemenza  e infine l'accenno di un sorriso aperto, senza alcuna recriminazione- Che tu sia un coglione arrogante poi non è certo una novità per nessuno. Non credere di aver fatto chissà quale scoop...

-Io non faccio che ripeterlo da anni- confermò Steve che a sua volta sorrideva senza la minima traccia di rancore - e ti posso assicurare che ogni singola volta sono stato spedito a dormire sul divano. Pare che dire la verità in questa famiglia sia un privilegio riservato solo ad Ellie.

-Senti tesoro, lascia fare il mestiere del reporter a chi sa di cosa si tratta e piuttosto sta attento a come parli di mio fratello- lo redarguì infatti la moglie- Solo io posso confermare quanto si tratti di un irresponsabile, bastardo, egocentrico, infantile e decisamente...

-Bene, ok, può bastare grazie...anche io ti voglio bene- si schermò Tony prima che l'elenco dei suoi molti difetti gli impegnasse l'intera serata- Adesso l'unica cosa che francamente mi importa è Morgan.

-Cosa le è successo?- volle sapere Sarah, allarmata più di tutti.

Ancora non si capacitava di non essere riuscita a fermare Morgan dalla sua folle idea di diventare l'ombra di suo padre in quella dimensione disgraziata...se da un lato poteva anche comprendere le motivazioni che l'avevano portata ad agire a quel modo, dall'altro non avrebbe personalmente mai permesso a motivazioni puramente personali di farle perdere di vista il suo obbiettivo.
Erano finite lì cercando di arrivare a Philip e non per sanare vecchie ferite personali. 
Il fatto poi che si fosse fatta scoprire quale figlia di Tony la diceva lunga sulla sua abilità sotto copertura. Per quanto fosse ogni giorno più dura Sarah non si era mai lasciata sfuggire neanche una volta dettagli sulla sua vera identità. 
O almeno così credeva fermamente. 

L'espressione desolata di Tony Stark non la lasciò per niente tranquilla. Inoltre sapeva meglio di chiunque altro quanto proprio lui fosse il principale punto debole di Morgan, non si sarebbe stupita se la sua amica si fosse cacciata in una brutta situazione pur di restargli accanto.

-L'hanno presa- ammise infine dolorosamente - e io non l'ho impedito. Ma ancora non sapevo, non potevo immaginare che lei fosse...ma come è possibile?

-Si- confermò Sarah, stanca di quel teatrino- Morgan è tua figlia...in un'altra dimensione. Quella da cui provengo anch'io. Non potevamo dirvelo, ci avreste peso come minimo per pazze e, considerando come trattate i malati qui, non potevamo rischiare.

Incredibilmente indifferente alla rivelazione che esistesse un'altra dimensione, fatto che in circostanze normali gli avrebbe tolto il sonno, Tony non seppe darle torto sull'ultima parte.

Annuì gravemente mentre il senso di colpa gli toglieva il respiro.

Era stata solo colpa sua se quella pazza aveva preso Morgan, era stato l'unico responsabile dell'ascesa politica degli Smith, che per anni si erano serviti di lui e delle sua tecnologia per attuare il loro piano su scala nazionale. Tutto ciò su cui Ellie lo aveva sempre messo in guardia era reale e ci era voluta la cattura di colei che ormai considerava a tutti gli effetti sua figlia per fargli finalmente aprire gli occhi.

-Cristo, che cosa ho fatto...

E fu così che nel culmine della disperazione Tony sentì la mano forte dell'ultima persona al mondo che si sarebbe aspettato potesse muovere un muscolo in suo aiuto posarsi sicura sulla sua spalla.
Proprio suo cognato, il perfettino, il dannato Steve Rogers, quello che non gli aveva mai risparmiato le critiche e con cui comunque non aveva mai avuto un buon rapporto, gli sorrideva mentre la sua presa d'acciaio era diretta a trasmettergli tutto il suo sostegno incondizionato.

-La andremo a riprendere Stark- disse Steve- Se la ragazzina ti somiglia almeno un po' allora non ho dubbi che se la sappia cavare in ogni situazione. Insomma, guardati, sei un maledetto scarafaggio che sopravvivrebbe in qualche modo anche a un rapimento da parte dei terroristi in Afghanistan...

-Ehm...per quanto in linea puramente teorica potrei anche essere d'accordo non sono sicuro di apprezzare questo paragone.

-La riporteremo a casa senza un graffio Tony- concluse Steve con decisione- te lo assicuro.

-Rogers...grazie.

Tony ricambiò la stretta del cognato con rinnovato spirito di collaborazione, mentre Ellie, che non riteneva fino ad allora possibile il verificarsi di un simile miracolo sotto il suo tetto, li fissava con le lacrime agli occhi che minacciavano pericolosamente di fuoriuscire.

-Oh, non fate caso a me- disse in fretta facendosi aria con la mano, conscia del fatto che se avesse cominciato a piangere poi non avrebbe più smesso -sono sicuramente gli ormoni!

-Tesoro...è tutto ok. Vieni qui- provò a tranquillizzarla Steve e Tony sorrise prendendo atto del fatto che non se la cavasse affatto male vicino alla sorella...forse dopotutto non era stata un'unione così avventata, le sarebbe decisamente potuta andare peggio.

-Tutto ok un cazzo, dobbiamo andare a prendere Morgan- ricordò Sarah, che si apprestava a fare irruzione ovunque tenessero l'amica per correre in suo soccorso.

-Ho già attivato un protocollo di ricerca- li aggiornò Tony- ma purtroppo al momento l'unico dato certo è che non si trova più negli uffici Stark...la verità è che non ho idea di dove possa averla portata quella donna.

-Noi si - lo informò Ellie-  Grazie a un'amica siamo riusciti ad individuare il laboratorio segreto degli Smith... ecco, dovrebbe trovarsi all'incirca qui, vicino alla vecchia area industriale- indicò un punto sulla cartina che si trovava nel pesante fascicolo contenente tutte le prove che aveva faticosamente repertato e che incastravano Samantha.

-Probabilmente è lì che fanno i loro esperimenti sulle persone...su  persone che non verranno reclamate da nessuno,  che ufficialmente risultano morte o scomparse oppure nel caso di Morgan addirittura inesistenti- spiegò Steve.

-E' così che si sono nascosti fino ad ora- rincarò Ellie con la voce che le tremava di indignazione- prendendosela con chi non si poteva difendere.

-Cosa stiamo aspettando?!

Senza porre tempo in mezzo erano già tutti in macchina in direzione del laboratorio.
Nonostante le vive proteste, questa volta di Steve quanto di Tony,  Ellie Renner insistette per mettersi alla guida del veicolo. Poteva anche essere incinta ma non era mica una malata terminale... in più anche lei aveva un grosso interesse personale in questa faccenda, almeno quanto Tony. Fu solo una volta raggiunta la destinazione che però iniziò la vera discussione.

-Va bene che ci hai accompagnati- si impose alla fine suo marito-  Però mentre siamo all'interno dell'edificio tu resti qui e magari chiuditi dentro, per maggior sicurezza.

-Senti Steve, guarda che non è serata...

-Ma Steve ha perfettamente ragione- gli diede inaspettatamente manforte Tony, che prima di allora mai avrebbe immaginato di pronunciare un giorno quelle parole.

Ellie si abbandonò ad una lieve risata sarcastica quanto incredula: da quando quei due si erano alleati contro di lei?
E comunque non esisteva che le persone che amava rischiassero il collo per fermare quella vipera e lei fosse costretta ad aspettarli da qualche parte.

-Ancora ancora posso capire Steve, ma Tony...sul serio? Devo ricordarti che quando hai insistito a sfidarmi a taekwondo solo perchè ti eri appena sparato la serie completa di Karate Kid ed eri sicuro di averne 'appreso i segreti' poi ti hanno dovuto raccogliere col cucchiaino?!

-Non ce n'è bisogno, credimi è stata una delle serate più umilianti della mia vita...anche se la serie resta una delle migliori della storia- confermò lui, impuntandosi con tutta la sua cocciutaggine- ma per rispondere alla tua domanda, si sul serio: sei una madre adesso, non faccio io le regole del gioco ma così è. Tu e la ragazzina restate qui ad aspettarci in macchina, potrebbe essere pericoloso.

Nel mentre Sarah era naturalmente già scesa dalla macchina e aveva buttato giù la porta d'entrata di acciaio rinforzato con una sola spallata ben assestata.

-Ripensandoci... -commentò Tony, con un fischio impressionato- La ragazzina super forte uscita direttamente da un episodio di Star Trek viene con noi. E' decisamente l'elemento di fuoco migliore che abbiamo.

-Guarda che non è un'arma da usare: è una persona- lo riprese Steve scandalizzato.

-Accidenti prof, proprio quando cominciavi a guadagnare punti...

Si ritrovarono in un lungo corridoio composto da compartimenti metallici, che si diramavano in tanti cubicoli molto simili a gabbie. In effetti era proprio quello di cui si trattava, una serie di celle disposte in maniera simile a un pollaio, dove al posto che tenere animali c'erano imprigionate delle persone di ogni età. Erano quasi tutte legate a dei lettini da campo e attaccate a macchinari che emettevano suoni strani, alcuni  erano palesemente feriti, altri addirittura in stato comatoso...

Tutti quelli rimasti vagamente coscienti li fissavano con il terrore negli occhi spenti, come se si aspettassero con incrollabile certezza che fossero venuti per far loro del male.

-Vi prego, vi prego...- presero a supplicare all'unisono un coro di voci flebili e spezzate.

Sia Tony che Steve, che non si errano mai trovati in vita loro in una situazione del genere, riuscivano a capacitarsi di quello spettacolo raccapricciante... Senza perdere altro tempo a commentare l'evidente orrore, entrarono tutti in azione simultaneamente.
Tony si mise ad armeggiare con il congegno di controllo delle celle facendo si che si aprissero tutte nello stesso momento.

Steve Rogers aveva già preso in braccio una donna svenuta e la stava portando fuori insieme ai primi prigionieri liberati.
Sarah, che aveva già visto macchinari del genere nel laboratorio degli Smith della sua dimensione cercò di aiutare come poteva a liberarli dalle sonde, facendo particolare attenzione a non far loro del male. Arrivata alla cella di Michael Coulson potè constatare che almeno lui , pur malconcio, sembrava ancora in condizioni di muoversi da solo e se ne rallegrò immensamente.

-Michael!- esclamò la ragazza correndo subito a liberare l'amico dalle manette che lo costringevano alla sua branda. Anche se lui non la poteva riconoscere, vedere un volto amico in quell'inferno servì ad infonderle tanta fermezza.

-Scusa...ci conosciamo?- chiese lui, ancora stordito dai tranquillanti.

Sarah notò che aveva il corpo coperto di lividi in parecchi punti, segno evidente che aveva opposto resistenza più di una volta. Se conosceva bene Michael, era anche più che sicura che si fosse trattato sempre di difendere qualcuno più debole di lui.

-Non ha importanza. Devi andare con gli altri adesso, ma prima senti, hai per caso visto portare qui una ragazza poco fa? Una mora, capelli arruffati, non sta mai zitta...

-Si- disse lui con sicurezza il che fece ben sperare Sarah- una in gamba, ha dato del filo dal torcere a quai bastardi...

-E' proprio lei. Sai dove si trova ora?

-Devono averla portata al laboratorio diagnostico...si trova in fondo all'edificio. Aspetta, ti ci posso portare...

-Michael, a stento ti reggi in piedi... -cercò di fargli notare lei e le sembrava di parlare proprio al suo Michael Coulson.

-Ma io posso aiutare...- rantolò il ragazzo debolmente.

Sarah scosse la testa, commossa dalla scoperta che pur se in un altro mondo si trattava pur sempre del Michael Coulson che conosceva e che si sarebbe comportato esattamente così.

-Se vuoi essere utile conduci tutti quelli che non ce la fanno da soli al riparo, fuori c'è una nostra amica che vi aiuterà a raggiungere le industrie Stark con un pass speciale...E' un luogo sicuro per adesso.

-Come posso ringraziarti per quello che hai fatto?- le chiese il ragazzo non appena si rese conto che si trattava di un'operazione di salvataggio in piena regola, quella che dopo mesi di reclusione aveva ormai disperato arrivasse.

-Invita Ellie Smith ad uscire la prossima volta che la vedi: è grazie a lei che vi abbiamo liberati- gli urlò dietro Sarah, che nel frattempo puntava dritta nella direzione che le avare indicato lui per raggiungere Morgan - So anche che lei ti piace, ma che sei troppo imbranato per farti avanti...vedrai che non ti dirà di no, in questo siete perfettamente uguali.

Il ragazzo si ritrovò ad annuire perplesso chiedendosi cosa diamine centrasse Ellie con quella storia e soprattutto come facesse a conoscerli la misteriosa ragazza che li stava liberando.

Vista l'ora tarda erano presenti poche le guardie, quasi tutte neutralizzate rapidamente da Sarah, che trattandosi di semplici umani anche relativamente poco addestrati non ebbe il minimo problema.
Neutralizzò tutti tranne un uomo, che mentre lei combatteva i suoi compagni le arrivò da dietro. L'avrebbe attaccata alle spalle e forse tramortita, se non fosse stato prima intercettato dal gancio destro di un insospettabile Steve Rogers, che lo centrò in piena faccia mandandolo al tappeto.

-Grazie papà...

La ragazza ebbe appena il tempo di girarsi verso di loro e mormorare distrattamente quelle due parole, prima di rendersi conto dell'errore commesso. Un errore enorme che adesso la inchiodava agli occhi meravigliati si Steve, che l'aveva sentita bene.

Steve, che ancora si reggeva la mano dolorante, quando strabuzzò gli occhi realizzando solo ora quello che avrebbe dovuto essere un ovvio collegamento. Se quella che erano venuti a salvare era la figlia di Stark da un'altra dimensione, allora anche Sarah...

-Accipicchia professore, ecco a cosa serviva tutta quella palestra!- commentò Tony- non eri tu comunque quello contrario alla violenza?

-Lo sono- confermò questi, tra le altre cose stupito anche da sé stesso e dalla sua reazione in una situazione di pericolo- ma quando proprio non si può fare diversamente...Sarah perdonami, come mi hai appena chiamato?

Fu il momento di Tony di mettergli una fraterna mano sulla spalla, allo scopo di attutire il colpo emotivo.

-Si, perdonalo cara- disse rivolto a Sarah- il ragazzo ha capacità ma non si applica troppo: era davvero l'unico a non averlo ancora capito. Eppure la somiglianza è evidente. A proposito, sappi che hai tutta la mia stima per aver superato l'adolescenza con questo bacchettone senza diventare a tua volta una suora di clausura. Anzi, mi sembra che non le mandi a dire tu...

-Grazie signor Stark- sorrise Sarah, sinceramente commossa dalla sua solidarietà- effettivamente, abbiamo avuto i nostri momenti- aggiunse con un'alzata di spalle, mentre mandava al tappeto l'ultimo avversario.

-Io non capisco...- stava ancora dicendo uno Steve Rogers preso in contropiede, ma di capire non c'era tempo.

Dovevano correre a salvare Morgan a ogni costo.

La ragazza era proprio lì dove aveva indicato loro Michael Coulson, al centro del laboratorio, legata a un lettino traballante mentre la dottoressa Smith incombeva su di lei. Erano arrivati in tempo, fortunatamente. Il trambusto provocato dalla loro irruzione aveva distolto la dottoressa dal competere l'iniezione che aveva preparato per Morgan e adesso la donna li guardava tutti con nervosa ferocia, conscia di essere stata colta sul fatto.

-Samantha lasciala andare, è finita, sappiamo tutto!- urlò Tony uscendo per primo allo scoperto.

-Signor Stark, quale sorpresa inaspettata- rispose la dottoressa, che per quanto non potesse credere che qualcuno come Tony Stark, un burattino che fino a quel pomeriggio pendeva dalle sue labbra,  avesse osato attaccare la sua base privata,  lottava ancora per non scomporsi- Sarò subito da lei non appena avrò finito con questa qui...

-Papà...- sussurrò ancora Morgan, incredula,  con il cuore che batteva a mille.

Rivederlo di nuovo quando aveva temuto che non l'avrebbe rivisto mai più le fece quasi dimenticare la situazione di pericolo in cui si trovava. La consapevolezza poi che Tony Stark fosse giunto fin lì per lei le fece provare una gioia tale che superava di gran lunga tutto il resto.

-Ti prego, lasciala- disse Tony- ti darò tutto quello che vuoi...

-Quello che voglio ce l'ho già - replicò lei seccamente - un mondo privo di imperfezioni. Privo di metaumani. Il progetto Reddoor è ormai pronto a partire e nessuno die presenti ha il potere di fermarlo...

-Anche tua figlia  Elisabeth è una metaumana, anche se scommetto che non glielo avete mai detto...dimmi questo allora, alla fine eliminerai anche lei?- chiese Sarah freddamente.

Quella semplice constatazione ebbe il potere di far vacillare i nervi della dottoressa, così come il suo fragile equilibrio mentale...come poteva quella ragazzina conoscere il suo più grande segreto? La bambina che aveva nascosto da anni, sottraendola alla sua vera famiglia, una bambina che aveva curato e amato come una vera figlia, che aveva reso 'normale', che a suo dire aveva 'salvato' da un'esistenza contaminata...

-Chi te lo ha detto? Come osi mentire così spudoratamente...

-Sappiamo tutto signora Smith, basta menzogne- ripetè anche Steve.

-Elisabeth sarà protetta, sempre- affermò quindi la donna muovendo un passo verso di loro e, con massimo sollievo di Tony, lontano da Morgan- quanto a ciò che credete di sapere non potete provare un bel niente.

-Ti sbagli- affermò a quel punto Ellie Renner, che aveva fatto il giro sul retro per unirsi agli altri e che quindi era ora  la persona più vicina a Samantha e Morgan.

Nel ritrovarsi davanti anche lei, quella che per anni era stata la sua spina nel fianco, quella patetica scrittrice da quattro soldi che le aveva impedito di realizzare prima il suo piano insinuando una marea di dubbi nella mente fragile di Stark, che l'aveva combattuta strenuamente continuando a fare uscire sui giornali pezzi di critica nei suoi confronti, che le aveva messo contro perfino la figlia a forza di pubblicare sciocchezze, Samantha Smith fremette di rabbia, lasciando perdere l'iniezione che stava preparando e affondando invece entrambe le mani nel camice bianco che portava con uno scatto nervoso.

-Qualunque assurdità ti sia sognata, non riusciresti mai a provarla- ripetè rivolta a Ellie.

-Davvero, lo credi veramente...- Ellie le riservò un sorriso disgustato- Hai almeno idea di quanto sia stato facile per una Renner reperire i dati medici del Metro General sull'evoluzione del contagio che tu hai cercato piuttosto maldestramente di occultare? Grazie agli amici dei miei genitori, che sono molti, e ai nemici tuoi e di tuo marito, che sono in numero ancora maggiore, ho raccolto un bel malloppo di dati che ti collegano sistematicamente a tutti i primi casi di contagio, compreso quello di Pepper Potts...sei stata tu a diffondere il V-20 e a fare in modo che lei fosse tra le prime vittime- concluse puntandole il dito contro.

Steve non aveva mai visto sua moglie talmente fuori di sé dalla rabbia, tanto da temere ancora di più per il suo stato interessante.  A quelle parole anche Tony trasalì , ma dall'orrore, realizzando che l'assassina di sua moglie e della loro figlia mai nata era sempre stata lì, più vicina a lui di quanto immaginasse. Era rimasta a lavorare nella sua azienda per servirsi di lui e delle sue risorse per portare avanti il suo folle piano...

-E' tutta una tua teoria...nessuno ci crederà- Samantha Smith fissava con puro odio nello sguardo annebbiato.

-Al contrario: domani mattina sarà la tua nuova realtà, stronza- aggiunse Ellie, che confermando i sospetti di Steve era decisamente fuori di sé, troppo a lungo aveva covato il sospetto sulla morte dei suoi amati genitori e adesso ne aveva davanti l'unica responsabile- Quando ho portato tutto il materiale che ho raccolto e collegato a Stephen Strange...Dio, è stato come fargli un regalo di Natale in anticipo! Sapevi, tra l'altro, che sta uscendo con una ragazza deliziosa che si intende parecchio di social e che conosce praticamente tutti i pezzi grossi della città? Abbiamo appena fatto una lunga chiacchierata e mi ha dato qualche idea interessante per diffondere la verità. E, come puoi immaginare, con i miei contatti con la stampa....bhè, ti garantisco che entro ventiquattr'ore non ci sarà una sola persona a New York che non sappia esattamente che cosa hai fatto.

-Maledetta, dovevo ucciderti come ho ucciso loro...- sputò la dottoressa, estraendo dal camice una pistola che puntò dritta contro Ellie- ...sono ancora in tempo a rimediare però.

Di fronte a quel gesto e a quelle parole, sia Tony che Sarah, troppo lontani per fermare una eventuale pallottola in tempo utile, trasalirono, mentre Steve Rogers si portava istintivamente davanti alla moglie.
Ellie invece non si mosse di un millimetro, lo sguardo di ghiaccio.

-Non lo farà Steve, tranquillo, non le conviene- affermò lei con una tale sicurezza da lasciarli tutti a bocca aperta.

-E perchè, di grazia?- chiese la Smith, ormai stremata.

-Perchè, per quanto tu sia un essere orribile Samantha, sono disposta a riconoscerti che ami almeno tua figlia- spiegò Ellie semplicemente- Se tu adesso mi uccidi sai benissimo che non uscirai viva da qui. E tua figlia Elisabeth, che è una ragazza meravigliosa, che non si merita tutto questo, verrà a sapere di questa storia dai giornali di domani mattina, anziché da sua madre. Invece, se decidi di consegnarti ,avrai almeno la possibilità di parlarle prima del processo. Avrai l'opportunità di spiegarle le tue ragioni ...dopodiché starà a lei decidere se perdonarti. Io non le porterò via questa possibilità e non dovresti farlo neanche tu. Almeno questo però glielo devi.

Non appena Samantha abbassò l'arma, tutti si resero istantaneamente conto di essere tornati a respirare.
 

Ed erano giunti così al fatidico momento, quello delle spiegazioni. Tony era corso immantinente a liberare Morgan e adesso si specchiavano uno negli occhi dell'altro come se avessero entrambi appena fatto la scoperta più preziosa.

-Ehi...ciao- le disse premurosamente.

-Ciao- rispose la ragazzina, altrettanto intontita dalla felicità di sentirlo vicino. Invece Sarah fissava ancora una volta il pavimento solo per non essere costretta a confrontarsi con Steve.

-Posso spiegarvi tutto...-incominciò a dire, esattamente come era abituata a fare a casa, dopo averne combinata una delle sue.

-Non ce n'è bisogno- si ritrovò a dire Steve, preferendo correre da lei esattamente come aveva fatto Tony, sotto lo sguardo dolce di Ellie.

-Non poteva che essere così- commentò quest'ultima.

E Morgan non avrebbe potuto essere più d'accordo.
Finalmente era felice, era completa. Sentiva come se la sua vita fosse appena iniziata. Aveva tante e tali cose da dire finalmente a suo padre, che la guardava come la cosa più cara che avesse mondo, come lei era sempre stata certa l'avrebbe guardata per tutta la vita, che non sapeva da dove cominciare. Finalmente si trovava a casa.
Questo fu il suo ultimo pensiero cosciente prima che la testa le cominciasse a girare vorticosamente. La stessa cosa poco più in là stava succedendo anche a Sarah, che cominciò ad avvertire il suo corpo sempre più leggero, fino quasi a sentirsi scomparire.

- Papà - ripeterono entrambe quasi all'unisono, disorientate da quanto stava loro succedendo, prima di sentirsi definitivamente risucchiare via...era come se una calamita potentissima le stesse rimuovendo dal posto sbagliato per ricondurle a quello giusto, nell'universo da cui provenivano.

No, no, no, no, no... non poteva essere vero.

Quando Morgan si rese conto di trovarsi insieme a Sarah nel Sancta Santorum, quello della loro dimensione, circondata dai loro amici e dai genitori, tutti che le fissavano con occhi colmi di apprensione, non volle crederci. Quando si rese conto che glielo avevano portato via di nuovo per ricondurla in un posto dove non voleva stare, che comunque non sentiva come suo da tempo e soprattutto dove lui non esisteva più, dentro si mise a urlare.


  
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