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Autore: Padme_90    16/08/2021    5 recensioni
" A noi saiyan insegnano dalla culla il dolore e la privazione per renderci duri come pietra, eppure proprio io, il loro principe, il loro esempio, nella culla ho ricevuto il piú grande amore di tutti: quello di mia madre."
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Re Vegeta, Vegeta
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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NOTE DELL'AUTRICE: Salve, so che ho un'altra long in corso che ho messo in pausa per via di un malanimo che da diversi mesi mi ha presa non dandomi tregua, ma questa mi è venuta fuori dalle dita così, in pochi minuti e di getto, dritta dal cuore.
Ci sono chiaramente delle incongruenze che non si sposano con il canon ( così come l'idea che Vegeta avesse non solo un fratello ma altre due sorelle piú piccole, e chi mi legge da tempo sa come ho strutturato la "mia Royal Family"), ma la profonditá dei sentimenti di chi sta narrando credo sia molto IC.
Non vi aggiungo altro e vi auguro buona lettura
Padme <3
 
Guardando di sottecchi  Trunks e Bra mi rendo conto che, dopotutto, sono un padre fortunato e mi sento felice. 
Per tutta la vita ho odiato il mio, e l'arroganza del mio lignaggio insieme a quella, ahimé, della mia indole, mi hanno messo per anni un velo oscuro sugli occhi impedendomi invece di capire la realtá delle cose. 
Io temevo mio padre, ma sfido chiunque ad essere la progenie del re dei saiyan, capace di uccidere persino il sangue del suo sangue se solo aveva il sentore di un'azione mirata a ferire il suo orgoglio. 
Ma dopotutto, non é stato lo stesso per me?
Magari l'aspetto fosse stato il nostro unico punto in comune, almeno mi sarei potuto illudere che da quell'uomo avevo ereditato solo il fascino, ma credo che quando mi ha generato, lo ha fatto con la voglia di lasciare una parte di se nel mondo e forse, quella che davvero dimostrasse chi era veramente.
Come ho capito tuttio ciò?
Quando ho preso in braccio i miei figli per la prima volta e quando ho scorto nei loro occhi chiari la gioia di essere una parte di me.
Tante notti mi sono chiesto se mio padre avesse mai preso in braccio me, mio fratello o le mie sorelle con la stessa sensazione che ho provato io.
Solo una persona avrebbe potuto dirmelo, risparmiandomi, forse, tanti anni di logorante odio. Se ne è andata quando ero piccolo lasciandomi un incolmabile vuoto, lo stesso ( e oggi di questo sono sicuro) che ha trasformato mio padre in un essere spietato. 
A noi saiyan insegnano dalla culla il dolore e la privazione per renderci duri come pietra, eppure proprio io, il loro principe, il loro esempio, nella culla ho ricevuto il piú grande amore di tutti: quello di mia madre.
L'ho dimenticata perché il suo ricordo faceva troppo male, così anche io, come mio padre quando ordinó che della sua prima moglie non si parlasse mai piú, ho preferito l'oblio per fuggire al dolore.
Ricordo perfettamente il giorno in cui disse a me e ai miei fratelli che avremmo avuto una nuova madre, così come ricordo il vuoto nei suoi occhi d'onice, la sua voce atona e la rassegnazione che, la condizione e non il proprio desiderio, spinge un re a dimenticarsi di essere un uomo fatto di carne e sentimenti.
" Non voglio un'altra mamma" gli urlai contro tenendo per mano Tarble, il mio secondo fratello, mentre le mie sorelle, ancora neonate in braccio alla balia, iniziarono a piangere senza che mio padre si curasse di loro.
Una foglia verde, magnifica, turgida e vigorosa volò trascinata dal vento fino ai nostri piedi e la guardammo in silenzio mentre un cappio invisibile si stringeva intorno ai nostri colli come se volesse lentamente soffocarci.
Pensai che fosse ingiusto che una cosa tanto bella come quella fogliolina avesse avuto un destino così crudele: staccata dalla sua pianta e costretta a morire dopo esser svolazzata qua e là tra i piedi di chi l'avrebbe calpestata senza ritegno.
Mio padre si inginocchió a raccoglierla e la tenne tra le mani con cura, lui che con quelle mani aveva seminato sangue, morte e distruzione senza batter ciglio, lui, lo stesso uomo che invece si perdeva affranto nel verde di quella povera foglia.
" Detesto le piante, mi fanno starnutire" sentenziò freddamente la sua nuova sposa ed io la odiai enormemente, come odiai mio padre per aver sostituito mia madre con tale tempestività.
Quel momento segnó una rottura ed è servito a spiegare perché avessi addirittura tirato un sospiro di sollievo quando seppi che erano morti tutti nell'esplosione del mio pianeta.
Ora che sono un uomo adulto con i segni sul viso di una barba che mi ostino a togliere per non somigliare a lui, guardo le foglie verdi che cadono con tristezza, a volte le raccolgo e le tengo tra le mani sospirando, come mio padre aveva fatto tanti anni prima.
Non si era dimenticato di mia madre e mai lo aveva fatto fino alla fine dei suoi giorni, e nemmeno io in fondo mi sono mai dimenticato di lei...e come avrei potuto se il verde delle foglie che mi circondano e lo stesso dei suoi begli occhi?

Royal Family-credit @acupofmich on Twitter https://twitter.com/acupofmich/status/1431263513239031808/photo/1

 

   
 
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