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Autore: BlueMagic_96    27/08/2021    3 recensioni
[BakuTodoDeku] [ShinKami solo accennata][past TodoMomo e IzuOcha]
E' il compleanno di Denki Kaminari e tutti gli ex-studenti della Classe 1A sono stati invitati alla sua festa. Cosa mai potrebbe andare storto?
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NB: questa one shot è collegata ad altre tre precedenti che ho scritto (i link li trovate a inizio fic) ma può essere letta separatamente, non è necessario avere letto le altre. E' la quartaparte di una serie di 6 one shot che ho intenzione di scrivere su questo trio e le pubblicherò separatamente perché avranno rating differenti.
Genere: Comico, Erotico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Izuku Midoriya, Kaminari Denki, Katsuki Bakugou, Shouto Todoroki
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo
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Ciao a tutti! Eccoci alla quarta parte di questa raccolta!
Stavolta mi sono lanciata a scrivere qualcosa di leggero e divertente, inserendo anche gli altri personaggi della classe 1A: mi sono divertita un sacco a scrivere di tutti quanti e ad immaginare come potrebbe essere partecipare ad una festa insieme a loro.

Come sempre, per un'esperienza più "completa" vi lascio il link alle altre storie, se siete interessati. Ripeto che non è necessario aver letto le altre per seguire questa, quindi sentitevi liberi!

"Vuoi scommetere?": https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3973340&i=1
"Sono troppo stanco...": https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3977956&i=1
"Non doveva essere una serata tranquilla?": https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3985114&i=1

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[PARTE 4/6]

“Bakugou!!” Kirishima lo salutò con uno dei suoi sorrisi migliori.
Katsuki era appena entrato nella luminosa stanza dove era stato imbastito il buffet e il vigoroso abbraccio di Eijirou lo aveva colto alla sprovvista: “Lasciami, Capelli di Merda!” disse, lanciandogli uno sguardo torvo e scrollandoselo di dosso con un movimento della spalla, “Allontana quelle luride mani dalla mia camicia” aggiunse, squadrandogli le dita unte e coperte di sale.

“Mi mancava la tua mascolinità” rispose l’altro, dandogli un’amichevole pacca sulla spalla.
In effetti, Katsuki era felice di vederlo: Kirishima era fin troppo socievole e chiacchierone per i suoi gusti ma era bello averlo attorno e, oltretutto, era una delle poche persone che lo sopportava senza farlo sentire in colpa per il suo brutto carattere.

“Bakubro! Midoriya!” la voce di Denki li raggiunse poco dopo. Lui ed Eijirou stavano facendo rifornimento da una delle tante bottiglie che erano state attentamente disposte sul tavolo insieme ad una serie infinita di salatini e stuzzichini.
Kaminari barcollò verso di loro con un immancabile bicchiere rosso in mano, chiaramente brillo: “Ci siete mancati!” aggiunse con un sorriso smagliante, appoggiandosi contro la spalla di Kirishima.
“Oh, sta zitto, idiota!” lo salutò Katsuki. Odiava quando i suoi amici lo chiamavano ‘Bakubro’ ma sapeva di non avere alcun diritto di lamentarsi, in quanto a soprannomi.

“Deku! Scusami, non ti avevo visto!” si scusò Eijirou, indicando il ragazzo dai capelli verdi che si trovava poco dietro Bakugou. Izuku gli sorrise e sembrò felice di lasciarsi stritolare in uno dei suoi abbracci – erano fatti della stessa pasta, quei due – poi si voltò verso Denki: “Buon compleanno, Kaminari!”
“Grazie, amico! E il mio regalo?” chiese il festeggiato, senza nemmeno provare a nascondere la propria impazienza.

“Sono io il tuo fottuto regalo” gli rispose Katsuki, come a suggerire che la sua sola presenza fosse una concessione più che sufficiente.
Izuku lo corresse in fretta: “Ce l’ha Shouto” disse, con un sorriso esasperato.
“Oh, giusto! A proposito, dov’è Todoroki?” chiese Kaminari, aggrottando le sopracciglia.
Katsuki strinse i denti: “E’ con Yaoyorozu” brontolò, chiaramente infastidito.
“Aveva bisogno di aiuto con le bevande” spiegò Izuku, più per ricordarlo a Bakugou che agli altri.

“Figo! Abbiamo bisogno di rifornimenti, in effetti!” esclamò Kaminari, esaltato all’idea di altri drink.
“Sei praticamente ubriaco, non hai bisogno di altro alcool in quel corpo già malfunzionante” gli fece notare Katsuki, vagamente divertito. Gli sembrò di fare un salto indietro nel tempo, quando le loro uniche preoccupazioni erano i voti e gli esami.
“L’hai detto: praticamente! Praticamente non è abbastanza, non va bene per niente!” dichiarò Kaminari, sollevando il proprio bicchiere. “Ragazzi, avete bisogno di un drink... non sarò felice finché non vi vedrò con uno scomodissimo bicchiere in mano!”
“Non me ne frega un cazzo della tua felicità, Pikachu!” rispose Katsuki.

Prima che Denki potesse argomentare, Kirishima intervenne: “Andiamo, bello! Sero voleva iniziare una partita a beer-pong!”.
“Mi tiro fuori” rispose lui, semplicemente. “Devo riportarci tutti e tre a casa, stasera” ed era vero.
Non era mai stato un fan dell’alcool, in ogni caso: lo reggeva più che bene ma non era salutare per la sua dieta; inoltre odiava l’idea di non avere pieno controllo dei propri pensieri e del proprio corpo.

“Eddai, Bakugou! Non fare il rompipalle! Yaoyorozu...” Denki si accigliò, chiaramente deluso. Non solo Momo era stata tanto gentile da ospitare il venticinquesimo compleanno di Kaminari nella sua enorme e lussuosa villa, no; aveva anche messo i suoi letti e i suoi divani a disposizione di tutti, così che potessero bere quanto volevano.
Bakugou lo interruppe: “Lo so, ma a differenza vostra sono di turno, domani mattina” spiegò freddamente. Il fatto che avesse deciso di sacrificare preziose ore di sonno per essere lì era un segno più che evidente di quanto effettivamente tenesse a Denki e agli altri ragazzi. Maledette comparse.

Izuku sorrise: “Beh, se mi volete posso giocare io!” si offrì.
A differenza di Kacchan, aveva ogni intenzione di sfruttare quella notte di libertà per divertirsi con i suoi vecchi compagni nonché colleghi Pro-Heroes.
Sia chiaro, era grato a Kacchan per essersi proposto come guidatore designato, ma certe volte era troppo rigido. Izuku voleva bere e lo avrebbe sicuramente fatto, ma aveva promesso a Kacchan e Shouto che sarebbe stato attento: non era abituato all’alcool e aveva avuto brutte esperienze, in passato; a dire il vero, a parte la sbornia del giorno dopo, Izuku non aveva brutti ricordi delle sue serate da ubriaco.

Stando alle parole degli altri, però, poteva diventare piuttosto... impegnativo. Niente vodka. Devo solo tenermi alla larga dalla vodka e non ci saranno problemi, si disse. Se solo avesse saputo.
Nel corso degli anni i suoi amici avevano trovato uno schema dietro alle sue ubriacature disastrose: le cose diventavano davvero ingestibili solo quando beveva vodka – a quanto pare il suo corpo non sopportava il distillato russo – altrimenti riusciva a reggere piuttosto bene fino a fine serata, o al massimo crollava sul primo divanetto che gli capitava a tiro.

“Alla grande! Finalmente qualcuno che sa ancora come divertirsi! Vieni, andiamo a cercare gli altri!” Kaminari lo afferrò per un braccio e lo trascinò con sé nell’altra stanza, senza alcun preavviso.
Kirishima si voltò verso Bakugou: “Beh, forse sei ancora in tempo per vedere la sfida del secolo. Iida è arrivato secondo al torneo di Just Dance e ha chiesto la rivincita a Mina... ti giuro che sono rimasto a bocca aperta! Lui si che è un vero uomo...” gli disse, sgranocchiando un pugno di patatine.
“La smetterai mai con ‘sta cazzata della virilità, Eijirou? E’ imbarazzante...” gli chiese il biondo, cercando di ignorare l’impulso che gli ordinava di scrollargli le briciole dal colletto della camicia.

Qualche attimo dopo, i due si ritrovarono nella stanza vicina, che se possibile era ancora più grande della precedente: alcuni stavano ballando di fronte all’enorme televisore, mentre gli altri osservavano lo spettacolo dal costoso divano in pelle, ridendo e scherzando nella penombra.
C’erano quasi tutti – Uraraka era ancora in Corea e sia Kouda che Mineta non erano riusciti a venire – e tutti si fermarono per salutare i nuovi arrivati: Katsuki avrebbe volentieri fatto a meno di quella parte. Forse mi serve davvero un drink, pensò.
Era felice di vederli, ma tutti quei ‘come stai?’ e ‘quanto tempo è passato!’ lo stressavano e basta.

Cercò Deku tra la folla e vide che era già circondato da diverse persone: Iida e Tsuyu erano stati i primi a raggiungerlo – avevano sicuramente un sacco di cose di cui parlare – poi Jirou, Hagakure e Oijirou, insieme a Sato e Sero. Tutti lo amavano. Nerd di Merda.
Continuò a parlare con Eijirou, cercando di ignorare quella strana sensazione che gli pesava sul petto, quando una voce forte e squillante attirò la sua attenzione: “Scusate ragazzi, ero troppo impegnata a fare il culo a tutti sulla pista da ballo!” Ashido comparve dal nulla, emanando energie positive, come sempre.

Raggiunse subito Eijirou per dargli un bacio sulle labbra, facendolo arrossire come una ragazzina nonostante stessero insieme ormai da tre anni. Era proprio senza speranze. “Boom-Boom Boy! Mi mancava vedere il tuo bel faccino!”
“Non posso dire lo stesso di te, Area 51” rispose lui, dandole un abbraccio imbarazzato.
Izuku si unì a loro dall’altra parte della stanza: “Ashido! Come stai?!” le chiese, dandole un bacio sulla guancia.
“Midoriya, caro! Devi raccontarmi un sacco di cose...” disse, poggiandogli un braccio intorno alle spalle e guardandolo con un sorriso accattivante. “Aspetta, dov’è Todoroki?” chiese, guardandosi intorno alla ricerca di una testa mezza rossa e mezza bianca.

Sapevano tutti che loro tre stavano insieme o... beh, insomma, che erano qualcosa, ecco; era bello perché potevano essere loro stessi senza pensare troppo alle conseguenze delle loro azioni o ad eventuali ripercussioni mediatiche.
“E’ con Yaoyorozu...” Izuku cercò di spiegare.
“Uuh, interessante!” Mina commentò maliziosamente. “E’ davvero un peccato che le cose non siano andate bene tra quei due... vi immaginate che bambini meravigliosi sarebbero venuti fuori, con quei geni?!”
Sapeva perfettamente che Todoroki e Yaoyorozu erano stati insieme, in passato: era una storia lunga ma la conoscevano tutti piuttosto bene, in quella stanza.
La ragazza doveva avere notato anche l’espressione cupa di Bakugou e aveva deciso di infastidirlo un pochino.

“Fottiti, Ashido” esplose Katsuki. Mina rise e, come se nulla fosse, si voltò verso Kirishima per chiedergli cosa ne pensasse della sua performance a Just Dance, fingendo innocenza.
Izuku approfittò del momento per avvicinarsi di soppiatto a Katsuki e baciarlo sulla guancia: “Sei carino quando sei geloso” sussurrò, abbastanza forte perché l’altro lo sentisse sopra la playlist di Jirou che suonava in sottofondo.
“Vaffanculo, non sono geloso! Perché dovrei esserlo?!” si mise subito sulla difensiva, come previsto.

Izuku sorrise della sua reazione, ma la risata tonante di Kaminari gli proibì di aggiungere altro: “Eccoti! Ho trovato gli altri giocatori, siamo pronti!” annunciò con fin troppo entusiasmo. Gli altri giocatori, a quanto pare, erano Shoji e un Sero già molto instabile.
Izuku riuscì a mimare un ‘ci vediamo dopo’ agli altri prima di essere trascinato fino alla porta a vetri che dava sul cortile interno, lasciando Katsuki da solo con Mina e Kirishima.

I tre continuarono a chiacchierare e scherzare come facevano quando erano ancora al liceo e Katsuki dovette ammettere che gli era mancata, quella sensazione: c’era qualcosa di familiare nel parlare con i suoi vecchi amici; qualcosa che gli ricordava casa, in qualche modo.

La loro conversazione si interruppe quando Shouto e Yaoyorozu fecero il loro ingresso nella stanza: “Todoroki!” Mina sventolò energicamente la mano verso di loro e fece per raggiungerli, seguita a ruota da Kirishima e dagli altri.

Katsuki lanciò un rapido sguardo al bastardo a Metà e, tra tutte le cose, notò come le mani di Yaoyorozu si avvolgessero perfettamente intorno al suo avambraccio: non sapeva bene perché, ma non gli piaceva il modo in cui Momo stava così appiccicata al suo... fidanzato? Amante? Cosa diavolo erano? Scopamici?
Non avevano mai discusso di etichette e formalità, e da un lato era meglio così, ma dall’altro questa incertezza gli rendeva difficile metabolizzare le sue emozioni.

Era davvero geloso? Aveva il diritto di essere geloso, innanzi tutto? Oh, che si fottano!
Katsuki diede loro la schiena e attraversò la stanza per raggiungere il tavolo di legno ricoperto di torte e dolci, gentile omaggio di Sato.

Prese un piattino di carta, rigorosamente organica, ma era così perso nei suoi pensieri che non riuscì a concentrarsi propriamente su quello che stava facendo: sapeva che Todoroki e Yaoyorozu erano stati insieme per tutto l’ultimo anno alla Yuuei e sapeva che si erano lasciati pacificamente dopo che Shouto aveva realizzato di non voler avere figli e di preferire gli uomini alle donne.

Anche Deku e Faccia-Rotonda erano stati una coppia per due anni, poi Deku aveva lasciato il Giappone per terminare il suo Apprendistato di Specializzazione negli Stati Uniti e Uraraka si era trasferita in Corea per lavoro. In America, Deku aveva anche avuto la sua prima esperienza con un ragazzo, oltre ad una serie di tentate – e fallite – relazioni con entrambi i sessi.

Forse era quello il problema: lui non aveva mai avuto nulla di tutto quello. Non era mai stato attratto da nessuno se non da quei due disgraziati (e forse da Kirishima, ma era acqua passata): non riusciva ad immaginare di andare a letto con altra gente, il solo pensiero lo disgustava e forse, solo forse, si sentiva... no. Bakugou Katsuki non era mai stato insicuro di nulla nella sua vita.

Non sapeva esattamente come chiamare quella strana sensazione che gli chiudeva lo stomaco in un misto di rabbia e paura, ma non voleva pensare ad essa come a gelosia. Non era così debole.
Quello che sapeva per certo era che la gentilezza e la premura di Shouto nei confronti di Momo gli dava ai nervi: il modo in cui la fissava, quasi con ammirazione, ridendo delle sue battute e sorridendo quando era distratta; il modo in cui li aveva guidati fin lì, come se conoscesse la strada a memoria.

Quante volte era stato in quella casa, prima di allora? Quante volte aveva camminato su quel parquet? E il divano? Ci avevano scopato? Conoscendo Shouto, probabilmente non c’era mobile su cui non lo avessero fatto. Tutto in quella maledetta casa gli ricordava che Shouto non era sempre stato suo, così come Midoriya. Odiava quella sensazione. Non gli piaceva che Shouto e Momo stessero da soli e gli piaceva ancora meno il modo in cui lui si appoggiava a lei, come se fossero ancora una coppietta felice del cazzo! L’aveva anche baciata sulla guancia, ad un certo punto!

“Ti vedo giù” una voce molto riconoscibile lo riscosse dai suoi pensieri. Shinsou.
Era così distratto dalle sue emozioni che non si era nemmeno accorto di Shinsou, seduto a pochi passi da lui: “Beh, tu stai di merda come sempre” rispose seccamente.
“Qualcosa ti turba, Kacchan?” lo provocò l’altro.
“Fottiti, Occhiaie! Che cazzo ci fai qui?”

“E’ il compleanno del mio fidanzato, genio” rispose il ragazzo dai capelli viola, alzando gli occhi al cielo. Katsuki fu colto alla sprovvista. Si era quasi dimenticato che lui e Denki si erano messi insieme, qualche mese prima, ma si riprese immediatamente: “Allora va da lui e non rompere le palle a me!”
“E’ un paese libero” gli fece notare Shinsou, quasi divertito.
Bakugou stava letteralmente per far esplodere qualcosa: “Quindi immagino di essere libero di prendere a pugni quella tua stupida faccia di...”

“Per favore, se devi far esplodere qualcosa fallo fuori” la voce di Shouto lo raggiunse, insieme alla sua mano sulla spalla. Shinsou lo salutò con un cenno del capo al quale Shouto rispose con un gesto della mano.
Katsuki se lo scrollò di dosso e si voltò verso di lui: “Oh, sei tornato,” disse, come se non lo avesse notato arrivare pochi attimi prima, “spero che vi siate divertiti”. Ok, quella frecciatina non era necessaria.

Shouto aggrottò le sopracciglia: “Da quando trasportare delle scatole sarebbe divertente?” chiese, confuso. Aveva appena aiutato Momo a portare dentro una serie di scatoloni pieni di bottiglie e snacks... doveva essere divertente? “Tutto ok?” gli domandò, infine.
Bakugou rimase in silenzio e cercò in ogni modo di evitare il suo sguardo, riempiendo impulsivamente il piatto di pasticcini e fette di torta: “Sì, perché non dovrebbe?”

“Non lo so, sembri arrabbiato. Più arrabbiato del solito...” si corresse l’altro, fermandosi un attimo per abbassare lo sguardo sul piatto, “... e affamato, oserei dire”. Fissò la montagna di pasticcini con sguardo incuriosito: “Non ti piacciono nemmeno, i dolci” gli ricordò.
“Beh, ora sì. Problemi?”

“No, stavo solo...” Shouto era decisamente confuso dal suo comportamento ma decise che era inutile insistere, “lascia perdere. Se vuoi qualcosa da bere che non sia alcolico ti faccio vedere dove io e Momo abbiamo messo...”
“Posso servirmi da solo, Metà e Metà! Fammi un favore e va a goderti la serata da qualche altra parte!” e con quello, Katsuki se ne andò semplicemente dalla stanza, borbottando una serie infinita di insulti e profanità.

Shouto stava ancora cercando di processare quello che era appena successo quando Shinsou, che aveva assistito a tutta la scena, si voltò verso di lui: “Deve essere davvero bravo a letto” ipotizzò, cercando di capire perché uno come Shouto stesse ancora con uno come Bakugou Katsuki.

Il sesso non era ovviamente l’unica ragione, ma Shouto non poté fare a meno di sospirare, esasperato: “Già...” poi prese un altro sorso dal suo cocktail. Non sapeva cosa avesse fatto Bakugou ma, immaginò si trattasse di uno dei suoi tanti crolli nervosi, quindi si convinse a lasciar perdere.

Le ore successive passarono piuttosto velocemente: Shouto venne trascinato in una versione alcolica di charades, Izuku vinse la partita di beer-pong e Jirou riuscì a convincere Katsuki a suonare il cajon per il piccolo spettacolo che aveva allestito in salotto.

A fine performance, Shouto aveva applaudito entusiasticamente e aveva cercato di avvicinarsi, ma il biondo sembrava deciso a non rivolgergli la parola, quindi rinunciò: passò la serata a discutere di lavoro con Iida e Momo, rimembrando il passato con Tsuyu e Tokoyami e ascoltando i pettegolezzi di Mina e Hagakure.

Izuku si spostava di gruppo in gruppo, seguito da un Kaminari sempre più ubriaco, perché come suo solito voleva accontentare tutti quanti.
Katsuki non partecipò attivamente ai giochi alcolici che il festeggiato e Sero avevano organizzato per la serata, ma fu felice di guardarli e di commentare le loro penose prestazioni; ironia della sorte, passò diverso tempo con Momo. Non aveva nulla contro di lei, in realtà: era una ragazza gentile e un’Eroina fenomenale; non era colpa sua se Shouto giocava a fare il Principe Azzurro.

Dopo ore di socializzazione forzata, Shouto decise che era il caso di prendersi una pausa dai suoi amici e scomparve nella stanza del buffet, dove trovò Tokoyami seduto al tavolo e intento a guardare il proprio cellulare: “Ehi, che ci fai qui?” gli chiese Shouto, curioso.
L’altro sollevò lo sguardo stanco dallo schermo: “La stessa cosa che fai tu. Mi ricarico” rispose.
Shouto sorrise: entrambi non erano mai stati dei gran festaioli, ed essere costantemente circondati da persone energiche ed estroverse era estenuante, a volte.

A quanto pare, per entrambi era giunto il momento di ricaricare le proprie batterie-sociali: “Già... questo casino mi sta uccidendo” disse Shouto, sorseggiando il suo drink e prendendo posto vicino all’altro ragazzo. “Dov’eri, a proposito? Ti ho perso dopo la dimostrazione di Aoyama” e con quelle parole si riferiva al momento in cui Aoyama aveva mostrato a tutti la sua impeccabile tecnica di salto con la corda, usando la lingua di Tsuyu come corda. Era stato illuminante, a dirla tutta.

“Ero fuori in cortile con gli altri ma poi Ashido ha deciso di giocare ad Obbligo o Verità” disse.
Shouto era confuso: “Non conosco il gioco ma sembra divertente” confessò.
L’altro lo guardò sgomento ed esasperato allo stesso tempo – com’era possibile non conoscere Obbligo o Verità? – poi disse: “Oh, sì, all’inizio era divertente. Poi Kaminari ha iniziato a chiedermi se migro in inverno e se portarmi a letto conterebbe come cosa a tre. Così eccomi qui” spiegò con espressione quasi neutrale.

Inizialmente Todoroki non seppe cosa dire, poi la sua mente iniziò a vorticare e alla fine non riuscì a trattenersi: “Quindi? Conterebbe?” chiese con curiosità sincera, “Insomma, Dark Shadow può attivamente...”
Tokoyami lo interruppe prima che potesse finire: “Non ho intenzione di rispondere a questa domanda” lo squadrò e Shouto recepì il messaggio. Sì, forse ho bevuto troppo. “In ogni caso, Midoriya era con me. Ti stava cercando ma poi si è messo a parlare con gli altri, penso sia ancora con loro” gli disse.

Shouto rimase seduto per un po’, prendendo in considerazione le sue opzioni: “Penso che andrò da lui, allora. Grazie!” voleva riposarsi un attimo, ma dopo i vari rifiuti di Katsuki aveva bisogno di un po’ di affetto. Attraversò la stanza affollata e caotica e arrivò alla porta a vetri del cortile di Momo: “COS’È CHE HA?!” la voce acuta di Mina fu la prima cosa che udì, una volta affacciatosi.

“Penso abbia detto che ha le mani morbide, Mina...” intervenne Sero, alla sua sinistra.
Erano tutti seduti intorno al tavolo da beer-pong: Ashido, Sero, Hagakure, Kaminari, Shinsou e Izuku.
Tutti, nel gruppo, iniziarono a ridere: “Non ci credo!” esclamò Mina, incuriosita e divertita al tempo stesso, “Sei sicuro che stiamo parlando dello stesso Bakugou? Il nostro Bakugou? Mi stai dicendo che c’è davvero qualcosa di morbido in lui?” gli chiese, scioccata.

Izuku prese un altro sorso dal suo bicchiere: “Oh, sì... ha delle mani magiche... in ogni senso possibile...” biascicò, a metà tra la malizia e l’innocenza.
“Oddio, sono io o si sta facendo caldo qui?!” Hagakure sventolò un tovagliolo davanti al suo volto invisibile.
Kaminari iniziò a ridere e versò altro alcool nel bicchiere di Izuku, che cercò invano di fermarlo: “Grazie, grazie davvero, Deku! Tutto questo è... fantastico!” esclamò.

Shinsou lo rimproverò, chiaramente esasperato dal comportamento del suo fidanzato: probabilmente era lì solo per compiacere Denki e non vedeva l’ora di tornarsene a casa. Ad ognuno il suo, pensò Shouto. Stare con Bakugou era come vivere la propria vita alle pendici di un vulcano attivo ma Kaminari non era da meno, seppure in modo diverso.
“Dicci di più, ti preeego!” Hagakure era chiaramente avida di pettegolezzi e gli altri condividevano la sua stessa curiosità, a quanto pare.

Izuku arrossì e ridacchiò come qualcuno che voleva disperatamente rivelare un segreto ma che sapeva di non poterlo fare. Qualcuno molto ubriaco: “Non posso, ragazzi...” ma dal tono non sembrava troppo convinto.
Kaminari si inginocchiò teatralmente di fronte a lui: “Oh, andiaaamo! E’ il mio compleanno, amico! Me lo devi!” richiese ad alta voce.

Shouto si sarebbe messo a correre se non fosse stato così stordito, quindi si limitò a velocizzare il passo nella speranza di raggiungere il gruppo prima che fosse troppo tardi.
Izuku guardò Kaminari e, spronato dagli altri, iniziò a parlare: “Beh, una volta abbiamo legato...”
“Ok, ok, direi che è abbastanza!” Shouto riuscì a coprire la bocca di Izuku con la mano prima che potesse finire di raccontare il suo aneddoto.
Tutti quanti sussultarono – erano talmente brilli che non lo avevano nemmeno visto avvicinarsi – e Izuku reclinò la testa all’indietro, sorpreso.

Aveva chiaramente perso il controllo dei propri pensieri: “Shoutoooo! Eccoti! Mi sei mancato, vieni qui!” gli disse, aprendo le braccia e allungandosi verso di lui, sbilanciandosi dalla sedia e rischiando di cadere.
“Todoroki! Vuoi unirti a noi?” Kaminari fece un passo avanti e per poco non scivolò sull’erba.
“No, grazie” rispose, cercando di ignorare le mani insistenti di Izuku sul proprio corpo.

Ma Kaminari non mollava l’osso: “Guarda che è facile, sai? Devi solo scegliere tra...”
“Chi?? Chi avete legato? Chi?” sbottò Mina, prendendo la mano di Izuku nella sua, “Lui, non è vero? E’ per questo che ti ha fermato?” aggiunse, indicando Shouto. Mi dispiace deluderti, ma non ero io.
“Te l’ho mai detto che sei bellissimo?” gli chiese Deku, ignorando completamente le domande di Mina. Sembrava avere occhi solo per lui e, per quanto la cosa gli facesse piacere, Shouto era preoccupato: “Quanto hai bevuto? Lo sai che non dovresti...” ma non riuscì a terminare la frase che Izuku si alzò in piedi, o almeno ci provò.

“Oh, andiamo, Shouto! Mi stai davvero sgridando? Di solito sei così buono con me...” biascicò, barcollando sul posto, poi mise le mani sulle sue spalle e iniziò a massaggiarle: “Non essere così teso... siamo tra amici...” disse, alzandosi in punta di piedi per baciarlo sulle labbra. Merda.
Non era mai facile per Shouto avere a che fare con Midoriya quando era in quello stato, specialmente considerando che lui stesso aveva bevuto troppo. Oltretutto, le labbra di Izuku sapevano di vodka. Pessimo segno.

Mentre si baciavano, Shouto sentì le ragazze lamentarsi di quanto la vita fosse ingiusta, visto che i tre ragazzi più fighi della loro classe si erano rivelati essere gay l’uno per l’altro. Tornò in sé e allontanò Deku gentilmente.
“Oh, no, non fate caso a noi... continuate pure” Mina li stava guardando con occhi sognanti e con un sorrisetto malizioso.

“Che vi ha detto?” chiese Shouto, voltandosi verso il gruppo.
“Oh, due o tre cose divertenti e molto interessanti che stiamo già iniziando a dimenticare, per cui non preoccuparti. Domani sarà tutto solo un vago ricordo” disse Sero, sollevando il bicchiere in aria.
“Ci ha detto che... beh, che siete ben equipaggiati, insomma. Specialmente Bakugou” lo informò Mina, punzecchiandolo sul fianco.

“Nulla di nuovo, sinceramente...” commentò Kaminari, attirandosi addosso gli sguardi di tutti, “Andiamo, non ditemi che non avete mai dato una sbirciata, negli spogliatoi!” continuò, rivolgendosi principalmente a Sero e Shinsou, che non sembrava troppo entusiasta di quella rivelazione.
“Beh, sì... purtroppo noi non l’abbiamo mai visto, ma lo immaginavamo. Quel ragazzo sembra gridare al mondo ‘ce l’ho grosso’!” disse Hagakure, parlando anche a nome di Mina.

“Uh, ci ha parlato un pochino anche delle vostre dinamiche...” aggiunse Kaminari, seduto sulle gambe di Shinsou, che lo teneva stretto per evitare che combinasse altri disastri. “Non ti facevo così... versatile” gli disse, con un sorrisetto furbo. Fortunatamente Shouto non aveva problemi a condividere certe cose: non aveva mai capito completamente perché il sesso fosse visto come un argomento così scabroso.
Hagakure prese parola: “Lo sapevo! Sei sempre stato il più furbo” gli disse con orgoglio e Shouto non poté fare a meno di sorriderle, divertito. A quanto pare Izuku aveva dato loro una serie di informazioni confuse ed incomplete; niente di troppo serio, ma era meglio che Katsuki non lo venisse a sapere.

“Oh, sì... è mooolto versatile...” commentò Izuku, aggrappandosi al braccio di Shouto come a rivendicarne la proprietà e guardandolo con occhi adoranti.
“Ookay, penso sia ora di bere un po’ d’acqua” Shouto lo afferrò per le spalle e lo costrinse ad allontanarsi dal gruppetto che stava disperatamente cercando di estorcergli altri dettagli piccanti sulla loro vita sessuale.
Izuku camminò di fronte a lui, blaterando frasi sconclusionate, ma prima che potessero raggiungere il buffet Shouto venne fermato da un Oijirou piuttosto su di giri: “Todoroki! Ti stavo cercando, ho bisogno della tua opinione...” iniziò il ragazzo dai capelli a spazzola.

 Quei pochi secondi di distrazione furono sufficienti perché Izuku gli scivolasse tra le dita: era incredibile come le persone ubriache riacquistassero improvvisamente le loro facoltà motorie di fronte a qualcosa di loro interesse.
“Scusa, Oijirou, ma...” l’altro, però, aveva già iniziato ad esporgli i suoi problemi e Shouto non sapeva come fermarlo senza risultare sgarbato.
Bakugou era seduto al tavolo di legno al centro della stanza e stava scambiando consigli culinari con Sato –l’unica persona sobria oltre a lui e Momo – quando Izuku comparve dal nulla e lo abbracciò da dietro la sedia: “Kacchaaan!” gli urlò in un orecchio, chiaramente ubriaco, poi lo baciò su una guancia in modo quasi infantile.
Katsuki si sentì arrossire: “Levati, Deku! Non vedi che sto parlando?” disse, indicando Sato con un gesto del capo e cercando di scrollarsi Izuku di dosso.

Il ragazzo dai capelli verdi, però, riuscì in qualche modo ad insinuarsi tra lui e il tavolo, mettendosi a cavalcioni sulle sue gambe: “Andiamooo, non rompere... dammi un bacio” Izuku sembrava ignorare completamente la presenza di Sato, che presto decise di abbandonare il suo posto, troppo imbarazzato.
Katsuki si immobilizzò e, prima che potesse insultarlo, Izuku mormorò qualcosa al suo orecchio: “Cazzo, non sai quanta voglia ho di succhiartelo, in questo momento...” e sottolineò quella frase passando una mano tra le sue gambe e accarezzandolo da sopra i jeans. Katsuki lo respinse e cercò di alzarsi, ma l’altro si era aggrappato a lui come un koala ad un fottuto albero di eucalipto. Cazzo. Cazzo, cazzo, cazzo!

Fu in quel momento che uno Shouto trafelato si presentò al tavolo: “Erm... Katuki, abbiamo un problema” annunciò, guardandoli con uno strano scintillio negli occhi.
Bakuguo sbottò: “Ma non mi dire, Sherlock!” e con quello, cercò nuovamente di liberarsi di Deku.
Dal nulla, Izuku iniziò a ridere: “Uuuh, Kacchan è arrabbiato... mi piace...” e cercò di baciarlo un’altra volta.

Katsuki si voltò di lato per evitare le sue labbra: “Dammi quel bicchiere” gli ordinò, cercando di ignorare il calore che gli stava crescendo nel basso ventre. Deku rispose prendendo un altro sorso dal suo drink, in un chiaro atto di sfida. “Ho detto: dammi quel cazzo di bicchiere, idiota!” e con un rapido gesto, Katsuki gli rubò il drink di mano. Non aveva bisogno di assaggiarlo per capire cosa fosse, l’odore era sufficiente: “PERCHE’? Te l’avevo detto, niente vodka, cazzo!” imprecò.

Ogni volta che Deku si ubriacava con la vodka diventava per metà un bambino viziato e per metà un cane in calore. Una combinazione molto fastidiosa, soprattutto se in pubblico.
“Non è vodka... ho chiesto a Denki!” farfugliò. Ma certo.
Izuku era talmente ingenuo che non avrebbe distinto un bicchiere di vodka da una spremuta d’arancia e Denki lo sapeva molto bene: “KAMINARI!” urlò Katsuki, pronto ad esplodere la testa di quell’idiota. Riuscì ad alzarsi in piedi e gettò Izuku tra le braccia di Shouto: “Dove cazzo è quel coglione?” continuò ad urlare, attirando l’attenzione di tutti.

“Katsuki, calmati. E’ solo...” iniziò Shouto, ma Kaminari decise di fare irruzione nella stanza proprio in quel momento, accompagnato da Shinsou e da un Kirishima molto preoccupato che stava disperatamente cercando di trascinare l’amico su per le scale, verso il bagno.
“Bakubroo!! Ti prego, fammi toccare le tue mani, voglio...” ma Eijirou lo zittì prima che potesse fare altri danni. Troppo tardi, purtroppo: Bakugou aveva intuito che c’era qualcosa sotto e sembrava indeciso se correre dietro al festeggiato o chiedere spiegazioni a Shouto. Optò per la seconda.

Todoroki sapeva di non avere scampo, così si sedette su una delle sedie che erano sparse intorno al tavolo e iniziò a spiegare: “Lui... stavano facendo un gioco, Obbligo o Qualcosa” disse, e Izuku colse l’occasione per sedersi sulle sue ginocchia.
Katsuki spalancò gli occhi e cercò di non esplodere, poi si voltò verso Deku: “Dio santo, che cazzo gli hai detto?” chiese, stringendo i denti.

Izuku si allungò sul tavolo per rubargli un altro bacio, fallendo miseramente: “Che sei mooolto bravo...” Shouto non poté fare a meno di pensare che il suo Quirk per la Percezione del Pericolo fosse ufficialmente fuori uso e cercò di supportarlo: “Ha detto che ce l’hai grosso e che hai le mani morbide, non mi sembrano dichiarazioni così oltraggiose” disse, pentendosi immediatamente di aver parlato.
Bakugou cercò di rimanere calmo. Sapeva che, qualunque cosa Deku avesse detto, non era una tragedia – lui stesso, da ubriaco, aveva raccontato diverse cose private degli altri due, ed era anche per quello che non gli piaceva bere troppo – ma quella sera era incredibilmente nervoso e aveva già abbastanza cose per la testa: “Sta con lui, vado a prendere dell’acqua. La mia chiacchierata con Pikachu può aspettare” disse.

“Erm... tanto che ci sei porteresti un bicchiere anche per me?” tentò di chiedere Todoroki.
“Dio, Shouto, riesci a renderti utile in qualcosa?” scoppiò Katsuki, innervosito.
“Non lo ascoltare, Shou’... è solo geloso perché sei stato con Momo, tutto qui” farfugliò Deku, allacciando le braccia dietro al collo dell’altro. Cosa?!
Shouto si accigliò e guardò Katsuki, confuso: “Momo?”chiese, ignorando i tentativi di Izuku di trascinarlo più in basso per baciarlo sulle labbra.

Il volto di Bakugou divenne improvvisamente paonazzo e Shouto non seppe dire se fosse per rabbia o per qualche altro motivo: “Vado a prendere l’acqua” si limitò a dire il biondo.
Shouto stava per dire qualcosa ma, parlando del diavolo, Yaoyorozu li raggiunse: “Ragazzi, tutto ok?” chiese con innocenza e sincera preoccupazione. Probabilmente era accorsa per controllare che Bakugou non stesse distruggendo il suo salotto, attirata dalle urla di poco prima.

“Beh, non proprio. E’ ubriaco. Vodka” disse telegraficamente Shouto, indicando Izuku con un cenno.
“Sto bene! Perché siete tutti così noiosi?” sbuffò il ragazzo dai capelli verdi, liberandosi dalla stretta di Shouto e lottando per mantenersi in equilibrio da solo. “Volevo solo festeggiare con voi... tra due settimane è il mio compleanno e probabilmente non riusciremo... insomma... volevo solo stare insieme ma...” la sua voce era rotta dall’emozione, “m-ma voi non mi volete e... vi sto solo rovinando la serata...” i suoi occhi si inumidirono e il suo labbro inferiore iniziò a tremare.

Shouto sentì un nodo alla gola e anche Katsuki, sebbene da fuori sembrasse solo più arrabbiato.
“Oh, no, tesoro...” Momo camminò verso di lui e lo strinse in un abbraccio materno, “va tutto bene, non preoccuparti. Lo sai che ti amano, su, ti vogliamo tutti bene qui...” e a quelle parole Izuku sembrò calmarsi un po’. Shouto e Bakugou, dal canto loro, si irrigidirono: la parola amore era ancora un argomento piuttosto delicato, per loro; lo avevano pensato innumerevoli volte ma nessuno di loro aveva avuto il coraggio di dirlo ad alta voce, almeno non con serietà. I ‘ti amo’ da sbronzi non contavano di certo.

“Andiamo a prendere un po’ d’aria, che dici?” continuò Momo, guardando gli altri due come per dire ‘lasciate fare a me’. Shouto e Katsuki tirarono un sospiro di sollievo quando videro la ragazza e Deku sparire in cortile, ma quando realizzarono di essere da soli nessuno seppe rompere il silenzio.
Katsuki stava già per alzarsi dalla sedia ma Shouto lo fermò: “E’ così? E’ davvero per Momo che mi stai evitando?” gli chiese, preoccupato.

Katsuki imprecò tra i denti: “Ti sto evitando perché voglio stare da solo, fine” disse. Non voleva parlare dei suoi sentimenti o del perché fosse arrabbiato. Era imbarazzante.
“Katsuki” Shouto non se la bevve, lo conosceva troppo bene, ormai. “E’ una cara amica e...”
“Oh, sicuramente ti è molto cara” quelle parole non dovevano uscire dalla sua bocca ma non era riuscito a trattenerle. Se ne pentì subito dopo: sono patetico, sembro una donnetta.
“Ma che vuol dire? Non posso più parlare con i miei amici, adesso?”

“Puoi fare quello che vuoi con i tuoi amici, Metà e Metà!” si interruppe un attimo, poi decise che era inutile trattenersi, “Immagino che mi dia fastidio vederti flirtare con la tua ex per tutta la sera, ok? Ecco, l’ho detto, contento? E’ una cosa così stupida? Non credo. Ora levati dal cazzo!” sputò tutto d’un fiato.
Shouto rimase senza parole ma decise che era meglio risparmiare il fiato per dopo: doveva solo aspettare di arrivare a casa e si sarebbero chiariti, ma era inutile continuare la conversazione in quel momento.
Non si levò dal cazzo, nonostante tutto, e nemmeno Katsuki accennò ad andarsene: rimasero entrambi al tavolo, in silenzio, e Shouto lo prese come un segno positivo.

Il fatto che Bakugou non fosse scappato da lui era già qualcosa.
Qualche minuto dopo, Izuku fu di ritorno: sembrava stanco ma almeno non stava piangendo e Yaoyorozu camminava dietro di lui, le mani sulle sue spalle per aiutarlo a proseguire diritto.
Lo accompagnò al tavolo e lo invitò a sedersi di fronte a Bakugou: “Ecco, riposati” disse, poi se ne andò per vedere cosa voleva Jirou, che la stava chiamando dall’altra stanza.

Una voce acuta tuonò nel salotto, sovrastando la musica: “Ragaaaazzi! Voglio fare un brindisi! Presto, prima che collassi sul divano!” Kaminari fece il suo ingresso trionfale, aiutato dal fidanzato.
Era pieno di energie, nonostante avesse appena vomitato l’anima in bagno. Gli altri si riunirono intorno al tavolo, inneggiando al festeggiato che iniziò subito il suo discorso sconnesso.
Katsuki non cercò nemmeno di seguirlo ma Shouto stava ascoltando con interesse: gli divenne molto difficile concentrarsi su Kaminari, però, quando la mano di Izuku iniziò ad accarezzare la sua coscia, avvicinandosi pericolosamente al suo cavallo dei pantaloni.

“Izuku...” lo rimproverò Shouto tra i denti, guardandosi attorno per accertarsi che nessuno li stesse guardando e spingendo via la sua mano insistente.
Nello stesso momento, Katsuki sentì qualcosa tra le gambe: “Ma che cazzo... Deku!” era il piede di Izuku.
Il Nerd di Merda si era tolto la scarpa per stuzzicarlo da sotto il tavolo, cogliendolo totalmente di sorpresa e facendolo sobbalzare.
Katsuki e Shouto si guardarono, quasi nel panico: “E’ ora di andare” disse il biondo, semplicemente. Shouto non poteva essere più d’accordo.

 ----

“Idiota” mormorò Katsuki.
“Non dovremmo portarlo a letto?” chiese Shouto. Erano tutti e due in piedi di fronte al divano dove Izuku stava pacificamente riposando. Si era addormentato in macchina e Bakugou aveva dovuto trasportarlo in braccio come un bambino perché Shouto era troppo instabile per aiutarlo.

“No, merita di dormire sul divano” rispose l’altro, anche se Shouto non sembrava per nulla convinto.
Durante il viaggio di ritorno, Shouto aveva deciso di rivelargli un segreto che solo lui e pochi atri conoscevano: Momo stava per sposarsi e voleva che lui le facesse da testimone.
Lei e Nakamura, il suo fidanzato, stavano ancora decidendo dove e quando organizzare le nozze: conoscendo Momo, sarebbe stato un evento piuttosto massiccio e prima di annunciarlo pubblicamente voleva essere sicura che Shouto volesse affiancarla per tutto il processo.

Sì, la cosa delle bevande era stata una scusa per rimanere da soli, ma l’unica ragione era che dovevano discutere di questa cosa. Niente di più.
Quando Bakugou era venuto a conoscenza della peculiare situazione si era sentito subito in colpa: era giunto alla conclusione sbagliata e aveva costretto Shouto a rivelargli il segreto di una sua amica.
Si sentiva una merda.

“Oh. Beh, sarà sicuramente una sposa magnifica...” aveva detto, cercando di sembrare disinvolto, “e da quello che ho visto anche una buona madre, in futuro” aveva aggiunto, guardando Deku dallo specchietto retrovisore.
“La prossima volta fidati, ok? O almeno parliamone civilmente” gli aveva rimproverato Shouto.
Bakugou era arrossito e, per quanto avesse voluto ribattere, aveva accettato la cosa in silenzio.

Ora erano nell’appartamento di Katsuki, entrambi piuttosto stanchi, ma Shouto non riusciva a distogliere lo sguardo dal ragazzo di fianco a lui: “Lo sai... sei molto sexy quando sei geloso” gli disse, inumidendosi le labbra e voltandosi verso di lui. Era bellissimo in quei jeans stretti, e quello sguardo stanco lo rendeva solo più affascinante.
“Fottiti, non ero ge...” iniziò Katsuki, ma Shouto fu più veloce.

“Accetta il complimento e baciami” gli disse con voce quasi autoritaria, poi lo afferrò per il colletto della camicia e lo attirò a sé. Fu un bacio scadente ma fu sufficiente ad accendere il desiderio in entrambi.
Con quel bacio Shouto voleva assicurare a Katsuki che nessuno gli faceva battere il cuore come lui e Izuku, e Bakugou voleva confessare che sì, era geloso; probabilmente lo era ancora e lo sarebbe stato in futuro.
“Lo so che domani mattina sei di turno ma non è che avresti tempo per...”

“Sì” Bakugou rispose ancora prima di sapere cosa Shouto gli stesse per proporre, “Mi ha promesso un pompino, dopotutto...” aggiunse, indicando Izuku, “qualcuno dovrà farsene carico.”
Shouto sorrise: “Vedrò che posso fare, allora” gli rispose, sbottonandogli distrattamente la camicia. “Adesso che ci penso non credo di averne mai fatto uno a Momo...” scherzò, e Katsuki ridacchiò.
Non scoppiò a ridere, quello lo faceva più spesso di quanto si potesse pensare; semplicemente ridacchiò e il cuore di Shouto smise di battere per un secondo perché era dolcissimo: “Sei fortunato ad essere così bello, lo sai?” scherzò.

Katsuki non era una persona facile da amare, certo, ma c’era qualcosa in lui che gli rendeva impossibile non farlo: non era bello solo fisicamente, era una bella persona. Difficile a dirsi, visto da fuori, ma da vicino era tutta un’altra cosa.

In circostanze normali Katsuki avrebbe reagito diversamente a quelle parole, ma quella notte sorrise: “Scusami” sussurrò, baciandolo dolcemente sulle labbra.
Le gambe di Shouto tremarono ed entrambi decisero che era meglio terminare la loro conversazione in camera da letto.

++++

Spero che questa storia vi sia piaciuta! Come al solito, se avete suggerimenti o commenti da fare sono ben felice di leggerli e rispondervi!
Mancano ancora due storie per finire questa serie e non sono mentalmente pronta... ci sono troppe cose che vorrei dire!
Amo questo trio e in generale vorrei tanto essere stata invitata a questa festa hahaha
Alla prossima!

Qui il link alla traduzione inglese (sempre fatta da me): https://archiveofourown.org/works/33475324

Ilaria;)

  
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