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Autore: grande_puzzo    07/08/2021    0 recensioni
Shota soprattutto da giovane ha avuto un comportamento abbastanza sottomesso e accondiscendente, spesso sussultava quando qualcuno si avvicinava troppo o lo toccava… ora da adulto sembra tutto risolto!
Finché l'attento amico Hizashi si accorge che qualcosa non va negli ultimi mesi
Genere: Angst, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Present Mic, Shōta Aizawa
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Violenza
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Infine dopo la prima ora di pure sofferenze, Hizashi riuscì a distrarsi e a concentrarsi interamente sulla sua classe per quasi tutto il pomeriggio.

 

La fine della giornata arrivò, e Hizashi decise di lasciare la sua classe qualche minuto prima del solito, in modo da raggiungere la classe di Aizawa e impedire che quel fetente che si chiude in sé stesso scappasse senza dirgli nulla. 

 

La porta era aperta, l’attento corvino notò subito il biondo sgargiante fuori dalla porta e gli lanciò un’occhiataccia; Hizashi normalmente avrebbe reagito accogliendo la sfida, ma stavolta non aveva tempo per pensare alle sue provocazioni, sulla guancia sinistra di Shota vide un segno rosso, ormai tendente al viola, e sgranò gli occhi di conseguenza.

 

“Aizawa-sensei” sentì una voce dalla classe.

 

“Sì, Asui?” rispose Shota ancora indaffarato con delle scartoffie, ignorando gli occhi spaventati del professore d’inglese, mentre gli alunni appena tornati si sistemavano nei banchi.

 

“Prima non ho chiesto per non aumentare il ritardo della lezione ma dato che ci è avanzato del tempo… cosa le è successo alla guancia? Durante la mattina non l’aveva quindi non può essere successo durante una pattuglia” L’eroe sotterraneo lanciò un'occhiata penetrante all’alunna, ma poi sospirò sapendo fosse sinceramente solo preoccupata.

 

“Non dovresti preoccuparti” Il corvino distolse lo sguardo e proseguì con un leggero sorriso accattivante “Anche i professori hanno battibecchi fra di loro” una parte della classe ridacchiò sorpresa, intendendo il commento come una sorta di strana battuta da parte del loro professore apatico, ciò che probabilmente era l’obiettivo di Aizawa.

 

La campanella suonò segnalando la fine delle lezioni e gli alunni ordinatamente uscirono dalla classe, Hizashi entrò dirigendosi verso l’amico che stava finendo di sistemare dei documenti che apparentemente doveva portare con sé.

 

Poco dopo uscirono dalla classe, Hizashi voleva parlargli ma non sapeva cosa dire, quindi continuò a stare in silenzio guardando l’ex compagno di classe con espressione preoccupata.

 

Arrivarono in sala professori, si prepararono e uscirono, Hizashi ebbe anche una breve conversazione con Nemuri che si trovava lì.

 

Shota per tutto il tempo fece finta di nulla, non incrociando mai lo sguardo.

 

Erano fuori dal cancello della scuola ora, lì fermi, Shota si era fermato e aveva abbassato lo sguardo.

 

“Tutto…” provò Yamada ma non uscì molto più di un sussurro.

 

“Tutto ok. Scusami” intervenne il corvino.“Dobbiamo farlo per forza?” si decise a dire dopo pochi istanti

 

Hizashi annuì visibilmente e con decisione.

 

Shota sospirò pesantemente, e alzò lo sguardo verso Yamada “Va bene, è giusto che tu sappia qualcosa, ma non posso dirti tutto”

 

“OHH YEAHHHH andiamo al mio bar preferito a prendere qualcosa da mangiare prima! e poi potremmo parlarne su un tavolino in un parco, che ne dice il mio SLEEPY FRIEND?” subito si rianimò Hizashi.

 

Aizawa sorrise leggermente e annuì seguendo l’amico troppo rumoroso; durante il cammino parlò quasi solo Hizashi dei più svariati argomenti, Shota era sempre stato invece un ottimo ascoltatore.

 

Hizashi scelse un frullato, Shota un caffè e si sedettero su un tavolino in legno, in un parco a dir poco caruccio.

 

‘La situazione sarebbe potuta sembrare romantica se solo non fossimo qui per un motivo così scomodo’ osò pensare Present Mic mentre in modo disinvolto giocava con la cannuccia nel suo frullato.

 

Hizashi notò un leggero rossore su Shota e sperò che avesse pensato un qualcosa di simile.

 

“Se vuoi…” tentò il biondo con i capelli leggermente mossi al vento “ho ancora quella crema”

 

Proseguì “la porto sempre da quel giorno”

 

Il vento si rafforzò, forse non era stata una buona idea stare all’aperto, ma Hizashi aveva pensato che fosse meglio che parlare di cose private in un bar dove chiunque potesse sentire. 

 

Si rimangiò quanto pensato quando una folata di vento avvolse il vicino ciliegio in fiore staccandone delicati petali che si diressero verso il suo amico creando un’affascinante rara visuale di Shota con i suoi capelli come la pece al vento e petali rosa svolazzanti intorno che rapirono lo sguardo luminoso di Aizawa.

 

“...Dopo tutto questo tempo?” arrossì il pallido uomo seduto

 

“Non ho mai smesso di preoccuparmi per te” si pronunciò Hizashi aggrottando lo sguardo, ma leggermente, come per dire ‘come osi supporre il contrario briccone!’

 

Il biondo sospirò e decise di continuare “Ti va di spiegarmi cos’è successo al tuo viso Sho’?”

 

“...” Shota dubbioso, Yamada era convinto di averlo visto sussultare al soprannome.

 

“Ti metto la crema nel frattempo” e Present Mic si alzò per sedersi dallo stesso lato del tavolo dell’amico, col vasetto di crema in mano.

 

Vedendo come Eraserhead rimanesse in silenzio proseguì da solo la conversazione “Non hai mantenuto la promessa” lo sguardo confuso sul volto dell’uomo, “Non mi hai avvisato quando succedeva”

 

È complicato” sputò all’improvviso il corvino sofferente, mentre arrossiva per l’applicazione della crema sul viso “Non siamo qui per parlare di quello”

 

“Tsk” mormorò Hizashi chiedendosi come qualcuno potrebbe ferire una pelle così, dall'abrasione il colpo sembrava un pugno.

 

Notando Aizawa aggrottato si affrettò “Non era a te, mi dispiace solo per il livido” Yamada abbassò lo sguardo “Davvero, com’è successo?”

 

Shota strinse le labbra ed inspirò profondamente.

 

“Ti prego spiegami qualcosa!” si ripeté Hizashi.

 

“L’ha scoperto” riuscì a pronunciare l’eroe sotterraneo tutto d’un fiato, facendosi piccolo piccolo.

 

“Ha scoperto cosa?” Il biondo aveva finito di applicare attentamente la crema e stava chiudendo il vasetto, si tolse gli occhiali da sole per poter guardare meglio l’amico.

 

“La mia… predisposizione”
 

“PREDISPOSIZIONE A COSA?” Shota sussultò al grido. 

 

“Scusami, ti prego parlami, voglio solo aiutare” Hizashi era visibilmente preoccupato.

 

“...la mia predisposizione a fare ciò che la gente mi dice senza protestare” un lampo di ricordi balzò nella mente di Hizashi.

 

proseguì Shota “Principalmente quando ero più giovane, ma ogni tanto capita ancora, quando una persona di natura autoritaria, fisicamente maggiore a me e con un tono duro mi ordina o chiede qualcosa… succede” si prese qualche momento mentre era arrossato e i suoi occhi tremavano.

 

“Succede che ascolto i comandi senza pensarci, e Vlad… beh se n’è accorto e ne ha approfittato, niente di particolare in realtà mi chiedeva per esempio di correggere i compiti al posto suo, niente che non potessi fare”

 

Lentamente frammenti di realizzazione apparivano sul volto del biondo.

 

“Ovviamente ho cercato di rifiutarmi… ma successivamente ha scoperto come divento più obbediente dopo un colpo” Il viso di Hizashi rabbuiò e le pupille divennero punti, Shota continuava a guardare basso e la sua voce si affievoliva sempre di più..

 

“Così ha continuato ad alzare sempre più l’asticella delle pretese, quando infine, raccogliendo tutte le mie forze, ho minacciato di dirlo a qualcuno... e mi ha ricattato” 

 

‘Quindi se li era preparati precedentemente’ rifletté Hizashi.

 

“Quei video di cui hai sentito, non posso permettere che li renda pubblici. Soprattutto uno”

 

“Oggi aveva bisogno di una cosa in bagno, ma ultimamente mi sto rifiutando il più possibile… non che servi a molto” rassegnazione nel tono dell’eroe sotterraneo.

 

“E alla fine ha dovuto colpirmi per ottenere ciò che voleva, dopo che te ne sei andato” Non c’era vergogna o rabbia mentre pronunciava queste parole, erano semplicemente la verità dei fatti, inevitabili.

 

“Ecco qua, ti ho detto tutto, sono davvero penoso e debole eh?” sorrise fra sé e sé mentre cercava di alleggerire l’atmosfera, cosa insolita per lui, doveva essere proprio nervoso.

 

Hizashi era sbalordito, Shota stava sopportando questo casino senza nemmeno una mano?

 

“VA DENUNCIATO!” esplose finalmente Yamada

 

“No. Il video. Ti ho detto quello che volevi sapere, ora tiratene fuori” Aizawa si ritrasse e dipinse uno sguardo duro sul volto: sembrava la cosa di cui era più certo.

 

“Cosa contengono i video?” chiese il biondo con voce disperata e denti stretti.

 

“Non ti è dato saperlo” risposta automatica, secca.

 

“In cosa consistono le sue richieste?” Non sapeva cosa pensare a questo proposito...

 

“Non ti è dato saperlo, ho detto tutto ciò che potevo dirti, il resto lascialo perdere, è meglio così” guardò Hizashi negli occhi e concluse “Fidati di me”

 

Certo che si fidava! Ma… aveva bisogno di saperlo, se lo stava nascondendo così ardentemente era qualcosa di grave o imbarazzante: forse lo faceva pulire? No non aveva senso. O forse Vlad era un sadico a cui piace picchiarlo? Non gli veniva molto in mente.

 

“Non sei penoso e debole, sei la persona più tosta che io conosca! Hai altre ferite?”

 

“Sto b-” Aizawa stava per rispondere ma venne interrotto “La verità, per favore, onora la promessa fatta da più giovani” Hizashi era quasi alle lacrime “...Almeno ora”

 

“Sì, ho altre ferite” 

 

“Tutte di oggi?” Cominciò Hizashi buttando i contenitori delle loro bevande ormai finite.

 

“No”

 

“Sono state medicate?”

 

“...No” Shota sentì sollevarsi dell’amico che proclamò “Ora vieni a casa con me e te le medico tutte, fammi almeno fare questo” Aizawa abbassò lo sguardo e annuì, un terribile dubbio sorse in Hizashi “Se ti va bene?”

 

“Tranquillo, non ho mai rischiato di confondere la tua voce per ordini, sei troppo buono” e diede un pugnetto sul fianco di Hizashi, il quale esagerò teatralmente il dolore e si mise a ridere dopo aver intravisto il leggero sorriso di Shota.

 

“Grazie per esserti aperto alla fine, ricorda che ci sarò sempre, la mia porta sarà sempre aperta anche se non ne vorrai parl-” Il biondo venne interrotto da del calore e delle braccia.

 

Venne interrotto da qualcosa che non era mai successo.

 

Shota lo abbracciò. Si erano già abbracciati ovviamente ma aveva sempre fatto Hizashi il primo passo.

 

“Grazie, sei la persona più importante della mia vita” Aizawa stava piangendo e tremando, non l’aveva mai visto esprimere così platealmente le sue emozioni, Hizashi lo ha subito tenuto stretto a sé.

 

“Raramente te lo dimostro, sarei perso senza di te”

 

Restano abbracciati lì per un po’, Yamada aspetta che Aizawa smetta di piangere, non vuole lasciarlo finché non sta meglio.

 

A un certo punto Shota si stacca dalla calorosa presa e guardando verso il basso dice “Scusami, andiamo ora” Hizashi poteva vedere il rossore sulle sue guance, volevo non dire nulla e semplicemente godersi il momento ma non riuscì a trattenersi “Perché ti sei scusato? É stato piacevole”

 

Sorprendentemente Aizawa si accigliò confuso all’affermazione, sembrò riflettere profondamente con le delicate e pallide dita in prossimità della bocca e lo sguardo basso per qualche momento mentre il biondo attendeva pazientemente, finché si decise “Mi sono scusato per aver pianto, non volevo dire che non…” il corvino si rivolse verso l’amico con un leggero rossore in viso e riuscì a finire “...mi fosse piaciuto l’abbraccio, l’ho gradito anche io”

 

Yamada arrossì profondamente in risposta e si girò di spalle all’eroe sotterraneo con una giravolta che voleva sembrare disinvolta ma parve solo frettolosa. Cercò disperatamente di concentrarsi su qualcosa, qualsiasi altra cosa che non fosse il suo amico che gli proclamasse affetto apertamente: le lacrime, si era scusato per aver pianto. 

 

“Non c’è bisogno di scusarsi per essersi sfogato con un amico” quella parola era ora amara nella bocca dell’eroe radiofonico.

 

“Ah” Shota era ancora dietro il biondo che suppose stesse di nuovo riflettendo “Colpa mia, è solo che non lo facevo da tempo”

 

A ciò Hizashi non riuscì a trattenersi dal rivoltarsi verso Shota con un volto sconcertato e a pronunciare le parole “Da quanto tempo?”

 

“Più di 20 anni credo”

 

.

.

.

 

“WHAAAAAAATT????? PERCHÉ?”

 

“...è una lunga storia...” Il corvino tentò subito di richiudersi in se stesso dopo così tante rivelazioni, e il cacatua poteva capirlo ma non avrebbe lasciato andare proprio ora.

 

“Ti prego non farlo” Lo sguardo di Hizashi piatto, quasi serio ma si vedeva pieno di preoccupazione. Lo sguardo di Shota improvvisamente alzato fino agli occhi ancora senza occhiali del biondo tremante, come se stesse di nuovo per piangere, ma, dopo alcuni istanti, si intravide un sorriso sul suo volto: aveva capito finalmente che il biondo era solo preoccupato e sinceramente interessato?

 

“Però dopo basta domande per oggi…” quasi scherzò, Yamada ancora immobile.

 

“I mie-” si strozzò non sapendo come andare avanti, abbastanza insolito per lui sempre così schietto: di solito o rimaneva zitto o diceva tutto con convinzione.

 

Riprovò subito dopo con i pugni stretti “Per i miei genitori…” guardò verso il basso per qualche secondo prima di rivolgere lo sguardo nuovamente su Hizashi e proseguire “É un segno di debolezza”

 
   
 
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