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Autore: crazy lion    12/08/2021    2 recensioni
Eva è la tata di Valentina, assunta perché la moglie di Robert, Miriam, è morta dando alla luce la piccola. Lui, distrutto dal dolore, non riesce a occuparsi di sua figlia e inizia a bere. Una mattina Eva porta Valentina in camera del padre e lo trova ubriaco, così per non farle correre rischi la porta a fare una passeggiata, nella quale avrà tempo di riflettere sulla situazione.
Disclaimer: i personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà degli autori che li hanno ideati.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IL CUORE DI EVA

 
Eva si era trasferita da Robert, da quando lui e i suoi genitori, Charlotte e Werner, l'avevano assunta come tata di Valentina. Miriam, la moglie di Robert, era morta dandola alla luce e lui non riusciva a occuparsi di sua figlia. Erano passati due mesi dal lutto ed Eva stava dando il biberon alla piccola.
"Come divori, eh? Hai tanta fame, vero piccola?”
In risposta, lei continuò a succhiare finché non finì la colazione.
Andiamo da papà? Che dici?" le chiese, scompigliandole i capelli biondi.
La bambina fece un versetto adorabile ed Eva sorrise. La portò in camera di Robert, bussando prima di entrare. Ma non ottenne risposta, così entrò lo stesso. Lo trovò sul letto, profondamente addormentato, e sentì odore di alcol. Non era la prima volta che lo vedeva ubriaco e notò, accendendo la luce, che vicino al suo letto c'era un cartone vuoto di sei birre.
"Robert?" chiamò. "Robert, ti ho portato Valentina."
Avevano deciso di darsi del tu fin da subito, anche se per ora i loro rapporti erano solo professionali.
"Portala via" disse l'uomo con il disprezzo nella voce, aprendo gli occhi a fatica. "Lei ha ucciso Miriam, non la voglio  vedere."
Allora aveva avuto ragione. Eva aveva parlato qualche giorno prima con Tanya, una cameriera dell'hotel Fürstenhof di cui Werner era il direttore, dicendole che Robert stava malissimo per la morte di Miriam e che lei credeva rifiutasse Valentina ritenendola responsabile.
Eva cercò di parlare con il tono più dolce e comprensivo che poté.
"Robert," iniziò, scegliendo bene le parole da usare, "io capisco quello che provi."
"No, perché non hai mai perso una moglie."
Gli occhi di Eva si riempirono di lacrime e il respiro si fece pesante. Un macigno le schiacciò il petto, mentre tentava di ricomporsi.
"Una moglie no" disse con un singulto. "Un fidanzato sì. Si chiamava Markus. È morto dieci anni fa in un incidente nautico per salvare suo fratello Lukas."
"Oh Dio! Eva, mi dispiace, non volevo ferirti."
Lei si asciugò una lacrima.
"Non importa. Comunque, quello che stavo per dire è che Valentina non ha ucciso Miriam. Non è stata colpa sua."
"Invece sì!" tuonò lui, spaventando sia la ragazza che la bambina, che si mise a piangere. "Questa bambina dovrebbe imparare a chiudere il becco. Ora fuori di qui! Fuori!" ripeté, quando vide che Eva non si muoveva.
Per evitare che, a causa dell'alcol, Robert facesse qualche sciocchezza come far del male a lei o, Dio non lo volesse, a Valentina, Eva preferì uscire. Prese la carrozzina e vi mise dentro Valentina, poi andò fuori. L'aria, lì a Bichlheim, era fresca quella mattina, ma la bambina era ben coperta. Per prima cosa Eva andò ad avvisare Werner e Charlotte dell'accaduto.
"Tranquilla, ce ne occupiamo noi" le disse la donna, facendo  una carezza alla nipote.
Dopodiché Eva andò fuori di nuovo. Questa volta si diresse verso il bosco. La piccola poteva abituarsi subito ad amare la natura.
"Senti che silenzio? Ci sono gli gnomi, i folletti, le ninfe, i satiri e le fatine, ma sono tutti nascosti perché hanno paura degli umani. Di notte, però, escono e fanno delle grandi feste."
La bambina la guardò e fece un versetto, poi strinse con forza un dito della mano di Eva che si era abbassata per sfiorarle una guancia.
"Quando sarai più grande e potrai capire, spero che papà ti parlerà della tua mamma e di quanto deve averti amata."
Eva amava Valentina come una figlia, ma non l'avrebbe mai ammesso, nemmeno sotto tortura, soprattutto davanti a Robert. Non voleva sostituirsi a Miriam, non sarebbe stato giusto, anzi, impossibile.
Uno scoiattolo sfrecciò davanti a loro per poi nascondersi nella cavità  di un albero.
"Hai visto? Uno scoiattolo!" esclamò Eva, eccitata.
Non era mai stata tanto vicina a creature del genere.
Camminò ancora un po' e fece annusare a Valentina il profumo delle fragoline di bosco. Ne mangiò alcune, ma non le diede alla bimba, troppo piccola per assaggiarle, anche se non vedeva l'ora che lo facesse, perché erano ottime.
Valentina sputò il ciuccio per terra.
"Piccola monella!" esclamò Eva, lo raccolse e se lo mise in tasca.
Arrivarono fino a un ruscelletto e la ragazza si sedette su un masso vicino all'acqua con Valentina sulle gambe. Rimasero lì per un po', ad ascoltare lo scorrere dell'acqua che gorgogliava.
"Ti piace questo suono?"
"Mmm" disse la bambina e sorrise.
"Sì, anche a me."
Poi uscirono dal bosco e si diressero verso il lahetto. Cigni, anatre e anatroccoli vi nuotavano dentro e Valentina fu felicissima di vederli, perché si agitò tutta e allungò le manine come per prendere un anatroccolo.
Quando l'aria si fece più fredda, Eva decise di rientrare. Tornata a casa, non trovò Robert in camera. Doveva essersi alzato ed essere andato al lavoro in cucina, dato che era lo chef.
"Sembra che passeremo un'altra giornata da sole, piccola mia" disse Eva a Valentina, tirandosi una ciocca di capelli castani dietro l'orecchio.
Guardò gli occhi della bambina e poi una foto di Miriam appoggiata su un tavolino.
"Hai gli occhi della tua mamma, sai? Erano marroni, come i tuoi."
Eva si occupò tutto il giorno di Valentina. La nutrì ogni due o tre ore, le cambiò diverse volte il pannolino, la portò ancora a passeggiare, la cullò affinché dormisse e la sera, quando andò a letto nella stanza  che Robert le aveva assegnato, con la culla di Valentina vicino, si disse che le era dispiaciuto non vedere l'uomo per chiarire ogni cosa. Sperava che, in un prossimo futuro, si sarebbe sentito meglio e  si sarebbe occupato anche lui di sua figlia. Eva era la prima a sapere cosa si provava a perdere qualcuno che si amava, ma Robert doveva pensare  anche alla sua bambina, ad andare avanti per lui stesso e per lei, anche se era maledettamente difficile.
"Ah, Valentina," disse Eva prima di sprofondare nel sonno, "mi dispiace così tanto per questa situazione. Ma non preoccuparti, andrà tutto bene."
   
 
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