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Autore: crazy lion    06/08/2021    1 recensioni
L'arrivo di un bambino è il desiderio comune di molte donne e la rockstar Pink, al secolo Aleicia Beth Moore, non fa certo eccezione. Ci pensa per anni, ma la carriera da rocker ha spesso altri piani, finché nel giugno del 2012 ha l'occasione di presentare al mondo qualcosa di bellissimo: la sua piccola Willow.
Disclaimer: con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare veritiera rappresentazione del carattere di queste persone, né offenderle in alcun modo.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Willow Sage Hart

 
Aleicia si alzò dal letto e corse in bagno, aprì la tavoletta del water e vomitò la cena.
"Stai bene, tesoro?"
Carey era già accanto a lei e le sosteneva la fronte mentre la donna rimetteva.
"Non molto, amore. Ho nausee da un po', il mi o ciclo è fermo da qualche mese, anche se non è stato mai regolare e il mio seno sta crescendo."
Decisero che il giorno dopo sarebbero andati a comprare dei test di gravidanza.
Ne presero tre in farmacia e, prima di andare a lavorare, tornarono a casa per farli. Tutti e tre mostravano due striscette.
"Sono incinta!" gridò Aleicia e Carey la abbracciò.
"Oh, amore, come sono felice! Prendi un appuntamento con la ginecologa, mi raccomando."
La dottoressa Wallace le disse di farsi prescrivere dal medico di base degli esami del sangue, che confermarono lo stato di gravidanza. Così, marito e moglie si recarono dalla ginecologa.
Mentre aspettavano nella sala d'attesa, parlarono.
"E se non avesse tutte le dita dei piedi, o fosse mutom o sordo, o cieco?" chiese Carey.
"Ma dai, smettila. Vedrai che andrà tutto bene. Piuttosto, son io ad avere paura."
"Perché?"
Gli occhi di Aleicia si inumidirono.
"Il mio bambino è morto. Perché dovrebbe sopravvivere questo?"
Carey le circondò le spalle con un braccio.
"Non piangere" le mormorò con dolcezza. "Ascolta, non posso immaginare cosa tu abbia passato, ma questo bambino è forte, forte come te e io so, sento che andrà tutto bene."
"Lo spero" disse lei asciugandosi gli occhi.
La ginecologa chiamò Aleicia per cognome.
“Arrivo” disse lei, alzandosi assieme al marito.
"Eccoti qua, Aleicia. Allora, aspetti un bambino, eh?" chiese la donna, cordiale.
"A quanto pare."
Guardò gli esami del sangue.
"Il valore del Beta HCG è molto alto quindi sì, sei incinta. Ora spogliati e sdraiati sul lettino."
La donna lo fece, appoggiando i polpacci sulle strutture rialzate a destra e a sinistra. Guardò Carey e lo trovò pallidissimo.
"Che hai?" gli chiese. "Guarda che sono io quella che deve essere visitata, non tu."
"Ti inserirà quel coso grandissimo nella vagina?" chiese lui, sussurrandolo appena.
"Si chiama ecografia transvaginale, cioè interna. Serve a vedere da più vicino il bambino" spiegò la dottoressa.
"Ma nei film di solito mostrano che fanno l'ecografia esterna alle donne."
"Quella è la morfologica," continuò la Wallace, "che si fa quando il feto è grosso, al sesto mese di gravidanza. Non credere a tutte le cose che fanno vedeere nei film. Carey."
Aleicia e la dottoressa risero,
"Sapevi che sarebbe andata così" disse la donna a suo marito.
"No. Primo perché non pensavo che quel coso fosse così lungo, secondo perché non l'avevo mai visto, e terzo, c'è mio figlio, che cosa vuole fare?"
"Il bambino, l'embrione o il feto, ora vedremo, sarà talmente piccolo che questo coso, come lo chiami tu, non lo disturberà" cercò di tranquillizzarlo la  dottoressa. "Aleicia, rilassati. Potete seguire dallo schermo davanti ai vostri occhi."
Entrambi facevano fatica a trattenere le lacrime.
"Oh, eccolo qui!"
L'esultanza della dottoressa li fece voltare entrambi. Al centro dello schermo c'era un bambino con gambette e braccine esili.
"Direi che sei già entrata nel terzo mese, Aleicia, alla decima settimana di gravidanza."
I due continuarono a fissare lo schermo e dovettero sbattere gli occhi più volte perché la loro vista si appannò a causa delle lacrime, soprattutto quando sentirono il cuore.
"È normale che batta così veloce?" chiese Aleicia, preoccupata. "Sembra che abbia bevuto dieci caffè!"
La dottoressa rise.
"Tranquilla, è normalissimo. Il vostro fagiolino misura due centimetri e pesa due grammi in questa fase della gravidanza."
"Si sa già se è maschio o femmina?" chiese a quel punto Carey.
"No, dovrete aspettare almeno il quarto mese per saperlo" disse la dottoressa.
"Tu lo vuoi sapere?" chiese Aleicia al marito.
"Non lo so, e tu?"
"No, non sarebbe meglio avere una sorpresa?"
"Beh, non so cosa me lo fa pensare, ma credo sia una femminuccia" disse la dottoressa. "Potrei sbagliarmi, però. vedremo."
Le pulsazioni ovattate, seppur perfettamente udibili, del cuore che batteva erano un'altra prova che il frutto dell'amore tra Aleicia e Carey stava  davvero crescendo dentro di lei, ed era meraviglioso per entrambi.
"Salutate per l'ultima volta il vostro fagiolino, per adesso almeno" sussurrò la dottoressa per non sovrastare il battito cardiaco.
Loro sorrisero come due ebeti, poi lo schermo diventò completamente nero e il macchinario stampò l'ecografia.
"Venite alla scrivania che vi spiego tutto."
Aleicia si rivestì, si alzò piano e scese dal lettino, raggiungendo suo marito e sedendosi accanto a lui, con la dottoressa di fronte a loro.
"Allora, innanzitutto congratulazioni!" esclamò la Wallace, sorridendo nel vedere l'espressione gioiosa negli occhi dei due, che non riuscivano proprio a togliersi. "Il vostro bambino è sano e sta crescendo bene. Aleicia, dovrai fare degli esami e altre visite, ti spiegherò poi nel dettaglio in cosa consistono. Devi dirmi l'ultima volta che hai avuto il ciclo, per fare un calcolo più preciso di quante settimane sei e della data del termine, approssimativamente, della gravidanza."
Aleicia le diede quelle informazioni e la ginecologa le annotò, dicendo che era effettivamente a dieci settimane.
"Direi che il bambino potrebbe nascere i primi di giugno, intorno al 5. Hai avuto nausea?"
"Sì."
"È possibile che continuino fino alla fine del terzo mese. Da ora in poi dovrai cominciare a pesarti ogni due settimane o venti giorni e annotare anche le più minime variazioni di peso. Questo è il periodo in cui ci sono dei cambiamenti fisici: i tuoi fianchi cominceranno ad allargarsi piano, il seno sarà più prosperoso e, in alcuni casi, potrà dare dolore. Potresti anche avvertire la necessità di urinare più di frequente, ma è normale."
"Capisco" disse solo la donna, memorizzando quelle informazioni.
"Per quanto riguarda i rapporti sessuali, potete averne quanti ne volete. Vi chiederei solo di andarci piano nelle prossime settimane, fin quando Aleicia non entrerà a pieno nel quarto mese. Lo stress mentale e quello fisico possono influire e i movimenti bruschi provocare un'interruzione involontaria di gravidanza."
I due tremarono al solo pensiero, ma la dottoressa sorrise loro.
"State tranquilli. Se non solleverà oggetti pesanti e non farà pulizie a casa più del dovuto non dovrebbero esserci problemi. Entrata nel quarto mese potrai stare più serena, Aleicia."
"Bene!" esclamò lei, tirando un grande sospiro di sollievo.
"E ora," disse il medico tirando fuori un plico di fogli da un cassetto della scrivania, "i cibi da evitare assolutamente: carne e pesce crudi, frutta e verdura non lavate, e non esagerare con i dolci e le patatine."
Parlarono degli esami che avrebbe dovuto fare, più approfonditamente dell'alimentazione e di tante altre cose.
"Tu vorresti un maschio o una femmina?" chiese Aleicia al marito, una volta tornati a casa.
"Per me è lo stesso, basta che lui o lei e tu stiate bene."
"Dai, lo so che preferiresti uno dei due sessi."
"Beh, mia madre mi ha sempre detto che avrebbe voluto vedermi alle prese con una figlia, quindi direi una femmina. Tu?"
"Anch'io."
I due, anzi, tre, si addormentarono felici.
 
 
 
"Amore, chi era al telefono?"
Era passato qualche giorno e Aleicia aveva appena ricevut una telefonata e si era spostata in camera da letto.
"Segreti?" le chiese il marito.
"No no. Ellen DeGeneres mi ha chiesto di andare nel suo programma."
Era una comica con uno show tutto suo, l'Ellen Show.
"Ci sei andata anche altre volte, ti divertirai."
"Sono sicura di sì."
Quando entrò nello studio dove si teneva il programma, Aleicia fu accolta con un fragoroso applauso da parte del pubblico.
"Non ti ho vista per così tanto tempo" disse Ellen.
"Lo so."
"E sembri raggiante. È fantastico. Dev'essere il nuovo CD, giusto?"
Si trattava di un CD con delle tracce in cui lei era presente.
"Perché pensi di essere così felice?" le chiese Ellen.
"C'è qualcosa di collegato a queste due." Indicò il suo seno e ci fu un  applauso. “Ehm, sto mangiando per due ultimamente."
Gli applausi aumentarono a dismisura, seguiti da grida di giubilo.
"Non volevo parlarne perché sono molto nervosa. Ho avuto un aborto prima, ma ho deiso di parlarne con te."
"Molte grazie. Era programmato o no?"
"Ci ho lavorato sopra. Sì, era programmato."
"Vuoi sapere se è maschio o femmina? Vuoi scoprirlo?"
"Ehm, non penso di volerlo sapere, ma la dottoressa mi ha detto cosa ne pensa. Sono terrorizzata, perché pensa sia una bambina."
Ci fu una risata generale.
"Mia mamma ha desiderato per me una figlia come me. Una di noi dovrà andare in prigione."
"So che puoi sopportare il dolore perché hai tanti tatuaggi sul tuo corpo. Quanti ne hai?"
"Venti e qualcosa."
"Venti e qualcosa tatuaggi… Molte persone sono felici per questo."
"Io non ne ho nessuno e non immagino il dolore. Se non lo sapete, Carey è appassionato di  moto cross, è un campione, così te ne daremo una."
Le passò una mini moto da cross e anche una tutina con le maniche che somigliavano a tatuaggi.
"Oh, sono così carini!" esclamò Aleicia estasiata.
Disse che non beveva più vino da quando era incinta, né altri alcolici, perché doveva stare attenta. Ellen le offrì un bicchiere enorme di vino rosso, che ne avrà contenuto un litro e mezzo. Cercò di convincerla  a berlo, ma Aleicia si rifiutò.
"Siamo molto, molto felici per te e ti auguriamo di avere un bambino sano" le disse alla fine.
“Grazie" rispose Aleicia e poco dopo uscì.
Quando raccontò a Carey del vino rosso, sul quale nel programma lei ed Ellen avevano riso assieme al pubblico, lui si arrabbiò molto.
"Voleva indurti a bere vino? Ma è pazza? E poi ti ha mancato di rispetto."
Per lei era stato brutto, ma ci aveva riso su per non starci male in quel momento.
"Hai ragione, ma ti prego, non discutiamo più di questo.”
"Va bene."
Le loro labbra si incontrarono e il bacio si approfondì sempre di più.
"Amo così tanto entrambi, o entrambe" mormorò Carey al suo orecchio.
"Grazie. Anche noi ti amiamo."
Carey provò a baciarla ancora.
"Devo andare a preparare la cena" disse Aleicia, sottraendosi a quel contatto.
"La mamma è una stronza" sussurrò Carey mettendo la bocca sulla pancia della moglie.
"Shhh, non vorrai già insegnare le parolacce a nostro figlio. Non ti sembra un po' presto? Avrà tempo per impararle."
Risero insieme.
 
 
 
Sei mesi dopo, Aleicia aveva un pancione enorme.
"Aleicia, dove diavolo sei?"
Carey aspettava con il borsone dell'ospedale pieno su una spalla. Le contrazioni della moglie erano iniziate da giorni, ma la ginecologa aveva detto di andare in ospedale quando fossero state a cinque o dieci minuti di distanza l'una dall'altra. Ora erano a cinque, infatti Carey sentì la moglie urlare, ma non scendere le scale.
"Dove sei?"
Il fatto che non arrivasse non faceva stare tranquillo Carey, che lasciò a terra il borsone preparato da giorni e andò a cercarla. Le si erano rotte le acque alcune ore prima. Non la trovò in camera loro, allora andò nella futura cameretta del bambino e fu lì che la vide. Il tappetino che utilizzava per fare yoga era disteso sul pavimento e lei, visibilmente incinta, vi era sopra, a quattro zampe. Inarcava la schiena e poi tornata alla posizione di partenza.
"Che cosa stai facendo?" le chiese lui, titubante.
"La posizione del gatto."
"Interessante, molto interessante, davvero, ma non ti sembra il caso di andare in ospedale? Aleicia, sono passati cinque minuti dall'ultima contrazione."
"Ne ho avuta un'altra, dopo, mentre ero qui."
"Cosa? Tesoro, dobbiamo andare. Non vorrai partorire nostro figlio su un tappetino per lo yoga, giusto? E se poi c'è traffico e partorisci in macchina? Cioè come facciamo a…"
Lei lo fulminò con lo sguardo.
"Carey. Stai. Calmo. Sono io quella che sta soffrendo come un cane, peggio di quando avevo le nausee tutte le mattine, vomitavo, ho dovuto smettere di mangiare salumi e ridurre la cioccolata e le patatine, o rinunciare a dormire a pancia in giù perché la mia pancia era diventata una mongolfiera. Quindi, se non vuoi agitarmi più di quanto io sia già, fammi fare questo esercizio adesso.”
Lui deglutì e annuì.
"Bene" disse Aleicia, "ora dammi una mano ad alzarmi."
Una volta arrivati in ospedale, la situazione peggiorò. Aleicia era sdraiata su una barella, ,mentre i medici la portavano in sala parto. Carey li seguiva, correndo insieme a loro, mentre teneva la mano della moglie che stritolava la sua ogni volta che una nuova contrazione si manifestava. Aleicia sudava, e non per il caldo di inizio giugno,  e aveva la fronte imperlata di goccioline. Cercava di trattenere i gemiti di dolore, ma non ci riusciva.
Dopo una breve visita, un'infermiera disse che era dilatata di cinque centimetri.
"Ora bisogna solo aspettare che si dilati fino a dieci" disse il medico. "Verremo a controllarla spesso."
Le cinque ore che seguirono furono le più lunghe e dolorose per Aleicia, che aveva contrazioni fortissime. La dilatazione procedeva lentamente, ma quando arrivò a dieci centimetri la donna si sentiva la schiena bloccata. Il marito gliela massaggiava così come il pancione.
"Stai andando bene, tesoro" le disse, sfiorandole il ventre.
"Sei a dieci centimetri. Alla prossima contrazione puoi cominciare a spingere" le disse l'ostetrica.
"Fa… un male… d'inferno!" urlò Aleicia, mentre una nuova contrazione la colpiva.
"Lo so, tesoro, lo so" mormorò l'ostetrica con dolcezza. "Ma tu sei coraggiosa, ne sono sicura. Devi dare tre spinte a ogni contrazione, okay?"
Carey aveva visto il suo corpo cambiare, in quei mesi, il suo seno farsi più prosperoso, la pancia crescere a dismisura. E le disse che non c'era stato un solo giorno in cui non l'avesse trovata stupenda. Lei sorrise.
"Carey?" lo chiamò, la voce strozzata per il dolore.
"Sono qui, amore."
"Ho paura" gli confessò, mentre una lacrima lasciava il suo occhio destro per finirle sul collo.
"Lo so, ma non devi. Ci sono i medici che ti assistono e io sono qui con te, con voi, non vado da nessuna parte. Capito?"
"C-capito" balbettò stringendo gli occhi, segno che una nuova contrazione stava per arrivare.
"Ti amo" le disse Carey.
"Anche io. Anche io ti amo."
Riuscì a finire la frase prima di un'ennesima contrazione.
"Ora devi cominciare a spingere, Aleicia."
L'ostetrica la riportò alla realtà.
"O-okay" mormorò lei, in preda al dolore.
Si aggrappò al bordo di metallo del letto e strinse di più la mano del marito, mentre si sollevava per spingere. Un rumore grottesco partì dal fondo della sua gola mentre spingeva. Poi si distese di nuovo sul cuscino, per rilassarsi un momento, e lasciò passare una contrazione senza fare niente. L'ostetrica, allora, fece il giro del letto.
"Aleicia, non puoi lasciar passare le contrazioni così, non va bene per il bambino. Vuole uscire, okay? E tu devi dargli una mano" le spiegò.
Poi, con un urlo che fece gelare il sangue nelle vene a Carey, Aleicia ricominciò a spingere.
"Tra poco sarà tutto passato e avrai fra le braccia il tuo bambino, ma continua così" la incoraggiò l'ostetrica. "Respira."
Dopo la seconda spinta, la donna si rilassò, consapevole di avere solo pochi secondi per riprendersi prima di spingere ancora. Guardò truce il marito, poi gli prese la maglia all'altezza del petto con la mano che fino a poco prima aveva stretto la sua.
"Che c'è?" le chiese.
"Scordati di avere una famiglia numerosa, scordati altri figli. Non ne sfornerò altri per te, sono stata chiara?"
Un'altra contrazione arrivò e lei si morse così forte il labbro che Carey temette se lo sarebbe spaccato.
"Okay" disse soltanto, per non farla incazzare.
"Aleicia, stai andando benissimo. Sì! Vedo la testolina!" esclamò l'ostetrica.
"Ha tanti capelli" disse Carey, ma ad Aleicia non interessava.
Doveva far uscire il corpo del suo bambino e non sarebbe stato facile. Non seppe quante altre spinte diede e quante altre volte stritolò la mano al marito, ma a un certo punto una contrazione fu così forte che la mano di Carey sanguinò appena.
"Scu-scusami" gli disse.
"Tranquilla, ora mi ripulisco" disse lui, tamponandosi la piccolissima ferita con un fazzoletto.
A un certo punto, uno dei vagiti più dolci e attesi riempì la stanza.
L'ostetrica tagliò il cordone ombelicale  e avvolse la creaturina in un lenzuolo bianco, per poi porgerla a Carey.
"È una bambina" disse.
Dio, pensò Aleicia mentre li guardava, è così piccola! Ed è una bambina!
Sorrise, anche se aveva ancora gli occhi gonfi e rossi, e Carey gliela appoggiò sul petto. Lei le tenne sollevato il collo.
"Ehi" disse, e la voce le si ruppe per l'emozione. "Quanto sei bella! E che bella vocina hai."
Sentita la voce di Aleicia, la bambina ridusse i pianti fino a calmarli del tutto.
"Il potere della mamma è insuperabile" disse distrattamente il medico compilando alcuni documenti. "Che nome le diamo?"
Aleicia e Carey avevano avuto un'intensa discussione riguardo il nome.
"A me piace Ruth" aveva detto lei.
"Ruth Hart. Non ti sembra un po' duro come suono?"
"Hai ragione. Per un maschio invece Nathan, come avevamo detto, giusto?"
"Esatto."
E così, si ritrovavano senza un nome da dare alla loro bambina. Ne avevano detti molti altri in quei mesi, ma nessuno li aveva attratti abbastanza.
"A me piace Willow" disse Aleicia.
"Allora Willow?" chiese il medico.
"No" fece Carey. "Willow Sage Hart."
Guardò la moglie per conferma e lei annuì.
Dopodiché l'ostetrica invitò l'uomo ad uscire. La bambina doveva essere portata via per le visite e Aleicia aveva bisogno di alcune flebo per riprendersi.
I due si sorrisero prima che il dottore prendesse in braccio la bambina e lei fece un piccolo starnuto. Il sorriso della coppia si allargò per il suono che la piccola aveva appena emesso. Erano davvero felici e sapevano che, qualunque cosa fosse successa, non avrebbero mai più dimenticato quel giorno.
 
 
NOTA:
ho tradotto io i dialoghi dell’Ellen Show, tratti da un video su YouTube.
   
 
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